Mal d'Egitto

Storielle, che fanno riflettere!

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O t t a
view post Posted on 19/3/2011, 16:18





Quello che va in giro, torna!

(dal web autore non specificato)

Si chiamava Fleming ed era un povero contadino scozzese.
Un giorno, mentre stava lavorando, sentì un grido d'aiuto venire da una palude vicina.
Immediatamente, lasciò i propri attrezzi e corse alla palude. Lì, bloccato fino alla cintola nella melma nerastra, c'era un ragazzino terrorizzato che urlava e cercava di liberarsi.
Il fattore Fleming salvò il ragazzo da quella che avrebbe potuto essere una morte lenta e orribile.
Il giorno dopo una bella carrozza attraversò i miseri campi dello scozzese; ne scese un gentiluomo elegantemente vestito che si presentò come il padre del ragazzo che Fleming aveva salvato: "Vorrei ripagarvi - gli disse il gentiluomo - avete salvato la vita di mio figlio".
"Non posso accettare un pagamento per quello che ho fatto" replicò il contadino scozzese rifiutando l'offerta.
In quel momento il figlio del contadino si affacciò alla porta della loro casupola.
"E' vostro figlio?" chiese il gentiluomo.
"Si" rispose il padre orgoglioso.
"Vi propongo un patto: lasciate che provveda a dargli lo stesso livello di educazione che avrà mio figlio. Se il ragazzo somiglia al padre, non c'é dubbio che diventerà un uomo di cui entrambi saremo orgogliosi".
E così accadde. Il figlio del fattore Fleming frequentò le migliori scuole dell'epoca, si laureò presso la scuola medica dell'ospedale St.Mary di Londra e diventò celebre nel mondo come sir Alexander Fleming, lo scopritore della penicillina.
Anni dopo, lo stesso figlio del gentiluomo che era stato salvato dalla palude si ammalò di polmonite. Questa volta fu la penicillina a salvare la sua vita. Il nome del gentiluomo era lord Randolph Churchill e quello di suo figlio sir Winston Churchill.

Qualcuno una volta ha detto: quello che va in giro torna.


Lavorate come se non aveste bisogno di danaro, amate come se non foste mai stati feriti, danzate come se nessuno stesse a guardare, cantate come se nessuno stesse a sentire, vivete come se in terra ci fosse il paradiso
 
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O t t a
view post Posted on 10/4/2011, 17:05




Una persona che ti vuole bene

Un giorno, una giovane donna ricevette una dozzina di rose con un biglietto che diceva:
"Una persona che ti vuole bene».
Senza però la firma.
Non essendo sposata, il suo pensiero andò agli uomini della sua vita: vecchie fiamme, nuove conoscenze. Oppure erano stati la mamma e il papà? Qualche collega di lavoro? Fece un rapido elenco mentale. Infine telefonò a un'amica perché l'aiutasse a scoprire il mistero.
Una frase dell'amica le fece all'improvviso balenare un'idea.
"Di', sei stata tu a mandarmi i fiori?".
"Sì".
"Perché?".
"Perché l'ultima volta che ci siamo parlate eri di umor nero. Volevo che trascorressi un giorno pensando a tutte le persone che ti vogliono bene".

E tu, quante fortezze hai costruito oggi?
 
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O t t a
view post Posted on 15/4/2011, 08:59




La pecora

Appena creata, la pecora scoprì di essere il più debole degli animali. Viveva con il continuo batticuore di essere attaccata dagli altri animali, tutti più forti e aggressivi. Non sapeva proprio come fare a difendersi.
Tornò dal Creatore e gli raccontò le sue sofferenze.
"Vuoi qualcosa per difenderti?", le chiese amabilmente il Signore.
"Sì".
"Che ne dici di un paio di acuminate zanne?".
La pecora scosse il capo: "Come farei a brucare l'erba più tenera? Inoltre mi verrebbe un'aria da attaccabrighe".
"Vuoi dei poderosi artigli?".
"Ah no! Mi verrebbe voglia di usarli a sproposito".
"Potresti iniettare veleno con la saliva", continuò paziente il Signore.
"Non se ne parla neanche. Sarei odiata e scacciata da tutti come un serpente".
"Due robuste corna, che ne dici?".
"Ah no! E chi mi accarezzerebbe più?".
"Ma per difenderti ti serve qualcosa per far del male a chi ti attacca...".
"Far del male a qualcuno? No, non posso proprio. Piuttosto resto come sono".

