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E’ oramai arrivata l’ora di pranzo e andiamo al ristorante Soiree e anche qui abbiamo modo di chiacchierare e conoscere meglio Akef e la nostra stima nei suoi confronti cresce ancora di più. Purtroppo inizia a non sentirsi troppo bene e inizia a starnutire, così, preoccupato dalla intensa settimana che lo aspetta, ci chiede se abbiamo un’aspirina per prevenire l’influenza, nel frattempo gli arriva una telefonata di sua moglie che lo avvisa che Miriam, la sua figlia maggiore, ha preso l’influenza… poverino, oltre a non star bene, ha la preoccupazione di casa.
Il programma del pomeriggio parte con la visita al museo egizio.
Per velocizzare le diverse code che si devono affrontare per il controllo di borse sotto metal detector (uno esterno e l’altro interno), decidiamo di non portare niente con noi, se non un marsupio con lo stretto necessario, visto che all’interno del museo egizio non è possibile ne fotografare, ne riprendere video.
Akef ci spiega che per visitare tutto il museo egizio e soffermandosi ad osservare ogni opera per meno di un minuto, si impiegherebbero almeno 9 mesi, così ci informa che la nostra visita si limiterà alle cose più importanti.
I reperti del museo sono davvero favolosi e Akef ci dice che oltre a quelli esposti, ce ne sono altrettanti archiviati che in questo museo non trovano spazio perché troppo piccolo, ma che saranno esposti nel nuovo museo del Cairo che è in costruzione e in previsione per il 2010/2011, che sorgerà nei pressi delle tre piramidi più famose.
Il museo è disposto su due piani, iniziamo con il piano terra, dove visitiamo qualche fantastica opera dell’Antico Regno: statua di Kefren, lo scriba seduto, coppia reale di non-mi-ricordo-chi, ecc..
E’ impossibile descrivere per me, ciò che abbiamo visto e ascoltato, ogni pezzo del museo ha una sua interessante storia e per la nostra curiosità ci fermeremmo ad osservare ogni cosa e chiedere spiegazioni, del resto… abbiamo una guida solo per noi, ma purtroppo non è possibile, abbiamo un programma da rispettare.
Di tanto in tanto Akef ci interroga con qualche domanda e per la sua grande soddisfazione riusciamo a rispondere correttamente, del resto con una guida così, era impossibile non essere completamente assorbiti dal meraviglioso egitto.
Akef per primo ci dice che il suo, prima di un lavoro, è una grande passione e lo notiamo anche noi, quando spesso riprende dei turisti che si appoggiano o toccano i reperti, come per esempio con la copia della Stele di Rosetta (una lastra di granito, scoperta da uno storico francese che permise di decifrare la scrittura dei geroglifici).
Saliamo al piano superiore che è in gran parte dedicato al tesoro ritrovato nella tomba di Tutankamon.
Appese alle pareti ci sono gigantografie di quando e come è stato ritrovato il tesoro e la spiegazione parte proprio da qui.
Questa parte ci lascia completamente a bocca aperta, vediamo il vari sarcofagi d’oro dove riposava la mummia, vediamo la bellissima maschera d’oro che gli copriva il viso, vediamo il suo immenso corredo funebre, composto la letti, statue, vestiti, vediamo poi le armi, gli archi ricamati e le frecce con le piccole punte intagliata ad opera d’arte.
Sembrerà strano, ma tra tutte queste opere, la cosa che mi lascia veramente senza parole e mi fa giungere alla conclusione che gli antichi egizi secoli fa, erano molto più avanti di noi, è stata la minuscola cerniera, della grandezza di un’unghia di un dito mignolo, per intenderci, che fungeva da chiusura per un altrettanto minuscolo cassettino, dove erano riposte le ‘pedine degli scacchi’, eh, sì, perché noi ci illudiamo di essere evoluti, ma ben anni e anni passati, si usava passare il tempo giocare a ‘scacchi’.
Akef, continua a ripeterci che noi non abbiamo inventato niente e lo dimostra anche una sedia pieghevole sempre del corredo di Tutankamon… Volevo sottolineare il ‘pieghevole’ che se a prima vista sembra una banalità, rapportato alla sua epoca diventa una cosa straordinaria!
Dopo le spiegazioni Akef ci lascia del tempo a disposizione per entrare nelle sale dei gioielli e gironzolare tra i tesori di Tutankamon e poi ci lascia libera scelta se vedere o meno la sala delle mummie. Io la vidi già 4 anni fa, ma ricordo che ne valse la pena e così decidiamo di vederla. L’ingresso è in Lire Egiziane, ma noi abbiamo solo Euro e così Akef ci compra i biglietti e da soli entriamo nella sala delle mummie.
Vedere la mummia di Ramses (credo) II con i capelli biondi ci lascia a bocca aperta; è incredibile come queste mummie si siano così antiche e così intatte, la loro era una vera e propria arte, infatti si vede benissimo la diversità tra le mummie dell’antico regno e quelle più moderne.
Akef dice infatti, che gli antichi egizi ci hanno lasciato le ricette, ma non le dosi, per questo le mummie più recenti non sono così perfette come le precedenti.
Usciamo dal museo sull’imbrunire del cielo e la nostra grande guida, ci chiede se prima di andare in aeroporto vogliamo mangiare qualcosa, visto che non metteremo niente sotto i denti, fino al nostro arrivo in motonave (previsto per mezzanotte).
Accettiamo con entusiasmo la sua proposta.
