Ken il Guerriero - Hokuto No Ken.it

Hokuto 3: La verità, Questa fanfiction riguarda gli eventi successivi all'abbandono di Ryu da parte di Ken, non considerando, tuttavia, la saga di Borge... Vi sono elementi ricavati dal gioco di ruolo e da Soten No Ken

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view post Posted on 24/7/2020, 18:10     +1   +1   -1

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CAPITOLO 42 “IL SEGRETO DI KEN”

L’elicottero con a bordo Diago, Virgil e un Kenshiro in totale stato di trance era ormai prossimo alla Capitale Imperiale.

Atterrato nell’ampio spazzale sito dinanzi il portone d’ingresso del castello, venne circondato da soldati imperiale, Bart, Milo, Sya, Ryu, Seian, Veler, Ruso, Ryhaku e Reina.

I nove guerrieri rimasero basiti quando videro Diago e Virgil, intorno al cui collo vi era il braccio sinistro di Ken svenuto, discendere assieme dall’elicottero.

Ryu, Ruso, Veler e Seian alzarono immediatamente la guardia, ma Virgil lì fermò con un gesto della mano.

“Aspettate. Lasciate che vi spieghi. In ogni caso anche seppur gravemente ferito, Diago è in grado di annientarci tutti. La sua forza è superiore a quella di tutti noi messi assieme.” Spiegò il giovane Shura.

In poco tempo, Virgil spiegò gli ultimi accadimenti, la potenza di Khan, la tecnica del TOCCO DELLA MORTE NERA e l’intervento di Diago.

“Avresti salvato Ken… Da non crederci.”. Esclamò Ruso.

“Avete sentito le mie ragioni, ancora mi serve. Allo stato attuale non ho possibilità contro Khan. Ma una volta guarito e rimessosi in piedi non avrà scampo.”. Sorrise il fratello di Raul.

Penetrati all’interno del castello Imperiale, anche Lynn, dispiaciuta di non rivedere la propria sorella, venne a conoscenza delle condizioni di Ken.

“Morirà tra circa due giorni e mezzo…” pianse la giovane neo-Sovrana.

“Non è scontato.” Disse Diago.

“Cosa intendi?” Chiese Ryhaku.

“Beh… All’interno delle tre scuole maggiori esiste solo un esponente che detenga poteri curativi. Il vertice delle 108 discipline della Sacra Scuola di Nanto. La Misericordiosa Stella dell’Amore Materno. Ritengo che l’oscurità che stia avvolgendo spirito, mente e corpo di Kenshiro si propaghi a livello di aura, non per niente il primo sintomo in lui ravvisabile è stato l’impossibilità di mostrare la propria energia spirituale. Di conseguenza, ritengo che un aura dotata di poteri curativi che possano guarirlo a livello spirituale, sia in grado di salvarlo.” Espose Diago.

“Potresti avere ragione” Disse Ruso mentre tutti gli altri rimanevano in religioso silenzio.

“Però, anche se fosse possibile… La Misericordiosa Stella dell’Amore Materno, la signorina Julia, l’unica donna che Ken abbia mai amato, non è più tra noi.”. Mormorò rassegnato Ryhaku.

“Qualcuno potrebbe, però, averne ereditato il sangue e i poteri.”.

“Lo escludo categoricamente, Diago. Del ceppo familiare di Julia non è rimasto nessuno. I suoi fratelli, Ryuga e Juza sono morti. Ryuga non ha mai avuto figli, mentre Shouza, figlio di Juza è morto più di otto anni fa nel tentativo di proteggere un villaggio dagli imperiali fedeli a Jaco.”. Rispose Ryhaku.

“Invece non è così!!!” Esclamò Diago.

Tutti si voltarono in direzione del Secondo Guardiano.

“Quello che vi sto per rivelare, non è a conoscenza neppure dei miei compagni d’armi o di Yorio. Appresi queste notizie personalmente e decisi di tenerle per me. Per sfruttarle a mio vantaggio nei piani di conquista che già all’epoca covavo.”.

“Dì pure” esclamò Lynn.

“Molto bene. Preparatevi perché questa notizia potrà sconvolgervi.” Rispose Diago prima di iniziare a parlare

“Come già sapete, noi, Maestri e Guardiani, allievi di Yorio, abbiamo sempre seguito le vicende che hanno riguardato le tre scuole Maggiori fin dalla fine del conflitto atomico. Sapete anche che dopo aver battuto Raul, Ken partì in esilio volontario con Julia. Di loro si persero le tracce, per cui durante il periodo di pace, tra la Guerra per la conquista del cielo e l’avvento di Jaco, Yorio mi inviò a cercare informazioni.”

“Riuscisti a trovarli?” Chiese Bart.

“Riuscì a trovarli. Nei pressi del mare, stavano celebrando il loro matrimonio in una vecchia cappella diroccata. Julia indossava il mantello di mio fratello Raul.”.

“Quindi, si sposarono, infine…” Riflettè ad alta voce Lynn.

“Grazie ai miei poteri, riuscì a rendere impercettibile la mia presenza. Non per paura, avrei potuto sconfiggerlo facilmente, ma non era ancora il momento di mostrarsi al mondo.”.

“Continua” Disse Ruso.

“Non fu il matrimonio in sé a sorprendermi, ma la rivelazione fatta da Julia a Ken. ELLA ERA INCINTA!”.

“COSAAAAAAAAAAAAAAAA????” Urlarono tutti i presenti.

“Proprio così, ho sentito Julia rivelarlo a Ken con le mie orecchie e ho visto con i miei occhi lui che accarezzava il suo ventre.”.

“Incredibile…” mormorò Bart

“Ma se Julia era incita…” Ragionò Ryhaku.

“Se il bambino è sopravvissuto fino a oggi, dovrebbe avere circa 15 o 16 anni, e se è sopravvissuto è sicuramente una donna.”.

“Perché dici questo?” Chiese Ryu.

“Perché, altrimenti, Ken non avrebbe iniziato te alla successione della Divina Scuola” intervenne Virgil rivolgendosi al giovane figlio di Raul, iniziando a capire il disegno di Diago.

“Cosa intendete?” Chiese Bart.

“Le regole di Hokuto sono chiare. Se la Divina Scuola è priva di un successore, lo stesso deve essere fornito dalla Casata cadetta. Il ramo della Famiglia di Hokuto che ha fondato la Scuola di Hokuto Gemmy, anche conosciuta come Casata Liu o Hokuto Ryuken. E un successore può essere solo di sesso maschile” Disse Ryhaku.

“Vedo che iniziate a capire.”. Rispose Diago.

“Se Julia ha effettivamente partorito e il bimbo è sopravvissuto, deve trattarsi di una donna e, come tale…” Continuò il Secondo Guardiano.

“Come tale potrebbe avere ereditato i poteri propri della Misericordiosa Stella dell’Amore Materno…” concluse la frase Ryhaku.

“Esattamente…” Rispose Diago.

“Di conseguenza potrebbe avere il potere di salvare Ken…” mormorò Bart.

“Ma una cosa non mi è chiara, perché Ken l’avrebbe tenuta nascosta?” Intervenne Seian.

“Per tutelarla. Sapeva che il destino di Hokuto è composto da battaglie e ancora battaglie. Questo è il prezzo che si paga a seguire la strada del bene.” Rispose Ruso.

“Ma anche se fosse viva e vegeta, non abbiamo idea di dove sia.”.

“Forse posso rispondere io a questa domanda. Quando mi recai, per mettere in moto gli eventi, da Ken lo trovaì in quello che fu il villaggio di Shocky della Scuola Imperiale di Gento. Lì, effettivamente… ma forse è solo una supposizione…” Parlò Virgil.

“Cosa???” Chiesero tutti.

“Lo trovai che coltivava la terra e vegliava sulla tomba di Julia, gli unici rapporti che intratteneva erano con una ragazza di circa 15 anni che ogni giorno gli portava da mangiare…” Spiegò il giovane Shura.

“Ma allora….” Esclamarono tutti in coro.

“Più che sufficiente. Al villaggio di Shocky!” Urlò Bart.
 
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view post Posted on 27/7/2020, 18:06     +1   +1   -1

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CAPITOLO 43 “IL PRIMO DEMONIO CONTRO IL SECONDO GUARDIANO ”

Il gruppo composto da Bart, Ryhaku, Ryu, Reina, Virgil, Diago e Ken svenuto in stato catatonico, lasciò la Capitale in sella a diversi cavalli e a un mezzo a motore, che trasportava il corpo di Ken, in direzione del villaggio di Shocky.
Sarebbe stato un viaggio lungo circa un giorno e mezzo, ma rappresentava l’ultima speranza.
Veler, Seian e Ruso rimasero, invece, a proteggere l’Imperatrice.

Nel frattempo, Khan, dopo aver impartito gli ordini per ricostruire le parti della città danneggiate dalle esplosioni, si ritirò in meditazione.

“Il potere della Natura Madre di Nanto…” pensò…
“Non riesco a trovare una spiegazione.. Julia è morta e la Sacra Scuola di Nanto è stata, ormai annientata…” mormorò a bassa voce mentre i suoi occhi si strinsero in una fessura..

Poi li aprì di scatto. “CHE NON SIA…..NO… NON PUO’ ESSERE. Ma se così fosse, devo sbrigarmi!!!” Urlò, per poi dirigersi verso le stanza che ospitavano l’Imperatrice.

La compagnia aveva già percorso circa un terzo del cammino quando Ryhaku si avvicinò a Diago.

“Dimmi Astro del mare…”

“Hai sempre saputo tutto… La verità sui piani di Yorio e sul destino della tua famiglia.”

“Mmm…certo… fin da ragazzo. Dopo aver appreso i segreti del Manuale dello Shuratan, non ci ho messo molto a scoprire la verità sui piani di quel vecchio miserabile.”.

“E’ per questo che ci stai aiutando contro Khan? Per vendicarti?” Lo incalzò Ryhaku

“Non dire stupidaggini. Non mi importa niente che gli Shura mi abbiano rapito da bambino, né, tantomeno che abbiano appiccato l’incendio nel quale ha perso la vita mia madre. Se ho deciso di intervenire è solo perché ho bisogno di ultimare il mio combattimento contro Kenshiro. Quando l’avrò sconfitto, probabilmente sarò ancora più potente e potrò sbarazzarmi di Khan”.

“Dici davvero, Diago? Io non ti credo!”. Esclamò l’ex Capo delle 5 Forze di Nanto.

“Cosa vorresti dire? Attento, vecchio, ho ucciso per molto meno…” Minacciò Diago.

“Non sarà che tu voglia combattere contro Ken e vincerlo per dimostrare di essere superiore ai tuoi fratelli? Né Raul nè Caio riuscirono a sconfiggerlo. Non vuoi forse dimostrare che nonostante il destino ti abbia negato un posto di rilievo all’interno di Hokuto, tu sia diventato superiore allo stesso Hokuto? Superiore al Suo legittimo successore e, quindi, ai tuoi fratelli che non riuscirono a sconfiggerlo?”. Gli chiese l’astro del mare.

Diago rimase in silenzio e la sua mente iniziò a viaggiare indietro nel tempo.
I ricordi presero forma.

Circa 15 anni prima, su una spiaggia sita nelle terre al di là del mare, da una alta scogliera, il Secondo Guardiano osservava due uomini, posti uno di fronte all’altro.
Dal lato del mare, disceso dalle navi in groppa a un gigantesco cavallo nero, si trovava un uomo dotato di una fisico mastodontico, con occhi e capelli neri.
Dal lato della spiaggia, alla testa di un esercito e di vari mezzi motorizzati, in groppa a un gigantesco cavallo rosso, si trovava un uomo dotato di un fisico altrettanto imponente, con capelli viola e una cicatrice a forma di punta di freccia al centro del viso.
Quest’ultimo prese la parola.

“Raul, perché sei tornato qui?”

“Ho sentito strane voci su questo paese… Sono venuto ad accertare la loro veridicità!” Rispose l’uomo che veniva dal lato del mare.

“E poi?”

“Se continuerai a voler ridurre questo paese sotto il dominio degli Shura… Tornerò per toglierti dalle mani questa terra!”

I due cavalli si mossero simultaneamente di qualche passo verso l’altro, avvicinando leggermente i due guerrieri…

“Hmm… Vorresti invaderci già da adesso? Chiese l’uomo sito dal lato della spiaggia.

“NO! Prima ho un’altra cosa da sistemare. Ma ricordati… appena avrò battuto Kenshiro, ritornerò! Con i tuoi metodi non si conquista il cielo”.

L’uomo venuto dal mare fece girare la sua gigantesca cavalcatura per ritornare a bordo della navi, prima, però disse “POTRA ESSERCI UN SOLO DOMINATORE AL MONDO”.

Allontanatosi, l’uomo sulla spiaggia rimase solo, mentre l’esercito posto al suo seguito rientrò verso l’entroterra.

“Non per nulla è mio fratello minore… Raul continua a vivere a modo suo! Dunque Satana vuole che mi sottoponga a quest’ultima prova.”. Pensò a voce alta Caio.

L’uomo alzò la propria mano destra e ad alta voce disse “C’è rimasta ancora una sola parte umana in me!...l’affetto per mio fratello Raul.”.

Immediatamente dopo si autoinflisse una ferita colpendosi la parte sinistra del torace con la mano destra. Le dita dell’arto penetrarono così in profondità che al momento dell’estrazione il sangue zampillò come una fontana. Mentre la sua linfa vitale sgorgava fuori dal suo corpo, l’uomo pronunciò alcune parole mentre un sorriso diabolico gli comparse sul volto.
“ADDIO RAUL. Scompari assieme a questo dolore. Quando ci rincontreremo sarà l’ora della tua fine.”. Esclamò inebriato.

Avvolto in una diabolica aura color viola, un’ombra demoniaca comparve ai suoi piedi.
Proprio in quel momento, il guerriero si accorse di qualcuno che l’osservava.

“Muori, verme schifoso!!”. Urlò, scatenando un fascio d’aura laddove aveva percepito la presenza di un estraneo.

L’energia impattò contro la scogliera polverizzandola, ma non centrò il bersaglio che, muovendosi a velocità incredibile, saltò arrivando dinanzi a lui.

“Una bella riunione di famiglia, Caio.” Disse l’uomo che aveva osservato l’incontro di nascosto.

“Uh!!! Ma tu… non posso crederci… Sei ancora vivo!!!”

“Allora sai chi sono?”

“Mia madre mi parlò spesso di te, del mio gemello.. Del dolore che provò quando, appena qualche giorno dopo aver partorito, le rapirono uno dei due figli appena nati. Mi somigli in maniera incredibile, devi essere Diago…”.

“Esattamente. Avevo saputo che Raul si stava dirigendo qui per cui, ho voluto osservarvi… E francamente sono molto deluso.”. Spiegò Diago.

“Cosa???” Domandò stizzito Caio.

“Da un lato vedo un uomo che finge di aver abbandonato i sentimenti e che crede di essere colui che primeggerà alla fine del secolo. Dall’altro un povero pazzo che si autoinfligge ferite per abbandonare proprio quei sentimenti. Un uomo che non riesce a dimenticare la propria madre. In conclusione, due deboli. Se questi sono i due massimi esperti, rispettivamente dell’Hokuto Shinken e dell’Hokuto Ryuken, beh… Non ho di che preoccuparmi.”.

“Maledetto! Ora vedrai!!! GLOBO ROTANTE DI FUOCO!”
Il micidiale fascio di spirito combattivo demoniaco, di color rosso/nero, partito dal palmo della mano destra di Caio, si diresse contro il nemico.
Tuttavia, Diago, prima dell’impatto, tese il proprio braccio sinistro in avanti. L’attacco di Caio si infranse sul palmo della mano sinistra di Diago, senza riuscire a fargli neanche un graffio.

“Nostro nonno, Zong Wu Liu né sarebbe fiero. Padroneggi il Matoki. L’unico potere che consente agli adepti dell’Hokuto Ryuken di combattere alla pari con i Maestri Shinken.”. Osservò Diago.

“Nessuno è mai riuscito a reggere contro quell’attacco. Neppure Raul né resterebbe incolume.”. Constatò Caio.

“Purtroppo per te, i miei poteri vanno al di là delle rivalità tra le casate di Hokuto o delle scaramucce tra fratelli. Preparati, Caio. RAFFICA DEI PUGNI INVISIBILI DEL GUARDIANO SHURA!”. Esclamò Diago.
Diago, velocissimamente, si diresse verso Caio e lo superò, finendo la corsa alla sue spalle.
Quello che accadde dopo lasciò il Primo Demonio di stucco. Alcune crepe comparirono sulla sua armatura che in pochissimi secondi si sgretolò completamente, divenendo polvere.
Caio non aveva mai affrontato nessuno più forte di lui. Totalmente sotto shock e a petto nudo si voltò verso il fratello.
Era certo che le mani dell’avversario non si fossero mosse, per cui si domandò come aveva fatto a colpirlo.

“Ma come può essere?” Si chiese incredulo il Maestro della Scuola di Hokuto Gemmy

“Fratello, non porti domande che vanno al di là della tua comprensione. Volevo solo saggiare la tua forza e non sei niente di speciale. Potrai dominare gli Shura che sono rimasti qui, ma io sono di tutt’altro livello.”. Spiegò Diago.

“Tu saresti uno Shura? Che cosa vuol dire?” Chiese Caio.

“Tempo al tempo fratello. Se Raul ucciderà Kenshiro, sarai costretto ad affrontare lui. Magari, il vincitore, un giorno, si misurerà con me, ma, non è ancora il momento di mostrarmi al mondo. Fino ad allora addio, Caio!”.

“Non pensare che ti lasci andare via così!”. Esclamò Caio mostrando la propria satanica aura.

“Addio, fratello e un ultimo monito, Raul ha detto qualcosa di vero, “POTRA ESSERCI UN SOLO DOMINATORE AL MONDO”. Disse prima di scomparire nascosto in un turbine di vento e sabbia.

“Diago…” pensò Caio.

Nel presente, il Secondo Guardiano, dopo quasi un giorno e mezzo di viaggio, vide il villaggio di Shocky comparire all’orizzonte.
 
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view post Posted on 28/7/2020, 18:29     +1   +1   -1

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CAPITOLO 44 “LUCE”

Mentre Diago si lascò trasportare dai ricordi, Khan decise di passare, presa coscienza della situazione, alle vie di fatto.
Penetrato all’interno degli appartamenti che ospitavano l’Imperatrice, riprese da dove fu costretto a interrompere a causa dell’arrivo di Kenshiro.
Immobilizzata la Sovrana, le ridusse in brandelli gli abiti con i suoi poteri mentali.
Bloccatala nuda sul letto, il Primo Guardiano fu su di lei.
“Non credo le piacerà altezza, non sono di sangue reale.”. Disse Khan.
Poi più nulla. Le urla di paura e di disprezzo della Signora del Cielo riempirono le sale del Palazzo che fu di Yorio, ma non riuscirono a impedire al Primo Guardiano di portare a termine i propri disegni.

Nel mentre, molto più a ovest, la spedizione guidata da Rihaku e Diago arrivò, in concomitanza con lo scendere delle tenebre, finalmente al villaggio di Shocky.
Il vessillo imperiale mosso dal vento e posto sull’autovettura condotta da Bart che trasportava il corpo di Ken, rassicurò non poco gli uomini posti di vedetta.

“Un posto incantevole. Ora capisco perché Ken e Julia decisero di fermarsi qui.” mormorò Reina osservando la natura lussureggiante e i diversi corsi d’acqua che costituivano il contorno intorno al quale si ergevano le costruzioni.

Il villaggio non presentava cinta muraria, i nuovi arrivati fermarono cavalli e mezzo a motore dinanzi ai due uomini di vedetta.
Uno prese la parola

“Chi siete stranieri?” Domandò uno dei due

“Siamo vostri alleati, il vessillo imperiale un tempo fu la bandiera del vostro capo, Shocky.” Disse Bart.

“Cosa volete?” L’uomo di rimando

“Dobbiamo incontrare una persona che dimora qui.”. Rispose Bart

“Come si chiama questa persona?”

“Non lo sappiamo, ma è l’unica che può aiutarci, è una ragazza, dovrebbe avere 15 o 16 anni.”. Spiegò il giovane

I due uomini, a quel punto, si irrigidirono e l’altro, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, prese la parola, “Non ci sono ragazze di quell’età in questo villaggio. O donne mature, o vecchie o bambine.”.

“Mi auguro che tu sia più bravo con quel bastone che a raccontare frottole”. Intervenne Virgil osservando la lunga asta di legno che l’uomo teneva nella mano destra.

“Andatevene immediatamente o vi cacceremo con la forza.” Di rimando l’uomo.

L’aria si fece tesa, ma prese la parola colui che fino a quel momento era rimasto in silenzio, la cui vista era bastata a terrorizzare i due uomini di guardia.

“ORA BASTA CON QUESTE CHIACCHIERE. PORTATECI IMMEDITAMENTE AL VILLAGGIO. VIRGIL, TU HAI GIA’ VISTO LA RAGAZZA, QUINDI SAPRAI RICONOSCERLA. SBRIGHIAMOCI E NON PERDIAMO ALTRO TEMPO” Intervenne Diago.

Bastò il tono della voce del Secondo Guardiano a terrorizzare ulteriormente i due uomini.

Ma in quel momento intervenne Reina.

“Ascoltatemi, non c’è bisogno di creare equivoci.”

Discesa dal proprio cavallo, la donna si avvicinò al mezzo a motore e tolse la tenda che copriva il rimorchio.

I due uomini, vedendovi all’interno Kenshiro sdraiato a torso nudo, esclamarono all’unisono “KENSHIROOOOO!!!”.

Nonostante il corpo del Maestro di Hokuto fosse quasi irriconoscibile, con la pelle quasi completamente di colore nero, i suoi lineamenti, scolpiti a fuoco nella memoria dei due uomini, non gli lasciarono dubbi a riguardo.

“Sappiamo che Ken è stato recentemente qui e sappiamo che era molto legato a una ragazza che vive in questo villaggio. Questa ragazza potrebbe essere la sua unica speranza di sopravvivere.”.

La vista di quell’uomo, a cui tanto dovevano, ridotto in quello stato fece ragionare i due uomini.
Cosa poteva averlo ridotto così? Nella loro memoria si susseguirono le immagini di Ken che massacrava i banditi che avevano attaccato il loro villaggio approfittando dell’assenza di Shocky.
La facilità con cui aveva annientato decine di avversari li aveva lasciati di stucco.
Eppure, quell’uomo straordinario adesso giaceva dinanzi a loro.
Gli uomini che gli si paravano di fronte asserivano di essere lì per aiutare Ken, ma potevano fidarsi?

“Ammesso che la ragazza che cercate sia qui, cosa vorreste da lei?”

“Riteniamo che sia l’unica persona che possa guarire Ken.”.

“Sbagliate! Quella ragazza non ha alcuna conoscenza medica.”.

“Non ci riferiamo alle conoscenze mediche. Quella ragazza è la figlia di Kenshiro e Julia, di conseguenza può avere ereditato i poteri della Sesta Stella di Nanto.”. Spiegò Reina.

“Come sapete questo???? Nessuno al di fuori di una decina di persone di questo villaggio conosce questo segreto e Kenshiro non ve lo avrebbe mai rivelato!!!”.

“Non è stato necessario che lo rivelasse. Vi stiamo dicendo la verità. Adesso la scelta è vostra. Condurci da quella ragazza oppure avere sulla coscienza la morte dell’uomo che vi ha salvato la vita. Decidete.”. Rispose Reina.

“Che donna! Ora capisco perché mio fratello le dedicò le sue attenzioni.”. Pensò Diago.

“Madre…” mormorò Ryu.

I due uomini si guardarono perplessi, poi uno disse “SEGUITECI”.

Nel frattempo, alla città degli Shura, Khan, dopo aver consumato il rapporto con l’Imperatrice, si diresse presso una delle sale adibite a luoghi di riunione.
Seduto e assorto nei propri pensieri “Il mio erede cresce già dentro l’Imperatrice, ormai è tempo di porre fine a questi giochetti da bambini con quel verme di Diago e con i sopravvissuti di Gento, Hokuto e Nanto, se Kenshiro dovesse riprendersi, lo ucciderò. E questa volta sarà per sempre.” Riflettè il Primo Guardiano.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla visita di un soldato.

“Mio Signore.”

“Sono arrivati?”

“Si. Attendono fuori.”

“Falli entrare.”

Cinque figure, avvolte dall’oscurità, penetrarono all’interno della sala.

“Lord Khan, noi, i vostri cinque allievi, le Cinque Ombre, ci disponiamo ai vostri comandi.”. Disse la figura più alta sita al centro del gruppo.

“Mmm… Finalmente! Vostro sarà il compito di guidare il mio esercito e di mettere la parola “FINE” alla storia di Gento, Hokuto e Nanto.”. Rise inebriato il Primo Guardiano.

A ovest, Bart, Rihaku, Ryu, Reina, Virgil e Diago vennero condotti dinanzi al capo villaggio.
I due uomini che li avevano bloccati all’ingresso del villaggio spiegarono la questione all’anziano.
La successiva vista del corpo di Kenshiro sdraiato sulla propria schiena in totale stato catatonico convinse ulteriormente il Decano della gravità della situazione.
L’anziano prese la parola

“Andate a chiamare Luce.”.

“Siete sicuro di volere restare solo con questi stranieri?” Di rimando uno dei due uomini

“Non ho di che temere, se avessero voluto avrebbero potuto ridurre in cenere l’intero villaggio…” Rispose l’anziano osservando Diago.

I due uomini andarono via.

“Così l’hanno chiamata Luce.” Constatò Rihaku

“Si. Grazie a Julia e Kenshiro la Luce tornò a splendere su questo mondo in un’era disastrata. Nome più consono non avrebbero potuto trovare.”.

“Che tipo è la ragazza?”. Domandò Ryu.

“Una ragazza semplice. Sappiate che per aiutarvi sto per infrangere un giuramento fatto a Ken e alla Signorina Julia.”.

La mente dell’anziano tornò indietro nel tempo.
Julia e Ken si trovavano in una casetta un pò distante dal villaggio. Avevano deciso di fermarsi lì dopo l’invito di Shocky.
Julia tossì perdendo sangue dalla bocca.
Entrambi sapevano che la tecnica di Raul aveva soltanto momentaneamente arrestato il decorso della malattia.
Erano passati circa 6 anni dalla fine della Guerra per la conquista del cielo e il tempo di Julia stava per scadere.
Un altro colpo di tosse, più forte del precedente, accompagnato da dei tremori, mise Ken sull’allerta.
Il Maestro di Hokuto si avvicinò lentamente alla sua amata, mentre, la stessa veniva colpita da un terzo colpo di tosse.
La Regina di Nanto,stavolta, cadde dalla sedia e Ken le si gettò incontro per sorreggerla.

