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Jiro Taniguchi

le sue opere

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    ¡Que viva México!

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    Perduti nel grande Nord, due uomini, sorpresi da una tormenta di neve, devono la loro sopravvivenza all'apparizione provvidenziale di un vecchio cacciatore, che gli confida una strana leggenda; circondati da lupi, due esploratori lottano per la loro sopravvivenza; nel Giappone degli anni Venti, un uomo parte sulle tracce dell'orso che ha ucciso suo figlio; un biologo marino inizia la ricerca del mitico cimitero delle balene. Questi sono alcuni dei sei racconti in cui l'uomo si confronta con una natura selvaggia, tanto crudele quanto misericordiosa, ma sempre grandiosa. Jiro Taniguchi, superbo maestro della narrazione giapponese, riconferma le sue doti di grande autore anche in questa raccolta di brevi storie, schegge di esistenze che si trovano al centro di eventi più grandi di loro.

    Questo è il terzo volume del "trittico" annunciato da Coconino, ma il primo ad essere uscito, ed è anche quello che ho recuperato in italiano.
    In effetti il titolo (uguale anche nell'originale, del resto) trae un po' in inganno, perché è una raccolta di storie brevi (6, per un totale di circa 250 pagine) che solo parzialmente si possono definire dal tema comune.
    Questo è però vero nelle prime tre storie, in cui i monti e il freddo nord giocano un ruolo di primo piano.
    La prima è un'avventurosa riflessione sulla natura selvaggia che vede come protagonista Jack London, ambientata nelle terre rese famose dalla corsa all'oro, dall'Alaska al fiume Yukon. Ambientazione e collocazione temporale comuni anche alla seconda storia, stilisticamente simile, con la lotta per la sopravvivenza di uomini e lupi.
    La terza è invece ambientata in Giappone, ma sempre fra montagne e natura, e racconta del destino di un vecchio cacciatore e di un orso legato al suo passato, con uno struggente epilogo.
    Terminata questa prima parte, però, il volume cambia discretamente forma, presentando tre soggetti differenti ma nel tipico stile dell'autore, visto che sono intrisi di malinconia o nostalgia.
    La quarta storia è infatti ambientata alla fine degli anni cinquanta, vede un bambino ospite estivo degli zii in un villaggio di pescatori, zii che hanno adottato una bambina, Yaeko, rimasta orfana. E' una storia che mi è piaciuta molto, e c'è poco da sorprendersi perché stilisticamente sembra quasi scritta a quattro mani con Adachi XD
    La quarta è invece autobiografica, Taniguchi a Tokyo nei primi anni settanta, in una curiosa pensione, al tempo in cui la sua prima storia (Cloroformio) non fu accettata dagli editori.
    Nell'ultima affascinante storia, certamente la più onirica del lotto, un biologo marino segue la vita di una balena, straordinari animali cantati nelle leggende Inuit. E' una storia disegnata splendidamente e dalla potente forza narrativa.
    In conclusione, è un bel volume che consente di osservare le diverse sfaccettature di Taniguchi, quelle legate alla natura come suggerisce il titolo ma anche quelle legate alla sfera emotiva umana. Del resto le storie sono tutte di qualità, anche se per me la 3, la 4 e l'ultima hanno un fascino superiore.

    L'edizione è in 17x24 per 16,50 Euro, un prezzo in linea con Coconino ed equilibrato con il mercato per proposte di questo tipo.
     
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    l'autore è tornato a lavorare su Kodoku no Gourmet con un capitolo autoconclusivo, mentre proprio oggi escono le ristampe dei due volumi del Gourmet solitario, pubblicati nel lontano 1997
    fonte: Mision tokyo
     
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    Ho letto Un cielo radioso a scrocco e devo dire che non è affatto male!!! :clap: Però non penso proprio che lo comprerò, perché non mi piace molto il formato troppo grande e soprattutto perché costa ben 18 euro... :sweat: Un prezzo simile lo accetterei solo per un'opera della Yamato! :hihi:
     
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  4. Ashura99901
     
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    Dalla newsletter della fumetteria mi annunciano che Rizzoli pubblicherà La Montagna magica in edizione cartonata con sovracopertina, 350 pag. col. €18,50.

