Libri

il punto di vista maschile

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  1. adangwin
     
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    Finora i libri sulla QM erano più rari delle mosche bianche.
    Ma forse ora qualcosa sta cambiando.

    L'uomo maschio
    di Eric Zemmour


    "Lo so. Lo so che non esistono l'Uomo e la Donna, ma gli uomini e le donne. Non generalizzazioni ma solamente casi particolari. Tanti casi particolari quanti sono gli individui. Miliardi di storie per miliardi di esseri umani sulla terra. Lo so che c'è del femminile nell'uomo e del maschile nella donna. Lo so, conosco i classici, figurarsi: sono stato adolescente negli anni Settanta. Lo so che la ricerca di un tipo sessuale è sospetta, per non dire reazionaria, che non ci sono sessi ma solo generi. Sfumati, necessariamente sfumati. Lo so, so tutto. Ma so anche che io... io non sono una donna". Come si presenta l'uomo ideale? Si depila. Fa incetta di prodotti di bellezza. Indossa gioielli. Crede fermamente ai valori femminili. Privilegia il compromesso. Insomma, l'uomo ideale... è una vera donna. Ha reso le armi. Il peso tra le sue gambe è diventato un fardello troppo pesante e si è convinto che l'uguaglianza è similitudine. Le giovani generazioni hanno accresciuto questa confusione. Tutto quello che è autenticamente mascolino è considerato una parolaccia. Una tara. Ma la rivolta tuona. Gli uomini hanno un'identità da riprendere. Perché non debbano più dire ai loro ragazzi: "Tu sarai una donna, figlio mio".


    Tratto da http://www.libreriauniversitaria.it/BIT/88...omo_maschio.htm
     
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  2. wookyee
     
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    Sì avevo letto qualcosa su questo libro su:

    http://canali.libero.it/affaritaliani/cult.../libri2102.html

    E' una polemica. Eric Zemmour lo dichiara dalla prima pagina. 'L'uomo maschio', l'ultimo libro del giornalista-scrittore francese è la critica a un sistema che 'non vede più donne nè uomini, dove sono tutti uguali, identici, indifferenziati e intercambiabili'.
    Come in una mappa del tesoro l'autore vuole tracciare i passi che hanno portato alla dispersione, nell'uomo moderno, della virilità fisica e mentale. Un trattato, dunque, di educazione virile a uso delle giovani generazioni effemminate.

    Calciatori, cantanti, attori... tutti allievi della star accademy mondiale, sono l'esito di una grande commistione di generi, figlia della globalizzazione. Un processo che cominciò con la rivoluzione femminista.

    Attraverso Freud, Renè Girard, Stendhal, Margaret Mead e molti altri big della letteratura e della psicologia, Eric Zemmour sferra un durissimo attacco al femminismo, colpevole di aver banalizzato il rapporto tra uomo e donna, rendendo la sessualità piatta e spogliando il maschio delle caratteristiche che per natura lo rendono il sesso forte. Un triangolo naturale governa il mondo: fallo - soldi - potere.


    Rapporto sovvertito dalla storia. E da qui riflessioni choc sul viagra, venuto necessario di questi tempi, sul turismo sessuale, sullo scambismo e sull'aborto per sostenere che all'uomo non è rimasto più niente.

    Teorie politically uncorrect che a giudicare dalle vendite però hanno messo un vero dito nella piaga...

    Eric Zemmour è caporeporter del Figaro, editorialista e polemista di talento e autore di saggi e romanzi, vive a Parigi.
     
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  3. animus
     
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    Grazie wookyee.
    Riporto il video.

     
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    Ex pugile del web

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    Questo video è squallidissimo!
    Mi è venuta la depressione vedendolo, più di quando guardo i video degli affamati del terzo mondo!:(
     
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  5. Davide.4.
     
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    Premessa
    Tengo alla mia forma fisica.
    Duro allenamento con i pesi, alimentazione sana e riposo.
    Vivo per questa mia passione.
    L'uomo deve avere cura di se stesso.
    Tuttavia in questo filmato "maschile", c'è un eccesso di "premure femminili".
    Il video "rispecchia" (una parte) della nostra società. Femminilizzata.
    E' volutamente "sopra le righe" per accentuare la problematica esistente, utile (ai fini commerciali) per la promozione del libro "L'uomo maschio".
     
