De Libertate

Racconto a puntate\post serio

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Bad Intentioned
view post Posted on 30/11/2004, 17:13




io non ho ancora pronto niente...mixare i tre....ok....ma cosa si prende da uno e cosa dagli altri?
 
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Bad Intentioned
view post Posted on 30/12/2004, 15:42





 
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Rebbu
view post Posted on 25/2/2005, 00:28




CITAZIONE (Rebbu @ 6/11/2004, 11:26)
Pisa, una gelida sera d'ottobre.
Il Sabato Pisa è diversa, le migliaia di ragazzi che riempiono le sue strade gli altri giorni della settimana sono nelle loro case a riposarsi o a divertirsi con i propri amici, solo quei pochi che hanno la casa, gli affetti, la vita troppi chilometri lontana hanno il coraggio di restare tra quelle fredde e aride mura.
Cosimo è uno di quelli.
Cosimo, a dispetto di ciò che il nome farebbe pensare, è americano la sua è una storia lunga, e presto la scopriremo insieme.
Cosimo si era svegliato presto quel sabato, ormai era abituato in quel modo e non riusciva a dormire più di quel misero numero di ore. A Pisa era solo, una solitudine ingrata, una solitudine inesorabile che in quell'atmosfera lo riempiva di malinconia; aveva passato tutta la giornata nell'unico angolo che secondo lui si salvasse in quella piccola città, quella Piazza famosa in tutto il mondo per la sua torre così innaturale, ma ora era stanco. A piedi aveva attraversato tutta via S.Maria fino ad arrivare al Lungarno, ormai il cielo era scuro e cominciava a cadere una pioggerellina impercettibile, il lungarno era deserto ma denso di luci che illuminavano il Ponte di Mezzo e le varie costruzioni più o meno belle che lo circondavano, la vita notturna di quel sabato, pensò, doveva ancora cominciare per i pisani. Attraversò il Ponte e si ritrovò nel Corso Italia, dove si dirigeva quasi tutte le mattina ormai da 1 mese... sembrava passata una vita. Dal Caffè Milord sentì una musica avvolgente che lo inebriava, si affacciò e vide quella ragazza che tutte le mattine gli serviva il caffè e col quale non era mai riuscito a scambiare una parola, allora entrò. Le sorrise ma lei abbassò lo sguardo, Cosimo si avviò nell'altra stanza dove qualche ragazzo stava suonando della musica Jazz, gli sembrò di riconoscere le note di Louis Armstrong e decise di rimanere. Tra quei ragazzi che suonavano riconobbe uno che aveva visto nel suo corso, capì che suonava per permettersi di studiare. L'atmosfera che si era creata era densa di amarezza, fuori la pioggia era divenuta più consistente, lui seduto a quel tavolo era solo in mezzo a tante facce conosciute stordito da quella musica e da quelle note dolci ma così struggenti, ordinò da bere, prese una vodka, in america era difficile trovarne, e cominciò ad assaggiare la sua forza alcolica. Improvvisamente un ragazzo entrò di corsa dalla porta bagnato fradicio, un cameriere lo vide e con estrema gentilezza gli andò incontrò e lo avvolse con un panno per asciugarlo, la pioggia era fortissima adesso. Il cameriere ed il ragazzo stettero in silenzio per qualche secondo, poi il ragazzo lo ringraziò e fece il gesto di uscire, ma fuori pioveva ancora e il cameriere lo invitò a sedersi. Si sedettero entrambi proprio a quel tavolo dove Cosimo, spettatore di quella insolita scena, continuava a bere la sua vodka.

