Cleopatra a Marconi: sì, la mitica regina d'Egitto ha dormito a piazzale della RadioRosanna Pilolli18 gennaio 2014
Cleopatra, la mitica ultima regina d'Egitto, è vissuta per due anni a Roma, nel quartiere Marconi a pochi passi dalla strada che ospita il nostro giornale. Nella Via degli orti di Cesare, alle spalle di Trastevere dove si estendevano le splendide vigne del condottiero romano. Qualche tempo prima che la congiura repubblicana portasse alla morte Caio Giulio, la giovanissima la regina, poco più che ventenne, bisognosa di protezione politica, era stata sua ospite, vivendo con lui una "love story" malvista al Senato e al popolo romano. Esempio "storico" di sesso e potere politico che si sarebbe perpetuato nei secoli fino agli esempi meno aulici dei nostri giorni.
A questa donna intelligente, determinata e spietata, ai suoi rapporti con l'antica Roma, al suo legame con Marco Antonio, sconfitta da Ottaviano Augusto nella rovinosa battaglia di Azio e morta suicida, è dedicata l'esposizione ospitata nel Chiostro del Bramante, alle spalle di piazza Navona. L'allestimento, i soffitti, i portali stretti e rettangolari, in un profondo colore nero, piuttosto tombale, conducono i visitatori all'interno di un'immaginaria scenografia egizia.
Chi era davvero Cleopatra? Della sua vita, delle sue opere di governo si sa molto poco. Dei suoi amori e del suo mitico aspetto fisico molto di più. La leggenda la vuole bellissima ma i pareri degli storici romani sono divisi. Plutarco che scrive ai tempi di Vespasiano la descrive come "donna dalla voce dolcissima simile ad uno strumento musicale con molteplici corde in qualunque idioma volesse esprimersi". Infatti sembra che la regina egiziana parlasse correntemente le lingue del mondo orientale e africano."Non molto bella – continua lo storico – piccola, esile e spregiudicata". Di parere parzialmente diverso Cassio Dione del tempo di Commodo: "Splendida da vedere e udire, capace di conquistare anche i più restii all'amore, perfino quelli che l'età aveva reso freddi". Ma Orazio, poeta convertito alla corte di Augusto, la giudicava un "fatale monstrum", una creatura orribile, "donna rapace e lasciva".
Nonostante i giudizi negativi degli intellettuali "allineati", si può concludere con una certa approssimazione che Cleopatra sia stata simpatica, intelligente, determinata e spietata. E astuta. Esemplare il racconto della sua presentazione a Cesare in Egitto alla conclusione della guerra civile contro Pompeo. La regina si presentò avvolta in un tappeto che, aperto davanti al vincitore romano, ebbe il programmato effetto clamoroso. Altrettanto esemplare il suo successivo incontro con Marco Antonio, divenuto il "padrone" delle terre d'Oriente e quindi pedina politica importantissima per Cleopatra: gli apparve distesa sulla poppa di una nave dorata, dai remi d' argento e le vele di porpora, nelle vesti di Afrodite, coperta di profumi e di gioielli. Marco Antonio, "l'uomo più bello di Roma", il generale gaudente, "fu preso d'amore". E anche da una possibile "chance" di supremazia nei confronti di Augusto. Ne scaturì la consueta guerra politico-economica (mascherata a dovere da ragioni etiche) che terminò, è noto, con la sconfitta e il suicidio dei due coniugi (irregolari) alleati.
L'annessione dell'Egitto a Roma fu, da quel momento, cosa fatta. La terra dell'opulenza e del lusso apparteneva all'Impero nascente. E di conseguenza ciò che riguardava la tragica regina d'Egitto fu coperto da una censura postuma, la cosiddetta "damnatio memoriae", il silenzio della Storia. Ma rimase la leggenda del suo fascino e di una bellezza fisica che forse non possedeva del tutto. Della sua fine orgogliosa il tema ricorrente delle opere drammatiche di Shakespeare, di Vittorio Alfieri, di G.B.Shaw, di Theophile Gautier. Le pitture di Guido Reni, le musiche di Cimarosa, Berlioz e Massenet.
La Mostra romana non può aggiungere notizie maggiori su di lei. Si sofferma egregiamente, con centottanta opere illustrative, sui luoghi e gli ambienti nei quali la regina visse... Il Nilo e i suoi traffici, la sua influenza sulla immaginazione dei romani. Suggestivo il papiro che dipinge la pesatura del cuore di un uomo appena morto . La statua di Anubi, il dio della morte dalla testa di cane. Le formule del libro dei morti che i defunti dovranno portare con sé nell'aldilà. E anche per la prima volta esposto il ritratto di Cleopatra: detto "Nahaman".
I brevi anni romani della regina egiziana ebbero una notevole influenza sul costume, la religione e la moda della città che si avviava a diventare "caput mundi". Le matrone iniziarono ad adottare acconciature dai boccoli piatti ai lati della testa. A indossare monili elaborati di alta oreficeria. L'"egittomania" si estese alle case, alle ville, ai giardini, ai mosaici, alle sculture e agli arredi. E nuovi culti si integrarono rapidamente nel Pantheon romano, Iside, Serapide, Osiride, Anubi. E Ottaviano, primo imperatore di Roma, politico raffinato, prese ad apparire, forse per demagogia, forse per assimilazione, nelle vesti di faraone in occasione delle sue visite nel mitico regno di Egitto, ora ormai terra di Roma.
Pontediferro