Lascia a noi la libera scelta su cosa vogliamo mangiare, ma ci siamo lasciati tentare dalla sua proposta del kebab egiziano in un baretto, nei pressi del mercato di Khan el Khalili.
Anche qui durante il tragitto in auto, Akef ci mostra quali sono le diverse vie del mercato: le vie della stoffa, degli elettrodomestici, dei jeans, delle scarpe, ecc . . .
Arriviamo nella piazza dove si trova la Moschea di Hussein, quella più grande e frequentata del Cairo (per intenderci, quella dell’attentato di pochi giorni fa) e ci sediamo in un affollatissimo bar e ci gustiamo il nostro primo kebab egiziano, completamente diverso da quello turco che si mangia da noi in italia, molto più delicato e assolutamente delizioso.
Nel frattempo un simpaticissimo cameriere intrattiene il nostro tavolo e i passanti con scherzi e urla, ci divertiamo molto, fino a che non finge di innamorarsi di mio marito e si mette a baciarlo in mezzo alla strada… Davvero simpatico! Tra l’altro non ci siamo posti il minimo problema su ciò che andavamo a mangiare: kebab con verdure, verdure = crude = lavate = acqua = squaraus. E’ un pensiero che non ci ha proprio toccato e fortunatamente non ci ha toccato neppure fisicamente.
Con Akef aspettiamo al bar che arrivi il nuovo assistente BDS che ci accompagnerà all’aeroporto e ci seguirà fino alla partenza, così salutiamo Akef, felici di ritrovarlo domani sulla nave e dopo aver scambiato quattro chiacchiere con il nuovo assistente, ci inoltriamo tra le strette vie del favoloso mercato di Khan el Khalili. Consiglio a tutti di non perdersi una passeggiata in questo mercato, è davvero incantevole.
Questa visita è esterna al programma da noi scelto, ma è stata studiata da Akef e Mimmo, per migliorare i tempi della nostra giornata e non farci attendere delle ore seduti all’aeroporto in attesa del volo. Finora siamo molto soddisfatti sia del programma, sia dell’organizzazione, sia delle persone che abbiamo incontrato.
Dopo aver gironzolato per le vie del mercato, le vie dell’oro e nei vicoli secondari, torniamo al bar per l’appuntamento con l’assistente, per il trasferimento in aeroporto.
Arriviamo in aeroporto e anche qui, restiamo sorpresi da come in tempi brevissimi facciamo check in, imbarchiamo i bagagli e siamo liberi per gironzolare per l’aeroporto del Cairo.
La nostra grande sorpresa è stata quella di trovarci in Business Class; a dire il vero, guardando i biglietti elettronici solo grossolanamente, non ci siamo accorti della scritta ‘Classe Horus’ ed è stata una bella sorpresa.
I vantaggi della Business Class sono: bagagli etichettati con etichetta ‘Priority’, peso bagagli 30 Kg a persona, voucher per consumazione gratuita al bar dell’aeroporto e naturalmente comodità sull’aereo.
Purtroppo partiamo dal Cairo con 1 ora e mezza di ritardo, per motivi che non siamo riusciti a capire e una volta sull’aereo, il ritardo accresce causa un passeggero che si è sentito male e continui via-vai di medici su e giù dall’aereo.
Arrivati sull’aereo ci hanno subito accolto con una salviettina bollente e pochi minuti dopo il decollo ci hanno servito da mangiare…
Il volo è stato tranquillo e veloce e quasi senza accorgercene atterriamo all’aeroporto di Luxor; anche qui, ad attenderci l’assistente BDS che ci accompagna in barca.
Luxor è molto diversa dal Cairo, molto più ordinata, curata, tranquilla e Luxor di notte è magica. Passiamo davanti ad un tempio stupendo pieno di colonne e tutto illuminato, che per un attimo ci toglie il fiato, ci chiediamo che tempio sia e quale sia la sua storia, siamo stanchi ma completamente coinvolti da tutto quello che ci sta intorno e anche qui non riusciamo a staccare gli occhi dal finestrino. Sulle strade non c’è molto traffico, del resto è l’1.30 di notte e in poco tempo, arriviamo all’attracco dove sostano le Motonavi.
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Quì trovi qualche foto con la descrizione della nave)
La nostra notonave è la ‘Coral II’, per raggiungerla dobbiamo attraversare le reception delle altre barche che, allineate, fungono da ponte, anche qui ci guardiamo in giro fino a che non arriviamo alla reception dove ci attende Nafè, l’assistente del Turchese che ci fa un veloce breafing informativo e ci mostra la nave, ci spiega gli orari del ristorante e che ogni giorno sulla bacheca accanto la reception verranno esposti i programmi della giornata.
Ci hanno preparato da mangiare nel bar interno, ma accettiamo solo un ottimo karkadè di benvenuto, siamo un po’ stanchi e vista la sveglia di domani mattina puntata per le 7, ringraziamo e saltiamo la cena.
Alla reception ci consegnano le chiavi della nostra cabina, la n. 224 che si trova al ponte superiore, sullo stesso piano della reception, cotti ma entusiasti andiamo a dormire.
La cabina è carina, un po’ piccola ma essenziale e sicuramente adatta a noi, non troppo lussuosa o elegante, i letti sono separati da un comodino, c’è un armadio, una scrivania e naturalmente il bagno.
Ci addormentiamo subito, in un magico sogno profondo, pronti a ricaricarci per affrontare una settimana che si rivelerà davvero ricca di emozioni.