CITAZIONE
CHE LIBRO FA...
A NEWYORK
Tutte in fila dal chirurgo: ma l’operazione bellezza non porta la felicità
27/10/2006
di Giovanna Zucconi
Degli attuali bestseller negli Stati Uniti riferiamo nel box accanto. Qui, invece, di libri su due argomenti sia best sia seller, nel senso che mobilitano energie intellettuali ma anche economiche: Dio, e la bellezza. L'accostamento non appaia blasfermo, ché anzi compare esplicitamente a proposito diunodei libri in questione, Beauty Junkies di Alex Kuczynski, sottotitolo Inside Our 15$ Billion Obsession With Cosmetic Surgery. Ci si chiede infatti, scherzosamente ma non troppo: poiché la maggioranza degli americani crede nell'Aldilà, mentre nell'aldiqua sono sempre più numerosi quelli che si fanno rimodellare dalla chirurgia estetica, che cosa si aspettano che faccia San Pietro nel giorno del giudizio? Che li riconosca dall' anima, invece che dal corpo artificialmente modificato, o che limandi per l'eternità nel reparto «irriconoscibili »?
Sia Dio che la bellezza sono, anche, questione di felicità. Al termine della sua agghiacciante inchiesta sull'industria della cosmetic surgery, che è anche il racconto della propria ossessione per botulino e collagene, la giornalista Alex Kuczinski conclude: la chirurgia estetica fallisce «il suo scopo primario: la felicità e la soddisfazione». E in The God Delusion, entrato in classifica sia in Gran Bretagna sia nell'edizione americana, Richard Dawkins discute dei danni della fede religiosa e della possibilità di felicità anche per gli atei.
Nel 2004 negli Stati Uniti sono stati eseguiti 290.343 interventi alle palpebre, 166.187 rinoplastiche, 478.251 liposuzioni, 334.052 aumenti del seno.Un terzo dei seni artificiali causano problemi. Eppure, dal 1997 le siliconature alle mammelle sono aumentate del 147 per cento, le liposuzioni del 111, l'uso del botox del 2.446 per cento. A New York, racconta il Washington Post, l'ultimo grido è la riduzione chirurgica delle dita dei piedi, per farli entrare nelle scarpe all'ultimo grido, quelle appuntite di Jimmy Choo. A Los Angeles è più di moda la plastica vaginale. Negli zigomi si inietta gore-tex, quello delle giacche a vento. Tutto il collagene sintetico Cosmoplast è ricavato dalle staminali di un unico feto maschio, che oggi è un teenager e per sua fortuna non sa che le sue cellule gonfiano migliaia di labbra. Dalle ultime statistiche risulta che fra le donne che hanno subito interventi estetici il tasso di suicidi è il triplo della media. Per il risultato, l'aspetto da «marionetta di carne» secondo la cruda definizione della Kuczynski? Più verosimilmente per il legame fra depressione e chirurgia estetica ossessiva, che qualcuno comincia a paragonare all'anoressia e alla bulimia.
Masochismofemminile (soprattutto femminile): che è però un'industria da quindici miliardi di dollari all'anno, ormai quasi alla pari con quella della pornografia. Qualche piccola crepa nella pubblicistica rassicurante comincia ad aprirsi. Nip/Tuck è una serie televisiva considerata sovversiva perché gli autori osano dire che «la chirurgia estetica non risolve i vostri problemi ». C'è una scena in cui Jill Clayburgh urla che «è soltanto una liposuzione» è la frase più pericolosa del mondo, e volantina le foto della sua pancia massacrata.
Ben altra delusione è quella, argomentata da Richard Dawkins, nei confronti di Dio: per lui, è «perniciosa». Dal suo punto di vista di evoluzionista, il professore sostiene che la religione non ha valore per la sopravvivenza e l'evoluzione della specie, poiché il suo costo in termine di vittime e di colpe è superiore ad eventuali vantaggi. Nella fede, cose utili (come la tendenza dei bambini a credere agli adulti) «sbagliano mira» (si crede al Dio padre). Le religioni sono infettivi «memi», idee che si riproducono come geni. Eccetera. Non stupisce che il libro, peraltro di lettura piacevolissima, venda tanto anche in America.
(fonte: Tuttolibri, in edicola sabato 28 ottobre)