Domanda e Risposta

« Older   Newer »
  Share  
HellLocked
view post Posted on 20/7/2005, 20:58




Ormai sia la televisione sia la radio ne parlano...
il terrorismo vuole espandersi anche in italia..xò questa volta ha deciso di fare le cose in grande...
Ci vogliono obbligare,ci hanno detto o entro un mese ritirate le vostre truppe...o attakkeremo l'italia..
In Questo caso i politici tengono noi in una mano...e i militari dall'altra...
L'unica loro decisione è:Sono + importanti i nostri italiani,o i nostri militari?
Se decidono di ritirare i militari...salvano anche gli italiani...se non li tolgono...prepariamoci alla guerra contro il terrorismo..xkè proprio quello che ci ritroveremo davanti alla faccia...
Dico io..cosa gli costa far ritirare i militari...
La è già una zona di alto rischio,pieno di assalitori e tagliatori di teste...poi la tutti hanno le armi...fanno di tutto e la polizia locale non riesce a contenerli..
Per me bisognerebbe lasciarli per la loro strada...lasciarli un 10 anni senza che gli altri paesi vadino a disturbarli...secondo me calerebbe il n° di terroristi...
La Regola Generale..se fossimo sotto attacco sarebbe:Se tu mi colpisci..io t colpisco..
 
Top
VarDragon
view post Posted on 20/7/2005, 21:31




Hell nn pensare a cosa è giusto o sbagliato... pensa in 1 altro modo... che guadagno ci sarebbe se gli italiani ritirino le truppe?? finche ci saranno le truppe, gli italiani ( intendo i politici) ci guadagneranno, se cavi le truppe nn ci sara + guadagno... almeno questo è quello che penso io...
 
Top
godai71
view post Posted on 20/7/2005, 22:17




Non si può cedere al ricatto, altrimenti il primo che passa e dice, metto una bomba se non fate questo, la ottiene.....

... allora altro che terrorismo....
 
Top
VarDragon
view post Posted on 20/7/2005, 22:48




godai71 ti vorrei far ricordare che noi stiamo invadendo altre terre....
 
Top
godai71
view post Posted on 21/7/2005, 07:02




CITAZIONE (VarDragon @ 20/7/2005, 23:48)
godai71 ti vorrei far ricordare che noi stiamo invadendo altre terre....

Non mi pare che si sia riformato l'Impero.
E dove sono i bottini di guerra?
Se andare ad aiutare i popoli a poter vivere secondo democrazia
e rimettendoci vite e attrezzature è invadere, alllora chiamatemi Caligola.
 
Top
LonelyPhoenix
view post Posted on 21/7/2005, 07:44




Se li ritira chi è che protegge i pozzi di petrolio dell'Eni?

Credo che ormai sia già stato deciso, quindi qundo saremo sotto elezioni stiamo attenti. Comunque chi non abita a Roma o a Milano non ha da preoccuparsi. Se vogliono colpire colpiscono una di queste due città.
 
Top
view post Posted on 21/7/2005, 09:15

Conte

Group:
Member
Posts:
9,091

Status:


Forse qualcuno di voi è troppo giovane per ricordarlo, e a scuola magari non ve lo dicono, ma fino a pochi anni fa, anche qui da noi le persone venivano rapite per chiedere un riscatto, i bambini morivano durante tentavtivi di rapina; avevamo anche noi le nostre autobomba, avevamo gli attentati nelle stazioni etc etc. E tuttora nel nord est c'è chi si diverte a piazzare mini-bombe, che magari non uccidono, ma raggiungono comunque il risultato di terrorizzare la gente. Quindi non è vero che se ritiriamo le truppe possiamo dormire tranquilli, indipendentemente da dove abitiamo.
 
