Mal d'Egitto

Cairo: cultura e società, Articoli sulla grande metropoli

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Cleopatra79
view post Posted on 6/10/2005, 16:58




Prossimo lancio seconda fase villaggio informatica in Egitto

IL CAIRO, 5 OTTOBRE - L'Egitto lancera' nei prossimi mesi la seconda fase del ''Villaggio intelligente'', un parco tecnologico nei dintorni del Cairo. Il numero di aziende di comunicazioni e di informatica e' cresciuto da 20 a 85. Il governo egiziano ha gia' approvato il progetto di un allargamento del villaggio che sara' terminato entro il 2008, visto anche che molte altre societa' si stanno preparando a trasferirvi i loro progetti di sviluppo nel campo dell'informatica. La prima parte del villaggio fu aperta due anni fa. (ANSA)
 
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hayaty
view post Posted on 1/8/2007, 00:06




Egitto: Cairo a rischio suq libri
'E' un centro culturale all'aperto unico al mondo'

IL CAIRO, 27 LUG - Lo storico suq dei libri di Ezbekeya, al Cairo, rischia di sparire per dare spazio alla terza linea della metropolitana. Tra i venditori, c'e' chi teme un trasloco forzato. 'E' un centro culturale all'aperto unico al mondo, il governatore dice che non ci spostera', ma non mi fido', racconta un anziano libraio. Dopo aver subito uno spostamento nell'87 intorno alla moschea di Al Azhar, da 9 anni i librai sono tornati a Ezbekeya, nella nuova sede, 'troppo nascosta' per alcuni.

Ansa
 
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falak
view post Posted on 4/1/2008, 18:40




La metropoli araba licenzia migliaia di addetti al richiamo della preghiera:
"Stonati e rumorosi". Dalla primavera, al loro posto un annuncio registrato


Le mille voci del Cairo
cancellate da un cd

l Parlamento e i tradizionalisti si sono scatenati contro l'iniziativa del Ministro
Acquistati gli apparecchi, via al concorso del canto più bello: 2500 i candidati

dal nostro inviato ELENA DUSI





IL CAIRO - Il muezzin accende il microfono, ci tossicchia dentro un paio di volte. Poi inspira tutta l'aria che può e si prepara a urlare la sua preghiera. Deve farlo il più forte possibile: non può permettere che le strofe sacre anneghino nel rombo del traffico al Cairo. Diciassette milioni di persone concentrate attorno al Nilo, che potrebbero provocare un terremoto se solo battessero un piede tutte insieme, non sono facili da raggiungere a voce, neanche con l'aiuto del piccolo altoparlante piazzato in cima al minareto. Così capita che l'adhan - il richiamo alla preghiera - urlato a pieni polmoni, esca dalla gola del muezzin in forma non proprio intonata. Cacofonica, sostengono alcuni. Se poi si moltiplica la scena per 4mila (tante sono le moschee del Cairo, ognuna con il proprio addetto al richiamo) e ancora per 5 (le preghiere nell'arco di una giornata), si ha un'idea della potenza acustica che l'Islam può raggiungere nella capitale egiziana. Incapace di abbassare il volume del traffico, il governo ha deciso di intervenire sull'inquinamento acustico del Cairo mandando a casa i muezzin. E sostituendo il loro richiamo alla preghiera con un audio unificato, registrato da un professionista della salmodia sacra, trasmesso a decibel dimezzati.

Il ministero degli Affari religiosi ha già acquistato 4mila apparecchi radio, da distribuire alle grandi moschee così come alle semplici sale di preghiera. Dopo numerosi rinvii, la partenza del progetto è stata annunciata per questa primavera. Ma il ministro dovrà prima superare la tenace opposizione dei musulmani del Cairo.

Agli abitanti della capitale infatti quest'idea del richiamo artificiale non piace affatto, nonostante la promessa di adhan finalmente intonati, senza sbavature dialettali e trasmessi tutti contemporaneamente. Capita infatti oggi che non tutti i muezzin del Cairo abbiano orologi sincronizzati e i richiami alle preghiere, che in sé durano un minuto circa, si rincorrano e sovrappongano da angoli diversi di uno stesso quartiere anche per un quarto d'ora.

