SECONDA PUNTATA CON I FATTI DI BERGAMO ALTA DEL 1° AGSTO 2004

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  1. skinoi!
     
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    SECONDA PUNTATA CON I FATTI DI BERGAMO ALTA DEL 1° AGSTO 2004

    Ora si dovrà affrontare, invece, l'episodio della rissa a Bergamo avvenuta alle 2.50 del 1.8.2004 in piazza Cittadella località città Alta (CAPO C).

    Lo scontro si è verificato tra due gruppi di giovani riconducibili ad aree antagoniste, l'una anarcoautonoma e l'altra degli skinhead.

    Riportavano lesioni da taglio T. A., aderente al centro sociale Paci Paciana di Bergamo, che riferiva di essere stato aggredito da "fascisti", B. A., domiciliato a Bergamo e L. G., residente a Legate (Bergamo) che, pure, riferivano di essere stati aggrediti da numerosi skin.

    Un testimone, F. F., riferiva di avere notato, poco prima dei fatti, mentre si trovava in un locale a Città Alta, un gruppo di skin abbandonare il locale e dirigersi verso Colle Aperto; notava poi un giovane che ad una certa distanza apostrofava il gruppo con la frase "fascisti bastardi", allontanarsi quindi verso piazza Cittadella inseguito dagli skin che, giunti nella piazza, venivano fronteggiati da un gruppo di anarcoautonomi; ne nasceva, così, una rissa; entrambi i gruppi facevano uso di spranghe, bottiglie e sassi.
    Altre quattro persone del gruppo di estrema sinistra riportavano lesioni; due di esse (C. e M.) riportavano ferite da taglio, il primo, all'addome e al braccio sinistro e, l'altro, all'altezza del torace lato destro.

    Veniva incardinato il procedimento dinanzi alla A.G. di Bergamo (RGNR 8829/04 mod. 21) a carico di B., P., M. e C. per rissa.

    Vi è da aggiungere che dal procedimento milanese per i fatti del 7.8.04 di Milano, risultava che il gruppo skin di Milano aveva contatti con elementi skin di Bergamo, alcuni più volte già identificati ai concerti presso Spazio di via Cannero; pertanto, anche in questo caso, venivano analizzati i tabulati per verificare le celle attivate il giorno della rissa a Bergamo, anche perché si poteva logicamente ipotizzare che la rissa di Milano fosse una reazione a quella di Bergamo.

    Era emerso, inoltre che 6/7 skin di Bergamo, tra cui due ragazze, avevano partecipato alla grigliata del 6.8.04 ed che alcuni skin del gruppo di Bergamo erano presenti al concerto che si era svolto 1' 11 settembre a "Spazio".

    Tra l'altro, già si è detto che, da una intercettazione ambientale (del 16.10.2004 ore 2.30), disposta nel procedimento per i fatti del 7.8.2004 a Milano, era emerso che Celeste e Schirone avevano parlato proprio di una rissa a Bergamo; nel corso del dialogo il secondo affermava di non aver preso mai tante botte come nelle due ultime settimane.

    Ebbene, dai tabulati telefonici emergeva quanto segue:

    Labanca la notte dei fatti si trovava a Bergamo alle 22.21 e alle 23.19;

    Schirone Vito alle 19.33 si trovava a Bergamo e alle 22.22 proprio sul luogo della rissa;

    Lustro Marco alle 22.33. si trovava a Bergamo e così pure alle 23.45; alle 2.55 del 1.8.04 si trovava proprio sul luogo della rissa;

    Celeste Luigi alle 19.17 si trovava sul luogo della rissa.
    Si ricorda, inoltre, la seguente intercettazione ambientale di cui si citano in sintesi i brani più significativi sull'argomento (tratti dalla informativa riepilogativa Digos più volte citata), rilevanti sia con riferimento alla risa di Milano sui Navigli, sia con riferimento alla rissa a Bergamo, importante anche per i frequenti raffronti trai due episodi:

    conversazione del 16.10.04 ore 2.30, presenti Celeste, Schirone Vito, Locatelli:
    Gigi sostiene che un conto è un testa a testa con la lama in mano e un conto è la rissa; Vito afferma che il suo modo di pensare è noto ai più: lui la lama ce l'ha ma se le deve prendere le prende e così pure se le deve dare. Gigi (Celeste) aggiunge che per questo preferisce Vito a tanti altri perché lui ha la lama ma non la usa come è successo a Bergamo.
    Parlano della rissa di Bergamo; Gigi (Celeste) riferisce di uno che gli si è avvicinato e gli ha gridato fascista pezzo dì merda e luì ha pensato: questo è ubriaco, "gli ho detto di andarsene e l'ho seguìto fuori ....omissis.... e i bergamaschi avevano già preso gli steccati; ad un certo punto gira l'angolo ed ha visto lo schieramento; gli urlavano . Vito (Schirone) racconta di aver picchiato una persona con i pugni e la cintura e che a Bergamo sono riusciti a far scappare i "compagni"; aggiunge che comunque a Bergamo è stata più tosta che a Milano. Gigi dichiara di essere andato sotto, si trovava in mezzo ai compagni ne ha preso uno e "trac trac" e poi lo ha picchiato. Gigi sostiene che a Bergamo è stata più dura. Vito conferma e sostiene che a Bergamo c'erano trenta quaranta persone, la prima fila era composta da gente con i bastoni lunghi un metro e mezzo ed i caschi e le catene, tutti muratori bergamaschi. A Beppe (Locatelli) che gli fa delle domande, incredulo per il numero dei compagni armati di bastone in prima fila a Bergamo, Vito risponde di provare ad immagine 10 volte quelli della prima fila di Milano. Gigi racconta di altri fendenti sferrati all'indirizzo di uno dei "compagni" che lo provocava dicendogli . Poi gli è piovuta una pioggia di bastonate che è svenuto, poi riuscendo a rialzarsi. Continuando, afferma che Enrico di Bergamo (Labanca) ha staccato un cartello stradale; Locatelli commenta che ce l'ha per vizio. Gigi dice che Enrico (LABANCA) e Stefano (COLOMBO) sono due pazzi e che di Enrico si fida molto poco, anche se in quella circostanza sono stati molto validi. Vito, invece, afferma di non aver mai preso così tante botte in due settimane come il Cava ( evidentemente il soprannome di qualcuno del gruppo) in dieci anni.
    Dal dialogo si comprende che 1' oggetto della conversazione è la rissa sui Navigli su cui prosegue il dialogo. Vito dice di aver preso "una cifra di botte" e di essere andato a casa con una "testa gonfia cosi"; prosegue affermando che successivamente Stefano ne ha preso uno, quello pelato con la camicia a fiori arancione e lo ha massacrato. Viene chiesto se è quello a cui hanno tagliato la faccia, ma Beppe risponde che non si tratta di lui. Beppe sostiene di averle date all'ultima carica e dì esser stato in prima fila. Vito afferma dì aver preso dieci bastonate in faccia, poi aggiunge che ne hanno "preso uno e, mentre Stefano lo teneva, lo massacravano di botte e lui gridava basta basta". Gigi racconta alcune fasi della rissa descrivendo i suoi movimenti e ad un certo punto di aver aperto la lama. Viene citata nuovamente la persona con la camicia arancione come uno di quelli che le ha maggiormente prese; Vito ricorda di essere stato anche lui in prima fila e chiede quante cariche sono state fatte; Beppe risponde tre, compresa la prima al pub che è stata la più massiccia. Vito sostiene di aver avuto ragione lui sul numero delle cariche. Gigi chiede chi ha partecipato all'ultima carica, precisando che non ce la faceva più. Vito gli risponde che c'erano Pintu (Mura), Stefano ed altri (ma i nomi non sono comprensibili all'ascolto). I presenti al dialogo provano a ricapitolare chi ha partecipato alle varie cariche. Beppe sostiene che alla prima hanno partecipato tutti quelli che erano davanti al pub, alla seconda sostiene che c'era qualcuno che lo teneva e che ha sentito gridare "carichiamoli questi pezzi di merda"; aggiunge di avere preso una sedia e di essersi buttato e, nonostante "il tipo gli ha fatto la finta", di essere è riuscito a spaccagliela in testa; successivamente c'erano quelli del pub, che Beppe definisce come Ya Basta, che lo hanno
    caricato ma, per sua fortuna, è arrivato Pintu che ha tirato un sediata in faccia "ad una tipa"; a quel punto hanno fatto un po' a pugni; Gigi sostiene che erano in tanti ma che lui e Pintu si sono trovati da soli e che anche il Pedra si è trovato da solo e questo è stato il brutto ed ha sbagliato lui, visto che stavano caricando davanti, lui si è trovato da solo dietro per cui se le è prese da tutti quelli che venivano dal Pub. Lui pure si è trovato da solo con Pinturicchio perché gli altri erano tutti dall'altra parte del ponticello.
    Vito si lamenta con i presenti perchè in alcuni momenti si sono ritrovati solo in quattro a prenderle e perchè il Pedra era rimasto da solo a prendere "una cifra di botte". Vito aggiunge che, dopo l'ultima carica, alcuni "erano di qua e pensavano a quelli del Conchetta" ed erano rimasti in cinque, che Stefano aveva acchiappato quello moro con il pizzetto e la barbetta bianca. Vito sostiene che, a quel punto, erano rimasti lui e Pintu e che, dall'altra parte, c'erano "i fattoni" e c'erano "i compagni normali"; prosegue affermando che alla fine lui è rimasto da solo con Pinturicchio perché quegli altri due, che definisce "pezzi di merda" li hanno lasciati soli e per questo si sono presi un "fracco di botte"....omissis.... e si è preso una sediata in faccia; precisa che subito dopo sono arrivati: "te e Stefano che eravate dalla parte del Conchetta: il ponte era qua, il Pintu era di qua e voi eravate di qua, gli altri che dovevano stare con noi visto che eravamo tanti per aiutarci, in due, io e Pinto qua a prendere le botte; poi siete arrivati te e Stefano con il tipo"; continua, affermando che "il tipo ha iniziato a cartellare così". Seguono una serie di frasi non comprensibili; si sente Gigi parlare di un "tipo" che correva contro mano con un bastone; successivamente Vito riferisce di aver tirato un bicchiere e sostiene che alla terza carica c'era un "rasta" con il bastone; sempre Vito sostiene che i "compagni" gli sono andati addosso con i bastoni e di avere, quindi, risposto; li hanno "caricati" e si sono divisi in due alcuni lì al Conchetta, due o tre dall'altra parte; alla terza Stefano ha acchiappato uno che correva schivando le sedie e l'ha riempito di calci e pugni. A questo punto Beppe riferisce che chi aveva le lame le ha tirate fuori. Viene fatto il nome di un tale Francesco che viene definito un "Gabber di merda" da Celeste. Vengono pronunciati svariate volte i nomi di Stefano ed Enrico ma non si riesce a capire a che proposito. Vito riprende affermando che, potendo generalizzare, a lui "sta sul cazzo che, per colpa di qualcuno che se ne stava dietro, lui si è preso una valanga di botte" per due volte e prosegue: "mi sono divertito però"; ...omissis ... Si sente chiaramente pronunciare la parola Bergamo; ma le voci risultano essere troppo lontane per capire anche se si sente Celeste pronunciare "eravamo io e lui e Stefano e Rizzi". Vito afferma che a Bergamo erano in otto mentre a Milano in dieci, ma Beppe lo corregge, sostiene dodici. Si sente pronunciare il nome di Sergio (Sciamone). Vito sostiene di essersi girato due volte e di aver visto sempre la stessa gente fare a botte. Beppe sostiene che le persone che ha visto chiaramente sono Stefano, che era davanti a lui, ed il Pedra. Celeste invece dichiara di aver visto "Stefano lui e te" (si riferisce, quindi, ai due presenti); Vito sostiene di aver visto ad un certo punto il Pintu con la lama spezzata ed il Pedra ferito e di averlo sostenuto per un po' portandolo via in braccio. Vito continua ad essere infastidito dal fatto che erano in quattordici e in pochi hanno preso le botte e che probabilmente lui sarà un po' "sfigato". Le prime frasi non sono comprensibili, poi si sente Vito affermare che lui e Gigi si sono prese le bastonate in testa. Le voci sono sovrapposte e lontane; la conversazione prosegue parlando degli episodi avvenuti durante la partita di calcio Inter Napoli, dove Pedra ha preso "le botte". Il tono della registrazione è molto basso. Si commenta il fatto che qualcuno si vanta di quello che non ha fatto e riceve le congratulazioni al posto di altri. Qualcuno afferma: "se devi pestare qualcuno pestalo con questa" e Schirone: "guarda che tirare un lucchetto in testa a uno lo lasci in coma. E Vito: "quella è la mia mazza da baseball".
    Stanti i risultati che emergevano dagli atti del procedimento milanese, la A.G. di Bergamo trasmetteva qui gli atti il 30.3.2005 per competenza per connessione ex art. 12 lett. b) cpp ed il fascicolo bergamasco, che prendeva il n. RGNR 12914/05 mod. 21, veniva riunito al procedimento sopra a margine indicato.
    I reati di cui ai capi E ed F, concernente i fatti avvenuti il recentissimo sabato 9.4.2005 in corso di Porta Ticinese - colonne di S. Lorenzo a Milano e via Olona.