Top
HellLocked
view post Posted on 21/7/2005, 09:28




CITAZIONE (VarDragon @ 20/7/2005, 22:31)
Hell nn pensare a cosa è giusto o sbagliato... pensa in 1 altro modo... che guadagno ci sarebbe se gli italiani ritirino le truppe?? finche ci saranno le truppe, gli italiani ( intendo i politici) ci guadagneranno, se cavi le truppe nn ci sara + guadagno... almeno questo è quello che penso io...

lo sapevo pure io..
Cmq se ci deve essere una guerra contro i terroristi,prepariamoci pure anche a quello..
Ormai il mondo è pieno di queste cose,e non ci si può rifiutare di combattere contro di essi,quindi..o combattiamo o ci arrendiamo
 
Top
LadySunset
view post Posted on 25/7/2005, 00:28




Beh, oramai le mie idee sulla guerra sono risapute... provo ribrezzo per qualsiasi tipo di violenza!

Per quanto riguarda questa guerra in particolare:
1) trovo un pò una scusa quest discorso della "guerra preventiva"
2) hai fatto la guerra? hai stanato Saddam? Che ci stiamo a fare ancora là?
3) il terrorismo bisogna sdradicarlo per prima cosa dal cervello delle persone!
 
Top
LadySunset
view post Posted on 25/7/2005, 00:37




Per quanto riguarda il punto 3 di cui sopra... leggete un pò, ne vale la pena!

KAMIKAZE E MARTIRI

Assistiamo al fenomeno drammatico e per noi occidentale pressocchè incomprensibile di credenti nell'Islam che in attentati suicidi cercano di uccidere il maggior numero possibile di "nemici", spesso civili inermi. Per tali persone noi usiamo il termine del tutto improprio, di "Kamikaze": tale termine si riferisce propriamente a fatti avvenuti alla fine della 2° guerra mondiale in Asia. Quando infatti i Giapponesi stavano ormai per perdere la guerra tentarono di fermare gli Americani con operazioni suicide dei loro combattenti: questi si lanciavano con gli aerei (ma anche a volta con navi) contro navi nemiche cercando ci arrecare il maggior danno possibile. Si riprese allora il ricordo di un fatto avvenuto sei scoli prima: i Mongoli avevano tentato di invadere il Giappone ma una tempesta aveva disperso la loro flotta e il Giappone fu salvo. I Giapponesi del tempo interpretarono il fatto come un intervento divino e la tempesta fu denominata Kamikaze (vento degli dei) . Nel ricordo di queste antiche vicende il nome fu rinnovato: Il fenomeno durò però solo qualche mese e terminò con la fine della guerra.

Il termine Kamikaze è del tutto improprio per indicare quindi il fenomeno attuale dei combattenti suicidi islamici sia perchè si riferisce a un contesto culturale del tutto diverso sia perchè si tratta di fatti molto diversi: i giapponesi agivano in un contesto di guerra "regolare" mentre i combattenti islamici colpiscono civili in un contesto che definiamo generalmente "terrorismo" ma che potremmo anche dire " guerra non convenzionale".

Nel mondo islamico il termine usato e quello di "SHAHID" e va inquadrato nella GIHAD (guerra santa ): "SHAHID" è termine arabo coranico che significa "testimone" e ha lo stesso significato originario del termine cristiano di "martire" e in questo modo viene tradotto correttamente dall'arabo. Il "martire" cristiano infatti è colui il quale "testimonia" la sua fede anche se ciò comportava la morte di fronte all'autorità romana.

MARTIRIO NEL CORANO E NEI VANGELI

Il termine arabo "SHAHID" ha il suo fondamento nel Corano
SURA Al-Fâtiha (L'Aprente)
"...Secondo un commento di Ibn 'Abbas (che Allah sia soddisfatto di lui) coloro che hai colmato dei Tuoi doni" sono i Sinceri (siddiqûn), quelli che hanno avuto il MARTIRIO TESTIMONIANDO LA FEDE (SHAHADÂ), i Devoti (salîhûn). “

Viene promesso inoltre il paradiso sia a quelli che vincono sia a quelli che cadono nella guerra santa:

"Sura :An-Nisâ' (le donne) ""Combattano dunque sul sentiero di Allah, coloro che barattano la vita terrena con l'altra. A chi combatte per la causa di Allah, sia ucciso o vittorioso,daremo presto ricompensa immensa"

Non si accenna quindi al suicidio che invece è proibito dal Corano. Il combattente islamico non intende suicidarsi (cosi come anche il martire cristiano) ma accetta di cadere in battaglia come il martire cristiano si lascia condannare a morte.