La reazione dei muezzin è stata ovviamente adirata, visto che per il loro servizio ricevono uno stipendio modesto ma regolare dal Ministero per gli affari religiosi. Il ministro che sovrintende al culto islamico in Egitto, Mahmud Hamdi Zaqzuq, annunciò per la prima volta il piano dell'"adhan via etere" nel 2004. A novembre scorso ha comprato i 4mila apparecchi per quasi 700mila lire egiziane (90mila euro). Una gara per i muezzin dal canto più bello è stata lanciata, con il titolo "Una voce per la città intera" e già 2.500 pretendenti con il requisito di una laurea in materie religiose hanno presentato domanda. Nonostante il rifiuto compatto di fedeli, parlamentari e religiosi stipendiati, tutto è pronto per il progetto dei "minareti trasformati in antenne". Al momento l'iniziativa è limitata alla sola Cairo, ma il ministro giura di volerla estendere al più presto a tutto l'Egitto.

Un primo esperimento circoscritto a una manciata di moschee della capitale a settembre ha lanciato presagi tutt'altro che ottimistici. Gli adhan via radio sono stati infatti interrotti tra le proteste dei fedeli, per via del volume troppo basso rispetto al caos urbano e della voce gracchiante del "muezzin via etere". Anche il parlamento si è scatenato contro Zaqzuq. "L'adhan è uno dei riti dell'Islam. Trasmetterlo per radio vuol dire mutilarne la spiritualità" ha decretato con un voto unanime la commissione per le questioni religiose della Camera del Popolo a fine novembre. "Il denaro speso per l'acquisto degli apparecchi poteva essere usato meglio per aiutare i musulmani poveri o togliere tanti bambini dalle strade. Per dare una pensione agli imam anziani. O al limite per aprire un nuovo canale tv dedicato ai programmi religiosi per l'edificazione del popolo" ha aggiunto Ahmad Omar Hashim, capo della commissione.

Zaqzuq rimane irremovibile. Per traghettare il suo progetto verso il successo non ha esitato a ricorrere all'aiuto del mufti di stato, che ha preparato una fatwa (parere religioso con valore legale) ad hoc per le esigenze del ministro, affermando che un adhan unificato trasmesso via radio non perde nulla del suo valore. "Certo, è perfettamente lecito - ha ribadito Zaqzuq al quotidiano governativo al Ahram - tutti gli esperti di sharia sono concordi: si tratta solo di un sistema per organizzare meglio il richiamo alla preghiera".

Il primo adhan della giornata al Cairo cade in questi giorni verso le 5 e 20, alle prime luci dell'alba. Ma capita a volte che i muezzin saltino l'appuntamento, lasciando dormire i fedeli e facendosi sentire direttamente per la preghiera di mezzodì (in questo mese verso le 11 e 10). Il sospetto dei tradizionalisti è che l'adhan unificato sia il primo passo verso lo smantellamento dell'Islam in Egitto, e che sia stato imposto da Washington al governo del Cairo ("Non esiste alcuna pressione internazionale" ha dovuto rassicurare Zaqzuq su al Ahram). Il timore di molti fedeli è che il regime egiziano di ispirazione laica guidato dal presidente Hosni Mubarak, come prossima mossa, possa far cadere in disuso la preghiera dell'alba. Scomoda certo, ma pur sempre parte di uno dei cinque pilastri dell'Islam.

(4 gennaio 2008)

Repubblica
 
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Cleopatra79
view post Posted on 11/1/2008, 17:27




nooo scandaloso! Come si fà a togliere una tradizione simile, la voce del muezzin è una delle cose più affascinanti di questa terra, oltre al significato che può avere per un mussulmano, non può essere sostituito da un apparecchio..è assurdo!
 
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sealove
view post Posted on 11/1/2008, 17:59




Mi associo al grido di dolore di Cleo!

Il muezzin è un'istituzione ma tutto il mondo pretende di progredire?
E' progresso mettere un CD al posto della voce che chiama alla preghiera?
E' progresso non far suonare le campane ma un disco registrato?

A quanto pare le religioni sono diverse ma la globalizzazione arriva
ovunque e, forse, in maniera sbagliata!
 
