Ken il Guerriero - Hokuto No Ken.it

La versione di Daiyu Gao

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E.A. Coockhob
view post Posted on 19/9/2016, 11:11     +1   -1




Non lo so, sto cercando di ccapire come dovrebbero essere fatte certe locazioni ^_^
Per il resto, che te ne pare?
 
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Lokapala
view post Posted on 20/9/2016, 13:12     +1   -1




Bel lavoro
 
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view post Posted on 20/9/2016, 19:55     +1   +1   -1
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Successore della Divina Scuola

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Devo dire la mia... :-p:

Ci sono tante cose ben scritte e ideate, altre rese male. Poi ti dico nel dettaglio ma dal Tablet non riesco a scrivere interventi lunghi... Il pezzo merita comunque.


Allora.
Sai scrivere molto bene. Sai "ripassare" il concetto con periodi che esprimono lo stesso concetto pur di ribadirlo e focalizzare l'attenzione del lettore ( cosa che ti avevo suggerito in un nostro scambio ), e lo fai benissimo.
L'idea dei MEMORIALI è ottima, solo che non ha senso che DAIYU GAO stessa ci dica che sta facendo una DIGRESSIONE quando la fa.
Né che la sua versione dei fatti sia poi così completa.

Ecco questo è il punto. Se è un memoriale deve solo essere uno "spaccato" volutamente alla HEMINGWAY cioè una storia ECLITTICA con parti mancanti.

In questo senso che DAIYU GAO chiami o si riferisca al fondatore di HOKUTO col termine shuGen piuttosto che ShuKen sembra un COLPO DI GENIO purtroppo NON VOLUTO.
Che sappia degli YUEHZI pure ma ci stava essere più "frammentari"... E cambiare alcuni termini. Nessuno di noi ha la visione del tutto. Solo l'AUTORE che è il DIO dell'opera.

Tu E.A. sembri troppo preoccupato dal volerci rivelare TUTTA LA STORIA pur tramite dei MEMORIALI, ma così snaturi la tua stessa brillante idea di "SPACCATI", delle finestre, fessure di visione di un tutto che NON DEVE NECESSARIAMENTE EESSERE NARRATO.

P.S: Per il resto direi che si fa leggere volentieri.

Edited by Raoul - 20/9/2016, 21:21
 
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E.A. Coockhob
view post Posted on 20/9/2016, 20:53     +1   -1




CITAZIONE (Raoul @ 20/9/2016, 20:55) 
Sai "ripassare" il concetto con periodi che esprimono lo stesso concetto pur di ribadirlo e focalizzare l'attenzione del lettore ( cosa che ti avevo suggerito in un nostro scambio ), e lo fai benissimo.

Ho cercato di far tesoro del tuo suggerimento, sono contento di esserci riuscito. ^_^

Per il tic che ha Daiyu di dire "Aperta parentesi" o "Ora sto aprendo una digressione" -in verità non convinceva molto nemmeno me- l'ho messo perché volevo ottenere due obbiettivi:

rendere il suo modo di vedere le cose un "flusso di coscienza" incoerente con digressioni, pronostici, note a margine. ...Ma gli autori che scrivono così piacciono solo a me :( , allora ho provato a mettere un tic che rendesse la cosa più "simpatica"

differenziarla da Jagi. Jagi cerca disperatamente di tenere un filo logico. Daiyu invece mi piacerebbe che desse l'idea di una persona ansiosa che scrive tutto quello che le passa per la testa senza un ordine particolare e andando "di pancia". Ma è da rivedere. :/

Grazie per i suggerimenti. ^_^
 
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view post Posted on 20/9/2016, 21:20     +1   +1   -1
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Successore della Divina Scuola

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L'effetto lo hai ottenuto. Anche se la meticolosità di JAGI fatico a comprenderla.
La versione di DAIYU GAO è più interessante, forse perché uno dei personaggi NUOVI.
A me piacciono i personaggi NUOVI e ben inseriti nel contesto di HNK.

Serve "togliere qualcosa" piuttosto che aggiungere.
Qualche frase in meno, qualche precisazione in meno, due o tre sfumature ulteriori e siamo di fronte ad un'opera MOLTO INTERESSANTE.
 
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E.A. Coockhob
view post Posted on 20/9/2016, 21:40     +1   -1




Cercherò di far tesoro dei tuoi suggerimenti ^_^
Jagi è meticoloso anche perché il suo intento originario era quello di scrivere un resoconto che fosse utile ai successori futuri. La carrellata iniziale serviva a me per far capire com'è fatto questo universo alternativo -che prende molto da SNK e dai Gaiden- e a Jagi per rimpiazzare le pergamene distrutte.
 
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E.A. Coockhob
view post Posted on 21/9/2016, 18:13     +1   -1




Salve a tutti, sono Daiyu Gao e ho un problema

Certo che, mio caro lettore immaginario, è davvero una cacata di incipit "E così -eccoci qui- nel buco del culo del mondo a combattere contro un armata di pazzi invasati.". Forse dovrei essere diligente. Forse dovrei scrivere giorno per giorno. Forse dovrei fare gli schemini. Forse potrei dirti che ho perso una mano e faccio fatica a scrivere ma tu sai che sono un'artista marziale e sai che nel dirlo ti sto' prendendo per il culo. La verità è che un po' ho avuto da fare, un po' ci eravamo lasciati che ero in uno stato di profondo scazzo esistenziale con una sfumatura depressiva. I videoregistratori sono cose da super ricchi, e anche le videocassette, il gelato te lo puoi pure scordare. E' il motivo per cui sono ancora in perfetta forma fisica: perché mi sarei sfondata l'addome di gelato e i nervi ottici di vecchi film. Quindi è un bel po' che non ci vediamo. Perché, mah, vedi, come al solito perché ho appena trascinato il mio sedere scolpito da oltre 4000 anni di storia Seito dal più volgare inferno che ci sia: quello travestito da paradiso. Ho avuto paura mentre ci passavo in mezzo, sai? E ho ancora più paura di quello che verrà tra poco.

