Simpatizzante Hokuto
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| CAPITOLO 49 “GLI ULTIMI SEGRETI”
Kenshiro osservò la figura di puro spirito sita dinanzi a lui. Poi prese la parola “Nonno, sei vivo?”
“No ragazzo, solo sono un’emanazione di aura, una reminiscenza che aleggia in questo tempio. Ma se riesci a vedermi, vuol dire che hai raggiunto un tale grado di illuminazione che ormai ti pone al di fuori della dimensione di semplice essere umano.”.
“Cosa intendi?”
“Ecco, un residuo della mia anima consente che tu mi possa vedere e sentire. Ma se tu non avessi quasi raggiunto l’illuminazione definitiva non solo ti sarebbe impossibile vedermi, ma ancor di più, apprendere ciò per cui sei venuto. Non c'è inganno, non temere… a lungo ho atteso il tuo arrivo" gli sorrise il nonno, anche se la sensazione principale che il suo volto emanava era quella di un'immensa stanchezza.
"Come può essere… tu dovresti essere morto, eppure ti percepisco qui.”.
"E così è stato… la mia vita è cessata molto tempo fa, come quella di quasi tutti i maestri delle Scuole Maggiori delle ultime due generazioni. Del mio cadavere non resta che polvere di polvere. Ma l'esistenza… è qualcosa che supera i confini della comune comprensione. Anche se morto, ancora io esisto…" spiegò enigmaticamente, per poi portare entrambe le mani davanti al torace.
La sua figura tremulò, diventando quasi trasparente, e al suo interno Ken vide le immagini di uno scontro. Lo scontro tra lui e Kenshin. "Attimi prima di morire, ho lasciato un'impronta di me, del mio spirito e della mia conoscenza, nella speranza che un giorno qualcuno potesse giungere qui. E' stato il mio ultimo atto… sono felice di vedere che almeno questo ha avuto successo…" spiegò con una certa malinconia, che Ken faticò a comprendere.
"Come potevi sperare di incontrarmi?" chiese allora Ken a voce bassa "Da quel che mi è stato raccontato, quando affrontasti Kenshin eri già condannato.
"Oh, lo ero… all'inizio. Ma poi, un amico è venuto in mio soccorso, dandomi il tempo di pensare, di capire… e mi sono reso conto che nell'attimo in cui le ombre di Kenshin mi colpivano, un’altra aura era accanto a lui. Non apparteneva né a Hokuto né allo stile Yin-Tento. Uno spirito oscuro, appena percettibile, era comparso attorno a lui. Una forza oscura che, seppur unita a quello di due stili mortali, come Hokuto e Yin-Tento non era chiaramente la sua.”.
“Non riesco a comprenderti.” Rispose il giovane Kenshiro.
“Ecco, prima di affrontare Kenshin, mi misurai nel rito del Dono Celeste contro Zong Wu Liu, attraverso la Trasmigrazione dell’anima, il suo spirito mi affiancò nella lotta contro Kenshin, esattamente come tuo fratello Raul ti affiancò nello scontro con Caio.”.
“Continua…”
“La forza di Zong Wu Liu era terrificante ma lo era ancora di più la sua intelligenza. Fu lui a venire in mio soccorso quando venni avviluppato nel “Buco Nero della Morte Celeste”. Insieme a Yasaka della Scuola Lunare di Seito, a Fei-Yan della Scuola della Croce del sud, a Tai Yan Zhang della Scuola Cao di Hokuto, al Re degli Spiriti e a Charles De Guise della Scuola Sun di Hokuto, mi indicò la via da seguire per giungere alla tecnica segreta di Hokuto. Dopo il combattimento, ci incontrammo di persona, poco prima che la mia vita avesse fine.”.
“Cosa ti disse?”
