Ille dixit

Alcuni personaggi celebri sul Femminismo

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  1. ventiluglio
     
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    ORIANA FALLACI

    (...)

    L'omosessualità in sé non mi turba affatto. Non mi chiedo nemmeno da che cosa dipenda. Mi dà fastidio, invece, quando (come il femminismo) si trasforma in ideologia. In categoria, in partito, in lobby economico-cultural-sessuale. E grazie a ciò diventa uno strumento politico, un'arma di ricatto, un abuso Sexually Correct. O-faiquello-che-voglio-io-o-ti-faccio-perdere-le-elezioni. (Pensi al massiccio voto con cui in America ricattarono Clinton e con cui in Spagna hanno ricattato Zapatero. Sicché il primo provvedimento che Clinton prese appena eletto fu quello di inserire gli omosessuali nell'esercito e uno dei primi presi da Zapatero è stato quello di rovesciare il concetto biologico di famiglia nonché autorizzare il matrimonio e l'adozione gay.

    (...)

    Cara amica, un essere umano nasce da due individui di sesso diverso. Un pesce, un uccello, un elefante, un insetto, lo stesso. Per essere concepiti, ci vuole un ovulo e uno spermatozoo. Che ci piaccia o no, su questo pianeta la vita funziona così. Bè, alcuni esperti di biogenetica sostengono che in futuro si potrà fare a meno dello spermatozoo. Ma dell'ovulo no. Sia che si tratti di mammiferi sia che si tratti di ovipari, l'ovulo ci vorrà sempre. L'ovulo, l'uovo, che nel caso degli esseri umani sta dentro un ventre di donna e che fecondato si trasforma in una stilla di Vita poi in un germoglio di Vita, e attraverso il meraviglioso viaggio della gravidanza diventa un'altra Vita. Un altro essere umano. Infatti sono assolutamente convinta che a guidare l'innamoramento o il trasporto dei sensi sia l'istinto di sopravvivenza cioè la necessità di continuare la specie. Vivere anche quando siamo morti, continuare attraverso chi viene e verrà dopo di noi. E sono ossessionata dal concetto di maternità. Oh, non mi fraintenda: capisco anche il concetto di paternità. Lo vedrà nel mio romanzo, se farò in tempo a finirlo. Lo capisco così bene che parteggio con tutta l'anima pei padri divorziati che reclamano la custodia del figlio. Condanno i giudici che quel figlio lo affidano all'ex-moglie e basta, e ritengo che nella nostra società oggi si trovino più buoni padri che buone madri. (Segua la cronaca. Quando un padre impazzito ammazza un figlio, ammazza anche sé stesso. Quando una madre impazzita ammazza un figlio, non si ammazza affatto e va dal parrucchiere). Ma essendo donna, e in più una donna ferita dalla sfortuna di non esser riuscita ad avere figli, capisco meglio il concetto di maternità.

    (...)

