Ken il Guerriero - Hokuto No Ken.it

Hokuto 3: La verità, Questa fanfiction riguarda gli eventi successivi all'abbandono di Ryu da parte di Ken, non considerando, tuttavia, la saga di Borge... Vi sono elementi ricavati dal gioco di ruolo e da Soten No Ken

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view post Posted on 29/4/2020, 21:16     +1   -1

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CAPITOLO 28 “ GABER E ORAN”

Bart e Ryu, guidati da Virgil, si posizionarono sulla strada maestra che da sud conduceva alla Capitale Imperiale.
“Maledizione” esclamò Virgil.

“Cosa succede?” Chiese Ryu.

“La squadra assassina d’elite è composta da quattro guerrieri, ma loro sono in cinque. Ho paura che il quinto sia uno dei tre Guardiani. Già le nostre speranze di reggere sono ridotte al minimo contro loro quattro, se ci fosse anche uno dei tre Guardiani…”.

Cinque uomini, galoppando velocemente, coprirono in pochi minuti la distanza che li separava dal gruppo dei tre.

“Maledizione! Rain…” mormorò Virgil.

“Ciao Virgil.” Esclamò il terzo Guardiano.
Questi presentava una possente muscolatura e una ragguardevole altezza, tuttavia non era dotato della corporatura mastodontica tipica di Diago. Presentava carnagione chiara, capelli color castano rossiccio, molto simili a quelli di Lynn. Gli occhi, come quelli della figlia dell’Imperatore erano di color azzurro-viola.
Indossava sulla parte superiore dell’addome una armatura argentata con decorazioni dorate.
I coprispalla erano semicilindrici, coperti sui bordi inferiori dalle medesime strisce dorate, con la punta rivolta verso il basso, in modo da sovrapporsi al pettorale e coprire anche in parte il torace e la schiena. Il pettorale stesso era un pezzo scolpito, con placche che riproducevano i grossi muscoli squadrati del busto del guerriero, scendendo poi a formare un cinturino intorno alla vita.
Indossava un lunghissimo mantello viola.
Nel complesso, era una visione che emanava energia e autorità, anche se l’espressione di forza emanata contrastava non poco con gli occhi azzurro-violaceo, i capelli castano rossicci lunghi fino alle spalle e il viso schietto e aperto del Comandante.
Un viso però che in passato doveva essere stato segnato dal dolore, come evidente dall’espressione fiera ma non baldanzosa, sicura ma non arrogante.

Proprio questo dettaglio preoccupò non poco Bart e Ryu. Non era un ragazzo inesperto che avevano di fronte, ma un uomo temprato alla lotta e ben avvezzo al campo di battaglia.
Ai suoi due lati, equamente divisi 4 uomini.

Alla sua destra, due uomini perfettamente identici. Se non fosse stato per il diverso colore di capelli e occhi, rossi per uno, turchesi per l’altro, sarebbe stato impossibile distinguerli.
Stessa altezza, stessa corporatura - quest’ultima molto simile a quella di Bart -, stessa pettinatura con lunghi capelli raccolti indietro in un codino a lasciare l’ampia fronte libera.
Stessi coprispalla e pettorali argentati, stessi pantaloni blu scuro e stessi stivali coperti da schinieri del medesimo colore dei pettorali.
Cambiava solo la tonalità di colore della maglia sotto i petorali. Grigio chiaro per l’uomo con capelli e occhi rossi, grigio scuro per l’altro.
Quei due uomini dovevano essere fratelli, se non, addirittura, gemelli.

Alla sua sinistra, altri due uomini.
Il più vicino, era il più alto tra i cinque, aveva occhi di un grigio pallido e capelli biondi ondulati lunghi fino a metà della schiena. A differenza dei tre compagni, era l’unico a indossare, come Rain, un mantello, di colore bianco, piegato attorno alle spalle in modo da coprire anche la parte anteriore del corpo, quasi come una tunica, e cinto al collo da una catenina d’oro. Al di sotto era distinguibile una canotta che ne lasciava scoperti i pettorali Più degli altri, il suo sguardo sembrava deridere gli avversari, chiaro sintomo di una cieca sicurezza.
Il quinto, l’ultimo, fin dal momento in cui i due gruppi si trovarono uno di fronte all’altro, non aveva smesso di guaradre in cagnesco Virgil.
Dotato di un fisico muscoloso ma non esagerato, non era particolarmente alto, quello che più colpiva era la carnagione, di un bianco spettrale. Gli occhi erano verdastri, mentre la lunga e liscia capigliatura nera come la pece, copriva la metà del volto. Sul mento, infine, svettava un pizzetto di barba nera.
Indossava una divisa di colore verde scuro che ricordava quella dei ninja che, a parte viso e mani, non lasciava un solo centimetro scoperto in tutto il suo corpo.

“Bene, Virgil, Il Maestro Yorio sarà contento. Oltre la vita di Kenshiro e L’imperatrice, gli porterò anche la tua testa.”. Disse, pacatamente, Rain.

Ryu, osservando il quintetto “Devono essere spopositatamente forti. Soprattutto quello al centro. Virgil aveva ragione.”.

“Molto bene, io combatterò contro Virgil, voi quattro pensete agli altri due.”. Esclamò il Guardiano.

“Mio Signore, non c’è bisogno che vi occupiate voi di questi insetti. Lascateli a noi. La Capitale Imperiale è davanti a noi. Prendete l’imperatrice. Quando avrete finito vi raggiungeremo con le teste di questi tre.”. Disse il più alto del gruppo.

“Mmm… d’accordo. Come sapete dopo esserci sbarazzati di Virgil e Kenshiro avremo un altro obiettivo. Il Traditore Diago.”. Rispose Rain.

“Cosa? Diago vi ha tradito?” Intervenne Virgil.

“La cosa non ti riguarda, miserabile!” Rispose il guerriero vestito con l’abbigliamento che ricordava i ninja.

“Li lascio a voi, cercate di fare in fretta. Oran, assumi tu il comando”. Disse Rain risalendo in sella al cavallo e incamminandosi verso la capitale.


Bart accennò una reazione ma fu bloccato da Virgil che disse “Lascia perdere, moriresti invano. Kenshiro è la nostra priorità. Loro sono convinti che sia alla Capitale. Senza Rain, forse una piccola speranza l’abbiamo, ma dovremo giocare d’astuzia e collaborare.”.

Nel mentre, prese la parola il più muscoloso dei quattro avversari, quello cui Rain aveva lasciato il comando.
“Molto bene, data la loro debolezza, se li attaccassimo tutti insieme non durerebbero un minuto. Io mi occuperò di Virgil.”.

“Aspetta, Oran, ho un conto in sospeso da diversi anni con quel traditore.”. Disse l’uomo posto alla sua sinistra, lo stesso che fin dall’arrivo aveva mostrato maggiore astio nei confronti di Virgil.

“Non è il momento di perdere tempo, Gaber. Dopo aver eliminato questi tre e Kenshiro dovremo ricongiungerci con Lord Rain e trovare Diago. Ma per non farti restare a mani vuote, ti occuperai degli altri due.”.

A malincuore, Gaber chinò il capo.

“Gaber, se riuscirai a sconfiggere questo ragazzo, potrai affrontare me, che ne dici?” Eclamò Virgil indicando Ryu.

“Ma cosa stai dicendo?” intervenne Bart.

“Stai zitto e ascoltami. Kenshiro sarà già sulla via del ritorno. Se riuscisse a raggiungerci sarebbe l’occasione buona per eliminare non soltanto questi quattro pagliacci ma anche Rain. E con Diago che li ha traditi, resterebbe un solo Guardiano. Dobbiamo guadagnare più tempo possibile, almeno mezza giornata.”.
Gli sbisbliò a bassa voce Virgil.
Poi continuò “Ragazzo, stai attento alle sue unghie, sono affilate come rasoi. Non devi assoltumamente farti ferire. Potresti morire.”.

“D’accordo”. Rispose Ryu.

Il figlio di Raul e Gaber si trovarono uno di fronte all’altro.
Lo Shura si leccò, mostrandole, le lunghissime unghie della mano destrà poi si lanciò all’attacco, tendendo un fendente con il braccio destro teso, ma Ryu riuscì a evitarlo, saltando all’indietro.
Immediatamente i due iniziarono a mostrare le proprie aure.
Rossa per Ryu, verde cinabro per Gaber.
Pronti a scontrarsi, saettarono uno verso l’altro, terminando ciascuno la propia corsa alle spalle dell’altro, con il braccio destro teso in avanti.
Gaber si voltò a guardare con una sadica espressione l’avversario, ma proprio in quel momento la sua spalla sinistra venne attraversata da una scarica di energia, cui segui una piccola esplosione che lo ferì.
“Devi avermi sottovalutato.”. Disse Ryu.

“Uh uh uh… sei già morto ragazzo”. Rispose Gaber.
Ryu osservo il proprio fianco destro, un lungo taglio si era aperto. La pelle tutto intorno iniziò a diventare dapprima violacea e, successivamente, verde scurissimo. Un colore che ricordava il marcio.
Immediatamente, Virgil si fiondò sul giovane figlio di Raul, afferrandogli il braccio destro con la mano sinistra e colpendo quella ferita con due dita della mano detra intrise di un’aura blu scuro. Immeditamente, dalla ferità iniziò a zampillare sangue, dapprima di colore scurissimo, poi, nuovamente rosso.

“Che cosa hai fatto?” Chiese Ryu.

“Ti ho salvato la vita. In meno di due minuti saresti morto. Ho espulso tutto il sangue infetto. Gaber non è estremamente forte ma è pericolosissimo. Il suo corpo è immune ai veleni. La sua pelle ne è cosparsa e il suo stesso sangue è mortale.”.

“Uh uh uh… Maledetto Virgil, ma hai solo prorogato la sofferenza del moccioso.”. Disse lo Shura.

“Sembri conoscerlo molto bene.”. Disse Ryu.

“Si. Loro quattro provengono da famiglie che da secoli si trovano al servizio della Scuola Shura. Quando Yorio accolse Abel, Doros, Xeno, Rain, Diago e Khan, consentendogli di studiare il Manuale Originale dello Shuratan si sentirono messi da parte. Questo sentimento si acuì quando io, da solo, per motivi che non è il momento di spiegarvi, raggiunsi la loro città per diventare un guerriero e Yorio mi accolse. Gli altri tre accettarono, Gaber, il più instabile mentalmente, no. Da allora, nei confronti di me, il più piccolo, maturò un odio senza pari.”.

“E dopo aver ucciso il moccioso, mi occuperò di te.” Rispose Gaber.

“Ryu, devi riuscire a colpirlo evitando il contatto fisico. Kenshiro ti avrà insegnato di certo qualche tecnica spirituale. Fallo, o al prossimo scontro morirai. Il che mi sarebbe indifferente, ma attualmente mi servi.”. Disse freddamente Virgil prima di mettersi da parte.

I due avversari si scrutarono, dopo di che, Gaber iniziò a muoversi in direzione di Ryu “Preparati a morire!!!”, il figlio di Raul rimase immobile aspettando di far avvicinare l’avversario.
Il ragazzo iniziò a ruotare le due braccia, il destro in senso orario, il sinistro in senso antiorario. Arrivato a un quarto di giro, ritrasse le due braccia verso di se al petto per poi farle scattare unite in avanti con i palmi rivolti verso l’esterno “Onda della Mano violenta di Hokuto!”.
Ormai a distanza ravvicinatissima, Gaber venne investito in pieno da una potente onda di energia rossa e scaraventato in terra sputando sangue con gli abiti laceri.
Bart, Virgil, Doran e gli altri due gurrieri rimasero sbalorditi.
Il sangue fuoriuscito dalla bocca dello Shura si riversò sull’erba facendola immeditiatamente marcire.
Fu in quel momento che Virgil decise di agire.

Gaber cercò di rimettersi in piedi, tuttavia era evidente che il colpo fosse stato pesantemente subito.
“Mmm maledetto moccioso. Ora ti farò vedere io…” disse schiumante di rabbia.
Fu in quel momento che i suoi tre compagni, urlarono insieme “Attento alle spalle…”.
Gaber si voltò ma era troppo tardi, Virgil con un fendente scagliato con il braccio destro provvide a decapitarlo.
La testa dello Shura rotolò in terra con gli occhi ancora spalancati, mentre il sangue che fuoriusciva dal cadavere decapitato infettò tutto il terreno circostante sino a farlo marcire.
“Povero idiota.”. Disse Virgil, per poi ritornare accanto a Ryu e Bart.

“Incredibile. Avete sconfitto un nostro compagno, ma non crediate che con me sarà la stessa cosa. Eccomi, Virgil.”. Disse Oran.

“Non pensate che contro Oran e gli altri due possa andare come contro Gaber. Hanno una forza spaventosa. Oran era dotato di un talento innato incredibile, avrebbe potuto accedere al Manuale dello Shuratan, ma Yorio gli preferì due estranei da plagiare. Nello specifico Abel e Doros. La sua forza è mostruosa.”. Disse Virgil.

“Eccomi Virgil. Tocca a noi.”. Disse Oran avvicinandosi minaccioso.

“E’ l’ora della verità.”. Mormorò Virgil.
 
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view post Posted on 2/5/2020, 18:20     +1   -1

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CAPITOLO 28 “VIRGIL CONTRO ORAN”

Mentre Ryu e Gaber stavano iniziando a misurarsi, Kenshiro, in un arido deserto, a centinaia di miglia di distanza dai luoghi dello sconto si apprestò a entrare in una caverna.
Quella che sarebbe dovuta essere una cavità provocata dall’erosione o dai movemienti tellurici, rapprsentava l’ingresso ben nascosto di un tempio sottarraneo.
Percorsa una lunghissima scala, il Maestro di Hokuto si ritrovò in un ambiente che non aveva mai visto, ma nonostante ciò, gli apparve familiare.
C’era un qualcosa di mistico lì dentro e, soprattutto, seppur non fosse abitato da presenze fisiche, Ken si sentiva in allarme.

Oran si staccò la catenina dorata scrollandosi, di conseguenza, il bianco mantello che cadde ai suoi piedi, di dosso.
Messosi in posizione di guardia non mostrò alcuna aura combattiva.
Virgil, iniziò a concentrarsi mostrando al massimo la propria aura blu scura che iniziò a espandersi intorno a lui.
“UAHHHHHHHHHHHHHH” urlò Virgil per caricare la propria massima potenza, poi, circondato dalla propria aura, saettò in avanti verso l’avversario.
Oron, non aspettandosi un attacco così veloce, ricevette un gancio destro stracarico di aura sulla propria guancia sinistra.
Il colpo fu di tale potenza che spostò Oran verso destra, tuttavia l’attaco di Virgil non si concluse.
Approfittando della perdita di equilibrio dell’avversario, il giovane Shura afferrandolo dalla gamba sinistra, iniziò a farlo girare in maniera estremamente veloce per poi scaraventarlo contro delle rocce.
L’impatto fu terrificante, ma nonostante ciò, Virgil non intese fermarsi.
Alzò al massimo le proprie mani sopra la testa e le incrociò con i palmi rivolti verso l’esterno. Verso le rocce sulle quali Oran era stato scaraventato.
Concentrandosi al massimo urlò “SCARICA DEVASTANTE DELLA VIA SHURA!!!” scatenando un fascio di energia blu scura che investì in pieno le rocce crollate addosso al corpo di Oran.
Quando, l’interminabile scarica si esaurì, Virgil, non contento, continuò a tempestare di fasci d’aura quel che rimaneva.
Alla fine, esausto per lo sforzo si quietò. Voltandosi verso i due rimanenti avversari.

Quando la polvere si diradò, con sommo stupore di tutti i presenti, Oran si erse maestoso.
La canotta era finita in brandelli, i pantoloni risultavano squarciati in più punti, presentava qualche piccola ustione sulle braccia e qualche taglio sul viso, ma, in linea di massima, non aveva subito alcuna ferita seria.

“Uh uh uh… tocca a me adesso” Disse lo Shura.

“E’ incredibile. Non ha riportato alcun danno.” mormorò Bart.

“Non è soltanto questo… Per portare quell’attacco, Virgil ha concentrato tutto se stesso, adesso sarà esausto.”. Osservò Ryu.

“Maledzione” rispose Bart.

Oran osservò Virgil, si rese immediatamente conto di come, nonostante le apparenze, l’attacco di prima l’avesse sfiancato.
A questa visione, il sorriso beffardo di Oran si allargò, lo Shura incassò il pugno nel fianco, caricandolo di energia e poi sferrandolo in avanti. Un potente fascio di energia a spirale color sabbia saettò verso il bersaglio, schiantandosi sullo stomaco di Virgil, facendogli sputare sangue, trascinandolo con se e portandolo a sbattere con violenza inaudita contro la parete di roccia, che franò per l'impatto, seppellendo il gueriero.

Con un sorriso maligno stampato in volto, lo Shura tornò a terra con lo sguardo fisso sulle rocce, in attesa di qualche segno che Virgil fosse vivo.

La sua attesa non fù troppo lunga, dopo pochi minuti il guerriero emerse ansimante, con il viso pieno di graffi e la bocca grondante sangue. Non fece in tempo a cercare di rialzarsi che Oran fu su di lui, calandogli il piede sulla testa e spingendolo di nuovo nel terreno.
Oran, di scatto, alzò il corpo dell’avversario, tenendolo per i fianchi e portandolo ad altezza del proprio viso, iniziando a tempestarlo di testate sulla fronte.
Appoggiando le gambe sull’addome avversario, Virgil riuscì a liberarsi, ma Oran lo trattenne per il braccio per scaraventarlo con potenza inaudita in terra.
L’impatto di schiena di Virgil fu talmente terrificante da aprire un piccolo cratere nel terreno.
Oran, instancabilmente, gli si avvicinò per finirlo, ma Virgil, si rimise in piedi di scatto colpendo l’avversario con due fasci d’aura che gli diedero una spinta all’indietro.
Ma, il colpo energetico del giovane non sortì alcun effetto.
"Non può essere…" balbettò con gli occhi sbarrati, impressionato dalla forza e resistenza del nemico.

"Contempla! Contempla la forza dell’ultimo discendente di una famiglia che serve i Guardiani Shura da 4000 anni e cadi nella disperazione! " urlò allora Oran, adesso in preda ad un'irrefrenabile frenesia, incrociando le braccia sopra la testa "Lampo del Demone!!"

Alle spalle dello Shura comparve una figura mostruosa di un drago a tre teste, Virgil tremò,indietreggiando istintivamente di un passo, ma in quell'attimo le fauci del drago si aprìrono, liberando un raggio di energia devastante, che centrò in pieno Virgil, sbalzandolo in aria con un grido di dolore e facendolo volare impotente. Soltanto a parecchi metri d'altezza il potere del Lampo del Demone si esaurì, e Virgil precipitò disperatamente a terra, troppo malmesso per potersi salvare in alcun modo, obbligato ad affidarsi esclusivamente alla resistenza della sua braccia per attutire la caduta.

“E’ troppo forte…”. Pensò un inginocchiato Virgil, ormai incapace persono di stare in piedi.

“Incredibile. Sei ancora vivo, Virgil. Ma non rggerai a un altro impatto. Prendi di nuovo, LAMPO DEL DEMONE”.

“Adesso Bart!”. Urlò Ryu.
 
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view post Posted on 4/5/2020, 13:14     +1   -1

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CAPITOLO 29 “RAIN”

Mentre Virgil si preparava ad affrontare Oran, Rain giungeva all’ingresso della Capitale imperiale.
I soldati posti sulle alte mura rimasero spaesati quando, nonostante gli avvertimenti, il Guerriero continuò ad avanzare.
A Rain bastò concentrare la propria aura all’interno della propria mano destra per scaricare un’onda di potenza tale da fa saltare in aria il cancello esterno.
La cinta muraria più vicina al portone andò in pezzi, anticipando l'ingresso dello Shura nel luogo da sempre devoto al culto dell’Imperatrice.
Fermandosi solo per un istante, Rain contemplò il panorama della Capitale Imperiale, finono alla balconata più alta dove si doveva trovare la sala del trono.

Diversi manipoli di guardie, tra le poche ormai del neo ricostruito esercito imperiale, gli sbarrarono coraggiosamente la strada. Gli anni trascorsi al servizio dei Generali e dell’imperatrice e il duro addestramento ricevuto avevano insegnato loro se non altro a distinguere un nemico di poco conto da un guerriero pericoloso.

"Per l’Imperatrice!!!" gridarono all'unisono e, pur in parte consapevoli che si trattava di un nemico superiore alle loro forze, si lanciarono disperatamente all'attacco con lance, spade, scudi e catene.

Il loro fu un atto nobile, ma purtroppo vano. Un movimento delle braccia dello Shura scatenò un'ondata di energia viola che li massacrò senza alcuna fatica, lasciando il guerriero o libero di proseguire fino alla seconda cinta muraria.

Raggiuntala, distrusse il secondo cancello, poi il terzo, varcandli uno dopo l'altro.
Arrivato all’ultimo spiazzale antistante l’ingresso del palazzo vero e proprio, una figura si erse dinanzi a lui.
“Fermo invasore. Non ti è concesso andare oltre.”.
A parlare fu Veler, Generale d’Argento della Scuola Imperiale di Gento.

I due guerrieri si fissarono. Una strana inquietudine pervase la mente del Generale, dapprima dovuta all’immensità dell’aura emanata dell’avversario, non ci aveva ancora combattuto, eppure sapeva già di non avere alcuna possibilità di sconfiggerlo.
Successivamente dall’osservazione del suo viso.
Assomigliava tantissimo all’Imperatrice. Se non come un fratello, sicuramente come un parente prossimo.

“Generale di Gento, la mia missione non è ucciderti. L’Imperatrice e Kenshiro sono i miei obiettivi, ritirati dal campo di battaglia e ti risparmierò la vita.”. Disse lo Shura.

Veler rimase sorpreso dalle dichiarazioni dell’avversario. Aveva incontrato solo un altro Shura, Doros, e sapeva perfettamente che una tale offerta non era parte del carattere degli Shura.

“Kenshiro non si trova qui. La mia Signora, nonostante i miei consigli ha deciso di restare. Se la vuoi, devi uccidermi.”. Rispose il Gento.