    Come risulta dalla comunicazione di reato della Digos in data 11.4.2005, nel pomeriggio del 9.4.2005 - un sabato - un gruppo di una ventina di skinheads verso le 17.30 aggrediva un gruppo di una trentina di giovani antagonisti che sostavano sul corso di porta Ticinese a Milano, sferrando due attacchi, armati di spranghe e bastoni in legno e bottiglie di vetro, tirapugni e coltelli; si accertava che era stato ferito e medicato all'ospedale S. Giuseppe B. S. colpito da un corpo contundente, mentre stava fuggendo dal luogo dell'aggressione, riportando lesioni al capo (ferita lacerocontusa regione frontale, giudicate guaribili in giorni 3, suturata con 4 punti di sutura). Le dichiarazioni di altri giovani che lo avevano accompagnato in ospedale confermavano quanto già riferito dal B.; in particolare, C. M. dichiarava che i naziskin erano armati di spranghe coltelli bottiglie e tirapugni ed erano circa una decina, L. D. di avere solo sentito urla e aver visto un fuggi fuggi generale e di essere stato inseguito da skinheads armati di bastoni.

    Gli operanti intervenuti sul posto (Volante Europa dell'Ufficio Prevenzione Generale) notavano 15/20 giovani skin in fuga; altri operanti (Digos) accertavano che alcune telecamere installate sul posto avevano ripreso le fasi dell'attacco; le immagini evidenziavano un gruppo di cinque persone tra cui due ragazze, una delle quali portava sulle spalle uno zaino vistosamente pieno, dirigersi verso porta Ticinese ed un altro skin sul marciapiede opposto nella stessa direzione; altre immagini di poco successive (dieci minuti) evidenziavano un gruppo di dieci skin tra cui le due ragazze e i 4 ragazzi avanzare in formazione compatta verso porta Ticinese dalle Colonne di San Lorenzo (lo zaino in queste immagini appare semivuoto, e induce a ritenere che da esso poco prima siano stati estratti gli oggetti atti ad offendere per procedere all'attacco), brandendo mazze di legno; si vedeva poi, in altre immagini, il gruppo di skin effettuare un altro attacco e poi ritirarsi definitivamente verso le Colonne di S. Lorenzo; gli operanti della Digos visionando le immagini riconoscevano ed identificavano alcuni giovani skinheads loro noti e precisamente Labanca Enrico, Celeste Luigi, DelCarro Francesca, "ragazza" di Celeste, Colombo Stefano, tutti indossanti giubbotti con analoghi emblemi sulle maniche, riconducibili al gruppo c.d. "Bergamo skinheads", fatta eccezione per Celeste (che, effettivamente abita a Milano, contrariamente agli altri tre tutti abitanti a Bergasmo o paesi limitrofi).
    E' bene precisare che i fotogrammi estrapolati dal filmati sono raccolti su cd allegato alla nota Digos citata.
    Poco dopo i fatti, verso le 18.56 veniva segnalata una aggressione in via Olona a Milano in danno di una giovane, L. E., che si trovava in luogo con un conoscente, C. L.; la ragazza dichiarava di essere stata avvicinata da otto persone, sei uomini e due donne abbigliate come gli skinheads; dopo essere stata circondata la giovane veniva aggredita con schiaffi, graffi e calci dalle due ragazze skin che si erano rivolte a lei con le parole "che bei capelli che hai". Gli aggressori quindi si allontanavano a bordo di due autovettura di una delle quali un testimone, dipendente del vicino supermercato PAM che aveva assistito all'ultima fase della aggressione, riusciva ad annotare la targa e che risultava intestata a Labanca Enrico.
    Evidente che il gruppo bergamasco, e quindi anche Labanca Enrico, proprietario dell'auto usata per la fuga, e le due ragazze, tra cui la DelCarro, dopo i fatti di corso di Porta Ticinese, si sono spostati nella vicina via Olona ed hanno provocato ed aggredito la Lombardi, poi fuggendo. Per il capo F non viene inoltrata richiesta di misure cautelari non consentendolo il titolo del reato mancando qui la aggravante dell'uso di armi o di oggetti atti ad offendere nel corso dell'aggressione
    Resta ora da esaminare il reato di associazione per delinquere aggravato.Da quanto sopra esposto chiara appare nel caso in esame la configurabilità del delitto di associazione per delinquere contestato al capo A e dei gravi indizi, in qualità di partecipi, a carico di PEDRAZZOLI, MURA, CELESTE, LUSTRO, GIGLIOTTI, COLOMBO, LABANCA, SCHIRONE VITO, DEL MIGLIO, LOCATELLI e DELCARRO.Quanto alla configurabilità del reato associativo, si richiama la costante giurisprudenza della S.C., secondo la quale:"La prova dell'esistenza di un'associazione con finalità illecite ben può essere desunta, in via indiretta, da tra i quali assumono particolare rilievo i delitti programmati ed effettivamente realizzati, specie se il contesto in cui questi sono maturati e le loro modalità di esecuzione conclamino l'esistenza di un vincolo associativo, quale entità del tutto indipendente dalla concreta esecuzione dei singoli delitti-scopo" (Cassaz. VI, n. 1253 del 24.9.1999 dep.il 4.11.99).Nel caso specifico risulta che i giovani skin (ben oltre i tre necessari per l'esistenza della associazione) si sono, già da anni, costituiti in gruppo, ideologicamente orientato, con base operativa stabile in via Cannero, ed altre dislocate in Milano e dintorni (si veda la nota riepilogativa Digos), prefissandosi atti di aggressione, intimidazione, ritorsione violentì, furto, danneggiamento contro avversari politici ed i loro beni, dotandosi di armi improprie e coltelli con i quali girare per le vie della città ed altrove, con la preordinata finalità di aggressione nei casi prestabiliti, concordati all'interno del gruppo e premeditati. Il solo fatto di girare comunque, alcuni, stabilmente armati di coltello e di altri mezzi di offesa, custoditi presso la base, da cui partono le spedizioni, indica l'esistenza di un programma indeterminato. Risulta anche che gli skin coltivano ideali violenti, per la tutela della razza ariana, proclamano programmi di violenta aggressione agli oppositori come metodo di affermazione e di lotta e pongono in essere provocazioni sistematiche contro gli oppositori; ciò si ricava oltre che dai simboli usati nell'abbigliamento ed accessori, nel loro inneggiare agli ideali nazisti e razzisti, nelle conversazioni intercettate e, infine, e soprattutto, dai cosiddetti `fatta concludentia" e cioè dai ripetuti episodi violenti loro riconducibili in una spirale costante.Si pensi a:- quanto accaduto il 20.1.2001 in danno di due studenti dell'istituto tecnico Ettore Conti di Milano che venivano aggrediti da tre ragazzi con la testa rasata; costoro, dopo avere apostrofato gli studenti con la frase "comunisti di merda", avevano aggredito uno dei due con ginocchiate al volto, poi allontanandosi; tra gli studenti della scuola circolava il nome dell'aggressore, indicato con il nome di Vito, ex studente dell'istituto Boccioni; le indagini accertavano che al Boccioni aveva studiato Schirone Vito; risultava altresì che gli aggressori abitualmente avevano ripetutamente minacciato chiunque avesse tentato di strappare tre cartelloni da loro affissi sulle mura esterne della scuola riportanti, tra le altre, le seguenti scritte: "Forza nuova FN -unica opposizione; con noi Forza nuova per la ricostruzione nazionale; ancora 250.000 immigrati clandestini regolarizzati.Invertiamo la rotta! Forza nuova è impegnata per il referendum abrogativo dell'attuale legge sull'immigrazione" (si vedano le copie degli atti del procedimento RGNR 8772/01 - faldone 10, per il quale è stata richiesta la archiviazione il 16.2.04, pendente dinanzi al GIP).
    Il 12 febbraio 2001 per la prima volta vengono identificati Del Miglio, Schirone Vito e Pedrozzoli Giacomo, presso i giardini di via Paolo Uccello, loro luogo di riferimento, a seguito di una segnalazione fatta dai responsabili dell'adiacente scuola media Monteverdi Colorni, che li indicava come giovani dal comportamento alquanto discutibile e con rituali riconducibili ai naziskin (si veda la nota 12.2.2001 Digos, raccolta nel sottofascicolo intitolato "precedenti riconducibili ad aderenti al gruppo skin" - faldone 10; si vedano anche gli atti del procedimento RGNR 8772/01 mod. 21, le cui copie sono state acquisite al presente procedimento - faldone 10); in particolare risulta la segnalazione della dirigente della scuola che segnala che il 30.1.2001 dal gruppo dei giovani stazionanti nei giardini e dall'abbigliamento riconducibile ai naziskin era stato tirato un sasso contro i vetri di un'aula; il 2.2.2001 un altro ragazzo, sbronzo, aveva insultato un gruppo di studentesse ferme nel giardino della scuola, in particolare prendendo di mira una ragazzina di colore definendola "sporca negra"; più precisamente il 2.2.2001 la ragazza di colore, studente della scuola Monteverdi Colorni, era stata apostrofata cori parole volgari dal gruppo di giovani abituali frequentatori dei giardini di via Paolo Uccello, uno dei quali, proprio quel giorno verrà identificato in Schirone Vito; in difesa della giovane studentessa di colore era intervenuto uno degli studenti che si trovava con lei ed era stato aggredito da uno del gruppo di coloro che avevano offeso la compagna di scuola; a sua difesa era intervenuto un ex custode, della scuola Monteverdi Colorni, ancora abitante nel complesso scolastico che aveva assistito alla scena e che aveva riconosciuto l'aggressore in Vito Schirone; del gruppo di aggressori facevano parte, tra gli altri, anche Del Miglio Stefano e Pedrazzoli Giacomo (anche in questo caso si vedano le copie degli atti del procédimento RGNR 8772/01 di cui al punto che precede); quanto accaduto il 9.2.01 nei pressi dell'Istituto Tecnico Umberto Boccioni di p.zza Arduino a Milano, allorchè una giovane studentessa (D. G.), che stava per rientrare a scuola dopo pranzo, veniva avvicinata, mentre parcheggiava la sua bicicletta, da due ragazzi uno dei quali cercava di appropriarsi dei suoi occhiali da sole, mentre l'altro, al tentativo di difesa della vittima, la colpiva con una testata, le prendeva gli occhiali che poco dopo le restituiva essendosi accorto che un professore lo aveva visto. Effettivamente un professore aveva assistito al fatto e riconosceva in uno dei due aggressori il suo ex alunno Vito Schirone (si vedano, ancora, gli atti del fascicolo 8772/01 di cui al punto che precede); quanto accaduto il 16.5.2001, nei pressi dei giardini di via Paolo Uccello, allorché due frequentatori del centro sociale "Cantiere" di via Monterosa, venivano