| drexciya |
| | | ….continua da “Storia della Rave Culture e dell’Acid House” (1985-1990)
Storia della musica Hardcore (Techno) p.te 1 (1990-1995) by Drex
Esiste una netta frattura tra la musica Hardcore e la Techno nera (Detroit), impossibile accostarne i contenuti, valori, contesti. Difficile persino discostare la musica Hardcore dall’ambiente che le è proprio, i Rave Parties. Si distanzia molto anche dalla sua controparte più elaborata, la Techno anglosassone di Orbital, 808 State, FSOL, Underworld, materiale pregiato confrontato con i veloci ritmi, sporchi e semplici giri di synth, parti vocali da campioni girati a 78 giri, come riprendere un’energia hardcore punk e sputarla dentro ad un sequencer. La colonna sonora di una generazione che ha lasciato spesso sul terreno di quelle nottate alcuni miliardi di neuroni. Le fondamenta, almeno teoriche, della morte discografica, la scomparsa del musicista, il muro sonoro, amelodico, l’abolizione completa della struttura canzone.
La scomparsa di ogni riferimento sessuale nel ballo, l’antitesi del rock, moltitudine di individui autonomi nel loro “viaggio”, partecipi nel rituale collettivo che si consuma, sottocultura musicale figlia bastarda di una società in crisi di punti di riferimento. La ripetitività del gesto nel ballo rispecchia la digitalizzazione della società moderna, la copia infinita di ritmo, di gesti e di condizioni emotive. I break nei brani non creano nemmeno pause ma il riproporsi di una tensione senza fine; ad alimentarne la durata le sostanze stimolanti dando un senso di eternità all’atto, come se tutto ciò potesse durare senza limiti. Questo energia primitiva liberata dal semplice ritmo e frenesia del movimento ha molto in comune con i primi vagiti del rock’n’roll, il punk, le forme originarie di quel che poi l’elaborazione e la suddivisione degli stili permette di creare moltitudini di forme musicali, è la materia grezza su cui scolpire i suoni futuri. Così fu, tanto che dall’Hardcore si intagliano le sculture Jungle e quindi, in un lavoro più sopraffino il Drum’n’Bass, fino alle costruzioni spezzate moderne del Breakcore o la distinzione in varie forme di accelerazione nella musica Hardcore Techno successiva (Gabber, Speedcore, etc.). Non che si possa parlare di una vera e propria origine, nei primissimi ’90 la dance andava acccelerando sempre più il battito del cuore di una moltitudine di entusiasti, uniti per celebrare rituali collettivi e riportandoli alle loro origini più umane. A monte ritroviamo il Breakbeat Hardcore, dove i frammenti di ritmo, utilizzati nell’Hip Hop, unitamente alla cultura Acid House a cavallo del decennio 80, ulteriormente velocizzati ed includendo contenuti Reggae permisero l’evolversi della futura scena Rave, dove gli stessi Prodigy muovono i primi passi.
Si sottolinea spesso l’immaginario percorso da sensazioni forti, morbose, legati ad una condizione, malata e psicotica. Il tutto ha un senso anche provocatorio oltre che di reazione alle insoddisfazioni del vivere quotidiano, rimanendo comunque disimpegnato. La variante Happy Hardcore permette un senso di evasione meno opprimente, mantenendo alta la tensione musicale ma con l’introduzione di semplice melodia e voci aumentate nel tono, come girare dischi a 78 giri. Ciò aggiunge un che di femmineo o adolescenziale all’Hardcore, un atteggiamento beffardo più che provocatorio. Il contrasto con l’”Happy” è il cosiddetto Darkside, il prototipo della Jungle, con l’introduzione di bassi rallentati (halfspeed) e la fuga dal 4 canonico. Nel Darkside c’è la volontà di mantenere la rave music nell’underground. D’altra parte la variante Speedcore o Terrorcore spinge i contenuti insani del genere verso forme più estreme.
Altri cercheranno nuove forme espressive, breakbeat complessi, basso a metà velocità e rinuncia al 4 kick drum sono elementi di transizione verso uno stile che si consoliderà nella comunità nera, con l’inserimento di MC’s che iniziano a parlarci sopra. Il Darkside invece sfuma dalla scena per lasciar posto alla battuta reggae in levare, dando il via alla Jungle. La fusione dell’Happy Hardcore con lo stile Bouncy Techno non rappresenta la sua fine ma un ritorno indietro nel tempo. Bouncy Techno è uno stile dove elementi di Techno e Gabber si mescolano, in un formato di semplice struttura, produzione di bassa qualità, kick drum 4, semplice uso di suoni tipicamente Roland TR909, inserimenti in progressione, sample ripetuto, come semplice uso di un arpeggio e la linea di basso anche a singola nota.
Happy Hardcore e Jungle rimarranno popolari in Inghilterra, il Gabber vive la sua miglior vita nei paesi fiamminghi, oltre che noto anche in Germania e USA. Ulteriori suddivisioni più sottili portano i nomi delle città di provenienza. Altre influenze Hardcore, più per l’atteggiamento che nel risultato musicale, si osservano nei contenuti più forti di altri generi susseguenti, ad esempio l’Hardhouse, Hardtrance, che dimostrano quanto l’Hardcore ritorni periodicamente per coloro che voglio abbandonare un facile approccio per un dato genere musicale. Si veda anche il ritorno nell’attuale Breakcore e il contributo dato alla cultura Industrial. Di contro, qualora i generi si ammorbidiscono per risultare di più facile approccio, assumono sfumature cosiddette “progressive”. Da non sottovalutare che la semplicità della struttura musicale permise di avvicinare alla produzione persone con minori disponibilità di mezzi, concetto molto vicino al primo punk. Attorno al ‘94 si frammenta la scena Hardcore e nasce la Jungle, poi Drum’n’Bass, mentre l’Happy Hardcore diviene sempre più commerciale, coverizzando anche canzoni pop. Il genere si caricherà successivamente di un maggiore contenuto estremistico, ulteriore accelerazione, ne riparleremo con qualcosa sul Gabber e le influenze Hardcore in tempi recenti.
Edited by drexciya - 2/6/2005, 19:27 |
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