Siamo, in un certo senso, come piccoli animali senza nemmeno una pelliccia o denti aguzzi per difenderci. Ciò che ci protegge non è la cattiveria ma l'umanità: la capacità di amare gli altri e di accettare l'amore che gli altri vogliono offrirci.
Non è la nostra durezza a darci il tepore la notte, ma la tenerezza, che fa desiderare agli altri di scaldarci. La vera forza dell'uomo è la sua tenerezza.

Bruno Ferrero - "Solo il vento lo sa"
 
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O t t a
view post Posted on 24/4/2011, 09:05




Storia dell'uovo di Pasqua


L'uovo rappresenta la Pasqua nel mondo intero: c'è quello dipinto, intagliato, di cioccolato, di terracotta e di cartapesta. Ma mentre le uova di cartone o di cioccolato sono di origine recente, quelle vere, colorate o dorate hanno un'origine radicata nel lontano passato.

Le uova, infatti, forse per la loro forma e sostanza molto particolare, hanno sempre rivestito un ruolo unico, quello del simbolo della vita in sé, ma anche del mistero, quasi della sacralità.
Già al tempo del paganesimo in alcune credenze, il Cielo e la Terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del ritorno della vita.

Gli uccelli infatti si preparavano il nido e lo utilizzavano per le uova: a quel punto tutti sapevano che l'inverno ed il freddo erano ormai passati.

I Greci, i Cinesi ed i Persiani se li scambiavano come dono per le feste Primaverili, così come nell'antico Egitto le uova decorate erano scambiate all'equinozio di primavera, data di inizio del "nuovo anno", quando ancora l'anno si basava sulle le stagioni.

L'uovo era visto come simbolo di fertilità e quasi magia, a causa dell'allora inspiegabile nascita di un essere vivente da un oggetto così particolare.
Le uova venivano pertanto considerate oggetti dai poteri speciali, ed erano interrate sotto le fondamenta degli edifici per tenere lontano il male, portate in grembo dalle donne in stato interessante per scoprire il sesso del nascituro e le spose vi passavano sopra prima di entrare nella loro nuova casa.

e uova, associate alla primavera per secoli, con l'avvento del Cristianesimo divennero simbolo della rinascita non della natura ma dell'uomo stesso, della resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dell'uovo, oggetto a prima vista inerte, Cristo uscì vivo dalla sua tomba.

Nella simbologia, le uova colorate con colori brillanti rappresentano i colori della primavera e la luce del sole. Quelle colorate di rosso scuro sono invece simbolo del sangue del Cristo.

L'usanza di donare uova decorate con elementi preziosi va molto indietro nel tempo e già nei libri contabili di Edoardo I di Inghilterra risulta segnata una spesa per 450 uova rivestite d'oro e decorate da donare come regalo di Pasqua.

Ma le uova più famose furono indubbiamente quelle di un maestro orafo, Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro, la commissione per la creazione di un dono speciale per la zarina Maria.
Il primo Fabergé fu un uovo di platino smaltato bianco che si apriva per rivelare un uovo d'oro che a sua volta conteneva un piccolo pulcino d'oro ed una miniatura della corona imperiale.
Gli zar ne furono così entusiasti che ordinarono a Fabergé di preparare tutta una serie di uova da donare tutti gli anni.

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O t t a
view post Posted on 26/4/2011, 09:46




Le cose che non hai fatto.

Ricordi il giorno che presi a prestito la tua macchina nuova e l'ammaccai?
Credevo che mi avresti uccisa, ma tu non l'hai fatto.
E ricordi quella volta che ti trascinai alla spiaggia, e tu dicevi che sarebbe piovuto, e piovve?
Credevo che avresti esclamato: "Te l'avevo detto!". Ma tu non l'hai fatto.
Ricordi quella volta che civettavo con tutti per farti ingelosire, e ti eri ingelosito?
Credevo che mi avresti lasciata, ma tu non l'hai fatto.
Ricordi quella volta che rovesciai la torta di fragole sul tappetino della tua macchina?
Credevo che mi avresti picchiata, ma tu non l'hai fatto.
E ricordi quella volta che dimenticai di dirti che la festa era in abito da sera e ti presentasti in jeans?
Credevo che mi avresti mollata, ma tu non l'hai fatto.
Sì, ci sono tante cose che non hai fatto.
Ma avevi pazienza con me, e mi amavi, e mi proteggevi.
C'erano tante cose che volevo farmi perdonare quando tu saresti tornato dal Vietnam. Ma tu non l'hai fatto.
Ma tu non sei tornato.