“Per me è giunto il momento di tornare in cielo.”.

“No. Julia. Hai solo bisogno di riposo.”.

“Questo periodo che abbiamo passato assieme è stato molto felice e sereno.”.

“No…”

“Ken, promettimi una cosa su nostra figlia. Fa che cresca pensando unicamente alla propria felicità.”.

“Te lo prometto, Julia.”.

La Regina di Nanto si spense subito dopo.
Mentre Ken né stringeva il corpo ancora caldo, una bimba entrò nella stanza.

“Papà, la mamma dorme?”

Il Maestro di Hokuto strinse forte a se la figlia con il volto rigato dalle lacrime.

Tornati nel presente l’anziano spiegò
“Al momento della partenza per la battaglia contro il malvagio Jaco, Ken affidò la bimba agli abitanti del villaggio che l’avrebbero protetta a costo della vita, soprattutto Shocky. Giurammo che mai avremmo rivelato il segreto dei suoi genitori. Dopo aver iniziato l’addestramento del giovane figlio di Raul, Ken credette di poter pensare unicamente alla propria felicità e a quella della figlia, ormai divenuta una bellissima ragazza, per cui tornò qui.”.

“Poi, per mia esclusiva responsabilità la lasciò nuovamente” pensò tra se e se Virgil.

All’improvviso, le porte della casa dell’anziano si aprirono e tutti osservarono la ragazza posta sulla porta.
Di una bellezza fuori dal comune, non fosse stato per il colore dei capelli, nero corvino, sarebbe potuta tranquillamente passare per la madre.
Stesso fisico slanciato, stessa capigliatura liscia, stessi occhi grigio-azzurro, stesse forme definite.

I sei ospiti, soprattutto Ryu, rimasero increduli.

“Le somiglia in maniera incredibile.”. Pensò Bart.

“Il frutto dell’amore tra Ken e il mio comandante.” Meditò Rihaku

“E’ incredibile.” Ponderò Reina

“E’ bellissima.”. Riflettè Ryu

“E’ lei, la riconosco. E’ lei che faceva visita a Ken quando lo spiavo.”. Considerò Virgil

“La figlia dell’unica donna amata da mio fratello Raul.”. Realizzò Diago.

“Luce, questi uomini hanno bisogno di te.”. Le si rivolse l’anziano capo villaggio.

“Chi siete?” Chiese la giovane

“Amici di tuo padre, Kenshiro. Luce, solo tu puoi salvarlo” Esposè Reina facendo aprire a ventaglio i visitatori e mostrando il corpo riverso al suolo di Ken. Corpo ormai quasi del tutto di colore nero.

“PADREEEEEEEEEEEEEE” Urlò la giovane per lo spavento.

“Domattina sarà morto. Dipende da te Luce, solo tu hai il potere di salvarlo con il tocco delle tue mani e con il potere del tuo spirito.”. Spiegò Rihaku.

La giovane, dopo essersi gettata sul corpo di Ken e averlo abbracciato, prese la parola “Io non ho nessun potere.”.

“Non è così. Sei la figlia del Successore della Divina Scuola di Hokuto e del vertite delle 108 discipline della Sacra Scuola di Nanto, hai potenzialità illimitate.”. Spiegò Reina

“Conosco i miei natali, ma non ho ereditato alcun potere.”. Con rassegnazione la giovane.

“Basta così. Usciamo da questa stanza e lasciamoli soli. Se Luce riuscirà a salvarlo prima dell’alba, bene, altrimenti avranno passato un’ultima notte insieme.”. Intervenne Diago.

“VERME MALEDETTO” Ringhiò Bart.

Ma, Reina, Rihaku, Ryu e Virgil capirono.

“Usciamo da qui, Bart.” I quattro al giovane.

“Luce, la sua sopravvivenza dipende da te.”. Disse Reina.

Anche il capo anziano capì e uscì.

Padre e figlia rimasero soli.

“Ho capito il tuo piano. Pensi che messa alle strette il sangue di Hokuto risveglierà i suoi poteri nascosti, come fece con suo padre quando affrontò Caio in stato di incoscienza.” Disse Virgil.

“All’alba, Ken morirà. Quella ragazza ha dentro di se il potere di salvarlo. Non solo il potere della Natura Madre di Nanto, anche il sangue della Principale Famiglia di Hokuto scorre nelle sue vene e quel sangue è dotato di infiniti poteri nascosti”. Rispose Diago.

Le ore iniziarono a passare e all’interno della casa del Decano, la giovane, piangendo a dirotto non smetteva di stringere il corpo del padre.

“Prima la mamma, poi mi abbandonasti, adesso vorresti morire anche tu… perché PAPA’?????”

In quel momento, il corpo della giovane Luce si illuminò di un’aura di colore rosa che iniziò a crescere a dismisura. Incredibilmente, il corpo di Ken, iniziò lentamente, ma progressivamente, a riacquisire il proprio colore naturale di carnagione.
 
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CAPITOLO 45 “CINQUE CONTRO UNO”

Il sole stava sorgendo sul villaggio che fu di Shocky.

Ryu, Bart, Rihaku, Reina e Virgil, a circa 100 metri dalla casa del Decano, attendevano notizie in merito alle condizioni di Ken.
Diago, invece, si era allontanato. Non aveva mai amato la compagnia, almeno in questo era molto simili ai suoi fratelli.

“E’ l’alba” Constatò Bart.

“Il tempo di Ken è scaduto” Sospirò Reina.

“Se non è riuscito a sopravvivere, io, Ryu, lo vendicherò.”. Disse il giovane figlio di Raul.

“Non essere impaziente. Io ero lì, se Kenshiro non è riuscito a battere Khan, tu non hai speranze, non adesso, almeno. Neppure Diago è riuscito a fare granchè”. Espose Virgil rivolgendosi al giovane.

A un certo punto i cinque constatarono come la porta della casa si stesse aprendo.

“Luce!!!” esclamarono in coro.

La bellissima ragazza accennò un sorriso, e spostandosi davanti la porta ne fece uscire un uomo.
Un uomo che i presenti conoscevano bene.

“KENSHIROOOOOOOOOO!” Urlarono tutti.

Il Maestro di Hokuto aveva ripreso il proprio colorito naturale di carnagione.
Seppur senza la parte superiore dei vestiti, appariva in piena forma.
La muscolatura era tonica e non presentava alcun segno evidente dello stato comatoso in cui aveva trascorso gli ultimi 3 giorni.

“Virgil, non trovo le parole per ringraziarti. Mi hai salvato per la seconda volta. E grazie a tutti voi che mi avete condotto qui, pur non sapendo con certezza dell’esistenza di mia figlia.
Ma il ringraziamento più grande va a te, piccola mia, al mio tesoro, alla mia Luce.”.

Tutti i presenti scoppiarono in lacrime osservando l’abbraccio tra padre e figlia.

“Kenshiro, perché hai tenuto nascosta l’esistenza di tua figlia a tutti Noi? Luce è la legittima discendente di Hokuto e di Nanto…” Chiese Rihaku.

“E’ stata una promessa che ho fatto a Julia. Sapevo che la sua ascendenza avrebbe potuto rappresentare un pericolo per lei. Quando Julia morì, Jaco aveva appena iniziato a scagliare i Generali di Gento contro i superstiti di Hokuto e Nanto. Solo Shocky sapeva di nostra figlia, ma lui non avrebbe mai tradito la nostra amicizia.”.

“Per questo Ken si infuriò così tanto contro Borz quando uccise Shocky con quella lancia.” Pensò Bart.

“Volevo che anche la figlia di Julia potesse crescere in tranquillità e sapevo che questo era il posto ideale. Sconfitto Caio, non c’era più alcun pericolo per lei.”. Rispose Ken.

“Fu sempre per questo che interrompesti l’addestramento di mio figlio e l’abbandonasti?” Intervenne Reina

“Si, ritenevo che Barran rappresentasse l’ultimo pericolo. Non vi erano più nemici da combattere. L’Impero, Bart e l’armata di Hokuto sarebbero stati sufficienti a mantenere la pace. Non vi era necessità di trasformare la vita di Ryu in una unica grande sofferenza. Non vi era più bisogno di Hokuto”. Spiegò Ken mentre calde lacrime rigarono i visi di Luce, Ryu e Reina.

“Ken, se non hai passato il resto della tua vita qui con tua figlia, la colpa è mia. Io ti ho fatto tornare a combattere.”. Disse Virgil.

“No Virgil, il pericolo degli Shura era reale. Anzi, mi hai messo al corrente del pericolo.”. Rispose il Maestro di Hokuto ottenendo un effetto rassicurante su Virgil.

“Ken, cosa farai adesso?” Chiese Rihaku.

“Compito della Divina Scuola è riportare l’ordine in un mondo sprofondato nel caos. Il mio nemico è Khan… Se non lo sconfiggo, non potrai esserci un futuro…”. Rispose Kenshiro.

“Ken, hai visto la sua potenza. Neppure Diago è riuscito a fare nulla…” Intervenne Virgil.

“Diago… Chissà perché ha deciso di intervenire.” Pensò Ken per poi prendere la parola “Dove si trova adesso?”

“SONO QUI KENSHIRO! FINALMENTE TI SEI SVEGLIATO!”. Esclamò una voce fuori campo.

Tutti i presenti si voltarono a osservare l’imponente figura del fratello di Raul e Caio, posta a una cinquantina di metri da loro.

“Ken, prima che tu ci combatta, è giusto che sappia che senza il suo intervento e le sue rivelazioni sull’esistenza di tua figlia saresti morto.”. Spiegò Virgil.

“Perché lo hai fatto Diago? Perché mi hai salvato?” Domandò Ken.

“Ora basta parlare. Preparati a combattere Kenshiro!!!” Rispose il Secondo Guardiano.

“Diago… non posso credere che tu sia intervenuto sol perché ritieni che sconfiggendomi potrai acquisire ulteriore potenza da fronteggiare Khan.”. Di rimando il Maestro di Hokuto.

“Io sono il primo e indistruttibile Diago, ho unito la discendenza di Hokuto ai Segreti Arcani dell’Empireo Manuale dello Shuratan! Questo sarà il nostro terzo scontro, l’ultimo. Morirai qui, e riposerai accanto alla tua amata Julia, vegliato da tua figlia. Abbattendo te e Khan, controllerò il mondo”.

“Davvero Diago, io non ti credo, ma sono pronto a combattere.” Esclamò Kenshiro mostrando una aura sfavillante di colore azzurro, mentre Diago né mostrò una di pari dimensione di colore rosso.

I due guerrieri, posti uno di fronte all’altro stavano per scatenare il massimo del loro potere.

Il primo ad attaccare fu Ken che scagliò un pugno caricato con il braccio destro che però Diago riuscì a fermare con il palmo sinistro della mano.
Stretto il pugno del Maestro di Hokuto, il Secondo Guardiano lo scaraventò lontano ma Ken, compiendo una capriola, riuscì ad atterrare sui propri piedi.

“Era troppo sperare di colpirlo al primo tentativo…" pensò Ken, scattando lestamente in avanti, mentre Diago iniziava a scatenare una vera e propria pioggia di proiettili d’aura.
Il Successore della Divina Scuola iniziò e a muoversi tra gli attacchi spirituali senza alcuna apparente difficoltà, cercando nel contempo delle aperture da sfruttare per contrattaccare. "Ancora! Preparati Diago!!" Gridò Ken mentre portava un attacco composto da pugni a ripetizione contro il Secondo Guardiano che però riuscì a parare tutti i colpi con i palmi delle mani.

“E’ tutto qui Kenshiro? Contro Khan mi sembravi più forte.” Esclamò lo Shura lanciandosi in avanti contro il Maestro di Hokuto.
Pronto alla sua carica, Ken rimase immobile fino all'ultimo istante, ma poi si spostò di lato, schivando il pugno dell’avversario, ed al tempo stesso contrattaccando con una ginocchiata. Diago però parò l'assalto intercettandolo col gomito sinistro, ed al tempo stesso sferrò un altro pugno, stavolta diretto al volto di Ken. Con la gamba intorpidita per l'impatto, il Successore della Divina Scuola si chinò di scatto, ed usò le mani per bloccare il braccio teso del nemico, poi, con una rapida torsione, usò il suo stesso slancio per lanciarlo in avanti. Diago tuttavia seppe reagire immediatamente e, atterrando sulle mani, si diede lo slancio per compiere una giravolta a mezz'aria, poi si scagliò di nuovo contro Ken, stavolta centrandolo con una spallata e lanciandolo contro delle rocce, che si incrinaronò per l'impatto.
Raggiunto l'avversario, Diago prese a tempestarlo di colpi, ma improvvisamente un bagliore azzurro illuminò l’ambiente circostante, e un attimo dopo un potente fascio di energia investì Diago che, impreparato, venne lanciato indietro.

“Non era un attacco d’aura, è lui stesso ad avermi colpito e non l’ho nemmeno veduto.” Mormorò Diago mentre si rimetteva in piedi, dinanzi a lui la figura di Ken.
Il Maestro di Hokuto presentava qualche graffio e perdeva del sangue dalla testa e dalla bocca ma sembrava in perfette condizioni.

“Avanti Kenshiro, mostrami la tecnica che non mi mostrasti nel nostro ultimo duello, altrimenti non riuscirai mai a sconfiggermi”. Esclamò il fratello di Caio e Raul.

Ken sapeva che c’era del vero nelle parole del suo avversario, la loro forza era praticamente pari, ma poteva tentare una tecnica imperfetta, se non fosse riuscito a controllarla avrebbe potuto creare l’occasione giusta affinchè Diago l’uccidesse.

“Ti vedo indeciso, allora attaccherò io, prendi Kenshiro, la tecnica con cui ho avuto ragione di mio fratello Caio. RAFFICA DEI PUGNI INVISIBILI DEL GUARDIANO SHURA!”. Esclamò Diago.


Il guerriero, velocissimamente, si diresse verso Ken, tenendo le braccia in posizione rilassata penzolante, e lo superò, finendo la corsa alla sue spalle.
Meno di un millesimo di secondo dopo, i segni tondeggianti di centinaia di colpi comparvero su viso, torace, gambe e braccia di Kenshiro che sputando sangue venne scaraventato in cielo all’indietro, così da lontano da superare anche Diago.
Completamente tambureggiato di colpi, Ken si rimise faticosamente in piedi, trovandosi di fronte, a qualche metro di distanza il proprio avversario. Il Maestro di Hokuto era certo che le braccia di Diago non si fossero mosse, come aveva fatto a colpirlo?

“Allora Kenshiro, sei pronto? Ora tornerai in cielo dalla tua amata Julia. Da un saluto a Caio, Raul e Toky da parte mia. Uh uh uh”. Esclamò tronfio il Secondo Guardiano.

“Devo utilizzarla, non ho altra scelta. Un’altra raffica di quei pugni invisibili potrebbe mettermi seriamente in difficoltà e una terza potrei non sopportarla ”. Pensò tra se e se Ken prima di rimettersi in piedi. Rialzatosi, chiuse gli occhi e mise le mani in posizione di preghiera.

“RICHIAMO DELLO SPIRITO DEI FRATELLI DI HOKUTO!” Urlò Kenshiro, mentre ai lati del suo corpo, illuminato di una scintillante aura azzurra, comparivano, equamente divisi ai due lati, quattro sagome non del tutto definite… Le due al lato destro erano circondate, rispettivamente, da aura rossa chiara e gialla, mentre, le due alla sua sinistra, da aura viola e verde chiaro…

“Eccola” Osservò Diago per poi lanciarsi all’attacco con il braccio teso e con la chiara intenzione di colpire Ken con un pugno in pieno sterno.
In quel momento accadde qualcosa, delle 4 figure che circondavano Ken, quelle attorniate dalle aure di colore verde chiaro, rosso chiaro e viola scomparvero, mentre quella di colore giallo aderì perfettamente al suo corpo.
Ken utilizzò il dorso della propria mano sinistra per colpire la parte interna del gomito destro del suo avversario. Il colpo di Diago venne bloccato e il suo braccio si allargò spontaneamente, a quel punto Ken, con il taglio della propria mano destra, tentò di colpirlo al viso dal basso verso l’alto, diretto al collo ma Diago riuscì a evitarlo spostandosi all’indietro e rimediando solo un lunghissimo taglio che dallo sterno, tagliando a metà i vestiti, arrivava fino alla punta del naso.

“Il modo in cui ha mosso la mano sinistra per bloccare il mio colpo…non è da lui.”. mormorò Diago per poi lanciarsi nuovamente in avanti mentre Ken tornava a essere circondato dalle 4 figure.

Stavolta, delle 4 figure che circondavano Ken, quelle attorniate dalle aure di colore giallo, rosso chiaro e viola scomparvero, mentre quella di colore verde chiaro aderì perfettamente al suo corpo.

Il pugnò di Diago sembrò andare a segno pur tuttavia la figura di Ken continuò a ergersi li di fronte.
“Non è possibile, ti ho colpito… Come puoi non spostarti di un millimetro… a meno che… tu non abbia alterato lo spazio che ti circonda” notò scioccato il Secondo Guardiano.

In quel momento, dopo che le 4 figure tornarono a disporsi intorno a Ken, quella verde chiaro e quella gialla scomparvero, mentre quella viola e quella rosso chiaro aderirono perfettamente al suo corpo. Immediatamente dopo, Diago venne investito da una tempesta di pugni come mai ne aveva viste, né certamente subite. Era impossibile che una tale potenza provenisse dal solo Kenshiro, erano in tre a colpirlo, e due di quelle aure erano così simili alla sua.

Totalmente stravolto dall’impatto con i colpi avversari venne scaraventato in cielo con gli abiti in brandelli e grondante sangue.

Cercando di rimettersi in piedi esclamò “Non solo i Cento Pugni distruttivi di Hokuto di Kenshiro… nell’attacco di poco prima vi erano anche i “Pugni a ripetizione di Hokuto” di Raul e gli “Invincibili Colpi letali” di Caio…” mormorò scioccato Diago riverso al suolo per metà.

“Vedo che cominci a capire” disse Ken circondato dalle altre 4 aure.

“E scommetto che il modo in cui hai bloccato il mio pugno e poi procurato quel taglio è un’emanazione del potere di Toky, mentre il modo in cui hai distorto lo spazio per evitare di farti colpire è di Hyo.”.

“Esattamente. Vedi Diago, per quanto tu possa essere potente… NOI SIAMO I FRATELLI DI HOKUTO!!!! E SAREMO SEMPRE IN 5 CONTRO UNO”. Urlò Kenshiro.
 
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view post Posted on 28/8/2020, 11:14     +1   -1

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CAPITOLO 46 “UN ULTIMO AFFLATO”

Mentre Diago stava per essere travolto dai colpi combinati di Kenshiro, Raul e Caio, molto più a ovest, Khan si trovava a colloquio con cinque figure inginocchiate avvolte nell’oscurità.

“Miei prediletti allievi…” disse il Primo Guardiano.

“Maestro, vi siamo immensamente grati per averci convocati dopo anni trascorsi a nasconderci nell’ombra” disse la figura sita al centro dei cinque.

“Come vi siamo immensamente grati per averci addestrato alle tecniche Shura in gran segreto…” esclamò la figura sita all’estrema destra del gruppetto.

“La segretezza si è resa necessaria, non potevo permettere che Yorio, Rain, Diago e gli altri Shura scoprissero i nostri piani, ma adesso la situazione è completamente cambiata. Kenshiro sarà già morto, Diago è già stato sconfitto da me, gli altri Shura sono morti e, soprattutto, l’Imperatrice porta in grembo mio figlio. Non rimane nessuno a sbarrarci il passo. La sorella gemella, il generale di Gento, il vecchio Ruso e i due mocciosi di Nanto e Hokuto, tutti arroccati alla Capitale, non costituiranno certo un problema. Vostro sarà il compito di guidare l’avanguardia del mio esercito e di chiudere una storia che dura da più di 4000 anni. Ognuno di Voi potrà creare la sua scuola che costituirà la guardia personale della mia discendenza imperiale nei secoli a venire. SIDEUS!!!” Esclamò Khan rivolto all’uomo posto al centro del gruppetto.

“Si mio signore…” quasi sottovoce il guerriero.

“A te, che tra i cinque ti sei distinto per potenza e strategia militare, affido il comando supremo delle mie armate. Sarai il mio comandante in campo. Spazza via l’Impero e quello che resta di Gento, Hokuto e Nanto.”.

Diago si trovò piegato in avanti sulle sue ginocchia. Da quando aveva memoria mai nessuno era riuscito ad atterrarlo. Lo scontro con Khan e il precedente con Kenshiro avevano costituito una novità, eppure, stavolta la sensazione era ancora più incisiva e profonda.
La cicatrice che aveva in testa era stata l’unica offesa che il suo corpo ebbe mai ricevuto prima degli ultimi giorni.
La mente del Secondo Guardiano tornò indietro nel tempo a quando era un ragazzo.

“Figli miei, crescerete e diventerete forti. Quando sarà il momento distruggerete ciò che è rimasto di chi ci ha umiliato per millenni.”. Esclamò Yorio.

Lui e Rain, ancora ragazzi, entrarono in un’ampia sala illuminata da delle torce e si voltarono verso il loro maestro.

“La potenza di Hokuto, il nostro mortale nemico, è assimilabile a quella di mille frecce dirette verso di voi nell’oscurità, evitate quelle frecce e sarete cosi potenti da sconfiggere Hokuto.” Esclamò Yorio prima di uscire dalla stanza.

I due ragazzi rimasero soli e osservarono le torce spegnersi all’unisono.

Immediatamente dopo, nella totale oscurità, sentirono un fischio lunghissimo seguito dal rumore dello spostamento d’aria. Dopo qualche istante, le torce si accesero nuovamente.
Rain, presentava una freccia nella gamba sinistra e una nella spalla destra, mentre nessuna freccia aveva raggiunto Diago, o, almeno lui così credeva. Un lunghissimo e profondo taglio si aprì sulla sua testa, talmente profondo che né sarebbe rimasta la cicatrice. Una freccia l’aveva colpito di striscio.

“Non siete ancora pronti per sconfiggere Hokuto ma un giorno lo sarete.” Disse Yorio appena entrato nella stanza.

“Hokuto…” mormorò il giovane Diago.

Nel presente, il Secondo Guardiano realizzò che solo in quell’occasione si sentì impotente come adesso.
Kenshiro in piedi di fronte, circondato dall’aura di altri quattro guerrieri straordinari, e lui in terra.

“Ho commesso un grave errore nel sottovalutarlo, ma non posso lasciarmi sconfiggere così, la posta in gioco e troppo alta…” pensò Diago rimettendosi in piedi.

I due guerrieri si trovarono nuovamente uno di fronte all’altro. Fu lo Shura ad attaccare frontalmente a testa bassa e Ken gli andò incontro.
I pugni dei due guerrieri si scontrarono creando un’onda d’urto che si espanse in maniera circolare intorno a essi.
Mai dall’inizio dello scontro erano stati così vicini…

Pugno destro contro pugno sinistro, pugno sinistro contro pugno destro, arrivarono a colpirsi vicendevolmente con una testata in piena fronte, occhi negli occhi.
Entrambi sapevano che il primo che avrebbe rotto l’equilibrio avrebbe avuto l’occasione di vincere ma anche di creare l’occasione per essere sconfitto o, addirittura, ucciso dall’avversario.

“Il prossimo colpo sarà decisivo” pensarono Virgil e Ryu, mentre Bart, Ryhaku, Reina e la giovane Luce osservavano la scena con il fiato sospeso.

Fu Diago a fare la mossa che spezzò l’equilibrio, facendo leva sul proprio pugno destro, teso e attaccato al pugno sinistro di Ken, si spostò indietro di un passo e alzò il proprio braccio destro a caricare, dietro la corrispondente spalla, il colpo che gli avrebbe dato la vittoria mentre Ken rimase immobile.

“Kenshiro riuscirò dove i miei fratelli hanno fallito, in questo pugno c’è tutto il mio essere, tutta l’infinita forza di un uomo che ha superato la propria condizione fino a elevarsi a Dio del combattimento…” Urlò

Ken rimase immobile osservandolo, pochi centesimi di secondo che, tuttavia, apparirono come un’eternità…

“PRENDI KENSHIRO!!!!!!” Urlò Diago nello scagliare il proprio pugno destro, dall’alto verso il basso, contro il volto del Maestro di Hokuto.
Ken attese il più possibile, a meno di un millesimo di millimetro dal ricevere il colpo dell’avversario, compì un movimento tanto impercettibile quanto veloce con la testa che gli permise di evitare il colpo di Diago che andò a vuoto sopra la sua spalla sinistra.
Ken abbassò il braccio destro per caricarsi, il suo pugno, ricoperto dal guanto di Ain, iniziò a brillare di scintillante luce azzurra, intorno al quale vorticavano altri quattro pugni ricoperti da luce gialla, rossa, verde e viola.
In meno di un centesimo di secondo, i quattro pugni aderirono, unendosi, al suo.
Il Maestro di Hokuto scagliò il proprio pugno dal basso verso l’alto puntando al centro del petto dell’avversario.
Diago tentò di arrestarne la potenza con il palmo della mano sinistra che però non resse all’impatto e venne letteralmente trapassato, qualche millesimo di secondo prima che il pugno di Ken colpisse in pieno petto il Secondo Guardiano.
Proprio nello stesso punto in cui aveva colpito i suoi fortissimi fratelli, Raul e Caio, evidentemente al destino, in quell’occasione, non mancò il senso dell’umorismo.

Poi fu il silenzio.

I presenti non riuscirono a comprendere cosa fosse successo, era accaduto più velocemente della velocità della luce.

Il pugno di Ken si trovò al centro del torace di Diago che sputò sangue dalla bocca.
Quando il Maestro di Hokuto ritirò il pugno, lasciando al centro del torace dell’avversario una sorta di fossa, simile a quelle procurate a Raul e Caio, il Secondo Guardiano cadde in avanti atterrando sulle ginocchia.
Cercò di rimettersi in piedi e di stringere il pugno destro, ma, immediatamente dopo la contrazione muscolare, il suo organismo cedette e i vasi sanguigni esplosero superficialmente tutti insieme generando una vera e propria fontana rossa.

Il Secondo Guardiano ricadde nuovamente in ginocchio.

“E’ incredibile, è riuscito a sconfiggermi… Nessuno ci era mai riuscito… La mia potenza, io, Diago, sono completamente diverso da Raul e da Caio, né schiavo dell’amore, né dell’odio… non ho mai avuto debolezze, se mi ha sconfitto, semplicemente, vuol dire che è più forte di me…”.