“Uh uh uh… Non sei riuscito neppure a sconfiggere Doros, eppure ti ergi a difesa come ultimo baluardo della tua Signora. Per mostrarti il mio rispetto ti finirò immeditamente. Non ti farò soffrire, se mi dirai dove si trova Kenshiro.”. Propose Rain.

“Dovrai combattere! UAHHHHAAAAAA” Grido Veler espandendo la sua aura argentata.

Rain fece altrettanto, inondando l’ambiente circostante di luce viola scuro.
La grandzza dell’aura del Guardiano era tale che quella di Veler ne risultava del tutto annichilita. Una piccola luce argentata in un mare viola scuro.

“E’ incredibilemnte forte. Ma non devo disperare, nessuna battaglia è persa in partenza..” pensò Veler.

"Hai ben ragione di pensare così. Non ti resta che provarci!" Disse Rain sorridendo dopo aver letto nel pensiero all’avversario.

Veler rimase di stucco dinanzi la facoltà del suo avversario, ma tornato lucido gridò "Colpo della Luce ondulante di Gento!".

"Le tue determinazione e devozione sono solide ma non altrettanto può dirsi dei tuoi poteri, deboli per affronatare un Guardiano!"

Spostando le mani in avanti con il palmo verso l’avversario, Rain disperse l’attacco di Veler, per poi lanciare a sua volta due fasci di luce che colpirono in pieno l’eroe, scaraventandolo contro il muro sito alle sue spalle.

Liberatosi dei detriti, il Generale d’Argento si rimise in piedi e, aperto a massimo raggio il braccio destro, iniziò a correre verso l’avversario, “Luminosa Lama Argentea di Gento.”, urlò, quello che accadde dopo ebbe dell’incredibile.
Rain scomparve nel nulla, mentre, il colpo di Veler aprì un lunghissimo e definito taglio nel terreno.

Spaesato il Generale si guardò intorno ma non vide nessuno.
Fu la voce dell’avversario a richiamarlo alla realtà. Rain si trovava sulla cinta muraria.

“E’ incredibile, ma quando?....”. pensò Veler

“Mmm… Capisco che tu possa essere scioccato, la mia velocità è sorpendente. Nemmno i miei stessi compagni potrebbero raggiungerla.”. Disse Rain.

“Generale di Gento, hai avuto modo di valutare la mia capacità di leggere il pensiero, la mia forza spirituale e la mia velocità. Sei in svantaggio su tutti i fronti, non fare di me un massacratore, non farmi scatenare anche la mia forza. L’Imperatrice non ha scampo, noi non vogliamo la sua morte ma solo la sua legittimazione. Arrenditi.”. Espose Rain.

“Belle parole per dei Tiranni. Mi dispiace ma la mia Sacra Missione è questa. Preparati a combattere. Luminosa Lama Argentea di Gento”. Urlò caricando il proprio braccio sinistro di aura e scagliandosi contro l’avversario.

Rain stavolta rimase immobile, quando Veler fu su di lui, bloccò il braccio dell’avversario mediante una stretta al polso, per poi reciderlo all’attaccatura del gomito con il taglio della mano destra. Terminò l’opera scaraventando l’avversario contro le mura perimetrali della fortezza con l’emanazione della propria aura.
Veler, seppur ancora vivo, si ritrovò senza il suo braccio sinistro.

Nel frattempo, Seian dello sparviero di Nanto, in groppa a un cavallo bianco regalatogli dall’Imperatrice, con la sola compagnia della svenuta Lynn, si allontanava sempre più dalla Capitale. Ormai a distanza di sicurezza, decise di fermarsi e di aspettare il risveglio della ragazza. “Ti prego di perdonarmi se ti ho colpito, ma è per la tua sicurezza.”. Disse osservando il corpo privo di sensi della ragazza.

Molto più a ovest, in quello che fino a poco tempo prima era il castello di Doros, Diago in totale solitudine, si trovava immerso nell’oscurità della sala del trono.
La sua meditazione venne interrotta da uno dei soldati che, sotto minaccia, gli avevano da poco giurato fedeltà, il quale lo informò degli ultimi accadimenti.

“Mmm.. dovevo aspettarmelo da quel vecchio maledetto di Yorio. Rain ha già ingagiato combattimento alla Capitale, mentre la Squadra Assassina d’Elite è alle prese con Virgil e con il figlio di mio fratello.”. constatò Diago.

“Si mio signore.” Rispose il soldato.

“Bene, il Genrale di Gento e gli altri non saranno un problema per quei cinque, dopo aver ucciso Kenshiro e preso l’Imperatrice, verranno sicuramente da me. Li ucciderò tutti e l’Imperatrice sarà mia. Dopo mi occuperò di Khan e Yorio.”.

“Signore, veramente Kenshiro non si trova lì.”.

“E dov’è?”.

“Non lo sappiamo…”.

“Mmm Kenshiro…” pensò Diago.

Molto più a nord-ovest, Kenshiro, uscito da quella caverna, dopo averci passato più di un’ora si stava muovendo a gran velocità per ritornare dai suoi compagni.
Lo stato meditativo che aveva raggiunto lì dentro, gli aveva fatto conoscere una nuova forma di combattimento. Quello dell’anima, attraverso il quale, pur restando immobile, aveva affrontato gli spiriti dei precedenti Guardiani Shura e aveva compreso, pur senza aver accesso al Manuale, saldamente nelle mani di Yorio, alcuni dei segreti che rendevano Diago così forte.
“A questa velocità sarò dai miei compagni in meno di due ore. Resistete.”.
Pensò.

Poco fuori la Capitale, Oran, aveva appena lanciato per la seconda volta il Lampo del Demone.
L’onda di energia spirituale si trovò prossima a impattare sul corpo malridotto di Virgil, quandò Bart, gettandosi sul corpo del compagno, ne spostò la posizione abbastanza da impedire al colpo, che si infranse sul terreno alle loro spalle, di centrarlo decretandone la morte.

Fu in quel momento che Ryu, comparso alla sinistra di Oran, quest’ultimo ancora concentrato sull’attacco, lo colpì con un calcio in pieno viso facendolo sbattere violentemente al suolo.

Gli altri due Shura, osservando lo scontro, ebbero un sussulto di sorpresa, che cessò quando Oran, seppure ferito al volto, si rialzò.
“Maledetto moccioso.” Grignò Oran per poi rivolgersi ai compagni “Dante, Bersek, ho intenzione di massacrare questi due, spero che la cosa non vi dispiaccia.”.

“Tsk… che ne dici fratello?” Chiese l’uomo con i capelli e occhi rossi alla figura a lui vicina.

“Lascia che quel bestione sazi la propria sete di sangue, Dante. Uccidere Diago e Kenshiro sarà per noi motivo di orgoglio e soddisfazione ben maggiore.”. Rispose l’uomo dai capelli turchesi di nome Bersek.

“Fa pure, Oran. Basta che ti sbrighi. Così raggiungeremo Lord Rain.”.

“Avete sentito? Siete tutti miei!” Grignò Oran osservando Ryu, che nel frattempo si era riavvicinato ai compagni, e Bart.

“Dietro di me, Sei pronto?” Chiese Ryu.

“Certo. Attacchiamo assieme.” Rispose Bart.

I due, posizionati uno dietro l’altro, saettarono verso Oran. Ryu, all’ultimo momento si spostò, rivelando il giovane Bart armato di balestra “A questa distanza non potrai evitare la freccia, colpirò il centro del tuo cuore, lo spaccherò in due” gridò il giovane scoccando la freccia.

Tuttavia, con un movimento velocissimo, Oran parò la freccia con il dorso del braccio sinistro, nonostante il dardo, scagliato a distanza ravvicinatissima, riuscì comunque a perforargli l’arto rimanendo incastrata nell’osso.
Quello che accade dopo fu terribile. Lo Shura, con un ghigno malegico stampato sul volto, colpì il giovane Bart con un pugno, scagliato con il braccio destro, in pieno petto.
Il rumore delle costole che si rompevano risuonò nell’aria e Bart venne scaraventato decine di metri indietro, finendo rovinosamente a terra.

Ryu, avvicinatosi al compagno, si rese conto di come, seppur molto malridotto, lo stesso fosse ancora vivo.
“E’ finita Ryu. E’ troppo forte per noi. E anche se per miracolo riuscissimo a batterlo, ci sarebbero quegli altri due. Per non parlare di quello che si è diretto da solo alla Capitale Imperiale, quello sembra il più forte di tutti.”.

“Riposa amico mio, lascia che sia io a combattere.”.

Ryu iniziò a concentrarsi mostrando la sua aura rossa.

“Uh uh uh.. ho sentito dire che la rabbia è il sentimento cardine della Divina Scuola di Hokuto. Ma anche se tu ti arrabbiassi oltre ogni immaginazione non riusciresticomunque a sconfiggermi.”. Esclamò Oran.

“Io sono Ryu. Un giorno, sarò il successore della Divina Scuola di Hokuto! Non posso permettermi di morire per mano di un rifiuto umano come te!!!” Urlò il giovane preparandosi a combattere.
 
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view post Posted on 4/5/2020, 15:24     +1   -1

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CAPITOLO 30 “DANTE E BERSEK”.

Ryu si lancò contro l’avversario, il quale fece altrettanto.
I due, si trovarono a distanza ravvicinata inziando a scambiarsi colpi con braccia e gambe a elevatissima velocità.
I due guerrieri pararono vicendevolmente i colpi ricevuti.
All’improvviso, Ryu sferrò un calcio con la gamba destra diretto alla parte sinistra del viso di Oran, ma questi lo bloccò con il proprio braccio sinistro poco prima che lo colpisse.
Approfittando del momento, lo Shura sferrò una ginocchiata che scaraventò Ryu lontano.
Il giovane si rimise subito in piedi e si lanciò nuovamente all’attacco, tuttavia, ogni suo colpo, portato sia con le braccia che con le gambe, risultava parato dall’evversario che, stranamente, non contrattaccava.
Almeno finchè, a seguito di un colpo portato con il pugno destro e parato dalla mano sinistra di Oran, Ryu non mostrò indifesa la parte sinistra del volto.
In quel momento un pugno di Oran lo centrò in pieno nella zona indifesa.
Al pugno seguì una ginocchiata sinistra nello sterno e un colpo portato dall’altro verso il basso con le mani in posizione di preghiera che fece sbattere in terra il figlio di Raul.
“AHAHAHAH… Scusa se te lo dico moccioso, ma non sei un granchè…” rise malignamente Oran.
Ryu si rimise immediatamente in piedi e si lanciò nuovamente verso il proprio avversario, colpendolo con una gomitata al volto.
La postura di Oran si inclinò all’indietro, sembrava, quindi, che il colpo avesse avuto effetto, tuttavia, lo Shura caricò immeditamente un gancio che impattò sul viso di Ryu scaraventandolo lontano.
Ma, il giovane figlio di Raul, si rialzò nuovamente.

“Cosa c’è moccioso? Ne vuoi ancora?” Chiese sorridendo Oran.

Ryu rimase immobile.

“Se non attacchi tu, allora lo farò io” mormorò lo Shura lanciandosi immeditamente contro l’allievo di Kenshiro.

Nonostante sembrasse, inizialmente, che stesse emergendo una sostanziale parità, ben presto la velocità dei colpi di Oran crebbe fino a surclassare la difesa di Ryu, che, travolto dagli affondi nemici, finì a in terra per la terza volta in pochi minuti.

“E’ proprio un mostro, non mi consente di attaccarlo.”. Pensò ilgiovane allievo di Ken.

“Uh uh uh… Sei morto ragazzino.”.

“Se gli attacchi fisici non servono, lo colpirò con la mia aura.” Pensò Ryu, per poi urlare “ONDA DELLA MANO VIOLENTA DI HOKUTO”!
L’onda colpi in pieno Oran, sollevando una nuvola di terra e polvere.
Quando questa si diradò, lo Shura, seppur ancora chiuso a riccio, si trovava di fronte all’avversario.
Sorridendo malignamente, il terribile nemico scaricò un’onda d’urto che investì in pieno il giovane guerriero che, per la quarta volta cadde malamente a terra.

“Basta, non rialzarti più, Ryu.” Mormorò Bart.

Nonostante ciò, Ryu, faticosamente, si rimise in piedi ansimando.

“Io sono il figlio del grande Raul, il Re di Hokuto, non mi rassegnerò mai alla sconfitta.”. Disse a bassa voce il giovane.

“Che sorpesa. Sei più resistente di quello che sembra. Che cosa dici, moccioso? Non riesco a sentirti. Uh uh uh…” Constatò Oran.

“IO SONO RYU, IL FIGLIO DI RAUL, NON MI RASSEGNERO’ MAI ALLA SCONFITTA!!!” Urlò l’allievo di Kenshiro gettandosi contro l’avversario.

Oran alzò la propria gamba destra e, rimanendo in equilibrio sulla sinistra, iniziò a far ruotare il proprio busto in senso antiorario. Quando Ryu fu prossimo a colpirlo, la gamba destra di Oran, carica della forza centrifuga del giro eseguito, colpì in pieno il ragazzo scaraventandolo lontano contro una roccia.

Il colpo fu terrificante. Ryu tentò di rialzarsi una quinta volta, ma stavolta non ci riuscì e ricadde in terra a viso in giù.

Virgil, l’unico dei tre che riusciva a malapena a stare in piedi mormorò “è la fine.”.

“Oran, staccagli le teste, così potremo raggiungere Lord Rain.”. Gridò Dante.

“D’accordo. Inizio dal moccioso.” Rispose Oran mentre iniziava a dirigersi verso il corpo di Ryu.

Fu in quel momento che il nitrito di un cavallo attirò l’attenzione dei presenti.

“Uh.. Ken.. Kenshirooooooooooo!” Urlò Virgil.

Oran, Dante e Bersek si voltarono. Alle spalle degli ultimi due si ergeva un uomo su un gigantesco cavallo Nero.
Dopo aver spronato la maestosa bestia, la stessa compì un salto che scavalcò i tre Shura per atterrare dal lato del campo di battaglia ove si trovavano Virgil, Bart e Ryu.
Ken aiutò per primo il giovane figlio di Raul. Sceso da cavallo, lo prese in braccio e adagiato sul dorso dell’animale.
Successivamente si preoccupò di Bart, aiutandolo a rimettersi in piedi.
Infine si rivolse a Virgil, “Grazie per averli aiutati. Ti sono debitore.”. Disse Ken

Infine si voltò verso i tre avversari, dando le spalle ai propri compagni “Virgil, Bart, Ryu, adesso non dovete più preoccuparvi di nulla. Penserò io a tutto.”.

“Tu devi essere Kenshiro, allora non eri alla Capitale Imperiale. Molto bene, ti ucciderò e anche io diverrò uno dei Guardiani.”. Esclamò tronfio Oran.

“Stai attento, non dimenticare che ha sconfitto Abel, Doros e Zeno.”. Disse Dante rivolgendosi al compagno.

“Sciocchezze, si è appena ripreso dopo essere stato massacrato da Diago. E’ ancora convalescente.”. Rispose Oran.

“Eccomi pidocchio!” Esclamo lo Shura lanciandosi contro il Maestro di Hokuto.

Il gigantesco pugno di Oran venne evitato da Ken semplicemente abbassando la testa, ma fu quello che accadde dopo a lasciare tutti i presenti senza parole.
Ken colpì Oran con il proprio pugno destro al centro dello sterno.
Il colpo fu talmente forte che sfondò il torace avversario penetrando all’interno del suo corpo.
Oran, che fino a quel momento era sembrato invincibile, sputò sangue piegandosi su se stesso. Istintivamente, tentò anche di afferrare il pugno avversario per toglierlo dal proprio addome, ma in quel momento, Ken fece esplodere la sua aura in un raggio di energia emesso dalla mano dentro il corpo dell’avversario.
Dalla schiena di Oran fuoriuscì un’onda di energia di limpidissimo colore azzurro.
Quando l’effetto spirituale si concluse, il centro del corpo di Oran non esisteva più. Al suo posto, si trovava adesso, un buco gigantesco.
Lo Shura cadde in terra privo di vita.

“E’ incredibile. Sembra addirittura più potente di prima.”. Pensò uno scioccato Virgil.

Dante e Bersek rimasero basiti.
“E’ incredibile, ha battuto Oran in meno di un secondo.”. Constatò Dante

“Maledizione, ma sono sicuro che se combattessimo assieme potremo vincere, fratello.”. Rispose Bersek.

“A chi tocca adesso?”. Chiese Kenshiro rivolgendosi ai due avversari rimasti.

“Uh uh uh… Non fare lo sbruffone cane di Hokuto. Insieme ti distruggeremo.”.

I due, dopo aver compiuto un salto, si posizionarono, a pari distanza, ai lati opposti del maestro di Hokuto, mostando la propria aura.
Quella di Dante era color rosso fuoco, anzi più che colore, sembrava fosse costituita da fuoco vero.
Di contro, quella di Bersek, di colore cristallino, sembrava essere costituita da cristalli di ghiaccio e fiocchi neve.

“Attento Kenshiro, quei due sono fratelli gemelli. Combattono insieme sin da bambini, anche se singolarmente inferiori a Oran, lottando insieme mostrano una potenza, addirittura, superiore. Escalmò Virgil.
 
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CAPITOLO 31 “ I DUE GEMELLI”.

Dante e Bersek si posizionarono ai lati di Ken, ciascuno a una distanza di circa 10 metri.
Ken rimase immobile, aspettando che gli avversari si decidessero a fare la prima mossa.
Il primo ad agire fu Dante. Sul palmo della sua mano destra comparve una sfera di fuoco, dapprima piccola come un’arancia, che poi, a seguito del movimento del braccio, divampò in un vortice che venne lanciato contro il Maestro di Hokuto.
Ken compì un salto per evitarlo, ma proprio in quel momento venne attaccato dalla direzione opposta da Bersek.
Questi si scagliò dall’alto verso il basso con un calcio verso l’avversario, ma Ken, seppur ancora a mezza aria, incrociò le braccia per attutire il colpo.
Diretto a terra, il Maestro di Hokuto riuscì ad atterrare sulle proprie gambe, senza particolari problemi.

“E’ incredibile, combattono come se fossero una persona sola.”. Affermò Ryu

“Si. Se uno attacca direttamente, l’altro approfitta del lato sguarnito dell’avversario. Insieme sono micidiali.”. Constatò Virgil.

“Dobbiamo aiutare Ken. E’ in svantaggio due contro uno.”. Intervenne Bart.

“No. Mio zio ce la farà lo stesso.”. Rispose Ryu.

“Allora Kenshiro! Hai un po’ di paura non è vero?! Vediamo come reagisci a questo!” Palmo congelante dello Shura!”. Disse Bersek appoggiando la propria mano destra sul terreno.
Immediatamente, l’erba e la terra iniziaronò a congelarsi. Il ghiacciò si espanse velocemente, arrivando fino a dove Ken teneva in piedi ben saldi.
Gli arti inferiori del Maestro di Hokuto vennero completamente congelati, fin quasi alla vita.
Ken non fu più in grado di muoversi.

“Uh uh uh… a te fratello!” Gridò Bersek.

“Vortice di Fiamme dello Shura!!!” Urlò Dante, mentre le palle di fuoco che aveva creato in ciascuna delle due mani si univano in una sola più grande che generò un vortice incandescende diretto verso il Maestro di Hokuto.

Ken, posizionato di fronte a Bersek, trovandosi conseguentemente di spalle rispetto all’attacco di Dante, non ebbe modo di girarsi per contrastarlo, per cui decise di espandere la propria aura.
L’energia spirituale sgorgata dal suo corpo, non solo sciolse immeditamente il ghiaccio che gli imprigionava le gambe, ma, addirittura, creò una piccola cupola di energia contro cui le fiamme di Dante non poterono nulla, venendone respinte.

I due gemelli restarono basiti.
Bersek, compì un salto per posizionarsi accanto al fratello.

“Maledizone. Dobbiamo cambiare strategia.” Disse l’uomo con capelli e occhi turchesi.

“Se attaccandolo separatamente non riusciamo a prevalere, proviamo unendo le forze in un unico attacco.”. Rispose Dante.

“D’accordo.”. Il fratello di rimando.

I due guerrieri posizionarono le proprie mani all’altezza del torace a una distanza di circa 10 centimetri l’una dall’altra.
Nello spazio venutosi a creare, entrambi concentrarono la propria aura, dando vita a due sfere.
Di fuoco per Dante, di energia ghiacciata per Bersek.
I due fratelli spostarono, ognuno verso l’altro, le proprie sfere, finchè le stesse non divennero una sola, mantenuta carica dalle quattro mani.

Dante e Bersek insieme “Preparati Kenshiro, questa è la nostra tecnica definitiva, con la quale mettiamo in pratica una nozione appresa durante l’addestramento: un corpo, passando improvvisamente da una temperatura estrema ad un’altra opposta, perde in resistenza, diventando fragile come vetro. Dopo aver assaggiato questa nostra onda, esploderai come fragile vetro. Addio maestro di Hokuto. GELO DELLA VAMPATA!!!”

L’onda di energia di colore misto rosso-turchese si diresse verso il Guerriero di Hokuto, il quale, posizionando le proprie braccia circondate di aura in avanti, esclamò “Colpo della Violenza Impetuosa del Dominatore del Cielo” scaricando la propria aura come un mare diretto a contrastare l’attacco nemico.

I due poteri rimasero in equilibrio per meno di un secondo, poi il colpo di Ken travolse quello dei due Shura.
Questi ultimi, per loro fortuna, riuscirono a scansarsi lateralmente, in direzioni opposte, prima che la tecnica di Hokuto si abbattesse su di loro.

“E’ impossibile…” mormorò Dante.

“In piedi, è ora di pagare per i crimini commessi.” Sentenziò Ken.

“MALEDIZIONEEEEEE!!!” Urlò Bersek lanciandosi contro il Maestro di Hokuto.

Il raggio di aura congelante scagliato contro Ken, venne da questi intercettato con la sola sinistra. Non soltanto, all’impatto con l’aura difensiva del Maestro di Hokuto, la raffica di gelo iniziò a evaporare.
Fu in quel momento che Bersek si spostò, alle sue spalle, Dante, circondato completamente da una fiamma, urlò “Lingue di fuoco!”.
Dalle punte delle dieci dita della mano uscirono 10 fasci di fuoco che presero alla sprovvista Ken.
Impattando sul giubbotto del Maestro di Hokuto, iniziarono a dargli fuoco.

