| Qui Toro 01/10/2010 - RETROSCENA Cancellate le ipoteche, il Comune: ora il Toro ricostruisca il Filadelfia Una parte del Filadelfia ormai in pessime condizioni
L'assessore Sbriglio a Cairo: sia motore della rinascita GIANLUCA ODDENINO
TORINO Da una parte lo sprint finale dei tifosi per segnalare il Filadelfia al Fai come luogo del cuore 2010, dall'altra il Comune che riceveva l'ultimo via libera dall'Agenzia delle Entrate per le ipoteche sul Fila. Ieri sono state vissute ore di passione granata per lo stadio del Grande Torino, ridotto ad un rudere da 13 anni, anche se una prima timida luce inizia a vedersi in fondo al lungo tunnel dell'oblio. In attesa di sapere se il Fondo Ambiente Italiano varerà una campagna per salvare il Filadelfia, in base ai voti cartacei e virtuali giunti in questi mesi ad un concorso nato sette anni fa con 10 luoghi già recuperati e chiusosi ieri a mezzanotte, una buona notizia è arrivata da Roma.
Dopo una lunga valutazione, l'Agenzia delle Entrate ha deciso di cancellare le ipoteche da 38 milioni di euro sul Filadelfia e non più purgarle. In questo modo non si perderà altro tempo in aspetti burocratici e passaggi delicati, ma si potrà ragionare fin da subito sul destino del Fila. La richiesta del Comune, dunque, è stata accettata. «Dalla giornata dell'accordo - spiega Giuseppe Sbriglio, assessore allo sport - c'è stato un gran lavoro da parte di tutti gli uffici per completare la procedura in tempi minimi. Ieri siamo arrivati al punto di svolta e ringrazio l'Agenzia delle Entrate per la sensibilità mostrata. La purgazione avrebbe portato tempi biblici, mentre con la cancellazione sono state recepite le istanze del Comune sulla maggiore celerità, sui minori costi e sull'assenza di tensioni sociali». Con la mediazione del dottor Pallitta dell'Agenzia delle Entrate, la vicenda ipoteche viene chiusa col pagamento di 535mila euro: 500mila a carico del curatore fallimentare, i restanti soldi dal Comune.
Adesso, però, si apre realmente la partita sul futuro del Fila. Il terreno è libero da ogni vincolo, lo statuto della Fondazione è pronto da tempo e non resta che fare il primo passo per ricostruire il Filadelfia. Ma a chi tocca farlo? «La prima idea - analizza Sbriglio - sarebbe quella di capire se il Toro è interessato ad essere il motore della rinascita della sua casa. Anzi, direi che sarebbe opportuno chiedere direttamente al Torino Fc se vuole fare lui il Filadelfia. Un po' come è accaduto alla Juve con il suo stadio alla Continassa: stesse condizioni».
Dunque il Comune sarebbe disposto a garantire il diritto di superficie al Toro senza oneri di urbanizzazione, l'escussione delle fidejussioni di Cimminelli e tutti gli strumenti per attivare agevolazioni col credito sportivo affinché il Fila possa rinascere come centro sportivo del Torino in tempi rapidi.
La ricostruzione del Fila, su cui non mancano progetti di ogni tipo, è stata valutata attorno ai 10 milioni di euro e finora si era sempre parlato di un intervento misto privato-pubblico. Il Comune nel corso di questi anni ha sempre parlato di 3,5 milioni di euro a disposizione, mentre la Regione aveva manifestato la possibilità di una cospicua partecipazione. Il resto dei soldi dovrebbero arrivare da privati cooptati dalla stessa Fondazione per il Filadelfia. Che non è stata ancora fondata, ma rappresenta tutti i principali attori: istituzioni, tifosi ed ovviamente il Toro. Urbano Cairo, però, ha sempre sostenuto che si sarebbe limitato ad un contributo simbolico e soprattutto a far allenare la prima squadra su quello storico campo. Ora il Comune chiede al presidente granata, pesantemente contestato dagli ultrà, di esplicitare il suo pensiero e sull'ipotesi di una ricostruzione del Fila in prima persona.
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