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| GARGOYLE Il primo consiglio che viene in mente di dare leggendo il lavoro di Andrew Davidson, è quello di maneggiare il libro con cautela, soprattutto se si è deboli di stomaco. Fin dalle prime pagine, l'autore non si risparmia nel descrivere minuziosamente le condizioni fisiche impietose dell'anonimo protagonista, vittima di ustioni permanenti su tutto il corpo a causa di un incidente in auto. Così come non si limita ad una sommaria descrizione del ricovero in ospedale, ma si sofferma sulle amputazioni di alcune parti del corpo, ad esempio, o sulle raccapriccianti (ma verissime) cure che vengono messe in pratica sugli ustionati (vermi che mangiano la pelle bruciata in primis). Mentre sta sul suo lettino in fin di vita, il protagonista agonizzante completa il martirio raccontando del suo passato violento, a partire dall'adolescenza traumatica passata con degli zii alcolizzati e drogati, finendo con la sua dipendenza a diverse droghe e la carriera nel porno. Facile comprendere la sua voglia di suicidarsi, a questo punto. Così come è facile considerare il libro di Davidson uno dei più crudi e macabri romanzi degli ultimi tempi. Ma Gargoyle riserva anche delle sorprese. Come l'arrivo di Marianne nella stanza del protagonista, dopo una fuga dal reparto psichiatrico. Misteriosa quanto affascinante, la donna gli racconta di un passato lontano settecento anni e del loro amore che dura nei secoli. Ogni sua visita è una storia incredibile, e ogni incontro avvicina sempre più i due, anche fuori dall'ospedale, dove il malconcio protagonista scopre che la passione di Marianne è scolpire gargoyle. Come dalla pietra la donna fa nascere le sue creature, così il protagonista grazie all'amore per lei ritroverà un nuovo motivo per rinascere ed apprezzare la vita. Alla fine, anche il libro di Davidson si trasforma: da spietato quale era diventa surreale, sorprendente, addirittura romantico. Una vera e propria esperienza imperdibile che lascia il segno.
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