Ken prontamente si strappò di dosso il giubbotto e lo gettò in terra, rimanendo con la sola maglietta nera.
“Un altro attacco combinato. Devo chiudere questo scontro al più presto.”. Pensò Ken.

Di nuovo Bersek, attaccando dal lato delle spalle, fu su di lui “Muori Kenshiro!!!” urlò.
Fu l’ultima cosa che disse.
Ken, dopo aver evitato il taglio della mano dell’avversario, con le dita indice e medio della mano sinistra colpì un punto di pressione sito alla base del collo del nemico, paralizzandone i movimenti, e, successivamente, lo colpì a ripetizione con i propri pugni.
Il corpo martoriato di Bersek volò via.
Questi cercò di rialzarsi ma, appena rimessosi in piedi, il suo corpo venne attraversato da una scarica di energia che in pochi secondi lo fece esplodere.

Dante rimase paralizzato.
“Deve essere solo un brutto sogno. Noi siamo Guerrieri d’Elite. La nostra forza è pari a quella dei Maestri Shura. Oran e Bersek sono stati sconfitti senza riuscire a fare nulla…” disse Dante.

“Se ti arrendi, ti concederò una morte rapida.”. Disse Ken rivolto all’ultimo avversario.

“Maledetto. Adesso vedrai.”. Il corpo di Dante venne totalmente avvolto da una fiamma, dopo di che, si voltò in direzione Capitale Imperiale.
“A tra poco Kenshiro!!!” urlò scappando via ad elevata velocità.

“E’ fuggito.” Mormorò Ken.

“Kenshiro, si è diretto verso la Capitale Imperiale, perché Rain si trova lì. Come Diago, anche lui è uno dei tre Guardiani.”. Disse il malconcio Virgil.


“Rain, colui in cui scorre il sangue della Dinastia Imperiale.”. Riflettè Ken.

Alla Capitale, inteanto, Veler era ormai ridotto ai minimi termini.
Privo del braccio sinistro e coperto di ferite, venne scagliato per l’ennesima volta contro le mura esterne del Palazzo Imperiale da un colpo di Rain.
Rimessosi in piedi, l’ultimo Generale di Gento puntò nuovamente il proprio avversario.

“Apprezzo la tua tenacia Generale, ma la volontà non basta per vincere. E’ la forza alla fine a prevalere. La potenza che annienta l’avversario, schiacciandolo.”. Disse Rain.

Continuando a osservarlo, Veler si rese conto di come costui non possedesse quella follia omicida che aveva visto negli Shura incontrati fino a quel momento.
Il suo operato, nei limiti della scelta di campo compiuta, appariva quasi corretto. E, poi, quei tratti somatici cosi simili a quelli dell’Imperatrice…

“Generale, non ho più tempo. Avverto la presenza dei miei sottoposti avvicinarsi. I tuoi amici saranno morti. Lascia che sia io a finirti. Gli Shura che mi hanno accompagnato non si farebbero remore a trasformare quel poco che ti rimane da vivere in un inferno. “ Disse pacatamente Rain.

In quel momento, Dante arrivò all’interno dello spiazzale ove Rain e Veler stavano combattendo.

“Lord Rain… Kenshiro è qui. Il Successore della Divina Scuola di Hokuto è arrivato sul campo di battaglia.”.

“Kenshiro…” mormorò Veler.

“Kenshiro…” mormorò anche Rain.
 
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CAPITOLO 32 “KEN CONTRO RAIN”.

Kenshiro lasciò indietro Virgil, Bart e Ryu e si apprestò a entrare all’interno della prima cinta muraria della Capitale Imperiale.
In pochi secondi arrivò al piazzale ove si era consumato il confronto, a senso unico, tra Rain e Veler.

“Eccolo! E’ lui Kenshiro! Ha sconfitto Oran e Bersek.”. Esclamò Dante alla vista del Maestro di Hokuto.

“Stà indietro Dante. Kenshiro sarà il mio avversario.”. Disse Rain.

“Così tu saresti Rain, il terzo Guardiano Shura.”. Constatò Ken.

“Esattamente, mentre tu sei colui che ci inflitto perdite così pesanti. Kenshiro Kasumi, 64° successore della Divina Scuola di Hokuto.”. Rain, di rimando.

Ken osservò attentamente il nemico.
Le sensazioni che gli provocò la vista del’avversario furono perfettamente coincidenti con quelle avute da Veler.
Non sembrava un uomo malvagio, il viso e lo sguardo facevano, sicuramente, trasparire cieca sicurezza, tuttavia alcuna traccia di arroganza era rinvenibile.
Inoltre, ben più importante, Ken ebbe la conferma della veridicità dei racconti di Ryhaku e Ruso. I lineamenti non lasciavano dubbi, costui era un membro della Famiglia Imperiale.

“Kenshiro, ho saputo che sei stato massacrato da Diago. Hai già conosciuto la potenza dei Guardiani Shura, eppure ti presenti comunque dinanzi a me. O sei particolarmente coraggioso, oppure sei un folle.”. Disse Rain.

“Sono stato sconfitto, è vero. Tuttavia, non perdo mai due volte contro lo stesso avversario. A breve rivedrai il tuo amico Diago all’altro mondo e lui potrà confermartelo.”.


“Credo che sarai tu a vederlo prima di me. Ho una missione. Dopo aver sconfitto te, dovrò trovare Diago e ucciderlo.”.

“Mmm? Perché mai?”.

“Dopo averti sconfitto, ha deciso di agire di testa propria. Tradendo la fiducia che nostro padre, l’uomo che ci ha accolto e cresciuto quando le nostre famiglie ci avevano abbandonato, aveva riposto in noi.”. Rispose Rain.

“Costui, come Zeno, sembra mostrare della vera riconoscenza nei confronti del vecchio Maestro Shura.”. Pensò Ken.

“Ora basta parlare Kenshiro.” Esclamò Rain espandendo la propria aura di colore viola scuro.

Kenshiro fece altrimenti e tutto l’ambiente circostante venne inondato dalle aure dei due combattenti che, raggiunto il parossismo, poi scomparvero.

Fu Rain il primo ad attaccare. Messosi in posizione d’attacco verso Ken, scomparve nel nulla, lasciando solamente una scarica elettrica dietro di sé.
Ricomparve alle spalle del Maestro di Hokuto.
Sul torace di Ken si aprì un immenso taglio orizzontale dal quale iniziarono a fuoriuscire flotti di sangue.

“E’ velocissimo… neppure Sauzer, neppure Ron erano paragonabili…” Pensò Ken tra sè e sè.

Tutti i soldati presenti, Veler e persino Dante rimasero di ghiaccio.

“E’ questa la vera forza di un Guardiano Shura… Era ovvio che non avessi alcuna possibilità di batterlo…” mormorò il Generale d’Argento rimessosi faticosamente in piedi con l’ausilio dell’unico braccio rimastogli.

“Allora Kenshiro? Cosa te ne pare? La mia velocità è pari a quella del fulmine. Se hai perso contro Diago per ragioni esclusivamente di potenza, con me perderai per ragioni di velocità. Sei finito.”. Disse Rain.
Tuttavia, proprio in quel momento, si rese conto di come una piccola ferita si fosse aperta all’altezza della tempia e di come un rivolo di sangue stesse scendendo sulla propria guancia destra.

Ken si strappò di dosso la maglietta e si rivolse all’avversario “Non è finita, sei molto più veloce, ma la tua difesa presenta dei punti deboli. Neppure tu riesci a schivare i miei colpi.”. Rispose il Maestro di Hokuto.

"Conosciamo entrambi le ragioni che ci hanno portati fin qui: tu sei venuto per distruggere quello che è il sogno di mio padre. Non sprecar dunque il tuo fiato ma affrontami, come ci si aspetta da un guerriero!" rispose imperturbabile Rain.

"Vedo che sei un tipo di poche parole, proprio come me, ed è dote che apprezzo in chi combatte. Avrei preferito non trovarla in un nemico, ma visto che non mi lasci alternativa, sarà battaglia. Preparati, perchè ora conoscerai le tecniche Segrete della Divina Scuola di Hokuto”. gridò Ken, chiudendo gli occhi e sollevando il braccio destro con un movimento fulmineo, che generò un singolo raggio di energia, veloce come la luce.

Incredibilmente però, Rain non sollevò la guardia per difendersi, si limitò ad un impercettibile movimento laterale, sufficiente a permettergli di schivare l'attacco del Maestro di Hokuto, che si limitò a sfiorarlo.

"L'ha evitato…" mormorò Ken a denti stretti, ma il Guardiano non gli diede modo di analizzare ulteriormente la cosa. Con un balzo si librò in aria, ruotando su se stesso e dirigendosi contro il Maestro di Hokuto con un calcio. Senza farsi prendere alla sprovvista, Ken parò l'offensiva incrociando le braccia, resistendo senza problemi, e cercando di approfittare dell'attimo in cui l'avversario era sbilanciato per sferrare un pugno ravvicinato col destro. Con un colpo di reni però, Rain riuscì a spostarsi all'ultimo momento, mandando a vuoto anche questo tentativo e atterrando perfettamente in piedi, a pochi passi di distanza.

Immediatamente, Ken fu su di lui, scatenando una tempesta di pugni con entrambe le mani e continuando sempre ad avanzare, nella speranza di trovare un varco nella guardia di Rain, che in realtà non aveva neppure sollevato le difese, ma si limitava a indietreggiare e a schivare uno ad uno tutti i colpi, incurante della loro velocità. "E' molto rapido, ma non potrà reggere questo ritmo per sempre…" pensò Ken, cercando di mettere alle strette l'avversario.

Ad un tratto, Rain decise di cambiare strategia e, roteando sui piedi, compì una piroetta, portandosi di fianco a Ken e sferrando un attacco a spazzare con il dorso del braccio, diretto alla tempia del guerriero. Grazie a riflessi affinati in mille battaglie però, il Maestro di Hokuto si chinò di scatto, e nel contempo spostò tutto il proprio peso sulla gamba destra, sollevando la sinistra in un calcio mirato al viso del Guardiano.
Tale tentativo andò a vuoto, perchè Rain riuscì a schivarlo piegando la schiena all'indietro, ma nel far ciò non potè evitare di perdere di vista il nemico per un attimo, permettendo a Ken di centrarlo al fianco con un pugno, che lo spinse indietro strappandogli un grugnito. Nonostante il colpo diretto però, il Guardiano non aveva subito danni gravi.
Fu proprio in quel momento che Ryu, Virgil e Bart arrivarono sul luogo dello scontro.

"L'ho colpito in pieno ma non ho ottenuto grandi risultati. Non solo la sua velocità, anche la sua resistenza fisica è grande.”.
Analizzò l'eroe, concentrando le sue forze nel pugno destro e sferrando un triplice attacco, dirigendo i colpi al volto, al torace e all'addome del nemico. Con sua enorme sorpresa però, Rain li parò tutti con un unico movimento del braccio, senza sforzo particolare.

Poco importa, non potrai evitare i colpi in eterno, mi costringi a fare a pezzi il tuo corpo! Se un pugno non basta, allora ti frantumerò con una delle tecniche più potenti della Divina Scuola. Onda della Mano violenta di Hokuto!!! gridò l'eroe, generando una mortale onda di energia dalla potenza dirompente. Immensamente superiore a quella di Ryu. Per la prima volta, l'espressione di Rain parve cambiare leggermente, e il guerriero si mosse rapidissimo per cercare di evitare l’energia che assumeva i tratti di un fiume in piena.

"Una tecnica davvero potente! Se mi colpisse non ne uscirei di certo indenne. Ma per tua sfortuna la mia velocità è oltre il sovraumano, è divina.!”.

"Devo ammettere però che mi hai sorpreso, a guardarti non ti giudicavo così forte!
Abel, Doros e Zeno non avrebbero mai potuto avere ragione di te. Come la Squadra Assassina d’Elite, del resto. In segno del mio rispetto, ora anch'io ti mostrerò la mia tecnica segreta." Affermò improvvisamente, prima che Ken potesse lanciare una seconda scarica di aura.
Con un gesto fulmineo, Rain sollevò il braccio come a fendere l'aria, gridando “Fendente del Fulmine Rotante delle Arcane Vie Shura!!!".

Rain iniziò a correre a velocità elevatissima intorno a Ken che si ritrovò al centro di un cerchio i cui bordi erano delimitati dai fulmini generati dall’aura viola dell’avversario.
Più girava intorno all’avversario, più la sua velocità aumentava, dopo qualche secondo, per Ken divenne impossibile distinguerlo.
All’improvviso, il cerchio di luce sparì e in meno di un decimo di secondo Ken venne colpito in pieno da un lampo.
Per la violenza dell'impatto, l'eroe venne spinto duramente indietro, di diversi metri, riportando dei profondi tagli su tutto il corpo. Ma non cedette.

"Uh?! Hai resistito alla mia tecnica segreta senza nemmeno un graffio!" commentò in tono meravigliato.

"Non sei l'unico ad essere dotato di resistenza. Sono sopravvissuto a campi di battaglia con uomini ben più forti di me!” Esclamò Ken trionfante, per poi mostrare la propria aura e gridare "E ora è tempo di porre fine a questo scontro!".

"Vuoi tentare di nuovo una tecnica che si è già mostrata inefficace? Ormai dovresti aver capito che so come evitarla!" ribattè Rain, nell'accorgersi che il Maestro di Hokuto era nella posa che preludeva a un attacco spirituale. A queste parole però, Ken sorrise.

"Ti sbagli! Stavolta la tecnica con cui ti attaccherò non è mia. E’ di Caio, uno dei miei migliori avversari. Il mio attacco non giungerò dall'aria, ma da sotto terra!! Corrente Distruttiva sotterranea!!!" urlò, affondando il pugno, carico di energia nel suolo. Prima ancora che Rain potesse capire cosa stava succedendo, la potente energia emerse sotto di lui, costringendolo a saltare in aria per evitarla.

"Ha lanciato il suo attacco sottoterra, dove non sarei stato in grado di vederlo in tempo per evitarlo! Costui è decisamente avvezzo alla battaglia… abile e forte! Inoltre sembra che la battaglia con Diago l’abbia ulteriormente migliorato. Oppure c’è dell’altro?”. Riflettè Rain.

Stavolta però, Rain fu più rapido di lui "Non credere di aver già vinto!!! Fendente del Fulmine Rotante delle Arcane Vie Shura!” urlò, generando un nuovo cerchio di luce girando intorno a Ken.

"Mmm.. di nuovo… pensò il Maestro di Hokuto, badando solo a proteggersi il viso e il torace.
Tuttavia accadde qualcosa, due enormi squarci si aprirono sulla schiena di Ken, il quale cadde in terra a faccia in giù.

“Uh uh uh… Non hai considerato una cosa Ken. Girando intorno a te e non essendo ancora abituato alla mia velocità, una parte del tuo corpo sarà sempre sguarnita. La mia tecnica non ha punti deboli. E’ vero, sei incredibilmente veloce anche tu ed è per questo che sino ad adesso ho ritenuto inutile leggerti nel pensiero. Il tempo di decifrare i tuoi pensieri mi sarebbe insufficiente per parare i tuoi attacchi. Tuttavia, io lo sono di più.

Con in testa riversa al suolo, Ken si preparò a tornare all'attacco, ma in quel momento, con immenso stupore, avvertì una dolorosa fitta al costato, e nello stesso istante vide il proprio sangue scarlatto schizzare verso l'esterno, per poi scorrere in sottili rivoli sul lato della cinturina e bagnare l'erba al suolo come rugiada vermiglia.

"Come può essere…?!" balbettò, tastando subito il fianco con la mano "Eppure mi ha colpito solo sulla schiena.”.

"Ti sei affidato troppo alla tua presunzione. L'eccessiva sicurezza ti ha tradito. Eri convinto che i due squarci che hai sulla schiena fossero conseguenza di tue fendenti portati con le due braccia.”.

"Spiegati!" lo incitò Ken.

"E sia, te lo dirò, giusto per farti rendere conto di quanta differenza ci sia tra noi. In ogni caso, non puoi porvi rimedio in alcun modo. Sono talmente veloce che con la sola mano destra sono riuscito ad aprire quei due squarci. La sinistra aveva come obiettivo il tuo costato esterno.”.

“E’ impossibile…” mormorò Ken


"Il taglio della mia lama non ha eguali, potrebbe tranciare persino un granello di sabbia! Ma puoi anche non credermi se vuoi, molto presto tutto ciò non avrà più importanza!!" gridò Rain, sferrando un nuovo fendente che taglio l’aria e la terra e che Ken riuscì a evitare di un soffio.

“Virgil, dì la verità, mio zio può vincere?” Chiese Ryu al proprio nuvo alleato.

“Difficile dirlo, Rain, dei tre Guardiani è considerato il meno potente, tuttavia è, comunque, fortissimo. Ken è stato ridotto alla più totale impotenza da Diago, io l’ho visto. Tuttavia…”.

“Tuttavia cosa?”

“Ken sembra molto più forte rispetto al duello con Diago. Deve avere scoperto qualcosa durante i giorni d’assenza. Non so se può vincere.”.


Reagendo immediatamente, Ken balzò in aria lanciandosi contro l’avversario, tuttavia una sfera di fuoco gli passò a pochi centimetri facendogli perdere la concentrazione.
Sentì una voce riecheggiare nell’aria “Adesso Lord Rain, approfittittate del momento e uccidetelo!”. A parlare era stato Dante.

“Maledetto verme!!!” Gli urlò Veler

“Bastardo!!” Gli si rivolse Ryu.

Tuttavia, accadde qualcosa di non previsto. Rain, compiendo un balzo all’indietro, fermò il proprio attacco.

“Dante!!!! Chi ti ha ordinato di intervenire? Se ci provi un’altra volta, sarai tu il prossimo a morire.”. Urlò Rain al proprio sottoposto.

“Ma mio signore…” In maniera ossequiosa lo Shura dai capelli rossi.

“Non osare intervenire mai più. Voglio combttere lealmente contro quest’uomo.”. Esclamò Rain.

Tutti i presenti rimasero di stucco.

“Kenshiro, come mai continui a risparmiarti? Stai conservando le forze per prenderti la rivincita contro Diago? Avanti! Mostrami quello che sai fare! Oppure a quella rivincità non arriverai mai.”. Disse Rain osservando l’avversario.
 
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CAPITOLO 33 “ LA STORIA DI VIRGIL”

“Avanti Kenshiro! Mostrami la tua massima potenza. L’onore impone a noi Maestri di Arti Marziali ti non risparmiarci durante un duello! Ho capito che non stai dando il massimo. Fallo o ti ucciderò”. Ripetè Rain.

Ken rimase qualche secondo immobile a osservare l’avversario.
“D’accordo, Rain. UAAAAAAAAAAAAAAH” Urlò.
La sua aura azzurra assunse dimensioni maggiori del normale. Interi pezzi di terra iniziarono a distaccarsi dal suolo e a solevarsi in aria.

“E’ incredibile!!!” Constatarono tutti i presenti.

“Se questa è la sua vera potenza, era ovvio che non potessimo vincere contro di lui…” Mormorò Dante.

“Non eri così forte quando hai combattuto con Diago, non saresti capitolato così facilmente… Che cosa è successo negli ultimi giorni?” Chiese Rain.

“Mi sono diretto nel luogo ove per millenni è stato conservato il Manuale dello Shuratan. Lì, sporfondando in uno stato meditativo, la mia anima è entrata in risonanza con gli spiriti dei guerrieri con il cui sangue è stato scritto il Manuale. Le tecniche Shura non hanno più segreti per me.”. Rispose Ken.

“Uh uh uh.. Quindi ti sei diretto al tempio nascosto dalle sabbie del deserto. E credi che questo ti renda pari a noi. Ho solo un’ultima domanda da porgerti.”.

“Dì pure?”.

“Hai avuto modo di conoscere anche le tecniche oscure proprie della terza parte del Manuale?”

“No, esattamente come te, mi sono dovuto fermare alle prime due parti.”.

“Questo posto sarà la tomba di 2.000 anni di storia, Kenshiro. Potresti avere una qualche possibilità solo se avessi avuto accesso a segreti a me celati. In caso contrario, dotato solamente di una superficiale conoscenza, non avrai scampo.”. Rain di rimando.

“Cominciamo, Rain.”. Esclamò Ken.

Il Guardiano si mosse velocissimamente in direzione di Ken, lasciando solo la scia di un fulmine, l’avversario fece altrettanto.

Senza che i presenti potessero vedere, a cagione della elevatissima velocità, di quanto stesse accadendo, Rain venne scaraventato contro il muro esterno del palazzo Imperiale.

Si rimise subito in piedi, tuttavia, la corazza che proteggeva la parte superiore del suo corpo finì in mille pezzi non appenà si rialzo.

“E’ incredibile. Ha evitato il mio affondo e mi ha colpito con un pugno al centro del corpo senza che me me accorgessi.”. Mormorò Rain.

“Ti sbagli Guardiano Shura. I pugni erano due.”. Rispose Ken.

“Cosa??? No, devi essertelo inventato. Io sono il Guerriero più veloce sulla faccia della terra.”.

“Mpf… Ho osservato bene la tua velocità Rain. Per sconfiggerti basta solo superarla.”. Rispose Ken

“Anche se fosse vero e avessi deciso di impegnarti al massimo, non erì così veloce prima, questo può significare soltanto che… Ma certo! Il segreto della Divina Scuola di Hokuto.”.

“Hai compreso Rain… Più combatto, più divento forte. Se non fossi stato salvato, Diago mi avrebbe sicuramente ucciso, tuttavia adesso sono molto più forte di prima. Noi Maestri di Hokuto continuiamo a diventare sempre più forti con le battaglie affrontate, facendo tesoro sia delle vittorie che delle sconfitte. Se mi avessi affrontato prima che incontrassi Diago, anche tu saresti stato in grado di uccidermi, tuttavia lo stato di morte apparente in cui sono sprofondato a seguito della sconfitta subita, mi ha reso molto più abile che in precedenza. A questo devi aggiungere che ho avuto modo di studiare le tecniche Shura nel tempio sottorreneo. Di conseguenza, la tua tecnica non ha più segreti per me.”. Spiegò Ken

“E’ impossibile, per questo mio padre ha così tanta paura di Hokuto.”. Riflettè Rain

“Rain, tu non sei un uomo malvagio. Rinnega la folle scelta di campo che hai compiuto. Quello che tu definisci padre, è solo un farabutto. Se il Mondo è stato distrutto la responsabilità e sua.”.

