Non erano schiavi ma uomini liberi, gli operai che costruirono le grandi piramidi di Giza, contrariamente a quanto riferito da Erodoto e dalla Bibbia. Il sovrintendete generale delle Antichità egiziane Zahi Hawass, ha annunciato la scoperta di una necropoli che risale al 2600 avanti Cristo situata accanto alle piramidi dei re. Le tombe non ospitano schiavi, perchè le iscrizioni definiscono gli operai "amici di Cheope". L'altra grande scoperta, a cui si è risaliti grazie al ritrovamento del resoconto della fornitura giornaliera di cibo per i lavoratori, è che gli operai erano 10.000, un decimo di quelli indicati dallo storiografo greco Erodoto.
Trovare necropoli dei tempi delle piramidi significa a mio parere che nel cantiere si moriva a causa di gravi incidenti. È possibile che i morti degli egizi siano stati consegnati alle famiglie, ma quelli dei molti prigionieri erano sepolti sul posto. Quella di Hawass è una vara ossessione. Pretendere di vedere gli egizi di 5000 a.f. con la morale di oggi è poco scientifico. Nel grande cantiere di Giza c'erano sicuramente i prigionieri costretti ai lavori forzati, gli operai egizi, gli operai specializzati, i capi squadra, i sovrintendenti ai lavoro, i tecnici, gli ingegneri, i sacerdoti e i cortigiani. La città della piramide era sicuramente abitata dal personale di grado più elevato, mentre i poveri "schiavi" vivevano in cameroni o baracche tipo quelle trovate a ovest della piramide di Chefren e forse, come dice Erodoto, mangiavano pane e cipolle. Per quanto riguarda il numero degli operai, Erodono parla di 100.000 addetti che lavoravano a Giza in turni di vari mesi, per cui è possibile che in cantiere fosse presenti solamente un decimo del totale indicato. Pretendere di stimare il numero degli operai presenti ogni giorno dal numero delle bestie macellate e dal pane cotto nei forni (ammesso che siano stati trovate queste quantità esatte) sembra comunque poco scientifico e molto approssimato.
Egitto, Giza. Scoperta una necropoli di costruttori di piramidi
Il Ministro della cultura egiziano, Farouk Hosni, ha annunciato che una serie di tombe che appartengono ai lavoratori che si occuparono della costruzione della piramide di Cheope, è stata scoperta nella zona dell’altopiano di Giza.
Le tombe sono state trovate da un team guidato da Zahi Hawass, Segretario generale del Consiglio supremo delle antichità (SCA), che sta effettuando scavi nell’area. Hawass sostiene che le tombe risalgono alla IV Dinastia e appartengono in particolare agli operai che costruirono le piramidi di Cheope ( 2609-2584 a.C.) e di Khafre ( 2576- 2551 a.C.).
“E’ la prima volta che vengono scoperte delle tombe simili a quelle trovate durante gli anni ‘90, appartenenti alla IV e alla fine della V Dinastia ( 2649- 2374 a.C.),” ha affermato Hawass, sottolineando che questo gruppo di tombe può essere considerato una delle più importanti scoperte del XX e del XXI secolo. E’ stata finalmente fatta luce sul periodo iniziale della IV dinastia, ed anche sulle contraddittorie dicerie sulla costruzione delle piramidi durante la schiavitù.
“Queste tombe sono state costruite accanto alla piramide del Re, e ciò indica che queste persone non erano affatto degli schiavi. Se lo fossero stati, non avrebbero potuto in alcun modo costruire le loro tombe accanto a quella di un Re”, ha concluso Hawass.