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falak
view post Posted on 12/1/2008, 09:00




Son dello stesso pensiero anch'io.... :cry:
 
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jasmina623
view post Posted on 13/1/2008, 12:54




e' difficile descrivere l' emozione quando senti la voce del muezzin...per me è qualcosa di magico....spero anch'io che non la sostituiscano con un apparecchio...ma io penso che alla fine lasceranno tutto com'è ora...spero :)
 
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manu.79
view post Posted on 14/1/2008, 15:06




anch'io mi associo....la voce del muezzin di richiamo alla preghiera è stata una delle prime cose che mi hanno colpito nel mio primissimo viaggio...
emozioni che nn si dimenticano e che non possono essere sostituite da un cd....che vergogna!!! :angry:
 
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falak
view post Posted on 22/1/2008, 01:42




Egitto, inaugurato al Cairo il complesso Dervisci Mevlevi

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Roma, 14 gen (Velino) - È stato inaugurato domenica 13 gennaio il complesso monumentale dei Dervisci Mevlevi, situato nella Cairo islamica. Il restauro del complesso è stato eseguito grazie a un progetto di valorizzazione territoriale e di formazione, finanziato dalla Direzione generale della Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri italiano e con un contributo della legge 212/92. La cerimonia inaugurale, sotto gli auspici del ministro egiziano per la Cooperazione internazionale, ha visto la partecipazione, da parte italiana, di una rappresentanza della commissione Esteri del Senato, tra cui il suo presidente Lamberto Dini, e il senatore a vita Giulio Andreotti, in visita ufficiale in Egitto, accompagnati dall’ambasciatore d’Italia in Egitto, Claudio Pacifico. In rappresentanza del governo egiziano, ha partecipato all’evento, il professore Abdel Khalek, responsabile per il Supreme Council of Antiquites dell’area Copto-Islamica del Cairo. Il complesso monumentale è rappresentato da un’area che raccoglie, in una stratificazione di epoche e di stili, testimonianze architettoniche e storico-artistiche databili dal VII al XIX sec. d.C. Si tratta di un’area di circa 7.500 metri quadrati, adiacente alla moschea del Sultan Hassan ai piedi della Cittadella del Cairo. In particolare, degne di nota sono la Sama’ Khana “teatro”, costruito dai Dervisci Mevlevi (XVII sec.) per l’esecuzione della danza circolare che caratterizza la loro confraternita mistica insieme alla “tekeyya”, cioè le celle del “Convento” dei Dervisci Mevlevi (XVI sec.). È da segnalare inoltre il Palazzo Qusun-Yashbak-Aqbardi (XIV- XVI sec.), che è la porzione più estesa del complesso monumentale, la Madrasa di Sunqur Saq’di (XIV sec.) e l’area archeologica sottostante, il cui impianto è un esempio del tutto particolare di architettura mamelucca Baharita, il Mausoleo di Hasan Sadaqa (XIV sec.). I lavori di restauro sono stati eseguiti dal Centro italo-egiziano per il restauro e l’archeologia, nato a seguito delle attività di un gruppo di esperti italiani (docenti, tecnici e artigiani), costituitisi in Associazione nel 1986.

Le attività sono state condotte, sin dall’inizio, con obiettivi formativi e didattici. Si tratta infatti di un “cantiere-scuola”, in cui la dimensione della concreta attività di recupero si è intrecciata con quella della ricerca scientifica e tecnologica e con la formazione delle varie figure professionali artigiane e specialistiche (operai, tecnici, artigiani, professionisti) impegnate, attraverso il recupero e la messa a punto di tecniche del passato, nei complicati processi di restauro, dagli interventi più propriamente strutturali e architettonici dei monumenti, alle metodologie di trattamento applicate sui differenti materiali costitutivi, fino al recupero più minuto degli oggetti rinvenuti nel corso degli scavi archeologici. Il lavoro di restauro eseguito dal centro è da considerarsi quale modello per avviare ulteriori attività di recupero e valorizzazione di opere poco conosciute e quindi meno apprezzate, ma non per questo di minor valore artistico. Tali opere, una volta restaurate, non solo rappresentano un grande valore per l’architettura urbana complessiva, ma soprattutto si pongono come opportunità alternativa per la riqualificazione e valorizzazione socio-economica del territorio. La cerimonia ha esaltato tale aspetto innovativo dell’attività italiana, che si impone, altresì, per gli aspetti unici, in Egitto, dell’esperienza tecnica acquisita sul campo, su materiali e metodi di recupero con tecniche tradizionali. Tale positiva esperienza, ha indicato Dini, deve essere valorizzata e messa a disposizione del piano di recupero di altri monumenti e palazzi antichi del patrimonio storico egiziano. L’istituzione di una scuola permanente di arti e mestieri per la Conservazione, il recupero ed il restauro del patrimonio monumentale dell’epoca araba, potrebbe costituire - pertanto - una via privilegiata per dare continuità e spessore allo sforzo italiano intrapreso.