I due avversari si guardarono…

Diago, ancora in ginocchio prese la parola “Mi hai sconfitto… uccidimi pure, non ha più senso che io viva…”

Ken rimase qualche secondo in silenzio, poi rispose “No… Non da solo… ti abbiamo sconfitto in cinque… da solo non ci sarei mai riuscito… tu mi hai insegnato la più grande lezione della mia vita…”

“Quale?” Domandò il Secondo Guardiano…

“L’umiltà…” Rispose Kenshiro, poi continuò “Dopo aver letto la stele a Palazzo Raseiden, credevo, ormai, di essere diventato imbattibile, il numero uno sul campo di battaglia, ma mi ero sbagliato… La prima sconfitta che ho subito da te mi ha ricordato che per quanto si possa diventare forti, c’è sempre qualcuno che lo è di più. Esattamente come per affrontare i miei fratelli ne ho dovuto apprendere altre…”

“Capisco… per misurarti Toky dovesti superare la riconoscenza che nutrivi per lui, per affrontare Raul l’ammirazione che fin da bambino provavi nei suoi confronti, per fronteggiare Hyo dovesti mettere da parte l’amore fraterno che vi univa e, infine, per combattere Caio, dovesti mondare il tuo cuore dal rancore nei suoi confronti…” rispose Diago.

“Anche tu sei stato degno dei miei migliori avversari… se non fossi riuscito ad avere accesso al tempio sommerso sotto le sabbie non avrei mai saputo combinare le mie tecniche con i segreti arcani… Una lezione di umiltà che non dimenticherò mai…”

“Uh… adesso conosco tutto. Conquistare il cielo non mi è mai interessato, volevo dimostrare al mondo e a me stesso che, nonostante il destino mi avesse negato di far parte di Hokuto, ero comunque riuscito a superare i miei fratelli… sconfiggendoti li avrei superati… e sconfiggendo Khan avrei raggiunto ciò che loro non erano mai riusciti a diventare… diventare l’uomo più potente del mondo…”.

“Per questo mi hai salvato da Khan e mi hai condotto da Luce affinchè potesse guarirmi… volevi essere tu a sconfiggermi…” constatò Ken…

“Ken, avanti, dammi il colpo finale…” sorrise il Secondo Guardiano…

Ken osservò l’avversario… poi gli si rivolse “Diago, combattendo con Abel, ho scoperto che la Scuola Shura ha il potere di annullare i colpi di Hokuto… Sei in grado di sopravvivere… va pure e riprendi le forze, un giorno ci affronteremo di nuovo…” esclamò Ken…

Bart rimase allibito, “Ken, sei impazzito?” mentre gli altri presenti, Virgil, Ryhaku, Reina, Ryu e Luce rimasero in silenzio… avevano capito…

“Intendi lasciarmi andare via… è incredibile… io non avrei avuto alcuna pietà nei tuoi confronti…” sorrise Diago rimettendosi faticosamente in piedi…

“Solamente, sarebbe un peccato se un uomo straordinario come te morisse qui… del resto se non fosse stato per te, sarei io a essere morto…” rispose Ken…

Diago si diresse verso uno dei cavalli e gli salì in groppa mentre Ken l’osservava per poi prendere la parola “Dove andrai, Diago?”

“C’è un ultimo avversario da affrontare, che poi è anche il tuo…” rispose il Secondo Guardiano…

“Diago, come pensi di poterlo contrastare nelle tue condizioni?” gli chiese il Maestro di Hokuto…

“Ken, dimentichi che la tua Scuola ha avuto origine dalla mia… So che nella Divina Scuola vi hanno insegnato a concentrare tutte le energie della vita in pochi minuti…” rispose Diago

“I punti di pressione sekkatsu…” mormorò Ken…

“Anche nella mia arte è presente questa possibilità… innalzerò le mie potenzialità al massimo e affronterò Khan…ma lascia che ti dica una cosa Kenshiro…”

“Dì pure…”

“Unendoti agli spiriti di Caio, Raul, Hyo e Toky sei diventato ancora più potente, ma non lo sei abbastanza da affrontare le tecniche oscure…”

“Cosa intendi?”

“I nostri due nonni furono acerrimi rivali, si affrontarono fino allo spasmo, eppure il rivale ultimo del grande Kenshiro Kasumi non fu Zong Wu Liu, ma KenShin, anche egli, come Khan, padroneggiava, seppur a un livello di molto inferiore, tecniche oscure…”

“Cosa mi stai dicendo, Diago?”

“Solo la luce può rischiarare l’oscurità, forse il fatto che tu abbia dato quel nome a tua figlia è un segno del destino… uh uh…”

Ken rimase in silenzio osservando Diago che si allontanava, ma, questi esclamò “Ken, hai raggiunto un tale grado di illuminazione che ti è possibile interagire con le anime dei defunti… trova la tomba di tuo nonno, Kenshiro, e apprendi la tecnica definitiva della Divina Scuola di Hokuto, la tecnica che viene tramandata unicamente al successore e che il tuo Maestro, Ryuken, non ti ha potuto tramandare poiché tuo nonno non fece in tempo a insegnargliela… Con quella forse ti sarà possibile rischiare l’oscurità… Addio, Kenshiro…”

“Addio, Diago, anche tu saresti stato uno dei miei fratelli…”

Ryhaku osservò la scena pensando “E’ incredibile, sa di dirigersi verso morte certa e non mostra il minimo cedimento… intende dare la vita per dimostrare di essere un vero uomo e un vero guerriero…”
 
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view post Posted on 15/9/2020, 17:49     +1   -1

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CAPITOLO 47 “L’ULTIMA ALBA”

Mentre Diago si trovava ormai a grande distanza dal luogo dello scontro, Kenshiro si ritrovò a colloquio con Riahku.

“Rihaku dove è sepolto mio nonno Kenshiro? Al Palazzo dell’Aura combattiva di Hokuto non vi era traccia delle sue spoglie.”. Chiese il Maestro di Hokuto.

“Ken purtroppo stavolta le mie conoscenze non mi aiutano. Ryuken non ne parlò mai..”

“Allora siamo senza speranza.”.

“Non è detto. Magari, Jukey potrebbe averlo saputo da Ryuken e comunicatolo a Ruso. Ma per saperlo dobbiamo tornare alla Capitale.”.

Ken annuì.

In quel momento, Luce prese la parola “Padre, siamo stati separati troppo a lungo, permettimi di venire con te.”

Ken si ritrovò a riflettere, ma l’intervento di Ryu “Zio Ken, tua figlia sarebbe sicuramente più al sicuro alla Capitale che qui, adesso che la notizia della sua ascendenza potrebbe diffondersi…” lo aiutò a prendere una decisione positiva. Sorrise alla propria figlia e il gruppo al completo si preparò ad affrontare i due giorni di cammino che lo separava dalla Capitale Imperiale.
Salutati il decano e gli abitanti del villaggio, Luce partì insieme al padre.

Trascorsero 2 giorni.

Diago era dovuto intervenire sul proprio corpo per annullare gli effetti del colpo di Ken.
Era ovvio, per come detto da Abel, sarebbe stato assurdo se l’arte primigenia non avesse conservato la possibilità di annullare gli effetti delle proprie tecniche derivate.
Eppure… il Secondo Guardiano si sentiva ridotto ai minimi termini e aveva capito che mai sarebbe riuscito a recuperare l’antica forza, inoltre, se non era riuscito a sconfiggere Khan alla propria massima potenza, non avrebbe certo avuto qualche possibilità adesso.
Esisteva solo un modo, interiorizzare una tale quantità di energia che gli avrebbe consentito, non soltanto di recuperare l’antica potenza, ma addirittura di superarla.
Certo, un prezzo sarebbe dovuto essere pagato, una tale condizione non sarebbe durata che due, massimo tre, giorni, dopo di che avrebbe consumato tutte le proprie energie vitali e sarebbe morto.
Riflettè a lungo su questa eventualità e prese la sua decisione.

Nel frattempo, alla città degli Shura, Sideus, colui il quale Khan aveva investito del ruolo di comandante in campo attendeva di essere ricevuto dal proprio Maestro e signore.

“Dì pure, Sideus”

“Sommo Maestro, l’esercito è pronto. Ben diecimila soldati, gli ultimi, circa una decina, di cavalieri Shura e noi Cinque siamo pronti a muoverci alla volta della Capitale Imperiale…”

“Molto bene, Sideus, potrete partire appena pronti.”.

“Ecco, mio signore, ci sarebbe dell’altro…”

“Ovvero?”

“Le nostre spie ricognitive ci hanno comunicato come Kenshiro sia ancora vivo…”

"COSAAAAAAA?… dovrebbe essere morto! E’ caduto sotto i miei colpi proprio qui, nella nostra città, i tre giorni di vita che concede “Il tocco della morte nera” sono ampiamente trascorsi!" sibilò Il Primo Guardiano, alzandosi dal trono "Eppure Diago mi aveva avvertito, deve essere merito del potere della Natura Madre di Nanto, non c'è dubbio! Ma come può essere? Nanto non è che un mero ricordo ormai, a meno che… la mia teoria non fosse giusta!!"

“E c’è dell’altro Maestro…”

“Avanti, parla!!!”.

“Sembrerebbe che, appena ripresosi, Kenshiro avrebbe ingaggiato combattimento contro Diago e che entrambi siano vivi.”.

Queste parole furono accompagnate dal vorticare dell’aura di colore nero del tiranno, e, dopo aver riflettuto in silenzio per qualche secondo, Khan si avviò verso l'uscita della sala del trono "Qualsiasi miracolo lo abbia salvato, non si ripeterà! La sua testa finirà sul mio trono, e ridurrò il suo corpo in cenere di cenere con le mie stesse mani! Dopo mi occuperò anche di Diago" esclamò.

"Mio signore…" lo chiamò rispettosamente Sideus, facendolo fermare e voltare con sguardo adirato.

"Non è necessario che vi sporchiate voi stesso le mani, non ora che tutti noi siamo riuniti qui sotto il suo comando!" iniziò il guerriero, badando bene a non incrociarne gli occhi per timore che la paura gli facesse tremare la voce "Lasciate a noi, i suoi prediletti allievi, il compito di sbarazzarsi di quei due miserabili, come prova del nostro valore!"

"Sideus ha ragione, o sommo sovrano! Troppo a lungo abbiamo aspettato nell’ombra! Noi, i suoi cinque discepoli bramiamo di poter dimostrare il nostro valore. Questi due uomini, che, sfidando il vostro potere, sono più che mai adatti a dimostrare la nostra potenza!" l'appoggiò un'altra figura appena penetrata nella sala del trono, sorridendo sinistramente al pensiero di un possibile massacro.

“Basin… come osi scavalcarmi mentre discuto con il sommo Khan…” pensò Sideus osservando il compagno appena entrato, ma preferì non creare ulteriori malumori al Primo Guardiano, decidendo di non proferire parola

Titubante, Khan valutò la cosa per alcuni secondi, prima di esclamare “NO”

“Ma perché?” Domandarono unitamente i suoi due sottoposti…

Sedutosi, Khan fissò i due guerrieri "Non sono avversari alla vostra portata. La precedenza assoluta va alla Capitale Imperiale.”.

“Ma mio signore, se quei due si sono scontrati, magari saranno malridotti e…”

“BASTA COSI’ SIDEUS! NON OSARE PIU’ DIRE UNA SOLA PAROLA!” Tuonò Khan mentre un sorriso impercettibile comparve sul volto di Basin, felice dei rimproveri portati contro Sideus…

“Mi perdoni…” esclamò, con il capo in terra, il guerriero cui era stato affidato il comando dell’esercito.

“Attieniti agli ordini e ricorda, Khan non ha alleati ma solo sottoposti e può distruggerli con la stessa facilità con cui gli ha creati…”

“Si mio Maestro…”

“Basin… prima che tu parta, ho una missione da affidarti…” Disse il Primo Guardiano rivolgendosi all’altro suo allievo presente in quella stanza, suscitando un sentimento di sorpresa in capo a Sideus che però non emesse un solo respiro nonostante la profonda inquietudine…

“Si…” di rimando Basin

“Se Diago è vivo, non credi che sia giusto che torni da noi, alla nostra città?” Domando sarcasticamente il Primo Guardiano che poi continuò “Fagli arrivare voce che la nostra armata al completo sta per partire alla volta della Capitale Imperiale e che io resterò qui da solo…”

Basin annuì malignamente non risparmiando un’occhiata di disprezzo a Sideus.

“Non posso permettere che Diago si allei e unisca le forze con i ribelli, ciò potrebbe causare un considerevole ritardo nella vittoria finale…” pensò tra sé e sé il Signore degli Shura.

Basin uscì dalla sala del trono ed entrò in una sala adiacente ove convoco due cavalieri Shura…

“Dite pure Comandante Basin…” esclamò uno dei due.

“Il traditore Diago è arroccato al castello che fu di Doros. Siamo certi che non sia più in possesso dei suoi poteri, dopo il combattimento con Kenshiro è mezzo morto, in quelle condizioni, ucciderlo è solo un fastidio. Il nostro signore Khan vuole affidare a voi due l’onore di dargli il colpo di grazia mentre noi ci dirigeremo alla Capitale Imperiale. Se farete velocemente, potrete partecipare anche al massacro di quel che resta di Gento, Hokuto e Nanto.”.

“Comandante, siamo onorati di vederci affidata questa missione.” Risposero in coro i due cavalieri Shura.

Basin sorrise malignamente osservando i due uscire dalla sala, diretti a far visita a Diago.

“Sei più viscido di un serpente. Stai mandando quegli uomini al massacro” Esclamò una voce terza che proveniva da una figura, anch’essa avvolta nell’oscurità che era appena uscita dalla sala del trono.

“Generale Sideus…” mormorò con un sorrisino Basin.

“Come hai osato interferire nel mio incontro privato con il sommo Khan?”. Lo rimproverò Sideus

“Ma, Generale, non era mia intenzione scavalcarti. Il Maestro è stato chiaro, sei tu al comando. Ho solo offerto una soluzione più rapida per agevolare il disegno del Sommo. Del resto, l’importante è che la missione si compia o sbaglio? Quei due cavalieri Shura attaccheranno Diago e saranno massacrati, non prima però di aver confessato i nostri piani… Diago, certo di non trovare resistenza verrà qui e il nostro signore lo distruggerà, ben prima che possa balenargli l’idea di unirsi con Kenshiro e i ribelli.” rispose malignamente Basin.

“Cosa intendi?” Di rimando Sideus

“Ho come l’impressione che il Maestro abbia fretta di affrontare Diago per questo… ma è solo una mia supposizione…” sorrise malignamente Basin.

“Mmm…”

Proprio in quel momento, altre tre figure avvolte nell’oscurità, entrarono in quella sala…

“Sideus, siamo pronti a partire, tutto l’esercito aspetta i tuoi ordini” esclamò uno dei tre nuovi arrivati.

“Molto bene, Fanir…comunica che tra meno di un’ora saremo in marcia verso la Capitale Imperiale…” rispose Il Generale.


Nello stesso frangente, alla Capitale Imperiale, il gruppo si trovò riunito.
Lynn, in veste di Sovrana reggente, seppur ancora in ansia per il destino della sorella, non potè trattenere lacrime di gioia nel vedere Ken guarito.
Sia l’imperatrice che il resto della Corte furono colpiti da una grande sorpresa nello scoprire quanto la figlia di Ken assomigliasse a Julia.

Messi i compagni al corrente degli ultimi avvenimenti, tutti, Ken, Luce, Lynn, Bart, Milo, Saiya, Ryu, Seian, Veler, Rihaku, Reina, Aily, e Mamiya, queste ultime due appena ritornate, si voltarono in direzione di Ruso nella speranza che sapesse ove fosse stato sepolto Kenshiro Kasumi, nonno di Ken.
L'attenzione di tutti si spostò sull’anziano Maestro della Scuola di Hokuto Gemmy, ma quest'ultimo rimase in silenzio per interminabili secondi, con gli occhi chiusi e lo sguardo basso. Tutti i presenti osservarono il loro compagno, consci che molto, praticamente tutto, dipendeva dalla sua risposta.

Quando finalmente Ruso aprì gli occhi, la sua espressione era cupa. "No!"

Più di una volta nel corso delle loro battaglie i guerrieri si erano resi conto del profondo potere che è nascosto nelle parole, capaci spesso di rivelarsi armi anche più affilate dei colpi segreti, ed infatti quella semplice sillaba fece calare su di loro un velo di sconforto e smarrimento.

"A quanto so, Kenshiro Kasumi affrontò il suo rivale ultimo, il Maestro dal doppio stile, Hokuto e Yin-Tento, il geniale KenShin, presso un antico tempio abbandonato. Nonostante la vittoria ottenuta, tuttavia, il leggendario Kenshiro morì comunque. Egli era già condannato dal colpo ricevuto al punto di pressione che concede tre giorni di vita. Dove sia morto, neppure Ryuken, suo fratello, ne era a conoscenza.”.

A questa ultima frase, Mamiya e Aily vennero attraversate da un brivido lungo la schiena…

Ruso capì, “Si, lo stesso che Raul utilizzò per condannare a morte certa Rei dell’uccello d’acqua di Nanto.” Chiudendo gli occhi

“Sai almeno dove si trova questo tempio?” Chiese Ken.

“Si, questo posso dirtelo…Ma dubito che la tomba si trovi lì. A quanto si dice, dopo aver sconfitto l’avversario, Kenshiro volle adagiarsi su una radura per osservare il cielo prima di morire”.

“Ruso, indicami il luogo dell’ultimo combattimento di mio nonno. Al resto penserò io.”.

“Come vuoi Kenshiro, il tempio si trova sito al centro perfetto tra nord e sud della antica via della seta…”

“Molto vicino alla città di Khan, se avrò successo, mi recherò direttamente ad affrontarlo, allora…”

Tutti annuirono.

Passò qualche ora, mentre l’esercito Shura si trovava in marcia, sulla Capitale calò il sole.

Ognuno nelle proprie stanze si ritrovò assorto nei propri pensieri.

Appoggiato al bordo di pietra di una delle balconate del palazzo, Rhaku del mare osservava malinconicamente il cielo.

"Raul… Toky… Falco… dei guerrieri come voi avrebbero meritato ben altro destino. Neppure le vostre spoglie ci è stato concesso onorare. Siete lontani ormai… insieme a Shew, Fudo, Rei, Hyo e tutti i compagni e amici che abbiamo perso in questi anni così bui! Ma portate pazienza… chissà quanti di noi presto saranno a farvi compagnia…" pensò con cupa ma anche determinata rassegnazione.

Ad un tratto, qualcosa lo strappò dai suoi pensiero. Emergendo da sotto un arco, Bart era uscito a sua volta sulla balconata, andandosi a poggiare sul bordo accanto a lui.

"Neanche tu riesci a dormire?" gli domandò l’anziano con un sorriso tirato, non potendo fare a meno di notare l'espressione serie e contrita del ragazzo.

"No… non è più un ragazzo… è un uomo ormai, e un vero guerriero…" si corresse tra se e se, ripensando al giorno del loro primo incontro, quando Kenshiro lo affidò a lui dopo aver sconfitto Raul… Un sorriso un pò più spontaneo del precedente gli si disegnò sul viso.

“Non credo ci sia qualcuno che possa dormire, stanotte. Troppa tensione da affrontare… troppi saluti da fare. Il piano di Ken è sensato… ma quanto vorrei che non fosse necessario. Si dirigerà a combattere contro un nemico che rasenta l'invincibile…" disse il ragazzo dando fiato ai suoi timori.

Per qualche minuto, i due rimasero così, in silenzio uno accanto all'altro, ciascuno perso nei propri pensieri. Poi Bart sorrise, attirandosi uno sguardo incuriosito del ragazzo.

"Ricordavo i giorni della ribellione contro Jaco… un gruppo di ragazzini, guidati da un anziano che sfidarono l’Impero… " spiegò.

“Eravamo convinti di aver già perso… eppure poi riapparse lui… non temere Bart, Kenshiro riuscirà anche stavolta.”.

I due si sorrisero.

In un’altra parte del castello, Ryu e Reina si trovarono uno di fronte all’altra…

“Madre…”

“Bambino mio… Sono molto orgogliosa di te, ti sei sempre contraddistinto per il tuo grande valore, Kenshiro è molto fiero di te, anche tuo padre, Raul, lo sarebbe… Un giorno sarai tu il successore della Divina Scuola…”

Madre e figlio si gettarono in un lunghissimo abbraccio.

Il giovane Seian dello sparviero di Nanto si trovò assolto nei suoi pensieri. Quante cose erano accadute negli ultimi giorni, la morte dei suoi compagni, la scoperta della vera identità di Lysa, l’incontro con il Salvatore e lo scontro con Ryu. L’attacco di Rain e la fuga con Lynn per eseguire un ordine dell’imperatrice.
Si era sinceramente innamorato dell’attuale reggente, ma aveva capito che i suoi sentimenti non sarebbero mai stati contraccambiati.
Fu in quel momento che venne ridestato dall’arrivo di un uomo anziano.

“Giovane stella di Nanto” esclamò Ruso

“Maestro di Hokuto”. Rispose Seian.

“Sono solo un Maestro di uno stile minore di Hokuto, la vera Divina Arte è quella che appartiene al Maestro Kenshiro.” Poi continuò “Ho saputo del tuo combattimento con Ryu. Finito in parità. Devo farti i miei complimenti.”.

“Non prendetemi in giro, Maestro, mio padre me lo diceva sempre, tra i 108 stili, solo la Fenice può competere con la Divina Scuola. E io non sono certo la Fenice di Nanto.”.

“No.. ma sei comunque molto dotato, solo una volta, prima di adesso, Gento, Hokuto e Nanto si sono coalizzate, io lo so, io c’ero. Ci sarà bisogno anche della Scuola del Sud in questa battaglia finale. Ricordalo, ragazzo.” Disse Ruso andando via.

Seian sorrise di gratitudine.

All’esterno del Palazzo, tra la prima e la seconda cinta muraria, il generale d’argento, Veler stava passando in rassegna le truppe.
I suoi occhi si poggiarono su un soldato, non doveva avere più di 16 anni..

“Hai le braccia un pò sottili, sicuro di essere un guerriero?" gli chiese il Generale

il ragazzo, un po’ intimorito, “Mio signore, mio padre faceva parte della guardia personale del Generale Falco, fin da bambino il mio sogno è stato entrare nell’esercito per proteggere l’Imperatore…”

“Dov’è tuo padre?”

“Morto, mio signore…”

“Combatti per lui, allora.”. Esclamò il generale.

“SIII”

Poi Veler tornò ai suoi pensieri “Falco, Sorya, Shocky… voi non ci siete più, io sono senza un braccio e l’Imperatrice è in mano ai nemici… se Kenshiro fallirà, sarà la fine di tutto, ma io, l’ultimo generale di Gento continuerò a combattere finche avrò vita.”.

All’interno del palazzo, Kenshiro si trovava insieme alla figlia, Luce, nelle sue stanza, mancavano poche ore all’alba, alla sua partenza, quando sentì bussare alla porta. Colei che attualmente rivestiva il ruolo di reggente dell’Impero, Lynn, si trovava sulla soglia.
Luce capì e sorridendo tanto al padre quanto all’Imperatrice facente funzioni, uscì.

"Oh, Ken, quanto ho sentito la tua mancanza! Quante volte ho sussurrato il tuo nome tra le lacrime, nelle ultime notti, a metà tra la veglia e il sonno!" confidò con voce rotta "Perdonami se ti rubo del tempo prezioso che vorresti passare con tua figlia…"

"Non preoccuparti!" la rassicurò il Maestro di Hokuto, contraccambiando l'abbraccio, anche se con qualche attimo di esitazione "Essere sovrano è difficile… ben più difficile dell'essere guerriero! Dovrai sempre essere forte…" sussurrò accarezzandone i capelli.

"Quando ti ho visto in quello stato di trance, con gli occhi spenti, ho creduto che tutto fosse perduto… che fosse solo una questione di tempo! Ma nel momento in cui vi ho visti tornare, è stato come se avessi sentito rinascere la speranza. E tu sei ancora una volta al mio fianco! So che è follia viste le circostanze… ma non posso fare a meno di essere felice ora! Credevo che mai più avrei potuto averti vicino, godere della sicurezza che la tua presenza emana!" proseguì la donna, concedendosi un sorriso ed appoggiando teneramente la guancia sul petto del Maestro di Hokuto.



"Tu… sai quel che provo per te… non è vero? Quel che ho sempre provato?" domandò la ragazza in un sussurro, staccandosi da lui, inclinando il capo chiudendo gli occhi ed alzandosi sulle punte dei piedi.

"Quello… che proviamo tutti e due…" sussurrò Ken, chiudendo a sua volta gli occhi, e i due scambiarono un bacio appassionato.

In quel momento, non erano più i giovani che si erano incontrati nel villaggio attaccato da Zeta, protetta e protettore, ma solo due esseri umani che troppo a lungo avevano nascosto l'amore che li univa.
Caio, prima della battaglia con Ken, aveva intuito correttamente.
Ma fu solo un secondo. Poi Ken si staccò da lei, volgendole rapidamente le spalle per non incrociarne lo sguardo.

"Non farlo, Lynn, ti prego… non donare a me il tuo cuore! Sarebbe come gettarlo via… E non potrei sopportare l'idea di vederti soffrire! Come sette anni fa, sull’isola dei demoni, anche stavolta non potrò renderti felice” sussurrò tra i denti.

Colpita da questo repentino cambiamento, Lynn barcollò.

"N… non capisco… è per la battaglia contro Khan? per questo?…" iniziò, ma Ken scosse la testa, continuando a voltarle le spalle.

"E allora cosa? Spiegati, ti prego!" lo supplicò la sorella dell’Imperatrice

"Il…destino di Hokuto… ho compreso che Khan è un avversario terribile!" ammise alla fine il Maestro della Divina Arte, quasi con voce triste.

"C… che vuol dire?" ansimò la ragazza, appoggiandosi a una colonna, improvvisamente incapace di reggersi sulle gambe.

“Luce e buio, rappresentano le due facce dell’universo, una non può esistere senza l’altra, questo ho capito. Anche se dovessi acquisire la tecnica definitiva della Divina Scuola, so per certo che per sconfiggere Khan serve qualcos’altro.”.

“Cosa????”

“La mia vita… Per sconfiggere Khan, dovrò sacrificare la mia vita…”.