    Ma qualcun altro me lo chiederà. Quindi ecco. Un omosessuale maschio l'ovulo non ce l'ha. Il ventre di donna, l'utero per trapiantarcelo, nemmeno. E non c'è biogenetica al mondo che possa risolvergli tale problema. Clonazione inclusa. L'omosessuale femmina, si, l'ovulo ce l'ha. Il ventre di donna necessario a fargli compiere il meraviglioso viaggio che porta una stilla di Vita a diventare un germoglio di Vita poi un'altra Vita, un altro essere umano, idem. Ma la sua partner non può fecondarla. Sicché se non si unisce a un uomo o non chiede a un uomo per-favore-dammi-qualche-spermatozoo, si trova nelle stesse condizioni dell'omosessuale maschio. E a priori, non perché è sfortunata e i suoi bambini muoiono prima di nascere, non partecipa alla continuazione della sua specie. Al dovere di perpetuare la sua specie attraverso chi viene e verrà dopo di lei. Con quale diritto, dunque, una coppia di ornosessuali (maschi o femmine) chiede d'adottare un bambino? Con quale diritto pretende d'allevare un bambino dentro una visione distorta della Vita cioè con due babbi o due mamme al posto del babbo o della mamma? E nel caso di due omosessuali maschi, con quale diritto la coppia si serve d'un ventre di donna per procurarsi un bambino e magari comprarselo come si compra un'automobile? Con quale diritto, insomma, ruba a una donna la pena e il miracolo della maternità? Il diritto che il signor Zapatero ha inventato per pagare il suo debito verso gli omosessuali che hanno votato per lui?!? Io quando parlano di adozione-gay mi sento derubata nel mio ventre di donna. Anche se non ho bambini mi sento usata, sfruttata, come una mucca che partorisce vitelli destinati al mattatoio. E nell'immagine di due uomini o di due donne che col neonato in mezzo recitano la commedia di Maria Vergine e San Giuseppe vedo qualcosa di mostruosamente sbagliato. Qualcosa che mi offende anzi mi umilia come donna, come mamma mancata, mamma sfortunata. E come cittadina. Sicché offesa e umiliata dico: mi indigna il silenzio, l'ipocrisia, la vigliaccheria, che circonda questa faccenda. Mi infuria la gente che tace, che ha paura di parlarne, di dire la verità. E la verità è che le leggi dello Stato non possono ignorare le leggi della Natura. Non possono falsare con l'ambiguità delle parole «genitori» e «coniugi» le Leggi della Vita. Lo Stato non può consegnare un bambino, cioè una creatura indifesa e ignara, a genitori coi quali egli vivrà credendo che si nasce da due babbi o due mamme non da un babbo e una mamma. E a chi ricatta con la storia dei bambini senza cibo o senza casa (storia che oltretutto non regge in quanto la nostra società abbonda di coppie normali e pronte ad adottarli) rispondo: un bambino non è un cane o un gatto da nutrire e basta, alloggiare e basta. E' un essere umano, un cittadino, con diritti inalienabili. Ben più inalienabili dei diritti o presunti diritti di due omosessuali con le smanie materne o paterne. E il primo di questi diritti è sapere come si nasce sul nostro pianeta, come funziona la Vita nella nostra specie. Cosa più che possibile con una madre senza marito. Del tutto impossibile con due «genitori» del medesimo sesso. Punto e basta.

    (...)

    In qualsiasi società, in qualsiasi angolo della Terra, in qualsiasi paese esclusa la Spagna di Zapatero, il matrimonio è l'unione di un uomo e di una donna. Tale rimane anche se da quell'unione non nascono figli.


    Estratto da un'intervista ad Oriana Fallaci pubblicata sul Corriere della Sera del 13/01/2005

    Edited by ventiluglio - 1/12/2008, 09:25
     
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  2. ventiluglio
     
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    NORBERTO BOBBIO

    Esistono azioni moralmente illecite ma che non sono considerate illegittime?
    «Certamente. Cito il rapporto sessuale nelle sue varie forme, il tradimento tra coniugi, la stessa prostituzione. Mi consenta di ricordare il Saggio sulla libertà di Stuart Mill. Sono parole scritte centotrent'anni fa, ma attualissime. Il diritto, secondo Stuart Mill, si deve preoccupare delle azioni che recano danno alla società: "il bene dell'individuo, sia esso fisico o morale, non è una giustificazione sufficiente"».

    Questo può valere anche nel caso dell'aborto?
    «Dice ancora Stuart Mill: "Su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo, l'individuo è sovrano". Adesso le femministe dicono: "Il corpo è mio e lo gestisco io". Sembrerebbe una perfetta applicazione di questo principio. Io, invece, dico che è aberrante farvi rientrare l'aborto. L'individuo è uno, singolo. Nel caso dell'aborto c'è un "altro" nel corpo della donna. Il suicida dispone della sua singola vita. Con l'aborto si dispone di una vita altrui».