(Mario Dal Fiume)

14 gen 13:56

ilvelino


 
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falak
view post Posted on 14/2/2008, 22:58




Egitto negletto

Un interessante reportage sull’altra faccia del Cairo, quella aliena a un turismo mordi-e-fuggi. Immagini che rivelano come sia sufficiente darsi il tempo di camminare per i quartieri per scoprire case, vie, moschee, persone che giocano al bar. In una parola: la città e il suo volto

di Ivan Ferrari

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L’Egitto evoca spesso immagini mitiche d’antico splendore, una terra fertile, culla della civiltà.
Il Paese “reale” invece è vivo, chiassoso, e profondamente musulmano. Il Cairo, “La Vittoriosa” in arabo, piegata sotto il peso di venti milioni di abitanti assume in sé le molteplici forme di una società complessa, molto spesso negletta per i visitatori che normalmente seguono percorsi brevi e predefiniti per poi transumare verso località più amene. Pochi i contatti con la gente, scarsi i momenti di scambio. La scoperta di questa città rappresenta invece un’esperienza forte ed insieme spossante. Luci, sguardi intensi, il canto del muezzin che interrompe un pensiero, l’aria pesante e inquinata, il caos la polvere la sabbia la povertà, i sorrisi e la rassegnazione, la calma e la voglia di riscatto. Una realtà proteiforme che sembra coinvolta in un rimestìo senza tempo.
Dell’islam, così come lo si conosce in Europa, non si trova quasi traccia. Qui, non si trovano segni dell’odio che spesso si legge sui quotidiani e che contrapporrebbe musulmani e cristiani. La società è sicuramente lacerata, ma le cause non sono certamente da ricercare in un ideale scontro di civiltà. La gente ha più prosaicamente fame, ha bisogno di alloggi, ha bisogno di lavoro. Al Cairo come altrove, anche se l’Egitto si esaspera nella capitale.

14.02.08

http://www.fotoup.net

 
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malika78
view post Posted on 5/8/2008, 20:51




quella voce ti entra dentro nel corpo e nell'anima anche se non capiamo le parole. Un registratore potrà farci vivere la stessa emozione? Non credo
 
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hayaty
view post Posted on 7/4/2009, 14:59




EGITTO: LIBRERIA ORIENTALISTE, DA 70 ANNI META DI STUDIOSI
(di Cristiana Missori)