Alla Casa Bianca, quella sulla Nob Hill hanno un problema: il fortino che tenevamo nelle Grandi Pianure è stato fatto fuori dai Templari comandati da un Angelo a quanto si dice. Volava, lanciava saette, secondo qualcuno aveva pure le ali. Fatto è che i sopravvissutti erano tutti disidratati, denutriti, profondamente traumatizzati. Qualcuno parlava anche di piogge di fuoco. Pare che adesso le Grandi Pianure siano governate da quattro angeli per conto di... Be' avete capito, no? Cose da pazzi commento io. Il presidente mi scocca un'occhiata e dice "Non prendermi per il culo.". In effetti lo stavo solo prendendo un po' in giro. Lui è uno di quelli giusti, di quelli del mio giro e per dimostrarmelo mi ha fatto anche montare una fichissima mano cyborg. Insomma per farla breve c'è da far fuori un "maestro d'arti marziali" come lo chiamiamo qui o "una fottuta strega" come dicono i bifolchi confederati. Insieme a me e al presidente ci sono un po' di teste d'uovo ante guerra: personale civile di basi militari, ex ufficiali, ufficiali in pensione con la sedia a rotelle, le mascherine d'ossigeno, pure un geografo che ha tutta l'aria di essere un vecchio hippy in disarmo che continua a ciarlare, srotolare cartine dell'Arizona a scala sempre più piccola puntando e tracciando segmenti con una bacchettina nera. Ora... Questi qui in teoria sarebbero una banda di poveracci che abitano in tuguri rabberciati alla meno peggio. Ma sono anche i leaders democraticamente eletti del Mondo Libero, cioé di quel che ne resta, e i loro consulenti. Insomma anche se sono inadeguati gli tocca prendersi la responsabilità di cercare un ombrello ignifugo prima della pioggia di fuoco imminente. Contate che anche se era una riunione informale questi mi hanno offerto un pranzo, pesante, mi hanno fatto ogni sorta di cerimonia, io, be' non è che ho molto da dire... Sono solo quella che decide chi vive e chi muore. Così mi sono sprofondata nella sedia imbottita e tutte le teste d'uovo lì presenti si sono lanciati in discorsi lunghissimi, pieni di tecnicismi, pieni di citazioni che tanto non potevo afferrare non avendo alle spalle studi regolari. Una pesantezza che guarda! In certi momenti mi sarei pure addormentata davanti a loro. Senonché, man mano che quelli procedevano arricciando le spirali della loro eloquenza come il vecchio hippy arrotolava e srotolava carte geografiche vecchie come il cucco, tra i colpi di tosse degli anziani, afferrai il senso di fondo del discorso che andavano facendo: io supportata da un distaccamento di veterani saremmo dovuti andare a far fuori quei dementi. A breve distanza ci avrebbero seguito dei novellini per fare numero. Se tutto fosse andato per il suo verso i Templari avrebbero incrociato il distaccamento di veterani in un cimitero dei carri armati dove c'era stata una bella battaglia tra carri URSS e USA con contorno di bombardamenti. Lì i vecchi marmittoni avrebbero potuto giocarsela sulle capacità di manovra e io avrei potuto far fuori l'angelo senza dar troppo nell'occhio. Se le cose non andavano per il loro verso dovevamo arretrare sul campo aperto, riunirci con gli scartini tenuti lì in riserva e buttare il conflitto sulla maggioranza numerica. Io penso "Vabbe'". Per me il problema si riduceva a: vado a fare una passeggiata con qualche centinaio di ragazzoni aitanti, ammazzo un qualche praticante d'arti marziali e me ne torno a casa a farmi una pedicure. Facile, no? No. Perché c'è sta cosa che vuole venire anche Jagi perché è un marmittone anche lui e vuole rimettersi a sparare. Non è che sono molto contenta che un uomo con finta moglie e finta figlia va a rischiare la vita per davvero per un paese che non è nemmeno il suo. Ma sono tempi duri e a Nob Hill non si butta via niente. Pensa te che Jagi si era portato dietro per anni una cartelletta di cuoio con un bel po' di documenti e referenze del fu esercito giapponese. Poi dicono a me che sono una perfezionista!
Vabbe'...

Il viaggio fino in Arizona fa schifo, naturalmente: ogni mezzo o animale da trasporto porta scorte ed equipaggiamento. Mi tocca farmi 30 giorni di marcia a piedi mangiando polvere, col sole che mi brucia gli occhi. Insomma una lunga passeggiata e un unico nemico: il caldo. Perché i briganti che sono riusciti a continuare a delinquere fino ad oggi hanno tutti imparato che non è una bella idea attaccare una colonna di truppe NUSA, quindi figurati due. Abbiamo iniziato a marciare a fine inverno quindi siamo arrivati a destinazione a inizio primavera come aveva detto il vecchio fricchettone là, quello delle mappe. Jagi invece passeggia tranquillamente insieme a un po' di gente che ha fatto imbucare nella sua unità, c'è anche la sua figlioccia mutante, Chizuru, che nasconde gli occhi gialli all'ombra di un berretto militare e le mani artigliati con guanti da lavoro belli spessi. Impressionante quella, come esploratrice è davvero brava.

Comunque il posto metteva i brividi... Immaginati che a un bambino tanto ricco quanto deficente regalano decine di modellini di carrarmatini, elecotterini e veicoli blindati, in latta. Questo scemtotto si diverte a saltellarci sopra e lanciargli su dei petardi. Alla fine se ne va orgoglioso di essersi comportato come... Un grande leader mondiale. Aggiungeteci un bel po' di rocce color arenaria sullo sfondo, polvere rossa e ruggine ovunque e avrete lo sfondo di questa, ennesima, maledetta battaglia.

Bene perfetto, ci accampiamo ci appostiamo, il giorno successivo arriva un esercito di folli armati con un equipaggiamento anacronistico. Non dico solo le armi. Quelli lì, i Templari, indossavano delle cotte di tessuto bianco con una bella croce rossa dipinta sopra. Mandano dei messaggeri da noi, esemplari rozzi, tozzi e teppestici di essere umano abbrutito da guerra nucleare e banditismo ma con una strana lucina folle negli occhi. Molto sicuri del fatto loro ci propongono la resa incondizionata, in cambio saremmo scampati al castigo divino. Io avrei risposto meno edutacamente del generale Watson. Ma Watson è un dandy.