La tomba più importante è quella appartenente a Idu. La sua struttura è rettangolare con l’esterno realizzato in mattoni di fango coperti da intonaco; contiene parecchi sepolcri rivestiti di lastre di calcare bianco, e anche delle nicchie davanti a ogni sacello. L'articolo, arriccchito da foto continuaqui
Cultura 7 agosto 2010 SCOPERTE Il girotondo delle Piramidi «Ne sono assolutamente certo: le tre piramidi Gizah, alla periferia ovest del Cairo, la Sfinge e in generale i più importanti monumenti vicini ad esse sono stati costruiti seguendo una coerenza geometrica, disponendoli in base a precise figure circolari e a enormi triangoli equilateri». A fare un’affermazione destinata ad aggiungere elementi decisivi alla comprensione della piana di Gizah, l’area archeologica più famosa al mondo, è Diego Baratono, egittologo «fuori contesto», dalle posizioni a volte non in linea con l’ortodossia egittologica, ma già in passato apripista per studi e conclusioni condivisi anche da luminari del settore. Baratono, fornito di robusta preparazione accademica e supportato da cattedratici di livello quali Paolo Trivero (Università di Alessandria) e Maurizio Gomez (Politecnico di Torino), da anni esplora con regolari prospezioni la zona di Gizah e completa le proprie ricerche con l’ausilio di foto satellitari, a disposizione da parte dell’Esa (l’Agenzia Spaziale Europea).
Professor Baratono, cosa ha notato esattamente dall’analisi capillare di questo abbondante materiale? «Ho passato al setaccio foto e planimetrie topografiche della zona con sofisticati programmi informatici e una cosa è risultata evidente: i punti di alcuni angoli delle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, insieme a uno degli angoli della Sfinge e ad altri punti-cardine di monumenti ancora conservati, se uniti, risultano appartenere alla circonferenza di un cerchio. Si tratta dell’evidenza di un rigore geometrico, rispettato man mano che nuovi monumenti venivano eretti».
Oltre all’esame di materiale fotografico e di planimetrie ci sono elementi ancora più dirimenti, vero? «Certamente. Abbiamo riscontrato sul terreno e su foto a infrarossi la presenza di tracce, quasi di solchi circolari che coincidono con la circonferenza, lungo la quale erano disposti piramide e Sfinge. Inoltre sono rimaste ben visibili qua e là tracce di lati di triangoli equilateri e di esagoni, ad indicare una capillare attenzione geometrica, che ha regolato l’area sepolcrale e sacra di Gizah in ogni sua costruzione e che è rimasta in vigore per parecchie dinastie. Ma c’è di più».
Ci dica. «Se prolunghiamo la linea della circonferenza ricavata a occidente, dalla parte opposta della Sfinge conservata, andiamo a raggiungere una zona dove ci sono resti di impiantiti e basamenti di quella che fu un’altra enorme statua. Tutto lascia pensare a una seconda Sfinge, diametralmente opposta a quella visibile e in perfetta coerenza con il sapere mitologico degli egizi, che parlano di due leoni, Duau e Sef, guardiani, guarda caso, del cerchio solare».
A proposito di mito, la disposizione circolare dei monumenti di un’area importante in fondo riflette la centralità che aveva il cerchio nella fantasia mitografica degli egizi. Non è così? «Certo. Basta pensare al Testo dei sarcofagi n. 6000: "Fui colui che nacque come cerchio..."; è un’affermazione riferita alla dea Maat, la Giustizia, che dunque viene pensata come un cerchio. Anche questo è un elemento che ben si combina con le capacità di architetti ed ingegneri egizi di riprodurre figure geometriche nell’edificare imponenti monumenti, come templi, tombe o statue colossali; o con la fantasia dei pittori, che hanno affrescato questi edifici con figure dall’evidente schematizzazione geometrica. Ecco perché la paleogeometria risulta fondamentale per capire la "ratio" della disposizione delle costruzioni nel Paese del Nilo».
E come conciliare questi risultati con la teoria, abbracciata da molti, che gli egizi costruirono piramidi e templi orientandoli secondo costellazioni astronomiche, di cui erano insuperabili conoscitori? «Le due cose vanno insieme: in fondo anche le costellazioni celesti riproducono linee rette e figure geometriche, che cambiano continuamente secondo l’orbita. Proprio le costellazioni degli astri funsero da modello per gli architetti dei faraoni: con prossimi studi cercherò di indicare quali costellazioni hanno ispirato l’erezione dei singoli monumenti e che figure geometriche riproducevano». Aristide Malnati
La condizione di equidistanza che è sottesa alla zonizzazione geometrica delle tre piramidi di el-Giza è governata dall'equivalenza espressa con: AB = CD, dove
A = spigolo NORD lato OVEST di CHEOPE B = spigolo SUD lato EST di CHEFREN D = spigolo NORD lato EST di CHEOPE C = punto mediano di CHEFREN ricavato puntando il compasso in D con apertura AB
La circonferenza che si ottiene puntando il compasso in C con apertura AB toccherà i vertici D ed E (spigolo SUD lato OVEST di MICERINO) passando per la zona frontale della SFINGE, confermando "geometricamente" l'equidistanza delle Piramidi di el-Giza.