Una regola d'oro: passeremo nel mondo una sola volta. Tutto il bene, dunque, che possiamo fare o la gentilezza che possiamo manifestare a qualunque essere umano, facciamoli subito.
Non rimandiamolo a più tardi, né trascuriamolo, poiché non passeremo nel mondo due volte.


(Bruno Ferrero)


 
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O t t a
view post Posted on 6/5/2011, 10:03




La virgola.

C'era una volta una virgola, seccata dalla poca considerazione in cui tutti la tenevano. Perfino i bambini delle elementari si facevano beffe di lei. Che cos'è una virgola, dopo tutto? Ne giornali nessuno la usa più. La buttano, a casaccio.
Un giorno la virgola si ribellò. Il Presidente scrisse un breve appunto, dopo il lungo colloquio con il Presidente dell'altra superpotenza: "Pace, impossibile lanciare i missili" e lo passò frettolosamente al Generale.
In quel momento la piccola, trascurata virgola mise in atto il suo piano e si spostò. Si spostò di una sola parola, appena di un saltino. Quello che lesse il Generale fu: "Pace impossibile, lanciare i missili".
E scoppiò la Guerra mondiale.

Fai attenzione alle piccole cose. Sono il seme di quelle grandi.

(Bruno Ferrero)
 
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O t t a
view post Posted on 17/7/2011, 23:14




Il re indiano e gli elefanti

Un re indiano ordinò che si radunassero tutti i ciechi; e quando i ciechi furono arrivati alla reggia, fece mostrare a loro i suoi elefanti. Uno tastò le zampe, un altro la punta della coda, un terzo la radice della coda, un quarto il ventre, un quinto il groppone, un sesto le orecchie, un settimo le zanne, un ottavo la proboscide. Poi il re chiamò a sé quei ciechi, e domandò:
"Come sono fatti i miei elefanti?" Uno dei ciechi disse: "I tuoi elefanti somigliano a colonne!". Era il cieco che aveva tastato le zampe. Un altro cieco disse: "Somigliano a scopette!" Era quello che aveva tastato la punta della coda. Un terzo disse: "Somigliano a rami!" Era quello che aveva tastato la radice della coda. Quello che aveva tastato il ventre, disse: "Gli elefanti somigliano a un mucchio di terra!" Quello che aveva tastato i fianchi, disse: "Somigliano a un muraglione!". Quello che aveva tastato il groppone disse: "Somigliano a una montagna!". Quello che aveva tastato le orecchie, disse: "Somigliano a fazzoletti!", Quello che aveva tastato la testa, disse: "Somigliano a un gran mortaio!", Quello che aveva tastato le zanne, disse: "Somigliano a corna!" Quello che aveva tastato la proboscide, disse: "Somigliano a una grossa fune!" E tutti quei ciechi si misero a discutere e a litigare.

Questa favola è stata scritta dal grande Lev Tolstoj scrittore, drammaturgo, filosofo, educatore, teologo ed editore. Di Tolstoj si ricordano, spesso, i suoi romanzi più famosi: "Guerra e pace" ed "Anna Karenina." Però Lev Tolstoj è stato anche un eccelso favolista. In quanto, come educatore, credeva che proprio le favole erano necessarie per l’educazione dei bambini.
 
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O t t a
view post Posted on 30/8/2011, 15:25




Dire, Non dire

Ci sono 27 cose da non dire a chi amate:
"Te l'avevo detto; Sei come tua madre; Sei sempre di cattivo umore; Stai sragionando; E' colpa tua; Cosa c'è che non va con te?; L'unica cosa che sai fare è lamentarti; Qualsiasi cosa faccia non ti va mai bene; Hai quello che ti meriti; Perché non mi ascolti mai?; Cerca di essere più responsabile; Cosa stai pensando?; Sei impossibile!; Non so proprio perché mi sono messo con te; Posso parlare con te fino a restare senza fiato e comunque non ne ricaverei nulla di buono; Posso fare quello che voglio; Se non ti va bene puoi sempre andartene; Non ne combini mai una giusta; Che cosa stupida!; L'unica cosa che sai fare è pensare a te stesso; Se mi amassi davvero lo faresti; Sei una bambina; Sei bravo solo a cambiare opinione; Hai bisogno di tranquillanti; Qual è il tuo problerna?; Non riesco a capirti; Devi sempre avere ragione tu?".