    Cercando con google l'ho trovato solo sul sito della unilibro, in uscita per il 7 febbraio a 15€.
    :booh:
    non trovo altro... la prossima settimana, quando vado in fumettera, chiederò per questa differenza di prezzo.
     
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    CITAZIONE (Ashura99901 @ 21/1/2009, 11:28)
    Dalla newsletter della fumetteria mi annunciano che Rizzoli pubblicherà La Montagna magica in edizione cartonata con sovracopertina, 350 pag.

    Ma se ha 70 pagine!! :mhuaua:
     
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  6. Vermouth
     
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    Forse sotto quel titolo pubblicheranno una raccolta di
    storie brevi...
     
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    E' uscito per Rizzoli La montagna magica, volume che avevo recensito nel primo post di questo topic! Hola :dance:
     
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    Nuovo giro, nuovo Taniguchi! :bau:

    Uno zoo d'inverno
    /"Fuyu no doubutsuen"

    Seinen serializzato nel 2008 su Big Comic della Shogakukan, appena uscito in Italia per Rizzoli Lizard:

    PAGINE: 232, Euro 17,00 ISBN: 17037778
    "Un racconto esplicitamente autobiografico che rievoca, con eleganza e sensibilità, il percorso che ha reso Jirô Taniguchi il fumettista giapponese più amato in occidente: una delicata storia d’amore, di passioni e di crescita, resa indimenticabile dal tratto grandioso e dalle speciale vena intimista dell’autore di in una lontana città."


    e da poco in Francia per Casterman nella collana Ecritures:
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    Lo zoo in inverno è quello di Kyoto nel 1966, dove il diciottenne Hamaguchi si reca a disegnare nelle ore libere dal suo lavoro presso una società tessile. Ma il suo sogno segreto è diventare mangaka, e in seguito ad una certa vicenda (aiuta involontariamente a fuggire la figlia divorziata del propietario) si trasferisce a Tokyo per tentare l'avventura di assistente presso un famoso fumettista, Kondo-sensei. Qui il timido e ancora ingenuo ragazzo inizia a compiere un percorso verso la maturità nella Tokyo degli anni sessanta, fra brave persone (gli altri assistenti di Kondo: Moriyama e Fujita, la responsabile della rivista) e altre più originali come l'artistoide Kikuchi-san. Una vita scandita dalle pressanti scadenze della professione, notti in bianco e tavole da rifinire, la quotidianità nella grande città e il desiderio nel cassetto, sempre più improbabile, di tentare una carriera in proprio. Finché l'incontro con la giovane e fragile Mariko non fa rinascere l'ispirazione.

    Uno zoo d'inverno è un fumetto di quelli che trasudano Taniguchi dalla prima all'ultima pagina, di quel genere che possiamo definire classico in cui mescola sentimenti, quotidianità e le nostalgie di un'ambientazione in qualche misura autobiografica. Non c'è infatti dubbio che Hamaguchi rifletta il giovane Taniguchi sia per la provenienza (Tottori) che per l'età e l'epoca in cui si svolge la vicenda; vicenda probabilmente romanzata ma assai realistica nella descrizione del mestiere di mangaka.

    Questo fumetto comunque non è una semplice scheggia del passato scritta da un autore in preda alla malinconia, è una bella storia a prescindere, con una eccellente sceneggiatura ed una decisa credibilità dei protagonisti. I personaggi e le ambientazioni sono da sempre, infatti, i punti di forza nelle opere di Taniguchi, e qui siamo a livelli di assoluta eccellenza: i primi sono descritti a tutto tondo, in modo sfaccettato nel loro modo di affrontare la vita, fra aspirazioni e realtà (rifiniti in questo senso il fratello maggiore e l'assistente Moriyama); l'ambientazione d'altro canto è semplicemente fantastica. Sia nel ricreare per il lettore un certo sapore dei tempi, sia nei disegni del panorama metropolitano e dei fondali che sono su livelli assoluti di precisione e dettaglio, dubito che col disegno in b/n si possa fare di meglio in un fumetto seriale. Il design dei personaggi è quello classico dell'autore, espressivo, in cui possiamo ritrovare molti dei cliché grafici comuni agli interpreti dei ruoli nei suoi fumetti. Dai parchi pubblici ai cantanti folk rivoluzionari: un grande setting dunque.