    Da un'intervista di Giulio Nascimbeni a Norberto Bobbio pubblicata sul «Corriere della sera» dell'8 maggio 1981, alla vigilia del referendum sull'aborto. http://www.geocities.com/centrotobagi/avvenire5.html
     
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  3. ventiluglio
     
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    ALAIN MINC

    «Alla parola parità, i deputati si mettono sull'attenti. Alla parola donna, tremano. Il vostro potere è assoluto: i parlamentari cercano di anticipare i vostri desideri, come i cortigiani di un Luigi XIV o di un Napoleone»


    Dal saggio: «Epitres a nos nouveaux maitres» ("Epistole ai nostri nuovi padroni"), ed. Grasset, Parigi 2002

    Edited by ventiluglio - 28/11/2006, 00:45
     
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    Lupus in fabula

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    Luciano De Crescenzo

    "Le donne si devono decidere: o la parità o la felicità"


    Da I pensieri di Bellavista

    Edited by Reduan - 18/4/2008, 23:25
     
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  5. ventiluglio
     
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    VASCO ROSSI

    Vasco Rossi si presenta come un provocatore dissacrante dei valori etici, morali, laici, borghesi. Il suo è un anticonformismo spregiudicato che non risparmia soprattutto quei valori e quei miti consolidatisi negli anni Settanta nel movimento giovanile e cioè, il femminismo, la politica, l’ideologia, la solidarietà, l’impegno sociale, la cultura. La copertina del suo primo lp, Ma cosa vuoi che sia una canzone, del 1978 riporta un manifesto scritto dallo stesso autore che recita: "Cos’è una canzone... qualche parola e una melodia? Uno strumento di lotta o una masturbazione psichica? Una sensazione? Che cos’è una canzone d’amore? Che cos’è una canzone politica? Impegnato, non impegnato... Si parla molto e si ascolta poco! Per quel che mi riguarda a fare canzoni mi diverto".

    Con Vasco siamo al rifiuto, dissacrante per l’epoca, della canzone impegnata, della canzone politica, pedagogica, educativa, tipica di molti cantautori di quel periodo. Evidente era anche la polemica contro la canzone d’amore all’italiana, impersonata negli anni Settanta da Claudio Baglioni col suo Piccolo grande amore il quale, in un’altra canzone, paragona la donna ad un "passerotto" pregato di "non andare via". Il nostro è sicuramente più osé e canta

    mi piaci perché sei porca,

    perché sei bella,

    perché sei bionda

    perché sei donna

    perché c’hai la gonna.


    ("Mi piaci perché" , da Bollicine, 1983)

    Per lui la canzone d’amore è in genere l’espressione di un momento intimo, ma drammatico, a tratti pure violento. Ama le affermazioni forti, che scandalizzano le femministe, le quali lo ripagano con l’accusa di essere un misogino, "l’interprete del maschilismo più vieto, del sessismo maniacale, del trivio da suburra" (A. Maffei, Vasco Rossi, ed, Blues Brothers, 1990).
    In effetti, in Colpa d’Alfredo del 1980 chiama esplicitamente "troia" una donna che lo ha piantato in discoteca per andarsene via "col negro", afferma che il sesso è lo scopo della vita, "la ragione per cui mi sveglio al mattino", che ha scelto, prima di diventare un cantante, di fare il disk jockey "soprattutto per motivi di sesso", perché, continua, le ragazze che andavano in discoteca non erano delle sante e lui ci provava "con tutte, e molte alla fine ci stavano". Confessa infine che non gli sono mai piaciute le donne con le gonne lunghe a fiori, coi calzettoni spessi di lana, con gli zoccoli, coi pantaloni, la sua donna ideale deve innanzi tutto avere la gonna, perché "è lo specchio della femminilità; e poi le calze nere, meglio a rete con la cucitura dietro, possibilmente con giarrettiera; apprezzati i tacchi a spillo".

    (...)