leggendo qua e là ho scoperto che annualmente la famosa opera lirica verdiana AIDA viene messa in scena in ottobre alla piana di Giza! Se l'avessi saputo prima senz'altro avrei programmato il viaggio per poter assistere ad una rappresentazione! Peccato! Anche se non si è appassionati di lirica, è sempre uno spettacolo assistere all'Aida!
Ma come facevano a scrivere gli egizi dentro le piramidi visto che non potevano usare il fuoco per illuminare,perchè così facendo avrebbero bruciato tutto l'ossigeno?
11/11/11: Egitto chiude la piramide di Kheope per il timore delle feste esoteriche
10/11/2011
La pirámide di Kheope, la più grande d'Egipto, rimarrà chiusa venerdì, dopo il diffondersi di indiscrezioni legate a celebrazioni esoteriche con motivo dell' 11/11/11, è stato annunciato giovedì dal Consiglio Supremo delle Antichità Egizie.
Il Consiglio ha preso la decisione dopo "numerose pressioni di internauti egiziani che hanno avvertito di celebrazioni esoteriche previste per l'11 di novembre 2011 nel recinto della piramide" ha dichiarato Atef Abu Zahab, direttore del dipartimento di archeologia faraonica.
Il Consiglio ha confermato ufficialmente la chiusura di questo venerdì ma nel comunicato ha però specificato la necessità di realizzare opere di manutenzione dopo la grande affluenza registratasi durante la festività del'Aid al Adha che si è appena conclusa.
Oggi resterà chiusa la Piramide di Cheope "Intervento di manutenzione" fa sapere il governatore di Giza. Annullata la cerimonia di meditazione per l'11/11/11
Niente piramide di Cheope per i visitatori oggi. La decisione è stata presa dal consiglio superiore delle antichità egiziane: il governatore di Giza, Abdein Youssef, ha inoltre vietato le manifestazioni in programma per questa sera davanti alle piramidi. Non si svolgerà quindi la cerimonia di meditazione collettiva per tentare di salvare il pianeta dalle minacce cosmiche, organizzata dalla fondazione polacca "Dar Swiatowida" che aveva l'obiettivo di raggruppare centinaia di persone in un giorno speciale, l'11/11/11, per una ''cerimonia d'amore". Secondo il consiglio, il motivo ufficiale della chiusura della piramide è la necessità di effettuare un intervento di manutenzione nel sito dopo il record di visitatori durante l'Eid, la Festa del Sacrificio, iniziata domenica e durata tre giorni. Sono stati infatti 17mila i visitatori che si sono recati alle piramidi in questa occasione.
Piramidi dallo spazio, la straordinaria foto dalla Stazione Spaziale Internazionale
Le Piramidi dallo spazio. Per vedere la foto gallery clikkare qui.
10/02/2012
Riuscite a individuare le piramidi di Giza nella foto qua sopra? L’immagine è stata scattata dall’astronauta Nicole Scott a bordo della Stazione Spaziale Internazionale: ad alta risoluzione sono perfettamente visibile nel centro le piramidi di Giza, in Egitto. Dall’alto verso il basso si tratta delle tre celebri tombe di Cheope, Kefren e Micerino, con le relative tombe satelliti nelle vicinanze.
Aguzzate la vista: ancora non riuscite a vederle? Forse l’immagine è un po’ troppo piccola e mette a dura prova i vostri occhi: non preoccupatevi, perché sul profilo twitter di Nicole Scott trovate l’immagine ad alta risoluzione: basta cliccare e ingrandire, et voilà.
