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Inception, di Christopher Nolan

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Isabel Archer
view post Posted on 30/9/2010, 23:58




SPOILER (click to view)
E se in realtà Cobb non si fosse mai risvegliato e avesse accettato il sogno lasciando la realtà per sempre? E' una possibilità..
 
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view post Posted on 1/10/2010, 08:47
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Sei sicuro?

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Ci sono tanti punti interrogativi nel finale,volutamente,credo che si sia ancora nella situazione onirica ma non saprei dire a che livello,anche se non penso proprio che sia stata una scelta di Cobb,ma piuttosto una necessità.
 
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Mrs_Dalloway_1988
view post Posted on 1/10/2010, 12:47




CITAZIONE (Tifeo Pluto @ 27/9/2010, 16:47)
Alcuni dubbi:
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b) Perchè essendo loro ad un primo livello, riescono a vivere 50anni in un lasso di tempo breve? Il rapporto di un primo livello è 5 min: 1 ora?

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aspetta... perchè dici che sono in un primo livello? Cobb non dice che con sua moglie hanno esplorato diversi livelli del sogno?
 
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Isabel Archer
view post Posted on 1/10/2010, 16:04




SPOILER (click to view)
Cobb e Mal sono arrivati all'ultimo stadio del sogno infatti...
 
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tiresia5
view post Posted on 3/10/2010, 13:41




Mi sono molto divertita, film meno pretenzioso del solito, quindi più accettabile dal mio punto di vista, girato molto bene.
La Ellen Page è l'unica ad essere totalmente fuori ruolo e fuori parte (se non mette su ciccia sono guai, sembra che, se solo le si avvicina un uomo, il film parlerà di pedofilia) da cotanto nome, Arianna, un personaggio utile solo a spiegare come funziona il congegno della costruzione dei sogni.

Più che un film che parla, riflette e tematizza il cinema mi sembra un film che si occupa del videogioco: il sogno/videogioco è condiviso, si costruisce su livelli, c'è sempre da affrontare un dispiegamento di gente che ti vuol fare fuori per non andare avanti (in ogni buon videogioco non imbelle c'è da sparare addosso a qualcuno che ti vuole far fuori), gli scenari nei diversi livelli cambiano, ma c'è sempre la stanza d'albergo e l'albergo in genere, lo scantinato, l'esotismo sino/giapponese, l'agguato ad una fortezza possibilemnte sulla neve (io ne ho giocati parecchi così), c'è sempre un segreto/pozione/chiave/foglio/oggetto magico chiuso dentro una cassaforte, e quando pensi che sia finito, ecco un livello suppletivo. Insomma, tutto il possibile che è sempre contenuto dentro un videogioco. Spesso c'è anche la bellona un pochetto maliarda e cattiva.

Però molto divertente
 
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view post Posted on 27/10/2010, 23:09
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Nel melting pot di Nolan gli ingredienti sono parecchi: spostare la Dark City di Proyas ad un livello onirico di cui già si erano occupati a loro modo Kaufman e Gondry (con Eternal Sunshine of the Spotless Mind), aumentare il numero di caverne platoniche (come aveva fatto a suo tempo Rusnak nel mediocre Il tredicesimo piano indebitandosi con Salvatores), spiazzare lo spettatore mantenendo il plot sull'orlo dell'alienazione (e qui maestro fu Gilliam in Brazil, ma imparò bene la lezione anche Forster quando diresse Stay - Nel labirinto della mente), condire con un po' di perbenisti combattimenti alla Matrix (che, sì, ha fatto scuola).
Il risultato è un film sicuramente capace di far parlare di sé. Innanzitutto perché ha una trama basata sulla commistione di generi (come è tipico della buona fantascienza). Poi perché ha una regia intelligente. E non è poco.
Al resto ci pensa un cast ben amalgamato, in cui l'unica pecca è una Marion Cotillard alle prese con un personaggio stereotipato che è il surplus. La parte romantica lascia il tempo che trova e si tende a dimenticare.
Le domande restano due: ma davvero l'America per fare del buon cinema che abbia presa sul pubblico ha così forte bisogno di coniugare il denaro (qui rappresentato da una banale lotta tra multinazionali) alla famiglia?
In un mondo mercenario quale quello raccontato da Nolan non sarebbe più originale ed intrigante fare un salto nel passato e rappresentare una realtà dove il fine non giustifichi i mezzi?
Facendo altrimenti si corre il rischio di restare intrappolati in un intrattenimento che, seppur dotato delle migliori intenzioni, non riesce ad evadere da una realtà virtuale a più livelli che risponde al bieco nome di commercio.
Voto: ***1/2
ANDREW SEAS
 
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view post Posted on 3/4/2011, 20:44
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il cerchio si chiude, ed appaiono 3 stelle

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gran film, che ti cattura dall'inizio alla fine

anche a me non è piaciuto il personaggio della page, che praticamente sta lì solo per beccarsi gli spiegoni.
non eccezionale di caprio secondo me, non mi ha trasmesso molto

come spesso mi capita con nolan, la storia mi piace + per il come che per il cosa, gran costruzione, idee traballanti
 
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view post Posted on 4/4/2018, 16:28
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"Il Sabo"

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CITAZIONE
Ovvio quindi che una chiave di lettura cristallina e univoca è improponibile ma, a distanza di anni dall'uscita nelle sale del film, è possibile fornire una spiegazione abbastanza esaustiva, grazie anche all'aiuto del regista e del cast tecnico e artistico.