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IL CAIRO - aprile 2009


Gia' negli anni '50 egittologi come Jean Yoyotte, Serge Sauneron e Sergio Donadoni frequentavano la vecchia libreria di sharia Kasrl El-Nil, a pochi passi dal Museo egizio del Cairo. Oggi il gotha dell'egittologia internazionale, ma non soltanto, continua a visitare i ristretti e straripanti locali de L'Orientaliste. Non e' infatti raro imbattersi in Edda Bresciani - l'egittologa italiana che scava a Medinet Madi, nel Fayoum - intenta a scovare l'immagine di una protome leonina ormai introvabile, o in Luisa Bongrani, la prima studiosa al mondo ad avere fondato la cattedra di Antichita' nubiane. Au Bouquiniste Oriental, questo il nome che nel 1936, Feldman, un ebreo d'Egitto, diede a questo luogo considerato da ricercatori e collezionisti una preziosa miniera di documenti rari o addirittura introvabili: rapporti di scavo, relazioni cartacee e cartine relative al ritrovamento di tombe e templi egizi risalenti ai primi del '900, ma anche opere relative all'Egitto copto, a quello medievale e poi moderno, vengono man mano accumulati dai tre proprietari della libreria. In tutto oltre 50 mila volumi soltanto in parte catalogati e appoggiati ovunque sugli scaffali, nel magazzino sottoterra, al primo piano; migliaia di stampe e incisioni realizzate da orientalisti inglesi, tedeschi e francesi (tra cui il famoso David Roberts) che nell'Ottocento attraversarono in lungo e in largo l'Egitto, la Nubia, la Palestina, la Giordania e il Libano; centinaia di carte geografiche, alcune risalenti alla meta' del '500, e decine e decine di vecchie cartoline e foto, risalenti ai primi del '900, accatastate qua e la'. ''Nel 1956, Feldman, come tutti gli stranieri che vivevano in Egitto - italiani, francesi, greci e armeni - dovette abbandonare il Paese'', racconta l'attuale proprietaria de L'Orientaliste, Nagwa Kamy, una signora dai modi affabili, che dal 1989 ha rilevato l'attivita'. ''A proseguire questa passione - aggiunge - fu l'assistente di Feldman, un copto di nome Bahari, che con grande abilita' acquisto' in blocco intere biblioteche e stampe dagli stranieri che partivano in fretta e furia''. Molti libri che il vecchio Bahari si ritrovo' fra le mani erano prime edizioni di opere letterarie francesi, italiane, tedesche e inglesi, spiega la signora Kamy. ''Gli occidentali che vivevano qui a quei tempi erano persone colte, dai gusti raffinati, che avevano molto tempo da dedicare alla lettura''. Alcune copie di manoscritti riportano sulla copertina la lastra utilizzata dall'incisore per realizzare le illustrazioni. ''Veri e propri piccoli capolavori che e' necessario capire e sapere apprezzare'', sospira la proprietaria. ''Oggi - dice - non e' facile trovare un pubblico attento. In venti anni, anche questo mercato e' cambiato. Ci sono piu' commercianti e pochi veri estimatori. Anche tra i collezionisti''. Ora come allora a visitare questo luogo sono soprattutto gli stranieri che vivono in Egitto. Pochissimi gli egiziani. ''Ambasciatori e membri delle legazioni sono nostri clienti affezionati. Anche i ministri amano fare capolino qui da noi'', conclude Kamy. Ultimo in ordine di tempo, il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che proprio pochi giorni fa ha acquistato una stampa pregiata.


AnsaMed
 
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hayaty
view post Posted on 1/6/2009, 23:09




Zaha Hadid progetta le Stone Towers per il Cairo
Torri monumentali in pietra disegnate da vuoti e sporgenze


01/06/2009 – Il developer egiziano Rooya Group ha scelto Zaha Hadid per il progetto delle Stone Towers, il complesso di torri da costruire nello Stone Park del Cairo. Nei giorni scorsi lo studio Zaha Hadid Architects ha rivelato le prime immagini del progetto.
Vuoti e sporgenze disegnano torri monumentali destinate ad accogliere, su una superficie complessiva di 525mila metri quadrati, spazi direzionali e commerciali, un albergo a cinque stelle, lussuosi appartamenti, giardini ed una piazza chiamata “Delta”.

L’amministratore delegato del colosso immobiliare egiziano Hisham Shoukri commenta così la scelta: “È indubbio il bisogno dell’Egitto di uno sviluppo dei più alti standard internazionali, dettato da un clima di sempre maggiori ed importanti investimenti che negli ultimi tempi stanno facendo di questo paese il punto di riferimento per le multinazionali della regione. Le Stone Towers necessitavano di un architetto in grado di partorire idee audaci, innovative, e che potesse vantare un’esperienza a livello internazionale…avevano bisogno di Zaha Hadid”.

Quando illuminati dal sole intenso della regione, pattern e texture delle antiche architetture egiziane in pietra creano dinamici giochi di luci e ombre. Analogamente, le facciate a nord e a sud di ciascun elemento delle Stone Towers adottano un ricco vocabolario di sporgenze, vuoti e rientranze. Le linee d’ombra che risultano in tal modo evidenziate accentuano le curvature di ciascun edificio conferendo dinamicità al progetto.

