Salve a tutti, sono Daiyu Gao e ho un problemaCerto che, mio caro lettore immaginario, è davvero una cacata di incipit "E così -eccoci qui- nel buco del culo del mondo a combattere contro un armata di pazzi invasati.". Forse dovrei essere diligente. Forse dovrei scrivere giorno per giorno. Forse dovrei fare gli schemini. Forse potrei dirti che ho perso una mano e faccio fatica a scrivere ma tu sai che sono un'artista marziale e sai che nel dirlo ti sto' prendendo per il culo. La verità è che un po' ho avuto da fare, un po' ci eravamo lasciati che ero in uno stato di profondo scazzo esistenziale con una sfumatura depressiva. I videoregistratori sono cose da super ricchi, e anche le videocassette, il gelato te lo puoi pure scordare. E' il motivo per cui sono ancora in perfetta forma fisica: perché mi sarei sfondata l'addome di gelato e i nervi ottici di vecchi film. Quindi è un bel po' che non ci vediamo. Perché, mah, vedi, come al solito perché ho appena trascinato il mio sedere scolpito da oltre 4000 anni di storia Seito dal più volgare inferno che ci sia: quello travestito da paradiso. Ho avuto paura mentre ci passavo in mezzo, sai? E ho ancora più paura di quello che verrà tra poco.
Alla Casa Bianca, quella sulla Nob Hill hanno un problema: il fortino che tenevamo nelle Grandi Pianure è stato fatto fuori dai Templari comandati da un Angelo a quanto si dice. Volava, lanciava saette, secondo qualcuno aveva pure le ali. Fatto è che i sopravvissutti erano tutti disidratati, denutriti, profondamente traumatizzati. Qualcuno parlava anche di piogge di fuoco. Pare che adesso le Grandi Pianure siano governate da quattro angeli per conto di... Be' avete capito, no? Cose da pazzi commento io. Il presidente mi scocca un'occhiata e dice "Non prendermi per il culo.". In effetti lo stavo solo prendendo un po' in giro. Lui è uno di quelli giusti, di quelli del mio giro e per dimostrarmelo mi ha fatto anche montare una fichissima mano cyborg. Insomma per farla breve c'è da far fuori un "maestro d'arti marziali" come lo chiamiamo qui o "una fottuta strega" come dicono i bifolchi confederati. Insieme a me e al presidente ci sono un po' di teste d'uovo ante guerra: personale civile di basi militari, ex ufficiali, ufficiali in pensione con la sedia a rotelle, le mascherine d'ossigeno, pure un geografo che ha tutta l'aria di essere un vecchio hippy in disarmo che continua a ciarlare, srotolare cartine dell'Arizona a scala sempre più piccola puntando e tracciando segmenti con una bacchettina nera. Ora... Questi qui in teoria sarebbero una banda di poveracci che abitano in tuguri rabberciati alla meno peggio. Ma sono anche i leaders democraticamente eletti del Mondo Libero, cioé di quel che ne resta, e i loro consulenti. Insomma anche se sono inadeguati gli tocca prendersi la responsabilità di cercare un ombrello ignifugo prima della pioggia di fuoco imminente. Contate che anche se era una riunione informale questi mi hanno offerto un pranzo, pesante, mi hanno fatto ogni sorta di cerimonia, io, be' non è che ho molto da dire... Sono solo quella che decide chi vive e chi muore. Così mi sono sprofondata nella sedia imbottita e tutte le teste d'uovo lì presenti si sono lanciati in discorsi lunghissimi, pieni di tecnicismi, pieni di citazioni che tanto non potevo afferrare non avendo alle spalle studi regolari. Una pesantezza che guarda! In certi momenti mi sarei pure addormentata davanti a loro. Senonché, man mano che quelli procedevano arricciando le spirali della loro eloquenza come il vecchio hippy arrotolava e srotolava carte geografiche vecchie come il cucco, tra i