Lynn rimase attonita, copiose lacrime le rigarono il volto. I due si guardarono, fu un colpo leggero sulla porta ad interrompere il silenzio. Un attimo dopo, Virgil entrò nella stanza “volevi vedermi Kenshiro?”

“Lynn, perdonami un istante” disse Ken dirigendosi fuori dalla stanza per colloquiare con Virgil.

“Devi farmi un favore” disse il Maestro di Hokuto

“Farò qualsiasi cosa”

“So che non sei più un nemico, ti prego, se io non dovessi tornare, proteggi tu Luce, Lynn, Bart e Ryu.”

“Grazie per la tua fiducia, ma tu tornerai. E un nuovo periodo di pace nascerà.” Di rimando l’ormai ex Shura.

Ken, dopo aver sorriso all'alleato, rientrò nella stanza e chiuse la porta. I due si guardarono.

Il Maestro di Hokuto osservò attentamente la donna che aveva di fronte.
L’Imperatrice reggente era splendida in un vestito bianco come la neve, con fregi in oro, e portava sulla testa la il diadema imperiale, la stessa che sua madre e tutte le sue antenate prima di lei avevano indossato, sin dai tempi più antichi. D'argento ma splendente come il ghiaccio, che risaltava sui capelli castani e gli occhi color fuoco della fanciulla.

Kenshiro e Lynn si abbandonarono all’amore, accettando i loro sentimenti.
Il Maestro di Hokuto si rese conto che Julia non gliene avrebbe voluto, anzi, il suo unico grande amore, in punto di morte, l’aveva pregato affinché dopo di lei, scegliesse Lynn.

Qualche ora dopo, con il sorgere del sole, Ken in sella a Re Nero davanti ai cancelli della Capitale, salutò i propri compagni scambiando un abbraccio con la figlia Luce e uno sguardo triste con Lynn.

Rhiaku prese la parola “Le speranze dell’umanità sono riposte in te, Ken, oggi come non mai”.

Con un cenno del capo, il Maestro di Hokuto si mise al galoppo verso ovest mentre copiose lacrime rigarono il viso di Lynn e Luce.

Per un paio d’ore la Capitale Imperiale sprofondò nella più totale quiete, finchè una coppia di soldati a bordo di una jeep, usciti in ricognizione, non iniziarono a suonare il clacson del
mezzo al fine di farsi aprire i cancelli.
In visibile stato di agitazione e quasi senza fiato chiesero di farsi ricevere dall’Imperatrice reggente e Veler.

Le notizie comunicate erano agghiaccianti, un esercito, un enorme esercito di Shura, in meno di un giorno sarebbe stato sulla Capitale.

Tutti guardarono Lynn, che esclamò “Combatteremo, li respingeremo e vinceremo!!!”
 
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view post Posted on 17/9/2020, 16:27     +1   -1

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CAPITOLO 48 “L’INCONTRO VOLUTO DAL DESTINO”

Erano passate, ormai, diverse ore da quando Kenshiro si era allontanato dalla Capitale, i suoi compagni, avvertiti dell’avanzare dell’esercito Shura si ritrovarono riuniti a consiglio nella sala del trono.
Erano rimasti tutti un po’ scossi dalla determinazione mostrata da Lynn in veste di reggente, eppure, mai come adesso, erano consapevoli che il rischio che affrontavano era enorme.

“Che dimensioni ha l’esercito nemico” chiese Rihaku ai due soldati che l’avevano avvistato.

“Mio signore, almeno 10.000 uomini.”

Tale risposta fece letteralmente rabbrividire i presenti. Seguì un lungo silenzio, poi Lynn prese la parola, “Generale Veler, di quanti soldati disponiamo?”

L’argenteo generale di Gento restò un attimo in silenzio, poi rispose che “Maestà, considerando i soldati imperiali, gli ex componenti dell’Armata di Hokuto e i presenti, circa 300, 350 al massimo.”.

Al chè, tutti abbassarono lo sguardo, ma il Generale d’Argento, consapevole che il calar dello sconforto avrebbe coinciso con la scomparsa dell’Impero, continuò “Ciò non toglie che potremmo vincere, le mura sono state ricostruite e da quello che sembra i nemici non hanno a disposizione mezzi motorizzati. Disponiamo di tre cinte murarie concentriche, il che vuol dire che il numero dei nemici potrebbe rilevarsi esso stesso un problema per loro.”. Per poi concludere “Avete ben detto, Altezza, le vostre sono state le parole di una vera regina, li respingeremo e li sconfiggeremo. Io, l’ultimo Generale di Gento sono fiero di esservi fedele! Qualsiasi sorte ci attenda, le andremo incontro con un sorriso nel cuore e una spada nel pugno!"

Sollevata Lynn si rivolse agli altri presenti, “Ryu, Maestro Ruso, Seian e tu Guerriero Shura,
non è la vostra guerra, non ho autorità su di voi, ne diritto di mettere in gioco le vostre vite. Ciononostante vi chiedo… siete disposti ad aiutarci?”.

Il primo a prendere la parola fu l’anziano Maestro della Scuola di Hokuto Gemmy, “Imperatrice, già una volta combattei insieme agli esponenti delle altre scuole maggiori per respingere il pericolo Shura, i miei compagni di un tempo, Ryuken, mio fratello Jukey, Koryu, il prode Nibbio della Luce Dorata e Ogai mi aspettano all’altro mondo, sono l’ultimo della precedente generazione, finchè avrò vita, onorerò la causa Imperiale e la memoria dei miei compagni”.

“Per mio padre, il Grande Raul, io, Ryu combatterò al fianco di tutti gli uomini qui presenti per salvare il Mondo sprofondato nel caos” disse il giovane allievo di Kenshiro mentre copiose lacrime rigarono il volto di sua madre, Reina.

“Lynn, già una volta promisi di proteggerti, è il momento che anche Nanto si risvegli e faccia fronte comune” rispose Seian dello Sparviero di Nanto.

"Io… non posso parlare che per me. Non ho mai avuto compagni da affiancare, avendo sempre rifiutato la simpatia altrui. Ma forse li troverò in questa battaglia e poi ho promesso a Kenshiro di difendervi. Per quel che vale, prendete pure la vita di Virgil, la offro volentieri…" aggiunse lo Shura. Osservandolo, Ryu non potè fare a meno di pensare quanto fosse diverso l'uomo che ora sedeva con lui al tavolo, dal guerriero sicuro di se e della propria intelligenza che aveva incontrato con Kenshiro mentre si dirigevano da Abel.

“La decisione è presa dunque, Veler, a te illustrare i piani” Lynn osservando il Generale d’Argento che annui per poi esporre "La nostra priorità" - iniziò, restando in piedi a capotavola - "sarà impedire alle truppe di penetrare all'interno del secondo cerchio di mura. Finchè potremo sfruttare le difese esterne, la loro superiorità numerica sarà inutile, e anzi gli si ritorcerà contro, rendendo caotici i loro movimenti! Se però dovessero entrare, la situazione si ribalterebbe e ci ritroveremmo accerchiati, senza via di scampo! Per questo motivo, sarà vitale disporci adeguatamente in campo… Le truppe imperiali sono per lo più composte da quelli che erano i soldati di Falco, abili e valorosi, dotati di un'abilità guerriera affinata da un duro addestramento militare, ma sono anche privi di tecniche di combattimento che gli rendano possibile affrontare più nemici contemporaneamente, per questo è necessario che siate voi a sostenere l'urto degli assalti nemici! Specie se, come temo, non è solo contro soldati semplici che dovremo lottare!".

"Crede che non saranno solo loro a muoverci guerra?" intervenne Ruso.

"Vorrei… che fosse così, le nostre speranze sarebbero decisamente maggiori contro un esercito privo di qualsiasi disciplina, che ha solo nel numero la sua forza, ma dubito che Khan avrebbe spedito solo carne da macello a combattere contro i superstiti delle Tre Scuole Maggiori!” Rispose Veler, osservando Virgil.

Lo Shura “Da quanto so, a parte me, Abel, Doros, Zeno, Rain, Diago e Khan, nessun altro ha avuto accesso alle tecniche Shura, pur tuttavia…”.

“Tuttavia?” Domandò Bart

“Se Khan ha davvero maturato questo piano nel corso degli anni, non mi sento di escludere che mirasse a eliminare Yorio e gli altri, addestrando egli stesso, in segreto, un gruppo di guerrieri a lui fedeli…”.

Rihaku, un tempo stratega dell’esercito di Nanto, rimase ancora una volta sorpreso dell’acume e dello straordinario senso di strategia del giovane Shura “Chissà cosa avrebbe potuto fare un uomo simile se fosse stato educato alle Scuole Maggiori..” si domandò l’astro del Mare.


A molte miglia di distanza, in un castello apparentemente vuoto, i due cavalieri Shura, inviati da Basin per finire Diago, si trovarono a vagare per i corridoi.
Nessuna presenza era percettibile all’interno del maniero.

“Che sia già morto?” Chiese uno all’altro

“Meglio, gli staccheremo la testa e la porteremo a Lord Khan dicendo di essere stati noi. Chissà, potremmo entrare a far parte della sua guardia personale, o, addirittura, diventare Guardiani.”, Rispose l’altro inebriato.

Improvvisamente, i due furono percorsi da un brivido lungo la schiena, osservarono attoniti la parete del lato destro del corridoio sbriciolarsi. Una luce intensissima rossa, nella quale era comunque distinguibile la figura di un uomo dalla possente corporatura, li accecò quasi completamente.

Allo scomparire della luce, il più vicino al muro non fece in tempo a osservare l’avversario che questi mosse il braccio destro verso di lui.
L’altro cavaliere Shura rimase di sasso. Vide la testa del compagno afferrata e schiacciata dal nemico, nel tempo di un respiro, come fosse di fragilissimo vetro.
“DIAGOOOOOOOOOOOOO”, urlò terrorizzato, per poi indietreggiare tremante “ma com’è possibile??? Ci avevano assicurato che non era più in possesso dei suoi poteri…..” osservando l’avversario.

Privo di mantello, spalliere e bracciali, il Secondo Guardiano indossava semplice maglia nera, pantaloni neri e stivali neri. Tuttavia emetteva un senso di terrore. La muscolatura tesa al massimo, lineamenti di luce rossa scura e fulmini vorticavano intorno al suo corpo, il contorno degli occhi era rimarcato dalla sua aura. Il cavaliere pensò che probabilmente Diago fosse diventato, se possibile, ancora più forte.

“Anche se fossi ridotto a una larva, basterebbe un solo dito per sbarazzarmi di dei vermi immondi come voi.” Esclamò il gigante.

“Il nostro Signore non ti permetterà di vivere a lungo. Mentre tu ti trovi qui, il nostro esercito sta marciando sulla Capitale, guidato dai cinque allievi segreti di Lord Khan.”.

“Cinque allievi segreti… A quanto pare Khan ha maturato questo piano per più di un decennio” pensò il fratello di Raul e Caio per poi rivolgersi al suo interlocutore “Quindi Khan sta marciando sulla Capitale?”

“La cosa non riguarda un misero traditore come te!”

“Uh uh uh…Credi che non conosca modi per farti parlare contro la tua volontà?” gli domandò sorridente Diago per poi puntargli il dito indice contro.

Un minimo movimento della punta del dito scatenò una ondà invisibile di pressione che fece esplodere in mille pezzi il braccio destro del cavaliere che urlò di terrore e dolore.

“Dopo il braccio, la gamba” ridacchiò il Secondo Guardiano ripetendo il movimento e mandando in mille pezzi anche la gamba destra dell’avversario, le cui urla riecheggiarono all’interno del maniero.

“LORD KHAN E’ RIMASTO ALLA NOSTRA CITTA’ MENTRE TUTTO L’ESERCITO SIE’ DIRETTO ALLA CAPITALE!!!” Urlò sul punto di svenire.

Diago rimase in silenzio pensando “è il momento di affrontarlo…” per poi rivolgersi all’intruso, “grazie, ora puoi morire” schiacciandogli la testa con il piede.
Rimasto solo, il fratello di Raul e Caio uscì dal Palazzo e montato sul suo stallone di colore grigio scuro esclamò “Corri cavallino, torniamo a casa a trovare un amico” lanciandosi ad alta velocità in direzione della città degli Shura.


Passò un giorno, Kenshiro, sceso da Re Nero, si ritrovò all’ingresso di un tempio abbandonato. “Deve essere per forza questo, non c’è altro nel raggio di decine di chilometri.” Pensò. La struttura, crollata per più della meta, presentava forma ovale, il tetto, quasi del tutto assente, doveva, in origine, a forma di cupola.
“Strano e mistico luogo, percepisco come un senso di familiarità qui dentro” riflettè il Maestro di Hokuto. Poi la sua attenzione fu attirarta da delle macchie sul pavimento di pietra, ormai, quasi completamente sgretolato. “Sangue” esclamò Ken osservandole, “qui deve esserci stata una battaglia.”
Il Maestro di Hokuto si sedette a gambe incrociate e con gli occhi chiusi per concentrarsi. Qualcosa apparve nella sua mente. Immagini, immagini di uno scontro. Due avversari, uno così somigliante a lui, l’altro, un uomo dal fisico simile ma dai capelli rossi e dagli occhi di colore diverso, mostrava un doppio ki, azzurro e rosso.

“BUCO NERO DELLA MORTE CELESTE” Urlò quest’ultimo mentre una sorta di ombra si propagava intorno a lui.

L’altro, per cercare di sfuggirgli adoperò una tecnica che Ken conosceva molto bene “La Trasmigrazione dell’anima” esclamò Kenshiro ancora in stato di meditazione, per poi tornare a osservare il duello.

“E’ tutto inutile, questa tecnica interrompe il ciclo della vita terrena, non c’è nessuno a questo mondo che possa sopravvivere al buco nero della morte celeste” disse inebriato l’uomo dalla doppia aura, mentre il suo avversario, così somigliante a Ken, veniva come catturato dall’oscurità emanata, fino a esservi completamente avviluppato in una sorta di bozzolo.

In quel momento Ken perse la concentrazione e tornò lucido. “Devo farmi forza e cercare di riconcentrarmi.” Esclamò. Appena chiusi gli occhi, si senti chiamare “Dì un po’ ragazzino, non hai una grande resistenza, eh? Ahahahah”.


Ken si voltò e vide un uomo estremamente somigliante a lui, se non fosse stato leggermente più muscoloso e non avesse avuto i capelli leggermente più lunghi e di colore leggermente più chiaro, sarebbe potuto essere il suo gemello. Altro curioso particolare, tra l’indice e il medio della mano destra teneva una sigaretta accesa.
Ken osservò il suo avversario con quell’espressione sorniona, dopo gli si rivolse, ma non fece in tempo a fiatare che questi saettò velocissimamente verso di lui e lo colpì in pieno stomaco con una ginocchiata. Ken venne scaraventato in terra a distanza di qualche metro. Rimessosi subito in piedi, osservò nuovamente l’avversario mentre gli si rivolgeva “Ahahhaha, sei proprio un ragazzino, mai giudicare un avversario dall’aspetto. Hai abbassato la guardia, imprudente!”. Sorridendogli come se stesse parlando con un bambino.

“A quanti mi hanno sfidato in questi anni, ho sempre risposto con questi miei pugni. Non ho tempo da perdere, per completare la mia missione, ho assoluta necessità di incontrare una persona per conoscere la tecnica definitiva della Divina Scuola di Hokuto”.

“A chi vuoi che freghi della tua missione, moccioso? Se non sei in grado di compiere da solo la tua missione, prenditela con te stesso!!!” rispose l’avversario, cambiando atteggiamento e divenendo visibilmente più aggressivo.

I due si lanciarono uno contro l’altro ma poco prima dello scontro, l’avversario di Ken sputò con violenza la sigaretta accesa che aveva in bocca verso gli occhi dell’avversario. Il Maestro di Hokuto istintivamente la evitò ma questo causò un momento di distrazione nella sua guardia, venne colpito in rapidissima esecuzione da tre pugni. Alla guancia, allo sterno e al mento. L’ultimo fu talmente forte da alzarlo di diversi centimetri dal terreno, persa la stabilità, Ken si preparò a ricevere il quarto affondo dell’avversario che con la mano in posizione di taglio puntava chiaramente al centro del suo cuore. In quell’istante, gli occhi di Ken si illuminarono e la sua sostanza scomparve mandando a vuoto il colpo dell’avversario, che, dopo aver attraversato l’immagine riflessa di Ken, si ritrovò ferito alla mano.

“Inizi a essere interessante moccioso.” Sorrise il nemico

“La Trasmigrazione dell’anima. La tecnica segreta della Divina Scuola di Hokuto, porta solo la morte. Non ho tempo di giocare con te.”

“Si, è vero, tecnica potente, ma… il NIRVANA SPIRITUALE DEL DRAGONE CELESTE LO E’ DI PIU’”. Rispose sorridendo.

Ken rimase per un attimo interdetto, “Di che si tratta?”.

“Sei proprio un ignorante, moccioso, è il segreto che vorresti scoprire. Sconfiggimi e te lo mostrerò”. Rispose il suo avversario, ridacchiando.

“Non farti gioco di me” Rispose Ken lanciandosi contro l’avversario caricando il proprio pugno destro per colpirlo. Quello che accadde dopo mandò in confusione il Maestro di Hokuto. Gli occhi del suo avversario si illuminarono e la sua sostanza scomparve mandando a vuoto il colpo di Ken, che, dopo aver attraversato l’immagine riflessa, si ritrovò ferito al braccio destro.

“Ma questa… come puoi riprodurre la Trasmigrazione dell’anima, come puoi conoscere le tecniche di Hokuto? Tu… Chi sei tu?”

“Di Hokuto sono stato il più grande Maestro della storia, tu non sei neppure l’ombra di quello che ero io, però ammetto che ci sai fare, Kenshiro Junior, ahhahahaha” rispose ridendo di gusto l’avversario.

Poi tutto quello che c’era intorno ai due contendenti scomparve e Ken si ritrovò nella posizione meditativa che aveva assunto appena entrato nel tempio.

“Come quando ho combattuto con Zeno… era tutta un’illusione…” esclamò a voce alta Ken..

“No… sono qui ragazzino…” lo chiamò una voce.

Voltatosi Ken vide una forma di puro spirito di colore chiarissimo.

“Che c’è Kenshiro Junior? Hai visto un fantasma? Ahahahha”

“Chi sei?”

“Beh, sei venuto tu a cercarmi…”

“Kenshiro Kasumi, nonno!!!” Esclamò Ken.


In quell’esatto momento, alla Capitale Imperiale, uno dei soldati irruppe nella sala ove si teneva il consiglio militare, “Sono comparsi all’orizzonte, il nemico è qui!!!”

“METTERSI IN POSIZIONE!” Urlò Veler.

Al di fuori della Capitale, a circa un chilometri dal cancello, l’immenso esercito di Khan si fermò. Cinque uomini si trovavano alla testa.
Adesso, finalmente, alla luce del tramonto, i loro tratti fisici erano distinguibili.
L’uomo più al centro, colui che doveva trovarsi al comando, era un uomo alto, dai capelli rasati, con un viso tondo e occhi scuri e una cicatrice sul collo. Era ricoperto da un lungo mantello violaceo che ne copriva completamente il corpo fino ai piedi, rifinito da striature rossastre. Gli occhi molto grandi erano di un nero profondissimo, acuito dal colore chiaro della pelle.

Alla sua destra, vi era un ragazzo, meno altro di lui, dai lineamenti marcati e i folti capelli scuri, la carnagione chiara ed enormi occhi azzurri. Come l’uomo al centro del gruppo, indossava un lungo mantello bluastro che ne copriva il corpo interamente fino agli stivali. La corporatura leggermente meno sviluppata rispetto al leader del gruppo lasciava, comunque, intendere un fisico muscoloso ben avvezzo al combattimento.

Il terzo, posto all’estrema destra del gruppo era il più alto.
Di corporatura slanciata, aveva una barba di un rosso fuoco, occhi e lunghi capelli, questi raccolti in un codino, dello stesso colore.
Il fisico slanciato sembrava non mostrare una muscolatura mastodontica, pur tuttavia il fisico, se osservato attentamente, non lasciava dubbi, doveva essere un guerriero.
A differenza dei tuoi compagni, non indossava mantello ma solamente una divisa da combattimento di colore blu scuro, con spalliere, copri braccia e stivali di colore nero.

Invece, alla sinistra del leader del gruppo si stagliavano altre due figure.

La più vicina si caratterizzava per una corporatura muscolosa ma per un’altezza nella norma, corti capelli biondi e occhi verdi, inoltre, era facilmente distinguibile un sinistro sorriso sul viso.
Indossava pantaloni neri e maglia aperta, a lasciare scoperto il torace, di colore bianco. Anche questi era privo di mantello.

L’ultimo a sinistra, della medesima statura del vicino, aveva un aspetto giovanile ma maturo, corti capelli castani e occhi neri in cui brillava uno sguardo fiero e deciso, e indossava una cotta da combattimento blu notte e copri spalla in cuoio. Anche lui senza mantello.

Colui che si trovava al centro del quintetto prese la parola rivolgendosi all’uomo immediatamente alla sua destra “Fanir, fa muovere i primi mille uomini verso le porte della Capitale, non ci sarà necessità di sporcarci le mani.”. L’uomo dai folti capelli scuri, la carnagione chiara e gli enormi occhi azzurri compì un cenno del capo, mentre un sorriso malefico apparve sull’uomo dai capelli biondi sito alla sinistra del leader.

Alla Capitale, in cima alle mura e attorno al cancello d’ingresso i guerrieri a difesa del luogo erano disposti nelle posizioni convenute, Veler capitanava l’esercito di soldati imperiali subito dietro il portone d’ingresso, Virgil, Bart e gli uomini, un tempo facenti parte dell’esercito rivoluzionario di Hokuto, composto per lo più da arcieri, si trovavano sulla cinta più esterna delle mura, Seian sulla seconda cinta muraria e il Maestro Ruso e Ryu immediatamente dietro il portone della seconda cinta muraria.
All’interno della cittadella imperiale, invece, Mamiya, Aily, Myu, il seienne figlio di Falco, e Aska, tutti protetti da Saiya.
Sulla balconata più alta, Lynn e Rihaku osservarono l’esercito nemico avvicinarsi.
 
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view post Posted on 30/9/2020, 17:15     +1   -1

Simpatizzante Hokuto

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CAPITOLO 49 “GLI ULTIMI SEGRETI”

Kenshiro osservò la figura di puro spirito sita dinanzi a lui. Poi prese la parola “Nonno, sei vivo?”

“No ragazzo, solo sono un’emanazione di aura, una reminiscenza che aleggia in questo tempio. Ma se riesci a vedermi, vuol dire che hai raggiunto un tale grado di illuminazione che ormai ti pone al di fuori della dimensione di semplice essere umano.”.

“Cosa intendi?”

“Ecco, un residuo della mia anima consente che tu mi possa vedere e sentire. Ma se tu non avessi quasi raggiunto l’illuminazione definitiva non solo ti sarebbe impossibile vedermi, ma ancor di più, apprendere ciò per cui sei venuto. Non c'è inganno, non temere… a lungo ho atteso il tuo arrivo" gli sorrise il nonno, anche se la sensazione principale che il suo volto emanava era quella di un'immensa stanchezza.

"Come può essere… tu dovresti essere morto, eppure ti percepisco qui.”.

"E così è stato… la mia vita è cessata molto tempo fa, come quella di quasi tutti i maestri delle Scuole Maggiori delle ultime due generazioni. Del mio cadavere non resta che polvere di polvere. Ma l'esistenza… è qualcosa che supera i confini della comune comprensione. Anche se morto, ancora io esisto…" spiegò enigmaticamente, per poi portare entrambe le mani davanti al torace.

La sua figura tremulò, diventando quasi trasparente, e al suo interno Ken vide le immagini di uno scontro. Lo scontro tra lui e Kenshin.
"Attimi prima di morire, ho lasciato un'impronta di me, del mio spirito e della mia conoscenza, nella speranza che un giorno qualcuno potesse giungere qui. E' stato il mio ultimo atto… sono felice di vedere che almeno questo ha avuto successo…" spiegò con una certa malinconia, che Ken faticò a comprendere.

"Come potevi sperare di incontrarmi?" chiese allora Ken a voce bassa "Da quel che mi è stato raccontato, quando affrontasti Kenshin eri già condannato.

"Oh, lo ero… all'inizio. Ma poi, un amico è venuto in mio soccorso, dandomi il tempo di pensare, di capire… e mi sono reso conto che nell'attimo in cui le ombre di Kenshin mi colpivano, un’altra aura era accanto a lui. Non apparteneva né a Hokuto né allo stile Yin-Tento. Uno spirito oscuro, appena percettibile, era comparso attorno a lui. Una forza oscura che, seppur unita a quello di due stili mortali, come Hokuto e Yin-Tento non era chiaramente la sua.”.

“Non riesco a comprenderti.” Rispose il giovane Kenshiro.

“Ecco, prima di affrontare Kenshin, mi misurai nel rito del Dono Celeste contro Zong Wu Liu, attraverso la Trasmigrazione dell’anima, il suo spirito mi affiancò nella lotta contro Kenshin, esattamente come tuo fratello Raul ti affiancò nello scontro con Caio.”.

“Continua…”

“La forza di Zong Wu Liu era terrificante ma lo era ancora di più la sua intelligenza. Fu lui a venire in mio soccorso quando venni avviluppato nel “Buco Nero della Morte Celeste”. Insieme a Yasaka della Scuola Lunare di Seito, a Fei-Yan della Scuola della Croce del sud, a Tai Yan Zhang della Scuola Cao di Hokuto, al Re degli Spiriti e a Charles De Guise della Scuola Sun di Hokuto, mi indicò la via da seguire per giungere alla tecnica segreta di Hokuto. Dopo il combattimento, ci incontrammo di persona, poco prima che la mia vita avesse fine.”.

“Cosa ti disse?”

