Enorme tempesta di sabbia copre i cieli dell’Egitto e coste dell’Asia minore, visibilità ridotta a poche centinaia di metri in molte città egizianedomenica 2 marzo 2014, 17:06
di Daniele IngemCon l’arrivo della primavera meteorologica, tra il Medio Oriente e l’Africa settentrionale inizia la stagione delle tempeste di sabbia, dette anche
“Haboob”. Proprio in queste ore una vasta tempesta di sabbia, originatasi nelle scorse ore sul deserto Egiziano, sta offuscando i cieli dell’Egitto, determinando drastiche riduzioni della visibilità orizzontale su vaste aree del paese. In molte città dell’Egitto centro-settentrionali, fra cui la capitale Il Cairo, dalla prima mattinata di oggi le tempeste di sabbia hanno reso invisibile la volta celeste, rendendo l’aria irrespirabile, viste le enormi quantità di polvere spinte dal vento. Tutta colpa dei sostenuti venti da S-SO e SO che in queste ore stanno spazzando il deserto Egiziano, sollevando enormi quantitativi di polvere che stanno offuscando i cieli dell’Egitto, fino alle città costiere che si affacciano sul mar Mediterraneo.
In queste ore le tempeste di sabbia stanno provocando drastiche riduzioni della visibilità orizzontale, soprattutto nell’Egitto settentrionale, causando enormi disagi con la conseguente paralisi dei trasporti. Sulla capitale Il Cairo, al momento, la sostenuta ventilazione da S-SO e SO, che solleva enormi quantità di polvere e sabbia finissima dall’entroterra desertico Egiziano, sta riducendo la visibilità orizzontale ad appena 400-500 metri. Ma in altre località egiziane si segnala una visibilità orizzontale praticamente nulla, ad appena 100 metri, o anche inferiore. L’enorme nuvola di polvere sollevatasi dal deserto Egiziano ora tende a spingersi sopra il mar di Levante, puntando verso l’isola di Cipro e la Turchia meridionale, dove i cieli sono già pesantemente velati, a seguito del trasporto in quota di ingenti quantità di pulviscolo desertico. Entro sera la nuvola di polvere, sotto la spinta degli intensi venti da SO attivi nella media troposfera, raggiungerà le coste dell’Asia minore, offuscando i cieli di Palestina, Israele e Siria, dove si potranno verificare anche delle “piogge miste a polvere desertica”.
I tesi venti da S-SO e SO, che dal deserto Egiziano si spingono verso le coste dell’Egitto e del mar di Levante, si sono attivati lungo il bordo orientale di un sistema frontale che dal mar di Creta tende a spingersi verso levante, interessando con il suo fronte caldo, piuttosto esteso, la Turchia, mentre al contempo un promontorio anticiclonico sub-tropicale di blocco si localizza poco più ad est, in prossimità delle coste dell’Asia minore. Tale sistema frontale è direttamente collegato al “CUT-OFF” che in queste ore staziona attorno il Tirreno centrale. Il “gradiente barico orizzontale” che si viene a determinare fra le opposte figure bariche attiva il flusso dai quadranti meridionali che dall’entroterra interno del deserto egiziano si propaga molto rapidamente verso il Mediterraneo orientale, precedendo anche importanti fasi di maltempo, in attesa dell‘avanzata del fronte freddo e delle linee di instabilità a suo seguito. Come lo Scirocco all’origine è un vento caldo e molto secco, visto l’origine desertica. Ma una volta che dalle coste egiziane si propaga verso il Mediterraneo i
l “Khamsin”, un vento piuttosto caldo, secco e polveroso che periodicamente spazza l’Egitto e il bacino orientale del mar Mediterraneo, con risentimenti fino alle coste dell’Asia minore in particolari situazioni sinottiche. Il “Khamsin” costretto a transitare la calda superficie marina, tende a umidificarsi notevolmente arrivando sulle coste meridionali turche come un vento caldo ma piuttosto umido.
Una volta raggiunte le coste turche l’aria calda e umida che viene spinta dal
“Khamsin”, incontrando i primi rilievi del vicino retroterra, è costretta a sollevarsi verso l’alto (forzatura orografica), raffreddandosi e agevolando la rapida condensazione del vapore acqueo che favorisce lo sviluppo di una consistente nuvolosità da “stau” (sbarramento orografico) che da origine ad intense fase precipitativi, spesso a sfogo di rovescio o temporale. Spesso le inondazioni e i “flash flood” che tra l’autunno e l’inverno (più raramente in primavera) colpiscono le aree costiere della Turchia meridionale sono associate all’afflusso delle masse d’aria calde e molto umide, dai quadranti meridionali, che si muovono lungo il margine pre-frontale (settore caldo) delle ciclogenesi mediterranee, interagendo con l‘aspra orografia che caratterizza il sud della Turchia.
Meteoweb