Il giorno dopo Jagi vestito da sergente dell'esercito in mimetica e io vestita da crocerossina siamo in prima linea. La battaglia è quasi servita: noi siamo appostati dietro ogni riparo utile, mentre gli uomini in bianco, il triplo di noi, avanzano verso di noi salmodiando preghiere. Ne ho viste di cose! A un certo punto la prima linea del loro esercito si divide in due ali, vista la disinvoltura devono aver fatto questo trucchetto diverse volte, penso. Tra le due ali passa un uomo vestito con una cotta e una specie di tranch bianco. E' alto più di due metri, penso due metri e trenta, ha i capelli biondi, lunghi e molto folti, due occhi di un blu velenoso che brillano di una folle determinazione.
"Il mio nome è Gabriel e sono uno dei Quattro Messaggeri. Per l'ultima volta" dice il bel uomo sfoderando una voce chiara e profonda come un rintocco di campana "arrendetevi tutti adesso o la scure dell'altissimo precipiterà sulle vostre teste."
Un gigante invasto! Mi hanno fatto fare tutta questa strada per niente! Ma vaffanculo!
Ecco che quando Watson da ordine di aprire il fuoco, quello muove una mano e i nostri fucilieri prendono il volo e finiscono spalmati come marmellata su una formazione rocciosa distante una decina di metri da loro.
Senza troppe cerimonie gli corro incontro con l'idea di ammazzarlo, dai suoi uomini arrivano alcuni colpi di fucile che evito con un balzo, atterro vicino al gigante biondo e gli sferro un calcio. Ma Gabriel afferra la caviglia al volo. Il tempo rallenta mentre vengo catapultata sopra il campo di battaglia. Sono presa da un attimo di paura mentre mi posiziono per rallentare la caduta; sotto di me c'è proprio la torretta di un carro armato arrugginito; indurisco il corpo ma l'impatto è tremendo per poco le mie gambe non finiscono in frantumi ma la torretta del mezzo è ammccata. Gabriel a metri di distanza da me si mette in posizione per sferrare un pugno, cosa crede di poter fare? Sferra il pugno da una ventina di metri di distanza. L'effetto è devastante tutti i soldati NUSA tra lui e me vengono spappolati dalla cintola in su. Mi getto dal carro armato e la canna del mezzo viene fatta saltare in aria da una forza invisibile.
"Ti concedo un minuto per pentirti dei tuoi numerosi peccati, strega."
In effetti mi concede un minuto, in cui io penso a come ammazzarlo. Lui comincia a mulinare le lunghe braccia muscolose, l'aria sembra rispondere ai suoi comandi e io rischio seriamente di perdere l'equilibrio.
Mentre sto cercando di rimanere in piedi sulle gambe doloranti nonostante il vento impetuoso un giubbotto mimetico, è quello di Jagi.
"Spostati, mortale o l'ira divina travolgerà anche te." dice Gabriel
"No." rispose freddamente Jagi. Jagi stese le braccia in avanti, alzo i palmi e cominciò a gonfiare braccia e torace. La sua giubba esplose sfondata dai muscoli. Gabriel nel frattempo aveva cominciato a roteare le mani ma il vento che prima minacciava di buttare a terra me non spostava di un millimetro Jagi.
Arretrai per vedere cosa succedeva oltre le spalle di Jagi, nel frattempo Gabriel aveva spiccato il volo e stava precipitando verso di noi, da come si gonfiava il suo strano trenc mentre planava la sua sagoma, si, somigliava un po' a quella di un angelo. Jagi passò all'azione, tra noi e Gabriel si materializzò un vero e proprio muoro di mani. Aura! Percepivo che finalmente Jagi aveva preso il controllo dela sua aura e la stava utilizzando per bloccare i colpi di Gabriel. Richiamai il Chi nelle mie mani. Jagi sapeva cosa avevo in mente di fare, perciò quando Gabriel toccò terra e la sua raffica di pugni cessò si spostò di colpo, Gabriel, accompagnato da un mulinello d'aria che sollevava spirali di polvere attorno a lui tentò di parare il raggio d'energia pallida sprigionata dalle mie mani. Ci riuscì.
Gabriel, guardò Jagi con Rabbia, mulinò le braccia, Jagi scattò verso di lui come se nulla fosse e infatti poco dopo le sue mani di Gabriel esplosero. Gabriel sferrò un calcio che Jagi evitò all'ultimo scartando. Una raffica di vento scardinò la carcassa di una jeep.
"Vili progenie di demoni" urlò Gabriel con i palmi delle mani che sanguinavano copiosasmente "Siete in due contro uno."
"Il tuo esercito è tre volte più numeroso del nostro e hai sempre approfittato della superiorità numerica quando hai potuto." rispose con calma Jagi "E' tardi per chiedere un duello leale."
Ecco, dico io: ma come si fa a non odiare Jagi?
Intanto la battaglia tra i soldati NUSA e i fanatici di Gabe divampa furibonda, i nostri uomini hanno provato a bersagliare quei fanatici riparati dietro le carcasse dei mezzi militari ma le prime file di quegli invasati sono corsi in avanti immolandosi per permettere ai loro confratelli e consorelle di aggirare gli ostacoli. Dietro alcune montagne di ruggine si sentivano spari a distanza ravvicinata, in altri era un cozzare di coltelli e baionette.
"Cagna del demonio!" esclama Gabriel mentre tira un calcio a un rudere di cemento che vola verso di me, provo a pararlo sapendo che finiro sfracellata nel tentativo, Jagi con un calcio volante lo riduce a sassolini innocui.
Mentre Jagi riacquista l'equilibrio, Gabe gli è addosso lo colpisce con un calcio alle gambe, entrambe le gambe talmente violento da farlo cadere a terra, il calcio solleva bossoli e altra ferraglia che si configge nelle mie gambe tranciando vene e arterie nonostante il mio corpo sia irrobustito dal chi. Mentre Jagi è ancora a terra Gabriel prova a colpirmi con un calcio, lo paro con la mano sinistra guantata, il vento fa scricchiolare le giunture metalliche della mia mano cyborg ma non mi danneggia la sorpresa e il dolore di Gabe sono sufficienti a fargli perdere l'equilibrio. Ne approfitto per colpire uno tsubo sul suo collo ma sento che il mio chi va ad infrangersi contro l'aura che emana, ha appena uno spasmo a un braccio. Penso di essere finita nell'interminabile attimo in cui si prepara a sferrare un colpo ma poi lo vedo precipitare a terra e vedo, invece, Jagi rialzarsi impolverato. Non vedo più gabe per terrà, però, io Jagi volgiamo lo sguardo al cielo come una sola persona. Sento di nuovo l'aura di Jagi accendersi e vedo una barriera di palmi contro cui s'infrangono proiettili d'aria materializzarsi tra Jagi e Gabe. Mentre serro il pugno sinistro lo sento scricchiolare, alzo l'indice a fatica e scatto verso Gabe, lo colpisco al volto, non riesce a parare. Il mio dito sinistro colpisce uno dei suo occhi l'occhio si spappola l'osso si frantuma il mio Chi esplode nel suo cervello. Gabe tocca terra morto.
Non sento più la mano sinistra, la estraggo rudemente dalla testa di Gabe. Le dita metalliche si sono bloccate dal pugno chiuso emerge solo un indice umido di sangue e cervella.
Jagi mi aferra al volo e mi evita una scarica di mitragliatrice trascinandomi dietro un cumulo di metallo fuso e rugginoso.
"Puoi fare qualcosa rapidamente?" Mi chiede Jagi mostrandomi le mani e le braccia "Per queste?"
Vedo che le sue braccia sono ormai quasi del tutto cianotiche per le contusioni.
Annuiusco con la testa mentre dico "Rilassati" sembrache gli stia misurando il polso con la mano destra, in realtà ho collegato istantaneamente la sua rete energetica alla mia; un piccolo, trucco della scuola di Seito. I colpi ripetuti di Gabriel hanno causato un notevole stres cinetico alle braccia di Jagi che si è acumulato, ledendo in modo massiccio l'apparato muscoloscheletrico.
"Come tuo dottore è mio dovere consigliarti di abbandonare la battaglia, immediatamente."
"Non posso, hai altre opzioni?"
"Posso metterci una pezza e renderti operativo fino al calar del sole ma domani ti sentirai davvero male. ...Se sopravviverai alla battaglia."
"Fa più male dell'editto dei tre giorni? No, ma ti assicuro che quando passerà l'effetto della stimolazione mi odierai."
"Non succederà, non potrei mai odiarti." Siccome Jagi si può interpretare in un solo modo: letterale, solo il fatto che siamo in un fottuto scontro a fuoco m'impedisce di saltargli addosso per riempire di corna sua moglie ma siamo nel mezzo di un fottuto scontro a fuoco così, con la sola mano sinistra comincio a premere i suoi punti di pressioni e le echimosi cominciano subito ad arretrare vistosamente.
"Grazie." dice Jagi e poi tra se aggiunge "Ho visto solo una battaglia peggiore di questa." e sparisce nel fumo di un'esplosione.
Noto che vicino a me c'è una lancia stretta attorno a un braccio staccato da un colpo di rtiglieria. Afferro la lancia con la mano destra ancora contratta lì attorno nel rictus della morte. Stacco la mano e la getto via senza troppe cerimonie, non mi serve, è ben altro il brandello di carne a cui sto pensando al momento. Mi sposto cautamente e vedo che la strada tra me e il cadavere di Gabe è libera, al momento. Più che altro perché i fanatici lì attorno hanno esistato giusto il tempo per permettere ai soldati NUSA di piazzargli un colpo di baionetta o di proiettile in testa. Corro verso il cadavere con la lancia, riverso Chi nel mio braccio destro perché col sinistro non posso fare gran che, se fossi una persona normale non riuscirei a tenere la lancia in quelle condizioni, meno un fendente al collo di Gabe e trancio la sua testa di netto. Afferro i suoi lunghi capelli biondi al volo. E mi getto dietro un muretto di rottami. Infilzo il collo di Gabe nella punta della lancia. E e poi, impressionando i soldati Nusa riparati lì insieme a me alzo la testa di Gabriel oltre il cumulo di ferraglia.
Sapete? Le battaglie hanno una loro "inerzia" per alcuni istanti la roba ha continuato a esplodere... Ma solo perché la gente aveva sparato prima. Adesso non stava sparando più. Non attorno a me. Sai quando il tempo comincia a scorrere come la lenta corrente di un oceano di melassa e ci sono istanti che sembrano durare un'eternità? Ecco: a me capitò quello, esplosero gli ultimi colpi, poi ci fu un silenzio che mi sembrò durare un secolo o due. Poi qualcuno urlò! "Guardate l'hanno ucciso". Un bell'urlo, alto, nitido, pulito ben scandito, o almeno così sembrò a me perché dopo ci furono urla di tutti i tipi e soprattutto spari, esplosioni, urla di moribondi, lamenti di feriti. Da cui di tanto in tanto si alzavano pianti, imprecazioni, rauche grida di battaglia e persino preghiere.
"Hey, ragazzone, vieni un po' qui?" dico a un tizio di cui al momento notai solo il grado "tenente" ricamato sulla mimetica
Quello scatta verso di me, vedo il suo faccione da ragazzotto di campagna palestratello -in fondo un po' ebete- pende dalle mie labbra. Vorrebbe dirmi "Sissignora" ma è troppo emozionato.
"Reggimi questo, io devo andare ad occuparmi dei feriti."
Lui prende la testa con movimenti scattosi, da insetto. Mentre corro via sento che sta già dando ordini secchi agli uomini e mi pare anche di capire che abbia una mezza idea di portare un po' in giro il bel faccino di Gabe.

