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Lasciando stare che adesso lavoro in una ditta come impiegata, tra il 1998 e il 2000, ho frequentato l'accademia milanese di Brera ero iscritta a Scenografia, e poi ho fatto la scuola di cinema, sempre nel milanese.
Cavoli, ragazze, siete tutte delle introdotte nel cinema o quasi (parlo anche di Gio), beate voi. Io invece ho fatto più o meno la vita di Gerry (senza però la stessa conclusione): avrei voluto fare Belle Arti (ero brava a dipingere, un paio di "addetti ai lavori" mi hanno detto che avevo un buon talento ma mi serviva scuola) o al massimo Architettura, ma io, invece, per questioni logistiche e perchè avrei avuto più chances lavorative, ho preso Ingegneria Edile che mi ha massacrato moralmente al punto di smettere al 5° anno... Così faccio l'impiegata in un'azienda meccanica (cosa che mi fa pure un po' schifo) e mi mangio le mani... A volte vorrei farmi licenziare ma non potrei partire per Londra per fare l'attrice, mi manca il phisique du role!
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Mannaggia a me però che non ho cocluso nessuna delle due, perché se fossi stata abbastanza competitiva, avrei desiderato tantissimo essere una degli scenografi, truccatori o costumisti... sai quanti clinex avrei dato a Gerry, per permettergli di asciugare gli occhi?
Lo immagino! Comunque come vedi siamo sulla stessa barca...
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Lui stesso ha detto che durante le sei ore di trucco, gli bruciavano gli occhi, e lacrimava in continuazione, dicendo che andava a letto tutte le sere alle 10.00 non riusciva a dorrmire, e che il trucco per deturpargli il volto (cosa che non mi ha fatto per nulla impressione ho visto trucchi più devastanti) l' hanno provato in modo non indifferente.
Quindi, a noi é piacuto, ma per lui é stato un ruolo complesso e duro, sopratutto durante la lavorazione.
E' pazzesco, al giorno d'oggi un attore non può essere semplicemente un attore, ha bisogno di training fisico di tutti i tipi per adeguarsi alle richieste. Beh, in Dear Frankie per lo meno ha potuto essere solo se stesso, credo.
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tutto questo per dire che chiaramente, oltre a concludere i corsi preposti per questo, bisogna avere tantissima voglia di imporsi un mondo di squali, dove la competizione e tanta e soprattutto fare qualcosa possibilmente fuori dall'Italia, per acquisire le capacità necessiarie, benché abbiamo persone che sono capaci di fare il loro lavoro, noi culturalmente, non siamo pronti per fare le cose che fanno all'estero, ma questa naturalmente una mia opinione, ma tutti gli insegnati che ho avuto mi dissero queste parole, che in italia per questo non c'era lavoro e che se volevamo fare qualcosa, dovevamo per forza di cose fare esperienze all'estero.
Ormai è quasi così per tutto: ci coltiviamo artisti ed ottimi scienziati e poi li lasciamo andare. Non ha molto senso.
Beh, continuiamo a difendere con le unghie e con i denti il nostro angolino...
Un bacio!