“Il Buco Nero della Morte Celeste non apparteneva alla Tecnica Yin-Tento e certamente non a Hokuto. Il popolo Nahash non aveva una volontà così oscura da creare una tecnica tale. Una tecnica di pura oscurità. Del resto, l’altro esperto dello stile Yin-Tento, Shimeon, non ha mai utilizzato tecniche oscure, anzi, tutt’altro. Qualcosa era intervenuta nel nostro combattimento, una presenza estranea accanto al mio avversario. E se è vero che le tecniche della terza parte del Manuale dello Shuratan consentono di combattere a livello ultraterreno…”
“Vorresti dire che potrebbe essere stato Khan, ma è impossibile… Non era neppure nato quando voi, tu e Kenshin, vi affrontaste…”
“No… non poteva essere Khan, ma forse, Kenshin, proveniva da una discendenza collaterale di Sirios. Non si spiegherebbe altrimenti il suo straordinario talento nelle arti marziali. Un talento che gli consentì di apprendere addirittura due stile complessi come Hokuto e Yin-Tento. Raggiunta una padronanza assoluta delle due tecniche, grazie al sangue del fondatore dell’ordine, Sirios, è riuscito inconsciamente a utilizzarne, seppur marginalmente, i poteri. Del resto, anche Kenshin era affetto da una evidente eterocromia, proprio come Khan. Sappi, che la forza di Khan non è solo superiore a quella di Kenshin ma, addirittura superiore, a quella del fondatore del suo ordine, su questo non ho dubbi. Hai visto tu stesso come è in grado di aprire varchi dimensionali e spedire chissà dove, non solo ammassi di aura, ma, addirittura, anche oggetti”. Rispose l’anziano Kenshiro
Nel pronunciare le ultime parole del suo racconto, Kenshiro Kasumi faticò visibilmente, assumendo un'espressione dolorante, mentre la luce chiara che definiva i suoi lineamenti e finora aveva dato forma alla sua narrazione iniziò a scomparire.
"Che ti succede?!" gridò Ken, avvicinandosi preoccupato. Il vecchio lo tenne a distanza.
"Ho… quasi esaurito l’aura che avevo accumulato… ma dovevo raccontarti tutto… era necessario che sapessi…!" sussurrò a fatica.
"Ora…che conosci i particolari… per te è giunto il momento di apprendere la Tecnica Definitiva della Divina Scuola di Hokuto.”
“La Tecnica Definitiva?”
“Attraverso gli innumerevoli avversari che hai affrontato, la tua tecnica acerba si è progressivamente migliorata. Dopo la sconfitta che subisti da Shin, hai compreso la tua missione. Affrontando Sauzer hai utilizzato la Tecnica Segreta di Hokuto, l’”Attivazione della Distruzione Celeste”, con la quale, per la prima volta riuscisti a mostrare l’aura combattiva, colpendo i punti di pressione senza toccarli. Per sconfiggere Raul, dovesti acquisire la Trasmigrazione dell’Anima. Quella che viene, universalmente considerata come la tecnica più potente della Divina Scuola. Tuttavia, essa si dimostrò inefficace contro il Matoki della Sacra Gemma. I poteri demoniaci di Caio ti costrinsero a risvegliare la vera potenza di Hokuto. Lo Spirito Celeste, con cui riuscissi a ritorcere l’Aura Demoniaca contro il tuo avversario. Infine, nel tempio sotto le sabbie, unendo le conoscenza di Hokuto ai segreti del Manuale dello Shuratan Originale, attraverso gli spiriti dei precedenti Guardiani, sei riuscito a padroneggiare una tecnica che supera di gran luna la Trasmigrazione dell’Anima. Tu e i tuoi fratelli in armi siete diventati una cosa sola. Adesso è il momento che tu possa osservare la Tecnica creata da Shuken per arrestare l’oscurità e rischiararla.”.
“Rischiarare l’oscurità?”
“Concentrati, osservala e falla tua per sempre. Questa è la Tecnica Segreta del figlio di un Dio della Morte, viene tramandata unicamente al successore, ma io non feci in tempo a insegnarla a Ryuken. Chiunque la subisce muore senza eccezione, i due avversari vengono sbalzati nel nulla, ove non esistono né cielo né terra, proprio come se si venisse catturati da un enorme Drago danzante.”
Ken si concentrò e delle immagini comparvero dinanzi a lui, suo nonno liberatosi dalla prigione oscura di Kenshin, emettendo una luce accecante, si sentì dire dall’avversario che “Come può essere? Non c’è nessuno a questo mondo che possa porre luce sull’oscurità.”.
