Commenti a "MODELLI DI STERILITA' "

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  1. wookyee
     
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    Pazzol Inviato il: 15/2/2007, 10:14
    CITAZIONE
    Purtroppo queste statistiche e studi sembrano apparentemente mirati a stabilire ciò che è giusto ed equilibrato... a me pare che abbiano come unico scopo ben mascherato di indirizzare le persone verso un'ideale standard...l'ideale salutistico ... tanto quanto la "moda"
    in sintesi un'uniformità diffusa... cristallizzata stile barbie

    la ricerca infatti considera che l'ideale di donna proposto miri ad un controllo sulla fertilità:

    d) Possiamo quindi considerare che il fine del modello femminile proposto sia: l’infertilità femminile, imposizione di un modello femminile come operazione di controllo sulla fertilità delle donne;

    CITAZIONE
    Facci caso... se sei grasso non vai bene se sei magro non va bene se sei "giusto" vuoi solo farti notare...

    Facci caso dalla ricerca sembra che se sei magro va bene...

    CITAZIONE
    ma perchè gli diamo così importanza?

    secondo te perchè?

    CITAZIONE
    Già lo diceva Gesù ai suoi apostoli: se digiunate diranno che volete farvi vedere, se mangiate diranno che siete peccatori.
    Perchè chi non vive è solo intento a criticare senza manco accorgersi delle proprie contraddizioni non spaziando la vista a 360 gradi.

    questo è un perchè piuttosto generico, qual'è il perchè, in relazione con la ricerca..?


    CITAZIONE
    Pare che oggi esista solo il corpo... che non và negato ma nemmeno si può ridurre tutta la realtà a ciò che vediamo...

    Allora riporto la tua frase:
    il magro umilia se stesso cercando di diventare grasso e viceversa
    secondo lo standard salutistico di riferimento e tanti saluti
    Tant'è che tutti e due dimenticano che hanno da finire sotto terra a nutrire i vermi
    Ma nascessimo tutti handicappati o ciechi che ci facciamo meno storie...

    la frase che ho come firma non è mia, l'ho presa dal sito di Uomini 3000, ille dixit, in particolare:
    http://www.uomini3000.it/442.htm

    non ho capito in realtà il tuo paragone tra la frase e il magro che umilia se stesso cercando di diventare grasso.....e anche viceversa....non l'ho capita perchè secondo me non ha senso...

    ...se ti va, potresti spiegare il senso..

    l'ultima frase credo sia solo una provocazione.
     
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  2. wookyee
     
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    Grazie, Animus, per il contributo con l'intervista ad Armani!

    E' da poco che sono riuscita a vederla interamente, non ho capito che problemi ha avuto il computer, fatto sta che non riuscivo a vedere il video...
     
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  3. wookyee
     
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    CITAZIONE (Reduan @ 5/1/2007, 00:38)
    ...Quello che volevo capire è quanto può influire il problema della sterilità sul tasso di fertilità nel suo complesso. Sarebbe a dire: visto che l'Italia è l'ultimo o penultimo paese al mondo per quanto riguarda la natalità, penso sarebbe utile capirne di più sulle cause e quanto pesa, in tal senso, il problema da te trattato.

    Certo sarebbe interessante , quindi, scovare anche le percentuali; spero che ci riuscirai, ma resta in ogni caso un buon lavoro.
    :)

    ho trovato qualcosa riguardo a questo:


    SENATO DELLA REPUBBLICA
    12^ COMMISSIONE PERMANENTE

    "INDAGINE CONOSCITIVA SUI FENOMENI DI DENATALITA', GRAVIDANZA, PARTO E PUERPERIO IN ITALIA".

