CITAZIONE (Kappa83it @ 20/10/2005, 16:26)
grazie
a proposito cosa significa tarare? ti riporto questa spiegazione presa pari pari da www.mariohifi.it su questo sito che è una vera e propria miniera di informazioni, ci sono spiegazioni su tutto quello che vuoi sapere, oltre ad un mecatino molto interessante e altre cose mooooooolto utili.
il link lo aveva già postato leyla, dacci una letta, è molto semplice e intuitivo.
ciao kappa!!
Prendiamo i nostri dischi preferiti, mettiamoci comodi e procediamo con la fase di taratura (è quella che preferisco!). Se le scelte da noi fatte in fase di progettazione e montaggio saranno state oculate, non incontreremo particolari difficoltà.
Tarare un impianto complesso significa, ancor prima che basarsi su "fredde misure", saper intuire i suoi punti di forza e valorizzarli. Per le ragioni esposte, anche nelle altre pagine di questo sito, non si può pensare di ottenere lo stesso tipo di suono da ogni impianto car stereo, com'è altrettanto vero che ci sono delle regole da rispettare. La taratura è paragonabile, tanto per non divagare troppo, alla messa a punto di un motore d'auto. Sono necessari degli strumenti adeguati allo scopo come l'analizzatore di spettro audio ed un CdTest, ma questi attrezzi serviranno ad individuare in maniera oggettiva la risposta audio del sistema nella sua totalità o, eventualmente, a verificare la resa di un singolo altoparlante. Sulla base delle misure fatte e dopo aver ascoltato dei brani ben conosciuti potremo intervenire sia con regolazioni al crossover elettronico, se presente, sia con modifiche ai crossover passivi. Tutte le prove devono essere fatte con i controlli di tono o equalizzatori e quanto di altro possa modificare il timbro, regolati a zero dB (posizione mediana).
Fronte anteriore a due vie, tweeter nella classica zona alta (altezza degli occhi) e woofer in portiera, completiamo con sub-woofer nel baule e altoparlanti rear (zona lunotto), quest'ultimi sono pilotati dall'amplificatore integrato nella sorgente. Ad amplificare il fronte anteriore ed il sub-woofer ci penserà un quattro canali con filtri elettronici passa-basso e passa-alto, centrati su un classico 70 hz per il sub-woofer e 50-60 hz per il fronte anteriore, infine crossover passivo per l'incrocio tra woofer e tweeter.
Nel tipo d'impianto appena descritto la taratura è abbastanza semplice. Azzeriamo il volume del sub-woofer e casse rear e per primo verifichiamo l'esatta altezza del fronte sonoro e sopratutto la limpidezza del messaggio musicale. In altre parole, concentriamoci sulla voce dei cantanti che dovrà dare l'impressione di essere collocata appena sotto ai tweeter e dovrà essere chiaramente comprensibile. Nel caso in cui, in particolare aumentando il volume d'ascolto, la parte alta della voce dovrebbe avere la tendenza a prevalere sugli altri suoni, proviamo ad invertire la fase del tweeter, invece, se avvertiamo chiaramente che il tweeter è il primo a produrre suoni distorti, possiamo ritoccare il crossover passivo. Diversamente, se è il woofer che tende a strafare in gamma media, dando alla voce dei cantanti il caratteristico timbro nasale, inseriamo un induttore in serie al componente, (0.2-0.3 mH possono andar bene).
Ulteriori info per i valori dei componenti alla sezione crossover.
A questo punto voglio ricordarvi che le regolazioni vanno eseguite con controllo di loudness off e regolazione dei toni = 0db. Regoliamo, adesso, il volume massimo d’emissione procedendo come segue: agiamo sul controllo di sensibilità dell'amplificatore, ruotandolo al minimo, (vi ricordo che sub-woofer e casse rear devono essere ancora disinserite), inseriamo nel lettore un CD e portiamo il controllo di volume al 75% del suo massimo, ritorniamo sul controllo di sensibilità dell'amplificatore e ruotiamolo verso il suo massimo fino ad ottenere un suono leggermente distorto, per finire ruotiamo leggermente in senso contrario.
E' giunto il momento di inserire il sub-woofer.
Agiamo sul controllo di sensibilità dell'amplificatore sino a raggiungere la sufficiente pressione acustica, raggiunta la condizione appena descritta, poniamoci all'ascolto per una decina di minuti, per consentire sia all'amplificatore sia alla bobina del sub-woofer di raggiungere la temperatura di regime. Continuiamo con la prova d'ascolto valutando con senso critico l'emissione del sub-woofer che non dovrà essere troppo martellante e non dovrà coprire troppo i medio-bassi in portiera, in caso contrario ritocchiamo il crossover elettronico dell'amplificatore abbassando il taglio di frequenza intorno ai 50Hz ovvero raggiungendo il punto che più ci soddisfa. Può accadere che, anche agendo sui controlli, non si riesca a raggiungere la condizione ottimale, in questo caso invertiamo la fase del sub-woofer e ripetiamo le prove sopra descritte; l'inversione di fase può rivelarsi utile anche nel caso in cui il sub-woofer provochi una sensazione d'affaticamento.