inseguiti e minacciati da un gruppo di 7/8 giovani descritti come naziskins, di cui uno armato di coltello a serramanico ed un altro di manganello, che, inseguendoli avevano gridato: "ti vengo a prendere sotto casa tanto ti conosco e ti taglio la gola". Le vittime riferivano di conoscere gli aggressori che, mentre li inseguivano, li avevano minacciati gridando, e indicavano in Del Miglio colui che possedeva il coltello e in Pedrazzoli colui che possedeva il manganello. Indicavano inoltre la presenza nel gruppo degli aggressori di Schirone Vito. Per tale fatto Del Miglio e Pedrazzoli sono stati indagati, da minorenni, per minacce e porto abusivo di oggetti atti ad offendere; Pedrazzoli veniva anche trovato in possesso di un manganello (si veda la nota 18.5.2001 Digos - procedimento RGNR 1484/01 mod. 21 Procura Minori); nella stessa giornata la Digos bloccava in via Paolo Uccello 14 giovani skin, tra cui Pedrazzoli e Del Miglio; Pedrazzoli aveva indosso, appunto il manganello, e così pure Rocca Alessio; per il porto del manganello Rocca veniva condannato dal GIP di Milano con decreto penale alla pena di 800.000 lire di ammenda in sostituzione della pena detentiva di giorni dieci di arresto;quanto accaduto il 30.8.2001 nei pressi di p.zza Duomo, allorquando Schirone, Rocca Alessandro e Pedrazzoli, all'epoca minorenne, hanno aggredito dapprima M. F. sul tram 14 in via Torino, colpendolo con un calcio allo stomaco e un pugno al volto perché appartenente al gruppo giovanile "Gabber" e poi percuotevano B. M. nei pressi di p.zza Duomo, colpendolo con pugni e calci e quindi minacciavano M. e B., puntando loro un cavatappi a uncino, cercando di scagliare contro B. una grossa cintura metallica, colpendolo alla gamba (si vedano gli atti acquisiti in copia dal fascicolo RGNR 35416/01 mod. 21) e ciò per futili motivi e cioè nel contrasto tra gruppi giovanili contrapposti (Gabber/Skinheads) (il procedimento nei confronti di Schirone e Rocca è stato definito con sentenza di "patteggiamento" che ha applicato a Schirone la pena di mesi otto di reclusione e di Rocca di anni uno e mesi dieci di reclusione ed € 240,00 di multa);quanto accaduto il 7.4.2002 allorquando alla stazione di servizio Pero Nord della tangenziale ovest di Milano venne consumata ad opera di 4 skin (di cui due identificati in Pedrazzoli Giacomo e Schirone Luca, fratello di Vito) una aggressione violenta nei confronti di N. E., giovane di opposta tendenza politica che incontrato casualmente all'area di servizio deteneva sulla vettura il quotidiano 'il Manifesto”; Pedrazzoli, da un mese maggiorenne, venne identificato come uno degli autori della aggressione che cagionava lesioni da punta (con un'arma acuminata) all'addome (due lacerazioni cutanee, di cui una, la più ampia, di cm. 1,5 di profondità), giudicate guaribili in 8 giorni; Pedrazzoli è stato condannato a sette mesi di reclusione con i benefici di legge (si veda la sentenza in atti emessa nel procedimento RGNR 13326/02 mod. 21 - faldone 10); il rinvenimento, il giorno precedente la manifestazione per la ricorrenza del 25 aprile 2002, su una autovettura con a bordo due giovani skin (Gigliotti Luca e Schirone Luca, fratello di Vito) appena usciti dal centro di via Cannero, di un coltello con lama di cm. 7 e lunghezza complessiva di cm.17) (si veda la nota Digos 3.5.2002, nonché f. 5 nota Digos 23.8.2004 - faldone 10); il rinvenimento il 30.7.2002 presso il centro skin Spazio di un manganello, 3 tubi in ferro, 3 bastoni, 1passamontagna,13 caschi da motociclista, 5 caschi da cantiere, artifizi pirotecnici, un secchio con bulloni e biglie, 4 giubbotti protettivi di tipo "antischeggie"; ciò dopo una perquisizione disposta dalla A.G. nel procedimento RGNR 13326/02 mod. 21 nato a seguito del ferimento del 7.4.2002 già citato di N. E.; nei giorni precedenti, in previsione della ricorrenza della Liberazione la Digos aveva notato un notevole afflusso di skin anche da altre province all'interno del centro Spazio, ciascuno dei quali risultava essere organizzato ed istruito sul da farsi, con compiti precisi di vedetta e di ispezione; per tale motivo era stata chiesta, ottenuta ed eseguita la perquisizione con l'esito soprariferito, sicuramente indicativo di un programma di azioni violente (si veda il verbale di perquisizione - faldone 10);quanto accaduto il 31 gennaio 2004, allorquando un giovane del centro sociale Or.So. N. F. è stato aggredito da due skín rimasti ignoti; il F., dopo essere rientrato a casa verso le 3 del mattino del 31.1.2004 dal centro sociale Or.so., veniva seguito nell'androne di casa e picchiato con pugni e calci al volto e al corpo e derubato del portafogli contenente documenti e 30 € in-contanti; riportava lesioni (trauma craniofacciale con fratture del massiccio facciale, avulsione dentaria, ferite lacero contuse al volto) giudicate guaribili in giorni 25 s.c.(si vedano gli atti del procedimento RGNR 14058/04 mod. 44, archiviato contro ignoti con provvedimento GIP 18.2.2005 - faldone 10);quanto accaduto l' 11.4.2004 in danno di M. D. e meglio descritto al capo B) su cui già ci si è soffermati sopra;quanto accaduto il 1.8.2004 a Bergamo e meglio descritto al capo C e su cui già ci si è soffermato sopra;quanto accaduto il 6-7.8.2004 meglio descritto al capo D e su cui già ci si è soffermati sopra; quanto accaduto al centro sociale Vittoria il 15.8.2004 (tentato furto per il quale sono stati arrestati in flagranza di reato Schirone, Mura e Del Miglio e del quale si è già riferito sopra (si vedano gli atti del procedimento RGNR 33971/04 definito con sentenza di condanna dei tre arrestati alla pena di mesi sei di reclusione e lire 200/00 di multa - faldone 10); l'esito della perquisizione eseguita il 13.12.2004 alla skinhouse nel corso della quale venivano spontaneamente consegnati agli operanti 4 coltelli; venivano anche rinvenuti e sequestrati 11 bastoni, 1 mazza da baseball, due bastoni con catena (cd nunchaku), 3 bombolette antiaggressione, 2 fibbie da cintura - allegato alla informativa riepilogativa Digos 21.12.04 in faldone 2);quanto accaduto il 9.4.2005 e su cui ci si è già soffermati sopra.
    Ma, tornando alla costante giurisprudenza della Corte di legittimità sul delitto associativo, per la sua configurabilità è necessaria la consapevolezza di aderire al gruppo; per provare tale consapevolezza, sono sufficienti i fatta concludentia, che si concretino in una attiva e stabile associazione: "In tema di reati associativi, ciò che rileva è la effettiva costituzione ed operatività di una organizzazione stabile, posta in essere da tre o più persone (aventi consapevolezza di parteciparvi), allo scopo di realizzare un programma criminoso protratto nel tempo, con ripartizione di compiti tra gli associati. Poiché, dunque, la esplicita manifestazione di una volontà associativa non è necessaria per la costituzione del sodalizio, la consapevolezza dell 'associato non può che essere provata attraverso comportamenti significativi che si concretino in una attiva e stabile partecipazione) (Cassaz. V, n. 10076 del 24.9.1998, dep.11.8.1999).Ebbene, tutti gli indagati del reato sub A si ritrovavano periodicamente nel centro di via Cannero, aderendo consapevolmente al gruppo ed alla ideologia di base, permeata di violenza verso gli antagonisti, coscienti di dare un contributo causale alla realizzazione del programma; si leggano le conversazioni telefoniche ed ambientali alcune delle quali sopra riassunte, dalle quali emerge il fortissimo legame di gruppo nelle azioni, corali, prima e nella difesa e nell'inquinamento delle prove, poi, per la sopravvivenza del gruppo stesso; dai dialoghi si ricavano i compiti di ciascuno, e le lagnanze di coloro che, al momento delle aggressioni si sono visti soli ad aggredire gli antagonisti perché gli altri, che avrebbero dovuto dare man forte, sono rimasti. indietro (si veda l'intercettazione ambientale del 16.10.04 ore 2.30); si pensi alle modalità, delle azioni che, oltre che premeditate, poste in essere dopo una chiamata a raccolta degli aderenti nella base skin, risultano ben organizzate e armate e a "cariche", tanto che gli aggressori, pur in inferiorità numerica, prevalgono sugli avversari; significativo anche che non vi sia una voce, tra le conversazioni intercettate, che si lagni dell'accaduto o si stupisca, il che dimostra che le aggressioni, per quanto decise anche all'ultimo momento e con spinte spontanee, sono comunque una costante del programma del gruppo frutto di decisioni corali e costituiscono un obiettivo ben individuato, accettato ed anzi precondiviso dagli aderenti al gruppo.Altresì, per costante giurisprudenza, ai fini della esistenza della associazione, è sufficiente una sia pur minima organizzazione perché il reato si perfezioni: "Elemento essenziale dei reati è l'accordo associativo il quale crea un vincolo permanente a causa della consapevolezza di ciascun associato di far parte del sodalizio e di partecipare, con contributo causale, alla realizzazione di un duraturo programma criminale. Tale essendo la caratteristica del delitto, ne discende a corollario la secondarietà degli elementi organizzativi che si pongono a substrato del sodalizio, elementi la cui sussistenza è richiesta nella misura in cui dimostrano che l'accordo può dirsi seriamente contratto.... Tanto sta pure a significare che, sotto un profilo ontologico, è sufficiente un'organizzazione minima perché il reato si perfezioni, e che la ricerca dei tratti organizzativi non è diretta a dimostrare 1'esistenza degli elementi costitutivi del reato, ma a provare, attraverso dati sintomatici, l'esistenza di quell'accordo tra tre o più persone diretto a commettere più delitti, accordo in cui il reato associativo di per sé si concreta"(Cassaz. VI, n. 10725 del 25.9.98, dep. 12.10.98).L'associazione per delinquere si concretizza per tre fondamentali elementi costitutivi: "a) un vincolo associativo tendenzialmente permanente, o comunque stabile, destinato a durate anche oltre la realizzazione dei delitti concretamente programmati; b) l'indeterminatezza del programma criminoso che distingue il reato associativo dall'accordo che sorregge il concorso di persone nel reato; c) l'esistenza di una struttura organizzativa, sia pur minima, ma idonea e soprattutto adeguata a realizzare gli obiettivi criminosi presi di mira" (Cassaz. I n. 10107 del 14.7.98, dep. 25.9.98).