    Il femminismo segna personalmente la vita di Vasco Rossi e la polemica contro le femministe diventerà una costante delle sue canzoni. Ricorderà successivamente, nel libro di Sabatino (Forte editore, 1983), con amarezza e spirito di polemica il tempo degli zoccoli e delle gonne lunghe delle femministe, quando "le fighe neanche contavano se erano belle, contavano se erano intelligenti", fino a narrare, nella sua autobiografia, il suo incontro/ scontro personale con una di loro di cui era profondamente innamorato: "avevo diciotto anni. Io facevo teatro, lei anche: femminista accesa, convinta, dopo un anno di grandissimo amore, era la donna della mia vita, [...] a quel tempo la sincerità era importante, era una questione ideologica di fondo. Dopo un anno che stavamo insieme lei mi dice: ma dimmi la verità: sei mai stato con un’altra?" [...] io le ho detto di sì, qualche avventuretta del cazzo. A quel punto lei mi mandò a cagare [...] dopo una settimana tornò e mi disse: "torniamo insieme" [...]. Da quel momento in poi mi ha distrutto. Da tutti i punti di vista, con l’aiuto del femminismo di quel periodo. Prima dal punto di vista psicologico dicendomi che ero un imbecille, poi è arrivata a distruggermi a livello sessuale [...] Un giorno mi ha raccontato tutto quello che aveva fatto con uno di Pescara, tutto, [...]. Alla fine le ho chiesto: "Ma è stato meglio che con me?" e lei mi ha detto sì. A quel punto mi ha ucciso del tutto sono andato veramente 'sotto i piedi'".

    La crisi del ruolo e dell’identità maschile coincide e/o provoca quella della militanza politica trovando espressione nei circoli del proletariato giovanile che sorgono spontaneamente sul finire del 1975 a Milano e si diffondono in altre città.
     
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  6. WlaClioNokia
     
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    Chiedo a tutti i forumisti quale donna ha detto: "Non esistono uomini impotenti ma esistono donne acide".
    Sarò molto grato a chi me lo farà sapere.
     
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  7. ventiluglio
     
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    JULIA KRISTEVA

    «Ho partecipato alla terza stagione del femminismo, quella venuta dopo le suffragette e gli anni di Simone de Beauvoir. Era il periodo che ha fatto seguito al Sessantotto, quando il movimento delle donne era focalizzato soprattutto sulla rivendicazione della differenza femminile», spiega la studiosa nella sua bella casa di Parigi, proprio di fronte ai giardini del Lussemburgo.
    «Per via di questa passata militanza, mi è stato spesso chiesto di scrivere un libro sulle donne o sul femminismo. Io però, sebbene mi sia spesso occupata di scrittrici, ad esempio Marguerite Duras, o di questioni relative alla psicanalisi delle donne, non ho mai voluto lanciarmi in un´opera globale sulla questione femminile. Anche perché, oggi, una divergenza profonda mi separa dal movimento femminista».
    Quale?
    «Tutti i movimenti profetici nati dopo la crisi delle religioni, si sono illusi di realizzare il paradiso in terra, ponendosi in un´ottica collettiva. Anche le femministe. Ma volendo liberare un gruppo umano nella sua totalità, si finisce per ignorare la libertà individuale. Come già le rivoluzioni passate, anche il movimento femminista ha dimenticato che la libertà si declina sempre al singolare. Per me è una questione essenziale. Non a caso, mi sento molto vicina alla lezione di Duns Scoto, il monaco filosofo del medioevo, per il quale verità e libertà sono sempre figlie della singolarità. Occorre sempre rispettare la specificità, i desideri e la creatività d´ogni individuo. Anche il femminismo deve tenere conto della singolarità, altrimenti rischia di degenerare in un altro totalitarismo.


    Estratto di un articolo da " La Repubblica" del 20 marzo 2006 con un'intervista a Julia Kristeva

    Edited by ventiluglio - 27/3/2007, 00:46
     
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  8. ventiluglio
     
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    BIAGIO ANTONACCI

    "A che cosa è servita l’emancipazione femminile? A che cosa sono servite anni di lotte, di famiglie devastate? A che cosa serve dare metà stipendio a una baby sitter solo perché la donna vuole andare a lavorare? Per poi fare tutto a metà: fate benino le madri, fate benino il vostro lavoro, ma avete mille problemi per la testa. Capisco che per qualcuno sia una necessità economica, ma se una famiglia se lo può permettere, la donna dovrebbe rimanere a casa… Non è maschilismo. O almeno, è maschilismo, ma a favore della donna: io dico che se fai l’uomo, lo devi fare fino in fondo".


    Estratto di un articolo dal titolo BIAGIO ANTONACCI: "La donna dovrebbe stare a casa", pubblicata sul sito VIP line.