“Nell’oscurità che si estendeva ben oltre i miei occhi, sono stati i miei Poniò a indicarmi il cammino attraverso la loro luce, chiedendomi di andare avanti. TECNICA DEFINITIVA DELLA DIVINA SCUOLA DI HOKUTO, NIRVANA SPIRITUALE DEL DRAGONE CELESTE!”.
Quando le immagini scomparvero, Ken esclamò “Ho visto tutto, Nonno!”.
Sorridendo di sincera gratitudine, Ken, di nuovo pienamente consapevole dei suoi mezzi, guardò l’antico guerriero, accorgendosi che la sua forma era ormai evanescente.
"Non temere per me, ben speso è stato quest'ultimo barlume di anima che ancora mi restava! Anche se nient'altro posso fare per te, so che in mani sicure affido il destino del mondo! Se avrai successo, forse un giorno ci rivedremo… …ma fino ad allora, che Hokuto sia con te!" lo salutò, vedendolo uscire dal tempio per dirigersi ad affrontare Khan. Rimasto solo, il vecchio Kenshiro chiuse gli occhi, mentre la sua forma iniziava a svanire. "Addio, ragazzo! Come vedrai… ti ho lasciato ancora un ultimo dono… il più prezioso tra tutti… se saprai comprenderlo, la vittoria non sarà un'utopia! Oh, Yuling…dovresti vedere quanto è diventato forte il nostro nipotino…" sussurrò con un ultimo sorriso, priva di svanire.
Negli stessi istanti, Diago penetrò all’interno della città degli Shura trovandola deserta. Sceso da cavallo, si incamminò verso il Palazzo, ma una voce né richiamò l’attenzione.
“Finalmente sei arrivato. Sapevo che non avresti resistito alla tentazione di venire qui ad affrontarmi.”.
Al centro dell’ampia strada maestra che divideva in due la città, Khan si parò davanti a lui. Diago l’osservò attentamente. I lunghi capelli neri del Primo Guardiano erano stati tagliati. Adesso, arrivano solo alla base del collo. Non indossava l’armatura, ma solo una maglia a maniche corte aderente e nera, dalla quale era facilmente visibile la definizione di addominali e braccia. A qualche decina di distanza da lui, vi era l’Imperatrice, la cui caviglia risultava legata da una catena a una colonna in marmo nero, posta al bordo della strada.
Allo sguardo di Diago poggiatosi sull’Imperatrice, Khan esclamò “E’ giusto che lei osservi. Ricordi quando Kenshiro si diresse da Caio per salvare Lynn e venne sonoramente sconfitto? Ecco, anche la gemella era legata a una catena. La storia si ripete, ma, a differenza di Kenshiro, tu morirai.”.
“Per quanto mi piaccia la solitudine, stavolta, mi farò accompagnare da te.” Rispose Diago, per poi mostrare la sua energia “UUUAAAAAAAAAAAAAA” mentre un vortice di energia, color rosso scuro, e di fulmini vorticava dinanzi al Primo Guardiano.
“Impressionante. A quanto pare sei già condannato. Hai utilizzato la PIENEZZA DELLA VITA SHURA. Dona il potere assoluto, ma in cambio pretende la vita di chi vi ricorre. Quanto ti è rimasto, un giorno? Due?”.
“Quanto mi basta per ucciderti…” Rispose il fratello di Raul.
“Uh uh uh… la tua forza è aumentata in modo esponenziale, ma non basterà. Pensa, però, a quanto sei caduto in basso, un Guardiano Shura che da la vita solo per sconfiggere un nemico, hai proprio calpestato la tua dignità.”.
“TI SBAGLI, NON HO CAPLESTATO LA MIA DIGNITA’ E ADESSO TE LO DIMOSTRERO’” Urlò Diago lanciandosi contro l’avversario.