    Nel caso in esame tutti e tre gli elementi sono ravvisabili; il primo è provato dalla esistenza del gruppo con base in via Cannero; il secondo dagli elementi sintomatici ricavabili dai dialoghi e dai singoli ricorrenti episodi consumati, ora dall'uno, ora dall'altro degli aderenti, a seconda delle presenze in quel momento e dalla ideologia del gruppo; il terzo dalla sia pur rudimentale organizzazione che ha i suoi strumenti di aggregazione nella base di via Cannero, da, cui partono e rientrano le spedizioni, ove ci si organizza e si scelgono gli obiettivi, in esecuzione di un programma già stabilito e si tengono gli strumenti di offesa, ove si discute poi delle strategie difensive, anche con l’avvocato; ove si tengono i fondi e ove ci si autofinanzia con i concerti. E, 'altra parte, nel caso specifico, è anche sintomatico dell'esistenza del vincolo associativo, nel caso di specie, l'accordo a commettere i reati di aggressione, che non si dissolve ed esaurisce al termine di ogni fatto violento, ma permane, non facendo cessare i motivi di allarme sociale; anche per questo aspetto vi è il conforto della giurisprudenza di legittimità: "..il pactum sceleris distingue nettamente l'associazione per delinquere dal concorso di persone nel reato, anche continuato, il quale, al contrario, richiede l'accordo di due o più persone diretto ad eseguire un determinato reato, ovvero più reati, collegati da un medesimo disegno criminoso, consumati i quali l'accordo si dissolve e si esaurisce, facendo così cessare ogni motivo di allarme sociale " (Cassaz. I n. 10835 del 22.9.94, dep. 22.10.94).