Era ancora Louis Armstrong il padrone di quella serata, la sua musica avvolgeva tutto il piccolo locale ed i presenti non osavano interromperla. Cosimo guardò il ragazzo che si era seduto di fronte a lui, spettinato, umido e apparentemente disiorentato, non lo aveva mai visto prima, gli sorrise. Il cameriere si era rialzato e al bancone del bar stava manipolando quache cosa, Cosimo non riusciva a vedere, bicchieri? bottiglie? il problema gli parve poco rilevante anche perchè la sua attenzione fu catturata dalla ragazza che non era mai riuscito a salutare e che adesso si stava avvicinando, non a lui. Si chinò con le mani sulle ginocchia e chiese allo sconosciuto se avesse per caso bisogno di qualche cosa, lo sconosciuto scosse la testa imbarazzato e lei le offrì quel sorriso che Cosimo non aveva mai ricevuto. La presenza di quel ragazzo adesso cominciava a turbarlo ma decise ugualmente di far leva su di lui per scambiare almeno qualche parola. Con voce distante disse:
"Io mi chiamo Cosimo"
Il ragazzo sembrò impreparato all'evento e non fu pronto alla risposta, tanto che Cosimo gli dedicò un'occhiata poco amichevole e con voce acida continuò:
"E tu, pulcino bagnato, come ti chiami?"
"Io mi chiamo Markus"
Tornò il silenzio, smisero di guardarsi e ricominciarono ad ascoltare la musica jazz che il locale stava offrendo loro.
A Cosimo quella situazione non piaceva, stava cominciando ad irritarlo, era costretto a condividere con un bagnato sconosciuto poco socievole la sua solitudine e non era quello che in quel momento desiderava, per di più aveva capito che il cameriere stava lavorando ad un cocktail che sicuramente sarebbe toccato a quel tipo, e che lui non avrebbe mai assaggiato. Cosimo non si sbagliava, il cameriere con aria soddisfatta tornò al tavolo, sorprendentemente però aveva tre bicchieri anzichè uno. Senza dire una parola si sedette e distribuì il cocktail, poi sottovoce disse:
"Offre la casa"
Cosimo ringraziò, così come fece Mark, il quale chiese al cameriere:
"Questa gentilezza a cosa è dovuta? alla mia sfortuna? non sarà troppo?"
Il cameriere lo guardò, poi guardò Cosimo con una complicità che Cosimo non capì, poi ritornò a Markus:
"Oggi finisco di lavorare, me ne torno a casa, e ho voluto essere gentile e condividere con voi questa mia deliziosa creazione... niente di più"
Ci fu ancora silenzio, Cosimo finì il suo bicchiere:
"Tu guarda come sono fortunato! entro in un bar in perfetta solitudine e mi ritrovo a sorseggiare un ottimo cocktail offerto dal mio barista preferito, persino in compagnia
"Tu paghi i tuoi 80 centesimi tutte le mattine, te lo sei meritato... mentre il nostro amico aveva bisogno di qualcosa che lo scaldasse"
"Non so nemmeno come ti chiami"
"Mi chiamano tutti Momo, mentre tu ti chiami Cosimo non è vero? in tutto questo tempo sono riuscito a capire come ti chiamavi... ma non chiedermi come che non me lo ricordo"
Cosimo rimase stupefatto da quel Momo, lo aveva riconosciuto ogni mattina e aveva persino saputo e ricordato il suo nome, e adesso gli offriva un cocktail, si chiese se per caso non gli stesse sfuggendo qualcosa. Markus sembrava interessato, e ormai era quasi del tutto asciutto. La confidenza che Momo si era concesso con i due amici continuò quando rivoltosi a Cosimo gli chiese di parlare un pò di sè:
"Tu non sei italiano, mi sbaglio? tu non sei italiano esattamente come me! Da dove vieni? e cosa fai qua a Pisa?"
 
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Il Narratore
view post Posted on 9/3/2005, 13:08




orsù figlioli

che qualcheduno degni di attenzione tale argomento, altrimenti saria destinato a morire

fatelo per me, gentili anime
 
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Bad Intentioned
view post Posted on 28/3/2005, 19:52