Accoppare quel povero demente che pensava di essere un Arcangelo è stata un po' una bastardata, ma se non avessimo giocato sporco io e Jagi non solo avrebbe ucciso noi due e i nostri uomini ma avrebbe continuato a fare stragi fino a chissà quando. Ci penso, così, proprio en passant mentre mi dirigo nelle retrovie e nell'ospedale da campo. Che è una sorta di trailer di un girone dell'inferno cristiano. La pena è temporanea. Arterie recise, fratture esposte, organi che escono dall'addome, un caleidoscopio di mutilazioni diverse tra loro come fiocchi di neve. Ogni volta che passo vicino a un ferito incurabile, furtivamente, gli premo lo tsubo della pietà dandogli almeno una morte indolore. Con tutti gli altri faccio il possibile, ricompongo, suturo, premo qualche tsubo di nascosto, ordino iniezioni. La mano sinistra è un pezzo di ferro inutile con un dito indice puntato. Stassera è plenilunio e il cielo è sgombro di nubi, la battaglia continua per qualche ora dopo il tramonto, poi ci viene comunicato che l'Armata Bianca di Gabriel è stata annientata. Gli unici Fratelli Templari che non sono stati presi prigionieri sono quelli finiti in stato di shock vuoi per la battaglia, vuoi per l'aver visto la testa del loro idolo in cima a una picca. La sera sono esausta. Mentre torno dalla mia tenda per poco non vado a sbattere contro il dottor Kobayashi seduto a fumarsi una sigaretta, non mi sembra affatto stanco, ha le pupille e le narici dilatate per l'eccitazione, è come se il fetore di morte e polvere da sparo che ristagna qui fosse aria purissima per lui. Sorride tra se. Quel pazzo ha l'aria di spassarsela un mondo qui! Quando mi vede smette di sorridere tra se come un ebete. "Salve signorina Gao. Posso aiutarla a togliersi quella protesi dalla mano sinistra? Sembra le pesi parecchio...", "No, grazie. Ho gli atrezzi nella mia tenda.", "Non ti piace farti mettere le mani addosso da un maschio, eh?" dice lui con una voce improvvisamente volgare, da avvinazato cattivo "No, è solo che mi fai schifo. Chiaramente è un fatto personale.", "Invece a me piace un sacco quando operi e hai quella faccia così seria e concentrata. Con quell'espressione intensa che solo gli dei e i bambini possono avere mentre giocano." ne ho viste e sentite tante ma il tono mellifluo con cui dice queste cose mi fa correre un brivido lungo la schiena e conclude "Chiaramente è una mia preferenza personale. Professionalmente ti stimo." "Vado a dormire, da sola.", "Buona notte e sogni d'oro" risponde Kobayashi più viscido della lingua di una lumaca.

Perché ho scritto tutte queste cose invece di andarmene a dormire? Perché non riesco a dormire, ho l'adrenalina che pompa a mille e perché, presto, molto presto, dovrò vedermela con altri mostri come Gabe. E ho paura di dover dare io alla finta figlia e finta moglie di Jagi che quel cretino è morto per davvero. Soprattutto il Gigante che ci ha attaccati era discepolo di una qualche scuola di arti marziali che non conosco, ma accidenti se è pericolosa! Il fatto che qualcuno abbia insegnato a un mutante a praticare un'arte marziale così tremenda -con successo per altro- non mi promette nulla di buono.
Vabbe', andrò a dormire, chissà se riuscirò ad aggiungere un altro capitolo a questo diario ma se anche così non fosse, tu, amico mio, stai sereno, c'è un intero mondo post apocalittico attorno a te, buon divertimento.

Un +1 al primo che indovina qual'è la tecnica che usa Gabriel :)

Edited by E.A. Coockhob - 22/9/2016, 18:00
 
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Lokapala
view post Posted on 22/9/2016, 15:55     +1   +1   -1




Arhat Deva? :-p:
 
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E.A. Coockhob
view post Posted on 22/9/2016, 16:11     +1   -1




Indovinato.
 