    Edited by ventiluglio - 25/4/2007, 15:07
     
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    Ex pugile del web

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    Ring ma non The ring...

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    CITAZIONE (WlaClioNokia @ 20/3/2007, 05:33)
    Chiedo a tutti i forumisti quale donna ha detto: "Non esistono uomini impotenti ma esistono donne acide".
    Sarò molto grato a chi me lo farà sapere.

    in un altro topic silver scrisse che una francese disse che non esistono uomini impotenti ma donne incapaci...
     
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  10. *STRIDER*
     
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    Silverback 13/7/2007, 19:10
    CITAZIONE
    P.S. Non ne sono sicuro al 100%, ma le mie "reminiscenze genetiche" dicono che Chanel è altresì la donna che una volta pronunciò la seguente frase:
    "Non esistono uomini impotenti ma solo donne incapaci".



    http://it.wikipedia.org/wiki/Coco_Chanel

    CITAZIONE (WlaClioNokia @ 20/3/2007, 05:33)
    Chiedo a tutti i forumisti quale donna ha detto: "Non esistono uomini impotenti ma esistono donne acide".
    Sarò molto grato a chi me lo farà sapere.

     
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  11. ventiluglio
     
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    SAN LUIGI ORIONE

    Simile ad uno scolaro che lascia il collegio per andare in vacanza, dopo un lungo anno di reclusione, la donna si è trovata, dopo le più recenti invenzioni e specialmente durante questa lunga guerra, si è trovata lanciata in una vita di libertà, di movimento e anche di lavori che non aveva mai conosciuto.

    La donna sino a ieri era rinchiusa nello stretto cerchio della vita della famiglia, e quelle che ne uscivano erano un'eccezione.

    Oggi la donna entra da per tutto. Le donne del popolo entrano nelle fabbriche, ove non si richiede che destrezza e intelligenza, essendo la forza muscolare rimpiazzata dalla forza motrice della macchina. Oggi poi una quantità di nuovi impieghi sono dati alle donne: Le Scuole Elementari anche maschili e Superiori; sono date alle donne le Scuole Tecniche, i Ginnasi, i Licei, le Università sono aperte alle Professoresse; uffici di posta, di telefono, di telegrafo, esattorie, libri di conti, casse, tram elettrici, fattorine, ecc. tutti posti che avvezzano la donna a lavorare fuori di casa, a fare da sé, a entrare in competenza con l’uomo, ad essergli preferita; onde una nuova situazione sociale.

    La donna è divenuta la maggioranza in tutti i paesi, e le donne non maritate saranno domani in Italia, le più numerose.

    E’ cristiano, è caritatevole occuparsi del femminismo, o meglio della famiglia cristiana.

    L'attacco contro questa fortezza sociale che è la famiglia cristiana, custodita e mantenuta dall'indissolubilità del matrimonio, ora latente ancora, vedete che domani diventerà furioso.

    Il femminismo è una parte ed importantissima della questione sociale, e il nostro torto, o cattolici, è quello di non averlo compreso subito. Fu grande errore.

    Il giorno in cui la donna, liberata da tutto ciò che chiamiamo la sua schiavitù, madre a piacer suo, sposa senza marito, senza alcun dovere verso chichessìa, quel giorno la società crollerà più spaventosamente all'anarchia che non abbi crollato la Russia al bolscevismo.

    Troppa poca gente ancora comprende la questione femminista. Confessiamolo francamente, noi cattolici abbiamo trattato il femminismo con una leggerezza deplorevole. Si vanno ancora oggi ripetendo dai più severi i vecchi scherzi di Molière, le spiritosaggini dei Gaudissarts. Ma noi qui vediamo che il ridicolo non ammazza nulla, e meno che meno il femminismo. Esso si è insidiato da per tutto, formando leghe e comitati, ispirando riviste e giornali, trattando tutte le questioni che interessano la donna.


    Da un articolo di san Luigi Orione del 18 maggio 1919 pubblicato sul periodico "La Val Staffora"
    da La profezia di Don Orione sulla donna e il femminismo
     
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  12. ventiluglio
     
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    PAULO COELHO

    L'autore Brasiliano Paulo Coelho ha incluso un attacco al femminismo dichiarando apertamente le sue opinioni durante la promozione del suo ultimo romanzo, La Strega di Portobello.