“Il Buco Nero della Morte Celeste non apparteneva alla Tecnica Yin-Tento e certamente non a Hokuto. Il popolo Nahash non aveva una volontà così oscura da creare una tecnica tale. Una tecnica di pura oscurità. Del resto, l’altro esperto dello stile Yin-Tento, Shimeon, non ha mai utilizzato tecniche oscure, anzi, tutt’altro. Qualcosa era intervenuta nel nostro combattimento, una presenza estranea accanto al mio avversario. E se è vero che le tecniche della terza parte del Manuale dello Shuratan consentono di combattere a livello ultraterreno…”

“Vorresti dire che potrebbe essere stato Khan, ma è impossibile… Non era neppure nato quando voi, tu e Kenshin, vi affrontaste…”

“No… non poteva essere Khan, ma forse, Kenshin, proveniva da una discendenza collaterale di Sirios. Non si spiegherebbe altrimenti il suo straordinario talento nelle arti marziali. Un talento che gli consentì di apprendere addirittura due stile complessi come Hokuto e Yin-Tento. Raggiunta una padronanza assoluta delle due tecniche, grazie al sangue del fondatore dell’ordine, Sirios, è riuscito inconsciamente a utilizzarne, seppur marginalmente, i poteri. Del resto, anche Kenshin era affetto da una evidente eterocromia, proprio come Khan. Sappi, che la forza di Khan non è solo superiore a quella di Kenshin ma, addirittura superiore, a quella del fondatore del suo ordine, su questo non ho dubbi. Hai visto tu stesso come è in grado di aprire varchi dimensionali e spedire chissà dove, non solo ammassi di aura, ma, addirittura, anche oggetti”. Rispose l’anziano Kenshiro

Nel pronunciare le ultime parole del suo racconto, Kenshiro Kasumi faticò visibilmente, assumendo un'espressione dolorante, mentre la luce chiara che definiva i suoi lineamenti e finora aveva dato forma alla sua narrazione iniziò a scomparire.

"Che ti succede?!" gridò Ken, avvicinandosi preoccupato. Il vecchio lo tenne a distanza.

"Ho… quasi esaurito l’aura che avevo accumulato… ma dovevo raccontarti tutto… era necessario che sapessi…!" sussurrò a fatica.

"Ora…che conosci i particolari… per te è giunto il momento di apprendere la Tecnica Definitiva della Divina Scuola di Hokuto.”

“La Tecnica Definitiva?”

“Attraverso gli innumerevoli avversari che hai affrontato, la tua tecnica acerba si è progressivamente migliorata. Dopo la sconfitta che subisti da Shin, hai compreso la tua missione. Affrontando Sauzer hai utilizzato la Tecnica Segreta di Hokuto, l’”Attivazione della Distruzione Celeste”, con la quale, per la prima volta riuscisti a mostrare l’aura combattiva, colpendo i punti di pressione senza toccarli. Per sconfiggere Raul, dovesti acquisire la Trasmigrazione dell’Anima. Quella che viene, universalmente considerata come la tecnica più potente della Divina Scuola. Tuttavia, essa si dimostrò inefficace contro il Matoki della Sacra Gemma. I poteri demoniaci di Caio ti costrinsero a risvegliare la vera potenza di Hokuto. Lo Spirito Celeste, con cui riuscissi a ritorcere l’Aura Demoniaca contro il tuo avversario. Infine, nel tempio sotto le sabbie, unendo le conoscenza di Hokuto ai segreti del Manuale dello Shuratan Originale, attraverso gli spiriti dei precedenti Guardiani, sei riuscito a padroneggiare una tecnica che supera di gran luna la Trasmigrazione dell’Anima. Tu e i tuoi fratelli in armi siete diventati una cosa sola. Adesso è il momento che tu possa osservare la Tecnica creata da Shuken per arrestare l’oscurità e rischiararla.”.

“Rischiarare l’oscurità?”

“Concentrati, osservala e falla tua per sempre. Questa è la Tecnica Segreta del figlio di un Dio della Morte, viene tramandata unicamente al successore, ma io non feci in tempo a insegnarla a Ryuken. Chiunque la subisce muore senza eccezione, i due avversari vengono sbalzati nel nulla, ove non esistono né cielo né terra, proprio come se si venisse catturati da un enorme Drago danzante.”

Ken si concentrò e delle immagini comparvero dinanzi a lui, suo nonno liberatosi dalla prigione oscura di Kenshin, emettendo una luce accecante, si sentì dire dall’avversario che “Come può essere? Non c’è nessuno a questo mondo che possa porre luce sull’oscurità.”.

“Nell’oscurità che si estendeva ben oltre i miei occhi, sono stati i miei Poniò a indicarmi il cammino attraverso la loro luce, chiedendomi di andare avanti. TECNICA DEFINITIVA DELLA DIVINA SCUOLA DI HOKUTO, NIRVANA SPIRITUALE DEL DRAGONE CELESTE!”.

Quando le immagini scomparvero, Ken esclamò “Ho visto tutto, Nonno!”.

Sorridendo di sincera gratitudine, Ken, di nuovo pienamente consapevole dei suoi mezzi, guardò l’antico guerriero, accorgendosi che la sua forma era ormai evanescente.

"Non temere per me, ben speso è stato quest'ultimo barlume di anima che ancora mi restava! Anche se nient'altro posso fare per te, so che in mani sicure affido il destino del mondo! Se avrai successo, forse un giorno ci rivedremo… …ma fino ad allora, che Hokuto sia con te!" lo salutò, vedendolo uscire dal tempio per dirigersi ad affrontare Khan.
Rimasto solo, il vecchio Kenshiro chiuse gli occhi, mentre la sua forma iniziava a svanire. "Addio, ragazzo! Come vedrai… ti ho lasciato ancora un ultimo dono… il più prezioso tra tutti… se saprai comprenderlo, la vittoria non sarà un'utopia! Oh, Yuling…dovresti vedere quanto è diventato forte il nostro nipotino…" sussurrò con un ultimo sorriso, priva di svanire.

Negli stessi istanti, Diago penetrò all’interno della città degli Shura trovandola deserta.
Sceso da cavallo, si incamminò verso il Palazzo, ma una voce né richiamò l’attenzione.

“Finalmente sei arrivato. Sapevo che non avresti resistito alla tentazione di venire qui ad affrontarmi.”.

Al centro dell’ampia strada maestra che divideva in due la città, Khan si parò davanti a lui. Diago l’osservò attentamente. I lunghi capelli neri del Primo Guardiano erano stati tagliati. Adesso, arrivano solo alla base del collo. Non indossava l’armatura, ma solo una maglia a maniche corte aderente e nera, dalla quale era facilmente visibile la definizione di addominali e braccia.
A qualche decina di distanza da lui, vi era l’Imperatrice, la cui caviglia risultava legata da una catena a una colonna in marmo nero, posta al bordo della strada.

Allo sguardo di Diago poggiatosi sull’Imperatrice, Khan esclamò “E’ giusto che lei osservi. Ricordi quando Kenshiro si diresse da Caio per salvare Lynn e venne sonoramente sconfitto? Ecco, anche la gemella era legata a una catena. La storia si ripete, ma, a differenza di Kenshiro, tu morirai.”.

“Per quanto mi piaccia la solitudine, stavolta, mi farò accompagnare da te.” Rispose Diago, per poi mostrare la sua energia “UUUAAAAAAAAAAAAAA” mentre un vortice di energia, color rosso scuro, e di fulmini vorticava dinanzi al Primo Guardiano.

“Impressionante. A quanto pare sei già condannato. Hai utilizzato la PIENEZZA DELLA VITA SHURA. Dona il potere assoluto, ma in cambio pretende la vita di chi vi ricorre. Quanto ti è rimasto, un giorno? Due?”.

“Quanto mi basta per ucciderti…” Rispose il fratello di Raul.

“Uh uh uh… la tua forza è aumentata in modo esponenziale, ma non basterà. Pensa, però, a quanto sei caduto in basso, un Guardiano Shura che da la vita solo per sconfiggere un nemico, hai proprio calpestato la tua dignità.”.

“TI SBAGLI, NON HO CAPLESTATO LA MIA DIGNITA’ E ADESSO TE LO DIMOSTRERO’” Urlò Diago lanciandosi contro l’avversario.

Prima che potesse completare quel semplice gesto però, prim’ancora che potesse anche solo percepire una parvenza di movimento, Khan scattò fulmineo verso di lui, talmente veloce da non essere neppure visibile persino ai suoi occhi. Il Secondo Guardiano sentì appena qualcosa colpirlo in pieno al fianco, rimbalzando, poi un peso enorme calò su di lui bloccandogli le braccia e le gambe, abbracciandolo in modo da impedire i movimenti, spingendolo verso il basso, facendolo precipitare interra. Nell’istante dell’impatto, il Signore degli Shura si allontanò con un balzo. Preso di sorpresa da quel colpo improvviso, Diago sentì l’aria uscirgli di forza dai polmoni e, incapace di trovare un appiglio per arrestare la caduta, impattò violentemente al suolo. Con una perfetta capriola, il nemico atterrò di fronte a lui, ad alcuni metri di distanza.
Khan attaccò, in maniera fulminea e improvvisa: senza quasi bisogno di prendere slancio, si gettò in avanti, le punte delle dita della mano destra pronti a calare sul corpo dell’avversario. Stavolta però Diago fu pronto, e, pur non riuscendo a vedere i movimenti del nemico, reagì d’istinto e sollevò l’avambraccio sinistro verso l’alto, intercettando il colpo del Primo Guardiano che gli penetrò la pelle e i muscoli fino quasi all’osso.
Contemporaneamente, Diago spostò all’indietro il proprio baricentro e sfruttò la stessa spinta di Khan per cercare di afferrarlo, ribaltarlo e bloccarlo a terra.

In tutta risposta, Khan eseguì un’agile capriola a mezz’aria e sfuggì alla presa dell’avversario, per poi darsi la spinta attraverso i muscoli addominali lanciarsi di nuovo in avanti, spazzando l’aria con la mano sinistra in posizione di taglio. Preso in controtempo, Diago potè solo indietreggiare di un passo senza riuscire ad abbozzare una difesa. Il taglio della mano sinistra di Khan aprì un’ampia ferita sul petto dell’avversario, simile a quella procurata da Hyo a Kenshiro con il colpo del manrovescio. Capito il momento di difficoltà dell’avversario, Khan tentò allora un affondo al viso, il fratello di Raul, consapevole di quell’unico punto debole, sollevò il palmo della mano destra per intercettare l’affondo, ma Khan cambiò fulmineamente tattica. Diago venne centrato da un calcio alla bocca dello stomaco e da un altro alla spalla, venendo spinto malamente indietro.

“E’ fortissimo…devo cambiare tattica” pensò Diago, facendo esplodere la propria aura, e scatenando un attacco di energia pura contro l’avversario che rivolgendo i palmi delle mani verso l’esterno, riuscì a impattarlo.
Quando la luce si diradò, Khan si ritrovò Diago di fronte a distanza ravvicinatissima. Questi lanciò un montante con il pugno destro colpendo il Primo Guardiano in pieno mento, scaraventandolo in aria.
Quello che accadde dopo lasciò il fratello di Raul e Caio di stucco. Mentre si trovava ancora preda della spinta verso l’alto impressa dal suo colpo, Khan effettuò una doppia capriola in aria “La morte arriva dall’alto, Diago” urlò, prima di colpire il secondo Guardiano con un calcio in pieno addome e con poi al lato del collo a spazzare, scaraventandolo lontano e facendolo sbattere rovinosamente a terra.

Rimessosi in piedi, Diago si strappo di dosso quello che restava della maglia nera, mostrando, all’avversario, la ferita provocatagli da Kenshiro.

“Kenshiro ti ha sconfitto, l’ho saputo. Il tuo orgoglio sarà a pezzi, ma gettarti così tra le braccia della morte… Arrenditi e ti darò una morte rapida… uh uh…” Esclamò Khan.

Diago sorrise, posizionate le braccia in posizione penzolante, saettò verso Khan, “preparati, vecchio mio, RAFFICA DEI PUGNI INVISIBILI DEL GUARDIANO SHURA!”. Esclamò, mentre, velocissimamente, si diresse verso l’avversario e lo superò, finendo la corsa alla sue spalle.
Quello che accadde dopo lasciò il fratello di Raul di stucco. Sentì letteralmente bruciare le nocche delle proprie mani. Khan era riuscito a parare tutti i suoi pugni invisibili con i palmi della mani.

“Neppure Kenshiro era riuscito a comprendere questo attacco.”.

“Sei sorpreso, Diago? Non dovresti. I giochi terminano qui” disse Khan sorridendo malignamente. Poi, si mise in una posizione che il fratello di Raul riconobbe immediatamente.
Il guerriero portò le braccia davanti al volto ed incassò la testa nelle spalle, poi le allargò di scatto, generando una tremenda manifestazione di energia, accompagnata da un'immagine dietro di lui. Dal buco nero apertosi alle spalle del Primo Shura, proveniva una immensa energia, Khan urlò “TEMPESTA NERA DIMENSIONALE!”, l'energia travolse Diago con una serie di esplosioni scaraventandolo lontano.

L’onda nera proveniente dal colpo di Khan fu tale da oscurare l’ambiente circostante. Arrivando a non far passare la luce solare.
"E’ finita, non riuscirai a resistere!" sorrise il signore degli Shura, notando che Diago era scomparso sotto il crollo di un intero palazzo.

Poi però accadde qualcosa che il Primo Guardiano non avrebbe in alcun modo potuto prevedere: dai detriti della costruzione emerse l’avversario, malconcio e grondante sangue ma ancora nel pieno delle forze.

“Uh uh… avevi già utilizzato questa tecnica… Devi ricorrere ad attacchi meno prevedibili se vuoi vincere…” Esclamò il fratello di Raul.

“Come osi? Ma che sia un tentativo di provocazione o la follia che precede la morte, non cambierà. Morirai qui e ora!!!” Disse il Primo Guardiano lanciandosi a velocità sovrumana contro l’avversario. L’impatto fu terribile, i colpi di Khan percossero in pieno il fratello di Raul al petto, al braccio e alla spalla sinistra, con pressione tale da arrivare quasi a rompergli le ossa. Terminato l’assalto, compì una capriola all’indietro e atterrò sui piedi osservando Diago piegato su se stesso.

“Pochi minuti ancora e sarai morto…”

“Pochi minuti, sono tutto ciò che mi servono… Uh uh uh…”

“Cosa intendi?”

“Kenshiro sta arrivando, insieme ti sconfiggeremo” Rispose sorridente Diago.

Il Primo Guardiano, per una volta, sembrò accigliarsi, per poi esclamare “D’Accordo non mi lasci scelta, concluderò rapidamente questo scontro”. Diago sorrise.

Khan, con le braccia tese in avanti, penetrò il torace di Diago, arrivando a infilare entrambe le mani nei due pettorali dell’avversario.
Quello che accadde dopo, purtroppo per Khan, era stato previsto e voluto dal Secondo Guardiano. Il Primo Shura non riuscì più a estrarre le mani dal torace dell’avversario che lo colpì con una violentissima testata, arrivando a farlo sanguinare.

Ancora legato all’avversario, Khan, benchè grondante sangue dalla fronte, esclamò sorridendo “Maledetto, hai deciso di sacrificare la vita ma non andrà come hai previsto.”.
Seppur con le braccia bloccate all’interno del corpo dell’avversario, i suoi occhi si illuminarono divenendo due concentrati di pura tenebra che osservavano l’avversario. Il Primo Guardiano bisbigliò “SEGRETO DELLO SHURA – RISUCCHIO DELL’ANIMA”.
Incredibilmente qualcosa iniziò a uscire dalla bocca e dagli occhi di Diago e a entrare nel corpo di Khan.

Prima che il processo si completasse, Diago cessò di tenere i pettorali in posizione tesa, esclamandò “Tentare due tecniche d’attacco contemporaneamente, anche per te è troppo, Khan!”. Le braccia di Khan si staccarono in automatico dal corpo, e in quel momento Diago sferro un pugno potentissimo allo sterno dell’avversario. L’impatto fu tremendo e Khan sputando sangue venne scaraventato lontano.

Per la prima volta, il Primo Guardiano venne sbattuto a terra. Non durò, tuttavia, che un istante. Rimessosi in piedi fece esplodere tutta la sua rabbia mostrando un’aura ampia come mai.

“Ora, BASTA, ECCOTI LA TECNICA PIU’ POTENTE DEL PRIMO GUARDIANO” Urlò mentre tutta la sua energia si concentrava sul suo indice destro.

“Addio, Diago, sparisci e vola in un’altra dimensione. RIATTIVAZIONE DEL CICLO DELL’UNIVERSO” Esclamò, mentre i fasci di aura nera fluttuante iniziarono a circondare il corpo dell’avversario.

In quel momento, il fratello di Raul guardò in direzione dell'avversario, concedendosi un sorriso tirato e stanco. "Ti ringrazio per avermi finalmente mostrato la tua tecnica segreta ! Se vi è ancora un barlume di speranza a questo mondo è grazie alla tua infinita superbia" pensò enigmatico. Poi, nascosto alla vista dell’avversario, dalle stesse tenebre che questi aveva creato, con il sorriso ancora sulle labbra, sollevò lentamente la mano fino a portarla davanti al viso e, con un gesto improvviso, si cavò l'occhio destro gettandolo lontano.

Qualche secondo dopo, quando le tenebre si furono diradate, di Diago non vi era più traccia.

Khan e l’Imperatrice rimasero soli. La Sovrana risultò terrorizzata, di Diago non era rimasto nulla. Il Primo Guardiano, guardando la sorella di Lynn, le si rivolse “Tutto, nell’universo, è stato creato dal nulla e tutto al nulla deve tornare. Con la mia tecnica definitiva, spedisco il mio avversario in un’altra dimensione, in un altro universo, di lui, in questo mondo rimane il nulla.”. Sorrise, per poi continuare che “Lo scontro finale tra me e Kenshiro non avverrà qui, ma dove tutto ebbe inizio. A decine di chilometri da qui, dove un tempo sorgeva l’originale Kun-Lun.”. Spezzata la catena che la legava e toccata la fronte dell’Imperatrice, questa svenne. Saliti insieme sul cavallo che fu di Diago, i due si avviarono verso l’uscita della città, non prima, però di lasciare un enorme messaggio sul muro di un palazzo ben visibile. Messaggio scritto con delle fiamme nere.


Fuori della Capitale Imperiale, il primo gruppo di mille soldati dell’esercito di Khan si diresse all’assalto delle mura.
Il piano stabilito dai difensori fu quello di farli avvicinare abbastanza da poter costituire una bersaglio per gli arcieri.

Virgil posto sulla balconata posta sopra al portone, esclamò, “Adesso, Bart! Dai l’ordine!”.
In quel momento, il giovane che insieme a Lynn aveva formato anni addietro, il nucleo originario dell’esercito di Hokuto, rivolgendosi ai soldati, di cui un tempo fu al comando, disse “SOLDATI, FUOCO!”.
Tutti gli arcieri, una cinquantina in tutto, posti sulla mura della cinta più esterna, scagliarono all’unisono i loro dardi.
Una trentina dei soldati di Khan, costituenti la prima linea della vera e propria marea che stava assaltando la Capitale, cadde a terra esamine.

“FUOCO A VOLONTA’” Urlò Bart. Gli arcieri estrassero, incoccarono, puntarono e rilanciarono, una, due, tre volte. Tuttavia, per quanto velocemente lo facessero, il numero dei nemici abbattuti era sempre esiguo rispetto al totale e l’orda sempre più vicina.

In prossimità del portone d’ingresso, i soldati della prima linea dell’esercito nemico, compirono simultaneamente un gesto. Infilarono la mano sinistra dietro la schiena, estrassero una balestra e puntando alle mura scagliarono simultaneamente i loro dardi.
Circa la metà dei soldati un tempo facenti parte dell’esercito di Hokuto vennero colpiti e uccisi. Virgil creò uno scudo trasparente di aura che deviò le frecce a lui dirette, mentre Bart e pochi altri si salvarono per miracolo.
Immediatamente dopo aver dimezzato le difese della cinta più esterna, le orde di invasori cercarono di arrampicarsi con scale e corde, tentando in questo modo di sfuggire alla pioggia di lance e frecce che i sopravvissuti della prima cinta muraria abbatteva su di loro.

A Virgil non sfuggì un particolare, i soldati nemici cercarono di arrampicarsi solamente ai lati del portone, lasciando un varco verso di esso. Dal centro della falange nemica, uscì un gruppo di circa 40 soldati, divisi equamente per lato, che reggeva un gigantesco ariete.
Allo strumento d’assedio bastarono quattro cariche per sfondare il portone.
A quel punto, Veler, posto con l’esercito Imperiale proprio dinanzi al portone, si preparò a respingere i nemici, ma Virgil, né richiamo l’attenzione “Veler, dobbiamo tenerli fuori il più possibile, congela la porta, io li terrò a bada.”
Virgil saltò dalle mura all’esterno verso l’orda nemica.
Ancora in volo “Osservate sgherri di Khan, questa è la potenza di un vero Guerriero Shura.” Alzando al massimo le proprie mani sopra la testa, le incrociò con i palmi rivolti verso l’esterno per poi urlare “SCARICA DEVASTANTE DELLA VIA SHURA!!!” scatenando un fascio di energia blu scura che investì in pieno i soldati di Khan. Analogamente a quando Hyo compì il primo attacco contro l’esercito di Caio, anche qui, la prima linea nemica venne totalmente sconquassata.
Uno dei soldati nemici, scioccato dalla potenza del guerriero, gli chiese “Chi sei tu?”

“Un uomo che ha conosciuto il male, che ha capito dove sbagliava e da allora ha dato una svolta alla sua vita. Il mio nome è Virgil, andatevene e avrete salva la vita.”.

Nel mentre, Veler, concentrandosi, con l’ausilio dell’unico braccio rimasto, urlò “Gelo Distruttore di Gento!” Congelando la cancellata pesantemente danneggiata dall’ariete e creando una barriera di ghiaccio che avrebbe messo al sicuro il cerchio più esterno.

“A voi la scelta, RESA O MORTE!” gridò di nuovo Virgil, roteando le braccia e facendosi strada tra le orde di nemici che invano cercavano di circondarlo ed abbatterlo. Ogni movimento dei suoi arti creava una pressione che faceva letteralmente a brandelli, molto similmente alle tecniche di Nanto, gli avversari.

Attorno a lui, si riunirono, dopo aver fermato l’avanzata dei soldati sulle mura, Bart e i superstiti dell’esercito di Hokuto, mentre Veler aveva congelato il portone. Tutti erano consapevoli che impedendo al nemico di avvicinarsi alla fortificazioni avrebbero drasticamente aumentato le speranze di vittoria.
Tutti assieme erano riusciti a fermare la prima avanzata.

Ben presto però, i guerrieri di Khan si riorganizzarono, un’altra imponente mareggiata di soldati si avvicinò, erano circa 2.000, guidati da alcuni cavalieri Shura che puntarono Virgil per affrontarlo.

“Bart, tornate immediatamente dentro. I Cavalieri Shura conoscono tecniche pericolose… vi ucciderebbero tutti.”.

“Tu maledetto traditore” Urlò il primo dei cavalieri lanciandosi contro Virgil che però lo evitò e immediatamente dopo gli staccò la testa con il taglio della mano.
Gli altri due rimasero un attimo interdetti mentre Bart e gli altri soldati di Hokuto risalivano sulle mura aiutati da delle corde lanciategli apposta.
La Prima linea dell’esercito nemico accerchiò Virgil mentre i due cavalieri Shura si prepararono ad attaccarlo.
In quel frangente, un raggio d’energia color bronzo esplose contro il ghiaccio del portone polverizzandolo.
“Comandante Fanir!!!” esclamarono i due cavalieri Shura.
L’uomo dai folti capelli scuri, la carnagione chiara e gli enormi occhi azzurri, rivolgendosi ai suoi sottoposti “Virgil è al dì sopra della vostra portata. Pensate a penetrare all’interno della città e lasciate combattere me con lui, è un ordine.”.

“Devi essere uno degli allievi di Khan.” Gli si rivolse Virgil

“E tu colui che ha mosso così sapientemente i fili della storia presente” gli rispose l’altro

I due si guardarono ed esclamarono “Cominciamo.”

Con il portone distrutto, l’esercito nemico cercò di penetrare all’interno della Capitale, ma trovò sulla sua strada le truppe Imperiali comandate da Veler.

Dopo alcuni secondi, i due schieramenti si scontrarono, con il fragore di due onde che sbattono l’una contro l’altra, cercando ognuna di prendere il sopravvento. L’esercito di Khan era molto più numeroso ed esercitava una pressione terribile sui soldati imperiali in prima linea sulla soglia del portone. Tenerli fuori era fondamentale, ma Virgil sapeva che non avrebbero resistito a lungo.

Deciso a risolvere la contesa, con uno scatto improvviso, fintò un fendente verso destra per poi tentare di sgusciare accanto al nemico dal lato opposto. Fanir però era ben piazzato e con un semplice piegamento in avanti schivò il taglio della mano, centrando Virgil all’addome con un pugno, abbastanza forte da farlo barcollare e ricadere indietro, con un rivolo di sangue sulla bocca.

“Non dovresti sottovalutarmi. La forza di noi, allievi di Khan è superiore a quella dei tuoi compagni d’addestramento, Abel, Doros e Zeno.” Sorrise Fanir.

"Oh no!" pensò Virgil, rialzandosi su un ginocchio e iniziando seriamente a temere di non poter tenere fede alla promessa fatta a Kenshiro. “Se così fosse, non avremmo speranze” pensò mentre osservava le schiere dell’esercito nemico arrampicarsi sulle mura e premere sul portone. “Non posso farmi prendere dallo sconforto, foste anche potenti quanto Diago, noi dobbiamo resistere per dare a Ken una possibilità. Io non mi arrenderò MAI! Hai attaccato la Capitale come nemico, pagane il prezzo!" ringhiò Virgil, lanciandosi contro di lui con mano in posizione di taglio.
Per un attimo, sorrise, ma poi la sua espressione si mutò in una di stupore quando il suo braccio venne bloccato a mezz’aria dalla mano del nemico circondata da una luce bronzea. Fanir, immediatamente dopo, cercò di colpirlo con il braccio libero.
Reagendo d’istinto, Virgil si piegò di lato, ricevendo appena un taglio sulla guancia ed evitando di essere decapitato dal colpo dell’avversario, ma ora guardò il nemico con molta più attenzione, confuso da quel che era accaduto.

"Purtroppo per te, io e i miei compagni siamo troppo superiori!" esclamò sibillino Fanir, sferrando improvvisamente una serie di pugni all’addome dell’avversario e poi un raggio d’energia, che colpì Virgil in pieno petto scaraventandolo indietro.

Stavolta però Virgil, piantati i piedi a terra, riuscì a rimanere in piedi seppur piegato.

“Khan vi ha iniziato alle Tre Vie, ma tu la tua abilità non è assolutamente paragonabile a quella dei Maestri miei compagni, e adesso te lo dimostrerò”. Esclamò Virgil lanciandosi contro l’avversario che fece altrettanto.