Ciò che stride alla nostra sensibilità è che mentre il combattente islamico è uno che non esita a uccidere anche dei civili inermi, il martire cristiano è un non violento, diremmo un pacifista senza "ma" e senza "se" che accetta le conseguenze del suo gesto secondo le prescrizioni evangeliche :

Luca 21:12-13 "Ma prima di tutte queste cose, vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno consegnandovi alle sinagoghe, e mettendovi in prigione, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Ma ciò vi darà occasione di rendere testimonianza".
Matteo 5:11 - Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia".

Nell'antichità infatti i cristiani mai presero le armi contro i loro persecutori: anzi si affermò il concetto "Sanguis martyrum, semen christianorum," : il sangue dei martiri era seme dei cristiani, le persecuzioni erano lo strumento della diffusione del Cristianesimo: come scriveva Tertulliano :
« Voi potete ucciderci, torturarci, condannarci... La vostra ingiustizia è la dimostrazione della nostra innocenza... A nulla serve la vostra crudeltà .... Più noi siamo da voi falciati, più il nostro numero aumenta: il sangue dei martiri è una semenza! » Tertulliano, Apologia, par. 50.

San Cipriano, vescovo e martire esaltava gli inermi soldati di Cristo, vittoriosi con le sole armi del coraggio:
"La moltitudine dei presenti, commossa, vide il celeste combattimento di Dio e la battaglia spirituale di Cristo; vide fermi i suoi servi, sentì la loro voce franca e coraggiosa, stupì di fronte all'incrollabile saldezza del loro animo, si meravigliò della forza divina che li sosteneva, constatò che, anche se indifesi contro gli strali di questo secolo, erano tuttavia armati delle armi dei credenti, cioé della fede. I torturati si alzarono più forti dei torturatori e le membra percosse e dilaniate vinsero gli artigli che percuotevano e laceravano....Oh di quale genere fu quello spettacolo del Signore, quanto sublime, quanto grande, quanto gradito agli occhi di Dio per la fedeltà e la devozione del suo soldato!
Si verificò quanto lo Spirito Santo dice e proclama nei salmi: «Preziosa agli occhi del Signore é la morte dei suoi fedeli» (Sal 115, 15). Preziosa é la morte di colui che acquista l'immortalità col prezzo del proprio sangue, che riceve la corona di Dio con l'estremo sacrificio".( S Cipriano,Epistola)

In tutto l'Islam è stato univeresalmente accettato nel passato la contrapposizione di DAR AL ISLAM (In arabo, regno dell’islam) e DAR AL HARB (regno della guerra) cioè dei non mussulmani da vincere con la GIHAD (guerra santa) :ai combattenti si assicurava naturalmente il Paradiso.


 
Top
LadySunset
view post Posted on 25/7/2005, 00:39




questo lo posto per capire meglio una cultura a noi così lontana...

Gli "infedeli" e la "guerra santa"
di Massimo Viglione

Perché i cristiani sono perseguitati in molti paesi islamici? Nel Corano la risposta: chi non è musulmano si deve convertire all'Islam, altrimenti venga sottomesso. E, in certi casi, soppresso!

Negli anni passati molti - anche in certi ambienti cattolici - si erano fatti illusi sostenitori, non senza spensierate impuntature e a volte con aggressiva faziosità, della facilità di convivenza fra le popolazioni occidentali (ancora cristiane o ormai decristianizzate che siano) e gli islamici, e quindi fautori acritici del fenomeno dell'immigrazione. Ma la storia degli ultimi otto mesi sta sconvolgendo le più inveterate certezze: nei primi quattro, abbiamo vissuto la tragedia di un attacco inusitato con conseguente guerra, negli ultimi quattro stiamo assistendo, giorno dopo giorno, ora dopo ora, ad un'altra ancor più complessa tragedia, che sembra senza via d'uscita; tragedia che si sta ampliando in Europa da un lato provocando pericolose spaccature con gli U.S.A. e all'interno di molti ambienti religiosi, politici e culturali, dall'altro con una rinascita dell'antisemitismo, e questa volta praticato - anche con violenza - da chi per decenni si erigeva a solenne difensore degli ebrei e della tolleranza in genere.