    SEDUTA DI MERCOLEDI' 10 MARZO 2004



    http://www.senato.it/documenti/repository/...310_IC_1129.pdf

    Chi ha partecipato:

    PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito dell’indagine conoscitiva sui fenomeni di denatalita`, gravidanza, parto e puerperio in Italia, sospesa nella seduta del 18 febbraio scorso. E` oggi in programma l’audizione del professor Giancarlo Blangiardo, professore ordinario di demografia alla facolta` di scienze statistiche dell’universita` degli studi di Milano «Bicocca», della dottoressa Silvia Costa, coordinatrice del gruppo di lavoro sulle pari opportunita` della commissionepolitiche sociali e del lavoro del CNEL, del dottor Valerio Terrabrami, dirigente ISTAT, e della dottoressa Sabrina Prati, ricercatore ISTAT

    Interessante è la domanda posta dal Sen. Tatò:



    TATO` (AN):
    Ho ascoltato con molto interesse le relazioni del professor Blangiardo e dell’onorevole Costa che rispecchiano, in un certo qualmodo, il mio punto di vista.

    Non ho notato alcun riferimento a dati statistici sull’infertilita` e sulla sterilita` di coppia che, a mio giudizio, hanno un’incidenza molto relativa sulla valutazione globale della denatalita`.

    E` stato condotto uno studio specifico in questo campo o lo si e` volutamente trascurato?
    Qualora sia valida la prima ipotesi, quali sono state le risultanze di tale studio?


    La risposta:


    PRATI
    Per completare il quadro sulle fonti vorrei rispondere sulle infertilita`.

    Senatore Tato`, l’infertilita` registra fortemente il problema delle fonti da cui rilevare le relative informazioni.

    Non a caso il gruppo di lavoro, costituito per definire i nuovi contenuti del certificato di assistenza al parto, li ha attualizzati rispetto al passato. Risalendo il vecchio certificato ai primi anni Cinquanta, alcuni temi quale, ad esempio, la fecondazione assistita non erano assolutamente contemplati.

    Nel nuovo certificato vi e` invece una sezione dedicata al ricorso a questa tecnica.

    Essendo un fenomeno in crescita, ma comunque ancora raro in termini di quantita` degli eventi, solo una fonte esaustiva e completa come quella dei certificati di assistenza al parto potrebbe fornire indicazioni utili in tal senso.

    La rilevazione relativa ai certificati di assistenza al parto e` gia` partita; faccio parte del gruppo di monitoraggio istituito dal Ministero della salute in collaborazione con l’ISTAT e il CISIS, che e` il coordinamento Stato- Regioni che ha il compito di verificare lo stato di realizzazione della rilevazione.

    Il dottor Terrabrami ha rilevato che alla fine del 1999 la bozza del nuovo certificato di assistenza al parto e quella del decreto istitutivo erano gia` pronte; cio` nonostante, il decreto e` stato pubblicato il 16 luglio 2001 e la rilevazione in via sperimentale e` partita il 1º gennaio 2002.

    Alcune Regioni, pur avendo una lunga tradizione di sorveglianza della natalita` e registrando in passato i certificati di assistenza al parto presso gli osservatori epidemiologici regionali, hanno aderito con fatica all’iniziativa di impiantare un flusso di produzione di dati completamente nuovo, che segue un percorso complesso: direzione sanitaria, ASL, assessorato regionale del Ministero della salute, Ministero stesso e ISTAT.

    Altre Regioni, a prescindere dall’avere
    piu` o meno questa tradizione, hanno risposto che non rientra tra le loro priorita` attivare tale rilevazione.

    A seguito di cio` il gruppo di monitoraggio e` riuscito a riunirsi per la prima volta nell’aprile 2003 ed e` composto solo da sei rappresentanti a causa della mancata nomina dei referenti regionali da parte della maggior parte delle Regioni. Sante l’esistenza di un impianto normativo in materia, sarebbe sufficiente un’opera di sensibilizzazione.

    Sull’importanza della rilevazione, il Ministero della salute ha organizzato un incontro tecnico nel novembre dello scorso anno al quale, con mia grande soddisfazione e meraviglia, hanno partecipato quasi tutte le Regioni. In realta`, ci vorrebbe veramente poco per portare a regime la macchina avendo la maggior parte delle Regioni una lunga tradizione di registrazione di questa tipologia di informazioni. In quella occasione molte Regioni si interrogavano sulla necessita` di trasmettere i dati a livello centrale; in realta` le difficolta` di rapporto rappresentano il vero problema.


