CITAZIONE (baseluna @ 27/3/2007, 14:09)
facendo anche vedere vari disegni di persone che dicono di aver visto.. un qualcosa… (UFO..) però facendo notare che i disegni sono tutti diversi.. anche se queste persone avrebbero visto tutti la stessa cose.. nello stesso momento.. e nella stessa zona..
La vecchia cariatide: “ancora con sta ipotesi psico-sociologica!”
Il report è molto interessante, e ti ringrazio per averlo postato. Se il Cicap non fosse attaccato a un pregiudizio e fosse in grado di lavorare seriamente, sarebbe di molto aiuto.
Altrettanto di poco aiuto le voci di sottofondo (intendo quelle che si prendono troppo sul serio), che però è ovvio che ci siano, poiché quando c'è una componente umana che esprime un lato totalitario di una questione, deve essere presente qualcuno che rappresenti il lato totalitario opposto, il pregiudizio opposto. Questo fa parte dell'andamento della psicologia umana. E spiega anche come mai una persona che la pensa in modo così opposto al Cicap si sobbarchi il disturbo (ma forse è narcisisticamente gratificante andare a sentire quanto gli altri hanno torto!) di andare a sentire proprio il Cicap - cosa di cui non c'è più alcun bisogno, dato che affermano le stesse cose da molti anni, e non appare alcun rimodellamento di pensiero, in un senso o nell'altro, all'interno della loro fazione. Quindi si connotano come assolutamente poco incisivi, almeno a mio avviso.
Ovviamente, ciò significa che entrambi - il cicappino di turno e il dissidente di turno - sono lontani da una sintesi di questi opposti e da una situazione di equilibrio, cioè da una situazione in cui tutte le componenti siano vagliate con discernimento e non con il desiderio - e soprattutto il BISOGNO - di avere ragione.
Torniamo al quote. Trovo che la sottolineatura del cicappino di turno sia molto pertinenete. Non si tratta, ovviamente, di una ipotesi psico-sociologica, ma di un dato importante se corrrelato alla neurologia. Infatti, il fatto che uno stesso evento (che in quanto visto contemporaneamente da molti non è un evento di fantasia ma un fatto, testimoniato da persone diverse) sia percepito in forme diverse deve indicare la strada su cui lavorare con questi fenomeni. Poiché è evidente che la percezione visiva dell'evento non può essere considerata univoca, e non passa quindi attraverso il canale degli occhi, il canale che viene utilizzato è un canale interno, che dà origine a delle immagini sulla corteccia visiva. Ciò fa credere che gli occhi vedano proprio quella cosa lì, ma non sono gli occhi. Vi è, se non unicamente almeno contemporaneamente, una stimolazione di recettori che producono immagini.
Mi disturba un po' dover rimandare a un altro sito, ma è necessario. Nel mio sito c'è un articolo che è un report di alcune sperimentazioni cliniche con farmaci sui recettori del midollo allungato. Il midollo allungato è la stessa zona in cui si trova anche il nucleo neuronale chiamato locus ceruleus, che Colaminè mise in campo molto tempo fa a riguardo di alcune funizioni del sonno e dei sogni (che io però non ho avuto tempo per approfondire). Il midollo allungato (che è il proseguimento nel cranio del midollo spinale, prima di arrivare alle strutture più "rotonde", chiamiamole così, che sono il talamo con sopra la corteccia, la parte più familiare per chi pensa al cervello) è la sede di nuclei neuronali molto molto antichi. E' la zona che viene stimolata durante alcuni tipi di respirazione yoga e la sede dove parecchi allucinogeni hanno effetto. E' un luogo quasi totalmente misterioso, da un punto dei vista degli effetti di stimolazione.
Perciò, quando un gruppo di persone guardano la stessa cosa e vedono cose diverse, l'attenzione del ricercatore dovrebbe crescere a mille, perché lì si sta toccando quel che veramente non si sa.
Sapete come si dice: se uno cerca strade nuove, non può cercarle coi metodi vecchi e coi ragionamenti vecchi, perché ciò che è nuovo è totalmente nuovo. Quindi, se il cicappino di turno dice che la gente vede ma in realtà vede cose diverse, ha due alternative: ragionare come ha sempre ragionato e dare spiegazioni banali o far intravedere spiegazioni banali; oppure tentare di ragionare in modo nuovo, lasciarsi colpire dalla stranezza, e intuire che sotto la stranezza potrebbe esserci un mistero da svelare, di qualsiasi genere esso sia.
Il cicappino non trova strano che la gente riferisca cose diverse. Questo è veramente peculiare, non trovate? Se sua nonna, suo nonno, papà, mamma, zii e cugini guardassero un funerale e ci vedessero chi un matrimonio, chi il circo du soleil e chi le torri gemelle, non troverebbe strano tutto ciò? Si limiterebbe ad alzare le spalle e a dire che hanno le allucinazioni? O si chiederebbe il perché di una cosa che coglie tutti?
Il grosso guaio dei cicappini, infatti, è che ciò che capita agli altri non li coinvolge, è una cosa che va tenuta a distanza.
Il contraltare è che qualcuno, da tali cose, si lasci coinvolgere totalmente, perdendo il senso e la direzione.
Aggiungerò che, a proposito di fenomeni molto pericolosi che hanno coinvolto il nostro Paese, il luminare che è stato chiamato a dirimerne gli aspetti scientifici e di ricerca ha espresso proprio questo genere di preoccupazione, cioè che quello che vediamo non sia quello che c'è.
Continuo perciò a considerare questa una strada di ricerca molto importante.
Il cicappino di turno, nella sua meccanicità inconscia, è prezioso, poiché fornisce dei dati importanti. Andare a sentire certi congressi, quindi, è tutt'altro che inutile. E' inutile andarci per constatare che gli altri la pensano diversamente da noi (cosa per alcuni assolutamente inconcepibile; la diversità dell'altro è mostruosa e non si può riconoscerla come legittima). E' utile andare per pescare elementi che ci possano servire, da utilizzare secondo i nostri parametri di valutazione e ricerca.
Ognuno di noi dovrebbe valutare attentamente quello che dicono gli altri. Così facevano le leggendarie spie
! Imparare a essere invisibili è un grande insegnamento. Nell'invisibilità si possono muovere molte cose.
Per esempio, trovo molto interessante che gli astronomi dicano di non aver mai visto dischi volanti. Chi ha vecchi schemi di pensiero aggancia subito ciò al debunking. Vecchi schemi, sì, roba da morir dal ridere.
Facciamo invece una vera ipotesi scientifica (miii, che parolaccia). Poniamo l'ipotesi che abbiano ragione. Negli spazi interstellari che loro esplorano non si registrano dischi volanti. Mumble mumble. Quindi quelle robe che vediamo da dove sbucano?
Buone riflessioni a tutti. Giulia
Edited by DCW - 29/3/2007, 13:59