Prima che potesse completare quel semplice gesto però, prim’ancora che potesse anche solo percepire una parvenza di movimento, Khan scattò fulmineo verso di lui, talmente veloce da non essere neppure visibile persino ai suoi occhi. Il Secondo Guardiano sentì appena qualcosa colpirlo in pieno al fianco, rimbalzando, poi un peso enorme calò su di lui bloccandogli le braccia e le gambe, abbracciandolo in modo da impedire i movimenti, spingendolo verso il basso, facendolo precipitare interra. Nell’istante dell’impatto, il Signore degli Shura si allontanò con un balzo. Preso di sorpresa da quel colpo improvviso, Diago sentì l’aria uscirgli di forza dai polmoni e, incapace di trovare un appiglio per arrestare la caduta, impattò violentemente al suolo. Con una perfetta capriola, il nemico atterrò di fronte a lui, ad alcuni metri di distanza. Khan attaccò, in maniera fulminea e improvvisa: senza quasi bisogno di prendere slancio, si gettò in avanti, le punte delle dita della mano destra pronti a calare sul corpo dell’avversario. Stavolta però Diago fu pronto, e, pur non riuscendo a vedere i movimenti del nemico, reagì d’istinto e sollevò l’avambraccio sinistro verso l’alto, intercettando il colpo del Primo Guardiano che gli penetrò la pelle e i muscoli fino quasi all’osso. Contemporaneamente, Diago spostò all’indietro il proprio baricentro e sfruttò la stessa spinta di Khan per cercare di afferrarlo, ribaltarlo e bloccarlo a terra.
In tutta risposta, Khan eseguì un’agile capriola a mezz’aria e sfuggì alla presa dell’avversario, per poi darsi la spinta attraverso i muscoli addominali lanciarsi di nuovo in avanti, spazzando l’aria con la mano sinistra in posizione di taglio. Preso in controtempo, Diago potè solo indietreggiare di un passo senza riuscire ad abbozzare una difesa. Il taglio della mano sinistra di Khan aprì un’ampia ferita sul petto dell’avversario, simile a quella procurata da Hyo a Kenshiro con il colpo del manrovescio. Capito il momento di difficoltà dell’avversario, Khan tentò allora un affondo al viso, il fratello di Raul, consapevole di quell’unico punto debole, sollevò il palmo della mano destra per intercettare l’affondo, ma Khan cambiò fulmineamente tattica. Diago venne centrato da un calcio alla bocca dello stomaco e da un altro alla spalla, venendo spinto malamente indietro.
“E’ fortissimo…devo cambiare tattica” pensò Diago, facendo esplodere la propria aura, e scatenando un attacco di energia pura contro l’avversario che rivolgendo i palmi delle mani verso l’esterno, riuscì a impattarlo. Quando la luce si diradò, Khan si ritrovò Diago di fronte a distanza ravvicinatissima. Questi lanciò un montante con il pugno destro colpendo il Primo Guardiano in pieno mento, scaraventandolo in aria. Quello che accadde dopo lasciò il fratello di Raul e Caio di stucco. Mentre si trovava ancora preda della spinta verso l’alto impressa dal suo colpo, Khan effettuò una doppia capriola in aria “La morte arriva dall’alto, Diago” urlò, prima di colpire il secondo Guardiano con un calcio in pieno addome e con poi al lato del collo a spazzare, scaraventandolo lontano e facendolo sbattere rovinosamente a terra.
Rimessosi in piedi, Diago si strappo di dosso quello che restava della maglia nera, mostrando, all’avversario, la ferita provocatagli da Kenshiro.
“Kenshiro ti ha sconfitto, l’ho saputo. Il tuo orgoglio sarà a pezzi, ma gettarti così tra le braccia della morte… Arrenditi e ti darò una morte rapida… uh uh…” Esclamò Khan.
Diago sorrise, posizionate le braccia in posizione penzolante, saettò verso Khan, “preparati, vecchio mio, RAFFICA DEI PUGNI INVISIBILI DEL GUARDIANO SHURA!”. Esclamò, mentre, velocissimamente, si diresse verso l’avversario e lo superò, finendo la corsa alla sue spalle. Quello che accadde dopo lasciò il fratello di Raul di stucco. Sentì letteralmente bruciare le nocche delle proprie mani. Khan era riuscito a parare tutti i suoi pugni invisibili con i palmi della mani.
“Neppure Kenshiro era riuscito a comprendere questo attacco.”.