La foto è straordinaria in quanto scattata dalla ISS, ma in realtà le piramidi sono alcune delle tante costruzioni dell’uomo visibili dallo spazio, grazie agli obiettivi dei satelliti o, in questo caso, a quello della fotocamera di un’astronauta. E mentre da tempo si è sfatato il mito che la Muraglia Cinese fosse visibile persino dalla luna, quando invece non la si vede neanche da una stazione orbitante; le piramidi invece possono essere fotografate tranquillamente, come dimostra la fotogallery del nostro articolo.
Non solo, ma sono visibili anche quando sono sepolte. L’estate scorsa un gruppo di ricercatori della University of Alabama di Birmingham, coordinati dalla docente Sarah Parcak, ha scoperto tramite le telecamere a infrarossi dei satelliti 17 nuove piramidi sepolte sotto la sabbia da millenni nell’area di Saqqara. La scoperta ha dato il via a degli scavi archeologici che hanno confermato la presenza delle tombe con gli stessi perimetri dettagliati dalle rilevazioni. L’archeologia dal futuro arriva dallo spazio?
Egitto - I segreti della Grande Piramide svelati nel 2012
14 aprile 2012
Tutto sembra pronto per la missione esplorativa che per la prima volta aprirà alcune delle porte segrete all'interno della piramide di Cheope, nella piana di Giza, in Egitto. Nessuno sa che cosa si celi oltre queste barriere, né si sa se la risposta potrà soddisfare le domande che gli aaerfcheologi si pongono dall'ormai lonotano 1872, data in cui avvenne la grande scoperta. La missione sarà effettuata da una attrezzatura appositamente realizzata, un micro-robot detto "Scoutex Snake UK", che già è stato fatto arrivaare oltre una di queste porte, e che ha fografato alcuni manici in rame e pannelli murali con geroglifici di colore rosso. Ambienti rimasti inviolati da migliaia di anni, che bisognerà trattare con estrema cautela, fin dalla loro apertura, per i danni che l'atmosfera dei nostri giorni potrebbe causare. La nuova impresa, che riprende dopo un periodo di stasi a causa delle difficoltà burocratiche per la concessione dei permessi da parte delle autorità egiziane, si chiamerà "Djedi Mission", dal nome dell'astronomo che il faraone Cheope consultava durante la costruzione della piramide. Si tratta dell'esplorazione dei quattro piccoli cunicoli che attraversano il cuore della costruzione, noti agli studiosi fin dal 1872 ma mai esplorati, dal momento che misurano solo 20 centimetri di larghezza e, secondo la leggenda, dovevano servire per permettere allo spirito del faraone di lasciare la piramide per dirigersi nel mondo dei morti e intersecano gli ambienti fino ad oggi conosciuti: la camera del Re, quella della Regina e la Grande Galleria. Due i cunicoli che partono dalla stanza del Re verso l'esterno, mentre gli altri due che hanno origine dalla camera della Regina sono bloccati ad un certo punto da due porte di pietra e da altre due pietre dopo di queste. Il mistero da scoprire è che cosa vi sia oltre.
Egitto, dopo tre anni di restauro riapre la piramide di Chefren
Pubblicato il 12 ottobre 2012
Dopo quasi tre anni d’attesa, l’Egitto riapre uno dei suoi monumenti-simbolo. In seguito ad alcuni lavori di restauro la piramide di Chefren, la seconda di Giza per grandezza, ha riaperto ieri al pubblico. I restauratori hanno riparato alcune crepe nella struttura e installato un sistema di ventilazione per risolvere i problemi di umidità che danneggiavano la piramide e creavano problemi respiratori alle migliaia di visitatori. La riapertura della piramide di Chefren e di altre sei tombe fa parte di un piano del ministero egiziano delle Antichità per la riqualificazione dei siti storici in modo da attirare visitatori e rilanciare l’economia dopo la rivoluzione di piazza Tahrir dello scorso anno. Fra le altre tombe aperte al pubblico ieri c’è quella della regina Meresankh III, figlia del principe Kewab e della regina Hetepheres II e moglie di Chefren.
