Mal d'Egitto

Infibulazione

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O t t a
view post Posted on 26/4/2014, 15:32 by: O t t a




25 aprile 2014


Contro le mutilazioni genitali femminili, dall'Egitto al Kenya

Per la prima volta da quando l’Egitto, nel 2008, ha bandito la pratica della mutilazione genitale femminile, un medico viene processato per la morte di un’adolescente sottoposta alla procedura.


Secondo quanto riferito dall’ONG Equality Now, il 6 giugno 2013 Soheir al-Batea, una tredicenne del villaggio di Diyarb Buqtaris, è deceduta a seguito di una reazione allergica dopo essere stata circoncisa dal dottor Raslan Fadl.

Le femministe egiziane vedono in questo processo un segno positivo per un Paese in cui quattro donne su cinque si sottopongono ancora alla circoncisione, nonostante il divieto del governo. Altri invece temono invece che il caso costringerà le donne a continuare la pratica tra le mura domestiche, aprendo così una nuova serie di problematiche di carattere sanitario; secondo i dati dell’UNICEF, il 70% delle mutilazioni genitali viene compiuto di nascosto in cliniche e ambulatori.

Fadl comparirà in tribunale nonostante nel rapporto forense non vi sia alcun riferimento alla circoncisione, dato che il padre della ragazza ha poi ritrattato, confermando le dichiarazioni dell’imputato, secondo il quale la tredicenne lamentava invece delle verruche genitali.

“Il primo processo per mutilazioni genitali femminili in Egitto manda un messaggio forte, ovvero che tale pratica non verrà più tollerata”, spiega Suad Abu Dayyeh di Equality Now.

Secondo la sociologa Sara Salem, nelle famiglie più povere si crede ancora che una ragazza debba essere circoncisa per trovare marito. “Molti continueranno a farlo a casa invece che in ospedale” aggiunge con preoccupazione Salem.

La Stampa
 
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