“Sei sorpreso, Diago? Non dovresti. I giochi terminano qui” disse Khan sorridendo malignamente. Poi, si mise in una posizione che il fratello di Raul riconobbe immediatamente. Il guerriero portò le braccia davanti al volto ed incassò la testa nelle spalle, poi le allargò di scatto, generando una tremenda manifestazione di energia, accompagnata da un'immagine dietro di lui. Dal buco nero apertosi alle spalle del Primo Shura, proveniva una immensa energia, Khan urlò “TEMPESTA NERA DIMENSIONALE!”, l'energia travolse Diago con una serie di esplosioni scaraventandolo lontano.
L’onda nera proveniente dal colpo di Khan fu tale da oscurare l’ambiente circostante. Arrivando a non far passare la luce solare. "E’ finita, non riuscirai a resistere!" sorrise il signore degli Shura, notando che Diago era scomparso sotto il crollo di un intero palazzo.
Poi però accadde qualcosa che il Primo Guardiano non avrebbe in alcun modo potuto prevedere: dai detriti della costruzione emerse l’avversario, malconcio e grondante sangue ma ancora nel pieno delle forze.
“Uh uh… avevi già utilizzato questa tecnica… Devi ricorrere ad attacchi meno prevedibili se vuoi vincere…” Esclamò il fratello di Raul.
“Come osi? Ma che sia un tentativo di provocazione o la follia che precede la morte, non cambierà. Morirai qui e ora!!!” Disse il Primo Guardiano lanciandosi a velocità sovrumana contro l’avversario. L’impatto fu terribile, i colpi di Khan percossero in pieno il fratello di Raul al petto, al braccio e alla spalla sinistra, con pressione tale da arrivare quasi a rompergli le ossa. Terminato l’assalto, compì una capriola all’indietro e atterrò sui piedi osservando Diago piegato su se stesso.
“Pochi minuti ancora e sarai morto…”
“Pochi minuti, sono tutto ciò che mi servono… Uh uh uh…”
“Cosa intendi?”
“Kenshiro sta arrivando, insieme ti sconfiggeremo” Rispose sorridente Diago.
Il Primo Guardiano, per una volta, sembrò accigliarsi, per poi esclamare “D’Accordo non mi lasci scelta, concluderò rapidamente questo scontro”. Diago sorrise.
Khan, con le braccia tese in avanti, penetrò il torace di Diago, arrivando a infilare entrambe le mani nei due pettorali dell’avversario. Quello che accadde dopo, purtroppo per Khan, era stato previsto e voluto dal Secondo Guardiano. Il Primo Shura non riuscì più a estrarre le mani dal torace dell’avversario che lo colpì con una violentissima testata, arrivando a farlo sanguinare.
Ancora legato all’avversario, Khan, benchè grondante sangue dalla fronte, esclamò sorridendo “Maledetto, hai deciso di sacrificare la vita ma non andrà come hai previsto.”. Seppur con le braccia bloccate all’interno del corpo dell’avversario, i suoi occhi si illuminarono divenendo due concentrati di pura tenebra che osservavano l’avversario. Il Primo Guardiano bisbigliò “SEGRETO DELLO SHURA – RISUCCHIO DELL’ANIMA”. Incredibilmente qualcosa iniziò a uscire dalla bocca e dagli occhi di Diago e a entrare nel corpo di Khan.
Prima che il processo si completasse, Diago cessò di tenere i pettorali in posizione tesa, esclamandò “Tentare due tecniche d’attacco contemporaneamente, anche per te è troppo, Khan!”. Le braccia di Khan si staccarono in automatico dal corpo, e in quel momento Diago sferro un pugno potentissimo allo sterno dell’avversario. L’impatto fu tremendo e Khan sputando sangue venne scaraventato lontano.
Per la prima volta, il Primo Guardiano venne sbattuto a terra. Non durò, tuttavia, che un istante. Rimessosi in piedi fece esplodere tutta la sua rabbia mostrando un’aura ampia come mai.
“Ora, BASTA, ECCOTI LA TECNICA PIU’ POTENTE DEL PRIMO GUARDIANO” Urlò mentre tutta la sua energia si concentrava sul suo indice destro.
“Addio, Diago, sparisci e vola in un’altra dimensione. RIATTIVAZIONE DEL CICLO DELL’UNIVERSO” Esclamò, mentre i fasci di aura nera fluttuante iniziarono a circondare il corpo dell’avversario.