Incrociando le braccia, i due scambiarono diversi colpi, restando per qualche secondo in equilibrio. Poi Virgil, forte di una maggiore esperienza acquisita negli ultimi scontri, iniziò a prendere il sopravvento e a far indietreggiare Fanir. Notata un’apertura nella guardia avversaria, calò un colpo con tutte le forze sulla spalla dell’uomo, ma anche stavolta non riuscì ad atterrarlo e venne respinto da un attacco al petto e fu obbligato ad indietreggiare un paio di passi per il contraccolpo.

Immediatamente, Fanir sferrò un calcio a spazzare, colpendo il fianco del guerriero e obbligandolo a chinarsi di lato.

L’espressione sul volto di Fanir mutò in disprezzo “Inferiore ai tuoi compagni? Ahahhah…io sono uno degli allievi dell’Invincibile Khan, MUORI!” Urlò lanciandosi contro l’avversario con la mano pronta a perforargli il cuore. Virgil compì un movimento velocissimo e riuscì a spostarsi di qualche centimetro. Il braccio destro di Fanir penetrò il torace di Virgil tra l’attaccatura della spalla destra e i polmoni, uscendo dal lato della schiena.

“Sei caduto nella mia trappola.” Sorrise Virgil per poi incrociare le proprie mani all’altezza del viso dell’avversario, rivolgendogli i palmi contro e urlare “SCARICA DEVASTANTE DELLA VIA SHURA!!!”.
A quella distanza, Fanir non riuscì a fare nulla e venne colpito in pieno. Quando il potere del colpo si esaurì, della testa e della parte superiore del busto dell’avversario non era rimasto nulla.
“Gli anni trascorsi nell’ombra non ti hanno certo reso avvezzo alla lotta reale. Un altro nemico non avrebbe perso facilmente la pazienza nel corso del duello.”. Esclamò Virgil ricadendo in avanti in ginocchio e sputando sangue.
 
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view post Posted on 15/10/2020, 16:56     +1   +1   -1

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CAPITOLO 50 “ LE TRE SCUOLE MAGGIORI UNITE”

Mentre Virgil sconfiggeva Fanir, Kenshiro penetrò, in sella a Re Nero, all’interno della Città degli Shura, trovandola, però, deserta.
Percorsi diversi metri sulla strada maestra, venne attirato da qualcosa. Sulla parete di uno dei palazzi limitrofi era ben visibile una scritta, le cui lettere erano costituite da fiamme nere.
Il messaggio che riportavano era chiaro “KENSHIRO, E’ ARRIVATO IL MOMENTO DELLA BATTAGLIA FINALE. IO E L’IMPERATRICE TI ASPETTIAMO DOVE TUTTO EBBE INIZIO, ALL’ORIGINARIA KUN-LUN, A CIRCA 40 CHILOMETRI A NORD-OVEST DI QUI”
Il firmatario non era indicato ma Ken l’intuì facilmente.
Mentre stava per risalire su Re Nero, venne attirato da qualcosa sito in terra a diversi metri di distanza. Un qualcosa che iniziò a brillare di luce rossa attirando l’attenzione del Maestro di Hokuto.
Ken si avvicinò e prendendolo in mano si rese conto che era un occhio, un occhio umano.
L’osservazione della pupilla non lascò dubbi al Successore della Divina Scuola, era di Diago.
Ken osservò attentamente all’interno dell’iride e della pupilla. Incredibilmente, all’interno di quest’ultima, comparvero delle immagini… immagini di un combattimento.
Con estrema attenzione Ken guardò attentamente, dopo di che disse “Diago, GRAZIE.”, mentre l’occhio, ancora sito sul palmo della mano destra del Maestro di Hokuto, scomparve divenendo polvere.
Ken si voltò verso il cavallo che fu di suo fratello Raul e salitogli in groppa disse “Andiamo Re Nero, è l’ora della Battaglia Finale.”.

A distanza di sicurezza dalle mura della Capitale, Sideus, colui che Khan aveva insignito del ruolo di comandante Supremo delle sue Armate, osservava con sguardo vigile il procedere dell’assedio alle alte mura della Capitale. Con le braccia incrociate sul petto fissava con occhi scuri i soldati che, orda dopo orda, si abbattevano sulla cinta difensiva del palazzo, cercando di aprire una breccia. I difensori però lottavano strenuamente, respingendo ogni assalto nonostante l’inferiorità numerica. Finchè non rimanendo sorpreso esclamò “Incredibile, Fanir è caduto.”
Gli altri tre guerrieri l’osservarono silenziosi, finchè, Basin, colui il quale si era trovato insieme a lui a colloquio con Khan, non prese la parola “Generale Sideus, lascate che i soldati si massacrino, io penetrerò e ucciderò tutti i nemici con l’astuzia.” Esclamò malignamente con un sorriso stampato sul volto.

“E sia, vai pure.” rispose l’uomo al comando. Mentre Basin si staccò dal gruppo di quattro, Sideus continuò a osservarlo per poi prendere la parola “Non mi fido di quell’uomo, già una volta ha cercato di scavalcarmi davanti Lord Khan… Merak, guida l’assalto principale e cerca di non perderlo di vista.”.

L’uomo alla sua destra annuì e si mise in movimento.

Fuori dai cancelli, Virgil si ritrovò circondato dal grosso dell’esercito nemico. Seppur ferito, con un buco tra petto e attaccatura della spalla destra, l’aver sconfitto Fanir aveva spaventato un po’ le truppe nemiche. Non durò, tuttavia, che un istante. Uno dei soldati esclamò “Circondiamolo, presto. Non diamogli il tempo di agire.”.
In quel momento, i soldati vennero fermati da Basin che esclamò, “Ve lo lascio, è tutto vostro, prima però, “Nube di morte”. Incredibilmente, dalla bocca e dal naso dell’allievo di Khan iniziò a uscire un fumo color grigio chiaro che ne avvolse il corpo. Davanti agli occhi basiti di Virgil, l’avversario attraverso il proprio braccio sinistro, glielo indirizzò contro. Ancor più sorprendentemente, il fumo si diresse verso le ferite aperte dell’ex Shura, penetrando all’interno del suo corpo.
“Ma che diavolo?”

“Grazie a questo fumo, la tua forza si atrofizzerà, i muscoli risponderanno sempre più lentamente ai tuoi impulsi celebrali e ben presto sarai così debole e lento che questi soldati semplici riusciranno a massacrarti facilmente. E’ tutto vostro.” Rise beffardo Basin allontanandosi.

Nel mentre, la falange imperiale, sulla soglia del portone di entrata stava per cedere. Veler urlò a Bart e ai suoi, ancora impegnati sulle mura nel respingere gli assaltatori, “Bart, ripiegate al secondo cerchio.”.
Il ragazzo, dopo aver ucciso altri due avversari, discese le scalinate interne e si diresse insieme ai suoi uomini verso le porte del secondo anello che si stavano aprendo per accogliere i superstiti. La falange Imperiale, con un‘ultima spinta, fece indietreggiare gli assalitori e si ritirò velocemente dietro le mura del secondo anello. Gli assalitori, ora posti nello spazio angusto della soglia del portone più esterno, cercarono di recuperare terreno ma vennero tempestati di frecce da parte dei soldati posti sulla seconda cinta muraria. In quel momento, Basin e i cavalieri Shura superstiti saettarono in avanti, penetrando all’interno della prima cinta muraria, mentre una voce urlò “Distruzione delle Armature di Hokuto”.
Cinque raggi di energia si convogliarono sulla parte superiore del portone più esterno, facendo crollare la muratura sopra l’entrata.

“Io, Ruso, faccio appello al Divino Potere concessomi dalla Scuola di Hokuto Gemmy.”.
Mentre i soldati imperiali ripiegavano nel secondo cerchio di mura, al primo, restavano a confronto Ruso e Veler, da una parte, Basin con sei cavalieri Shura dall’altra. I due gruppi si osservarono.

“Generale, sei pronto?” Chiese Ruso all’argenteo Generale di Gento.

“Maestro, se dobbiamo morire, sarà meglio farlo portando con noi più nemici possibili.”.

“Uh uh.. siete già pronti a morire… molto, molto saggio…” Osservò Basin scambiando uno sguardo di intesa con i suoi sottoposti. I primi due cavalieri Shura si gettarono contro gli avversari mentre Basin pensò “Basta che gli provochino una semplice ferita, il mio fumo mortale penetrerà da lì”.

Il primo, arrivato a distanza ravvicinatissima dal Maestro Hokuto Ryuken, non fece in tempo a sollevare il braccio per colpirlo che venne investito in pieno dall’aura violacea di Ruso esplodendo in mille pezzi.
Veler, con l’ausilio dell’unico braccio rimasto, eseguì un movimento della mano tirandola verso di se e poi facendola saettare contemporaneamente in avanti e verso l’alto, “Colpo della Luce ondulante di Gento”. Quattro profondissime e lunghe ferite verticali si aprirono sul torace del cavaliere che cadde a terra esamine, mentre dagli squarci fuoriuscì vapore.
Bart sulle mura della seconda cinta muraria sorrise speranzoso.

“Servo di Khan, fatti sotto e affrontaci!” Esclamò Veler rivolgendosi a Basin.

Proprio in quel momento, all’esterno del palazzo, Virgil, seppur gravemente ferito dal colpo di Fanir e debilitato dal fumo di Basin, continuava a fare strage dei soldati nemici. Finchè davanti a lui non comparve un nuovo nemico.
L’uomo dalla corporatura normale ma ben definita, presentava corti capelli castani e occhi neri in cui brillava uno sguardo fiero e deciso
I due si osservarono, poi Virgil tentò un affondo con la mano sinistra, che però venne facilmente evitato dall’avversario, il quale, non approfittò dell’apertura della difesa nemica, ma, al contrario, effettuo una capriola all’indietro. Muovendo la mano destra, i contorni del corpo di Virgil vennero ricoperti da una patina luminosa color corallo, al movimento verso l’esterno del braccio dell’avversario, l’ex Shura venne scaraventato a velocità incredibile contro le mura esterne della Capitale.
Virgil non riuscì a rialzarsi e venne parzialmente ricoperto dai detriti staccatisi dalle mura a seguito del suo stesso impatto.
Immediatamente dopo, il nuovo arrivato scavalcò le mura della cinta più esterna, ordinando agli uomini al seguito di seguirlo.
Veler, Ruso e coloro che si trovavano nel primo cerchio di mura si voltarono a osservarlo “Merak!”, esclamò con sorpresa Basin.

“Soldati, dirigetevi al secondo cerchio, io, Basin e i Cavalieri Shura finiremo questi miserabili” Disse Merak rivolgendosi ai suoi uomini che stavano scalando la cinta più esterna. Per poi continuare diretto al compagno “Basin, io affronterò il vecchio, tu e i cavalieri pensate al Gento.” Per poi mostrare la sua aura color corallo.

“Veler, questo guerriero è pericoloso.”. Bisbiglio l’anziano al Generale d’Argento
Con un grido, Merak mosse le mani e un grosso pezzo di pietra appuntita prese a muoversi in direzione dell’anziano, ma Ruso fu lesto a spostarsi di lato ed evitare di essere trapassato dalla nuda roccia mossa del Comandante.
“Vecchio, devi morire.” Escalmò Merak.

“Telecinesi” mormorò Ruso.

Contemporaneamente, i 4 cavalieri Shura assalirono Veler, che, anche a causa della sua menomazione fisica, non riuscì a impattare il quadruplice assalto. Colpito in pieno da quattro calci sbattè contro le mura alle sue spalle. Annaspando, il Generale cercò di rialzarsi ma con un solo gesto, Basin, rimasto nelle retrovie, liberò la mano, lanciando il fumo grigiastro contro di lui, obbligandolo ad alzare istintivamente l’unico braccio disponibile per cercare di fermarlo.
Fu tutto inutile, il fumo, come fosse dotato di una propria volontà, aggirò il braccio e penetrò all’interno delle ferite dell’argenteo Generale di Gento.

Nel mentre, Ruso osservò il suo avversario, ma si rese subito conto che qualcosa non funzionasse nel suo braccio sinistro. L’arto superiore iniziò a muoversi contro la volontà dell’anziano che cercò in tutti i modi di riprenderne controllo, mentre Merak l’osservava sorridente.
Un grido di dolore improvviso provenne dal Maestro Hokuto Ryuken.

“Sei in gamba vecchio, hai preferito forzare il mio potere mentale compiendo un movimento innaturale che ti ha portato ad auto slogarti il braccio per evitare che te lo rompessi.”. Osservò l’allievo di Khan.

“Come puoi controllare le parti dell’altrui corpo? E’ impossibile. Neppure la telecinesi può arrivare a tanto…”.

“Eppure la risposta è davanti a te. Scommetto che mi avevi preso per un ciarlatano capace solo di muovere oggetti e pietre, guarda!” Esclamò, mentre il dito medio della mano destra di Ruso compì un movimento innaturale che lo portò a spezzarsi tra i gemiti di dolore dell’anziano.

Veler cercò di comprendere cosa fosse successo, ma l’espressione maligna di Basin non lo rassicurò di certo. “Uh uh uh… il mio fumo penetra fino ai centri nervosi… tra poco il tuo corpo non sarà più in grado di recepire gli stimoli celebrali. Cavalieri Shura, finite questo relitto, io andrò avanti.”. Disse inebriato Basin superando velocemente Veler e dirigendosi al secondo cerchio di mura.

Proprio in quel momento, mentre i 4 Cavalieri circondarono Veler, Ryu saltò dal secondo cerchio di mura.

“Ragazzo.” Esclamò il Generale osservando il figlio di Raul.

“Hokuto e Gento sono votate allo stesso obiettivo. Falco diede a mio padre una gamba senza combattere e questa notizia si sparse per tutto l’impero. Permettimi di combattere al tuo fianco.” Rispose Ryu.

“Eh non sarete soli, anche Nanto si unirà.”. Urlò Seian atterrando in picchiata accanto ai due guerrieri.

I tre mostrarono le loro aure, argentata per Veler, color ciano per Seian e rossa per Ryu, cui risposero i 4 cavalieri Shura mostrando la loro di un bianco pallido.

Contemporaneamente, Merak concentrandosi prese il controllo delle gambe di Ruso e, facendogli perdere l’equilibrio, lo fece cadere rovinosamente cadere a terra.

Il vecchio Maestro tentò di rialzarsi e osservando i suoi giovani compagni a pochi metri da lui, pensò “Veler è ferito gravemente, mentre Ryu e Seian sono solo due ragazzi, non hanno paura di affrontare un esercito immenso e guerrieri con ben più forza ed esperienza. Cosa dovrei fare, allora, io? L’ultimo Maestro di Hokuto della precedente generazione?”.

“Cosa c’è vecchio? Hai perso lo spirito combattivo? Meglio così!”. Chiese Merak prendendo il controllo del braccio sinistro dell’avversario e facendogli penetrare la mano sinistra nel suo stesso petto. Ruso sputò sangue, ma poi sorrise.

“Uh? Ridi per la morte che arriva?”.

“Arriverà ma non tanto presto. La ferita che mi hai provocato è grave, e proprio per questo posso mostrarti il vero potere della mia scuola che ho tenuto deliberatamente celato. IL MATOKI”. Improvvisamente, la muscolatura dell’anziano si gonfiò esponenzialmente tanto che le vene sembrarono scoppiare. Il suo viso assunse contorni demoniaci mentre dalla bocca inziò a fuoriuscire un fumo violaceo. “ORA VEDRAI IL POTERE DEI DEMONI, MERAK” Urlò inebriato Ruso, per poi attaccare “Anryu Tenha”.
Merak si ritrovò fluttuante nello spazio, “E’ impossibile, deve essere un’illusione” sclamò mentre il suo corpo ondeggiante inziò a dirigersi verso l’avversario.

“SERVO DI KHAN, IL MIO KERAKUATO TI FARA’ CESSARE DISOFFRIRE, COLPENDO TUTTI I 1109 PUNTI DI ROTTURA” Merak venne investito in pieno dal colpo di Ruso, portato con affondi di entrambe le braccia, e le sue carni si disintegrarono completamente.
Annientato l’avversario, l’aura demoniaca si dissolse velocemente dal corpo dell’anziano, che perdendo flotti di sangue dalla ferita al torace, cadde in terra.

“Maestro Ruso!!!” Urlò Ryu, mentre Seian cercò di riportarlo alla concentrazione, “Amico, i nostri avversari sono qui davanti, prima li sconfiggeremo e prima soccorreremo Ruso”. Ryu annuì.

I 4 cavalieri Shura si gettarono all’attacco, due verso Veler e due, rispettivamente, verso Ryu e Seian.
I due giovani riuscirono a evitare gli affondi avversari, mentre Veler, iniziò a risentire della tossina di Basin che nel frattempo si era diretto alla volta del secondo cerchio.
Non riuscendo a concentrarsi sui due nemici, il Generale venne colpito in pieno e sbattuto in terra. Rimessosi in piedi si guardò intorno riflettendo “Ruso è in terra, Ryu e Seian non riescono a fare altro che evitare gli attacchi nemici, di Virgil non abbiamo notizie…” si abbattè. Poi chiuse gli occhi “Virgil… un adepto dei nostri nemici sta combattendo per proteggere la Capitale e io che ne sono l’ultimo legittimo difensore dovrei arrendermi? MAI” Urlò mostrando la sua aura argentata.
I due cavalieri Shura si accorsero troppo tardi di quello che stava per succedere, “SCUOLA IMPERIALE DI GENTO, TROTTOLA CIRCOLARE” gridò Veler saettando in avanti ed emettendo dall’unica mano dell’energia a forma di anello che tagliò in due i suoi assalitori.

“Veler ci è riuscito” mormorò Seian

“Cerchiamo di non essere da meno” bisbigliò Ryu al compagno

Il primo dei cavalieri si rivolse a Ryu “Tra le innumerevoli tecniche Shura, io sono specializzato in quelle che attaccano gli organi del nemico senza provocare ferite. Mi prenderò i tuoi organi uno per uno… uh uh uh”

Il secondo a Seian “Io sono esperto in quelle di impatto, colpirò il tuo torace bloccando il tuo battito cardiaco”
I due si lanciarono all’attacco.

Il primo con la mano tesa verso il fianco di Ryu, “Cominciamo dal fegato!”, ma il figlio di Raul riuscì a spostarsi in tempo così da riportare solo una ferita superficiale.
Voltatosi verso l’avversario lo scrutò, mentre il cavaliere si preparò a un nuovo affondo. Anche stavolta, Ryu riuscì a evitarlo e a sferrare un montante che colpì in pieno il cavaliere facendogli volare la maschera.
“Maledetto marmocchio! Allora punterò direttamente alla tua gabbia toracica!!” Disse, caricando a testa bassa!

Una luce si accese negli occhi di Ryu, fece avvicinare la mano dell’avversario fino a farsi strappare una costola, poi esclamò “Adesso o mai più. PUGNI A RIPETIZIONE DI HOKUTO!” tempestando di colpi il cavaliere Shura che venne scaraventato lontano. Cercando di rimettersi in piedi, il nemico venne attraversato da una scarica di energia, e poi esplose dall’interno.

“Ryu ha vinto, non devo essere da meno” pensò Seian, vibrando un affondo contro il suo nemico. Il cavaliere Shura, però, blocco la mano dello sparviero di Nanto, e appoggiò violentemente il proprio palmo sinistro sul torace del ragazzo che spinto indietro sputò sangue.

“Sei più resistente di quello che sembra. Il tuo cuore batte ancora.” Notò il nemico per poi lanciarsi in avanti e finirlo, in quel momento, Seian compì una piroetta a mezz’aria che lo fece atterrare davanti alla schiena dell’avversario.
“Sai perchè la Sacra Scuola di Nanto e considerata la controparte della Divina Scuola di Hokuto? Perché mentre Hokuto si basa sulla forza, Nanto si basa sulla velocità. TAGLIO VERTICALE DELLO SPARVIERO!” Urlò, mentre il corpo dell’avversario si taglio in tre parti verticalmente.

La gioia per avere sconfitto i cavalieri Shura non durò che un istante. Proprio mentre i 3 guerrieri si guardarono soddisfatti, i soldati nemici sfondarono il portone, penetrando nel secondo cerchio di mura.

“Maledizione, dobbiamo ripiegare” urlò Veler.

“Non così in fretta.” Disse una figura comparsa davanti a loro

“Sei un altro allievo di Khan?” Chiese Seian osservando l’uomo dalla folta barba rossa.

“Non credevo che arrivaste a farmi scendere in campo. Avete già sconfitto Fanir e Merak, mentre di Basin non ci sono notizie. Deve essere sgattaiolato dietro le vostre linee. Per cui, ora affronterete me, il vice di Sideus. Il Prode Jano!”.

“Se restiamo ad affrontarlo tutti e tre, la città cadrà…” Bisbiglio Ryu ai due compagni.

“Va pure figlio del Grande Raul, io, Ruso darò manforte a Veler e Seian” Esclamò l’anziano appena rimessosi in piedi.

Ryu lasciò i suoi compagni e penetrò all’interno del secondo cerchio di mura, laddove regnava il caos. Bart, Milo e gli imperiali stavano lottando strenuamente per sconfiggere più nemici possibile. Anche Reina e Mamiya, avevano deciso di entrare in scena, la prima con indosso la propria armatura da cavaliere, con le sue due spade, fece a pezzi decine di nemici in pochi minuti, la seconda, con i suoi yo-yo, altrattanto.

Juno osservò i suoi tre avversari. “Se pensate che ricorra a tecniche di velocità come Fanir, di telecinesi come Merak o subdole come Basin, vi sbagliate. Se vorrete avere ragione di me dovrete sconfiggermi sul piano fisico.”.

Il primo a lanciarsi contro di lui fu Seian ma a Juno bastò muovere il braccio destro per colpirlo in volo e scaraventarlo in terra.
Poi fu il turno di Veler, lanciò contro l’avversario un fascio di luce che venne da questi parato con il palmo della mano sinistra.

“Quello che resta dell’Impero è pronto a cadere…” sogghigno Juno

“Dovrai conquistarlo con la forza allora, perché noi non resteremo certo qui a osservare passivamente!" gridò Seian, riprendendosi dal colpo iniziale e lanciandosi in avanti. "Colpo del volo radente dello Sparviero di Nanto!!"

Appoggiandolo, Velr sollevò di scatto la mano, creando un piano di energia argentata.

"Stolti, che resistiate o meno il vostro fato è già scritto!" sogghignò Juno, espandendo a sua volta la propria aura color ardesia. Essa si aprì come un ventaglio, dilaniando e dissolvendo il duplice assalto prima di investirne i fautori e scaraventarli a terra.

Con un grido, Juno si avventò su Veler, che fu lesto a rotolarsi su un fianco ed evitare di essere trapassato dal pugno del nemico, capace di spaccare come niente la pietra del bastione. Annaspando, il Generale cercò di rialzarsi ma con un solo gesto l’allievo di Khan liberò la mano, lanciando lastroni e frammenti di pietra contro di lui, ed obbligandolo a portare l’unico braccio davanti al viso per difendersi, venendo comunque spinto indietro per l’impatto. Una delle pietre in particolare lo raggiunse alla tempia, stordendolo e facendolo crollare a terra con un rivolo di sangue sul volto.

Accortosi del pericolo, Seian corse di nuovo all’attacco, le dita della mano sinistra mutate in affilati artigli. Vedendolo, Juno sorrise beffardo. Piegandosi in avanti, si contorse in modo da far strisciare le dita sula spalla e contemporaneamente afferrò il braccio teso all’altezza del polso.

"Lo Sparviero di Nanto che fiero rappresenti non è che un pulcino in confronto a me!" lo derise, guardandolo negli occhi. Poi, senza nemmeno sforzarsi, strinse la presa, frantumando l’osso in quel punto e affondandogli le dita nella carne. Flotti di sangue zampillarono grondando a terra, e un istante dopo Seian sentì le ossa sbriciolarsi ed urlò di dolore, cercando invano di liberarsi. Il nemico però mantenne la stretta abbastanza a lungo da sferzare l’aria con l’altro braccio, investendo il ragazzo con un pugno in pieno sterno facendolo sbattere nuovamente a terra. “Forse la stella del comando che la tua setta ha il compito di servire avrebbe potuto tenermi testa, ma Sauzer, come le altre cinque stelle, è morto. Tu non sei che uno scarto, un rifiuto.”. In quel momento, il corpo di Juno venne avvolto da un’aura violacea, accompagnata da una formula in lingua sconosciuta.

“Io Ruso, faccio appello al Divino potere concessomi dalla Scuola di Hokuto Gemmy”. Similmente a come accaduto nel combattimento tra Jukey e Hyo, gli abiti di Juno, impossibilitato a muoversi, si lacerarono spinti dal rigonfio muscolare. “Servo di Khan, non puoi avere idea di cosa siano capaci le stelle neglette. Con la forza di volontà possono mutare il corso del loro destino.”. Disse il vecchio mentre una vera e propria fontana di sangue defluiva dal suo torace.

“Maestro, NO! Lo sforzo la ucciderà” Urlò Veler all’anziano fratello di Jukey.

“E’ tempo che come mio fratello, anche io, mi liberi di questo vecchio corpo e ripari agli errori commessi. Colpitelo adesso! Non resisterò a lungo.”

Sul volto di Juno comparve un espressione di terrore, mentre Seian, con il volto rigato dalle lacrime, saltò in alto e raggiunta una ragguardevole altezza, si lanciò in picchiata verso l’avversario, “QUESTA E’ LA TECNICA SEGRETA DELLO SPARVIERO DI NANTO, VOLO IN PICCHIATA DEL RAPACE!”
Terminato il volo alle spalle del nemico, atterrando sui piedi alle sue spalle, sul torace di Juno si aprirono tra profondissime ferite verticali che dalla base del collo arrivavano fino al bacino. “Maledetto moccioso” mormorò il nemico non accorgendosi che Veler fu su di lui, “LUMINOSA LAMA ARGENTATA DI GENTO”.
La tecnica più potente del Generale d’Argento tagliò il tronco dalle gambe del nemico.

Sconfitto l’avversario, i due guerrieri si gettarono in aiuto dell’anziano Ruso, “MAESTRO” urlarono all’unisono.
L’anziano, ormai prossimo alla morte, semplicemente “Raggiungo mio fratello e gli amici di un tempo… Generale d’Argento, è stato un onore. Il tuo Maestro Nibbio sarebbe stato fiero di te… Questo è tutto quello che posso fare per aiutarti.”. Disse premendo un punto al centro del torace di Veler, cui conseguì l’uscita dalle ferite dei fumi tossici di Basin.
Poi continuò, “E tu, Seian, ricorda che il futuro appartiene a voi, a te, a te Ryu, al giovane figlio di Falco e a Luce. Addio.”. Disse prima che le sue pupille divenissero vitree.
L’ultimo Maestro di Hokuto della precedente generazione era morto.