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Lokapala
view post Posted on 22/9/2016, 18:18     +1   +1   -1




L'ho capito quando Gabriel fa un movimento con le mani e soldati vengono spazzati via
 
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E.A. Coockhob
view post Posted on 23/9/2016, 13:19     +1   -1




Non proprio uno dei miei giorni migliori
Sono molto vecchia, così vecchia che dire anziana sarebbe una dichiarazione mendace, dovrei essere in pensione. Anzi volevo leggermi la copia del Piccolo Principe- forse l'ultima che mi hanno portato ieri sera- invece devo perdere tempo con quel pisquano del discepolo che mi succederà, non alla scuola, ma diciamo alla divisione statunitense. Te pensa che quando avevo visto la copertina di quel libro da una vetrina me ne ero innamorata e lo volevo, ma niente, ho dovuto aspettare un buon settant'anni.
"Maestra qual'è la tecnica finale della Scuola di Seito?"
Assumo la mia migliore espressione greve e do alla mia voce un'intonanzione solenne. "La tecnica finale!", "La tecnica finale, si!" , "Be' devi sapere che una tecnica finale è un concetto molto complesso da comprendere. Ho tutta la tua attenzione?" "Si!" Esclama lui quasi dandomi di capo mentre sporge la testa per annuire vigorosamente. "Allora devi sapere che ci fu un tempo in cui un uomo sconosciuto, agli albori dell'umanità scoprì quella che per allora era la tecnica finale: un cazzottone menato a regola d'arte. E' lì che tutto è cominciato."
Comprendo che il mio alievo è un perfetto imbecille mentre lo vedo preso da tutte le scemenze che sto dicendo per prendere tempo. Meglio così! Se il cielo vorrà sarà un successore mediocre e felice.
"La tecnica finale di una persona è la tecnica più efficiente che riesce ad usare in quel momento, la più adatta, la migliore in quell'ambiente, in quel periodo storico."
"E qual'è la migliore tecnica finale della Scuola Lunare di Seito?"
"Per secoli fu la Distruzione Celeste."
"E poi?"
"E poi non lo so. Io ho studiato fino alla Distruzione Celeste. Le pergamene del nonno sono state nuclearizzate, quelle che ho in casa le ho ricopiate io a memoria."
"Ma lei, maestra sa fare ben di più e ben di meglio della Distruzione Celeste. L'ha dimostrato in diverse occasioni."
"Ma sai... Era tutta roba improvvisata un po' a cazzo. Così... Sul momento, sai che la nostra scuola somiglia alla musica: successioni di note secondo un certo ritmo, successioni di colpi secondo una certa cadenza. Io sono sempre stata una che suona gli spartiti di merda ma improvvisa da Dio!"
Mentre vedo la sua faccia sbiancare a stendersi nello sconforto dalle profondità muccillagginose del mio petto sale una risata.

Mi alzo tutta sudata. Vado alle docce. Mentre mi avvicino sento un forte odore di sangue, la fonte è un mucchio di sangue coagulato, anzi no, sono panni sporchi ma sembra un enorme grumo staccato dal crostone sul ginocchio di un gigante, la tenda delle docce puzza di sangue in modo incredibile, sento che un'altra persona si sta lavando. Mi spoglio dentro la tenda e vado in uno dei separee', c'è ancora acqua calda.
"Ciao Chizuru, fatto buona caccia ieri sera?"
"Si." risponde lei con una sfumatura risentita
"Scusa, colpa mia."
"Nessun problema. Come ti senti dopo lo scontro di ieri?"
"Ho una paura fottuta."
"Ah!" esclama lei
"Ma è così. I tizi che abbiamo visto oggi sono il prodotto di un posto orribile, governato da cervelli malati in cui dovremo per forza andare a cacciarci. Non ho semplicemente paura di morire..."
Chiude il rubinetto dell'acqua, sento un rumore strano, come un cane che si scrolli l'acqua di dosso provenire da dietro la sua tenda.
"E di cos'hai paura allora?"
"Ho paura di diventare come "Gabriel" mi viene il dubbio che forse sono già come loro ma senza essermene accorta. ...O più prosaicamente mi viene il dubbio che i mie concittadini possano diventare combustibile per quei piccoli inferni, o diventare un giorno loro stessi i volenterosi operai di quelle fucine del demonio."
Sto pensando a come spiegare meglio il mio stato d'animo quando Chizuru mi fulmina con un "Sei strana." e poi aggiunge allegramente "E se te lo dico io che sono una mutant devi crederci per forza."
Scoppiamo a ridere insieme.
Watson è in collegamento via radio con la Casa Bianca, presto partirà la solita trafila di comunicati, riunioni, ordini eccetera. Io sto aspettando che mi riparino la mano sinistra. Fa un certo effetto scriverlo, ma, hey, sto proprio aspettando che mi riparino la mano sinistra.
 
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E.A. Coockhob
view post Posted on 25/9/2016, 16:11     +1   -1




...Probabilmente uno dei giorni peggiori in assoluto
"E così" scandisce Watson con calma "Voi avete fatto questa carneficina per una manciata di antipsicotici."
Da dietro la maschera da hokey sporca di sangue dell'omone che mi ricorda un po' Jeason di Venerdì 13 fuoriesce una voce lagnosa "Si ma vede... Non è così semplice siamo bravi ragazzi con cattivi problemi. Noi vorremmo essere come voi: avere la nostra stanzetta, la razione di cibo, quella d'acqua e passare la domenica rovistando tra i rifuti alla ricerca di qualcosa di utilizzabile. Ma non possiamo. Siamo pazzi, matti da legare, amico, davvero tutta questa merdata della guerra ci ha fritto il cervello. ...E così: siamo pazzi non possiamo lavorare. Ma se non lavoriamo non abbiamo i soldi per pagarci le pasticche e magari, chissà, anche uno psicoterapeuta. Così c'è venuta questa idea di sbudellare i Confederati... Sai che ad Atlanta sono pieni di... Roba. Roba per tutti i gusti. Metadone, antipsicotici, ansiolitici, eccetera, eccetera. Vedi... Tra uno sbudellamento e l'altro prendiamo tutte le pastiglie, facciamo anche terapia di gruppo."
"Ma se non avete un terapeuta come fate a fare terapia di gruppo?"
"Io ho letto questo manuale motivazionale." Dice estraendo una risma di fogli sbiadita ma abbrustolita dal sole "spiega come migliorare un po' la qualità della vita. E altre cose.... Leggendolo mi sono fatto un po' di cultura psicoanalitica. Tipo, io ho capito che l'origine dei miei problemi è che non sono riuscito a lasciarmi alle spalle la mia fobia infantile per i ratti. Il fatto che poi Caio -dopo aver messo delle protezioni ai miei organi fonatori e sensoriali- abbia legato alla mia faccia una gabbia con dentro due ratti affamati ha agravato il mio quadro clinico. Ora riesco a tenere abbastanza sotto controllo questo problema che ho coi ratti. Pensi un po' che non uccido più nessuno quando vedo un ratto. Prima avevo violente crisi d'aggressività al sopraggiungere di un mustelide. ...Poi c'è pure questo fatto che ho tradito tutto il tradibile sotto tortura ma non sono riuscito a suicidarmi per cui ho gravi problemia anche a livello di ego. ...C'è il mio Super Io, che non viene da Krypton ma sta rannicchiato nella mia testa che ha il super potere di farmi sentire in colpa, che mi sta friggendo il cervello... Cosa che fa solo venire voglia di maiale in agrodolce al mio Es. Tutto questo è un bel fottuto casino perché il mio Ego cosciente non riusciva più a svolgere il lavoro di scrivania con questo che strillava che dovavano scannarmi come un maiale e quell'altro che strillava che voleva mangiare maiale. ...E' stato così che li ha mandati a litigare nel sub conscio, che un po' l'archivio della ditta, e mi stanno mettendo in disordine i ricordi, fatico a farmi esami di realtà, ho il sonno disturbato e non riesco a tener traccia della mia attività onirica."
Vedo un sacco di... Donne spappolate.... A coltellate "Oh, quello è un lavoro di Luke" dice l'omone con una voce imporvvisamente pimpante. "Credo che sia sessualmente frustrato ma non ne sono molto sicuro. Comunque il fatto che continui a infierire a colpi di coltello sulle femmine dopo che le ha uccise è... Sintomatico."
"Mmmerda!" sibila Watson
"Tranquillo, Luke è uno a posto, sta con noi."
"Ah! Andiamo bene!" Dice Watson "Ora mi fido già un po' di più."
"Ma no, guarda, Luke è uno apposto davvero. ...Quando è fatto di sedativi. Il bello di quelli fatti è che puoi schiacciare un pisolino per mezz'ora e non succede niente, se la spassano da soli. Ovviamente, gli sballati per certe cose sono un disastro: non dicono niente di divertente, non puoi chiedergli soldi e se uno finisce a fare il miliziano o il professore, combina dei casini tremendi quando deve fare i turni di guardia e con la grafia degli ideogrammi."
Sono incantata a guardare una tizia che sta dividendo i corpi a mucchi. Alcuni li mette con un certo garbo su un telo, ricavato da una tenda militare, ben pulito. Potrebbe avere una qualsiasi età tra i 15 e 35 anni. Non capisco se sia invecchiata precocemente o se sia conservata bene. ...Anche per gli standard post olocausto. Forse ha solo i capelli bianchi per un qualche motivo che mi sfugge. Tinta sbagliata? Capelli albini ma perfetta pigmentazione oculocutanea? Un'altro folle con una tuta ignifuga sporca e rattoppata fino all'inverosimile sta ammucchiando tutto il materiale incendiabile in un punto della golena ben esposto al vento.
Watson mi sta parlando mi giro verso di lui
"Daiyu? Sei sveglia? Hai un'aria imbambolata."