In quel momento, il fratello di Raul guardò in direzione dell'avversario, concedendosi un sorriso tirato e stanco. "Ti ringrazio per avermi finalmente mostrato la tua tecnica segreta ! Se vi è ancora un barlume di speranza a questo mondo è grazie alla tua infinita superbia" pensò enigmatico. Poi, nascosto alla vista dell’avversario, dalle stesse tenebre che questi aveva creato, con il sorriso ancora sulle labbra, sollevò lentamente la mano fino a portarla davanti al viso e, con un gesto improvviso, si cavò l'occhio destro gettandolo lontano.
Qualche secondo dopo, quando le tenebre si furono diradate, di Diago non vi era più traccia.
Khan e l’Imperatrice rimasero soli. La Sovrana risultò terrorizzata, di Diago non era rimasto nulla. Il Primo Guardiano, guardando la sorella di Lynn, le si rivolse “Tutto, nell’universo, è stato creato dal nulla e tutto al nulla deve tornare. Con la mia tecnica definitiva, spedisco il mio avversario in un’altra dimensione, in un altro universo, di lui, in questo mondo rimane il nulla.”. Sorrise, per poi continuare che “Lo scontro finale tra me e Kenshiro non avverrà qui, ma dove tutto ebbe inizio. A decine di chilometri da qui, dove un tempo sorgeva l’originale Kun-Lun.”. Spezzata la catena che la legava e toccata la fronte dell’Imperatrice, questa svenne. Saliti insieme sul cavallo che fu di Diago, i due si avviarono verso l’uscita della città, non prima, però di lasciare un enorme messaggio sul muro di un palazzo ben visibile. Messaggio scritto con delle fiamme nere.
Fuori della Capitale Imperiale, il primo gruppo di mille soldati dell’esercito di Khan si diresse all’assalto delle mura. Il piano stabilito dai difensori fu quello di farli avvicinare abbastanza da poter costituire una bersaglio per gli arcieri.
Virgil posto sulla balconata posta sopra al portone, esclamò, “Adesso, Bart! Dai l’ordine!”. In quel momento, il giovane che insieme a Lynn aveva formato anni addietro, il nucleo originario dell’esercito di Hokuto, rivolgendosi ai soldati, di cui un tempo fu al comando, disse “SOLDATI, FUOCO!”. Tutti gli arcieri, una cinquantina in tutto, posti sulla mura della cinta più esterna, scagliarono all’unisono i loro dardi. Una trentina dei soldati di Khan, costituenti la prima linea della vera e propria marea che stava assaltando la Capitale, cadde a terra esamine.
“FUOCO A VOLONTA’” Urlò Bart. Gli arcieri estrassero, incoccarono, puntarono e rilanciarono, una, due, tre volte. Tuttavia, per quanto velocemente lo facessero, il numero dei nemici abbattuti era sempre esiguo rispetto al totale e l’orda sempre più vicina.
In prossimità del portone d’ingresso, i soldati della prima linea dell’esercito nemico, compirono simultaneamente un gesto. Infilarono la mano sinistra dietro la schiena, estrassero una balestra e puntando alle mura scagliarono simultaneamente i loro dardi. Circa la metà dei soldati un tempo facenti parte dell’esercito di Hokuto vennero colpiti e uccisi. Virgil creò uno scudo trasparente di aura che deviò le frecce a lui dirette, mentre Bart e pochi altri si salvarono per miracolo. Immediatamente dopo aver dimezzato le difese della cinta più esterna, le orde di invasori cercarono di arrampicarsi con scale e corde, tentando in questo modo di sfuggire alla pioggia di lance e frecce che i sopravvissuti della prima cinta muraria abbatteva su di loro.