“Come osi? Parli di cose che non sai! Mio padre mi ha accolto quando, appena nato, la mia famiglia era stata sterminata. Discendo da una famiglia di valenti Guerrieri Shura, tale sangue mi ha consentito di apprendere le tecniche delle prime due parti del Manuale dello Shuratan.”.

“Rain, ti posso assicurare che non è così. Yorio ti ha in parte mentito. In fondo non è questo il segreto di una menzogna efficace? Ovvero mischiare ad arte elementi falsi con mezze verità?”.

“Kenshiro, da un guerriero del tuo calibro non me lo sarei mai aspettato. Cercare di confondere l’avversario con le parole. Fendente del Fulmine Rotante delle Arcane Vie Shura!!!” Urlò iniziando a correre in cerchio intorno a Ken.
Il Maestro di Hokuto iniziò a girare su se stesso a velocità sorprendente analogamente a come fece nella terre al di la del mare contro Half della clessidra.
Nel momento in cui il cerchio di aura e fulmini scomparve, Rain attaccò ma il contraccolpo ricevuto fu tremendo.
Il terzo Guardiano Shura venne scaraventato con inaudita violenza contro il lato interno della cinta muraria.

“E’ impossibile…” balbettò Rain.

“La tua tecnica segreta… era la terza volta che la utilizzavi. Ormai non rappresenta più un mistero per me.”.

“E’ questo il potere della Divina Scuola di Hokuto. Ho commesso un grave errore nel sottovalutarlo, ma non posso perdere. Questo darebbe una delusione a mio padre.”. Pensò Rain.

“Rain, non c’è bisogno che tu muoia. Il segreto della vostra straordinaria potenza risiede nell’assorbire energia dall’ambiente circostante per interiorizzarla. Come vedi ho scoperto tutto, non hai più misteri per me.”. Disse Ken.

“Mpf, sei comunque ancora ben lontano dalla comprensione del nostro potere.” Urlò Rain saltando a elevatissima altezza circondato dalla propria aura viola scuro attraversata da fulmini.

“Vediamo come reagirai al mio attacco! LAMPO DELLA LUCE TRAPASSANTE OMICIDA” Urlò Rain, ancora in volo, con i palmi delle mani tesi rivolti verso Ken.
Un raggio di energia viola partì dall’alto verso il basso verso il Maestro di Hokuto, il quale iniziò a ruotare le due braccia, il destro in senso orario, il sinistro in senso antiorario. Arrivato a un quarto di giro, ritrasse le due braccia verso di se al petto per poi farle scattare unite in avanti con i palmi rivolti verso l’alto “Onda della Mano violenta di Hokuto!!!”.
Le due scariche di aura si confontarono a mezz’aria, restando in equilibrio per qualche istante, poi Ken riversò tu se stesso nella propria onda che travolse l’energia spirituale di Rain, investendolo, ancora in aria, in pieno.
Il corpo del Guardianò sali di diversi metri in cielo, quando l’effetto di spinta dell’onda di Ken cessò, il suo corpo ricoperto di sangue ricadde impattando violentemente al suolo.
Seppur pesantemente provato, lo Shura provò a rimettersi in piedi.

“Rain è l’ultima occasione che hai. Fermati e unisciti a noi.!”

“Perché mai dovrei?”. Chiese il guerriero.

“Perché Yorio ti ha ingannato, Guardiano. In te non scorre il sangue Shura, sei l’ultimo discendente maschio della Dinastia Imperiale.”. Disse un uomo molto anziano appena arrivato sul campo di battaglia. Ryhaku del mare.

A questa esclamazione, tutti i presenti, escluso Ken rimasero di stucco.

“Cosa? Non è vero!!! Non è possibile!!!” Urlò Veler.

“Invece è la verità.”. Disse Kenshiro a tutti i presenti.

“Ma che diavolo state dicendo?” Chiese Rain, mentre cercava di rimettersi faticosamente in piedi.

“E’ così, Guardiano. Sei ormai sconfitto, sai che non avrei alcuna ragione per mentirti. Il fratello della precedente Imperatrice ebbe un figlio che colui che chiami padre rapì appena nato dopo aver sterminato le guardie e i genitori. Yorio era entrato in possesso dell’Arcano Manuale dello Shuratan, tuttavia solo delle giovani menti potevano entrare in possesso dei suoi segreti. Ancor meglio se predestinate al combattimento. C’è potere nel tuo sangue, Rain. Non ti sei mai chiesto da dove derivasse la tua forza? Se fossi stato uno Shura, perché il Manuale si sarebbe concesso a te e non a Yorio? Rifletti.”. Disse Ryhaku.

Effettivamente c’era del vero nelle parole di Ryhaku, il suo ragionamento non faceva una grinza. Eppure come fidarsi di un nemico? Come rinnegare tutto quello che il proprio padre gli aveva insegnato?”.

Il silenzio venne interrotto dall’arrivo di una donna. L’Imperatrice aveva disceso le scalinate interne del Palazzo ed era uscita all’esterno dove era infuriato lo scontro.
Rain e Louise si somigliavano come due gocce d’acqua.

Per Rain fu come guardare in uno specchio.

“Mi somiglia in maniera incredibile.”. Pensò

“Il vecchio dice il vero Rain. Il motivo per cui, anni fa, abbandonaì la nuova Kun-Lun fu proprio questo.” Intervenne Virgil.

“Cosa?”. Rispose il Guardiano.

“E’ così. Fui l’ultimo a unirmi a voi. Provenivo da un villaggio sito ai piedi della montagne. Avevo sentito dell’esistenza di Guerrieri dalla Forza incredibile che vivevano sulle alte vette. A causa della guerra nucleare, non avevo parenti prossimi per cui lasciare la mia gente non fu difficile. Volevo entrare in possesso di una forza che mi consentisse di poter recitare la parte del protagonista, e non quello del povero contadino indifeso, nel nuovo mondo e chi meglio degli Shura poteva concedermela? Yorio, valutata positivamente la mia predisposizone caratteriale mi iniziò agli addestramenti. Tuttavia, forse a cagione dell’essere già abbastanza grande, capì subito che il suo obiettivo non era dare corso a un nuovo inizio per il genere umano, ma conquistare il mondo. Una notte, mi intrufolai nel Palazzo e lo udì parlare con Posa. Ascoltaì attentamente alcuni passaggi. Acqusì la consapevolezza che fosse stato Yorio a distruggere il mondo con la guerra nucleare e lo sentì anche lamentarsi del fatto che dei tre Guardiani, solo tu sembravi porre in lui una fiducia ceca. Forse proprio a cagione del senso di lealtà sito nel sangue della Dinastia Imperiale. Già sospettava di Diago, mentre l’imperturbabilità di Khan lo terrorizzava. Fu per questo che decisi di scappare e di abbandonarvi. Sapevo delle imprese di Kenshiro e sapevo che un suo eventuale ritorno avrebbe certamente portato a uno scontro. Dall’esito incerto ma, con me a manovrare nell’ombra, probabilmente avrei ottenuto il mio obiettivo. La morte di tutti i contendenti che avrebbe lasciato me come unico padrone della terra. Quando origliaì la conversazione tra Posa e Yorio appresi, quindi, del tuo legame alla Dinastia Imperiale.”.

“Maledizione, la situazione si sta complicando. Meglio tagliare la corda.” Pensò Dante, prima di avvicinarsi lentamente alla cancellata e di scappare via a piè sospinto.

“Quel cane rabbioso ha tagliato la corda.”. Osservò Rain. Per poi continuare a riflettere.

“Kenshiro, per adesso il nostro scontro si conclude qui. Parlerò con mio padre, le spiegazioni che quell’uomo mi deve sono molte. Se scopro che mi avete mentito me la pagherete tutti molto cara. Fino ad allora, arrivederci.”. Disse il Guardiano.

“Rai, sai perfettamente che il tuo ritorno da Yorio potrebbe coincidere con la tua morte. Resta con noi, in cuor tuo sai che abbiamo detto la verità.”. Rispose il Maestro di Hokuto.

“Allora, forse, la morte sarà la giusta punizione per me. Addio Kenshiro.”. Concluse Rain allontanandosi mentre scendeva la notte a quietare una giornata di combattimenti.
 
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view post Posted on 8/5/2020, 14:43     +1   -1

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CAPITOLO 34 “ APPARE IL PRIMO GUARDIANO”.

Un paio di giorni dopo lo scontro, la normalità sembrava essere tornata alla Capitale Imperiale.
Seian e Lynn rientrarono al castello, mentre, Veler, Ryu, Bart e Virgil vennero curati dai medici dell’Imperatrice e si rimisero.
Ken si trovò presto a colloquio con il Generale d’Argento e con la Sovrana, alla presenza di Ryhaku, Ruso e Virgil.
Veler, seppur ormai privo del braccio sinistro, manteneva la fierezza e l’onore che contraddistinguevano la sua figura.

“Quindi Rain è un menbro della Famiglia Imperiale?”.

“Si.. Molto è stato tenuto nascosto in questi anni..” Disse Ken guardando Ryhaku e Ruso.

“Kenshiro, come già spiegato, tutto è stato fatto con le migliori intenzioni.”. Mormorò Ruso.

“Non cruccietevene Maestro. Però, adesso, come Sovrana vi impartisco un ordine. Rivelatemi tutto quanto tenuto nascosto fino ad adesso.”.

Ryhaku e Ruso si guardarono, mentre Virgil sottovoce “La scelta è vostra.”.

I due anziani guerrieri scambiarono un segno di assenso con Kenshiro.

“Maestà, è meglio fare intervenire anche Lynn.”. Disse pacatamente Ryhaku.

Nel frattempo molto più a ovest, Dante stava per penetrare all’interno di un Castello.
Nei giorni precedenti aveva riflettuto su dove dirigersi.
Sapeva che Kenshiro l’avrebbe sicuramente ucciso se non avesse tagliato la corda.
Sapeva anche, che difficilmente Yorio gli avrebbe perdonato il fallimento.
Infine, seguire Rain non avrebbe certo rappresentato una alternativa valida, sapeva quanto disprezzo il terzo Guardiano nutrisse verso la Squadra Assassina d’Elite.
Restava una sola alternativa, Diago.
Il maniero che fino a poco tempo prima era stato sotto l’egida del Maestro Doros, si trovava, adesso, nelle mani del Secondo Guardiano.
Penetrato all’interno della cinta muraria, Dante si trovò di fronte Diago.

“Mio Signore…” Mormorò a testa bassa.

“Dante, a cosa devo la tua presenza? Ti sapevo impegnato nell’assalto alla Capitale Imperiale”. L’incalzò Diago

“Ecco, la spedizione è stata un totale fallimento. Gaber, Oran e, persino, Bersek sono morti, mentre Lord Rain è stato sconfitto da Kenshiro.”. Rispose prontamente Dante.

“Kenshiro deve essere divenuto molto più forte allora.”. Sibillò il Guardiano Shura.

“C’è dell’altro, Lord Diago. A quanto pare, Rain è parente dell’Imperatrice.”. Disse, ancora sotto shock Dante.

“Mpf.. a quanto pare la verità è venuta a galla. Quel vecchio miserabile ha perso un altro pezzo. Rain gli si rivolterà contro e troverà la morte per mano di Khan.”.

“Mio signore, voi sapevate?”

“Certamente, sono perfettamente consapevole che Yorio mi raccontò una serie di bugie per portarmi dalla sua parte. Per fare di me uno dei suoi burattini. Solo un miserabile come Rain poteva essere così cieco.”.

“Signore, io sono qui per unirmi a Voi. I miei compagni sono stati sconfitti e se tornassi alla Nostra Città, mi aspetterebbe solo la morte per il fallimento.”.

“Mpf… Se mi giurerai eterna fedeltà, potrai combattere fianco a me. Rain, non lo sa ma è solo un morto che cammina, Kenshiro è già stato da me sconfitto una volta, lo sconfiggerò di nuovo e stavolta in maniera definitiva. Quello che mi preoccupa non è certo Yorio, anche tu potresti ucciderlo con facilità sorprendente. Il problema è Khan.”.

“Se noi combattessimo assieme forse riusciremmo a sconfiggerlo.”.

“Se pensassi di poter sconfiggere Khan solo unendomi a te, credi che ne sarei così preoccupato? C’è qualcosa di indecifrabile in quell’uomo. L’oscurità che traspare dalla sua aura mi provovca una grande inquietudine. Non ci ho mai combattuto, ma so che non uscirei indenne da uno scontro. Probabilmente, allo stato attuale, è forte quanto me”.

Queste parole scioccarono Dante. Sapeva quanto l’orgoglio e l’autostima di Diago fossero immense, non pensava che l’avrebbe mai potuto pronunciare una frase del genere.

“E allora, cosa pensate di fare?”

“Quel vecchio idiota di Yorio non ha considerato una cosa fondamentale. Il mio sangue!”.

“Cosa intendete?”

“Mi ha rapito da bambino proprio perché il sangue di guerriero scorre in me da oltre 2.000 anni, ma non ha considerato come, quello stesso sangue, sarà per me la chiave per conquistare il creato tutto.”.

“In che senso?”.

“Il sangue di Hokuto mi consente di diventare sempre più forte combattendo. Più combatto, più divento forte. Quando avrò ucciso Kenshiro, sarò ancora più potente di adesso e togliere di mezzo Khan sarà un giochetto.”. Disse Diago.

“Si, mio signore. Io resterò fedele a Voi.”. Disse ossequiosamente Dante.

“Non fare tanto il servile Dante. Credi che non sappia che gli ordini da voi ricevuti contemplassero la mia morte dopo la cattura dell’Imperatrice? Se sei stato folle a pensare che voi quattro e Rain sareste stati sufficienti a togliermi la vita, ma lo sei ancor di più a mostrarmi questo finta devozione credendo che io possa berla.” Ridacchiò Diago mostrando la sua gigantesca aura di color rosso scuro.

“Aspettate. Potrei occuparmi dei compagni di Kenshiro. Il Gento è senza un braccio, Virgil e il moccioso di Hokuto sono stati pesantemente sconfitti da Oran. Potrei ucciderli per Voi.”.

“Inginocchiati e ti risparmierò la vita.”. Ordinò Diago.

Dante si prostò ai suoi piedi.

Nel frattempo, a nord ovest, sulle alte cime innevate, Rain stava per attraversare il cancello del Palazzo di Yorio.

Penetrato negli ampi corridoi interni, si trovò dinanzi il portone della Sala del Trono.

“Eccomi padre”. Esclamò Rain osservando Yorio seduto sul trono con Khan in piedi alla sua destra.

“Rain, perché sei tornato senza l’Imperatrice? Inoltre mi giugnono voci che Kenshiro sia ancora vivo. Esigo delle spiegazioni!”. Disse l’anziano, circondato da una sottile patina di aura color lilla.

“Padre, prima di tutto voglio sapere la verità! Perché mi hai mentito fino a questo momento?” Chiese Rain.

“Cosa? Ma di che diavolo stai parlando?”.

“Ho incontrato Kenshiro e l’Imperatrice. Quest’ultima mi somiglia in maniera incredibile. E’ vero che faccio parte delle Famiglia Imperiale? E’ vero che fosti tu a rapirmi da piccolo e a uccidere i miei genitori? E’ vero che la Guerra Nucleare fu una tua precisa volontà?”. Domandò Rain.

“Tu devi essere impazzito. Non hai sconfitto Kenshiro né hai recuperato l’Imperatrice e osi anche insultarmi? Accusamdomi di essere un bugiardo? Sei solo un miserabile traditore.” Urlò Yorio.

Tuttavia, Rain capì. Capì che quanto riferitogli da Kenshiro e Ryhaku fosse vero. In cuor suo, l’aveva sempre saputo.

“Per colpa tua ho sofferto un’intera giovinezza. La morte non basterà a espiare le tue colpe!!!” Urlo Rain mostrando al massimo la propria aura.

Yorio tremò sapeva che Rain avrebbe potuto ucciderlo in qualsiasi momento, tanta era la differenza di forza, la sola speranza risiedeva in Khan ma poteva fidarsi vedendolo immobile e disinteressato?

“Khan, proteggimi. E’ un ordine di tuo padre!”.

“Un ordine?” Chiese sorridendo e a bassa voce il Guardiano in piedi accanto al trono.

“Esattamente. Sconfiggi il traditore. Vuole distruggere quanto da noi sognato per millenni.”.

“Mpf…” Mormorò Khan facendo spallucce per poi discendere gli scalini che conducevano al trono e frapporsi tra Rain e Yorio.
Finalmente, l’ultimo dei Guardiani mostrava le sue fattezze fisiche.
Alto circa un metro e novanta, dotato di una muscolotura ragguardevole ma non gigantesca, la carnagione era chiara mentre i capelli neri erano lunghissimi, arrivavano fino alla fine della schiena. Presentava una chiara eterocromia, poiché l’occhio sinistro era di colore azzurro cielo mentre il destro di colore giallastro.
Sulla parte superiore del corpo indossava una armatura, molto aderente, quasi una seconda pelle, di colore grigio scuro, al cui centro si trovava una pietra azzurra. I copri spalla erano due placche, al centro si trovavano altre due pietre azzurre, e cui trovava attaccatura il lunghissimo mantello nero che arrivava fino ai piedi.
Indossava pantaloni neri e stivali neri.

“Khan, anche tu sarai stato sicuramente ingannato, non voglio farti del male, ma se mi costringi ucciderò prima te e poi lui.”. Esclamò furente Rain, senza tuttavia ottenere alcuna risposta dall’avversario.

Decise allora di lanciarsi all’attacco frontalmente, tuttavia, neanche questo fu sufficiente a provocare una reazione in Khan, che con la guardia abbassata si limitò ad accennare un sorrisetto e a dire “SCARICA NERA DI VENDETTA DEL PRIMO SHURA…”.
Rain venne colpito da tutte le direzioni da scariche di fulmini neri.
Al di là del dolore dovuto all’impatto, enormi ferite si aprirono su tutto il corpo.
Rain caddè in terra fumante e in un lago di sangue.

Camminando lentamente, Khan arrivò dinanzi all’avversario steso in terra e si inginocchio per avvicinarvisi.
Con la mano destra imbevuta di energia nera, con lo sguardo fisso sugli occhi di Rain bisbiglio “SEGRETO DELLO SHURA – RISUCCHIO DELL’ANIMA”.
Incredibilmente qualcosa uscì dalla bocca e dagli occhi di Rain ed entrò nel corpo di Khan che immediatamente dopo, seppur per meno di un secondo, mostrò un accenno della propria aura nera e uno scintillio nero come la pece nei propri occhi.
Il corpo di Rain divenne incredibilmente più chiaro, quasi spettrale, e non si mosse più.
Il Terzo Guardiano Shura era morto.

“Molto bene, figlio mio. E’ il momento di fare una visita ai nostri nemici. Gli porgeremo un invito.” Ridacchiò Yorio, ma non si accorse dell’impercettibile sorriso che comparve sulle labbra di Khan.
 
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view post Posted on 19/5/2020, 14:37     +1   -1

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CAPITOLO 35 “I TRE GUERRIERI SI INCONTRANO”

Era da poco tramontato il sole sulla Capitale Imperiale.
Tuttavia, l’oscurità che aveva avvolto la città sede del potere imperiale era un nulla rispetto quella in cui era piombato il cuore delle due gemelle.
Ruso e Ryhaku sapevano che rivelare il mistero della loro nascita avrebbe potuto comportare una grande inquietudine in capo all’Imperatrice e a Lynn.
Eppure, i due anziani maestri erano consapevoli che nulla poteva essere più taciuto.
Le due ragazze, alla notizia su chi fosse il loro vero padre erano spofondate in uno stato di angoscia e tormento.
Yorio, non soltanto il loro attuale nemico, ma, colui che aveva sulla propria coscienza l’annientamento di miliardi di esseri umani, era il loro padre biologico.
Dopo la rivelazione, l’Imperatrice decise di ritirarsi nella propria camera da letto, mentre Lynn, impossibilitata a prendere sonno si diresse sulla balconata della sala del Trono scrutando l’orizzonte.

“Di questi tempi, nessuno di noi dovrebbe chiudersi in se stesso e rattristarsi e tu meno di tutti.” La richiamò una voce.

“Ken!” Disse Lynn.

“Cos’hai Lynn? La rivelazione ti ha scosso?” Domandò il Maestro di Hokuto.

“Ken, mi hai conosciuto quando ero bambina. Quella che credevo fosse la mia famiglia è stata distrutta davanti ai miei occhi. Una volta cresciuta, ho incontrato una persona che rappresentava ciò che restava della mia famiglia, mia sorella Louise. Poi sono stata rapita e trascinata in un luogo orribile dove ho perso tutti i miei ricordi per mano di Caio. Quindi ho vissuto una realtà fittizia insieme a Bart. Sicuramente un periodo bello, ma frutto di una menzogna. Dopo tutto quello che ho passato, credi che scoprire che il mio vero padre sia un nemico possa sconvolgermi?”.

Ken sorrise malinconicamente “E’ una donna straordinaria” pensò

“Ho solo una domanda da porti Ken e voglio che tu mi risponda sinceramente”.

“Dì pure”

“Perché, dopo aver battuto Caio, mi abbandonasti? Tu sapevi che io amavo solo te.”.

“Lynn, ho già conosciuto l’amore una volta. Julia è stata l’unica donna che abbia mai amato, non avrei potuto renderti felice. Solo Bart poteva farlo.”.

“Perché? Perché voi uomini siete così egoisti? Non hai mai capito quanto io ti amassi? Sei stata la persona che più di tutte si è avvicinata al concetto di famiglia per me!” Urlò piangendo Lynn lanciandosi contro il petto di Ken, che l’abbraccio.

I due si stinsero tra le braccia e, alla luce della luna, si scambiarono per la prima volta un bacio tra le lacrime.