Ci sono 37 cose da dire a chi amate:
"Ottimo lavoro; Sei fantastico; E' stato bellissimo; Sei strepitosa, oggi; Non mi sento completa senza di te; Apprezzo davvero tutto quello che hai fatto per me in questi anni; Tu sei la cosa più importante nella mia vita, più dei bambini, della carriera, degli amici, di tutto; Sono felice di averti sposato; Sei il migliore amico che ho, Se dovessi tornare indietro, ti sposerei di nuovo; Oggi ho voglia di stare con te; Ho sentito la tua mancanza, Oggi non riuscivo a toglierti dai miei pensíeri; E' bello svegliarsi al tuo fianco; Ti amerò sempre; Mi piace vedere i tuoi occhi che si illuminano quando sorridi; Come al solito, oggi sei bellissima; Mi fido di te; Posso sempre contare su di te; Mi fai stare bene; Sono così orgoglioso di essere al tuo fianco; Mi dispíace; Ho sbagliato; Cosa ti píacerebbe?; Cosa stai progettando?; Mi basta ascoltare; Sei così speciale; Non riesco a immaginare la mia vita senza di te; Vorrei essere migliore con te; Cosa posso fare per aiutarti?; Prega per me; Ho pregato per te, oggi; Ogni momento che passiamo insieme è prezioso; Grazie per il tuo amore; Grazie perché mi accetti per come sono; Grazie per essere al mio fianco; Rendi ogni giorno più bello".

(Bruno Ferrero)
 
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O t t a
view post Posted on 12/10/2011, 15:53




Uno dei problemi più frequenti è il modo di dialogare. Spesso se non pesiamo bene le nostre parole il messaggio che vogliamo trasmettere può avere effetti devastanti. La maniera di dire le cose è molto importante e questo brano ci aiuta a riflettere. Sicuramente con la cortesia avremo molto più amici.

La maniera di dire le cose

Un mattino, come spesso accadeva, il califfo Harun al-Rashid chiamò un indovino e gli raccontò il seguente sogno: ” Ho sognato che i miei denti cadevano l’uno dopo l’altro e alla fine la mia bocca restava senza denti. Cosa ne pensi?”
“Oh! Signore, non è un buon segno. Il sogno significa che i tuoi parenti moriranno prima di te e tu rimarrai solo!” gli disse l’indovino.
Il califfo si rattristò e si infuriò a tal punto che ordinò all’esperimento di non farsi più vedere. Quindi raccontò il sogno ad un’altro mago. Questi gli rispose: “Oh! mio signore, è un buon segno. Il sogno prevede che la tua vita sarà lunga e che tu sopravviverai ai tuoi parenti e camperai più di tutti!”.
Il califfo tutto contento disse:
“Che bel sogno!”, e diede cento denari all’ esperto che lo aveva interpretato così bene. Poi chiamò il visir e gli ordinò di cercare il primo indovino e di chiedergli scusa per come era stato cacciato dal palazzo. In fondo, il primo gli aveva rivelato la medesima cosa, ma aveva sbagliato la maniera di dirla.

Anche la verità più bruciante si può dire in modo gentile. La cortesia è l’intelligenza del cuore.


(Bruno Ferrero)
 
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O t t a
view post Posted on 23/11/2011, 17:04




Cos'è la fiducia (=fede)

I campi erano arsi e screpolati dalla mancanza di pioggia. Le foglie pallide e ingiallite pendevano penosamente dai rami. L'erba era sparita dai prati.
La gente era tesa e nervosa, mentre scrutava il cielo di cristallo blu cobalto.
Le settimane si succedevano sempre più infuocate. Da mesi non cadeva una vera pioggia.
Il parroco del paese organizzò un'ora speciale di preghiera nella piazza davanti alla chiesa per implorare la grazia della pioggia.
All'ora stabilita la piazza era gremita di gente ansiosa, ma piena di speranza. Molti avevano portato oggetti che testimoniavano la loro fede.
Il parroco guardava ammirato le Bibbie, le croci, i rosari... ma non riusciva a distogliere gli occhi da una bambina seduta compostamente in prima fila.
Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso.