colpi di tosse degli anziani, afferrai il senso di fondo del discorso che andavano facendo: io supportata da un distaccamento di veterani saremmo dovuti andare a far fuori quei dementi. A breve distanza ci avrebbero seguito dei novellini per fare numero. Se tutto fosse andato per il suo verso i Templari avrebbero incrociato il distaccamento di veterani in un cimitero dei carri armati dove c'era stata una bella battaglia tra carri URSS e USA con contorno di bombardamenti. Lì i vecchi marmittoni avrebbero potuto giocarsela sulle capacità di manovra e io avrei potuto far fuori l'angelo senza dar troppo nell'occhio. Se le cose non andavano per il loro verso dovevamo arretrare sul campo aperto, riunirci con gli scartini tenuti lì in riserva e buttare il conflitto sulla maggioranza numerica. Io penso "Vabbe'". Per me il problema si riduceva a: vado a fare una passeggiata con qualche centinaio di ragazzoni aitanti, ammazzo un qualche praticante d'arti marziali e me ne torno a casa a farmi una pedicure. Facile, no? No. Perché c'è sta cosa che vuole venire anche Jagi perché è un marmittone anche lui e vuole rimettersi a sparare. Non è che sono molto contenta che un uomo con finta moglie e finta figlia va a rischiare la vita per davvero per un paese che non è nemmeno il suo. Ma sono tempi duri e a Nob Hill non si butta via niente. Pensa te che Jagi si era portato dietro per anni una cartelletta di cuoio con un bel po' di documenti e referenze del fu esercito giapponese. Poi dicono a me che sono una perfezionista!
Vabbe'...
Il viaggio fino in Arizona fa schifo, naturalmente: ogni mezzo o animale da trasporto porta scorte ed equipaggiamento. Mi tocca farmi 30 giorni di marcia a piedi mangiando polvere, col sole che mi brucia gli occhi. Insomma una lunga passeggiata e un unico nemico: il caldo. Perché i briganti che sono riusciti a continuare a delinquere fino ad oggi hanno tutti imparato che non è una bella idea attaccare una colonna di truppe NUSA, quindi figurati due. Abbiamo iniziato a marciare a fine inverno quindi siamo arrivati a destinazione a inizio primavera come aveva detto il vecchio fricchettone là, quello delle mappe. Jagi invece passeggia tranquillamente insieme a un po' di gente che ha fatto imbucare nella sua unità, c'è anche la sua figlioccia mutante, Chizuru, che nasconde gli occhi gialli all'ombra di un berretto militare e le mani artigliati con guanti da lavoro belli spessi. Impressionante quella, come esploratrice è davvero brava.
Comunque il posto metteva i brividi... Immaginati che a un bambino tanto ricco quanto deficente regalano decine di modellini di carrarmatini, elecotterini e veicoli blindati, in latta. Questo scemtotto si diverte a saltellarci sopra e lanciargli su dei petardi. Alla fine se ne va orgoglioso di essersi comportato come... Un grande leader mondiale. Aggiungeteci un bel po' di rocce color arenaria sullo sfondo, polvere rossa e ruggine ovunque e avrete lo sfondo di questa, ennesima, maledetta battaglia.
Bene perfetto, ci accampiamo ci appostiamo, il giorno successivo arriva un esercito di folli armati con un equipaggiamento anacronistico. Non dico solo le armi. Quelli lì, i Templari, indossavano delle cotte di tessuto bianco con una bella croce rossa dipinta sopra. Mandano dei messaggeri da noi, esemplari rozzi, tozzi e teppestici di essere umano abbrutito da guerra nucleare e banditismo ma con una strana lucina folle negli occhi. Molto sicuri del fatto loro ci propongono la resa incondizionata, in cambio saremmo scampati al castigo divino. Io avrei risposto meno edutacamente del generale Watson. Ma Watson è un dandy.