    Ma vi sono anche sul punto esplicite conversazioni nelle quali si afferma che gli antagonisti devono essere aggrediti e che, una volta passato l'allarme del processo, si deve tornare a dare le coltellate, che si deve tacere o dire il falso agli inquirenti, per assicurare vita al gruppo e aiutare i camerati in pericolo, che si deve far ritrattare chi parla, o che si deve picchiare chi si tema che possa parlare, che.”in strada''si deve essere "cattivi perché non è come sul ring"; La stessa manife-stazione di solidarietà agli arrestati (presenza al processo il 16.8.04 dopo il tentato furto al centro sociale Vittoria), l'organizzazione di concerti per raccogliere denaro per autofinanziarsi e pagare gli avvocati, le ritorsioni (ad esempio il tentato furto il 15.8.04 al centro sociale Vittoria) sono tutti indici sintomatici del programma indeterminato criminoso e della esistenza di una struttura organizzata per commettere le aggressioni; e il gruppo skin proprio per questo, differenziandosi in modo indiscutibile dai molti gruppi giovanili che si aggregano, socializzano, si organizzano per stare insieme, per fare musica, al contrario di questi, pone alla base della attività sociale, oltre ai divertimenti giovanili, anche e proprio il programma delittuoso indeterminato descritto nel capo di imputazione al quale i. partecipi aderiscono consapevolmente, in un legame di stabile reciproca disponibilità. "L'associazione per delinquere non è necessariamente un organismo formale, sostanziandosi nell'accettazione di una disponibilità e di un impegno permanenti a svolgere determinati compiti, alfine di realizzare un programma difatti delittuosi. E' sufficiente che tale adesione dia vita ad un organismo plurisoggettivo che, indipendentemente da eventuali forme esterne, sia in grado di avere una volontà autonoma rispetto a quella dei singoli e di svolgere una condotta collettiva, sintesi delle condotte individuali, alfine di realizzare il programma criminoso. E' da ciò che derivano il danno immediato per l'ordine pubblico ed il pericolo peri beni che, programma offendono; invero l'impegno collettivo, consentendo di utilizzare imi gli uomini disponibili e le strutture appositamente predisposte, agevola la realizz, delitti scopo " (Cassaz. I n. 709 del 11.12.92, dep. 26.1.93).Tutti gli indagati per il reato associativo sopraindicati sono colpiti da gravità indiziaria, posto che tutti risultano aderenti consapevolmente al gruppo formatosi all'interno del centro skin Spazio di Milano, condividendone gli ideali ed i concreti programmi di aggressione metodica contro gli antagonisti.Un'ultima precisazione: a tutti gli indagati viene contestato il ruolo di partecipi (1I comma dell'art. 416 c.p.), anche se tra loro Del Miglio appare ricoprire un ruolo superiore, di coordinamento e di collegamento con gli anziani (hammer), egli risulta, inoltre, colui che autorizza prelievi dalle casse e gode di un particolare carisma nell'ambito del gruppo; tuttavia, per una scelta prudenziale, anche a Del Miglio si contesta la sola partecipazione, poiché non emerge dalle indagini una vera e propria gerarchia nel gruppo ove tutto viene deciso su base paritaria.Infine, si precisa che, quanto a Pedrazzoli, ovviamente, il provvedimento restrittivo viene chiesto solo con riferimento ai reati A, Bl, Cl, C2; non per i fatti di cui al capo D per il quale già è stato emesso dalla S.V. provvedimento di custodia cautelare in carcere, poi sostituita con l'obbligo di presentazione giornaliera alla PG.Per gli altri il provvedimento viene richiesto per tutti i capi di accusa a ciascuno contestati in epigrafe, fatta eccezione, ovviamente, per le contravvenzioni di cui ai capi B2, C3 , D4 e E3, e, come detto, per il reato di cui al capo F.
    ESIGENZE CAUTELARI