Il giorno seguente, la quiete delle prime ore del mattino che regnava sulla cittadella imperiale venne scossa dall’arrivo di un corvo nero.
Alla zampa del volatile era legato un messaggio:

“VOI, CHE ANCORA VI RIBELLATE AL MIO VOLERE, SAPPIATE CHE NON CI SARA’ ALCUNA GLORIA NEL VOSTRO SACRIFICIO! MOLTO PRESTO, IO E MIO FIGLIO KHAN SAREMO SU DI VOI, CANCELLERO’ QUALSIASI RICORDO DI GENTO, HOKUTO, NANTO E DELL’IMPERO DAGLI ANNALI. IL MONDO NON SAPRA’ MAI CHE SIETE ESISTITI, CHIUNQUE, IN FUTURO, PRONUNCERA’ I NOMI DELLE TRE SCUOLE O DELL’IMPERO SARA’ PASSIBILE DI CONDANNA A MORTE. CONSEGNATEMI MIA FIGLIA, LOUISE, INGINOCCHIATEVI E GIURATE DI UBBIDIRMI E NESSUN’ALTRO DOVRA’ MORIRE. INCONTRIAMOCI ALL’ALBA, TRA TRE GIORNI, SULLA PIANURA DI GREY LAND” Firmato, Yorio, Signore degli Shura e legittimo Sovrano del Mondo.

“Signore degli Shura e legittimo Sovrano del Mondo.” Rilesse Veler nella Sala del Trono alla presenza di tutti.

“Finalmente, il nostro principale nemico ha deciso di scendere in campo.”. Disse Ken.

“Probabilmente, non ha altra scelta. Se Diago lo ha tradito, gli è rimasto solamente Khan.”. Disse Virgil.

“E Rain?” Domandò Bart.

“Probabilmente è già morto. Yorio non deve aver perdonato il suo tentativo di ribellione”. Intervenne Ryhaku.

“Kenshiro, Veler cosa consigliate di fare? Sarebbe opportuno andare a questo incontro?”. Chiese Louise

“Assolutamente no. Per voi è troppo pericoloso. Andrò io da solo. Ma prima devo sapere un paio di cose.”. Disse il Maestro di Hokuto.

“A cosa ti riferisci, Kenshiro?” Chiese Veler.

“Virgil, chi è Khan?”. Domandò Ken osservando Virgil

L’ex Shura rimase per qualche secondo in silenzio con gli occhi chiusi, poi iniziò a parlare “Ecco, incredibilmente, non ho notizie certe su di lui. Posso riferirti solamente informazioni superficiali e pettegolezzi.”.

“Spiegati”. disse Ken

“Negli anni in cui ho vissuto, addestrandomi, presso la loro città, ho incontrato Khan solamente pochissime volte. Né ho mai assistito a un suo addestramento o a un suo combattimento. So per certo, però, che neppure i suoi ipotetici parigrado Rain e Diago condividevano con lui il percorso di istruzione al combattimento. Un alone di mistero circonda questa figura. Però, il fatto che venisse considerato il Primo Guardiano dovrebbe far intendere che la sua forza sia pari a quella di Diago, forse addirittura superiore”. Spiegò Virgil.

“Hai parlato di pettegolezzi…” Disse Ken.

“Si. Ho sentito strane voci sul Primo Guardiano”.

“Che voci?” intervenne Ryu.

“Ecco… vi sembrerà incredibile, ma pare che sia stato l’unico ad avere accesso alla terza e ultima parte del Manuale dello Shuratan Originale. Le tecniche esoteriche ivi contenute non avrebbero nulla a che fare con il piano umano dell’esistenza. Pare che una di queste consenta al Guerriero che la pratica di aumentare costantemente la propria forza combattiva attraverso l’assorbimento dell’anima degli avversari in punto di morte. Sostanzialmente, attraverso questo meccanismo, il Guardiano diventerebbe sempre più forte nutrendosi dell’anima degli avversari.”.

“Questo è impossibile. La stessa Trasmigrazione dell’anima della Divina Scuola di Hokuto, consente, nella sua massima forma, solamente un richiamo momentaneo degli spiriti che hanno segnato, con il proprio dolore, il guerriero che la pratica. Una situazione permamente sarebbe impossibile”. Dichiarò Ruso.

“Eppure è quello che si dice. Chi affronta Khan non affronta un solo nemico, ma una legione di avversari. Tuttavia, è anche possibile che siano solo voci.”. Spiegò Virgil.

“A ogni modo, presto lo scopriremo. Parto appena pronto per incontrare il nemico.”. Disse Ken.


“Kenshiro, io verrò con te.”. Intervenne l’Imperatrice.

“Maestà, mi dispiace ma la sua presenza oltre a essere pericolosa, mi sarebbe soltanto di intralcio.” Rispose Ken.

“Kenshiro, io ti sono molto grata per quanto fatto per me e Lynn, ma ricorda che sono io la Legittima Sovrana del Mondo, la mia non era una richiesta, ma un ordine. Voglio incontrare quell’uomo, colui che violentò mia madre. Sarà anche il mio padre naturale, ma voglio guardarlo in faccia prima di ordinarne la condanna a morte”.
La fierezza e l’autorità con cui Louise aveva parlato lasciò tutti di stucco.

“E sia, andremo tutti!” Disse ad alta voce Seian.

“No, guerriero di Nanto. Nominerò Lynn legittima erede al mio trono. Se io non dovessi tornare, sarà lei a regnare e tu resterai qui a proteggerla insieme a Veler, Bart e Ryhaku.”.

“Permettete che vi accompagni Maestà.” Chiese il Generale d’Argento.

“No. Andremo io, Kenshiro che è l’unico ad avere speranze contro i Guardiani, il Maestro Ruso che conosce bene Yorio, Virgil che conosce bene Khan e il giovane Ryu che se un domani dovrà essere il successore di Hokuto non può perdere questo combattimento.”.

“Verro anche io.” Intervenne Reina.

L’imperatrice annuì.

“Madre” pensò Ryu osservando la donna.

Nel pomeriggio, Kenshiro, Louise, Ryu, Ruso, Virgil e Reina si prepararono a partire per non mancare l’appuntamento.
Ken incontro dapprima Veler, il quale si raccomandò con il Maestro di Hokuto per la protezione dell’Imperatrice.
Poi, fu la volta di Bart e Seian. Il primo l’abbracciò augurandogli buona fortuna, il secondo gli disse che Lynn l’avrebbero protetta loro.
Infine, entrò in una ampia sala. Lì ad attenderlo vi era Lynn. I due, senza dire nulla, si abbracciarono.
“Ken, torna vivo. Ti aspetto.”. Disse la ragazza.
Ken annuì sorridendo.

Molto più a ovest, in quello che era stato il Castello di Doros, poco prima che il corvo contenente il messaggio pervenisse alla Capitale Imperiale, un altro corvo con un foglio legato alla zampa era atterrato sulla balconata principale.
Diago tolse il messaggio e inizià a leggerlo
“DIAGO, MALEDETTO TRADITORE INGRATO. SAPPI CHE IO E KHAN ABBIAMO DECISO DI VENIRE A TROVARTI. MI DIVERTIRO’ A VEDERTI IMPLORARE PIETA’ PRIMA DI DARTI IL COLPO DI GRAZIA. APPUNTAMENTO ALL’ALBA TRA TRE GIORNI SULLA PIANURA DI GREY LAND” Firmato Yorio.

“E così ha inizio.”. Mormorò sorridendo Diago.

Tre giorni più tardi, nel luogo indicato dal messaggio, Kenshiro, Ryu, Virgil, Ruso, Reina e l’Imperatrice arrivarono proprio mentre il sole stava sorgendo.
Non vedendo nessuno, i sei iniziarono a interrogarsi sul da farsi.

Le loro attenzioni furono richiamate da una voce “KENSHIRO!!! Ci rivediamo!”
I sei volsero il loro sguardo a ovest. Su un promontorio, in sella a un gigantesco cavallo grigio si ergeva la figura di Diago. Accanto a lui, su un cavallo più piccolo, si trovava Dante.

I due guerrieri si scrutarono.
“Diago, sappi che non perdo mai due volte contro lo stesso avversario!”. Disse Ken.

“Povero idiota. La prossima volta che ci scontreremo morirai. Ma credo che dovremo attendere, guarda lì.”. Rispose Diago guardando verso Nord.

Una struttura gigantesca, una scala enorme semovente in pietra nera si stava lentamente avvicinando.
La struttura, rialzata da terra da centinaia di schiavi che la sollevavano e trasportavano, arrivò davanti ai due fruppi di guerrieri in pochi minuti.
La scalinata presentava due statue di demoni ai lati del primo gradino.
Alta circa 20 metri, i gradini conducevano a un trono posto al termine della scalinata.
Sulla sedia sedeva Yorio e alla sua destra, in piedi, quello che doveva essere Khan.
Alzatosi dal trono e discesa metà della scalinata, il vecchio Shura prese la parola .

“Mi avete portato mia figlia, devo esservi riconoscenti. Molto bene. Kenshiro, inginocchiati a Noi, sai perfettamente di non poter vincere. Se non hai sconfitto Diago, non potrai certo pensare di battere Khan” Disse Yorio indirizzando un’occhiata di disprezzo al fratello di Caio e Raul.

“Fa silenzio, miserabile! Parlerai solo quando te lo dirò io. Mi avete fatto la cortesia di venire assieme. Ora ucciderò sia te che Khan, dopo di che penserò a Kenshiro.”. Disse Diago, sorridendo

La situazione si fece elettrica. Ma fu una delle uniche due donne presenti a prendere la parola

“Ho da poco scoperto che nelle mie vene scorre il tuo sangue, Maestro Shura. Nonostante ciò il disprezzo che provo nei tuoi confronti è senza fine. Tu non puoi salvarti, ma non c’è ragione per far morire il tuo popolo. Sono qui per negoziare la tua resa.” Disse Louise.

“Rivolgersi così al proprio padre. Che ingratitudine, figlia mia”. Rise Yorio.

Kenshiro iniziò a espandere la propria aura azzurra, mentre Diago l’osservava.
“Sembra diventato più forte” pensò il secondo Guardiano mentre, anche lui cominciò a mostrare la propria forza spirituale di colore rosso scuro.

Dinanzi quella visione di immane potenza, considerando la passività di Khan, Yorio si accrucciò e voltandosi verso colui che riteneva il suo più fedele guerriero disse: “Khan, figlio mio, mostra loro la tua potenza!”.

Tuttavia il sollecito non provocò alcuna reazione nel Primo Guardiano.
Yorio iniziò, allora, a preoccuparsi seriamente. Istintivamente si rivolse nuovamente in direzione degli avversari dando le spalle a Khan.
In quel momento, un raggio di aura nera come la notte gli trapassò il torace tra la sorpresa di tutti i presenti.
“Fig..li..o m..i…o..” farfugliò Yorio ormai morente.

“Devi smetterla di chiamarmi “figlio”, è una cosa che mi da il voltastomaco! Non lo sopporto. BASTA!!! Sono io il Capo, lo sono sempre stato, se proprio vuoi saperlo. Povero stolto, ti ho solo fatto credere che fossi tu al comando. Tu sei solo una nullità, mentre io sono Khan legittimo discendente di Sirios e Kairos, e unico essere umano a detenere il sangue del fondatore del Nostro Ordine. Grazie a te ho avuto modo di entrare in contatto con l’Empireo Manuale dello Shuratan. Ma adesso non mi servi più, vecchio! Quindi, per quanto mi riguarda, puoi anche scomparire per sempre.”. Disse Khan.

Diago, Kenshiro e tutti i presenti, alla vista dell’attacco portato da Khan, rimasero con gli ochhi sbarrati.

“N…o.. .fe...r…m…o” tentò di dire Yorio prima che il piede destro di Khan gli schiacciasse la testa.

“Hai interpretato bene la tua parte, ma adesso è il momento che io interpreti la mia.”. Troneggiò Khan.
 
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view post Posted on 16/6/2020, 15:31     +1   -1

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CAPITOLO 36 “LA POTENZA DI KHAN”

Tutti i presenti rimasero sbalorditi. Il loro mortale nemico, colui che aveva mosso i fili della storia recente del mondo e aveva sulla coscienza la morte di miliardi di esseri umani era morto.
Ucciso con facilità e crudeltà sorprendente da colui che credeva essere il suo servitore più fedele.
Sia Ken che Diago fissarono attentamente la figura di Khan, finchè lo stesso non decise di prendere la parola.

“Kenshiro, Diago, non avete alcuna speranza di vincere, sappiamo tutti e tre che dovete morire, non oggi comunque. Ma per gli altri la situazione è diversa. Consegnatemi l’Imperatrice, giuratemi fedeltà e vi do la mia parola che nessuno dovrà morire.”. Disse Khan prima di discendere gli ultimi gradini del suo trono semovente e di arrivare sul terreno.

Tutti i presenti si guardarono tra loro. Poi fu Diago a prendere la parola
“Tsk… Bel discorso, compagno d’armi. Se sei così tanto sicuro, non ti resta che una cosa, provaci!” Urlò il fratello di Raul lanciandosi dall’altura e coprendo in pochissimo tempo la distanza che lo separava dall’avversario.
Lanciandosi letteralmente dal proprio gigantesco destriero ancora in corsa, il fratello di Raul e Caio si gettò contro Khan, che con incredibile disinvoltura evitò l’affondo e sorpasso velocissimamente l’avversario alla sua destra.

“Mmm… Diago, non è ancora il momento di affrontarci… “ Disse Khan.

“Combatti, vigliacco!” di rimando Diago.

Improvvisamente due tagli si aprirono sul fianco destro di quello che, un tempo, era considerato il secondo Guardiano.

Kenshiro rimase sconvolto. Non soltanto perché qualche giorno prima era stato sonoramente sconfitto da Diago senza riuscire a portare un solo colpo a segno, ma soprattutto perché non era riuscito a vedere l’affondo di Khan sull’avversario.
Ancora più incredibile, sembrava che neanche Diago se ne fosse accorto.

Il primo Guardiano iniziò a muoversi velocemente verso Ken che accolse la sfida e gli si gettò contro.
Ken e Khan si trovarono uno di fronte all’altro, quando all’improvviso, Khan aumento di scatto la propria velocità, lasciando di se stesso solo un’immagine residua.
Il Maestro di Hokuto venne colpito in pieno stomaco da una ginocchiata e scaraventato via.

Tutti rimasero di sasso, specialmente Virgil.
Il giovane Shura aveva di recente assistito a scontro epici, tra tutti, quello tra Ken e Diago e quello tra Ken e Rain, eppure, aveva come la sensazione che quei guerrieri straordinari fossero un nulla dinanzi al primo Guardiano.

“Kenshiro, Diago… Per adesso non ho intenzione di uccidervi. Il mio obiettivo è l’Imperatrice. Se vorrete, potrete venirmi a sfidare quando lo riterrete più opportuno.”. Esclamò Khan dirigendosi verso il gruppetto al cui centro, circondata da Ryu, Virgil, Ruso e Reina si trovava l’Imperatrice.

Ryu, Ruso e Reina si misero in posizione per cercare di arrestare l’avanzata dell’avversario, ma tutto fu inutile.
Delle scariche di fulmini neri investirono i tre lasciandoli ricadere fumanti in terra.
Solo Virgil non mosse un passo contemplando a testa bassa Khan che lo sorpassava verso l’Imperatrice.

“Maestà, Le chiedo perdono” disse Khan con un sorriso beffardo stampato sul volto, dopo di che i suoi occhi, illuminandosi di nero, incrociarono quelli di Louise gli svenne di fronte.

“Tenetevi pure quell’insulsa struttura semovente con cui siamo venuti, adesso ho il mio trofeo.” Esclamò, salendo sul cavallo della sovrana e andando via a gran velocità.

Tutti restarono di stucco. Persino Diago non riuscì a muovere un muscolo. Nessuno, era mai riuscito a ferirlo da quando aveva assunto al rango di Guardiano.

L’Imperatrice era stata rapita.
Kenshiro, probabilmente il più potente Maestro dei duemila anni della tradizione di Hokuto non era riuscito a fare nulla.
Neppure Diago, colui che, fino a quel momento era stato il suo migliore avversario era riuscito a fare nulla.
Era davvero possibile che esistesse un uomo così potente in questo mondo? Si chiese Ken mentre Ryu, Ruso e Reina si rimettevano faticosamente in piedi e Virgil restava in silenzio.

Anche Dante sembrava, più per motivi di personale convenienza, abbastanza frastornato. Aveva appena avuto dimostrazione della superiorità di Khan su Diago, ma sapeva, in cuor suo, che il Primo Guardiano, seppur più disposto al compromesso rispetto a Yorio, non l’avrebbe perdonato.

Kenshiro si rimise in piedi e voltandosi verso i propri compagni iniziò a parlare “Compito di Hokuto è proteggere l’Imperatrice. Mi metto immediatamente all’inseguimento di Khan.”

“Ma quanta fretta. Credi che ti lasci andare via Kenshiro?” Intervenne Diago.

“Lo faresti se avessi compreso quel che accadrà. Tra poco Khan si farà legittimare dall’Imperatrice, o peggio, la prenderà contro la sua volontà generando un figlio. A quel punto il Mondo intero apparterrà a lui e alla sua progenie.”. Rispose Ken.

“Allora non mi resta che uccidere lui, l’imperatrice e il bambino che porterà in grembo e poi prendere la tua adorata Lynn, ma solo dopo aver ucciso te. Questa volta per te sarà la fine, nessuno ti salverà.”. Sorrise malignamente Diago

I due guerrieri iniziarono a mostrare le loro immense aure. A quella vista i soldati e gli schiavi che avevano portato in spalla il gigantesco trono di Yorio, iniziarono a disperdersi per il terrore, mentre Dante, Virgil, Ryu, Ruso e Reina osservavano i due combattenti.

“Dante, tu i occuperai degli amici di Ken, attento al ragazzo, però, è pur sempre mio nipote e ha il mio sangue… Uh uh uh” Disse Diago.

“NO! Contro Dante combatterò io! Abbiamo un conto in sospeso dallo scontro fuori dalla Capitale Imperiale. Ken concentrati su Diago, stavolta puoi vincere.”. Intervenne Virgil.

Fù in quel momento che Ruso si rese conto che il ragazzo che aveva di fronte non era più il cinico calcolatore e spietato manipolatore che aveva conosciuto durante il primo confronto tra Ken e Diago.

“Deve essere merito della personalità di Ken” pensò l’anziano esperto di Hokuto.

Virgil si posizionò accanto a Ken e Dante accanto a Diago.

“Ryu, riporta tua madre e Ruso alla Capitale. Se non dovessi tornare, sarai tu il successore e come tale dovrai proteggere Lynn.”.

“SIETE PRONTIIIIIIIIIII?” Urlò Diago

“COMINCIAMO!!!” Di rimando Virgil

“VE NE PENTIRETEEEEEEEEEE” Intervenne Dante.

“Stavolta non perderò”. Concluse Ken.
 
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CAPITOLO 37 “DUELLO MORTALE, DUE CONTRO DUE”

I quattro guerrieri si posero, a coppie di due, uno di fronte all’altro…
Il primo a parlare fu Virgil
“Dante, lasciamo campo libero a Ken e Diago, allontaniamoci, seguimi..”

Lo Shura del fuoco semplicemente annuì e i due si diressero a diverse centinaia di metri di distanza…

“Ken, non morire” Disse Virgil.

Ken espresse un cenno di assenso con il capo.

Andati via Ryu, Ruso e Reina, allontanatisi Virgil e Dante, Ken e Diago rimasero soli, uno di fronte all’altro…

"Uh uh uh, avevi detto di voler combattere ed invece rimani lì immobile, paralizzato come un nano di fronte a un gigante. Permetti allora a me di fare la prima mossa."

Sogghignò Diago prima di lanciarsi contro il nemico ad una velocità incredibile. Ken non lo vide neppure arrivare, in un attimo il Secondo Guardiano gli fu davanti e lo colpì allo stomaco con un pugno terribile, lanciandolo indietro di molti metri. Piantando i piedi sul terreno, Ken riuscì a bloccare la spinta e scattò a sua volta in avanti verso l'avversario. Giuntogli di fronte, scagliò un destro ed un sinistro, ma entrambi i colpi risultarono stranamente lenti e l’avversario li evitò facilmente con semplici spostamenti laterali.
Il Maestro di Hokuto decise allora di cambiare tattica, e dopo aver fintato un terzo pugno, spiccò un salto ed attaccò dall'alto con un calcio. Diago però bloccò l'assalto col dorso del braccio, e subito dopo usò la mano libera per sferrare un pugno verso il volto del ragazzo. Con un riflesso istintivo, Ken, ancora a mezz'aria, piegò di lato il capo per schivare l'attacco, ma all'ultimo istante Diago cambiò bersaglio e con una gomitata centrò di nuovo lo stomaco del ragazzo, sbattendolo sul terreno.

“Uh uh uh… Non sei migliorato affatto, anzi sei peggio di prima… E ora, MUORIIIIIII!”
Immediatamente, il corpo dello Shura iniziò a brillare di una luce rosso scuro.
I suoi due pugni si unirono all’altezza del torace, stracarichi di luce rossa, per poi essere sollevati in alto, proprio sopra la testa.
“PUGNO DEL DOMINATORE SHURAAAAAA!” Gridò l’uomo lanciando i pugni in avanti.
Dalle mani chiuse tese in avanti saettarono due vortici di energia distruttiva che Ken osservò finchè non impattarono sul suo corpo.
L’impatto fu terribile.
Interi pezzi di terra si alzarono e una nube di polvere rese indistinguibili le fattezze del Maestro di Hokuto.
Quando la polvere si diradò, Diago sgranò gli occhi per la sorpresa.
La figura di Ken si ergeva dinanzi a lui, con i palmi delle mani incrociati e tesi in avanti, completamente integra.
“Non è possibile” bisbigliò Diago.

“Il ”Pugno del Dominatore Shura”, è una tecnica che hai già utilizzato all’inizio del nostro primo scontro… Questo è uno dei segreti della Divina Scuola, l’Ombra riflessa. Una volta subito un attacco, il mio corpo lo memorizza e, di conseguenza, sa come evitarlo o prevenirlo.” Rispose Ken.