“Sono lieta di lavorare al Cairo. Sono stata in Egitto tante volte – commenta la progettista anglo-irachena – e sono sempre stata affascinata dalla matematica e dall’arte del mondo arabo. Il nostro studio è da sempre alla ricerca dei concetti formali della geometria, che sono in stretta relazione con le tradizioni e le scienze di questa regione, in termini di algebra, geometria e matematica. C’è questo tipo di ricerca alla base del progetto per le Stone Towers”.

“In un progetto di ampie dimensioni come questo, è necessaria una grande attenzione per riuscire a compensare la necessità di elementi ripetitivi con il rischioso e compromettente risultato di una massa statica di edifici.
L’architettura delle Stone Tower segue un ritmo geometrico fatto da elementi simili che si intrecciano pur conservando la propria identità, da cui risulta una composizione coesiva”.



Descrizione Progetto:

Vuoti e sporgenze disegnano torri monumentali destinate ad accogliere, su una superficie complessiva di 525mila metri quadrati, spazi direzionali e commerciali, un albergo a cinque stelle, lussuosi appartamenti, giardini ed una piazza chiamata “Delta”.

Quando illuminati dal sole intenso della regione, pattern e texture delle antiche architetture egiziane in pietra creano dinamici giochi di luci e ombre. Analogamente, le facciate a nord e a sud di ciascun elemento delle Stone Towers adottano un ricco vocabolario di sporgenze, vuoti e rientranze. Le linee d’ombra che risultano in tal modo evidenziate accentuano le curvature di ciascun edificio conferendo dinamicità al progetto.

“Sono lieta di lavorare al Cairo. Sono stata in Egitto tante volte – commenta la progettista anglo-irachena – e sono sempre stata affascinata dalla matematica e dall’arte del mondo arabo. Il nostro studio è da sempre alla ricerca dei concetti formali della geometria, che sono in stretta relazione con le tradizioni e le scienze di questa regione, in termini di algebra, geometria e matematica. C’è questo tipo di ricerca alla base del progetto per le Stone Towers”.

“In un progetto di ampie dimensioni come questo, è necessaria una grande attenzione per riuscire a compensare la necessità di elementi ripetitivi con il rischioso e compromettente risultato di una massa statica di edifici.
L’architettura delle Stone Tower segue un ritmo geometrico fatto da elementi simili che si intrecciano pur conservando la propria identità, da cui risulta una composizione coesiva”.

Structural Engineer: Adams Kara Taylor
Gross Building Area: 525,000 m2
Site Area: 170,000 m2


Archiportale
 
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hayaty
view post Posted on 3/6/2009, 09:27




IIC IL CAIRO: EVENTI PER AGGANCIARE CULTURA ITALIANA A QUELLA LOCALE

01-06-09

Il modo migliore per far conoscere la cultura italiana in Egitto e' ''agganciarla a quella locale, mostrando i rapporti tra le due culture e coinvolgendo gli intellettuali del Paese''. Lo afferma in un'intervista all'Asca per la newsletter ''Vetrina Italiana'' il direttore dell'Istituto italiano di cultura della capitale egiziana, Patrizia Raveggi.

''In tal modo, si dimostra come le due culture si contaminano fecondamente a vicenda e si accende l'interesse del pubblico, che vede coinvolti i propri intellettuali e si appassiona'', spiega Raveggi, citando come esempio ''le presentazioni di libri di intellettuali egiziani tradotti in italiano, che hanno avuto un grandissimo successo, perche' sono autori che parlano della situazione dell'Egitto contemporaneo''.

L'Istituto de il Cairo, aggiunge il suo direttore, punta molto sull'insegnamento della lingua, ''importantissimo, considerato che la lingua e' la chiave per entrare nel cuore di un'altra cultura''.
Secondo Raveggi tuttavia, in questo ambito ''c'e' molto da svecchiare, perche' in Egitto, anche se si insegna l'italiano a migliaia di studenti, il metodo glottodidattico e' preistorico e occorre renderlo moderno e in grado di seguire le esigenze di una lingua viva e che deve essere appresa con una certa rapidita'''.
L'IIC cerca di farlo in particolare ''con corsi di aggiornamento per i docenti brevi ma efficaci''.