In entrambi i casi, comunque la si pensi a riguardo, resta certo un fatto: al cuore del problema vi è il mondo islamico, la convivenza con il mondo islamico. Ma al di là di bin Laden e Arafat, di quanto sta accadendo e accadrà, chi conosce la storia e la giudica con animo sereno, sa perfettamente che il problema della convivenza con l'Islam è nato con la nascita stessa dell'islam: ancor vivo Maometto, già le sue schiere avevano iniziato la "guerra santa" di conquista forzata dei popoli e dei loro territori alla nuova religione. Pochi decenni dopo, sempre con la guerra i musulmani avevano strappato tutta l'Africa settentrionale e molto del Medio Oriente alla Cristianità e quindi la Spagna; e poi per circa mille anni (Poìtiers nel 732 d.C., l'assedio di Vienna del 1683) il jihad ha costretto la Cristianità alla guerra difensiva, e solo il declino della potenza turca ha per due secoli posto fine allo scontro millenario.

Ma oggi tutto questo, seppur in maniera differente, si sta riaffacciando sotto i nostri occhi, nelle nostre vite. L'islam ci appare di nuovo nel suo volto integrale. E se è vero che non tutti i musulmani sono fondamentalisti, e non tutti i fondamentalisti sono terroristi, è però vero che i terroristi e i kamikaze sono inesorabilmente musulmani!

Credere di conoscere e poter giudicare l'Islam senza conoscerne la mentalità profonda non è solo follia, ma colpevole stupidità. E per conoscere la mentalità profonda dell'islamico, non si può prescindere dal Corano, che per ogni musulmano non è solo il "Libro sacro" della religione, ma il libro per eccellenza della vita, l'unico libro in un certo senso, che regola l'esistenza individuale e sociale nella totalità delle espressioni.

Una di queste fondamentali espressioni è il jihad, la guerra santa, che costituisce un dovere per ogni musulmano, dovere per l'appunto prescritto nel Corano. Scrive Roberto de Mattei nel suo recente ottimo studio sullo specifico problema (Guerra santa - Guerra giusta. lslam e Cristianesimo in guerra, Piemme, p. 45) che la guerra santa è "una caratteristica inestirpabile della vita islamica". E, a ulteriore conferma, de Mattei riporta a p. 56 questa sentenza dell' "Encyclopédie de l'islam": "il jihad è un obbligo. Questo precetto è proclamato in tutte le fonti"'. Ma, al di là di queste ed altre citazioni, è nel Corano stesso che troviamo la certezza di quanto detto, ed è dal Corano che si ricava anche tutta la mentalità del musulmano riguardo il rapporto con gli "infedeli".

In tal senso importante, oltre ai già citato studio di de Mattei, è senz'altro il recente libro di Stefano Nitoglia, (L'islam com'è. Un confronto con il Cristianesimo, Il Minotauro). Seguiamo il cap. 6, che espone in maniera semplice e chiara tutta la concezione - ideale e pratica - islamica. Come spiega Nitoglia, il mondo per l'islam si divide in "territorio dell'islam" e in "territorio di Guerra"; i beni degli infedeli sono alla mercé dei "credenti". li "territorio dell'islam" è abitato dai musulmani e dai dhimmi (ebrei e cristiani). I dhimmi sono esclusi dalle cariche pubbliche, in quanto un "infedele" non può in nessun caso esercitare l'autorità sui musulmani, non può testimoniare contro un musulmano, essendo il suo giuramento irricevibile (tale rifiuto si fonda sulla natura perversa e menzognera dell'"infedele" che persiste deliberatamente nel negare la superiorità dell'islam); un musulmano, anche se colpevole, non può essere condannato a morte se accusato da un "infedele" e la sanzione che colpisce i musulmani colpevoli di un delitto è attenuata se la vittima è un dhimmi.