(Bruno Ferrero)
 
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O t t a
view post Posted on 3/2/2012, 16:25




Un po' d'argento

"Rabbì, che cosa pensi del denaro?" chiese un giovane al maestro.
"Guarda dalla finestra", disse il maestro," cosa vedi?".
"Vedo una donna con un bambino, una carrozza trainata da due cavalli e un contadino che va al mercato".
"Bene. Adesso guarda nello specchio. Che cosa vedi?".
"Che cosa vuoi che veda rabbì? Me stesso, naturalmente".
"Ora pensa: la finestra è fatta di vetro e anche lo specchio è fatto di vetro. Basta un sottilissimo strato d'argento sul vetro e l'uomo vede solo se stesso".
Siamo circondati da persone che hanno trasformato in specchi le loro finestre. Credono di guardare fuori e continuano a contemplare se stessi.
Non permettere che la finestra del tuo cuore diventi uno specchio.

(Bruno Ferrero)
 
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O t t a
view post Posted on 23/4/2012, 23:03




Con questa storia possiamo riflettere sul perdono.

Il segnale

Un giovane era seduto da solo nell’autobus; teneva lo sguardo fisso fuori del finestrino. Aveva poco più di vent’anni ed era di bell’aspetto, con un viso dai lineamenti delicati.
Una donna si sedette accanto a lui. Dopo avere scambiato qualche chiacchiera a proposito del tempo, caldo e primaverile, il giovane disse, inaspettatamente: Sono stato in prigione per due anni. Sono uscito questa mattina e sto tornando a casa.
Le parole gli uscivano come un fiume in piena mentre le raccontava di come fosse cresciuto in una famiglia povera ma onesta e di come la sua attività criminale avesse procurato ai suoi cari vergogna e dolore. In quei due anni non aveva più avuto notizie di loro. Sapeva che i genitori erano troppo poveri per affrontare il viaggio fino al carcere dov’era detenuto e che si sentivano troppo ignoranti per scrivergli. Da parte sua, aveva smesso di spedire lettere perchè non riceveva risposta.
Tre settimane prima di essere rimesso in libertà, aveva fatto un ultimo, disperato tentativo di mettersi in contatto con il padre e la madre. Aveva chiesto scusa per averli delusi, implorandone il perdono.
Dopo essere stato rilasciato, era salito su quell’autobus che lo avrebbe riportato nella sua città e che passava proprio davanti al giardino della casa dove era cresciuto e dove i suoi genitori continuavano ad abitare.
Nella sua lettera aveva scritto che avrebbe compreso le loro ragioni. Per rendere le cose più semplici, aveva chiesto loro di dargli un segnale che potesse essere visto dall’autobus. Se lo avevano perdonato e lo volevano accogliere di nuovo in casa, avrebbero legato un nastro bianco al vecchio melo in giardino. Se il segnale non ci fosse stato, lui sarebbe rimasto sull’autobus e avrebbe lasciato la città, uscendo per sempre dalla loro vita.
Mentre l’automezzo si avvicinava alla sua via, il giovane diventava sempre più nervoso, al punto di aver paura a guardare fuori del finestrino, perchè era sicuro che non ci sarebbe stato nessun fiocco.
Dopo aver ascoltato la sua storia, la donna si limitò a chiedergli: Cambia posto con me. Guarderò io fuori del finestrino.
L’autobus procedette ancora per qualche isolato e a un certo punto la donna vide l’albero.
Toccò con gentilezza la spalla del giovane e, trattenendo le lacrime, mormorò: <<guarda! Guarda! Hanno coperto tutto l’albero di nastri bianchi>>.

Siamo più simili a bestie quando uccidiamo.
Siamo più simili a uomini quando giudichiamo.
Siamo più simili a Dio quando perdoniamo.


Bruno Ferrero
da La Vita è tutto quello che abbiamo
 
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O t t a
view post Posted on 6/5/2012, 15:24




Quello che va in giro, torna!