“E’ impossibile, per quanto tu possieda questo dono innato, la potenza delle mie tecniche è la più grande del mondo…” Rispose Diago.

“E’ vero… ma c’è dell’altro… Nel tempio sommerso dalle sabbie ho capito il segreto della vostra immane potenza, entrando in risonanza con gli spiriti dei guerrieri con il cui sangue è stato scritto il Manuale dello Shuratan… Assorbite l’energia dall’ambiente circostante e poi la liberate quando attaccate…” Osservò Ken.

“Sbagliavo… Sei molto migliorato, Kenshiro. Ma se pensi che questo ti basterà a sconfiggermi, sei fuori strada… La battaglia con Rain ti ha sicuramente migliorato, e questo ti ha permesso di limitare gli effetti della mia aura, ma… Non paragonarmi a Rain, questa è la tua prima vera battaglia dopo aver appreso i rudimenti dello Shuratan e l’esperienza ti fa ancora difetto. Tra non molto sarai completamente inerme” Di rimando, Diago.

“Inerme, dici? Scoprirai a tue spese che la Divina Scuola di Hokuto non lo è mai. Trasmigrazione dell’Anima”
Gridò Ken mentre la sua sostanza iniziava ad annullarsi e a dirigersi verso l’avversario.
Diago, aveva già sconfitto quella tecnica, perciò andò incontro all’avversario.
Ma accadde qualcosa, lo Shura sgranò gli occhi e dopo aver incrociato il percorso con Ken, si accorse di diverse ferite dalle quali sgorgava parecchio sangue.

“Non può essere…Avevi già utilizzato questa tecnica e si era dimostrata inutile…”

“Le tecniche di Hokuto sono in continua evoluzione… Anche contro tuo fratello Caio, la prima volta la Trasmigrazione dell’anima si rivelò inutile, ma allo scontro successivo riuscì a ferirlo…”

“Uh uh uh… Devo proprio ringraziare il cielo per aver creato un uomo così forte… Sarai l’allenamento ideale per prepararmi alla battaglia finale con Khan…” sorrise Diago

A qualche centinaio di metri di distanza, Virgil e Dante avevano ingaggiato combattimento, in posizione statica, i due Shura si scagliavano velocissime combinazioni di colpi…

“Virgil, ascoltami… Perché non uniamo le forze? Se Kenshiro e Diago dovessero ferirsi gravemente a vicenda, potremmo approfittare per attaccarli insieme e finirli… Che ne dici?” Chiese lo Shura del fuoco…

“Dante, sei proprio un verme… Ma la tua proposta, mi piace…E sia, aspetteremo l’esito dello scontro e poi finiremo il vincitore” Rispose Virgil cessando il suo attacco, mentre notava, con la coda dell’occhio, un sorrisino comparire sul viso di Dante…

"Una scelta saggia, non te ne pentirai!" applaudì Dante, sorridendo apertamente prima di abbassare la guardia…

"Si, grazie, Virgil. Appena mi volterai le spalle colpirò il centro del tuo cuore e lo spaccherò in due, poi raggiungerò Lord Diago e uccideremo anche Kenshiro…" pensò lo Shura, guardando immaginandosi già coperto di gloria e onori.

"Dante!" gridò in quel momento Virgil, riportandolo alla realtà e obbligandolo a guardare verso di lui. "Una domanda soltanto!"

"Uhm?"

"Mi immagini davvero così stolto da credere che tu, un membro della Squadra Assassina d’Elite ti alleeresti con me per salvarci entrambi?" urlò, sorridendo sarcastico e facendo avvampare la propria aura.
Alzando al massimo le proprie mani sopra la testa, le incrociò con i palmi rivolti verso l’esterno.
Concentrandosi al massimo urlò “SCARICA DEVASTANTE DELLA VIA SHURA!!!” scatenando un fascio di energia blu scura che investì in pieno lo Shura del fuoco.

"Maledetto!" sibilò Dante rimettendosi faticosamente in piedi con i vestiti laceri e coperto di ferite stringendo i propri pugni. "Mi hai ingannato!” Che ne è del tuo senso dell’onore?!"

"Tsk! Proprio tu parli di onore. Ho deciso di combattere a fianco di Kenshiro ma ciò non vuol dire che abbia dimenticato la strategia. Dei Guerrieri che hanno ricevuto gli insegnamenti della Scuola Shura io sono sicuramente il più intelligente. Colui che dell’inganno e della manipolazione ha fatto la sua arma principale.!" Disse Virgil

“Maledetto” grignò Dante

“Hai paura, vero Dante? Senza il tuo fratellino non sei così forte… Non preoccuparti, finirà subito.” Esclamò Virgil lanciandosi contro l’avversario e colpendolo con un calcio rotante in pieno viso.
Il corpo di Dante si alzò di diversi metri da terra… Mentre ricadeva a peso morto a testa in giù verso terra, Virgil lo colpì con il taglio della mano destra sul fianco destro facendogli sputare flotti di sangue…

Lo Shura del fuoco cercò di rimettersi in piedi, ma era troppo tardi… Virgil fu subito su di lui e con il palmo della mano destra stracarico di aura, a pochi centimetri dal suo viso, fece esplodere una scarica di energia che colpì in pieno lo Shura, distruggendone completamente il corpo…

“Ken, tocca a te adesso…” Disse Virgil.

Ken e Diago continuarono a scrutarsi…

“Bene Kenshiro, preparati, adesso… La scuola Shura non è solo fulmini e fiamme, ma anche vento e il creato tutto… Turbine dell’Uragano del Signore degli Shura…” Gridò Diago, mentre delle folate di vento estremamente tagliente investirono in pieno Ken facendone a pezzi gli indumenti e scaraventandolo a oltre 20 metri di distanza.

Con enorme sorpresa di Diago, Ken, seppur coperto di ferite, si rimise subito in piedi e iniziò ad avanzare verso l’avversario…
“Diago, anche la Divina Scuola di Hokuto è ben altro che colpire i punti di pressione…”

“E’ evidente che le nostre tecniche segrete non servono… Ci batteremo solamente con i nostri pugni…”

I due avversari si lanciarono uno contro l’altro e iniziarono a scambiarsi una quantità incredibile di colpi, portati con entrambe le braccia…

Senza alcuna tattica, i due si tempestarono di pugni senza badare a parare quelli portati dall’avversario… Diago, per la prima volta veniva colpito in maniera tambureggiante da un suo avversario…
Il terreno ai piedi dei due contendenti divenne in poco tempo una pozza di sangue, e, a ogni colpo scambiatosi, schizzi di sangue aumentavano le dimensioni della pozza…
Il cruentissimo scambio andò avanti per diversi minuti, finchè i due contendenti non si trovarono con le vesti completamente lacere e totalmente coperti di sangue…

Tuttavia, Diago era sicuramente meno avvezzo e meno resistente a quella situazione di stallo, rispetto a Ken, che in passato si era trovato diverse volte in quella condizione… Contro Raul, Falco e Caio, su tutti…
Presa coscienza di questo, Diago scagliò un calcio potentissimo con la gamba sinistra con l’intenzione di staccare il tronco dalle gambe del proprio avversario…
Ken, tuttavia, riuscì a impattare la potenza dell’avverso calcio con il dorso del braccio destro.
L’impatto fù comunque terribile e l’arto del Maestro di Hokuto venne attraversato da una serie di piccole esplosioni interne che lo resero inutilizzabile.

“E’ finita Kenshiro, ho reso inutilizzabile il tuo braccio, MUORIIIIIII” Urlò Diago, mentre Virgil, tornato sul posto, osservava attentamente…
Diago non finì la frase che la parte tra la spalla destra e il collo esplose dall’interno facendo fuoriuscire una grande quantità di sangue…

“Com’è possibile…” Mormorò esterrefatto lo Shura…

“Mentre tu portavi il tuo calcio, io colpivo il punto di pressione posto all’attaccatura del collo…” Rispose Ken…

I due Guerrieri ormai esausti e pesantemente debilitati si scrutarono per caricare un ultimo affondo.
Urlando fecero esplodere tutta la propria rabbia in un ultimo affondo, portato da entrambi con il braccio sinistro e diretto al centro del torace dell’avversario…

Entrambi, con le braccia tese e la mano in posizione da taglio riuscirono a penetrare al centro del corpo dell’avversario…
 
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view post Posted on 13/7/2020, 17:02     +1   -1

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CAPITOLO 38 “LA STORIA DI KHAN”

La mano di sinistra di Kenshiro si trovò all’interno del corpo di Diago, la mano sinistra di Diago si ritrovò all’interno del corpo di Kenshiro.

I due guerrieri si ritrovarono in posizione di stallo, con le energie praticamente esaurite…
Entrambi si resero conto che il primo che avrebbe rotto l’equilibrio creatosi avrebbe avuto la possibilità di infliggere il colpo finale all’avversario ma, al contempo, si sarebbe potuto esporre a un contrattacco potenzialmente mortale.
Entrambi maturarono la decisione di staccarsi dal corpo dell’avversario nel medesimo istante e balzarono indietro di diversi metri contemporaneamente.

“Uh… Sei diventato incredibilmente più forte, Kenshiro… Sei riuscito ad apprendere a fondo i segreti della mia tecnica… Siamo praticamente alla pari… Ma vincerò io… La Trasmigrazione dell’anima, la tua tecnica definita non potrà causarmi danni permanenti, mentre il mio colpo segreto di distruggerà… Preparati…” Affermò Diago.

“Chissà se è davvero cosi…” Rispose Kenshiro…

Virgil, notevolmente avvicinatosi allo scontro osservava i due guerrieri raccogliere le forze per scatenare i loro colpi segreti…

“SEGRETO DELLA VENDETTA DEL GUARDIANO SHURAAAAAAA!!!” Urlò Diago… Mentre alle sue spalle compariva l’immagine mostruosa di un guerriero che non aveva alcunchè di umano…

“RICHIAMO DELLO SPIRITO DEI FRATELLI DI HOKUTO!” Urlò Kenshiro, mentre ai lati del suo corpo, illuminato di una scintillante aura azzurra, comparivano, equamente divisi ai due lati, quattro sagome non del tutto definite… Le due al lato destro erano circondate, rispettivamente, da aura rossa chiara e gialla, mentre, le due alla sua sinistra, da aura viola e verde chiaro…

Diago rimase per un attimo sconvolto…
“Non è la trasmigrazione dell’anima… Percepisco la presenza di altre 4 persone accanto a lui… Le percepisco come se fossero qui presenti, non è solo un’emanazione di aura o un richiamo degli spiriti che hanno segnato il guerriero con il dolore… Ma che diavolo sta succedendo?” Pensò Diago prima di tornare a concentrarsi al massimo per raccogliere le energie propedeutiche all’emanazione del proprio colpo segreto…

Le due auree avevano quasi raggiunto il massimo del loro potere…
Fu in quel momento che accadde qualcosa di inaspettato… Un fascio di energia di colore blu scuro colpì il terreno che separava i due contendenti.

Ken e Diago, perserò la concentrazione e istintivamente si voltarono verso il luogo da dove era partito il raggio di energia.

La figura di Virgil attirò la loro attenzione.

“Fermati, Ken!!!” Urlò il giovane Shura.

“Virgil perché ti sei intromesso?” Chiese Ken

“MISERABILEEEEEE!” Urlò Diago.

“Ken, la mia forza paragonata alla vostra non è nulla, eppure credo di avere abbastanza esperienza di arti marziali per affermare che con il prossimo colpo morirete entrambi. Tu devi vivere Ken, sarebbe una sconfitta anche se moriste entrambi. Non conosco la tecnica con cui intendi attaccare Diago, ma ho visto la sua nel vostro precedente scontro, il potere che sprigiona è incredibile. Fermatevi o morirete entrambi.”

“Uhuh… Allora è vero che tra tutti coloro che hanno appreso l’arte Shura sei il più intelligente” Constatò Diago mentre Ken restava in silenzio.

“Diago, sei incredibilmente dotato anche tu. Avrai capito il perché Khan non vi abbia attaccato frontalmente” Di rimando Virgil.

“Naturalmente.” Rispose il Guardiano

“Vi ha dato prova della sua superiorità, tuttavia ha preferito non affrontarvi. Ha capito che messi alle strette avreste potuto unire le forze e rappresentare un problema. Lasciandovi soli, sapeva che vi sareste affrontati e che lo scontro sarebbe potuto terminare con la morte di entrambi o che comunque il vincitore avrebbe riportato pesanti danni. Dovete fermarvi.” Disse Virgil.

“E sia.. C’è del vero nelle tue parole…Kenshiro, ti ucciderò la prossima volta, fino ad allora, addio…” Disse Diago voltando le spalle al suo avversario e dirigendosi verso il suo gigantesco cavallo.

Ken rimase in silenzio finchè Diago non scomparve all’orizzonte, dopo di chè crollò sulla spalla di Virgil che gli si era avvicinato. Nello spesso momento, Diago, ferito altrettanto gravemente svenne e cadde da cavallo.

“Ken, hai bisogno di riposo, torniamo alla Capitale.”.

Diversi giorni dopo, mentre Ken e Diago recuperavano le forze presso la Capitale Imperiale e il Castello di Doros, in un maestoso Palazzo sito in una città posta sulle vette più alte del mondo, l’Imperatrice riprendeva conoscenza.
Destatasi si ritrovò in una camera da letto finemente arredata e rifinita, di fronte a lei, l’uomo che l’aveva rapita.

“Ben svegliata, Altezza.” Mormorò Khan.

“Tu! Dove mi trovo?” Rispose la Sovrana

“State tranquilla Maestà, per adesso non avete nulla da temere, siete nel mio Palazzo.”. Di rimando lo Shura

“Tu hai ucciso Yorio e mi hai rapita, non capisco il senso di tutto questo.” Constatò l’Imperatrice

“Lo capirete tra poco.”. Bisbiglio il Guardiano

“Chi sei tu?” In un impeto di collera l’imperatrice

“Se proprio volete…” Accennando un sorriso malefico, Khan

“Sono nato circa 30 anni fa in un villaggio sito nelle campagne cinesi… In quel periodo il mondo si stava dirigendo verso la Guerra Finale… All’età di cinque anni, un uomo, di nome Posa, si presentò al mio villaggio… Disse che il Fato aveva grandi progetti per me, spinto dai miei genitori andai con lui che mi presentò a Yorio. Quest’ultimo mi disse che dalle indagini genealogiche svolte non vi erano dubbi, in me scorreva il sangue del fondatore della Scuola Shura.”

“Continua” Esclamò l’Imperatrice

“Bene. Maestà, sicuramente saprete della nascita dell’Impero e saprete che l’obiettivo iniziale era quello di diffondere la filosofia pacifista nel mondo. Tuttavia, una delle sue ave, si rese conto che senza una forza militare, seppur giusta, non solo non sarebbe stato possibile diffondere la propria filosofia pacifista, ma, probabilmente, neppure sopravvivere. Venne, quindi, fondato un ordine di formidabili guerrieri esperti nel corpo a corpo che non soltanto avrebbero protetto l’Imperatore, ma, che addirittura avrebbero contribuito a diffondere la filosofia pacifista di Kun-lun nel mondo. Nei secoli seguenti, grazie a questi combattenti, l’Impero assunse il controllo di enormi porzioni di territorio, per tale ragione venne deciso che la Capitale non sarebbe più stata l’isolata Kun-lun ma un luogo più facilmente raggiungibile da tutte le genti, sito in Cina.
Malgrado i successi, l’ordine di guerrieri non cessò di perfezionarsi, seppur al proprio interno regnasse il malcontento.
Una fazione, capeggiata dal più potente dei membri dell’ordine, il geniale Sirios, era convinta che il lo scopo dei guerrieri fosse quello voluto dall’Imperatore.
L’altra fazione, capeggiata dal rivale di Sirios, Kairos, era, invece convinta che il momento per impossessarsi del potere a discapito del Sovrano fosse prossimo.
Sirios intuì le intenzioni di Kairos e recatosi sulla cima del monte più alto del mondo, quello che oggi è chiamato Everest, per 3 anni passò i giorni allenandosi incessantemente e le notti pregando il suo Dio affinchè gli concedesse la forza di difendere il Mondo e l’Imperatore dalla malvagità.
La leggenda narra che dopo aver svuotato corpo e anima da ogni impurità il suo Dio gli concesse la forza di cui necessitava.
Tornato a Corte, mostrò la sua immensa forza: l’Aura combattiva.
Attraverso questa, Sirios era in grado di tagliare, bruciare, far esplodere o rendere impotenti gli avversari. Dopo aver sommariamente processato Kairos lo giustiziò per tradimento ed ebbe in premio dall’Imperatore la possibilità di creare la propria scuola. Cosi nacque la scuola Shura.
Sirios procedette alla stesura di un manoscritto, il Manuale dello Shuratan volto non soltanto a raccogliere la descrizione di tutte le tecniche esistenti con la loro descrizione, ma anche a costituire una vera e propria enciclopedia di lotta da tenere sempre aggiornata. Né affidò la custodia ad alcuni monaci di Kun-lun che lo nascosero in un luogo sicuro aggiornandolo di tanto in tanto.
Tuttavia, gli adepti di Kairos non dimenticarono quanto accaduto.
Approfittando della collaborazione di alcuni servitori riuscirono a somministrare potenti droghe preparate dagli stregoni del territorio cinese a Sirios.
Impossibilitato a muovere qualsiasi muscolo del proprio corpo e caduto in stato catatonico venne massacrato nel suo palazzo insieme ai 3 figli maschi.
Solo la figlia incinta riuscì a fuggire. Quella donna era incinta di Kairos.”

“Ma allora…”

“Esattamente, io sono diretto discendente della figlia di Sirios, in me scorre il sangue dei due più grandi Shura della storia. A riprova di quanto affermo, Vi segnalo come Sirios avesse gli occhi azzurri e Kairos gialli.” Disse Khan mentre l’imperatrice osservava la sua eterocromia.

“Ma allora…”

“Yorio era entrato in possesso dell’Empireo Manuale dello Shuratan… Questo consta di 3 parti… Apprendendo la prima parte è possibile capire i segreti delle tre Vie, attraverso le quali si possono elevare al massimo livello le potenzialità di corpo, spirito e mente. La seconda parte contiene le tecniche Arcane e il Segreto della straordinaria potenza dei Guardiani, ovvero assorbire energia dall’ambiente circostante, farla propria e rilasciarla. Mentre la terza… Uh uh uh…”

“La terza?”

“La terza, non ha nulla a che vedere con il piano umano dell’esistenza. Non serve assorbire energia dall’ambiente circostante, ma da quello che non c’è o del quale non può aversi percezione.”

“Cosa intendi, a cosa ti riferisci?” Domandò la Sovrana

“Beh, non saprei spiegarvelo, è stato chiamato in molti modi nei secoli: massa oscura, energia negativa, anti-materia, etere o… anima…” Sogghigno Khan.

“Tu sei l’uomo che ha appreso a fondo questi segreti?”

“Esattamente. Fu per questo che Yorio mi cercò disperatamente. Seppur in possesso dell’Empireo Manuale dello Shuratan, egli non poteva servirsene. Non a tutti è concesso accedervi. Sono necessari dei requisiti.
Per accedere alla prima parte del Manuale è sufficiente una mente giovane che ben si adatta all’apprendimento, a patto di essere particolarmente dotati.
Abel, Doros e Zeno avevano queste qualità, per cui furono osservati a lungo di Yorio che ne manipolò direttamente il destino in modo da farne dei fedeli soldati ai suoi ordini.
Per la seconda parte, oltre la giovinezza è necessario un altro requisito, il sangue di guerriero. Ovvero una discendenza da ceppi familiari che abbiano una naturale attitudine al combattimento e allo spirito marziale.
Rain, vostro cugino, discende dalla Famiglia Imperiale, mentre Diago dal fondatore della Sacra Gemma di Hokuto, Riuo.
Infine, per accedere all’ultima parte del Manuale, oltre i due requisiti appena spiegati è necessaria un sangue speciale, ovvero la discendenza diretta da Sirios.
Il fondatore dell’Ordine sapeva che le tecniche più oscure rappresentavano un potere troppo grande per chi non avesse avuto il suo sangue e quindi la possibilità di dominarle, per cui decise di rendere inaccessibili tali segreti a tutti, se non ai suoi discendenti diretti.
E io sono l’ultimo di questi. Tuttavia, nel mio corpo scorre anche il sangue di Kairos, una cosa che Sirios non avrebbe potuto prevedere, l’amore segreto tra sua figlia e il suo grande rivale.”.

“Ma allora…”

“Esattamente, Imperatrice, adesso capite perché Ken e Diago non riuscirebbero mai a sconfiggermi? Kenshiro ha avuto modo di entrare in risonanza con gli spiriti Shura nel tempio nascosto sotto le sabbie, eppure anche lui si è visto negare l’accesso ai segreti facenti parte della terza parte del Manuale.”.

“Ma perché eliminare Yorio?”.

“Uh… appresi i segreti oscuri e arcani, non mi ci è voluto molto a leggere nell’anima di Yorio. Ho scoperto tutte le sue macchinazioni fin da ragazzo. Macchinazioni che comunque hanno avuto degli effetti positivi anche per me. A quel punto, non mi serviva più. Le scuole Maggiori sono finite, Ken e Diago, probabilmente si saranno già ammazzati a vicenda e Voi siete in mio possesso. Genereremo un figlio che avrà il titolo di Imperatore e la nostra Dinastia governerà l’Universo fino alla fine dei tempi.”. Esclamò Khansorridendo.

L’Imperatrice tremò.
 
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Simpatizzante Hokuto

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CAPITOLO 39 “IL PIANO SEGRETO DI VIRGIL”.

Trascorsero un paio di giorni dallo scontro tra Ken e Diago.
Alla Capitale Imperiale, tutti vennero informati della prigionia dell’Imperatrice mentre Ken riacquistava le forze.
La Legge imperiale non lasciava spazio a dubbi, se l’Imperatrice non era raggiungibile, il trono doveva momentaneamente passare al suo parente più prossimo, purchè di sesso femminile, altrimenti si sarebbe dovuto nominare un reggente.
Lynn, salì momentaneamente al trono mentre Ruso, Rihaku, Veler, Bart, Seian, Ryu, Reina e Virgil discutevano su quale sarebbe stata la migliore strategia adottabile.
A quel punto intervenne Ken.