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  6. WlaClioNokia
     
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    Il libro è veramente interessante.
    Suggerisco a Davide4 anche quello di S. E. Rhoads, titolo "Uguali Mai", editore Lindau.
    Quanto al video, deprimente ma estremamente realistico, fini pubblicitari a parte
     
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  7. wookyee
     
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    Grazie a te Animus, non avrei saputo riportare il video direttamente sul post!

    Riporto qui il commento che ho trascritto perchè ha delle parti interessanti, che si collegano anche al mondo unisex della moda, di cui ho iniziato a parlare nella ricerca.

    No credo sia un video sopra le righe per promuovere il libro, il video e il commento riprongono cosa sta accadendo e il libro lancia una sorta di "allarme"...


    COMMENTO AUDIO

    La parola continuamente rimbalzata nei blog e nelle chat non è bellissima,
    però rende l’idea:

    FROCIZZAZIONE.

    Però rende l’idea, dell’uomo che diventa donna, l’uomo campato in aria, l’uomo raffinato e sensibile che non fischia alle ragazze, non tradisce la fidanzata, vuole sentirsi capito e protetto, si commuove nel cambiare i pannolini, si mette la crema in faccia, fa le diete, si depila, sa come si apparecchia la tavola con grazia e non ci prova mai, abbassa gli occhi, non si sente pronto.

    E’ il protagonista, quest’uomo che diventa donna e che, si badi bene, non è gay, anzi è etero, ma semplicemente effeminato, frocizzato appunto, è il protagonista, dicevamo, di un film francese che fa molto discutere, – tutto per piacere – in cui Matilde confida alle sue amiche “vado solo con uomini sposati, perché ormai sono gli unici che scopano…”

    E a lui, l’uomo frocizzato, sono dedicate molte riflessioni nel libro dell’editorialista del Figarò : Eric Zemmour: ”Le premier sex” è il titolo.

    Un libro che ha spopolato in Francia e sta uscendo in Italia per l’edizione Piemme, con il titolo lìuomo maschio, vi si spiega che l’uomo ormai è femmina, l’Europa ormai è femmina, i valori sono femmine, l’uomo frocizzato privilegia il compromesso, indossa gioielli, fa incetta di prodotti di bellezza, crede fermamente ai valori femminili insomma, l’uomo ideale è una vera femmina, ha reso le armi e si è convinto che l’uguaglianza è semplicemente somiglianza, tutto quello che è autenticamente mascolino è dunque considerato una parolaccia, una sorta di tara, l’ordine virile aveva un senso e il femminilmente corretto ha invece creato una avvilente percentuale di defaiance sessuali, la paura di tutto la crescita ZERO.

    C’è una puntata del telefilm americano Friends in cui un uomo, prima impassibile, da libero sfogo alle proprie insicurezze e inizia a lacrimare a dirotto. Dopo giorni e giorni di alluvioni lacrimali la sua ragazza, Rachel, inizia a rimpiangere il vecchio uomo tutto d’un pezzo di prima e lo molla.

    Non è un caso che la maggioranza delle donne dichiara apertamente la propria insoddisfazione nei confronti della propria controparte maschile e rimpianga l’uomo granitico di una volta.

    Ma oggi anche gli uomini piangono. L’immagine dell’uomo singhiozzante è stata sdoganata da Bill Clinton alla Casa Bianca, e da Navarro Vals che dà l’annuncio della gravità delle condizioni di Papa Wojtila non trattenendo le lacrime, e diventa un’icona.