    Sottotitolato Un Romanzo di Magia, Perdita e Amore, il libro si incentra sulla figura di una donna, Sherine - anche conosciuta col nome di Athena - che vive a Londra, a Portobello Road, e che ha anche poteri profetici.

    Coelho ha dichiarato alla BBC nel programma internazionale "The Ticket" che questi poteri erano realmente caratteristiche di un lato femminile che sia uomini che donne hanno perduto a causa - secondo lui - del femminismo e dello stile politically correct.

    "Il femminismo e' stato un incubo" ha affermato l'autore.

    "Le donne hanno perso questo lato del femminile cercando di essere femministe. Sono totalmente contrario a questo. Io ritengo che noi siamo di generi diversi, pertanto siamo chiamati a scoprire il meglio di noi stessi.
    Detto questo, le donne sono molto piu' aperte all'amore e all'intuizione, e noi uomini abbiamo bisogno di questo."

    Coelho ha ammesso che molti lettori possano essere schoccati dalle sue parole, ma ha posto enfasi sul fatto che lui e' stato parte della generazione hippy e dunque "so di cosa sto parlando."

    "In definitiva, cio' di cui abbiamo bisogno di condividere sono i nostri opposti" ha affermato.
    "Se si e' solo uno - se si pensa come un uomo o ci si comporta da uomo, se si cerca di competere per gli stessi diritti - si perde questa bellezza dell'anima femminile."


    Estratto (tradotto) di un articolo pubblicato su BBC NEWS il 20 Aprile 2007, dal titolo "Coelho attacca frontalmente l'incubo femminista".
    http://news.bbc.co.uk/go/pr/fr/-/2/hi/ente...ent/6575763.stm
     
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  13. ventiluglio
     
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    ANDREA PEZZI

    MILANO - "E' complicato parlare di donne perché c'è sempre chi se la prende".
    La pensa così Andrea Pezzi conduttore e autore televisivo.
    Parliamo delle donne tornate in piazza a Roma.
    "Ecco, parliamone. Io non amo le manifestazioni. Credo che oggi, come negli anni 70, il vero scopo di chi va in piazza non sia quello dichiarato ma è partecipare, sentirsi gruppo".
    E il "no" a violenza e paura?
    "Perchè? C'è qualcuno che crede che una manifestazione possa risolvere qualcosa?"
    C'è una nuova consapevolezza che le donne portano in piazza.
    "Magari per per rivendicare di voler sembrare intelligenti in modo maschile... meglio di no".
    Perché tanto astio verso le donne in corteo?
    "Perché temo che ripetano errori già fatti dalle femministe dure e pure di un tempo".
    Sono passati più di 30 anni, il mondo è cambiato.
    "E' il concetto stesso del femminismo che distrugge l'essenza dell'essere femmina e le potenzialità dell'intelletto femminile. Le femministe puntano tutto sul contrasto uomo-donna. E' sbagliato. E spero che non vogliano tornare in piazza per quel concetto".
    Come definirebbe il suo rapporto con le donne?
    "Io amo le donne. Una donna intelligente e al massimo di sé è da venerare. E in quel caso nessuno può niente, neanche la violenza dei maschi che diventano mansueti come il lupo davanti a San Francesco."

    G. Fas.


    Breve intervista ad Andrea Pezzi pubblicata sul Corriere della Sera, Domenica 25 Novembre 2007 (Cronache, pag. 16: "Che paura il ritorno di quelle dei 70")
     
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  14. Ipazia58
     
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    CITAZIONE (ventiluglio @ 1/10/2007, 17:31)
    (IMG:http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/7..._Don_Orione.jpg)
    SAN LUIGI ORIONE

    Simile ad uno scolaro che lascia il collegio per andare in vacanza, dopo un lungo anno di reclusione, la donna si è trovata, dopo le più recenti invenzioni e specialmente durante questa lunga guerra, si è trovata lanciata in una vita di libertà, di movimento e anche di lavori che non aveva mai conosciuto.