I crossover passivi o, se preferite, filtri audio sono assemblati con parti elementari: induttori, condensatori e resistenze sono le principali, poco altro può essere aggiunto ed in ogni caso sarebbe di secondaria importanza.
Componenti semplici e complessi allo stesso tempo, i crossover possono fare la differenza, fra un sistema ben "suonante" ed un "complesso scordato".
Noi ci occuperemo della realizzazione pratica di un filtro audio a due, tre o più vie e di come è possibile correggere la risposta audio del sistema ampli-crossover-altoparlanti.
Per una migliore comprensione di quello che seguirà vi consiglio la lettura del tutorial reperibile dal sito: www.passivecrossovers.com grazie e complimenti all'autore.
* Quando e perché usare un crossover passivo?
o Budget limitato: con un singolo amplificatore potrete pilotare tutto il fronte anteriore, qualsiasi sia il numero degli altoparlanti, (woofer, medi, tweeter ).
o Quando il suono che il sistema restituisce, non vi soddisfa nonostante abbiate usato componenti (intendo altoparlanti, amplificatori ecc.) di buona qualità.
o In tutti quei casi dove è necessario correggere la risposta in frequenza di uno o più altoparlanti, in altre parole è necessario filtrare, attenuare o esaltare parte dello spettro audio.
I crossover passivi sono motivo di soddisfazione e disperazione di tanti installatori, cerchiamo di capire quali sono i vantaggi e i difetti.
La loro funzione principale, senza dubbio, è di dividere e destinare ad ogni singolo altoparlante le frequenze che quest’ultimo dovrà riprodurre. Ad esempio: ad un tweeter, il crossover destinerà le frequenze da 5000 hz a 20000 hz (i toni alti).
Questa non è la sola opportunità di intervenire sul funzionamento del tweeter. Infatti, se a causa delle caratteristiche intrinseche dell’altoparlante che stiamo filtrando certe frequenze sono esaltate o attenuate, variando opportunamente il valore o aggiungendo ulteriori elementi al crossover, possiamo riallineare la risposta audio del sistema.
Quindi, i crossover passivi, oltre a rappresentare una soluzione economica, per la realizzazione di un impianto car-stereo, sono una valida risposta per quei casi in cui c'è una effettiva difficoltà di installazione. Mi riferisco, per esempio, alle predisposizioni originali dell'auto: non sempre queste sono realizzate in punti che, possono favorire sia la stereofonia che l'esatta altezza del fronte sonoro.
L'aspetto negativo dei crossover passivi, se tale può essere definito, è rappresentato da un'oggettiva difficoltà di messa a punto. Tuttavia, l'esperienza sul campo e l'uso di adeguati strumenti di misura ripagano ampiamente delle difficoltà superate.
Oltre ai crossover passivi esistono i crossover elettronici, a differenza dei primi che lavorano su segnali amplificati (a valle dell'amplificatore), quest'ultimi operano sui segnali preamplificati (a monte degli amplificatori) provenienti dalla sorgente.
Come i "passivi" i crossover elettronici, smistano i suoni su più vie ma a fronte di una facile regolazione, c'è un prezzo da pagare, e cioè: se, per esempio, decidete di realizzare un fronte anteriore a tre vie (alti-medi-bassi) sarete costretti a utilizzare tre amplificatori. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che, i crossover elettronici non hanno la capacità di correggere la risposta in frequenza degli altoparlanti. Questo non esclude il fatto che si possano realizzare ottimi impianti, anche con crossover elettronici però, in fase di scelta degli altoparlanti bisognerà selezionarli con particolare cura, badando sopratutto al loro abbinamento.
C'è un solo caso in cui non si può rinunciare all'uso di un crossover elettronico, naturalmente mi riferisco al pilotaggio dell'amplificatore destinato al sub woofer; infatti oltre a consentire il raggiungimento di una precisa frequenza di taglio (frequenza di crossover), l'uso di un "elettronico", pone l'amplificatore nelle migliori condizioni per pilotare il sub woofer: al massimo della potenza!
Se poi siete convinti sostenitori del crossover passivo a tutti i costi, nulla vieta di pilotare tutto l'impianto con un solo amplificatore, subwoofer compreso! Alcuni amplificatori consentono il collegamento TRI-MODE, proprio per permettere tale configurazione con subwoofer mono bobina. Dato per scontato il fatto che l'amplificatore sarà più che autorevole, la particolare configurazione impone, una precisa taratura dell'impianto e prove effettuate anche con auto in movimento. Infatti, è proprio in gamma bassa che, i rumori generati dall'auto in movimento, vanno a incidere pesantemente.
Approfondiamo la conoscenza dei crossover esaminando i singoli "pezzi" che li compongono, i componenti.
so che è un tomo di roba, ma è molto semplic da capire anche essendo alle prie armi!