    Nel caso in esame è configurabile il concreto pericolo che gli indagati sopraelencati, se lasciati in libertà, commettano altri gravi delitti della stessa specie di quelli per cui si procede. Gli indagati, infatti, come sopra illustrato, hanno in programma la consumazione di una serie indeterminata di reati di aggressione contro gli antagonisti e tale programma appare tuttora in atto; si pensi a quanto accaduto il recentissimo sabato scorso 9.4.2005 quando, ancora una volta, hanno dimostrato di essere ben organizzati, attrezzati, e determinati, ;alcuni hanno già precedenti penali o giudiziari specifici. In particolare:

    Su Pedrazzoli risultano:
    1)l'episodio segnalato dalla scuola Monteverdi Colorni di via Paolo Uccello del 2.2.2001 2) l'episodio dell'aggressione in danno di M. F. e l'episodio dell'aggressione in danno di B. M. del 30.8.2001 in concorso, tra gli altri, con Schirone Vito; 3) l'episodio dell'aggressione contro F. e C., frequentatori del centro social "Cantiere", del 16.5.2001 in concorso con Del Miglio;


    2) l'episodio dell'aggressione in danno di N. E. e delle minacce al N. e a P. E. nell'area di servizio Pero Nord il 7.4.2002 in concorso, tra gli altri, con Schirone Luca, fratello di Vito (Pedrazzoli è stato condannato);
    Su Del Miglio risultano:1) l'episodio segnalato dalla scuola Monteverdi Colorni di via Paolo Uccello del 2.2.2001 2) l'episodio dell'aggressione contro F. e C., frequentatori del centro sociale "Cantiere", del 16.5.2001 in concorso con Pedrazzoli (Del Miglio è stato condannato);
    3) l'episodio del tentato furto al centro sociale Vittoria del 15.8.04 in concorso con Mura e Schirone Vito (Del Miglio è stato condannato);

    Su Gigliotti Luca risultano:
    1)il porto di coltello accertato il 24.4.2002 in concorso con Schirone Luca, fratello di Vito a seguito di controllo disposto nell'ambito delle indagini per il ferimento di N. E. (Gigliotti è stato condannato)

    Su Schirone Vito risultano:
    1) l'episodio dell'istituto E. Conti del 20.1.01;
    2) l'episodio segnalato dalla scuola Monteverdi Colorni di via Paolo Uccello del 2.2.2001
    3)l'episodio del 9.2.2001 in danno della studentessa dell'Istituto Tecnico Boccioni, rapinata degli occhiali;
    4)l'episodio dell'aggressione in danno di M. F. e l'episodio dell'aggressione in danno di B. M. del 30.8.2001 in concorso, tra gli altri, con Pedrazzoli Giacomo (Schirone è stato condannato);
    5)l'episodio del tentato furto al centro sociale Vittoria del 15.8.04 in concorso con Mura e Del Miglio (Schirone è stato condannato)