La "bestemmia" contro Maometto è punita con la pena capitale: così i dhimmi, impotenti a contraddire in giudizio le testimonianze dei musulmani, per salvare la loro vita si trovano spesso costretti a passare all'islam. I dhimmi devono inoltre distinguersi attraverso un segno esteriore, non possono elevare costruzioni più alte di quelle dei musulmani, devono procedere all'inumazione dei loro morti in segreto, senza pianti e lamenti; a loro è vietato suonare le campane, esporre oggetti di culto, proclamare davanti a un musulmano le credenze cristiane. inoltre i dhimmi sono sottoposti con la forza al pagamento di un tributo, e di un'altra tassa, la "djizya", che viene imposta nel corso di una cerimonia umiliante: mentre paga, il dhimmi viene colpito alla testa. Ai dhimmi è fatto divieto di portare le armi.

Non migliore è la condizione dell'ex musulmano convertito al cattolicesimo, per il quale è prevista la pena di morte se non si ravvede entro tre giorni. Prima dell'esecuzione viene considerato civilmente morto, con conseguente confisca ipso ure dei suoi beni, che vengono considerati bottino di guerra.

Ancora oggi prevedono la pena di morte per delitto d'apostasia, il codice penale della Repubblica del Sudan del 1991 (art. 126, comma 2), il codice penale della Repubblica islamica di Mauritania del 1984 (art. 306), mentre il codice penale del Regno dei Marocco punisce con una pena detentiva e con un'ammenda chi induce all'apostasia e tace della sode dell'apostata (ad. 220, comma 2). In Egitto, lo Sceicco Abd al-Halim Mahamud ha redatto un progetto di codice di pene coraniche che prevede, all'art. 33, la pena di morte per l'apostata. In ogni caso, secondo lo studioso cristiano libanese Sami Awar Aldeeb Abu-Sahlieh, seppure i codici penali degli altri Paesi musulmani non hanno una disposizione relativamente all'apostasia, questo "non significa assolutamente che il musulmano possa lasciare liberamente la sua religione. Infatti, le lacune del diritto scritto vanno colmate con il diritto musulmano, secondo le disposizioni legislative del paese". lì medesimo studioso cita come esempio il Regno Saudita: "L'esecuzione degli apostati malgrado l'assenza di una norma legale si verifica anche in Arabia Saudita" (cit. in Nitoglia, p. 94). In ogni caso, per ben che gli vada, l'apostata si vede messo in prigione, spossessato dei beni, cacciato dal lavoro da parte dello Stato, ed esposto alla vendetta della sua famiglia e dei singoli musulmani. Ma torniamo alla "guerra santa". Questa nasce ufficialmente con l"'Editto" di Medina (622), con il quale il "profeta" definisce le caratteristiche fondamentali dell'islam come comunità di credenti che combattono per imporre la legge di Allah al mondo intero: nasce l'obbligo per i musulmani di lottare fino alla sottomissione degli "infedeli". Secondo l'insegnamento islamico la "guerra santa" è uno dei comandamenti fondamentali della fede, un obbligo imposto da Dio a tutti i musulmani, che non conosce limiti di tempo o di spazio, e che deve protrarsi finché il mondo intero non abbia accolto la fede islamica o almeno non si sia sottomesso al potere dello Stato islamico. Recita infatti il Corano: "vi è prescritta la guerra, anche se non vi piace" (Cor 2, 216). "Combattete per la causa di Dio quelli che vi combattono (...) Uccideteli dunque ovunque li troviate e scacciateli da dove hanno scacciato voi" (Cor 2, 190-191); "Uccidete gli idolatri ovunque li troviate, fateli prigionieri, assediateli e combatteteli con ogni genere di tranelli" (Con 9, 5); "Profeta! Lotta contro gli infedeli e gli ipocriti e sii duro con loro!" (Con 66, 9); "Non siate deboli col nemico, né invitatelo a far la pace, mentre avete il sopravvento!" (Con 47, 35); "La ricompensa di coloro che si oppongono ad Allah ed al suo Messaggio, dedicandosi a corrompere la terra, sarà nel fatto che verranno massacrati o crocifissi o amputati delle mani e dei piedi o banditi dalla terra, a loro infamia in questo mondo!" (Con 5, 33).