CITAZIONE
CITAZIONE (Rebbu @ 6/11/2004, 11:26)
Pisa, una gelida sera d'ottobre.
Il Sabato Pisa è diversa, le migliaia di ragazzi che riempiono le sue strade gli altri giorni della settimana sono nelle loro case a riposarsi o a divertirsi con i propri amici, solo quei pochi che hanno la casa, gli affetti, la vita troppi chilometri lontana hanno il coraggio di restare tra quelle fredde e aride mura.
Cosimo è uno di quelli.
Cosimo, a dispetto di ciò che il nome farebbe pensare, è americano la sua è una storia lunga, e presto la scopriremo insieme.
Cosimo si era svegliato presto quel sabato, ormai era abituato in quel modo e non riusciva a dormire più di quel misero numero di ore. A Pisa era solo, una solitudine ingrata, una solitudine inesorabile che in quell'atmosfera lo riempiva di malinconia; aveva passato tutta la giornata nell'unico angolo che secondo lui si salvasse in quella piccola città, quella Piazza famosa in tutto il mondo per la sua torre così innaturale, ma ora era stanco. A piedi aveva attraversato tutta via S.Maria fino ad arrivare al Lungarno, ormai il cielo era scuro e cominciava a cadere una pioggerellina impercettibile, il lungarno era deserto ma denso di luci che illuminavano il Ponte di Mezzo e le varie costruzioni più o meno belle che lo circondavano, la vita notturna di quel sabato, pensò, doveva ancora cominciare per i pisani. Attraversò il Ponte e si ritrovò nel Corso Italia, dove si dirigeva quasi tutte le mattina ormai da 1 mese... sembrava passata una vita. Dal Caffè Milord sentì una musica avvolgente che lo inebriava, si affacciò e vide quella ragazza che tutte le mattine gli serviva il caffè e col quale non era mai riuscito a scambiare una parola, allora entrò. Le sorrise ma lei abbassò lo sguardo, Cosimo si avviò nell'altra stanza dove qualche ragazzo stava suonando della musica Jazz, gli sembrò di riconoscere le note di Louis Armstrong e decise di rimanere. Tra quei ragazzi che suonavano riconobbe uno che aveva visto nel suo corso, capì che suonava per permettersi di studiare. L'atmosfera che si era creata era densa di amarezza, fuori la pioggia era divenuta più consistente, lui seduto a quel tavolo era solo in mezzo a tante facce conosciute stordito da quella musica e da quelle note dolci ma così struggenti, ordinò da bere, prese una vodka, in america era difficile trovarne, e cominciò ad assaggiare la sua forza alcolica. Improvvisamente un ragazzo entrò di corsa dalla porta bagnato fradicio, un cameriere lo vide e con estrema gentilezza gli andò incontrò e lo avvolse con un panno per asciugarlo, la pioggia era fortissima adesso. Il cameriere ed il ragazzo stettero in silenzio per qualche secondo, poi il ragazzo lo ringraziò e fece il gesto di uscire, ma fuori pioveva ancora e il cameriere lo invitò a sedersi. Si sedettero entrambi proprio a quel tavolo dove Cosimo, spettatore di quella insolita scena, continuava a bere la sua vodka.