Mi sono lavata, mi sono vestita, per un attimo ho carezzato pure l'idea di truccarmi ma, no, meglio tenere le chicche pre olocausto per altre occasioni. Jagi -per altro appassionato di filosofia occidentale- sta soffrendo stoicamente il suo secondo peggior postumo da combattimento di tutta la sua vita. Lo so perché collegandomi al suo schema energetico sui traumi subiti dal suo corpo conosco, vita, morte e persino miracoli.
Così quasi mi bagno le mutandine quando gira la testa verso di me, mi rivolge un sorriso di gratitudine e prova a salutarmi riuscendo solo a tossire.
"Allora adesso ti metto sulla sedia a roettelle così sentiamo quello che ha da dirci Watson."
Watson non è nella sua tenda, arredata come una sorta di ufficio portatile: tavolo pieghevole messo lì a mo di scrivania, sedie pieghevoli, tutto di un bel colore marrone. Sul tavolo c'è "caos creativo" allo stato puro: mappe, lucidi, appunti, cartellette cariche di documenti e un portapenne di bambù. La mia testa trasmette a ripetizione Jagi che mi dice "Non potrei mai odiarti" Infatti è una fortuna che possa statre dietro alla sua sedia a rotelle. Gli alievi del dojo m'invidiavano, all'inizio avevano provato a superarmi ma non ce la facevano nemmeno coi trucchi sporchi, così avevano smesso di parlarmi. Sono cresciuta in mezzo ai miei parenti e condiscepoli ma anche terribilmente sola. Per costringerli a parlarmi dovevo usare tutta la mia testardaggine e il mio sarcasmo. Penso che questa cosa non mi abbia fatto bene. Quella ...E l'olocausto nucleare. Tutto quello che conoscevo, il mondo dove volevo vivere cancellato per sempre. I miei parenti sono o dispersi e morti e così dispersa o forse morta è la mia speranza di essere accettata da loro come una guerriera. Non volevo fare la guerriera, mi ha costretto il nonno preso dalla disperazione: voleva che ogni persona dotata fosse istrutita e io sono una guerriera nata, anche se farei più colentieri l'attrice, magari comica.
Ma vabbe', basta con questi segoni mentali, persa nei miei pensieri per jagi vengo richiamato alla realtà da odore di caffé, vero caffé. Vedo entrare Watson con la sua aria ricercatamente trascurata portare un vassoio con tre lunghe tazze di ceramica piene di caffé, come un cameriere pre olocausto.
"Salve Gente."
Jagi gli fa un saluto militare
Watson lo ricambia con enfasi stentorea
"Allora Gente la situazione è gravissima ma non seria."
"Ma che cazz...?" Mi lascio sfuggire
"Dài, beviamoci il nostro caffé ce lo siamo meritato."
Beviamo il caffé
"I Confederati hanno conttato il Grande Capo Binco." dicelludendo al Presidente "E gli hanno fatto sapere che non sono riusciti ad abbattere il Regno dell'Anticristo. Ma ho non se ci hanno provato!"
C'è un silenzio carico di tensione
"Insomma questi fanatici religiosi sono in lotta contro gli altri fanatici religiosi. Però.... Sapete qual'è il problema della logica politica? Che è incompatibile con la logica di base."
"Allora i Confederati non vogliono questi stregoni blasfermi qui. Ogni loro respiro è un insulto. ...Però d'altra parte noi siamo apostati della peggior specie: atei bestemmiatori che tollerano ogni sorta di eretico e idolatra. In più siamo pure in combutta coi Nordisti, pensa te."
Watson fa una pausa
"Eddài, qualcosa potreste pure dirla."
"Io seguo un mio personalissimo undicesimo comoandamento: se non hai qualcosa di carino da dire stai zitta."
"Ah! Buona questa! Fa ridere perché non è vera."
"Jagi rimarrà afasico per qualche ora, o qualche giorno."
"Be'... Io vorrei disperatamente tacere Daiyu perché la cosa che ti sto per dire è quanto di meno carino mente umana possa concepire."
Fa una breve pausa e mi guarda invitandomi a inervenire
"Allora... Prima dobbiamo prendere a tenaglia questi invasati con un'aiutino (non dichiarato) dei Confederati, poi dovremo andarcene dopo aver liberato il mondo da questi pazzi, prima che i sudisti facciano il loro bel voltafaccia. Adesso vogliono lasciar fare a noi il lavoro sporco, subito dopo tenteranno di annettere le Grandi Pianure."
"Hai centrato tutti i punti, Daiyu. Gli uomini di Atlanta saranno di vedute ristrette ma ma sono maestri dell'intimidazioni e campioni del maneggio. ...Fortunatamente la diplomazia non è il loro forte. Hanno un bello stomaco ma pessimi denti... Non riusciranno a inghiottire le Grandi Pianure è un boccone troppo grosso."
"Perché?" gli chiedo io
"Mah, non credo che i nordisti sarebbero molto contenti di vederli dilagare oltre gli Appalachi. ...E nemmeno quel che resta di messicani e canadesi. Il presidente sarebbe più ripulire la zona, finanziare un po' di peace enforcing in collaborazione con gli altri governi e aiutare i locali a ricostruire i loro territori come vogliono loro. Ha questa idea -che in fondo è un po' una cazzata- che bisognerebbe lasciar sviluppare i vari stati e dargli poi la possibilità di associarsi. Vuole buttare risorse per finanziare il mito della democrazia a uso e consumo delle generazioni future... Se mai ci saranno, aggiungo io." e sottolinea la sua battuta con un sorriso luciferino.
Io rimango in silenzio, Jagi rimane impassibile.
"Insomma, come avete capito dobbiamo entrare nelle grandi pianure e liberarci di questi maniaci religiosi, perciò l'obbiettivo non è conquistare il territorio e ammazzare questi pazzi fanatici. Ma capire chi muove le fila di questa messa in scena di pessimo gusto. L'ideale sarebbe catturarlo, interrogarlo e smascherarlo ma anche ammazzarlo in modo plateare e cruento come avete fatto con Gabriel potrebbe andar bene."