A Virgil non sfuggì un particolare, i soldati nemici cercarono di arrampicarsi solamente ai lati del portone, lasciando un varco verso di esso. Dal centro della falange nemica, uscì un gruppo di circa 40 soldati, divisi equamente per lato, che reggeva un gigantesco ariete. Allo strumento d’assedio bastarono quattro cariche per sfondare il portone. A quel punto, Veler, posto con l’esercito Imperiale proprio dinanzi al portone, si preparò a respingere i nemici, ma Virgil, né richiamo l’attenzione “Veler, dobbiamo tenerli fuori il più possibile, congela la porta, io li terrò a bada.” Virgil saltò dalle mura all’esterno verso l’orda nemica. Ancora in volo “Osservate sgherri di Khan, questa è la potenza di un vero Guerriero Shura.” Alzando al massimo le proprie mani sopra la testa, le incrociò con i palmi rivolti verso l’esterno per poi urlare “SCARICA DEVASTANTE DELLA VIA SHURA!!!” scatenando un fascio di energia blu scura che investì in pieno i soldati di Khan. Analogamente a quando Hyo compì il primo attacco contro l’esercito di Caio, anche qui, la prima linea nemica venne totalmente sconquassata. Uno dei soldati nemici, scioccato dalla potenza del guerriero, gli chiese “Chi sei tu?”
“Un uomo che ha conosciuto il male, che ha capito dove sbagliava e da allora ha dato una svolta alla sua vita. Il mio nome è Virgil, andatevene e avrete salva la vita.”.
Nel mentre, Veler, concentrandosi, con l’ausilio dell’unico braccio rimasto, urlò “Gelo Distruttore di Gento!” Congelando la cancellata pesantemente danneggiata dall’ariete e creando una barriera di ghiaccio che avrebbe messo al sicuro il cerchio più esterno.
“A voi la scelta, RESA O MORTE!” gridò di nuovo Virgil, roteando le braccia e facendosi strada tra le orde di nemici che invano cercavano di circondarlo ed abbatterlo. Ogni movimento dei suoi arti creava una pressione che faceva letteralmente a brandelli, molto similmente alle tecniche di Nanto, gli avversari.
Attorno a lui, si riunirono, dopo aver fermato l’avanzata dei soldati sulle mura, Bart e i superstiti dell’esercito di Hokuto, mentre Veler aveva congelato il portone. Tutti erano consapevoli che impedendo al nemico di avvicinarsi alla fortificazioni avrebbero drasticamente aumentato le speranze di vittoria. Tutti assieme erano riusciti a fermare la prima avanzata.
Ben presto però, i guerrieri di Khan si riorganizzarono, un’altra imponente mareggiata di soldati si avvicinò, erano circa 2.000, guidati da alcuni cavalieri Shura che puntarono Virgil per affrontarlo.
“Bart, tornate immediatamente dentro. I Cavalieri Shura conoscono tecniche pericolose… vi ucciderebbero tutti.”.
“Tu maledetto traditore” Urlò il primo dei cavalieri lanciandosi contro Virgil che però lo evitò e immediatamente dopo gli staccò la testa con il taglio della mano. Gli altri due rimasero un attimo interdetti mentre Bart e gli altri soldati di Hokuto risalivano sulle mura aiutati da delle corde lanciategli apposta. La Prima linea dell’esercito nemico accerchiò Virgil mentre i due cavalieri Shura si prepararono ad attaccarlo. In quel frangente, un raggio d’energia color bronzo esplose contro il ghiaccio del portone polverizzandolo. “Comandante Fanir!!!” esclamarono i due cavalieri Shura. L’uomo dai folti capelli scuri, la carnagione chiara e gli enormi occhi azzurri, rivolgendosi ai suoi sottoposti “Virgil è al dì sopra della vostra portata. Pensate a penetrare all’interno della città e lasciate combattere me con lui, è un ordine.”.
“Devi essere uno degli allievi di Khan.” Gli si rivolse Virgil
“E tu colui che ha mosso così sapientemente i fili della storia presente” gli rispose l’altro
I due si guardarono ed esclamarono “Cominciamo.”
Con il portone distrutto, l’esercito nemico cercò di penetrare all’interno della Capitale, ma trovò sulla sua strada le truppe Imperiali comandate da Veler.
Dopo alcuni secondi, i due schieramenti si scontrarono, con il fragore di due onde che sbattono l’una contro l’altra, cercando ognuna di prendere il sopravvento. L’esercito di Khan era molto più numeroso ed esercitava una pressione terribile sui soldati imperiali in prima linea sulla soglia del portone. Tenerli fuori era fondamentale, ma Virgil sapeva che non avrebbero resistito a lungo.