    Altro punto interessante della seduta:



    COSTA:
    [...]
    Vorrei sottolineare un aspetto che apparentemente puo` sembrare secondario e di scenario. Come evidenziava il professor Blangiardo, alle giovani generazioni di donne giunge un’informazione assolutamente inesatta.

    Fuori dai canoni dell’ufficialita` di questa audizione vorrei esprimere un pensiero del tutto personale: nessuna ragazza tra i 25 e i 30 anni e` consapevole dell’andamento della fertilita`.

    In altri termini, rispetto alle donne e` passata, accanto a una cultura neomalthusiana, anche una cultura «prometeica» in base alla quale i figli si possono avere a qualunque eta`, basta volerlo.

    E`un tema di cui non si parla ma che mi permetto di evidenziare in questa sede perche´ sarebbe utilissimo se nei vostri pronunciamenti rientrasse qualche controinformazione autorevole e scientificamente dimostrata in tal senso, stante la presenza di medici e scienziati di spessore.

    Bisogna recuperare l’informazione da rotocalco che purtroppo arriva alle nuove generazioni. Se si ascoltano le giovani donne si comprende che la spinta in avanti delle scelte fondamentali della vita avviene in un contesto culturale di inconsapevolezza indotta.

    Non sempre si danno le informazioni che si dovrebbero dare.



    Per quanto riguarda i dati rlevati con il CEDAP (certificato di assistenza al parto), per quanto riguarda la sterilità, esso fa riferimento alle gravidanze medicalmente assistite:

    http://www.ministerosalute.it/dettaglio/ph...istero&colore=2

    L’Ufficio di Direzione Statistica della Direzione Generale del Sistema Informativo del Ministero della Salute ha realizzato, per il secondo anno, l’analisi dei dati rilevati attraverso il flusso informativo del Certificato di assistenza al parto (CEDAP).
    [....]
    In estrema sintesi i dati, pubblicati nel rapporto "Certificato di assistenza al parto (CEDAP). Analisi dell’evento nascita - Anno 2003" mostrano i seguenti risultati:


    ...Per circa 7.200 parti si è fatto ricorso ad una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA), in media 1,6 ogni 100 gravidanze. La tecnica più utilizzata, dopo il trattamento farmacologico per induzione dell’ovulazione, è stata la IUI (trasferimento di gameti maschili in cavità uterina).

    *************************************************************************


    http://www.ministerosalute.it/imgs/C_17_pu...21_allegato.pdf

    RAPPORTO CEDAP (Certificato di Assistenza al parto) 2004



    2.8 Parti e tecniche di procreazione medicalmente assistita

    Nel 2004 delle 474.893 schede pervenute, 5.738 sono relative a gravidanze in cui è
    stata effettuata una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA)
    , in media 1,2
    per ogni 100 gravidanze.


    A livello nazionale circa il 24,6% dei parti con procreazione medicalmente assistita ha utilizzato trattamento farmacologico e il 12% il trasferimento dei gameti maschili in cavità uterina.

    La fecondazione in vitro con trasferimento di embrioni in utero riguarda il 30% dei casi mentre la fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma riguarda il 16,5% dei casi.

    L’utilizzo delle varie metodiche è molto variabile dal punto di vista territoriale.

    Nelle gravidanze con PMA il ricorso al taglio cesareo è nel 2004 superiore rispetto agli altri casi.
    La percentuale di parti plurimi in gravidanze medicalmente assistite è sensibilmente superiore a quella registrata nel totale delle gravidanze.

    Si osserva una maggiore frequenza di parti con procreazione medicalmente assistita tra le donne con scolarità medio alta rispetto a quelle con scolarità medio bassa.
     
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107 replies since 17/12/2006, 16:36   2435 views
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