Il giorno dopo Jagi vestito da sergente dell'esercito in mimetica e io vestita da crocerossina siamo in prima linea. La battaglia è quasi servita: noi siamo appostati dietro ogni riparo utile, mentre gli uomini in bianco, il triplo di noi, avanzano verso di noi salmodiando preghiere. Ne ho viste di cose! A un certo punto la prima linea del loro esercito si divide in due ali, vista la disinvoltura devono aver fatto questo trucchetto diverse volte, penso. Tra le due ali passa un uomo vestito con una cotta e una specie di tranch bianco. E' alto più di due metri, penso due metri e trenta, ha i capelli biondi, lunghi e molto folti, due occhi di un blu velenoso che brillano di una folle determinazione.
"Il mio nome è Gabriel e sono uno dei Quattro Messaggeri. Per l'ultima volta" dice il bel uomo sfoderando una voce chiara e profonda come un rintocco di campana "arrendetevi tutti adesso o la scure dell'altissimo precipiterà sulle vostre teste."
Un gigante invasto! Mi hanno fatto fare tutta questa strada per niente! Ma vaffanculo!
Ecco che quando Watson da ordine di aprire il fuoco, quello muove una mano e i nostri fucilieri prendono il volo e finiscono spalmati come marmellata su una formazione rocciosa distante una decina di metri da loro.
Senza troppe cerimonie gli corro incontro con l'idea di ammazzarlo, dai suoi uomini arrivano alcuni colpi di fucile che evito con un balzo, atterro vicino al gigante biondo e gli sferro un calcio. Ma Gabriel afferra la caviglia al volo. Il tempo rallenta mentre vengo catapultata sopra il campo di battaglia. Sono presa da un attimo di paura mentre mi posiziono per rallentare la caduta; sotto di me c'è proprio la torretta di un carro armato arrugginito; indurisco il corpo ma l'impatto è tremendo per poco le mie gambe non finiscono in frantumi ma la torretta del mezzo è ammccata. Gabriel a metri di distanza da me si mette in posizione per sferrare un pugno, cosa crede di poter fare? Sferra il pugno da una ventina di metri di distanza. L'effetto è devastante tutti i soldati NUSA tra lui e me vengono spappolati dalla cintola in su. Mi getto dal carro armato e la canna del mezzo viene fatta saltare in aria da una forza invisibile.
"Ti concedo un minuto per pentirti dei tuoi numerosi peccati, strega."
In effetti mi concede un minuto, in cui io penso a come ammazzarlo. Lui comincia a mulinare le lunghe braccia muscolose, l'aria sembra rispondere ai suoi comandi e io rischio seriamente di perdere l'equilibrio.
Mentre sto cercando di rimanere in piedi sulle gambe doloranti nonostante il vento impetuoso un giubbotto mimetico, è quello di Jagi.
"Spostati, mortale o l'ira divina travolgerà anche te." dice Gabriel
"No." rispose freddamente Jagi. Jagi stese le braccia in avanti, alzo i palmi e cominciò a gonfiare braccia e torace. La sua giubba esplose sfondata dai muscoli. Gabriel nel frattempo aveva cominciato a roteare le mani ma il vento che prima minacciava di buttare a terra me non spostava di un millimetro Jagi.
Arretrai per vedere cosa succedeva oltre le spalle di Jagi, nel frattempo Gabriel aveva spiccato il volo e stava precipitando verso di noi, da come si gonfiava il suo strano trenc mentre planava la sua sagoma, si, somigliava un po' a quella di un angelo. Jagi passò all'azione, tra noi e Gabriel si materializzò un vero e proprio muoro di mani. Aura! Percepivo che finalmente Jagi aveva preso il controllo dela sua aura e la stava utilizzando per bloccare i colpi di Gabriel. Richiamai il Chi nelle mie mani. Jagi sapeva cosa avevo in mente di fare, perciò quando Gabriel toccò terra e la sua raffica di pugni cessò si spostò di colpo, Gabriel, accompagnato da un mulinello d'aria che sollevava spirali di polvere attorno a lui tentò di parare il raggio d'energia pallida sprigionata dalle mie mani. Ci riuscì.