Deciso a risolvere la contesa, con uno scatto improvviso, fintò un fendente verso destra per poi tentare di sgusciare accanto al nemico dal lato opposto. Fanir però era ben piazzato e con un semplice piegamento in avanti schivò il taglio della mano, centrando Virgil all’addome con un pugno, abbastanza forte da farlo barcollare e ricadere indietro, con un rivolo di sangue sulla bocca.
“Non dovresti sottovalutarmi. La forza di noi, allievi di Khan è superiore a quella dei tuoi compagni d’addestramento, Abel, Doros e Zeno.” Sorrise Fanir.
"Oh no!" pensò Virgil, rialzandosi su un ginocchio e iniziando seriamente a temere di non poter tenere fede alla promessa fatta a Kenshiro. “Se così fosse, non avremmo speranze” pensò mentre osservava le schiere dell’esercito nemico arrampicarsi sulle mura e premere sul portone. “Non posso farmi prendere dallo sconforto, foste anche potenti quanto Diago, noi dobbiamo resistere per dare a Ken una possibilità. Io non mi arrenderò MAI! Hai attaccato la Capitale come nemico, pagane il prezzo!" ringhiò Virgil, lanciandosi contro di lui con mano in posizione di taglio. Per un attimo, sorrise, ma poi la sua espressione si mutò in una di stupore quando il suo braccio venne bloccato a mezz’aria dalla mano del nemico circondata da una luce bronzea. Fanir, immediatamente dopo, cercò di colpirlo con il braccio libero. Reagendo d’istinto, Virgil si piegò di lato, ricevendo appena un taglio sulla guancia ed evitando di essere decapitato dal colpo dell’avversario, ma ora guardò il nemico con molta più attenzione, confuso da quel che era accaduto.
"Purtroppo per te, io e i miei compagni siamo troppo superiori!" esclamò sibillino Fanir, sferrando improvvisamente una serie di pugni all’addome dell’avversario e poi un raggio d’energia, che colpì Virgil in pieno petto scaraventandolo indietro.
Stavolta però Virgil, piantati i piedi a terra, riuscì a rimanere in piedi seppur piegato.
“Khan vi ha iniziato alle Tre Vie, ma tu la tua abilità non è assolutamente paragonabile a quella dei Maestri miei compagni, e adesso te lo dimostrerò”. Esclamò Virgil lanciandosi contro l’avversario che fece altrettanto.
Incrociando le braccia, i due scambiarono diversi colpi, restando per qualche secondo in equilibrio. Poi Virgil, forte di una maggiore esperienza acquisita negli ultimi scontri, iniziò a prendere il sopravvento e a far indietreggiare Fanir. Notata un’apertura nella guardia avversaria, calò un colpo con tutte le forze sulla spalla dell’uomo, ma anche stavolta non riuscì ad atterrarlo e venne respinto da un attacco al petto e fu obbligato ad indietreggiare un paio di passi per il contraccolpo.
Immediatamente, Fanir sferrò un calcio a spazzare, colpendo il fianco del guerriero e obbligandolo a chinarsi di lato.
L’espressione sul volto di Fanir mutò in disprezzo “Inferiore ai tuoi compagni? Ahahhah…io sono uno degli allievi dell’Invincibile Khan, MUORI!” Urlò lanciandosi contro l’avversario con la mano pronta a perforargli il cuore. Virgil compì un movimento velocissimo e riuscì a spostarsi di qualche centimetro. Il braccio destro di Fanir penetrò il torace di Virgil tra l’attaccatura della spalla destra e i polmoni, uscendo dal lato della schiena.
“Sei caduto nella mia trappola.” Sorrise Virgil per poi incrociare le proprie mani all’altezza del viso dell’avversario, rivolgendogli i palmi contro e urlare “SCARICA DEVASTANTE DELLA VIA SHURA!!!”. A quella distanza, Fanir non riuscì a fare nulla e venne colpito in pieno. Quando il potere del colpo si esaurì, della testa e della parte superiore del busto dell’avversario non era rimasto nulla. “Gli anni trascorsi nell’ombra non ti hanno certo reso avvezzo alla lotta reale. Un altro nemico non avrebbe perso facilmente la pazienza nel corso del duello.”. Esclamò Virgil ricadendo in avanti in ginocchio e sputando sangue.
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