    Nasce un sito: oldmencrying.com, dove tanti maschi adulti si commuovono in pubblico, e ci sono uomini che piangono davanti ai programmi della De Filippi, nei concerti o per la morte di Arafat. Sportivi commossi per avere realizzato il sogno della vita o per avere buttato al vento speranze di gloria; scampati alla furia dello Tsunami, o di fronte alle macerie delle proprie case distrutte dall’onda assassina.
    Pianti dettati da ragioni forti, come la strage dei bambini di Beslan, in Osetia, e ci sono seriosi documenti che parlano del pianto, della sua origine e del suo significato, video e file audio, d’altro canto stilisti importanti aprono intere divisioni dedicate al trucco maschile, come per esempio Jean Paul Gaultier, e spopolano i corsi di trucco e la cosmetica maschile, e il marketing si getta a pesce inventando per l’uomo frocizzato percorsi e occasioni di shopping ricercatissimo e cibi per buongustai raffinati, nonché consigli giusti per il nuovo maschio, l’uomo specchio, che gratifichino e sublimino il suo narcisismo, prodotti di confine ricercati come quelli per le donne, ma pur sempre maschili.
    Si distingue così definitivamente l’omosessuale vero, dall’etero, sceso a compromessi con il suo lato femminile.
    E tra le donne non dispiace l’uomo che le sappia portare nel locale giusto, che non sbagli il calzino o il collant maschile, ultimo grido; si faccia la plastica ai seni, profumi dell’ultima fragranza di Calvin Klein.

    Il segreto sta tutto lì per i pubblicitari, come per gli editori e gli uomini di marketing: trovare il giusto equilibrio di maschile e femminile, cavalcando la linea di confine che separi i gusti del nuovo maschio da quelli dei gay e da quelli delle donne.

    E se l’intera società, uomini e donne, ambisce a diventare donna, quali sono le conseguenze?
    Si era partiti, nel libro di Zemmour, ridendo con i maschi che si depilano e discutono i prezzi dei Pampers, si conclude con una preoccupazione per questa frocizzazione strisciante:

    cita l’autore i 200.000 aborti l’anno della conquista femminile, che corrispondono al tasso di fertilità infantile, nel senso classico sotto il regno di Luigi XV.

    E’ come se in questa femminilizzazione delle società occidentali, che pure inizia sotto radiosi auspici, agisca uno spettro, come se l’appello alla vita e all’amore dovesse finire tragicamente:

    con la scomparsa collettiva.

    E allora, esorta l’autore, facciamo presto: recuperiamo il pensiero virile.
     
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  8. Scienziato apocrifo
     
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    di Zemmour ne abbiamo già parlato tempo fa su questo forum.

    Già che ci sono, e visto che l'argomento sta diventando interessante non solo per noi ma anche per i media, posto un articolo del "Corriere della Sera" di qualche giorno fa proprio su Zemmour.

    Un pamphlet di Eric Zemmour denuncia il declino della virilità
    SE L'UOMO SCOPRE TROPPO IL LATO DEBOLE
    Sarkozy leader al femminile, Mitterrand ultimo macho
    di CRISTINA TAGLIETTI