Gabriel, guardò Jagi con Rabbia, mulinò le braccia, Jagi scattò verso di lui come se nulla fosse e infatti poco dopo le sue mani di Gabriel esplosero. Gabriel sferrò un calcio che Jagi evitò all'ultimo scartando. Una raffica di vento scardinò la carcassa di una jeep.
"Vili progenie di demoni" urlò Gabriel con i palmi delle mani che sanguinavano copiosasmente "Siete in due contro uno."
"Il tuo esercito è tre volte più numeroso del nostro e hai sempre approfittato della superiorità numerica quando hai potuto." rispose con calma Jagi "E' tardi per chiedere un duello leale."
Ecco, dico io: ma come si fa a non odiare Jagi?
Intanto la battaglia tra i soldati NUSA e i fanatici di Gabe divampa furibonda, i nostri uomini hanno provato a bersagliare quei fanatici riparati dietro le carcasse dei mezzi militari ma le prime file di quegli invasati sono corsi in avanti immolandosi per permettere ai loro confratelli e consorelle di aggirare gli ostacoli. Dietro alcune montagne di ruggine si sentivano spari a distanza ravvicinata, in altri era un cozzare di coltelli e baionette.
"Cagna del demonio!" esclama Gabriel mentre tira un calcio a un rudere di cemento che vola verso di me, provo a pararlo sapendo che finiro sfracellata nel tentativo, Jagi con un calcio volante lo riduce a sassolini innocui.
Mentre Jagi riacquista l'equilibrio, Gabe gli è addosso lo colpisce con un calcio alle gambe, entrambe le gambe talmente violento da farlo cadere a terra, il calcio solleva bossoli e altra ferraglia che si configge nelle mie gambe tranciando vene e arterie nonostante il mio corpo sia irrobustito dal chi. Mentre Jagi è ancora a terra Gabriel prova a colpirmi con un calcio, lo paro con la mano sinistra guantata, il vento fa scricchiolare le giunture metalliche della mia mano cyborg ma non mi danneggia la sorpresa e il dolore di Gabe sono sufficienti a fargli perdere l'equilibrio. Ne approfitto per colpire uno tsubo sul suo collo ma sento che il mio chi va ad infrangersi contro l'aura che emana, ha appena uno spasmo a un braccio. Penso di essere finita nell'interminabile attimo in cui si prepara a sferrare un colpo ma poi lo vedo precipitare a terra e vedo, invece, Jagi rialzarsi impolverato. Non vedo più gabe per terrà, però, io Jagi volgiamo lo sguardo al cielo come una sola persona. Sento di nuovo l'aura di Jagi accendersi e vedo una barriera di palmi contro cui s'infrangono proiettili d'aria materializzarsi tra Jagi e Gabe. Mentre serro il pugno sinistro lo sento scricchiolare, alzo l'indice a fatica e scatto verso Gabe, lo colpisco al volto, non riesce a parare. Il mio dito sinistro colpisce uno dei suo occhi l'occhio si spappola l'osso si frantuma il mio Chi esplode nel suo cervello. Gabe tocca terra morto.
Non sento più la mano sinistra, la estraggo rudemente dalla testa di Gabe. Le dita metalliche si sono bloccate dal pugno chiuso emerge solo un indice umido di sangue e cervella.
Jagi mi aferra al volo e mi evita una scarica di mitragliatrice trascinandomi dietro un cumulo di metallo fuso e rugginoso.
"Puoi fare qualcosa rapidamente?" Mi chiede Jagi mostrandomi le mani e le braccia "Per queste?"
Vedo che le sue braccia sono ormai quasi del tutto cianotiche per le contusioni.