Sentendo le grida di alcuni soldati, Veler, osservando un’altra orda di soldati nemici entrare nel secondo cerchio, esclamò “Neanche un momento per piangere i nostri compagni ci è concesso.”

Nel mentre, nel secondo cerchio era il caos. Spronati dal crollo di parte delle mura, i soldati di Khan avevano raddoppiato gli sforzi, gettandosi come vere e proprie ondate di uomini contro i difensori, a stento tenuti insieme dal carisma di Reina e Bart. Ryu, con i colpi a ripetizione di Hokuto riusciva a colpirne circa 10 per volta che esplodevano dall’interno. Ormai il ragazzo era un degno allievo della Divina Scuola.
Sua madre gli si rivolse “Ryu, dirigiti al Palazzo, sembra che uno dei comandanti nemici abbia superato il terzo cerchio di mura”.

“CORRO MADRE”.

Da dietro i vetri di una della stanza del trono, Myu guardò un’ultima volta verso l’esterno, rabbrividendo. Le strade erano ricoperte di sangue, un fiume rosso cremisi che sembrava aver cancellato per sempre il candore del marmo, mentre a centinaia si innalzavano le grida dei morenti.

Chiudendo gli occhi di fronte a quel massacro, si girò verso Rihaku, che la fissava. Nella sala del trono, da quando Reina e Mamiya avevano deciso di combattere, oltre loro due, vi erano rimasti solamente Lynn, Luke, Luce, Aily, Aska, Saiya e il piccolo Aquila.
Fino a quel momento.
La porta della sala del trono crollò e la figura di Basin si erse dinanzi a loro. “Sono proprio fortunato, siete tutti qui. Non dovrò nemmeno cercarvi per uccidervi.”.

Saiaya si gettò subito contro il nemico, cui, però, bastò un rapido movimento del dorso della mano sinistra per colpirlo e scaraventarlo contro la parete.

Luce rivolgendosi a Lynn “Scappa, mettiti in salvo. Se tu morissi, mio padre né soffrirebbe.”.

“Luce…” Esclamò Lynn.

Tutti gli altri presenti si gettarono disperatamente sul nemico, ma a Basin fu sufficiente mostrare la propria aura grigiastra per scaraventarli lontano.
Luke rialzatosi tentò di colpire il nemico con il proprio pugnale, ma Basin evitò l’affondo e lo colpi in pieno petto trapassandoglielo. Il giovane cresciuto insieme a Lynn e Bart spirò.

“LUKEEEEEEEE!” Urlò Lynn.

"Tra poco lo raggiungerete mia signora, quella tua bella testa, te la staccherò dal collo!" esclamò il nemico rivolgendosi a Lynn, preparandosi a colpirla con un fendente della propria mano sinistra

Ma in quel momento, con un balzo, Luce si frappose tra loro, proteggendo Lynn con il proprio corpo. Il fendente ferì di striscio la figlia di Kenshiro, facendole sprizzare flotti di sangue dalla schiena.

L’arrivo di un’altra persona, però interruppe il prossimo assalto di Basin

"Luce…Avresti dovuto restare al sicuro, e invece non hai esitato a sacrificarti per la nostra causa, tu che non sei neanche un guerriero! perché? E poi, tu, Luke…" singhiozzò Ryu, incurante di tutto e tutti.

"Uh uh ah ah ah!" scoppiò a ridere Basin, osservandolo. "Un ingresso così minaccioso e ora ti disperi per la tua bella? Ma mi ricordo di te, sei quello che stava combattendo con i cavalieri Shura”

Luce e Lynn lo fissarono con odio, ma Ryu non si scosse, continuando a guardare il nemico

"Visto che ci tieni tanto a quella donna, vi spedirò insieme all’inferno!" gridò vibrando un fendente.

Luce urlò, ma la mano di Basin non arrivò al corpo di Ryu. La sua energia color rosso si accese, circondando ragazzo di un’aura così potente da fermare, senza toccarlo, il braccio di Basin

"Allievo di Khan!!" ringhiò fissandolo terribile. I capelli erano agitati, gli occhi iniettati di sangue, i muscoli tesi, i pugni serrati. A contatto con la sua aura le pietre del pavimento si spaccarono e schizzarono in aria. Era come se un demone si fosse impossessato di lui.

“Credi di spaventarmi moccioso? NUBE DI MORTE!” Urlò emanando il suo fumo grigiastro contro il figlio di Raul.

"Comandante! Chiedi perdono alle tue vittime e abbandona questo mondo!!! COLPO DELLA VIOLENZA IMPETUOSA DEL DOMINATORE DEL CIELO" esclamò Ryu, saettando entrambe le mani in vanti e facendo esplodere il colpo segreto di suo padre

Una tempesta di energia si abbattè devastante su Basin. La sua carne e le sue ossa né vennero totalmente dilaniate esplodendo in pezzi. L’onda fu talmente potente da distruggere la parete della sala del trono e da far volare al di fuori quello che restava del corpo dello spietato nemico.
 
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CAPITOLO 51 “ADDIO A UN AMICO”

Dove infuriava la battaglia, tutti restarono scioccati da quella manifestazione di energia.
Ryu si voltò verso Luce “Come stai? Sei ferita?”.

“Sto bene, và adesso, fuori c’è bisogno di te…” rispose la figlia di Kenshiro, mentre Ryu, annuendo si lanciò nella mischia saltando dalla balconata.

I soldati nemici si trovarono in condizione di confusione, i loro comandanti erano stati sconfitti, Ryu né abbatteva a decine con i propri pugni, Sein né faceva a pezzi interi manipoli mentre Veler né investiva altrettanti con il proprio spirito combattivo.
Reina muoveva le sue spade come fossero parti del proprio corpo come Mamiya i suoi yo-yo.
Bart e Milo, al centro della mischia, coordinavano i superstiti dell’armata di Hokuto e degli Imperiali.
Per ogni difensore della Capitale che veniva ucciso né corrispondevano una cinquantina degli invasori.
La situazione si ribaltò, uno degli ufficiali delle truppe nemiche urlò “Soldati Ritirata”, l’esercito di Khan ormai in rotta si diresse al di fuori delle mura più esterne della Capitale, ma lì qualcosa li fermò. I corpi dei membri del gruppo che si trovavano più vicino alla fuga vennero ricoperti da una patina blu scuro “IMPLOSIONE DI ENERGIA DELL’ARCANA VIA SHURA”.
Senza che nessun raggio di energia gli si diresse contro, i corpi di questi uomini esplosero per metà. “Virgil!” Urlò Ryu nel rivedere l’alleato.
I restanti soldati di Khan si ritrovarono tra Virgil che dinanzi a loro bloccava la via di fuga, e Veler, Seian e Ryu dal lato della Capitale. Ora erano loro a essere in trappola. La preoccupazione non durò che un istante, i 4 li attaccarono dalle due direzioni, sterminandoli.
L’esercito di Khan non esisteva più.
I sopravvissuti si ritrovarono al centro del primo cerchio di mura, convinti di aver vinto.
Bart, Reina, Mamiya, Milo, Ryu, Veler, Virgil, Seian e una decina di soldati tra imperiali ed ex membri dell’armata di Hokuto si guardarono pronti a festeggiare.

È... finita!" sussurrò Bart.

In tutta risposta, i resti delle mura che avevano ostruito l’entrata, a seguito del colpo di Ruso, esplosero in mille pezzi. Un uomo avvolto in un’aura color rubino penetrò all’interno del primo cerchio di mura. Osservando gli avversari, né indico uno con il dito indice. Dalla punta del dito partì un raggio di luce che c’entro Milo al centro del torace sfondandogli il cuore.

I soldati semplici gli si gettarono incontro, mentre Virgil urlò “NOOOOO FERMIIIIIII!!!!” ma non fece in tempo. I soldati vennero spazzati via con le carni dilaniate dalla sola manifestazione della sua aura. Analogamente agli uomini del pirata rosso quando si gettarono contro Caio sulla spiaggia dell’isola dei demoni.

“Miserabili, avete distrutto il nostro esercito e i miei quattro compagni, io Sideus, Generale delle Armate del Supremo Khan non vi perdonerò mai”.

“No, non adesso…” Mormorò Seian

“E’ molto più forte degli altri quattro” Bisbigliò Veler

“La sua potenza sembra superiore a quella dei Maestri miei compagni” Riflettè Virgil.

“L’ultimo nemico” Disse, osservandolo Ryu, per poi rivolgersi a sua madre, Bart e Mamiya “Tornate dentro il Palazzo e aspettateci… Lo uccidiamo e arriviamo.”.

“Ryu!!!” Disse Reina.

“Va Madre! E’ un ordine, pensate a proteggere Lynn, Luce e gli altri.”. Rispose il figlio di Raul con una fierezza che mai aveva mostrato fino a ora.

Sideus, ritto davanti a loro osservò i quattro guerrieri per poi rivolgersi principalmente a Ryu “Avete deciso di allontanare i vostri amici per proteggerli. In cuor vostro, sapete di non avere nessuna possibilità. Virgil è gravemente ferito, Veler è allo stremo, il pulcino di Nanto non ha le capacità per affrontarmi e tu, moccioso, del Re di Hokuto, non sei nemmeno l’ombra… Allora, Virgil, vuoi essere tu il primo ad affrontarmi?”.

Virgil caricò la propria aura blu scura nella propria mano per poi scagliarla contro il nemico ma la voce di Veler intervenne “Non da solo combatte Virgil” lanciando, a sua volta, un fascio di energia color argento.
Sideus, serrando i pugni, impattò ambo gli attacchi, per poi lanciare a sua volta due fasci di energia che colpirono in pieno gli eroi, scaraventandoli tra le macerie.

Con uno scatto improvviso, Ryu si frappose tra loro, il pugno pronto a colpire. "Ora combatti con me! Pugno Divino di Hokuto!!"

"Queste tecniche per me non sono che giochi da bambini, non hai niente di nuovo da mostrarmi?" gridò, bloccando il pugno del giovane, per poi colpirlo con un poderoso calcio in pieno sterno.

"Forse lui no, ma le tecniche di Nanto ti faranno a brandelli! Colpo del volo radente dello Sparviero di Nanto!" si intromise, rilasciando una scarica di fendenti portati con ambo le braccia.

"Meglio... meglio ma non abbastanza!" si complimentò Sideus, allargando di scatto le braccia e deviando ogni affondo.. per poi passare al contrattacco con un pugno in pieno petto all’avversario. Anche Seian, come Ryu, venne scaraventato lontano.

Pronto a finirli, Sideus scattò verso di loro, quando Veler gli si gettò addosso con un grido. "Non gli farai del male!"

Il pugno del Generale d’Argento fece barcollare il nemico, ma solo per un attimo. Schivato il secondo affondo piegandosi sulle ginocchia, l'uomo rispose con una scarica di colpi all'addome che sollevarono Veler da terra facendogli sputare sangue.

Stringendo i denti, il Gento distese il braccio destro. "Luminosa Lama..."

"Lento... troppo lento!" esclamò Sideus, deviandogli il braccio con una gomitata e chiudendogli una mano sul volto. Facendolo ruotare come se non fosse che una marionetta, lo gettò violentemente a terra e si levò in aria per ricadergli con le ginocchia e finirlo.

Con un balzo disperato però Ryu trascinò appena in tempo al sicuro il compagno, mentre già Virgil raccoglieva le forze per poi incrociare le proprie mani all’altezza della fronte, rivolgendogli i palmi contro l’avversario e urlare “SCARICA DEVASTANTE DELLA VIA SHURA!!!

Un'ombra di curiosità e vago interesse solcò il viso del nemico. "Una tecnica interessante, capace di sprigionare tutto il tuo spirito in una volta..."

Incrociate le braccia davanti al petto, a forma di X, ricevette in pieno il fascio di energia, impattandolo. “Questa sarebbe la tecnica massima che hai appreso allenandoti con i compagni del sommo Khan? Non sei degno di avere avuto accesso al Manuale dello Shuratan originale.”.

Sideus rilasciò un vortice di vento che alzò mura e macerie, provocando piogge di detriti e nuvole di polvere.

I quattro guerrieri vennero sbalzati in aria e ricaddero al suolo.

“Come fa a essere così forte?” Chiese Veler

“Non lo so, forse Khan lo ha addestrato per anni per farne il suo soldato più fedele.”.

“E’ esattamente così, ma non è solo questo. Il Mio Signore, tramite un influsso di energia, ha utilizzato su di me LA PIENEZZA DELLA VITA SHURA! Aumentando la mia forza in maniera smisurata. Grazie a essa, solo i tre Guardiani mi sono superiori, ma Rain è già morto e Diago, se non lo è già, lo sarà presto. Sarò il secondo di Lord Khan.”.

“La pienezza della Vita Shura?” Chiese confuso Ryu.

“E’ una tecnica particolare Shura, attraverso l’acquisizione di energia, aumenta esponenzialmente la forza di un guerriero, concentrandola in 2/3 giorni…Ma poi si muore. Generalmente la si può usare su se stessi, ma Khan deve avere appreso come utilizzarla sugli altri…”.

“Ma allora?” Chiese Seian

“Si… Khan deve averlo ingannato… Sideus non è consapevole che morirà tra pochissimo…”. Osservò Virgil.

“Proviamo a spiegargli la verità” Intervenne Veler

“E’ inutile, non ci crederebbe, in lui la fede verso Khan è cieca…L’unica speranza che abbiamo è sconfiggerlo sul campo di battaglia” mormorò Virgil

"Qualunque strategia stiate formulando, spero per voi che sia efficace. E’ tempo di concludere questa battaglia!" avvertì il nemico, espandendo la sua aura color rubino per poi caricare verso gli avversari.

"Sta arrivando, state pronti!" avvertì Veler, concentrando le forze nel braccio. "Luminosa Lama Argentea di Gento!"

Il colpo segreto fece esplodere il suolo lungo la traiettoria di Sideus, obbligandolo a scartare per evitare la colonna di detriti. Approfittandone, Ryu e Seian si prepararono.

"Sincronizza i tuoi attacchi ai miei. Volo radente dello Sparviero!" Disse Seian

"Ancora, fino allo sfinimento! Pugni a ripetizione di Hokuto!"

Lanciate insieme, le due tecniche si combinarono. Ma a Sideus bastò ruotare velocissimamente gli avambracci per parare tutti gli attacchi. Poi contrattaccò con una tempesta di pugni che travolse i due giovani scaraventandoli contro le mura.

Virgil e Veler gli andarono in soccorso. I due ragazzi erano estremamente malconci. Malconci ma ancora vivi.

“E’ troppo forte e noi… siamo ormai allo stremo delle forze…" disse Veler, con una rara punta di disperazione nella voce. Lui, e Virgil erano feriti gravemente, Seian aveva l’osso del braccio rotto, mentre Ryu era malconcio ed esausto. Al contrario, Sideus era ancora nel pieno delle forze.
Aiutati i due ragazzi a rialzarsi, Virgil sputò sangue, mentre il buco provocato dal colpo di Fanir sembrò iniziare produrre materiale purulento, chiaro segnale che i fumi tossici di Basin avevano, ormai, infettato il suo sangue e i suoi organi. Virgil cadde in ginocchio.
“Virgil!!!” Urlò Ryu andandogli incontro, “RYU!” lo richiamò all’attenzione Veler, per poi dire “Proviamo un attacco combinato, tutti e tre insieme…”. Seian e Ryu annuirono.
Gli ultimi tre esponenti delle scuole maggiori mostrarono ciascuno la propria aura mentre Sideus li osservava.

“Per nostra signora la Stella Polare!” Gridò Veler

“In nome delle sei Sacre Stelle di Nanto” Esclamò Seian

“Sideus, preparati, per le Sette Stelle che si susseguono nella volta celeste!” Urlò Ryu

I tre si catapultarono uniti verso Sideus che sorrise malignamente. Poco prima che i tre raggiungessero il nemico, questi, mostrando la sua aura color Rubino, gli si rivolse “Stolti! Attaccandomi frontalmente tutti e tre insieme non siete che un facile bersagliò. Raffiche di Vento tagliente dell’Ordine di Khan!!!” Urlò.
Improvvisamente, una potentissima folata di vento dissolse gli attacchi e investì i tre guerrieri.
Ogni soffio era tagliente come una lama affilatissima e i tre guerrieri vennero sbalzati in aria provando un dolore intensissimo, come se la pelle delle braccia, del tronco e del viso gli venisse strappata via.
Contorcendosi dal dolore, Veler, Ryu e Seain ricaddero a terra completamente ricoperti del proprio sangue che sgorgava dai tagli presenti su tutto il corpo.


"Ci resta ancora… una possibilità!" esordì in quel momento Virgil, che fino ad ora era rimasto pensierosamente in silenzio, attirando subito l'attenzione di tutti. “Ho un piano, Generale. Non ho tempo per spiegare ma vi chiedo di fidarvi di me”. I tre si guardarono dubbiosi, poi Ryu prese la parola "La tua arguzia è sempre stata grande, Virgil. Qualsiasi piano tu abbia, noi ti aiuteremo!".

Virgil saettò verso l’avversario, compiendo, apparentemente, un attacco suicida, all’ultimo istante cambiò direzione, mandando a vuoto il pugno di Sideus. “ORA, VELER CONGELAGLI LE GAMBE” Il Generale d’Argento annuì. “SCUOLA IMPERIALE DI GENTO, CALOTTA DI GHIACCIO” il raggio congelante puntò dritto agli arti inferiori del nemico che istintivamente cercò di spostarsi. Proprio in quel momento, Virgil si avvinghio alla sua schiena, analogamente a come fece Juza con il braccio di Raul.

“Lasciami maledetto” urlò il nemico mentre il ghiaccio lo bloccava al suolo.

“Seian VAI!” Esclamò Virgil mentre il giovane di Nanto si lanciò in picchiata su Sideus che con le gambe bloccate nel ghiaccio e le braccia immobilizzate dalla stretta di Virgil aprì tre squarci sul torace del generale, atterrando alle sue spalle.

“RYUUUUUUUU, a te l’ultimo attacco. Utilizza il colpo con cui hai fatto crollare le mura del Palazzo e sconfitto Basin.”

“Virgil, così facendo morirai anche tu!” Osservò Ryu disperato.

“Ho promesso a Kenshiro che vi avrei protetto! Io sto per morire, manca molto poco, non sopravviverei lo stesso. La ferita e, soprattutto, il veleno inalato non mi lasciano scampo. Fallo o moriremo tutti.”.

“Ryu…” mormorarono Seian e Veler ormai esausti.

“Perdonami Virgil… IN NOME DI HOKUTO, DI MIO PADRE E DI KENSHIRO, COLPO DELLA VIOLENZA IMPETUOSA DEL DOMINATORE DEL CIELO" esclamò Ryu, con il volto rigato da calde lacrime, saettando entrambe le mani in vanti e facendo esplodere il colpo segreto di suo padre.
Un fiume color rosso dalla terribile energia saettò verso Sideus, scavando un solco al suo passaggio. Il Generale nemico impossibilitato a spostarsi o cercare di parare il colpo con le mani, venne colpito in pieno, il ghiaccio sulle sue gambe divenne vapore acqueo, e lui finì scaraventato lontano insieme a Virgil.

I due corpi sbatterono contro la cinta muraria per poi ricadere in terra fumanti.

I tre guerrieri si avvicinarono. Sideus era morto, Virgil, coperto di sangue, respirava ancora.

“Se..i… divent…a…to un vero uomo Ryu… il tuo colpo era davvero molto potente… Kenshiro e tuo padre sarebbero fieri di te…sono contento di avervi conosciuto… ad…dio” Disse Virgil per poi spirare.

“Anche io sono contento di averti conosciuto… e non ti dimenticherò MAI”. Disse Ryu conle lacrime agli occhi…

“Abbiamo vinto…” mormorò Seian

“No, nessuno ha vinto.” Rispose Ryu.

“Kenshiro, tutto è in te, ora.” Concluse Veler.
 
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view post Posted on 23/10/2020, 10:05     +1   -1

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CAPITOLO 51 “L’ULTIMA BATTAGLIA”

In sella al fedele Re Nero, Kenshiro, seguite le indicazioni del suo nemico, aveva, finalmente raggiunto la Leggendaria Kun- Lun.

Man mano che proseguì, iniziò a distinguere meglio alcuni dettagli del paesaggio che lo circondava. Stava costeggiando i bordi di quella che millenni prima doveva essere stata la strada principale della città. Tutt’intorno, si potevano distinguere macerie e resti di quelle che dovevano essere state le imponenti costruzioni in legno e pietra che costituivano il centro della città.
Proseguendo verso l’interno, Kenshiro alzò gli occhi verso un promontorio, lì potè distinguere il Leggendario Palazzo del Cielo. Un tempo, agli albori dell’Impero, residenza della Sovrana.
La gigantesca struttura, seppur, ormai, fatiscente e crollata per metà restava imponente.
I grandi muri inclinati e rotti solo nella parte superiore, potevano contare almeno 50 file di finestre.
I tetti, anch’essi crollati, davano l’idea di una fortezza.
Sul lato meridionale della rocca, ove si trovava Kenshiro, si ergeva un grande spazio racchiuso da mura e porte, con un grande portico all'interno.
Tutta la larghezza del promontorio era occupata dal palazzo.
La parte centrale di questo edificio sorgeva in un quadrato posto sopra le altre strutture satelliti. Questa parte centrale dell’imponente struttura ospitava le “Stanze del Cielo”, laddove dovevano trovare posto la sala del trono e gli appartamenti privati dell’Imperatrice.

“Incredibile che sia rimasto ancora così a distanza di millenni” pensò il Maestro di Hokuto, fino a che il nitrire di Re Nero non lo richiamò alla concentrazione.

“Finalmente sei arrivato!” Disse una voce proveniente dalla cima Palazzo.
Lì, a decine di metri da terra, Ken potè osservare Khan in compagnia dell’Imperatrice.

“Khan, chiudiamo questa storia aperta da 2000 anni, lascia libera Louis. E’ una cosa tra noi due.”.

“Kenshiro, non potrei lasciare andare via la madre di mio figlio… Uh uh uh…” rispose Khan mentre copiose lacrime rigarono il volto della sovrana.

“Cosaaaaaaaaaa?”

“L’Imperatrice porta in grembo mio figlio, con lui inizierà una vera e propria Leggenda. Non mi resta che sbarazzarmi di te.”.

“TU SEI SOLO UN POVERO VERME! UN MENTECATTO!” Urlò Ken mostrando la propria scintillante aura azzurra.

“Maestà, attendete qui.”. Si rivolse Khan alla Sovrana per poi compiere un salto dalla cima del Palazzo e atterrare a pochi metri da Kenshiro.

“Louiseeeeeeeee!” gridò Ken

“Non temere, è al sicuro lì sopra. Non può scendere da sola, è vero, ma il Palazzo non crollerà. Assisterà a tutto il nostro scontro, se vuoi salvarla non ti resta che sconfiggermi.”. Sogghignò lo Shura mentre Ken scese da cavallo e si mise in posizione.

Senza nulla da aggiungere i due si lanciarono all’attacco, correndo uno verso l’altro fino a portarsi a ridosso. Scegliendo il momento migliore, Ken balzò in avanti caricando il pugno, e contemporaneamente Khan fece scattare il braccio, con un movimento talmente rapido da sollevare folate di vento abbastanza violente da ridurre l’impeto dell’assalto del Maestro di Hokuto, che si ritrovò in piena traiettoria del colpo del nemico.

Ken si piegò improvvisamente di lato per schivare. Fu una reazione quasi istintiva ma efficace. Nel sentire il pugno scivolare innocuo a diversi centimetri dalla sua testa il successore della Divina Arte si preparò a passare all’offensiva, concentrandosi per entrare all’interno della guardia avversaria. In quel momento però qualcosa esplose lateralmente accanto a lui, investendolo alla tempia, la spalla ed il fianco, e scaraventandolo a terra, accompagnato dalla risata di Khan.



"Mi ha raggiunto comunque… com’è possibile?!" si chiese rialzandosi e scrutando l’avversario che nel frattempo stava ancora sogghignando.

"Credevi di avermi evitato, ma ti sbagliavi. Non è così facile schivare i colpi che sferro!" esclamò, facendo scattare di nuovo il pugno in avanti nonostante la distanza che lo separava da Ken fosse di qualche metro. Un momento dopo, il Maestro di Hokuto sentì come una palla di cannone centrarlo in pieno petto, sbattendolo al suolo e facendolo strisciare tra terra e pietre.

"Uh uh uh, hai capito adesso? O vuoi vedere di nuovo?" rise il Primo Guardinao, agitando di nuovo il pugno.
Stavolta però Ken balzò di lato, rotolando sul terreno e rialzandosi in piedi mentre nel punto in cui si era trovato un istante prima compariva un piccolo cratere.

"La forza con cui fendi l’aria è tale che persino lo spostamento d’aria diventa pericoloso come un colpo reale!" Disse Ken.

“A quanto pare la prima lezione non ti è servita. Imparerai a tue spese la differenza che c’è tra un uomo, come te, e un DIO, come me.”. Espose Khan sorridendo malignamente.

Queste parole di scherno fecero esplodere la rabbia di Kenshiro. "Dio… Esiste una Divinità ben più potente di te, la Divina Scuola di Hokuto incarna il DIO DELLA MORTE!" esclamò con orgoglio, strappandosi il giubbotto, restando con la semplice maglietta nera per poi balzare in aria e sferrare un calcio volante diretto al nemico che, però, lo impattò mettendo le braccia a X dinanzi il torace.

Khan, senza neppure barcollare mentre il contraccolpo faceva cadere Ken all’indietro. "Ho rispetto della tua forza… ma per chi è diretto discendente degli Dei, l’abilità di Hokuto è misera cosa!"

Con un gesto rapidissimo, Khan afferrò la gamba di Ken prima che toccasse terra e lo sollevò sopra la testa, facendolo girare vorticosamente. "Uomo di Hokuto, riconosci la superiorità di chi è ben più antico e potente di te!" urlò, lanciandolo improvvisamente contro una delle costruzioni diroccate.

Dopo il terribile impatto, Ken uscì dalle macerie, ricoperto di detriti e con la maglia strappata per metà.
Un momento dopo, però, venne investito da dei Fulmini neri, partiti dalle punta delle dita delle mani di Khan, che lo scaraventarono lontano con la maglia ormai in brandelli.
Di nuovo in piedi, Ken osservò l’avversario "Troppo dipende da questo scontro, Lynn, Luce, Ryu… non mi lascerò sconfiggere! AIUTAMI DIVINA SCUOLA DI HOKUTO!!" tuonò, caricando il proprio pugno destro e lanciandosi contro l’avversario.