    Che altro dire?! E' sul solco di lavori come In una lontana città o Ai tempi di papà, ma a differenza di altri manga più recenti di tale tipo (come Un cielo radioso, ad esempio) è praticamente esente da difetti che esulino dalla riconoscibilità di alcuni schemi narrativi dell'autore... in compenso ha una sceneggiatura cesellata nei ritmi slice-of-life (né veloci, né lenti alla Uomo che cammina), un livello grafico e dei contenuti che a mio avviso lo pongono di filato fra le cose migliori mai sfornate da Taniguchi.

    Edited by spaced jazz - 1/2/2010, 00:02
     
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  9. Lavi-Schroeder
     
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    Sono assolutamente contenta di questa nuova uscita di Taniguchi!
    Certo, dovrò far apparire magicamente 17 euro dal vuoto profondo del mio portafoglio, ma si tratta dané contento di essere sacrificato.
     
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  10. Lord Malekith86
     
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    Passo a malincuore, il prezzo è proibitivo per le mie finanze attuali. Già i manga da 10euridi sono una spesa faticosa, finito Nausicaa ora inizierò Astroboy...

    Taniguchi è un altro autore che m'attira vorrei procurarmi un po' di cosette...
     
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    Ball Buster

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    Uhm... i fan di Tezuka potranno odiarmi, ma a un "best of" del Maestro preferisco un Taniguchi integrale (infatti ho ignorato Astroboy, mentre questo volume nuovo mi sta attendendo in casella *__*)
     
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    Questo è un altro volume unico uscito da poco in Francia, preso e letto: Sky Hawk.

    A differenza di opere minimali e introspettive di Taniguchi, qui siamo nel suo versante avventuroso immerso nella natura, anzi sarebbe più giusto dire nell'Avventura con la A maiuscola.
    Jiro Taniguchi è indubbiamente l'autore nipponico più legato al fumetto occidentale e francofono in particolare, come ammette lui stesso nella postfazione... ora vuole il caso che il fumetto europeo (ci metto anche il mercato italiano, come dimostrato da opere storiche come Tex, Zagor, Blek, il comandante Mark e tanti altri) sia quello che ha "riciclato" la grande avventura nordamericana e l'epopea del West, ormai abbandonata da tempo da Hollywood a meno di sporadici esempi.
    In Taniguchi nacque dunque l'idea, nel 2002, di fare questo seinen ad ambientazione western. Come rendere l'idea più digeribile per il pubblico giapponese, magari non troppo interessato ad ambientazioni esotiche? L'idea è improbabile (due samurai in... trasferta americana) ma neanche tanto, visto che l'emigrazione di samurai decaduti a San Francisco nel 1871, in seguito alla sconfitta negli scontri feudali del Boshin, è un fatto reale e assodato.