    L'uomo che piace alle donne è quello che assomiglia loro. E con ciò il vero maschio, malato da almeno trent'anni, è definitivamente morto. A piangerne la scomparsa è Eric Zemmour, analista de Le Figaro, autore di un pamphlet politicamente scorretto che in Francia gli è valso l'appellativo di «neoréac», vale a dire neoreazionario. «Le premier sexe» è il titolo di questo furbo saggello tutto fuochi d'artificio e provocazioni che vuole riecheggiare Il secondo sesso di Simone de Beauvoir e che in Italia è stato tradotto da Piemme come L'uomo maschio (traduzione di Roberto Boy, pagine 144, € 14,50).
    La tesi è molto semplice e neanche tanto nuova. Altri l'hanno svolta prima di Zemmour, con minor foga provocatoria e migliori argomentazioni, ma Zemmour tocca, pur con qualche grossolanità, alcuni punti nevralgici del rapporto tra i sessi. Per piacere alle donne, è la sua tesi, l'uomo moderno ha dovuto trasformarsi. Eccolo dunque fare shopping con loro, cambiare i pannolini al bambino, esibire tolleranza e dolcezza, privilegiare l'amore sul sesso, ungersi di creme antirughe, indossare gioielli. E soprattutto depilarsi. «Il pelo è una traccia, un marcatore, un simbolo» scrive Zemmour. «Del nostro passato di cavernicoli, della nostra bestialità, della nostra virilità. Della differenza dei sessi. Ci ricorda che la virilità è compagna dell'aggressività, che sessualmente l'uomo è un predatore». Depilandosi il maschio stabilisce la volontà di smetterla con la virilità ancestrale per andare alla ricerca della purezza, della dolcezza, della debolezza. Dell'effeminatezza. E quindi, sostiene Zemmour, la depilazione è il regno della confusione sessuale. Segna un'autentica rottura storica. Gli uomini che non somigliano alle donne non vanno bene, ricadono sotto la categoria della diversità, nuovo peccato mortale del nostro tempo. E chi c'è nella società contemporanea di più simile a una donna? Ma l'omosessuale naturalmente, risponde Zemmour. Secondo lui basta guardarsi intorno: «Nel cuore delle grandi città c'è un incontro sociologico tra omosessuali e donne moderne, per la maggior parte nubili o divorziate. Stesso reddito, stesso stile di vita, stesso pensiero "modernista", "tollerante", multiculturale».
    Zemmour trova conforto alla sua tesi ovunque. Nel calcio, dove il maschio Platini è stato sostituito dall'effeminato Beckham. Nella politica, dove il maschio
    di una volta è finito con Mitterrand, che somigliava ai personaggi dei film degli anni Settanta, quelli di Sautel o Lelouch. in cui gruppi di uomini vivono, ridono, corteggiano, amano, s'insultano da uomini, come in uno spogliatoio di calcio. Il modello politico di maschio oggi è Nìcholas Sarkozy che si presenta al telegiornale per ammettere che la moglie lo ha lasciato. Non si sente cornuto, dice solo: «Come milioni di famiglie anche la mia ha conosciuto delle difficoltà».
    Il fatto è che di questi uomini moderni che «vogliono diventare donne come le altre, vogliono impersonare l'Amore, non più solo la Legge» ora le donne si sono stancate. Nel romanzo La macchia umana di Philip Roth, la giovane francese confessa che gli uomini americani non l'attraggono perché non fanno che parlare di parti, di notti passate in bianco e di biberon; sono dei «papà Pampers». Quelle che sembravano delle conquiste, dice Zemmour, alla lunga si sono dimostrate delle fregature. Come la libertà sessuale. La modernità non censura il sesso, lo accetta di buon grado, non spinge più al matrimonio, ma all'amore. Rispetta la libertà di ciascuno, ma lo fa per motivi conservatori, perché «tollera ancora meno le deviazioni, le perversioni, il sesso fatto senza amore, il sesso a tariffa, il sesso per il sesso, la pulsione sessuale a ripetizione, senza un obiettivo preciso, senza sentimento, senza passato, senza futuro».
    L'uomo non è più conquistatore e l'ossessione femminista dell'essere rispettate riporta le donne al punto di partenza puritano da cui provengono. E il risultato, provoca Zemmour, sono l'impotenza maschile e la crescita zero. «Per questo la nostra è un'epoca in cui le donne mostrano abbigliamenti succinti, minigonne e scollature, pantaloni a vita bassa e perizoma a vista», scrive Zemmour. Come se volessero rassicurare, dopo averlo spaventato, il maschio, risvegliare il desiderio dopo averlo calpestato.
    La femminilizzazione dell'uomo è prerogativa occidentale, incalza Zemmour. Al di fuori di questi confini gli uomini difendono gelosamente la loro egemonia come un tesoro. Per questo in Europa, e in particolare in Francia, la virilità sopravvive soltanto nelle banlieue, dove si insediano gli immigrati provenienti dal mondo che ancora non ha abdicato al potere maschile. Il «giovane arabo», «l'invisibile» più pesante della società francese, è qualcosa di inaccettabile ma è anche un vago rammarico. «Alle femministe fa schifo —scrive Zemmour — solo che per un retaggio anticolonialista non osano dirlo. Sono infuriate nel vedere le città ritornare all'età della pietra antifemminista, ma sono anche felici di ritrovare un così perfetto prototipo
    di maschio inavvicinabile. È il barbaro a Roma, il lupo entrato a Parigi», li giovane arabo nella visione semplificatoria di Zemmour è un uomo inconsapevole delle conquiste femministe degli ultimi quarant'anni, che reagisce in modo binario: «rispetto» o «disprezzo», sante col velo o sgualdrine in minigonna, vergini o puttane. I giovani francesi, a volte, vogliono imitarlo. Sono operai e impiegati, o disoccupati, che convivono con lui nelle periferie e votano Le Pen, il «Menhir», come si è soprannominato lui stesso, «una sorta di fallo per procura che afferma la loro virilità contro quella disinibita dei rivali arabi».
    Anche negli Stati Uniti, secondo Zemmour, la nostalgia virile ha un uso politico, come dimostra George Bush che non abbandona più stivali e cappello da cowboy e «ostenta una parlata ruvida, un'aria da zappatore, un sarcasmo assai poco intellettuale». Bush jr interpreta molto bene il suo ruolo: l'erede di John Wayne, l'uomo che non sopporta quel nuovo modo di vivere e di pensare al femminile arrivato dalla East Coast. È una specie di riflusso: l'uomo femminilizzato è nato negli Stali Uniti, ma dagli stessi Stati Uniti ora arriva una vigorosa reazione maschilista, La conseguenza è che di fronte a questa evoluzione le società europee e americane rischiano di allontanarsi sempre di più, una deriva dei continenti nella quale l'Europa incarnerebbe la donna e l'America l'uomo. Ma c'è anche un'altra possibilità, se è vero come la storia finora ha dimostrato, che le trasformazioni americane prefigurano le nostre. In questo caso, avverte Zemmour, il contrattacco maschilista avverrà in un contesto inedito e delicato. Nelle periferie, dove l'islamizzazione ha già avviato il suo lavoro di separazione dei sessi. Allora Parigi e Roma torneranno ad avere paura del lupo.
     