Marciamo per mezza giornata a mezzogiorno i nostri esploratori avvistano un accampamento ospitaliero dei templari, le loro bandiere garriscono ancora al vento ma c'è qualcosa di strano. ...Ci sono una ventina di motociclette di grossa cilindrata e uno scomposto via vai di persone dagli abiti chiassosi il cui stile urla violenza: tatuaggi, borchie, le tende con le docce -in piena attività- sono rosse di sangue.
Le manovre di avvicinamento, e lo scambio di segnali è lungo ed estenuante soprattutto perché io non capisco niente di questa roba militare in cui Jagi sguazza. ...Jagi è seduto sulla sedia a rotelle a crogiolarsi nel suo dolore che sopporta con grande dignità. Ed è così che nel tardo pomeriggio finisco a parlare con la brutta copia di Jeason di Venerdì 13 insieme al Generale Watson.

No, mio lettore immaginario, quello con cui ho aperto questo capitolo non era un sogno purtroppo è la dura realtà.
Watson mi sta parlando mi giro verso di lui
"Daiyu? Sei sveglia? Hai un'aria imbambolata."
"Insomma voi uccidereste per delle cure mediche adeguate?"
"Si, purtroppo." banfa Jeason con la sua vocina da pigliaschiaffi triste
"Allora... Mettiamola così. Potete tornare a fare la vostra vita ma, salvo la rapina del secolo ad Atlanta, non avreste alcuna possibilità di ricevere cure adeguate. Altrimenti potreste unirvi a noi e forse ricevere cure adeguate. La maggior parte di voi si senza alcun dubbio starebbe meglio."
Jeason mi stringe la mano e dice "Grazie!" in modo molto cordiale
"Ragazzi! Si va ad Atlanta a fare la rapina del secolo. Per la gloria per l'onore..."
"E per il metadone!" urla qualcuno tra la folla.
I folli alzano i pugni al cielo ed emettono un ruggito belluino.
"Wow! Tu si che sei una manipolatrice, Daiyu." Dice Watson scoccandomi un sorriso diabolico
"Vai a farti fottere Charley." rispondo al Charles Salomon Watson.
"Be'" dice Jeason "Se volete scusarci abbiamo diverse questioni di cui occuparci... Quindi potete andare quando volete."
"Ci sono prigionieri ancora in vita?"
"Mah, un po' di personale medico di complemento" dice agitando le mani "li abbiamo rinchiusi in quel bunker la. Non potevano esserci utili. Gli altri feriti e sbudellati gli abbiamo lasciati in quelle tende là. ...Qualcuno ancora utilizzabile dovreste trovarlo. Molti sono stati investiti da una pucciosa macchina da guerra. E' un brutto modo per ferirsi."

Allora nel bunker ci sono umini e donne di tutte le età denudati, legati con le mani dietro la schiena e bendati. Sono stati lasciati a sguazzare nelle loro feci senza cibo né acqua. Alcuni sono anche feriti. Si trattava di "personale medico di complemento" gente formatasi sul campo della terza guerra mondiale. Quanto agli altri feriti per un giorno furono la mia croce e la delizia di quel sadico di Kyobashi.

Bene mi sono tolta un altro peso di dosso, chissà quale altro orrore ci riserverà il futuro.
 
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E.A. Coockhob
view post Posted on 9/10/2016, 12:35     +1   -1