“Virgil, tu sai perfettamente dove è ubicata la città degli Shura, conducimi lì. Affonterò Khan e salverò l’Imperatrice, Diago può attendere.”. Disse il Maestro di Hokuto.

Virgil rimase pensieroso per qualche secondo, dopo di che prese la parola.

“D’accordo Ken! Tuttavia prima ho da fare una cosa di estremamente importante. Ci vedremo tra due giorni qui. Andremo con un mezzo a motore, in sella a un cavallo, la strada sarebbe troppo lunga.”. Rispose Virgil e dopo si incamminò verso l’uscita.

“Virgil…” pensò Ken osservandolo mentre usciva dal Palazzo.

Il giorno successivo, presso quello che restava di una metropoli del secolo precedente, Virgil si aggirava solo nelle strade su cui l’asfalto stava lentamente ma inesorabilmente lasciando il posto alla crescita della vegetazione.
Arrivato davanti a un edificio fissò le restanti lettere che, prima della guerra, dovevano far parte di un’insegna “_A_K”.
Dopo di che vi penetrò.
Nonostante l’edificio fosse deserto, Virgil sembrava conoscere quello stabile a mena dito.
Arrivato in fondo alla stanza iniziò a discendere le scale che conducevano ai piani inferiori.
Percorse una, poi due, ancora tre, rampe di scale.
Alla fine della quarta, attraversò tutto il corridoio che costituiva strada obbligata.
Terminato il percorso si trovò dinanzi un portello gigante in solido acciaio con una gigantesca manopola con serratura circolare.
Con i suoi poteri non gli fu difficile far ruotare la manopola fino a dare l’input meccanico per l’apertura dello sportello gigante.
“E’ il momento, perdonami Ken se mi servirò di te…”.

Nello stesso frangente, Ken si trovava nella sua stanza, presso il castello imperiale.
Calato il sole si tolse il giubbotto e la maglietta prima di sdraiarsi a letto.
Le mille battaglie affrontate avevano temprato il suo corpo. Guariva dalle ferite con velocità sorprendente e, ormai, gli effetti dei colpi di Diago erano praticamente scomparsi.
Tuttavia si sentiva stanco, più mentalmente che fisicamente.
Troppe erano state le rivelazioni degli ultimi tempi. I dubbi lo attanagliarono, uno su tutti “Se Khan è veramente più potente di Diago, riuscirò a sconfiggerlo?” Si chiese.
Sdraiato a torso nudo nel letto, con la sola compagnia di una candela che rischiarava la stanza, sentì la porta aprirsi.
“Lynn!” esclamò il Maestro di Hokuto.
La nuova Imperatrice si diresse verso Ken steso a letto fissandolo.

“Ken, permettimi di abbracciarti e dormire con te, stanotte. Questo è il mio unico desiderio”. Esclamò la giovane.

Ken annuì.

Trascorsi due giorni, Kenshiro nel pieno delle forze, dopo aver prestato i saluti, varcò i cancelli delle mura più esterne della Capitale.
Lynn, dalla balconata della Sala del Trono l’osservò. Un senso di inquietudine la pervase, mai come in quella occasione ebbe la sensazione che Ken non sarebbe più tornato.

Virgil si trovava posto di lato a un camion da guerra, oltre la cabina per la guida dotata di due posti, a destare attenzione era il rimorchio. Completamente in acciaio non lasciava intravedere il contenuto.

“E’ il nostro mezzo di trasporto?” Chiese Ken.

Virgil semplicemente annuì.

Ken si pose lato passeggero e insieme partirono alla volta della città degli Shura.

A circa un quarto del percorso, Virgil, dopo essere stato stranamente silenzioso per tutto il viaggio, scese dal mezzo e aperte le porte d’acciaio del rimorchio né estrasse alcune taniche di benzina per rifornire il mezzo.

“Un rimorchio così grande solo per contenere delle taniche di benzina?” chiese Ken.

“Né servono parecchie, la città degli Shura è molto lontana…” rispose a tono basso Virgil.

“Mmm… Virgil, cosa mi nascondi?”

Virgil rimase qualche secondo in silenzio, dopo disse “Sapevo che te ne saresti accorto…”.

Fermato l’automezzo, lo Shura, fissando il Maestro di Hokuto, disse “Perdonami Ken, non sono stato del tutto sincero con te.”

“Che intendi?”

“Prima di partire per l’incontro con Yorio e Khan mi chiedesti che tipo d’uomo fosse il Primo Guardiano e ti risposi che non avessi mai assistito a un suo addestramento e su di lui non avessi notizie certe…”

“Esattamente”

“Ti ho in parte mentito Ken… E’ vero che non l’ho mai visto combattere, ma di lui ho notizie certe”.

“Quali?”

“Khan è l’uomo che ha appreso a fondo le tecniche oscure…”

“Le tecniche oscure?”

“Se per apprendere i segreti facenti parte della Prima Parte del Manuale dello Shuratan, come hanno fatto Abel, Doros, Zeno e, in parte, io, è sufficiente il requisito della giovinezza oltre a una naturale predisposizione fisica mentale e spirituale, per apprendere le tecniche arcane proprie della seconda parte, oltre i requisiti precedenti è necessario il sangue di guerriero. Ma questo lo sai già”

Ken annuì.

“Bene, per apprendere le tecniche oscure proprie dell’ultima parte del Manuale è necessario essere giovani e dotati, ma non basta il sangue di “qualunque” guerriero, né serve uno particolare. La discendenza diretta da Sirios, fondatore dell’Ordine Shura, di cui Ryhaku ti ha parlato.”.

“Quindi, mi stai dicendo che…”

“Si Kenshiro, Khan è il più forte tra i Guardiani perché essendo diretto discendente di Sirios è l’unico da 4.000 anni a questa parte ad avere avuto accesso alle tecniche oscure. Attraverso queste, da quello che si dice si può combatte a un livello ultraterreno. E’ possibile modificare il tempo e lo spazio, creare l’energia dal nulla e addirittura, succhiare l’anima al proprio avversario. Mi dispiace Ken, ma tu non hai nessuna possibilità di vincere contro Khan.”.

“Diago ne è a conoscenza?” Chiese Ken

“Certamente, ma nella sua smisurata autostima ritiene che dopo aver sconfitto te, avrà acquisito abbastanza esperienza per sconfiggere Khan. ASCOLTA KEN! La differenza che c’è tra te o Diago e Khan è molto più ampia di quella che c’è attualmente tra me e te.” Disse Virgil.

“Perché mi riveli tutto solo adesso?”

“Vieni Ken ti faccio vedere una cosa..”

Virgil scese dal camion e Ken lo seguì.
Lo Shura aprì il portellone del cargo del camion e, spostate le taniche di benzina mostrò a Ken quello che mai si sarebbe aspettato di vedere.

“Ma questa è…”

“Si Ken… E’ bomba nucleare..” disse Virgil indicando l’ordigno.

Questo, lungo circa 4 metri e mezzo si presentava di forma conica, con un diametro di circa un metro ed era dotato di un display elettronico sul tubo.

“Perché Virgil?”. Chiese Ken

“Ken, il mio piano originale era proprio questo. Dopo aver origliato i segreti di Yorio e Posa, scappaì via come ti ho già detto. Ma non prima di aver preso questo ricordino. Infatti, Yorio, nei mesi precedenti alla distruzione nucleare mise al sicuro presso i depositi della città ove ti sto conducendo mezzi corazzati, elicotteri, aerei, armi chimiche e…”Espose Virgil

“Armi nucleari…” concluse la frase di Virgil, il Maestro di Hokuto.

“Si Ken…nascosi questa bomba nel caveau di una banca, laddove nessuno avrebbe potuto impossessarsene… E adesso ascolta perché è giusto che tu sappia tutto.”.

“Di pure…”

“Il mio piano iniziale era quello di richiamarti dall’esilio volontario e farti liberare questi territori da Abel, Doros e Zeno… Sui primi due non nutrivo forti dubbi, su Zeno, si, data la sua capacità di leggere nell’altrui mente. Fu per questo che non mi recai direttamente da lui per organizzare il vostro scontro.”.

“Continua”

“Sorpreso di come riuscisti a sconfiggere Zeno, ti raggiunsi dove riposano Raul e Toky prima del tuo scontro con Diago offrendoti di condurti presso la città di Yorio, lo rammenti?”

“Certo…”

“Il mio piano era quello di condurti lì, sapevo che contro i Guardiani, neanche contro Rain, il meno potente, avresti avuto possibilità. Per cui la mia idea era quella di condurti lì e di farti trovare di fronte a Rain, Diago, Khan e Yorio. Ti avrebbero sicuramente massacrato ma concentrati sul tuo arrivo non avrebbero pensato a me. Caricato il timer della bomba a un paio d’ore, avrei fatto in tempo ad allontanarmi mentre la successiva esplosione avrebbe cancellato quella razza di fanatici dalla faccia della terra una volta per tutte, lasciando me unico padrone del Mondo.”

Ken rimase in silenzio per qualche secondo. “Perché mi stai dicendo questo?”

“Ken, a me il mondo non interessa più. E’ per il mondo che quei pazzi hanno distrutto che ho deciso di unirmi a te. Finalmente l’ho capito, Io credo in te. Ma non avevo previsto il tradimento di Diago e la tua scoperta del tempio sotto le sabbie, immagino che la tecnica con la quale stessi per concludere il secondo duello con lui sia una tua creazione successiva alla visita del tempio.” Disse Virgil

“Esattamente, unendo lo spirito di Hokuto ai segreti dell’arte Shura rivelatemi dai guerrieri con il cui sangue è stato scritto il Manuale, ho messo a punto questa tecnica.” Rispose Ken

“Ken, rispondimi sinceramente, ho visto come hai sconfitto Rain e come hai combattuto alla pari con Diago. Credi che avresti avuto ragione di Diago se non avessi interrotto il vostro scontro?”. Domandò seccamente lo Shura

Ken rimase qualche secondo in silenzio, “Non lo so…”.

“Allora è tutto inutile. Per i motivi che ti ho detto, se non sei certo che avresti sconfitto Diago, non hai nessuna possibilità contro Khan.”. Con rassegnazione Virgil

“Come hai intenzione di agire?” Domandò il Maestro di Hokuto

“Verrò con te Ken, se tu sarai sconfitto, avvierò il timer a 3 minuti, e moriremo insieme portando Khan con noi.”.

“In condizioni normali non sarei d’accordo, ma la dinastia che lui intende creare con l’Imperatrice governerebbe il Mondo fino alla fine dei secoli... E sia...” Riflettè ad alta voce Ken

Virgil e Ken si sorrisero e risaliti a bordo ripreso la marcia verso la città degli Shura.
 
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view post Posted on 21/7/2020, 17:30     +1   -1

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CAPITOLO 40 “LA MORTE NERA”

Nello stesso momento in cui Kenshiro e Virgil imboccarono la strada di montagna che nel giro di un giorno li avrebbe condotti alle porte della città degli Shura, Diago, ancora al castello di Doros, stava per recuperare la totale forma fisica.

Posto davanti al camino acceso, osservava le fiamme divorare lentamente la legna.

“Come diavolo è riuscito a migliorare così tanto in cosi poco tempo. L’aver visitato il tempio sommerso sotto le sabbie può sicuramente averlo aiutato, ma combattere alla pari con me… E’ incredibile…” pensò tra se e se il secondo Guardiano con in mano un calice di vino rosso.

Socchiudendo gli occhi ripensò alle ultime fasi dello scontro avuto solo qualche giorno addietro con il Maestro di Hokuto.
Le immagini presero forma nella mente del fratello di Caio, Raul e Toky…

“SEGRETO DELLA VENDETTA DEL GUARDIANO SHURAAAAAAA!!!

“RICHIAMO DELLO SPIRITO DEI FRATELLI DI HOKUTO!”

In quel momento ai lati del corpo di Kenshiro, illuminato di una scintillante aura azzurra, comparvero, equamente divisi ai due lati, quattro sagome non del tutto definite… Le due al lato destro erano circondate, rispettivamente, da aura rossa chiara e gialla, mentre, le due alla sua sinistra, da aura viola e verde chiaro…

Diago sapeva che la tecnica più potente della Divina Scuola era la Trasmigrazione dell’Anima attraverso la quale il Guerriero era in grado di annullare la propria sostanza e reincarnarsi momentaneamente nella vita dei guerrieri che l’avessero segnato con il dolore.
Sapeva inoltre che, in caso di estremo pericolo, addirittura, trovandosi in stato di incoscienza, il successore di Hokuto potesse ricorrere al colpo segreto, noto come “Spirito Celeste di Hokuto”.
Eppure della tecnica con cui Ken l’avrebbe attaccato non conosceva nulla.
Era diversa, le quattro figure che l’avevano affiancato sembravano reali, non solamente un flebile richiamo di aura.

“Che Kenshiro abbia unito le conoscenze di Hokuto con i segreti Arcani mostrategli dagli spiriti Shura?” Si domandò Diago.

Il secondo Guardiano non riuscì a darsi una risposta, eppure di una cosa era certo, due dei quattro spiriti che affiancarono Ken, quello circondato da aura color rosso e quello circondato da aura color viola, presentavano delle notevoli somiglianze con la sua impronta spirituale.

“Devo chiudere al più presto questa storia con Kenshiro, ma se la nostra forza è uguale, allora…”

Le riflessioni di Diago vennero interrotte da un soldato appena entrato nella sala.

“Lord Diago!”

“Cosa vuoi?”

“Ecco, Kenshiro si sta dirigendo verso la città ove Khan ha condotto l’Imperatrice…”comunicò il soldato

“Maledizione… Khan ucciderà Kenshiro e sicuramente né assorbirà l’anima…” Riflettè Diago

“Cosa facciamo mio signore?” chiese il soldato

Diago rimase in silenzio.

Al castello che fu di Yorio, adesso sotto il formale possesso di Khan, il Primo Guardiano aveva deciso di passare dalle parole ai fatti.
Penetrato nuovamente all’interno delle stanze che ospitavano l’Imperatrice ne paralizzò i movimenti con una semplice emanazione della sua aura nera come la notte.
La sovrana seppur in piedi sulle proprie gambe non potè compiere alcun movimento e il Primo Guardiano avvicinatosi a distanza ravvicinatissima, né afferrò il mento con la mano destra e la baciò sulle labbra.
I tentativi della signora del Cielo di resistere, nonostante il ribrezzo provato, testimoniato dalle lacrime che copiose rigavano il suo volto, furono vani.
Dopo averla baciata, Khan né ridusse in brandelli i vestiti con il potere della propria mente e dopo averla delicatamente appoggiata sul letto si preparò a farla sua.
L’Imperatrice completamente nuda e alla mercè del suo carceriere si preparò a subire la stessa sorte che il fato aveva riservato alla propria madre, cha veva da poco conosciuto.
Proprio in quel momento, un cavaliere Shura bussò con violenza alla porta di quegli appartamenti.

“Chi osa disturbarmi?”

“Mi perdoni mio Signore, ma porto notizie inquietanti”.

“Che notizie?”

“Un camion si sta avvicinando alla città, non è uno dei nostri. Al massimo in un’ora sarà ai cancelli”

“Uh uh uh… Kenshiro…” Sogghignò il Primo Guardiano

“Kenshiro?” Chiese il cavaliere Shura

“Certamente, Virgil sarà con lui per fargli da guida…” Rispose Khan

“Predispongo le difese, mio signore…”

“No… spalancate i cancelli, fatelo arrivare fino alla piazza principale, indisturbato. Lo affronterò lì. Il nostro popolo e la nostra ospite, indicando l’Imperatrice, vedranno la fine di Hokuto.” Disse Khan

All’esterno della città, Ken e Virgil osservarono i solidi portoni della città completamente spalancati.

“E’ una trappola…” Riflettè Ken.

“No Ken, Khan vuole effettivamente che tu penetri all’interno della città per affrontarlo. Non ha paura di te.”

“L’accontenterò. Ma Virgil, ricordati che se io dovessi morire, dovrai attivare la bomba…”

“Il timer sul display è già impostato a tre minuti, se tu dovessi essere sconfitto, premerò il bottone su questo telecomando e partirà il conto alla rovescia. Se nel mentre Khan dovesse uccidere anche me, beh lo rivedrò subito dopo.” Disse Virgil con in mano il telecomando di accensione dell’ordigno.

Il camion penetrò all’interno della città. Città che sembrava stranamente deserta.
Attraversate le strade interne all’agglomerato urbano Ken rimase sorpreso. I palazzi sembravano quelli dell’architettura precedente la guerra nucleare ma più il mezzo di locomozione si dirigeva verso l’interno più la modernità dei palazzi lasciava il posto a strutture antiche, orientali, quasi mistiche.
Virgil, alla guida del camion penetrò in una gigantesca piazza, anch’essa deserta se non per una figura solitaria posta al centro che Virgil riconobbe subito.
“KHAN!!!” Esclamò.
Fermato il mezzo, Virgil e Kenshiro scesero a terra.

“Bene arrivato Kenshiro. Qui e oggi, si chiuderà un cerchio aperto più di 4000 anni fa. Hokuto non è che un ramificazione della nostra grande tradizione guerriera.” Esclamò Khan.

“Khan! Ho una missione da compiere. Proteggere l’Imperatrice.”

“Uh uh uh.. Preparati Kenshiro. Per te ci sarà solo la morte e dopo di te, toccherà a Diago. Con me inizierà una vera e propria Leggenda! Quella del creatore del nuovo Millennio!”. Disse un inebriato Khan restando in posizione rilassata.

“Non ti metti in posizione?” Chiese stupefatto Ken mentre alzava le proprie difese.

“Il Primo Guardiano, discendente diretto di Sirios e Kairos non ha bisogno di posizioni di difesa.” Sorrise Khan

“Non morire Ken” pensò tra se e se Virgil.

All’improvviso, Khan iniziò a mostrare la propria energia spirituale.
Attorno al guerriero, vorticava un'aura di pura oscurità, leggermente rischiarata dalla luce di qualche sporadico fulmine, al cui contatto le pietre della pavimentazione della piazza si spaccarono in più punti come se fossero divetro, diventando grezze e taglienti. Dopo alcuni secondi, l'energia spirituale iniziò a espandersi in più direzioni avvolgendo quanto fosse in prossimità del corpo di Khan come un lacero mantello nero.

“Cosa c’è Ken?” domandò il Primo Guardiano.

In silenzio, il Maestro di Hokuto lanciò un'occhiata veloce al viso del proprio avversario avendo la conferma di ciò che Virgil gli aveva preannunciato. Stavolta, non era affatto certo di poter vincere. Eppure doveva tentare.

Preso lo slancio verso avanti sulle punte dei piedi si catapultò verso il proprio avversario,
“aiutami Divina Scuola di Hoku…”
Prima che potesse finire la frase o lanciare il suo attacco però, Khan scomparve. Nello stesso istante, il Maestro di Hokuto sentì una minaccia incombente alle sue spalle e si voltò di scatto, trovandosi faccia a faccia con il Primo Guardiano, e il bagliore sinistro dei suoi occhi di diverso colore.

Qualcosa in quello sguardo risvegliò in Ken una sensazione di morte imminente, spingendolo ad abbandonarsi all'istinto per una volta e saltare indietro prima ancora di poter ragionare coscientemente.

Tale gesto gli salvò la vita. Con un movimento talmente rapido da non essere neppure percettibile, Khan sollevò la mano destra, esclamando “FULMINI NERI!”. Una scarica di folgori di colore nero si abbatterono di striscio sul tronco del Maestro di Hokuto, mandandone completamente in brandelli il giubbotto, che venne scaraventato a terra fumante.

Rimessosi subito in piedi, Ken osservò attentamente l’avversario.

“E’ troppo forte” pensò Virgil.

“Ti sei rimesso subito in piedi dopo aver ricevuto i miei fulmini. Sei più forte di quanto pensassi. Ma vediamo come reagirai a questo. TEMPESTA DI FOLGORI OSCURE DEL PRIMO GUARDIANO SHURA!” All’improvviso il corpo del Primo Guardiano venne avvolto da una sfera di aura di colore nero e, immediatamente dopo, dalla stessa iniziarono a partire una moltitudine di fulmini neri diretti verso Ken.
Il Maestro di Hokuto evitò i primi due che aprirono altrettanti piccoli crateri sulla pavimentazione della piazza, ma, preso in controtempo dal terzo, dovette ricorrere alla Trasmigrazione dell’anima per evitarne il contatto.
Gli occhi di Ken si illuminarono e la sua sostanza scomparve poco prima dell’impatto con la folgore, che aprì un altro cratere nel terreno.
Khan intensificò la frequenza degli attacchi. Ogni immagine di Ken venne colpita da una folgore che lasciò un relativo cratere nella piazza.
Annientate tutte le immagini riflesse, Khan, con un movimento velocissimo si trovò dinanzi il corpo reale del Maestro di Hokuto, investendolo con una scarica di energia nera che lo scaraventò al limite del perimetro della piazza.

“KENNNNNNN!!!” Urlò Virgil.

Il successore della Divina Scuola si rimise, tuttavia, immediatamente in piedi.

“Sei straordinariamente forte e resistente. Le battaglie con Rain e Diago ti hanno notevolmente migliorato.”.

“Khan, se questo è il limite della tua potenza non riuscirai ad uccidermi, continuerò a rialzarmi e prima o poi ti sconfiggerò.” Disse il Maestro di Hokuto.

“Il limite? Uh uh uh… Sei solo un povero pazzo. Una rana in fondo al pozzo che non conosce l’immensità dell’oceano, questo sei…Avanti! Cosa aspetti? Attacca, mostrami la Divina Scuola di Hokuto…” Rispose Khan.

Ken fece letteralmente esplodere quello che rimaneva della maglia nera che indossava e dopo essersi avvicinato a distanza di qualche metro dall’avversario, con tutto il corpo circondato di scintillante luce azzurra tese i palmi della mani verso il nemico

“preparati Khan, COLPO DELLA VIOLENZA IMPETUOSA DEL DOMINATORE DEL CIELOOOOOOO” Urlò Ken a pieni polmoni mentre scatenava il colpo segreto di suo fratello Raul. Come un fiume in piena il potere dell’aura di Ken si diresse contro l’avversario.