La piramide di Chefren a Giza, in Egitto, riapre al pubblico
La piramide di Chefren, a Giza, uno dei siti archelogici più famosi dell’Egitto (ma potremmo dire del mondo), riapre finamente al pubblico. Quando si parla di viaggio in Egitto solitamente sono due le immagini che affiorano istintivamente in testa: le piramidi e i cammelli (e anche i villaggi di Sharm el Sheikh, ammettiamolo). Quindi si può capire l’impatto sul turismo, oltre che sull’archeologia mondiale, che può avere un’area come Giza, 20 km a sud della capitale Il Cairo, dove si trova una delle più importanti necropoli dell’antico Egitto grazie alla tripletta delle piramidi più famose di sempre: Cheope, Chefren e Micerino. Con il risultato che Giza è una delle destinazioni più prese d’assalto dai moderni viaggiatori.
Piramide e sfinge
La piramide di Chefren, a Giza, uno dei siti archelogici più famosi dell’Egitto (ma potremmo dire del mondo), riapre finamente al pubblico. Quando si parla di viaggio in Egitto solitamente sono due le immagini che affiorano istintivamente in testa: le piramidi e i cammelli (e anche i villaggi di Sharm el Sheikh, ammettiamolo). Quindi si può capire l’impatto sul turismo, oltre che sull’archeologia mondiale, che può avere un’area come Giza, 20 km a sud della capitale Il Cairo, dove si trova una delle più importanti necropoli dell’antico Egitto grazie alla tripletta delle piramidi più famose di sempre: Cheope, Chefren e Micerino. Con il risultato che Giza è una delle destinazioni più prese d’assalto dai moderni viaggiatori.
Inutile nasconderlo: studiamo le piramidi fin dalla scuola elementare, sappiamo tutto delle storie d’amore tra Cleopatra, Antonio e Giulio Cesare, da sempre ridiamo alle battute sulle eventualità nelle quali la Sfinge può aver rovinato il suo naso perfetto. Ecco, ora viualizzate proprio lei, la Sfinge: la piramide di Chefren si trova proprio alle sue spalle e rapresenta uno spettacolo magnifico (anche se la palma di piramide più grande del mondo spetta a quella di Cheope).
La piramide di Chefren, la seconda più grande di tutto l’Egitto, appartiene all’omonimo faraone, Chefren, figlio di Cheope: è alta 143 metri (anche se oggi arriva solo a 136 metri) e ha una base di 215 metri per lato. Giusto per darvi un’idea, tenete conto che le piramidi di Giza sono visibili dallo spazio. Era stata chiusa tre anni fa, quindi ben prima che la Primavera Araba scoppiasse nel Nord Africa rallentando il turismo: infatti il motivo dello stop al pubblico era solo riferito all’urgenza dei lavori di restauro, che hanno riguardato le iscrizioni delle camere funerarie, il sistema di ventilazione e il pavimento.
Insieme alla piramide di Chefren, sono state riaperte – dopo ben 10 anni di chiusura – anche 6 importanti tombe scoperte nel 1927, meno famose ma altrettanto importanti. Tra queste, infatti, si trova la sepoltura della moglie dello stesso Chefren, la regina Meresankh III, risalente alla IV dinastia. Ci sono poi quella del capo dei sacerdoti Ka Am Ankhdel e la tomba della principessa Nen Seger Ka, che era anche la sacerdotessa della dea Hathor.