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  9. adangwin
     
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    Non avevo letto questo articolo ma è maledettamente interessante.
     
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  10. Davide.4.
     
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    WlaClioNokia
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    Suggerisco a Davide4 anche quello di S. E. Rhoads, titolo "Uguali Mai", editore Lindau.

    Non ho problemi di identità maschile. Anzi...

     
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  11. WlaClioNokia
     
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    Davide, nessuno si permette di pensare che tu abbia certi problemi, ma di suggerire letture "ammazzafemministe".
    Tutto qua.
    Complimenti per i tuoi post.
    Ti abbraccio
     
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  12. Davide.4.
     
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    CITAZIONE
    Complimenti per i tuoi post.
    Ti abbraccio

    Grazie per il complimento. :D


     
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    Lupus in fabula

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    CITAZIONE (Scienziato apocrifo @ 10/3/2007, 16:37)
    Un pamphlet di Eric Zemmour denuncia il declino della virilità
    SE L'UOMO SCOPRE TROPPO IL LATO DEBOLE
    Sarkozy leader al femminile, Mitterrand ultimo macho
    di CRISTINA TAGLIETTI

    L'uomo che piace alle donne è quello che assomiglia loro...

    Questa è una panzana grossa come il mondo, la donna ha letteralmente schifo dell'uomo che la assomiglia. A parole gli è magari simpatico, diciamo che lo considera come il tappeto del salotto, va bene giusto per far figura e per passarci sopra coi piedi.
    Quante bugie, quante menzogne, quante bestialità sono passate col neofemminismo....! Velenosa ed omicida ideologia.
     
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  14. Scienziato apocrifo
     
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    Infatti credo che sia la premessa per dire che non è così. visto che poi l'articolo continua dicendo che l'uomo di adesso assomiglia troppo alle donne, che l'uomo di una volta è scomparso e che forse forse era meglio prima.

    Ma chiediamolo a C.Nemo che è più informato sull'argomento.
     
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13 replies since 9/3/2007, 20:28   316 views
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