    Beh comunque l'idea è questa, una Balla coi Lupi in salsa Zen. I due protagonisti, i trentenni Hikosaburo e Manzo, finiscono negli immensi paesaggi del Wyoming, a cacciare sulle terre degli indiani Sioux. I due aiutano un'indiana, Running Deer, fuggita dai mercanti di un trading post che l'avevano "comprata" e smarritasi nei boschi, a partorire una bambina. Braccati dagli scagnozzi dei mercanti, finiscono in seguito ad alcune vicende per venir adottati (come maestri d'arma vista la loro abilità con arti marziali e sciabole) dalla tribù Sioux Oglala di Crazy Horse.
    Sì, proprio il Cavallo Pazzo di storica memoria.
    Taniguchi infatti, mescolando storia e romanzatura, ci narra proprio del periodo che vede l'espansione bianca nelle terre indiane di North Dakota e Wyoming; la repressione e il progressivo confino in riserve in seguito allo sterminio dei Bisonti; l'invasione dei cercatori d'oro e dei costruttori delle linee per i "cavalli di acciaio" delle ultime terre considerate sacre, le Black Hills. Fino alla battaglia di Little Big Horn contro lo spietato colonnello Custer, assieme a Toro Seduto, con la sua effimera vittoria.
    Questo strano mischione indian/bushido è invero reso con insospettata convinzione da Taniguchi, sia per le sue indubbie doti di sceneggiatore, sia per la comunanza che invero intercorreva fra i codici d'onore, l'etica orgogliosa e la necessità di libertà di indiani e dei due samurai.
    Il volume è sulle trecento pagine e c'è tutto lo spazio per raccontare con la giusta tempistica sia i momenti di grande battaglie e azione, sia i momenti di vita quotidiana e di introspezione dei personaggi, che le motivazioni storiche e commerciali che accompagnarono le prepotenze governative verso le popolazioni native americane. L'eterno conflitto fra ideali e opportunismo.
    Sky Hawk è dunque un manga avventuroso a sfondo morale, ben narrato nella forma e discretamente nella sostanza; efficace anche se ispirato con una certa evidenza a diverse opere sia cinematografiche che non.
    Una bella lettura pur non raggiungendo, a mio parere, le vette dei Taniguchi più memorabili come il recente Zoo in inverno.
    Sull'aspetto grafico non vorrei sprecar troppe parole, se non rper imarcare quanto l'autore si trovi a suo agio nelle ambientazioni di boschi e praterie sconfinate: i disegni sono piuttosto memorabili.
    Inappuntabile l'edizione di Sakka: 15x21, 300 pagine con le prime 8 a colori, sovracopertina e senso di lettura originale. 12,50 Euro ci stanno comodamente.
     
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    Jirō Taniguchi è un autore che leggo sempre molto volentieri, ma devo ammettere che Uno zoo d'inverno mi ha lasciato un po' "freddino".

    Tutta la parte relativa all'impiego di Hamaguchi come assistente di un noto mangaka è interessante, ma paradossalmente la vicenda che più mi ha coinvolto è quella di Ayako, la figlia del primo datore di lavoro del protagonista che appare si e no in due capitoli (il primo, bellissimo, dove fugge con l'amato e l'ultimo). Tutto il resto, ovvero l'incontro con la ragazza malata e il debutto professionale di Hamaguchi mi ha lasciato piuttosto indifferente. Anzi, se devo dirla tutta la vicenda della ragazza malata mi ha quasi infastidito e annoiato : certe melensaggini non me le sarei mai aspettate da Taniguchi!

    In definitiva, un volume discreto, ma che per i miei giusti si pone un gradino sotto ad altre opere dell'autore.
     
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  14. *Sora91*
     
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    Taniguchi e uno degli autori che mi sta incuriosendo parecchio negli ultimi tempi e anche da molti commenti che ho sentito sul maestro sembra un autore veramente bravo. Peccato che i suoi volumi abbaino un prezzo leggermente (anche senza leggermente XD) proibitivo per me al momento ecco perché non ho ancora potuto apprezzare niente di questo autore.
     
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  15. Lord Malekith86
     
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    A malincuore ho dato altri miei soldini a PlaMa per i primi due volumi della Taniguchi Collection, i volumi fin'ora usciti sono L'uomo che cammina ed Al tempo di papà, il prossimo sarà L'olmo.

    L'uomo che cammina è un volume che ho sicuramente gradito, ma dalle varie recensioni e commenti letti anche qui m'aspettavo di meglio, non ha lasciato il segno. Tuttavia è stato abbastanza per farmi decidere che avrei letto anche Al tempo di papà.
    Fin'ora ho letto solo i primi capitoli di questo tomo e devo dire che racchiudono tutti i pregi del precedente ma con un coinvolgimento piuttosto profondo, mi sembra che l'autore abbia impiegato emozioni evidenti nel realizzarlo, potrebbe essersi sforzato molto oppure aver disegnato in maniera molto spontanea e naturale.
    Ci sarebbe comunque tanto da dire per questi volumi, le prefazioni di entrambi sono azzeccate secondo me.

    Bhé ora come ora penso potrei provare anche Uno zoo d'inverno.
     
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54 replies since 6/10/2007, 18:38   2141 views
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