Prima di parlare del finale (a proposito, siamo di fronte ad un film uscito nel 2010, è superfluo quindi avvisare di possibili spoiler d'ora in avanti specie se il titolo dell'articolo è così esplicito), è bene introdurre un elemento chiave del film, un oggetto di scena altamente iconico e funzionale ai fini della trama: si tratta del totem, piccolo oggetto "che abbia un peso, dalla natura particolare, che dia la certezza a chi lo possiede di trovarsi nella realtà". In pratica è un elemento di piccole dimensioni che permette ai protagonisti del film di mantenere un contatto costante con la realtà.

Per Cobb/DiCaprio il totem è rappresentato da una trottola. Se essa, dopo essere stata lanciata dal suo possessore, continua a roteare all'infinito, ciò significa che Cobb si trova nel sogno. In caso contrario, è tornato alla realtà. Nella scena finale di Inception, Cobb/DiCaprio, un attimo prima di ricongiungersi ai suoi figlioletti, lancia la trottola sul tavolo. La osserviamo mentre gira su se stessa e, dopo quello che sembra essere un sussulto (preludio ad un'interruzione nel moto dell'oggetto), il film si interrompe bruscamente, senza rivelare se il personaggio di DiCaprio si trovi effettivamente nella dimensione reale.

Un epilogo cervellotico in linea con la natura del film stesso, che fa della reiterazione del proprio meccanismo - sogni-trappola e livelli di gioco (proprio come in un videogame) che scavano sempre più in profondità - il mantra attraverso cui accentuare quel senso di spaesamento, di ambiguità, che induce inevitabilmente Cobb e soci (ma pure lo spettatore) a chiedersi di continuo se sia possibile distinguere un sogno da ciò che non lo è.

"Stai aspettando un treno..."


Ad un'osservazione più accorta, però, ci si rende conto di come microscopiche differenze siano in grado di evidenziare una situazione del tutto nuova per Cobb/DiCaprio. Nel film egli è tormentato dal senso di colpa per il suicidio della moglie Mal, avvenuto dinanzi ai suoi occhi. La pellicola inizia, prosegue e si conclude con proiezioni del subconscio di Cobb in cui fanno capolino i figli del protagonista. Appaiono sempre di spalle e il moto perpetuo della trottola sta lì ad indicarci che di reale c'è solo l'infinito amore di un padre per la sua prole.

Questo è ciò che ripetutamente accade fino alla discussa scena finale: in essa appare anche Miles, il personaggio interpretato da Michael Caine. Come rivelato dallo stesso attore durante un'intervista alla BBC, già la sua presenza in scena dovrebbe bastare a chiarire la natura reale e oggettiva di ciò che osserviamo sullo schermo. E tutto questo per un motivo piuttosto elementare, quasi banale diremmo: siamo di fronte alla realtà perché l'anziano personaggio di Caine non compare mai nelle proiezioni a tema famigliare di Cobb/DiCaprio. Ciò avvalorerebbe quindi la tesi secondo cui Mr. Saito ha rispettato gli accordi iniziali, permettendo a Cobb di tornare a casa senza essere arrestato.

Non solo. Anche i figli di Cobb forniscono un ulteriore prova alla tesi del "lieto fine" di Inception. I giovanissimi attori che li impersonano, infatti, non sono gli stessi delle scene precedenti. Anche il loro outfit è leggermente diverso. Appaiono pure cresciuti, se di poco (è logico pensare che sia passato del tempo dalla tragedia di Mal al ritorno di Cobb a casa).


Certo i più scettici diranno che è altrettanto logico pensare al finale del film come ad un nuovo parto del subconscio di Cobb oppure che l'intera pellicola sia essa stessa una vicenda fantastica, evanescente (possiamo leggerla addirittura come un'enorme e arzigogolata metafora del cinema stesso, tra scenografie costruite sotto i nostri occhi e personaggi che simulano o recitano la parte di qualcuno). L'aspetto più curioso, per giunta poetico, è rappresentato però dalle movenze del protagonista impersonato da DiCaprio: una volta chiamato dai suoi figli, si precipita da loro senza preoccuparsi di verificare il responso del proprio totem. Come a dire: se sto sognando, stavolta non svegliatemi.
 
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view post Posted on 24/9/2020, 19:27
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"Il Sabo"

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view post Posted on 3/11/2021, 19:16
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