Scontro contro Rafael
Okay, l'ho sfangata. E adesso vi racconterò come.
Raffael era impressionante, non era un gigante come Gabriel ma era la sua coppia identica. Aveva la stazza di un uomo normale ma i suoi lineamenti erano gli stessi riportati in piccolo. Aveva i capelli lunghi e biondi, gli occhi blu e la pelle chiara, coperta di cerone per coprire le scottature del sole dell'Arizona. Indossava anche lui quello strano spolverino bianco con la croce dei templari. Rafael è un bravo ragazzo e mi dispiace di avrlo dovuto uccidere ma so che sarebbe stato lo stesso per lui. Ci eravamo accordati per risparmiare ai nostri eserciti un massacro. E così si risolveva la questione con un bel duello tra lui e uno dei nostri: io. Invece di andare lì col mio look da Infermiera Assassina Venuta dall'Inferno ho optato per un completo nero, attillato senza fronzoli: reggiseno sportivo, canottiera, pantaloni e scarpe robuste. SI vedeva bene il mio braccio metallico. "Fa male?" mi ha chiesto Rafael indicando la mia protesi. "No, è solo brutto da vedere." rispondo io sorridendo. "Senti..." comincio io, vorrei dirgli che non è necessario combattere fino alla morte ma lui blocca le mie parole con un gesto del braccio e un pacato "No.". "Come non detto" rispondo stringendomi nelle spalle.
Mi getto verso di lui. E sento che i miei movimenti rallentano. Capisco che sta facendo vorticare la sua Aura per assorbire la mia. Realizzo istantaneamente però anche di aver un maggior potenziale rispetto a lui, quindi lo lascio fare. Mi avvicino lentamente a lui e schivo lo spostamento d'aria provocato dai suoi pugni saltando goffamente alle sue spalle. Lui si gira e si rimette in posizione convinto che sia ridotta a usare dei trucchetti dozzinali a inzio incontro. Talentuoso ma ancora troppo acerbo. Mentre si lancia verso di me mulinando un uragano di prese faccio esplodere la mia aura, sento le correnti del suo risucchio di Chi disperdersi di fronte al soffio della mia anima tanto più possente del suo. Schivo fluidamente le sue mani che si muovono rapide come pale di turbina mentre cercano di ghermirmi. Riesce a graffiarmi la spalla sinistra, è una ferita superficiale ma esce sangue.
I nostri soldati che ci stavano guardando scatenarci col binocolo a quel punto devono aver visto due ondate di mani scontrarsi tra loro nell'aria. Raf era di tutt'altra pasta rispetto a Gabe. Gabe le aveva suonate a me e a Jagi perché non sapevamo cosa aspettarci e perché dovevamo pensare a ben più che combattere un solo avversario. Concentrandomi su un solo avversario senza distrazioni notai che Raf aveva conquistato l'Aura e Gabe no, Raf era meno potente fisicamente ma era molto più esperto del Primo "Messaggero". Era quasi riuscito a privarmi delle mie capacità.
A un certo punto lo stallo si rompe, il mio braccio di carne stringe il suo in una presa e il caleidoscopio d'immagini residue si dissolve. Mentre è bloccato tento di sferrargli un colpo alla testa con la mano di metallo. Ma lui si sfila dalla presa, riesco a incrociare le braccia davanti alla testa il taglio della sua mano mi colpisce in pieno, l'onda d'urto è potente fino al punto che la polvere rossa attorno a noi e splode, letteralmente, sento le mie gambe sprofondare nel terreno. Lui si avvicina e io lo colpisco con una testata violentissima, lui barcolla all'indietro, il suo corpo comincia a pulsare in modo diseguale, la frustata furiosa del mio Chi ai suoi meridiani gli ha fatto male come non ne provava da anni. Mentre lui si rimette in equilibrio con la faccia insanguinata io estraggo piedi e caviglie dal terreno. Gli lascio il tempo di radersi il sangue davanti agli occhi.
"Perché?" mi chiede lui
"Voglio che non ci siano dubbi sull'esito dello scontro: te lo devo."
Lui spicca un salto, potenziato da una corrente d'aria ascensionale, si getta su di me e durante la caduta mi bombarda con una raffica di calci simili a stelle cadenti, io riesco a pararli tutti senza che il mio braccio di metallo si deformi.
Provo a colpirlo mentre riprende l'equilibrio ma previene il mio tentativo deviando la sua caduta con una raffica d'aria.
Cominciamo a scambiarci colpi e i soldati avranno di nuovo visto due ondate di mani turbinare nell'aria in un'oceano tempestoso d'immagini e poi di polvere.
Mentre eravamo nella polvere le nostre mani si sono strette saldamente, entrambe le nostre mani erano sollevate. Era più forte di me anche se avevo aura superiore, stava per battemi ma sono riuscita a sferrare un calcio al suo volto senza perdere l'equilibrio, ho sentito i suoi meridiani collegarsi ai miei, il mio cervello calcolò all'istante quanti danni gli avevo inflitto e come potevo direzionare l'energia del suo corpo contro di lui. Aveva difese poderose ma era acerbo, era come se una formidabile corazza nascondesse un ragazzino. ...Che però voleva e poteva uccidermi. Infatti mi sollevò in aria è mi gettò per terra. La detonazione per i soldati fu terrificante, credo che si sia alzata una bella colonna di polvere rossa perché quando tutto era finito eravamo entrambi frastornati sul fondo di un cratere, le superfici di roccia surriscaldata dall'impatto sfrigolavano attorno a noi. Stupido ragazzino! Non era riuscito ad eseguire bene quel colpo altrimenti non solo mi avrebbe uccisa ma non sarebbe finito sbalzato anche lui. Prima che riesca ad avvicinarmi a lui la pressione dell'aria mi schiaccia alle pareti del cratere. Non perdo i sensi. Lui fa l'errore di tentare di schiacciarmi mantenendo la pressione dell'aria io sferro una Distruzione Celeste. Non posso sentire ma so che la corrente di Chi che ho innescato nel suo corpo ha raggiunto quello che per qualsiasi Hokuto sarebbe il punto di non ritorno Rafael è condannato a morire entro pochi minuti. ...Se dipendesse da un Hokuto, io potrei ancora salvarlo.
"Arrenditi."
Lui ha una serie di violenti colpi di tosse e sputa sangue, dura trenta secondi
Lui si ricompone pochi istanti dopo, risponde "No." e si getta verso di me
L'ultimo scontro tra me e lui è furibondo, si alza una collonna di polvere, la polvere invade tutta la pianura. Alla fine quando la polvere si posa io sono in piedi il mio braccio meccanico è tra le sue mani. Lui è seduto vicino a me, ha un'aria rassegnata.
"Provi pietà per me?"
"Provo pietà per te, per me, per tutti. A questo punto posso solo darti una morte indolore. Mi dispiace."
Lui chiude gli occhi
"Ti credo. Sai? Io non credo davvero che ci sia Dio dietro a tutto questo, ma ringrazio il Sesto Giorno per avere almeno fatto un tentativo di salvare l'umanità. Almeno ci abbiamo provato..." Sospira
"Vattene via... Non puoi battere Michael e non puoi fermare il Sesto Giorno, sei una brava persona, salvati."
"No." rispondo io imitando il suo tono.
Sorride e si allontana dalla luce del sole mentre il suo corpo rimane lì col mio braccio metallico sulle ginocchia.
Al momento sono nell'ospedale da campo.Sto consumando in medicinali abbastanza dollari per sfamare una intera città. Ci sono momenti -solo momenti- in cui penso che noi artisti marziali siamo nel migliore dei casi parassiti come me, nel peggiore veri e propri cancri come Caio e le sue marionette. Ma è un cazzata, lo so. In verità cerco di non pensare che ogni volta che uccido un marzialista uccido un altro essere umano, anzi, uccido le persone che mi somigliano di più tra gli altri esseri umani, stessa infanzia, stessa vita, diverse motivazioni e schieramenti e -quasi sicuramente- stessa morte: uccisa da un essere umano come me.
Il Sesto Giorno. Il Sesto Giorno Dio creò l'uomo. Questi signori, e forse anche signore, perché no? Hanno giocato con il DNA umano. Be' l'idea di costruire uomini a tavolino da addestrare nella propria arte marziale preferita penso che farebbe fare salti di gioia fuori dalla tomba al mio caro nonnino. Non mi stupirei di vedere anche questa, tanto sono già la depositaria di un'arte vecchia quanto le piramidi con un braccio meccanico saldato ai miei nervi con diodi. Perché non dovrebbero essere esistiti altri pazzi che hanno fuso tecnologia e arti marziali prima dell'equip che mi ha in "cura"?
Non so se sono diventata più forte, ma sicuramente dopo aver abbattuto lo Shura con la Maschera Nera sono diventata più cattiiva. Credo che invece di un "mi dispiace" lo avrei spedito in coma, o gli avrei cancellato la memoria. Da quando è morto Mal penso solo che se avrò esitazione o pietà moriranno altre persone che si affidano a me. Non me ne frega più niente dei miei avversari, che il cielo mi aiuti!

Edited by E.A. Coockhob - 11/10/2016, 14:52
 
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E.A. Coockhob
view post Posted on 9/10/2016, 15:23     +1   -1




Probabile data del prossimo capitolo: i primi di novembre.
 
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Lokapala
view post Posted on 11/10/2016, 13:17     +1   +1   -1




Che peccato :|:
 
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40 replies since 10/9/2016, 20:59   604 views
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