    La donna sino a ieri era rinchiusa nello stretto cerchio della vita della famiglia, e quelle che ne uscivano erano un'eccezione.

    Oggi la donna entra da per tutto. Le donne del popolo entrano nelle fabbriche, ove non si richiede che destrezza e intelligenza, essendo la forza muscolare rimpiazzata dalla forza motrice della macchina. Oggi poi una quantità di nuovi impieghi sono dati alle donne: Le Scuole Elementari anche maschili e Superiori; sono date alle donne le Scuole Tecniche, i Ginnasi, i Licei, le Università sono aperte alle Professoresse; uffici di posta, di telefono, di telegrafo, esattorie, libri di conti, casse, tram elettrici, fattorine, ecc. tutti posti che avvezzano la donna a lavorare fuori di casa, a fare da sé, a entrare in competenza con l’uomo, ad essergli preferita; onde una nuova situazione sociale.

    La donna è divenuta la maggioranza in tutti i paesi, e le donne non maritate saranno domani in Italia, le più numerose.

    E’ cristiano, è caritatevole occuparsi del femminismo, o meglio della famiglia cristiana.

    L'attacco contro questa fortezza sociale che è la famiglia cristiana, custodita e mantenuta dall'indissolubilità del matrimonio, ora latente ancora, vedete che domani diventerà furioso.

    Il femminismo è una parte ed importantissima della questione sociale, e il nostro torto, o cattolici, è quello di non averlo compreso subito. Fu grande errore.

    Il giorno in cui la donna, liberata da tutto ciò che chiamiamo la sua schiavitù, madre a piacer suo, sposa senza marito, senza alcun dovere verso chichessìa, quel giorno la società crollerà più spaventosamente all'anarchia che non abbi crollato la Russia al bolscevismo.

    Troppa poca gente ancora comprende la questione femminista. Confessiamolo francamente, noi cattolici abbiamo trattato il femminismo con una leggerezza deplorevole. Si vanno ancora oggi ripetendo dai più severi i vecchi scherzi di Molière, le spiritosaggini dei Gaudissarts. Ma noi qui vediamo che il ridicolo non ammazza nulla, e meno che meno il femminismo. Esso si è insidiato da per tutto, formando leghe e comitati, ispirando riviste e giornali, trattando tutte le questioni che interessano la donna.


    Da un articolo di san Luigi Orione del 18 maggio 1919 pubblicato sul periodico "La Val Staffora"
    da La profezia di Don Orione sulla donna e il femminismo

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  15. ventiluglio
     
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    CRISTINA DONA'

    Poco fa sentivo in un’intervista Ligabue, che diceva di ammirare molto le donne perché hanno una marcia in più. Tu che ne pensi?
    Io non sono una femminista. Credo che ci siano dei ruoli, se esistono un maschio e una femmina è perché deve esserci un senso nella combinazione dei due sessi. La donna, per una questione fisica, chimica, di compiti nella vita, penso abbia sviluppato una serie di meccanismi naturali, che poi possono essere gestiti più o meno bene (le parti isteriche sono un grande danno). Proprio per questo è innegabile che ci siano tante le sfumature all’interno dell’essere femminile. Nell’essere maschile penso ce ne siano meno, ma questo non è un difetto dell’uomo, è che l’uomo ha un ruolo diverso. Se avesse le stesse sfumature della donna perderebbe i suoi connotati… sarebbe una donna.
    Secondo me per vivere bene nei rapporti tra i due sessi è importante imparare a conoscere queste diversità necessarie.

    Che rapporto hai con le femministe?
    Non sono un’estremista, sono nata il 23 settembre, il giorno dell’equinozio, quando la terra è divisa in due parti uguali dalla luce e dall’ombra. Il mio rapporto con gli uomini è ottimo, forse è anche per questo. Ho avuto, e ho ancora, un padre meraviglioso.


    Estratto di un'intervista a Cristina Donà di Mauro Tabasso, pubblicata su "Nuovo Progetto", Marzo 2006: (http://www.giovanipace.org:80/index.php?op...d=271&Itemid=26)

    Edited by ventiluglio - 10/12/2007, 21:03
     
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