Era ancora Louis Armstrong il padrone di quella serata, la sua musica avvolgeva tutto il piccolo locale ed i presenti non osavano interromperla. Cosimo guardò il ragazzo che si era seduto di fronte a lui, spettinato, umido e apparentemente disiorentato, non lo aveva mai visto prima, gli sorrise. Il cameriere si era rialzato e al bancone del bar stava manipolando quache cosa, Cosimo non riusciva a vedere, bicchieri? bottiglie? il problema gli parve poco rilevante anche perchè la sua attenzione fu catturata dalla ragazza che non era mai riuscito a salutare e che adesso si stava avvicinando, non a lui. Si chinò con le mani sulle ginocchia e chiese allo sconosciuto se avesse per caso bisogno di qualche cosa, lo sconosciuto scosse la testa imbarazzato e lei le offrì quel sorriso che Cosimo non aveva mai ricevuto. La presenza di quel ragazzo adesso cominciava a turbarlo ma decise ugualmente di far leva su di lui per scambiare almeno qualche parola. Con voce distante disse:
"Io mi chiamo Cosimo"
Il ragazzo sembrò impreparato all'evento e non fu pronto alla risposta, tanto che Cosimo gli dedicò un'occhiata poco amichevole e con voce acida continuò:
"E tu, pulcino bagnato, come ti chiami?"
"Io mi chiamo Markus"
Tornò il silenzio, smisero di guardarsi e ricominciarono ad ascoltare la musica jazz che il locale stava offrendo loro.
A Cosimo quella situazione non piaceva, stava cominciando ad irritarlo, era costretto a condividere con un bagnato sconosciuto poco socievole la sua solitudine e non era quello che in quel momento desiderava, per di più aveva capito che il cameriere stava lavorando ad un cocktail che sicuramente sarebbe toccato a quel tipo, e che lui non avrebbe mai assaggiato. Cosimo non si sbagliava, il cameriere con aria soddisfatta tornò al tavolo, sorprendentemente però aveva tre bicchieri anzichè uno. Senza dire una parola si sedette e distribuì il cocktail, poi sottovoce disse:
"Offre la casa"
Cosimo ringraziò, così come fece Mark, il quale chiese al cameriere:
"Questa gentilezza a cosa è dovuta? alla mia sfortuna? non sarà troppo?"
Il cameriere lo guardò, poi guardò Cosimo con una complicità che Cosimo non capì, poi ritornò a Markus:
"Oggi finisco di lavorare, me ne torno a casa, e ho voluto essere gentile e condividere con voi questa mia deliziosa creazione... niente di più"
Ci fu ancora silenzio, Cosimo finì il suo bicchiere:
"Tu guarda come sono fortunato! entro in un bar in perfetta solitudine e mi ritrovo a sorseggiare un ottimo cocktail offerto dal mio barista preferito, persino in compagnia
"Tu paghi i tuoi 80 centesimi tutte le mattine, te lo sei meritato... mentre il nostro amico aveva bisogno di qualcosa che lo scaldasse"
"Non so nemmeno come ti chiami"
"Mi chiamano tutti Bak, mentre tu ti chiami Cosimo non è vero? in tutto questo tempo sono riuscito a capire come ti chiamavi... ma non chiedermi come che non me lo ricordo"
Cosimo rimase stupefatto da quel Bak, lo aveva riconosciuto ogni mattina e aveva persino saputo e ricordato il suo nome, e adesso gli offriva un cocktail, si chiese se per caso non gli stesse sfuggendo qualcosa. Markus sembrava interessato, e ormai era quasi del tutto asciutto. La confidenza che Bak si era concesso con i due amici continuò quando rivoltosi a Cosimo gli chiese di parlare un pò di sè:
"Tu non sei italiano, mi sbaglio? tu non sei italiano esattamente come me! Da dove vieni? e cosa fai qua a Pisa?"


"Ma forse è meglio se prima mi presento io..."
Lo interruppe Bak. "Io mi chiamo Bakkat, e vengo dal Sudafrica, anche se ormai è molto che sto in Italia, e mi sento a tutti gli effetti italiano."
"Stasera è la mia ultima sera in questo bar, domani torno da mia madre. Lei abita in Versilia, sto un po' di giorni da lei, e poi andiamo in Sudafrica, ad onorare mio nonno sulla sua tomba.
Era il capo della nostra tribù."
Gli altri lo guardavano incuriositi da queste sue parole, e fu Cosimo a parlare per primo:
 
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PBambina
view post Posted on 5/7/2005, 20:01




E poi. come è andata a finire col vostro racconto ?
 
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Bad Intentioned
view post Posted on 6/7/2005, 09:44




si è arenato, come molte delle cose che abbiamo iniziato....
 
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PBambina
view post Posted on 7/7/2005, 22:08




CITAZIONE (Il Narratore @ 9/3/2005, 14:08)
orsù figlioli

che qualcheduno degni di attenzione tale argomento, altrimenti saria destinato a morire

fatelo per me, gentili anime

Odio Dante alighieri con tutta me stessa ..
sorry..


Edited by PBambina - 7/7/2005, 23:08
 
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Rebbu
view post Posted on 8/7/2005, 09:19




se ti sente il Giubi...

 
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Bad Intentioned
view post Posted on 8/7/2005, 11:23




noooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!

Dante nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!

io lo amo!
 
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Rebbu
view post Posted on 8/7/2005, 13:07




avevo detto il Giubi..
 
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Bad Intentioned
view post Posted on 8/7/2005, 17:26




e pure io,

qualcosa in contrario!?!?!?!


muauhauhauhuhahuhauhuha!!!
 
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Rebbu
view post Posted on 30/7/2005, 12:33




CITAZIONE (Bad Intentioned @ 6/7/2005, 10:44)
si è arenato, come molte delle cose che abbiamo iniziato....

io ci ho provato... ma se uno degli utenti di questo forum che avevano proposto la cosa ha deciso di non degnarci d'interesse... poi anche io mi spengo...

vero Giubi?
 
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72 replies since 25/10/2004, 20:37   549 views
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