Quello che accadde dopo ebbe dell’incredibile. Khan, piegandosi leggermente in avanti, avvicinò le proprie mani dinanzi al proprio torace. Nello spazio tra le due mani si creò una strana massa di plasma di colore nero.
Khan sogghignò, per poi esclamare “BUCO NERO DIMENSIONALE”.
Incredibilmente la massa di plasma sita all’interno delle mani del Guardiano crebbe immediatamente di dimensioni assumendo forma circolare e ponendosi tra l’attacco di Ken e il corpo del suo creatore.
L’onda di energia scagliata da Ken con la tecnica di Raul venne totalmente risucchiata dal buco nero creato da Khan.
Ken rimase stranito da quanto visto… “No… Non può essere…”

“Kenshiro, adesso capisci cosa vuol dire che le tecniche oscure consentono di combattere a un livello ultraterreno?” Domandò Khan per poi esclamare “VORTICE DELL’URAGANO NERO”.
Tutto l’ambiente circostante venne pervaso da raffiche di vento nero che si abbatterono sul Maestro di Hokuto scaraventandolo in aria.
Le folate che sbattevano sul suo corpo erano taglienti come i colpi dei maestri di Nanto.
Travolto e impossibilitato a difendersi Ken riportò numerosissimi tagli su tutto il corpo per poi ricadere malamente a terra.

“Non riesce a contrastarlo. Khan è troppo forte.” Disse amaramente Virgil osservando la scena.

Ken seppur gravemente ferito si rimise in piedi e, gonfiando i propri muscoli, riuscì a chiudere tutte le ferite.

“Impressionante Ken… Sei probabilmente il migliore Maestro dei 2000 anni di Hokuto. Riesci a stare ancora in piedi. Bene, per dimostrarti la mia ammirazione, ti farò un grande regalo. Preparati”
Disse Khan, saettando verso Ken e coprendo in meno di un decimo di secondo la distanza che li separava.
“TOCCO DELLA MORTE NERA”. Disse colpendo Ken al centro del torace con il palmo e le dita della propria mano destra.
Ken venne scaraventato indietro e sbattè contro una murata.

Ancora una volta, però il Maestro di Hokuto si rimise in piedi, notando, tuttavia, un forte dolore laddove Khan l’aveva appena colpito.

Ken si lanciò nuovamente all’attacco, notando tuttavia come Khan stesse cambiando tattica. Lo Shura sembrava evitare gli attacchi di Ken piuttosto che contrattaccare. Tale situazione andò avanti per diversi minuti finchè il Maestro di Hokuto non avvertì una fitta lancinante laddove Khan l’aveva colpito.

Passato il dolore Ken si preparò per un nuovo attacco spirituale ma notò come la propria aura si dissolvesse non appena emanata.
“Ma che diavolo…” Si domandò il Maestro di Hokuto non potendo non notare un sorriso beffardo aprirsi sul viso del Primo Guardiano.

In quel momento Ken osservò il ragazzo che lo aveva accompagnato in quel luogo… Una strana sensazione lo avvolse…
“Quell’uomo che è venuto con me fino a qui… Perché non riesco a ricordare il suo nome…” Pensò il Maestro di Hokuto prima di essere assalito nuovamente da una fitta di dolore lancinante nel punto ove Khan l’aveva colpito. Osservando quel punto, il successore della Divina arte notò come una macchia nera vi era appena comparsa.

“Che… cosa mi hai fatto…” Chiese Ken…
“Mmm… ho sentito che nella Divina Scuola di Hokuto esiste un punto di pressione che causa la morte in tre giorni… A tal punto arriva il desiderio dei figli di imitare i padri…” sorrise Khan.

“Ascoltami bene Kenshiro, la tecnica con la quale ti ho colpito è uno dei segreti più oscuri e terribili della terza parte del Manuale dello Shuratan. Ammetto che la mia idea iniziale era quella di sconfiggerti e di prendere la tua anima, come ho fatto con Rain, ma nel corso del combattimento ho cambiato idea.”

“Cosa intendi?”

“Tu sei un Guerriero Leggendario, ucciderti qui, in un posto sperduto sulle vette più alte del Mondo, non mi recherebbe alcun giovamento e della tua anima posso fare a meno.” Sogghignò Khan.

“Spiegati!”

“La tecnica con cui ti ho colpito è terrificante. Attacca contemporaneamente il piano spirituale, quello mentale e infine anche il fisico dell’esistenza. A seguito del TOCCO DELLA MORTE NERA, in breve tempo non riuscirai più a mostrare alcunchè della tua energia spirituale.
Poi toccherà alla tua mente che diventerà un involucro vuoto. Il tuo padre adottivo Ryuken, i tuoi fratelli adottivi Raul e Toky, i tuoi grandi amici Shin, Rei, Shew, Fudo, Falco e Orc, tuo fratello Hyo e la tua amata Julia, in breve tempo dimenticherai tutto. Nel mentre, la macchia nera comparsa dove ti ho colpito continuerà a crescere e quando avrà coperto tutto il tuo corpo, morirai. Ma non disperare. La morte sarà una liberazione ridotto, come sarai a una carcassa. Tutto il mondo vedrà come io, Khan, creatore del terzo millennio ho ridotto la Leggenda del Salvatore Kenshiro. In tre giorni la tua leggenda finirà.”. Sentenziò un raggiante Khan.
 
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CAPITOLO 41 “IL POTERE DELLA NATURA MADRE DI NANTO”

La rivelazione di Khan gettò nello sconforto Virgil.
Il giovane che fino a poco tempo prima aveva finemente mosso gli eventi per un suo personale tornaconto, adesso, si trovava a dover fare i conti con la realtà.
Non aveva mai sentito parlare della tecnica della MORTE NERA, eppure, nonostante la propria straordinaria intelligenza, era conscio, dopo aver visto l’aura di Ken dissolversi non appena emanata, come un tale potere fosse reale.

“Virgil, non temere. Non ho intenzione di uccidervi. Tue e Kenshiro siete liberi di andare. Riporta questo relitto alla Capitale, di modo che tutti possano vedere come morirà tra atroci sofferenze.”. Disse Khan osservando il Maestro di Hokuto piegato su se stesso, ma rivolgendosi a Virgil.

“Maledetto, ma non finirà come pensi tu…” Riflettè il giovane Shura…

“Mmm… Virgil… mi deludi…” Esclamò Khan…

“Cosa intendi?”

“Yorio era un vecchio codardo incapace, tuttavia, anche lui era dotato di un notevole intelletto…” Sogghignò Yorio…

Virgil rimase per un attimo stranito.

“Credi che davvero che io, l’essere più potente che abbia mai calcato questa terra non sia a conoscenza di quello che hai fatto? Uh uh uh…”

Un pallore spettrale comparve sul viso di Virgil…

“Credi davvero che non sia a conoscenza di cosa portasti con te quando decidesti di abbandonarci? La presenza del camion ti tradisce. Solo un idiota non avrebbe capito il tuo piano. Hai condotto qui Kenshiro sperando che fosse in grado di competere con me, pur sapendo che la tua speranza non avesse ragion d’essere. In cuor tuo lo hai sempre saputo, per questo hai escogitato un piano alternativo. La bomba che ci sottrassi diversi anni fa… Uh uh…” .

“MALEDIZIONE!!!!!!!!” Urlò Virgil nel premere il bottone che avrebbe dato il via al conto alla rovescia dell’ordigno.

“Pazzo… Non credi che io abbia valutato ogni alternativa? “BUCO NERO DIMENSIONALE.” Uh uh uh” Esclamò Khan.

Improvvisamente il Primo Guardiano, leggermente piegato in avanti, creò, avvicinando le proprie mani, una massa di plasma nero all’altezza del proprio torace.
Questa massa oscura iniziò a ingrandirsi e ad attrarre tutta la materia solida verso di lei.
Il camion, mezzo di locomozione con il quale Virgil e Kenshiro avevano raggiunto la città degli Shura iniziò, benchè nessuno si trovasse alla guida, a spostarsi in direzione del buco nero aperto da Khan.
Pochi secondi dopo, il camion venne completamente inghiottito dalla parete dimensionale aperta.

Virgil rimase sconvolto mentre Ken,ormai in totale stato di trance sembrava non rendersi conto di quanto stesse accadendo.
Il potere di Khan era riuscito ad attrarre e a fare scomparire nel nulla un oggetto enorme come un camion, catapultato in chissà quale dimensione.

Virgil capì di aver perso. Ken era stato sconfitto e il suo piano alternativo, ovvero quello di fare saltare in aria la città e Khan con lei, si era arenato dinanzi i poteri soprannaturali del Primo Guardiano.

“Uccidici pure…” Esclamò Virgil con la voce rotta dalla disperazione.

“Mmm… davvero patetico…” mormorò il Primo Guardiano

“Non si può cambiare il destino vada come vada… Hai vinto Khan!”

“Se non hai intenzione di riportarlo alla Capitale e di mostrare come muore un nemico del nuovo signore del Mondo, Khan, allora ti spedirò subito all’inferno insieme al tuo amico Kenshiro. Preparatevi. Questa è la più importante tecnica segreta contenuta nella terza e ultima parte del Manuale dello Shuratan, ”…” Khan non riuscì a iniziare a pronunciare il nome della propria tecnica che un fascio di energia color rosso scuro saettò ai suoi piedi distruggendo la pavimentazione della piazza.

“Anche tu, qui!” esclamò con somma sorpresa Khan osservando il nuovo arrivato.

“Chi è quest’uomo? Sono sicuro di averlo già visto” pensò Ken in totale stato confusionale osservando il guerriero appena giunto sul campo di battaglia.

“DIAGOOOO” Esclamò Virgil.

Il fratello di Caio, Raul e Toky osservò attentamente il campo di battaglia, con particolare riferimento alla passività di Kenshiro e alla macchia nera che presentava sull’addome.

“Maledizione…” mormorò Diago.

“Vedo che hai capito…” sibillò Khan.

“Quella macchia non è naturale, percepisco la tua energia oscura all’interno del corpo di Kenshiro.” Esclamò il secondo Guardiano rivolgendosi al suo vecchio compagno di addestramento.

“E’ esattamente cosi. Una tecnica oscura, di cui neppure tu che, teoricamente, saresti dovuto essere il mio secondo, sei a conoscenza.”. Spiegò lo Shura.

“SECONDO?????? Io sono Diago, grazie al sangue di Hokuto che mi scorre nelle vene sono stato in grado di apprendere i segreti Arcani della tecnica Shura, unendo la mia ascendenza a queste tecniche ti distruggerò insieme ai segreti oscuri!!!!!” Urlò il Secondo Guardiano facendo esplodere la propria aura rossa e lanciandosi contro il proprio avversario.

Arrivato a distanza ravvicinatissima dal proprio nemico gli sferrò contro un pugno che però andò a vuoto frantumando la pavimentazione della piazza. Prima dell’impatto, infatti Khan riuscì a spostarsi.

“uh uh.. Seppur compagni di addestramento per anni non ci siamo mai confrontati. Imparerai a tue spese l’abisso che ci separa.” Mormorò Khan

Non appena ebbe terminato la frase, Khan lasciò cadere a terra la parte superiore della propria corazza, rimanendo con una sola maglia nera a coprire iltorace e scattò verso Diago, pronto a sferrare un pugno. "E' addirittura più veloce di Rain!" commentò il fratello di Raul, nel rendersi conto che l'avversario si era portato di fianco a lui in una frazione di secondo. Nello stesso istante, il Primo Guardiano sferrò un destro al volto dell’avversario, che però fu più lesto e lo evitò spostando il capo di lato, per poi allontanarsi con una capriola all'indietro.

"Sei riuscito a schivarlo !" esclamò Khan con un sorriso beffardo.

"Ho gìà affrontato nemici dotati di grande potenza e velocità, Kenshiro, su tutti. Se questo è tutto quel che sai fare, conoscerai ben presto la tua prima sconfitta!" rispose Diago con sicurezza. Tali parole infiammarono lo spirito di Khan, che gridò "Non dire eresie ! Un Dio del campo di battaglia come me non sarà mai vinto da un comune mortale !" e contemporaneamente si lanciò in un nuovo attacco.

"Quello che aspettavo, ti ucciderò Khan !"esclamò Diago, evitando di nuovo il pugno del nemico, che però stavolta non interruppe l'offensiva. Pur sbilanciato in avanti, Khan spostò tutto il proprio peso sulla gamba anteriore e, piegato il ginocchio, eseguì un salto rotante, spazzando l'aria con l'altra gamba. Preso in controtempo, Diago cercò lo stesso di intercettare il calcio con un braccio, ma ebbe un'incertezza e non potè evitare che il colpo lo centrasse al fianco, facendogli perdere l’equilibrio. Approfittando del momento favorevole, Khan mantenne l'offensiva e, non appena ebbe toccato di nuovo terra, scattò in avanti come una molla, raggiungendo l'avversario con una ginocchiata all'addome e sollevandolo dal suolo. Il Primo Guardiano poi congiunse le mani e sferrò un doppio pugno dall'alto verso il basso, colpendo stavolta il fratello di Raul alla nuca e facendolo sbattere duramente a terra col viso.

"Credi ancora di poterti paragonare a me ?" chiese beffardo, fermandosi un attimo a vedere il sangue che scorreva da un sottile taglio apertosi sulla guancia di Diago.
"Non esiste creatura mortale che possa raggiungere le vette di grandezza proprie dei discendenti diretti di Sirios !" insistette, sollevando il pugno e scattando di nuovo, e tempestando l’avversario di colpi portati con le mani poste in posizione di punta con le dita.
Diago venne letteralmente travolto e ricoperto di ferite volò lontano.

Rimessosi subito in piedi, Diago fece esplodere tutta la propria aura e scatenò diverse ondate di energia verso l’avversario.
Colpito a ripetizione, la sagoma di Khan venne inghiottita da una luce rossa e dal fumo e cenere dei resti della distrutta pavimentazione della piazza.

Dopo alcuni secondi, il fratello di Raul fermò l'attacco, e rimase ad osservare che il fumo e la cenere generati lasciassero intravedere qualcosa, ma sembrava non esservi traccia di Khan.

"Non era certo il guerriero potente che si vantava di essere…" pensò Diago voltandosi per allontanarsi, ma, proprio in quel momento, un'esplosione di energia si percepì nell’aria, e subito dopo Khan ricomparse.
Il suo corpo non aveva subito alcun danno, ma una delle pietre gli aveva causato un sottile taglio sulla maglia nera.

"Diago, da millenni nessun mortale riusciva ad arrecare danno alla mia stirpe… e tu ora mi hai offeso e dileggiato oltre ogni dire! Pagherai caro questo affronto, di te non resterà che cenere di cenere !" gridò a denti stretti il Primo Guardiano, e nello stesso momento la sua aura, nera come la notte, si mostrò, maestosa e colmo di rabbia.
Accorgendosi della vastità del potere dell'avversario, Diago sollevò le difese, ma il gesto successivo di Khan lo lasciò senza parole.
Il guerriero infatti portò le braccia davanti al volto ed incassò la testa nelle spalle, poi le allargò di scatto, generando una tremenda esplosione di energia, accompagnata da un'immagine dietro di lui, il buco nero che aveva assorbito il colpo di Raul scagliato da Ken e addirittura il camion contenente la bomba nucleare, stavolta non si era posizionato davanti a Khan, ma alle sue spalle.


"Ma questo colpo è…percepisco una immensa provenire da dietro di lui.." iniziò Diago, ma, prima che potesse finire la frase, Khan urlò “TEMPESTA NERA DIMENSIONALE!”, l'energia lo travolse con una serie di esplosioni.
Benchè il secondo Guardiano avesse tentato di creare uno schermo protettivo con la propria aura, lo stesso non resse e venne travolto e scaraventato contro una parete dei palazzi intorno ai quali si sviluppava la piazza, che crollò immediatamente per l'impatto.
Poi fu il silenzio.

“E’ troppo forte… neanche lui può nulla…” mormorò un rassegnato Virgil mentre osservava Kenshiro in stato catatonico in piedi a pochi metri dal Primo Guardiano.

“KENNNNNNNNN!” Urlò Virgil disperatamente. In quel momento, accadde qualcosa, gli occhi vacui del Maestro di Hokuto ripreso vitalità e lo stesso, a velocità incredibile, si scagliò contro Khan prendendolo di sorpresa e colpendolo con un pugno in pieno volto.
Khan venne scaraventato di qualche metro indietro rispetto la ricezione del pugno.
Per la prima volta, dall’infanzia, qualcuno era riuscito a colpirlo.

Sconvolto, il Primo Guardiano si toccò il labbro. Un rivolo di sangue rigava il suo mento.


Più del dolore però, al Guardiano bruciava la sorpresa. Che il TOCCO DELLA MORTE NERA non avesse avuto effetto era impossibile. La macchia continuava a crescere a occhio nudo
"Quel colpo segreto… è…infallibile Come è possibile che sia tornato padrone di se stesso!" riuscì a mormorare infine.

“Virgil ha gridato il suo nome ed è tornato alla lucidità…”

In quel momento dalle macerie ove Diago era sepolto, si innalzò un’aura color rosso.
Il fratello di Raul seppur a torso nudo e coperto di sangue, con la gamba sinistra dei pantaloni completamente lacera, era ancora vivo.
“Una tecnica terribile e scommetto che non è neanche il tuo segreto più pericoloso” mormorò Diago

"Uh uh uh… hai creduto che vi fosse solo vana boria alle spalle della potenza di Khan, ed ora paghi la tua colpa giacendo riverso al suolo, in una pozza del tuo stesso sangue! La superbia è solo per gli esseri inferiori, essa non alberga nell'animo degli Dei come me !" ridacchiò il guerriero, palesemente soddisfatto nel vedere l'agonia dei due avversari.

Diago però non si curò delle sue parole, nè della punta di rabbia ancora presente nella voce del nemico, e chiese "Ma come può essere? Un Dio che perde sangue? Uh uh” schernendo Khan e osservandogli il labbro.

“Maledetto. Però c’è del vero nelle sue parole… Come avrà fatto Kenshiro a riprendere coscienza di se?” pensò Khan accigliandosi


"E' tronfio… colmo di superbia… ma è forte! La sua Tempesta Nera Dimensionale mi ha danneggiato pesantemente… tuttavia…" commentò Diago nell'osservare il nemico, non solo nel volto, ma anche nell’aura, specchio dell'anima. “HA UN DUBBIO, E’ IL MOMENTO!” pensò Diago.

Immediatamente, il corpo dell’uomo iniziò a brillare di una luce rosso scuro.
I suoi due pugni si unirono all’altezza del torace, stracarichi di luce rossa, per poi essere sollevati in alto, proprio sopra la testa.
“PUGNO DEL DOMINATORE SHURAAAAAA!” Gridò il fratello di Raul lanciando i pugni in avanti.
Dalle mani chiuse tese in avanti saettarono due vortici di energia distruttiva che Khan attese immobile fino a pronunciare “BUCO NERO DIMENSIONALE”
La parete dimensionale iniziò ad assorbire l’onda di energia di Diago, mentre lo stesso, sorridendo, urlò “VIRGIL PRENDI KENSHIRO E SCAPPA. DEVE RESTARE FERMO PER MANTENERE IL BUCO DIMENSIONALE! CORRI!!!! Vi aspetta un elicottero da me posizionato a poche centinaia di metri da qui.”.

Immediatamente il giovane Shura si lanciò sul Maestro di Hokuto in stato di trance e caricatolo sulle spalle iniziò a scappare via verso l’uscita della città.

Terminato l’attacco, Khan non nascose la propria sorpresa.

“Perché lo hai fatto? Li avrei lasciati andare comunque. Tutti vedranno come ho ridotto il Salvatore. Era già nei miei piani…” Sogghignò Khan.

“Ti sbagli, Kenshiro guarirà. Se la mia intuizione è giusta. Il potere della Natura Madre di Nanto lo salverà dagli effetti del TOCCO DELLA MORTE NERA. Una volta rimessosi, io lo sconfiggerò, dopo la battaglia con lui, sarò abbastanza potente da sconfiggere anche te.”. Sorrise Diago.

“E credi che io ti faccia andare via?”

“Non puoi fermarmi. Il tempo è quasi scaduto.” Sogghignò Diago per poi dire “3, 2, 1…”

L’elicottero con un soldato cui controllato la mente si alzò in volo con a bordo Kenshiro e Virgil e subito dopo interi quartieri della città vennero travolti da esplosioni di bombe.

“Ma che diavolo!!!” Esclamò scioccato Khan.

“Ahahahaha, a presto Khan!” Urlò Diago prima di spostarsi a gran velocità e di dirigersi in mezzo alle esplosioni.

Terminato l’effetto a catena delle esplosioni, Khan posto al centro della piazza e incolume pensò “Aveva posizionato le cariche. Diago è veramente uno stratega geniale.”

Raggiunto l’elicottero lontano dalla città, Diago, seppur gravemente provato vi salì.
Ken stava in silenzio in totale stato catatonico mentre Virgil rimaneva perplesso.

“Perché ci hai aiutati?” domandò il giovane Shura mentre l’elicottero si dirigeva verso ovest.

“Hai visto la potenza di Khan. Forse neppure io e Kenshiro uniti saremmo riusciti a sconfiggerlo. Ken deve riprendersi. Deve ultimare il mio combattimento con me, solo allora sarò abbastanza potente da sconfiggere Khan.”.

“Ma Ken morirà tra tre giorni”

“Non è detto. Esiste un potere che può guarirlo.”

“E qual è?”

“Il potere della Natura Madre di Nanto proprio del Sesto Guerriero delle Sei Sacre Scuola di Nanto.”

“Cosa intendi?”

“La malattia di Ken nasce a livello spirituale. L’infezione spirituale di Khan ha alterato i meridiani del suo corpo. Ma nasce sempre a livello interiore. Il Sesto Guerriero di Nanto, il vertice delle 108 discipline, possiede poteri curativi. Il caldo abbraccio della sua aura può guarire l’infezione spirituale di Ken.”.

“Ma il Sesto Guerriero di Nanto era la signorina Julia e ormai è morta.”

“Né sei certo?” Sogghignò Diago.
 
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