Le Sette meraviglie del mondo antico sono le strutture architettoniche, sculture ed edifici che i Greci ed i Romani ritennero le più belle e straordinarie opere dell'intera umanità. Anche se erano stati compilati altri elenchi più antichi, la lista canonica deve risalire al III secolo a.C., poiché comprende il Faro di Alessandria, costruito tra il 300 a.C. e il 280 a.C., ed il Colosso di Rodi, crollato per un terremoto nel 226 a.C. Tra i testi conservati il più antico che nomina le sette meraviglie è una poesia di Antipatro di Sidone (Anthologia graeca, IX, 58) scritta intorno al 140 a.C.Alle sette meraviglie è dedicata l'opera intitolata " De septem orbis spectaculis ", erroneamente attribuita a Filone di Bisanzio ma molto più tarda (probabilmente del V secolo d.C.). Erano situate in Egitto, Grecia, V. Milena (nell'attuale Turchia) e Mesopotamia (nell'attuale Iraq). Tutte costruite più di 2000 anni fa, furono contemporaneamente visibili solo nel periodo fra il 250 a.C. ed il 226 a.C.; successivamente andarono ad una ad una distrutte per cause diverse; solo l'imponente Piramide di Cheope, la più antica di tutte, sopravvive ancora oggi. Vengono anche chiamate le sette meraviglie classiche oppure le sette meraviglie antiche per distinguerle dalle sette meraviglie moderne proposte in tempi più recenti. Le Sette meraviglie antiche - I Giardini pensili di Babilonia, dove si racconta che la regina Semiramide raccogliesse rose fresche in ogni stagione. - Il Colosso di Rodi, un'enorme statua bronzea situata nell'omonima isola oggi greca. - Il Mausoleo di Alicarnasso, una monumentale tomba dove riposa il satrapo Mausolo, situata ad Alicarnasso (attuale Bodrum, in Turchia). - Il Tempio di Artemide ad Efeso, nell'antica Lidia odierna Turchia. - Il Faro di Alessandria in Egitto, che una volta rischiarava la via ai mercanti che si approssimavano al porto. - La statua di Zeus ad Olimpia, grandiosa testimonianza di arte religiosa, opera dello scultore greco Fidia. - La Piramide di Cheope a Giza, la più antica fra le sette meraviglie e l'unica che sopravvive ancora oggi. Immensa dimora di riposo eterno del faraone, glorificazione delle sue imprese in vita.
Propongo la visione di un bel video, pubblicato su youtube da solo due settimane, con le informazioni inserite dall'autore.
Video Pubblicato in data 20 dicembre 2012 da Claudio Mortini
La zona archeologica di Menfi e le famose piramidi di Cheope, Chefren e Micerino costituiscono la più affascinante - e anche la più misteriosa - testimonianza della civiltà egizia. Le piramidi, sepolcri dei faraoni, sono prima di tutto straordinarie opere di ingegneria: ancora oggi, nonostante i lunghi e approfonditi studi, non sappiamo esattamente quali calcoli matematici e quali tecniche costruttive siano alla base della loro edificazione. L'importanza delle grandi piramidi di Giza, gravemente minacciate dall'inquinamento del Cairo, è tale che molto si sta facendo per la loro tutela, in modo da garantire alle generazioni future la possibilità di ammirare questo meraviglioso complesso.
MENFI ERA LA CAPITALE DELL'EGITTO DURANTE L'ANTICO REGNO. ERA UNA CITTÀ SPLENDIDA E ATTIVISSIMA, DI CUI OGGI RIMANGONO POCHE TRACCE. VICEVERSA LA ZONA DELLE SUE TOMBE CONSERVA ALCUNI DEI MAGGIORI MONUMENTI DELLA CIVILTÀ EGIZIA COME LE GRANDI PIRAMIDI DI CHEOPE, CHEFREN, MICERINO E LA SFINGE: I SIMBOLI STESSI DELL'ANTICO EGITTO.
La civiltà dell'antico Egitto fiorì lungo i 120C chilometri che separano l'ingresso del Nilo in territorio egiziano presso Assuan dal Mai Mediterraneo. Era proprio il grande fiume a rendere ideali per l'agricoltura queste zone grazie alle sue piene annuali che ricoprivano i campi di fertile limo. Circa 5000 anni fa il primo faraone, re Menes, unificò l'Alto Egitto (territorio fino ad Assuan) e il Basso Egitto (la zona prossima al delta del Nilo), fondò la I dinastia e fece di Menfi la capitale del suo impero. Con il secondo faraone della III Dinastia, Zoser, iniziò il periodo che gli storici definiscono Antico Regno. A questo monarca si deve la piramide a gradoni di Saqqara, costruita dal grande architetto Imhotep. Due secoli più tardi lo sviluppo delle tecniche costruttive e soprattutto la capacità di dirigere e coordinare il lavoro di migliaia di operai permisero l'edificazione a Giza delle famose piramidi di Khufu, Khafra e Menkaura, più conosciute con il nome dato loro dallo storico greco Erodoto: Cheope, Chefren e Micerino.