Inoltre, spiega Nitoglia, "a differenza di quanto imposto dalla dottrina cristiana e testimoniato dalla storia occidentale, nella mentalità musulmana la pratica della guerra non è limitata da precise regole morali che ne moderino la ferocia. Ad esempio l'islam non riconosce come soggetti giuridici né le persone non-musulmane né gli Stati non-musulmani, per il semplice fatto che non ammette legge naturale né diritto delle genti distinti dalla Shariah. "Nessun credente podi mai soccorso ad un miscredente", afferma un hadit. In tale prospettiva i nemici, una volta caduti prigionieri, costituiscono "proprietà dei vincitori, che possono liberarli o ridurli in schiavitù oppure ucciderli: "Quando dunque incontrate in battaglia quelli che non credono, colpiteli al collo e quando li avrete massacrati di colpi stringete beni i ceppi. Poi, o la grazia o il riscatto, finché i combattenti non depongono le armi" (Con 47, 4). Le proprietà dei nemici vinti divengono proprietà dei musulmani: "Il bottino di guerra appartiene a Dio e al suo Messaggero" (Con 8, 1)" (pp. 95 e sgg.).

Come nota de Mattei (cit., pp. 60-61), l'intera storia di questi ultimi sedici secoli dimostra che il nemico fondamentale contro cui si rivolge il jihad è la Cristianità ed in particolare la potenza che nel corso dei secoli maggiormente la rappresenta (nella realtà concreta o nell'immaginario islamico): il Regno dei Franchi, il Sacro Romano Impero, oggi gli U.S.A. Il discorso meriterebbe ben altra attenzione e spazio. Ma quanto detto può forse bastare a chiarire se non altro quanto di drammaticamente serio vi sia da apprendere riguardo la mentalità islamica sui rapporti con i cristiani; e ciò dovrebbe indurre le persone più responsabili e serene a considerare con profonda serietà la questione dell'immigrazione (e non abbiamo toccato la situazione femminile o quella specificamente religiosa!) e comunque l'intera problematica dei rapporti con il mondo musulmano. E questo nell'interesse di tutti, ed anzitutto della pace. Di quella vera, non di quella fondata sulla paura o sull'inganno.

Dal Corano

"(…) Han detto i cristiani: il Cristo è il Figlio di Dio! Questo dicono con la loro bocca imitando il dire di coloro che prima di loro repugnarono alla Fede. Dio li maledica! In quale grave errore son caduti!". (Corano, 9, 30).


Tratto da:QUESTO SITO
 
Top
LadySunset
view post Posted on 25/7/2005, 00:51




UN'ULTIMA COSA IMPORTANTE:

L'anima è immortale, dà la vita al corpo ed è considerata come una sorta di soffio da parte dell'angelo custode, tuttavia essa rimane invisibile e imperscrutabile fino al giorno del giudizio universale, e i morti risorgeranno e saranno giudicati nel giorno del Giudizio, per l'inferno o il paradiso eterni (quest'ultimo viene immaginato come un luogo di piaceri fisici ed estetici: giardini deliziosi, profumi soavi, freschi ruscelli, cibi prelibati, bevande gustose, ricche vesti, bellissime vergini sempre a disposizione). Coloro che pur avendo peccato avranno osservato la dottrina, rimarranno all'inferno sino a quando non saranno liberati da Maometto. Viceversa, coloro che combattono e muoiono per l'islam vengono accolti subito in paradiso, prima del Giudizio universale
 
Top
LadySunset
view post Posted on 25/7/2005, 00:54




Se volete, date un'occhiata a QUESTO TOPIC aperto qualche tempo fa...
 
Top
12 replies since 20/7/2005, 20:58   102 views
  Share