L'Istituto, prosegue Raveggi, punta molto anche sul cinema, organizzando rassegne di film classici e contemporanei, ''facendo attenzione a non urtare la sensibilita' di un Paese a maggioranza musulmana come l'Egitto'', il design, la musica, il balletto e l'opera.
Il direttore dell'IIC sottolinea come gli egiziani riconoscano ''l'eccellenza italiana in questi settori, anche perche' i rapporti tra i due Paesi sono antichi e c'e' sempre stata una circuitazione di artisti italiani che si recavano in Egitto e viceversa''.

Per promuovere la cultura italiana in Egitto, l'IIC cerca inoltre di ''fare sistema, collaborando con l'Istituto nazionale per il commercio estero, la Cooperazione, l'ufficio scientifico dell'ambasciata e tutte le istituzioni italiane presenti nel Paese, perche' facendo sistema si riesce a fare molto di piu'''.

Sul fronte dell'innovazione tecnologica infine, l'Istituto ''mette tutti gli eventi che organizza su Facebook, vari siti internet e Second Life, riversando ogni sua attivita' in elettronico''.
Per quanto riguarda il sito web dell'IIC, ha grande successo: ''Pensavo che in Egitto fosse difficile, invece e' molto visitato, ha migliaia di accessi'', conclude Raveggi.


ASCA
 
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ARNAP
view post Posted on 5/8/2009, 10:32




EGITTO: 5 MLD DOLLARI PER SALVARE CENTRO CAIRO DA TRAFFICO


(ANSAmed) - ROMA 04 agosto 2009 - Il caotico centro del Cairo potrebbe rivivere i fasti di un tempo. Ormai da decenni, di fronte all'irrisolvibile problema della circolazione degli automezzi nel cuore della capitale, si susseguono progetti di riassetto della ''downtown'' ed e' di questi giorni la conferma di una iniziativa della banca d'affari egiziana Beltone Financial che si propone di affrontare la questione trasformando la trafficatissima city della capitale in una grande area pedonale.
L'idea della Beltone parte dal concetto che la razionalizzazione del traffico del Cairo passi attraverso il riconoscimento della bellezza (e quindi della necessita' della sua conservazione) del centro storico.
Qui si trovano infatti palazzi costruiti negli anni '20 e '30 da architetti italiani e francesi, che verrebbero acquistati e restaurati per essere trasformati in abitazioni di lusso, hotel e zone commerciali ad alto livello.
Al piano di riqualificazione, il cui costo si stima intorno ai 5 miliardi di dollari, avrebbero aderito la Compagnia statale egiziana delle assicurazioni, la societa' di costruzioni Orascom Hotel & Development e una finanziaria saudita. Accordato anche il supporto e la collaborazione del governatorato del Cairo.
La Beltone parte avendo gia' nel suo portafoglio la proprieta' di 18 edifici nell'area ed e' in procinto di comprarne altri 11, per un valore di 80 milioni di dollari, mentre la Compagnia statale delle assicurazioni detiene la proprieta' di altri 70 palazzi.
Mahmoud Abdallah, direttore della compagnia, ha dichiarato che se il progetto sara' approvato dal governo ''andremo subito avanti a finanziare le infrastrutture per un'area pedonale''.
Il centro della capitale egiziana, nel quale si fondono elementi dell'architettura neobarocca, neoclassica e dell'art deco, consiste in un triangolo ai cui vertici si trovano piazza Al-Tharir, la stazione di Bab Al-Hadid e piazza Abdin, dove ha sede la residenza ufficiale del presidente egiziano.
E' in questa parte della citta' che il vicere' Ismail, khedive d'Egitto dal 1863 al 1879, volle portare lo splendore di Parigi e di altre capitali europee affidandosi ad architetti francesi, italiani, austriaci, tedeschi e svizzeri.
Il progetto, nato sulla scia degli investimenti per il canale di Suez e di un boom nella vendita del cotone, continuo' anche con il successore di Ismail, nonostante ne avesse criticato la stravaganza.
''Molti degli edifici disegnati e costruiti al Cairo dagli italiani, nel diciannovesimo e ventesimo secolo, si avvicinano alla bellezza degli palazzi del Rinascimento italiano'', scrive l'antropologa Cynthia Minnthi in ''Parigi sul Nilo'', dove spiega che gli architetti italiani, partecipando al restauro dei monumenti islamici cairoti, si sono fatti influenzare nei loro lavori successivi dall'arte araba. (ANSAmed).

ANSAmed
 
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