Autore: Anonimo

Si chiamava Fleming ed era un povero contadino scozzese.
Un giorno, mentre stava lavorando, sentì un grido d'aiuto venire da una palude vicina.
Immediatamente, lasciò i propri attrezzi e corse alla palude. Lì, bloccato fino alla cintola nella melma nerastra, c'era un ragazzino terrorizzato che urlava e cercava di liberarsi.
Il fattore Fleming salvò il ragazzo da quella che avrebbe potuto essere una morte lenta e orribile.
Il giorno dopo una bella carrozza attraversò i miseri campi dello scozzese; ne scese un gentiluomo elegantemente vestito che si presentò come il padre del ragazzo che Fleming aveva salvato: "Vorrei ripagarvi - gli disse il gentiluomo - avete salvato la vita di mio figlio".
"Non posso accettare un pagamento per quello che ho fatto" replicò il contadino scozzese rifiutando l'offerta.
In quel momento il figlio del contadino si affacciò alla porta della loro casupola.
"E' vostro figlio?" chiese il gentiluomo.
"Si" rispose il padre orgoglioso.
"Vi propongo un patto: lasciate che provveda a dargli lo stesso livello di educazione che avrà mio figlio. Se il ragazzo somiglia al padre, non c'é dubbio che diventerà un uomo di cui entrambi saremo orgogliosi".
E così accadde. Il figlio del fattore Fleming frequentò le migliori scuole dell'epoca, si laureò presso la scuola medica dell'ospedale St.Mary di Londra e diventò celebre nel mondo come sir Alexander Fleming, lo scopritore della penicillina.
Anni dopo, lo stesso figlio del gentiluomo che era stato salvato dalla palude si ammalò di polmonite. Questa volta fu la penicillina a salvare la sua vita. Il nome del gentiluomo era lord Randolph Churchill e quello di suo figlio sir Winston Churchill.
Qualcuno una volta ha detto: quello che va in giro torna.

Lavorate come se non aveste bisogno di danaro, amate come se non foste mai stati feriti, danzate come se nessuno stesse a guardare, cantate come se nessuno stesse a sentire, vivete come se in terra ci fosse il paradiso.
 
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O t t a
view post Posted on 28/7/2012, 22:03




Il significato della vita

Un professore concluse la sua lezione con le parole di rito: "Ci sono domande?".
Uno studente gli chiese: "Professore, qual è il significato della vita?".
Qualcuno, tra i presenti che si apprestavano a uscire, rise.
Il professore guardò a lungo lo studente, chiedendo con lo sguardo se era una domanda seria.
Comprese che lo era. "Le risponderò" gli disse.
Estrasse il portafoglio dalla tasca dei pantaloni, ne tirò fuori uno specchietto rotondo, non più grande di una moneta.

Poi disse: "Ero bambino durante la guerra.
Un giorno, sulla strada, vidi uno specchio andato in frantumi.
Ne conservai il frammento più grande. Eccolo.
Cominciai a giocarci e mi lasciai incantare dalla possibilità di dirigere la luce riflessa negli angoli bui dove il sole non brillava mai: buche profonde, crepacci, ripostigli.
Conservai il piccolo specchio.
Diventando uomo finii per capire che non era soltanto il gioco di un bambino, ma la metafora di quello che avrei potuto fare nella vita.
Anch'io sono il frammento di uno specchio che non conosco nella sua interezza.
Con quello che ho, però, posso mandare la luce, la verità, la comprensione, la conoscenza, la bontà, la tenerezza nei bui recessi del cuore degli uomini e cambiare qualcosa in qualcuno.

Forse altre persone vedranno e faranno altrettanto. In questo per me sta il significato della vita".

Bruno Ferrero
 
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O t t a
view post Posted on 7/10/2012, 22:07




L'uovo

Una donna, che non aveva grandi risorse economiche, trovò un uovo. Tutta felice, chiamò il marito e i figli e disse: "Tutte le nostre preoccupazioni sono finite. Guardate un po': ho trovato un uovo! Noi non lo mangeremo, ma lo porteremo al nostro vicino perché lo faccia covare dalla sua chioccia. Così presto avremo un pulcino, che diventerà una gallina. Noi naturalmente non mangeremo la gallina, ma le faremo deporre molte uova, e dalle uova avremo molte altre galline, che faranno altre uova. Così avremo tante galline e tante uova. Noi non mangeremo né galline né uova, ma le venderemo e ci compreremo una vitellina. Alleveremo la vitellina e la faremo diventare una mucca. La mucca ci darà altri vitelli, finchè avremo una bella mandria. Venderemo la mandria e ci compreremo un campo, poi venderemo e compreremo, compreremo e venderemo".
Mentre parlava, la donna gesticolava. L'uovo le scivolò di mano e si spiaccicò per terra.

I nostri propositi assomigliano spesso alle chiacchiere di questa donna: "Farò... Dirò... Rimedierò...". Passano i giorni e gli anni, e non facciamo niente
.

(Bruno Ferrero, Quaranta storie nel deserto)
 
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46 replies since 19/2/2006, 15:25   489 views
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