    Su Mura Andrea risultano:
    1)l'episodio del tentato furto al centro sociale Vittoria del 15.8.04 in concorso con Schirone Vito e Del Miglio (Mura è stato condannato);

    Si aggiunga che, comunque, quando incensurati (Celeste, Lustro, Colombo, Labanca, Locatelli e Delcarro) gli indagati dimostrano di essere profondamente inseriti nel gruppo, a pretesa tutela del quale (per ritorsione), i reati fine vengono posti in essere; a volte, invece, le aggressioni vengono realizzate solo o anche per affermare la identità stessa del gruppo, la sua ragion d"essere," là sua forza, la avversione contro chi la pensa o vive diversamente e le provocazioni vengono oste in essere proprio per dare esca all'aggressione. Proprio in vista della realizzazione dei reati fine gli indagati sono soliti girare armati o di arnesi atti offendere e non esitano ad usarli non appena se ne presenti la "necessità", dopo avere provocato, e ciò in modo sistematico, ben organizzato e certamente non occasionale, al contrario pervicace; il che denota una particolare pericolosità che impone la adozione della misura cautelare della custodia in carcere, nonostante la giovane età di alcuni indagati; l'essere giovani, infatti, in taluni casi, e questo ne è un esempio, è sintomo di particolare pricolosità, per Ia mancanza - che caratterizza 1' età giovanile - di capacità di riflessione, di capacità critica, per la facile e totale adesione a slogan non meditati, che richiamano a condotte anche violente che poi vengono acriticamente poste in essere e le cui conseguenze, anche drammatiche, vengono senza adeguata riflessione accettate e condivise.


    RILEVATO, dunque, CHE


    ogni altra misura cautelare diversa da quella della custodia in carcere appare allo stato inadeguata a far fronte alle esigenze di cui sopra;
    Visto l'art. 291 c.p.p
    CHIEDE
    l'applicazione nei confronti degli indagati elencati e generalizzati in epigrafe della misura cautelare personale della custodia in carcere, per i reati pure in epigrafe contestati, fatta eccezione per tutti gli indagati per i reati di cui ai capi B2, C3, D4, E3 e F e, quanto a Pedrazzoli fatta eccezione anche per i reati di cui ai capi D1 e D2 e D3 e precisamente per:
    PEDRAZZOLI per i reati di cui ai capi A e Bl;
    MURA per i reati di cui ai capi A, D1, D2, D3;
    CELESTE per i reati di cui ai capi A, B1, Cl, C2, Dl, D2, D3, E1 e E2;
    LUSTRO per i reati di cui ai capi A, CI, C2. Dl, D2 e D3;
    GIGLIOTTI per i reati di cui ai capi A, Dl, D2 e D3;
    COLOMBO per i reati di cui ai capi A, Cl, C2, D1, D2, D3, El e E2;
    LABANCA per i reati di cui ai capi A, C1, C2, D1, D2, D3, El e E2;
    SCHIRONE per i reati di cui ai capi A, Ci, C2, D1, D2, D3; DEL MIGLIO per i reati di cui ai capi A, D1, D2, D3; LOCATELLI per i reati di cui ai capi A, D1, D2, D3; DELCARRO per i reati di cui ai capi A, El, E2.

    Si ALLEGA:copia integrale degli atti contenuti a tutt'oggi nel fascicolo del P.M. e di cui all'indica in esso fascicolo contenuto.

    Manda alla Segreteria per gli adempimenti di competenza. Milano, li' 14.4.2005.

    IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
    (dott. Luisa ZANETTI - Sost.)

     
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    vai a lavorare invece di scrivere cazzate qui sopra

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    non riuscirei mai a leggerlo tutti senza sputare gli occhi sul monitor tongue.gif

    nulla di nuovo sotto il sole
     
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  3. disorder
     
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    non l'ho letto tutto...certo che parlare al telefono così...peggio di preziosi!!
     
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  4. Brian_VareseMod
     
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    Io l'ho letto tutto e dico: per parlare di ste cose al telefono bisogna proprio essere dei bei gondoni!!
     
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  5. FrankieRoberts
     
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    che gran casino che han fatto però sti 4 coglioni.. e pensare che Gigi (hellvirus per chi bazzicava la chat di IRC) è alla fine un coglioncello poco intelligente (come si evince dal fatto che parla al telefono.. egli stesso ammise altre cose in chat) e la Fra era una tipa che fino a 4 anni fa girava con il chiodo con scritto ANTIFA.
    saluti
     
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  6. bluEngel
     
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    che dire....son proprio dei gran bravi ragazzi!! huh.gif
     
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  7. Brian_VareseMod
     
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    Se è per questo, il caro Hellvirus chiedeva anche puntelli tramite chat e minacciava lamate via modem.

    Riguardo all'altra persona che dici, Alex, io me la ricordo strafatta di Speed e frequentatrice di rave party.

    Qui, più che dell'antifascimo/razzismo/capitalismo/thehozzismo c'è bisogno dell'assistente sociale!
     
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  8. thewe
     
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    si comunque la digos sa quando andiamo anche al cesso (riferito ai fatti di Milano) però cme fanno a distinguere i nazi dai non nazi questo non lo so, probabile che manco lo facciano.. sono stato fermato pure io dalla digos e continuavano a chiedermi se ero della skinhouse e intimandomi di levarmi il bomber per stare nella zona ticinese (tutto questo perchè ho il bomber nero..)
     
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  9. LizRiot
     
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    fabio ma alla fine sono finiti in carcere?
     
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  10. FrankieRoberts
     
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    ma quale carcere.. bisogna fargli sputare le palle dalla bocca..
     
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  11. DaveHC
     
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    ... hai dimenticato di riportare la prima parte... che cmq non è inerente a Bergamo Alta...

    Edited by DaveHC - 3/10/2005, 17:46
     
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10 replies since 30/9/2005, 19:41   1631 views
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