Annuiusco con la testa mentre dico "Rilassati" sembrache gli stia misurando il polso con la mano destra, in realtà ho collegato istantaneamente la sua rete energetica alla mia; un piccolo, trucco della scuola di Seito. I colpi ripetuti di Gabriel hanno causato un notevole stres cinetico alle braccia di Jagi che si è acumulato, ledendo in modo massiccio l'apparato muscoloscheletrico.
"Come tuo dottore è mio dovere consigliarti di abbandonare la battaglia, immediatamente."
"Non posso, hai altre opzioni?"
"Posso metterci una pezza e renderti operativo fino al calar del sole ma domani ti sentirai
davvero male. ...Se sopravviverai alla battaglia."
"Fa più male dell'editto dei tre giorni? No, ma ti assicuro che quando passerà l'effetto della stimolazione mi odierai."
"Non succederà, non potrei mai odiarti." Siccome Jagi si può interpretare in un solo modo: letterale, solo il fatto che siamo in un fottuto scontro a fuoco m'impedisce di saltargli addosso per riempire di corna sua moglie
ma siamo nel mezzo di un fottuto scontro a fuoco così, con la sola mano sinistra comincio a premere i suoi punti di pressioni e le echimosi cominciano subito ad arretrare vistosamente.
"Grazie." dice Jagi e poi tra se aggiunge "Ho visto solo una battaglia peggiore di questa." e sparisce nel fumo di un'esplosione.
Noto che vicino a me c'è una lancia stretta attorno a un braccio staccato da un colpo di rtiglieria. Afferro la lancia con la mano destra ancora contratta lì attorno nel rictus della morte. Stacco la mano e la getto via senza troppe cerimonie, non mi serve, è ben altro il brandello di carne a cui sto pensando al momento. Mi sposto cautamente e vedo che la strada tra me e il cadavere di Gabe è libera, al momento. Più che altro perché i fanatici lì attorno hanno esistato giusto il tempo per permettere ai soldati NUSA di piazzargli un colpo di baionetta o di proiettile in testa. Corro verso il cadavere con la lancia, riverso Chi nel mio braccio destro perché col sinistro non posso fare gran che, se fossi una persona normale non riuscirei a tenere la lancia in quelle condizioni, meno un fendente al collo di Gabe e trancio la sua testa di netto. Afferro i suoi lunghi capelli biondi al volo. E mi getto dietro un muretto di rottami. Infilzo il collo di Gabe nella punta della lancia. E e poi, impressionando i soldati Nusa riparati lì insieme a me alzo la testa di Gabriel oltre il cumulo di ferraglia.
Sapete? Le battaglie hanno una loro "inerzia" per alcuni istanti la roba ha continuato a esplodere... Ma solo perché la gente aveva sparato prima. Adesso non stava sparando più. Non attorno a me. Sai quando il tempo comincia a scorrere come la lenta corrente di un oceano di melassa e ci sono istanti che sembrano durare un'eternità? Ecco: a me capitò quello, esplosero gli ultimi colpi, poi ci fu un silenzio che mi sembrò durare un secolo o due. Poi qualcuno urlò! "Guardate l'hanno ucciso". Un bell'urlo, alto, nitido, pulito ben scandito, o almeno così sembrò a me perché dopo ci furono urla di tutti i tipi e soprattutto spari, esplosioni, urla di moribondi, lamenti di feriti. Da cui di tanto in tanto si alzavano pianti, imprecazioni, rauche grida di battaglia e persino preghiere.
"Hey, ragazzone, vieni un po' qui?" dico a un tizio di cui al momento notai solo il grado "tenente" ricamato sulla mimetica
Quello scatta verso di me, vedo il suo faccione da ragazzotto di campagna palestratello -in fondo un po' ebete- pende dalle mie labbra. Vorrebbe dirmi "Sissignora" ma è troppo emozionato.
"Reggimi questo, io devo andare ad occuparmi dei feriti."
Lui prende la testa con movimenti scattosi, da insetto. Mentre corro via sento che sta già dando ordini secchi agli uomini e mi pare anche di capire che abbia una mezza idea di portare un po' in giro il bel faccino di Gabe.
Accoppare quel povero demente che pensava di essere un Arcangelo è stata un po' una bastardata, ma se non avessimo giocato sporco io e Jagi non solo avrebbe ucciso noi due e i nostri uomini ma avrebbe continuato a fare stragi fino a chissà quando. Ci penso, così, proprio en passant mentre mi dirigo nelle retrovie e nell'ospedale da campo. Che è una sorta di trailer di un girone dell'inferno cristiano. La pena è temporanea. Arterie recise, fratture esposte, organi che escono dall'addome, un caleidoscopio di mutilazioni diverse tra loro come fiocchi di neve. Ogni volta che passo vicino a un ferito incurabile, furtivamente, gli premo lo tsubo della pietà dandogli almeno una morte indolore. Con tutti gli altri faccio il possibile, ricompongo, suturo, premo qualche tsubo di nascosto, ordino iniezioni. La mano sinistra è un pezzo di ferro inutile con un dito indice puntato. Stassera è plenilunio e il cielo è sgombro di nubi, la battaglia continua per qualche ora dopo il tramonto, poi ci viene comunicato che l'Armata Bianca di Gabriel è stata annientata. Gli unici Fratelli Templari che non sono stati presi prigionieri sono quelli finiti in stato di shock vuoi per la battaglia, vuoi per l'aver visto la testa del loro idolo in cima a una picca. La sera sono esausta. Mentre torno dalla mia tenda per poco non vado a sbattere contro il dottor Kobayashi seduto a fumarsi una sigaretta, non mi sembra affatto stanco, ha le pupille e le narici dilatate per l'eccitazione, è come se il fetore di morte e polvere da sparo che ristagna qui fosse aria purissima per lui. Sorride tra se. Quel pazzo ha l'aria di spassarsela un mondo qui! Quando mi vede smette di sorridere tra se come un ebete. "Salve signorina Gao. Posso aiutarla a togliersi quella protesi dalla mano sinistra? Sembra le pesi parecchio...", "No, grazie. Ho gli atrezzi nella mia tenda.", "Non ti piace farti mettere le mani addosso da un maschio, eh?" dice lui con una voce improvvisamente volgare, da avvinazato cattivo "No, è solo che mi fai schifo. Chiaramente è un fatto personale.", "Invece a me piace un sacco quando operi e hai quella faccia così seria e concentrata. Con quell'espressione intensa che solo gli dei e i bambini possono avere mentre giocano." ne ho viste e sentite tante ma il tono mellifluo con cui dice queste cose mi fa correre un brivido lungo la schiena e conclude "Chiaramente è una mia
preferenza personale. Professionalmente ti stimo." "Vado a dormire, da sola.", "Buona notte e sogni d'oro" risponde Kobayashi più viscido della lingua di una lumaca.
Perché ho scritto tutte queste cose invece di andarmene a dormire? Perché non riesco a dormire, ho l'adrenalina che pompa a mille e perché, presto, molto presto, dovrò vedermela con altri mostri come Gabe. E ho paura di dover dare io alla finta figlia e finta moglie di Jagi che quel cretino è morto per davvero. Soprattutto il Gigante che ci ha attaccati era discepolo di una qualche scuola di arti marziali che non conosco, ma accidenti se è pericolosa! Il fatto che qualcuno abbia insegnato a un mutante a praticare un'arte marziale così tremenda -con successo per altro- non mi promette nulla di buono.
Vabbe', andrò a dormire, chissà se riuscirò ad aggiungere un altro capitolo a questo diario ma se anche così non fosse, tu, amico mio, stai sereno, c'è un intero mondo post apocalittico attorno a te, buon divertimento.
Un +1 al primo che indovina qual'è la tecnica che usa Gabriel Edited by E.A. Coockhob - 22/9/2016, 18:00