"Il Pugno Divino di Hokuto…!" commentò Khan, piegando le braccia e gonfiando il petto mentre il colpo di Ken si avvicinava. "Che venga pure, ma sono destinati a infrangersi i suoi potenti colpi sul nuovo Dio del mondo!"

Con un bagliore accecante il pugno di Ken, ricoperto da un’aura azzurra, centrò l’obiettivo, impattando con il palmo della mano sinistra di Khan, a sua volta imbevuto di energia nera. Neppure questo bastò a smuovere il Primo Guardiano, che rimase immobile, con i piedi ben piantati a terra.

“Se un solo colpo non è stato sufficiente né riceverai subito degli altri, Cento Pugni distruttivi di Hokuto!” Urlò Kenshiro lanciando la tecnica che tante vittorie gli aveva regalato in passato.
Ogni colpo componente la vera e propria tempesta di pugni scatenata da Kenshiro venne, però, parata da Khan con i palmi delle mani, finchè la mano destra di Ken si ritrovò bloccata dalla sinistra di Khan e la sinistra dalla destra.
Stretta la presa sulle mani dell’avversario, Khan tirò gli arti di Ken verso di sé, per poi scaricare in avanti la sua energia, facendo volare a diversi metri di distanza il Maestro di Hokuto.

Ken sbattè violentemente a terra ma si rimise per l’ennesima volta in piedi, a quel punto Khan esclamò, “Per mettere fine alla tua eroica resistenza, ti mostrerò una tecnica super distruttiva, nel nostro primo scontro non reggesti così tanto da far in modo di mostrartela, preparati Kenshiro!!”

Il Primo Guardiano portò le braccia davanti al volto, formando una X, e incassò la testa nelle spalle, poi le allargò di scatto, generando una tremenda esplosione di energia, accompagnata dall’immagine di un buco nero alle sue spalle “TEMPESTA NERA DIMENSIONALE!!!!” l'energia, sprigionata dal buco nero alle sue spalle travolse Ken, che venne scaraventato via, con una serie di esplosioni.

"Ho vinto questa breve lotta, se tale si può definire lo scontro quando a confrontarsi sono un uomo e un Dio… Kenshiro è sconfitto.” Sibillò Khan per poi voltarsi verso la Sovrana ancora posta sul tetto del Palazzo del cielo. L’Imperatrice si inginocchiò in lacrime e iniziò a pregare a mani giunte.

Nel frattempo, alla Capitale, tra le macerie del palazzo reale ormai in rovina, diverse figure osservavano perplesse e preoccupate il cielo. “Chissà se Ken sta combattendo?” Si chiese Bart.

“Forse dovremmo cercare di raggiungerlo…” sospirò Reina.

“E’ impossibile. Non sappiamo dove sia la Città degli Shura e anche se lo sapessimo, non è neppure detto che stiano combattendo li…” Intervenne Veler.

“L’unico a sapere dove fosse ubicata era Virgil, ma Virgil è morto…” Riflettè ad alta voce Seian.

Improvvisamente, però, Lynn avvertì una fortissima fitta alla testa e urlò di dolore.

“LYNN!!!” Urlò Bart

“MAESTA’!!!” Veler

Mentre tutti gli altri le si avvicinarono per cercare di capire cosa stesse succedendo.
La Sovrana reggente si calmò e disse “Un fischio… un fischio fortissimo mi rimbomba in testa… come quella volta…”.
La mente della giovane Lynn tornò indietro nel tempo a circa 8 anni prima… Le truppe ribelli di Hokuto stavano assediando la Capitale Imperiale, a quel tempo sotto il controllo del crudele vicerè Jako.
Davanti al portone d’ingresso della cittadella imperiale stava avvenendo lo scontro tra due uomini, da un lato, un guerriero biondo che risplendeva di bagliori dorati, dall’altro, un ragazzo con sette cicatrici a forma di stella sul petto.
Improvvisamente, la mente della giovane venne richiamata da una voce che le indicò il cammino per il luogo ove si sarebbero potute incontrare.
Scortata da Bart e Ain, la ragazza riuscì a superare le linee nemiche e, dopo essere stata scoperta dagli uomini di Jaco, arrivò nel luogo dal quale proveniva la voce che la chiamava. Era la voce di sua sorella.

Tornata nel presente, Lynn, mentre tutti le erano intorno a formare un cerchio, prese la parola “Mia sorella è viva e mi sta chiamando. So dove si trovano lei e Ken.”.

“Ma Maestà, saranno sicuramente troppo lontani, non arriveremo in tempo.” Sospirò Veler.

“Abbiamo un modo per raggiungerli velocemente. L’elicottero con cui Diago e Virgil hanno riportato qui il corpo di Ken dopo essere stato vittima della tecnica oscura di Khan. Bart, te la senti di accompagnarmi?”.

“Certamente! Partiamo immediatamente”. Rispose il giovane.

“Maestà è una follia, mi permetta di accompagnarvi!” Disse Veler.

“Veler, ti ringrazio del tuo aiuto, ma sei ferito gravemente e cosi Seian. Resterete qui, questo è un ordine!” Rispose la Sovrana reggente.

“Verrò io con te, altezza.” Intervenne Ryu.

“E anche io…” Esclamò Luce.

“No! E’ troppo pericoloso.” Le rispose il giovane figlio di Raul

“Mio padre sta rischiando la sua vita, potrebbe essere l’ultima occasione che ho di vederl, se vuoi impedirmelo, dovrai uccidermi.”. Gli rispose la figlia di Ken e Julia.

“Che donna…” riflettè Ryu mentre osservava lo sguardo di assenso tra Lynn e Luce.

“Ken, noi ti aiuteremo!” Urlò Bart, mentre lui, Lynn, Luce e Ryu si preparavano a salire sull’elicottero e a dirigersi nella direzione indicata da Lynn.

Negli stessi istanti, Khan continuò a osservare lo spettacolo desolante causato dall’energia della Tempesta Nera Dimensionale.

“Del leggendario Kenshiro non è rimasta che polvere, la mia potenza annienta qualsiasi avversario.” Pensò il Primo Shura dirigendosi lentamente verso il Palazzo sulla cui sommità si trovava la Sovrana.

Improvvisamente, una voce riecheggiò nell’aria “KHANNNNNN!”

"Sconfitto?" ripetè il Maestro di Hokuto con disprezzo, comparendo dinanzi al nemico. "Non mi sono mai rassegnato alla sconfitta, mai in tante battaglie, nemmeno quando erano i miei fratelli maggiori a sbarrarmi il passo! Se anche mi restassero davvero solo pochi minuti da vivere, li trascorrerei combattendo fino all’ultimo respiro!".

Nel sentirlo parlare in questo modo, Khan non rispose nulla, ma un’espressione dubbiosa gli si disegnò sul viso.

"Preparati, la vittoria che tanto cerchi è più lontana di quel che pensi!!!" gridò Ken, lanciandosi all’attacco. Con un gesto fulmineo, Khan sollevò il braccio, lasciando infrangere il pugno di Ken su di esso, ma contemporaneamente il Maestro di Hokuto gli si gettò a ridosso, concentrando tutte le energie in un calcio al ginocchio.

Colto di sorpresa, lo Shura barcollò un istante, sferrando contemporaneamente un destro. Ken però, ormai consapevole della pericolosità di quei colpi, lo deviò facendolo scivolare lungo il dorso del suo braccio sinistro, e nello stesso momento si diede la spinta per scattare in avanti e centrare il nemico all’addome con una ginocchiata, cui fece seguito una scarica di pugni.

Khan barcollò ancora un attimo, sbilanciato, ma poi reagì con un calcio che esplose con violenza inaudita sulle braccia incrociate di Ken, scaraventandolo di molti metri all’indietro. Seppur parato, quel colpo rimbombò nelle ossa di Ken con tanta forza da causargli un dolore acuto lungo le braccia e fargli chiudere per un attimo gli occhi.
Tutte le articolazioni del corpo gli dolevano in maniera diffusa ma profonda, come se una intera montagna gli fosse crollata addosso.
Fu un grido maestoso dell’avversario a riportarlo alla realtà. Correndo in avanti come un vero e proprio proiettile umano, Khan lanciò la propria massa contro di lui, cercando di colpirlo con una spallata. Reagendo d’istinto, Ken scattò lateralmente, lasciandolo abbattere su una parete rocciosa che crollò attorno a lui come fragile vetro, senza peraltro rallentarlo minimamente.

Infuriato, Khan si voltò verso Ken “Come hai fatto a sopravvivere alla Tempesta Nera Dimensionale e prima ancora al Tocco della Morte Nera? Nessuno può arrivare a tanto!!!”.

“Sul tocco della morte nera, posso solamente dirti che nell’Universo tutto è doppio, se qualcuno come te ha il potere di oscurare i meridiani, deve esistere qualcuno che può riportarli alla luce.”.

“Il potere della Natura Madre di Nanto… Diago l’aveva accennato… Eppure Julia è morta… MA CERTO! Tu e Julia avete avuto un figlio che deve averne ereditato i poteri…Anzi, vista la natura dei poteri, UNA FIGLIA…Uh uh uh… Diago deve averlo scoperto e tenuto per se… Maledetto, ma è stato il suo ultimo inganno…” Sorrise malignamente Khan per poi continuare “Quando avrò vinto, la cercherò personalmente e le strapperò l’anima!" provocò Ken, con evidente disprezzo.
A queste parole, l’aura di Ken avvampò luminosa come non mai “RICHIAMO DELLO SPIRITO DEI FRATELLI DI HOKUTO!” mentre ai lati del suo corpo, illuminato di una scintillante aura azzurra, comparvero, equamente divisi ai due lati, quattro sagome non del tutto definite… Le due al lato destro erano circondate, rispettivamente, da aura rossa chiara e gialla, mentre, le due alla sua sinistra, da aura viola e verde chiaro…

Khan rimase per un attimo incerto…
“Non è la trasmigrazione dell’anima… Percepisco la presenza di altre 4 persone accanto a lui… Le percepisco come se fossero qui presenti, non è solo un’emanazione di aura o un richiamo degli spiriti che hanno segnato il guerriero con il dolore… Ma che diavolo sta succedendo?”

“Preparati, Khan!” Urlò Kenshiro saettando verso di lui.
In quel momento, le 4 figure aderirono perfettamente al corpo di Kenshiro che, a velocità incredibile, si ritrovò faccia a faccia con il suo avversario. Khan venne investito da una tempesta di colpi. Era impossibile che una tale potenza provenisse dal solo Kenshiro, erano in cinque a colpirlo, il corpo del Primo Shura venne sbalzato lontano e finì contro un palazzo diroccato che crollò per l’impatto.

“E’ finita…” mormorò Kenshiro, quando improvvisamente, dalle macerie del Palazzo ove Khan aveva impattato, si levò una gigantesca aura nera come la pece che spazzò via i detriti.
“FINITA? UH UH UH…”

Dalle macerie della struttura, ormai crollata, emerse Khan con la maglia completamente lacera. Tuttavia, il Primo Shura non sembrava avere subito danni, a eccezione di due rivoli di sangue che fuoriuscivano rispettivamente dal bordo sinistro del labbro inferiore e dalla tempia destra.

I due guerrieri si osservarono, poi Khan prese la parola “Deve essere la tecnica con cui hai sconfitto Diago… Richiami lo spirito dei tuoi fratelli che ti accompagnano e vegliano su di te… La fluidità di Toky, la risolutezza di Raul, la raffinatezza di Hyo e la forza di Caio… Tutte unite in un colpo terrificante… Ecco come sei riuscito a battere Diago… Non avrebbe mai potuto sconfiggere 5 guerrieri straordinari riuniti insieme… Purtroppo per te, che siate 5, 10 o 1000, poco cambia… Rispetto all’infinito, sarai sempre in inferiorità numerica, perché IO SONO L’INFINITO…”.

Ken rimase qualche secondo in silenzio, poi vedendo l’avversario pronto a scagliarsi contro di lui, piegò il busto in avanti, pronto a fare altrettanto. I due guerrieri, circondati dalle aure azzurra e nera, saettarono uno verso l’altro.

“MUORI KENSHIRO!!!” Urlò Khan

“Raul, Toky, Hyo, Caio… Aiutatemi!!” Mormorò Ken

Poco prima dello scontro, Khan notò che una sesta figura si unì all’attacco di Ken, un’aura color rosso scuro! “Ma cosa…”pensò il Primo Shura.

Con un bagliore accecante, i due uomini illuminati dalla propria energia spirituale si scontrarono. I due colpi si contrastarono e i due contendenti si superarono, volando letteralmente in terra ciascuno alle spalle dell’altro.

Rimessi in piedi, i due si scrutarono un’altra volta.

“Anche tu Diago… Maledetto…” mormorò Khan, stavolta sanguinante da più parti, osservando l’avversario.

“Anche il sesto fratello di Hokuto si è riunito a noi… L’Oscurità è destinata a cadere, Khan… Noi sei ti sconfiggeremo!” di rimando Kenshiro.

“Non essere ridicolo… Anche se portassi un colpo riunendo gli spiriti della famiglia di Hokuto al completo, delle Sei Sacre Scuole di Nanto e dei Generali di Gento, non riusciresti a sconfiggermi! IO SONO UN DIO!!!!!! Prendi TEMPESTA DI FOLGORI OSCURE DEL PRIMO GUARDIANO SHURA!”
All’improvviso il corpo del Khan venne avvolto da una sfera di aura di colore nero e, immediatamente dopo, dalla stessa iniziarono a partire una moltitudine di fulmini neri diretti verso Ken.

Il Maestro di Hokuto disse “Trasmigrazione dell’anima” i suoi occhi si illuminarono e la sua sostanza scomparve poco prima dell’impatto con la folgore, che aprì un cratere nel terreno.
Khan intensificò la frequenza degli attacchi. Ogni immagine di Ken venne colpita da una folgore che lasciò un relativo cratere nel terreno, finchè il Maestro di Hokuto non si trovò faccia a faccia con il suo avversario cercando di colpirlo in pieno torace con il pugno destro, ma Khan fu lesto nell’incrociare le braccia e impattare il colpo per poi compiere una capriola all’indietro.

“Hai già utilizzato questa tecnica nel nostro primo scontro… Devi ricorrere ad attacchi meno prevedibili se vuoi vincere…”.

“Uh uh uh… Ancora non ti rendi conto del pericolo che corri… credi che i poteri della Terza parte del Manuale dello Shuratan si limitino al controllo degli elementi? Hai resistito alle mie folgori come, nel primo scontro, al Turbine dell’Uragano, e, adesso, anche alla TEMPESTA NERA DIMENSIONALE. Sappi, però che la mia tecnica definitiva è un’altra… uh uh uh”.

Ken osservò in silenzio l’avversario

“KENSHIRO, ECCOTI LA TECNICA PIU’ POTENTE DELLA TERZA PARTE DEL MANUALE DELLO SHURATAN” Urlò mentre tutta la sua energia si concentrava sul suo indice destro.

L’Imperatrice, dal tetto del Palazzo, riconobbe i movimenti che precedevano la tecnica che aveva visto utilizzare contro Diago “KENNNNNNN SCAPPA!!!!” Urlò.

“Addio, Uomo di Hokuto, sparisci e vola in un’altra dimensione. RIATTIVAZIONE DEL CICLO DELL’UNIVERSO” Esclamò, mentre i fasci di aura nera fluttuante iniziarono a circondare il corpo di Ken.
Il corpo del Maestro di Hokuto venne totalmente circondato da tenebre che iniziarono a girare vorticosamente e a restringersi fino a scomparire.
Quando il processo terminò, di Kenshiro non vi era più traccia.

“KENNNNNNNNNNNNN” Urlò disperata l’Imperatrice, osservando come del Maestro di Hokuto non vi fosse più traccia!

“Ahahhahahaahah!!! La RIATTIVAZIONE DEL CICLO DELL’UNIVERSO non lascia scampo… Hai combattuto bene Kenshiro, ma adesso…E’ finita…“ per poi rivolgersi all’Imperatrice “Andiamo Maestà, la NOSTA Capitale ci aspetta… Uh uh uh”.

In quel momento, si aprì uno squarcio dimensionale a una ventina di metri da terra, dal quale fuoriuscì una luce accecante. Khan rimase interdetto da quanto stesse accadendo, un immenso Dragone Azzurro fuoriuscì da quella apertura muovendosi in picchiata verso il terreno. All’impatto, si aprì un cratere e scomparso il Dragone, dalla luce emerse Kenshiro che disse, “TECNICA DEFINITIVA DELLA DIVINA SCUOLA DI HOKUTO. NIRVANA SPIRITUALE DEL DRAGONE CELESTE!”.
 
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view post Posted on 30/10/2020, 10:18     +1   -1

Simpatizzante Hokuto

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CAPITOLO 52 “ALLA FINE, SOLO SILENZIO”.

"Non solo alla Tempesta Nera Dimensionale, sei sopravvissuto anche alla RIATTIVAZIONE DEL CICLO DELL’UNIVERSO, esigo sapere come!" disse Khan osservando Kenshiro ritto dinanzi a lui.

Ken non poté trattenere una espressione di soddisfazione al pensiero di sapere qualcosa che l’avversario ignorava. "Diago mi ha salvato! Grazie alla sua previdenza, ho avuto modo di vedere sia la Tempesta Nera Dimensionale che la Riattivazione del Ciclo dell’Universo. Senza le tue tecniche migliori è come se non avessi più le braccia!".

Nel sentire queste parole, uno scintillio brillò negli occhi dell’avversario. " Diago… e come avrebbe fatto?”

“Poco prima di ricevere la Riattivazione del Ciclo dell’Universo. Quando, le tenebre emanate dal tuo stesso colpo ti hanno impedito di vedere, si è strappato l’occhio destro gettandolo lontano. Li, attraverso quello che restava del suo spirito, ha memorizzato le immagini dei tuoi colpi segreti. Mostrandomi sia la Tempesta Nera Dimensionale che la Riattivazione del ciclo dell’Universo. Sono due tecniche terribili.”.

“L'occhio di Diago... si è fatto beffe di me... maledetto.". comprese, in un sussulto di rabbia e stupore.

"L'hai detto! E ora basta parole, il loro tempo è passato. Per Diago, che ha sacrificato la vita per mettermi in condizone di sconfiggerti per sempre, io non fallirò! Preparati alla battaglia, Khan!" gridò Ken.

“Non prenderti gioco di me, Kenshiro! Sarai potuto sopravvivere alla Tempesta Nera Dimensionale, ma è impossibile ritornare dal varco dimensionale aperto con la Riattivazione del Ciclo dell’Universo…”.

Ken rimase a osservare l’avversario per qualche minuto, poi “Hai capito anche questo. Si… per quanto avessi avuto modo di osservare la tua tecnica, non avrei avuto modo di tornare da solo da quel luogo buio e oscuro. E’ stata la Luce dell’ultimo e definitivo segreto della Divina Scuola di Hokuto, il Dragone Celeste. La bestia mitologica è nume tutelare di Hokuto e creatura della Luce, mi ha indicato il cammino per tornare qui.”.

"Hai appreso la tecnica definitiva di Hokuto, con cui si può rischiarare l’oscurità. Non sbagliavo, la tua forza è aumentata. Hai fatto tesoro dei drammi che hai vissuto come degli scontri che hai sostenuto..." affermò, poi continuò "Ma non mi sarai mai abbastanza vicino, l'abisso che ci separa rimarrà sempre incolmabile!".

Spalancando gli occhi, investì Ken con una scarica di energia, facendolo indietreggiare ma, stavolta, non cadere.

"E' finita, Ken! Perderai la vita!" esclamò Khan, alzando di scatto il pugno e lanciandosi in avanti, ma Ken incrociò le braccia a X dinanzi al torace impattando il colpo. "Con la tecnica definitiva di Hokuto avresti potuto nasconderti ai confini del mondo, la fuga ti avrebbe salvato! Ma sfidandomi di nuovo hai scritto la tua fine!".

Con il taglio della mano, sferrò un potente fendente imbevuto di energia nera per annientarlo. Con un gesto sorprendentemente rapido però, Ken lo schivò, portandosi a distanza ravvicinatissima dinanzi a lui.

"UAATATATATATTATATATATATATATATATA!!"

Una cascata di pugni investì il Primo Shura, colpendolo ripetutamente alla testa, al torace e alle spalle senza però nemmeno piegarlo in ginocchio. "Qualunque avversario abbia incontrato si è piegato di fronte a me, non sperare in un destino diverso!" proclamò, appoggiando il palmo al torace di Ken e liberando un'onda che lo investì in pieno petto scaraventandolo lontano.

"Purtroppo per te non sono più quello di prima! Ammira il frutto delle battaglie contro Rain e Diago!!"

Ken avvolse l'energia nera, prendendone il controllo. Di fronte allo sguardo per la prima volta interdetto di Khan, la scarica di energia scatenata, finì col disperdersi.

"E non è finita!!!" gridò Ken lanciandosi in avanti diretto con il pugno destro verso il viso dell’avversario.

Al pensiero di quel torto, lo stupore di Khan si mutò in disprezzo. "Credi io sia indifeso di fronte a te?" ringhiò, allargando di scatto le braccia per poi riunirle a X e impattare il pugno di Kenshiro.

Ken cadde per il contraccolpo ma stringendo i denti si contorse per atterrare sul palmo della mano, piegandosi poi per far scattare le gambe sul terreno e volare in avanti come una molla, con il pugno teso.

"Ora basta!" tuonò Khan, portandosi rapidissimo accanto a lui e centrandolo a mezz'aria con un calcio dall'alto verso il basso, che lo schiacciò a terra. "L'aver sconfitto Rain e Diago ti ha reso arrogante, evidentemente hai dimenticato il mio Divino Potere! Rimembra!" minacciò, colpendo con un secondo calcio.

"Sei finito Kenshiro! Compiango Diago che siè sacrificato per aiutarti!" lo derise, spalancando gli occhi e travolgendolo con ondata dopo ondata di energia.

"E' disumano! E’ decisamente più forte e resistente di qualsiasi altro avversario abbia mai incontrato in passato.!!" Pensò Ken sbattendo duramente in terra.

"Non prenderò rischi questa volta, ti strapperò il cuore!" promise Khan avvicinandosi, con le dita delle mano destra prossime a colpire il cuore del Maestro di Hokuto.

Prima che potesse trapassare il corpo del nemico, una luce intensissima avvolse Ken, brillante come un sole azzurro.

"Cos'è questa vitalità?!" sibilò, obbligato a ritrarsi.

"La forza della speranza dell’umanità, dell’affetto di Raul, Toky e Hyo, della potenza di Caio e Diago, dell’amore di Julia, del coraggio di Ryu e di Luce, dell’amicizia di Shin, Rey, Shew, Fudo, Falco e Orc, della fiducia incondizionata di Lynn e Bart, di tutti coloro di cui rappresento i sogni, forse, per l'ultima volta!"

Incredulo, Khan vide l’aura di energia agitarsi furiosamente attorno a Ken.
"Ma che diavolo sta facendo!" si chiese sbalordito, mentre la pressione dell’aura di Ken aumentava a dismisura caricando l’aria di elettricità.

Folgori azzurre colpirono il terreno, frantumandolo in più punti.

"Non posso cedere! Metterò tutto me stesso!" esclamò Khan, alzando entrambe le braccia per mostrare la sua aura nera come la pece in un disperato tentativo di resistere. La sua onda di luce raddoppiò d’intensità, generando un vortice di energia, fiamme e vapore che avvolse entrambi.

Aprendo gli occhi, Ken lo fronteggò. "Finalmente ho il pieno controllo della mia anima, lo sento! Affinchè l’umanità intera possa vedere un nuovo domani, io devo sconfiggerti!" gridò, facendo esplodere tutta l’energia accumulata e unendo le braccia dinanzi a se. Comparve, tra le mani di Ken, un drago di energia che spalancò le fauci: la mascella sulla mano superiore, la mandibola su quella inferiore, le dita simili a zanne ricolme di energia.

"TECNICA DEFINITIVA DELLA DIVINA SCUOLA DI HOKUTO, NIRVANA SPIRITUALE DEL DRAGONE CELESTE!!"

Con un ruggito fragoroso, il drago azzurrè partì dalle mani di Ken e salì fino al cielo, per poi compiere una discesa in picchiata verso Khan.

In quel momento, per una frazione di secondo, gli occhi di Ken e Khan si incrociarono.

Il dragone azzurro impattò sul corpo del nemico inghiottendolo nella luce. Continuando la sua corsa, il drago di energia si schiantò in terra, provocando un cratere prima di innalzarsi nuovamente versoverso il cielo e svanire oltre le nuvole. Quando la sua luce si fu dissolta, di Khan non vi era più traccia.

Esausto, Ken rimase in silenzio, con il cuore ancora in tumulto, analogamente a quando aveva combattuto con Raul. Tutto il dolore per la morte dei rivali incontrati negli anni e per Julia, si riaffacciò, le lacrime divennero impossibili da frenare.

“Amici, Julia, Nonno, Luce… ho vinto…”

“Uh uh uh... vinto?" lo derise una voce, facendolo sobbalzare.

Diradando la polvere con una ventata di aura, Khan ricomparve innanzi a lui.

Ken rimase basito. L'assalto aveva avuto successo, per la prima volta Khan era coperto di profonde ferite e perdeva molto sangue, ma nemmeno questo era bastato ad annientarlo.

"E' stato un valido tentativo, che per poco non ti ha donato la vittoria. Sei stato saggio a indurmi a pensare che il Nirvana Spirituale del Dragone Celeste fosse solo una tecnica in grado di ricondurti dall’altra dimensione e non una tecnica di attacco vera e propria. Mi hai ingannato”.

“Una battaglia non è solo forza, ma anche astuzia e scaltrezza… La tecnica definitiva della Divina Scuola di Hokuto unisce attacco e difesa… eppure neanche questa è riuscita a sconfiggerti. ". Ammise Ken.

"Hai… combattuto bene… Kenshiro… ma io ti ho permesso… di leggere attraverso la mia tecnica…" sussurrò Khan

“A questo punto, le nostre tecniche definitive sono del tutto inutili…Il che vuol dire che la nostra battaglia è come quella di due bambini… ” Rispose Ken.

Incupendosi, Khan socchiuse gli occhi in due fessure "Tu sei il più pericoloso avversario che abbia mai combattuto... il più determinato e incisivo. Non ti arrendi mai, continui a lottare anche quando tutto sembra perduto. E’ vero sono pari le nostre tecniche definitive. Pari le nostre tecniche ma non i nostri corpi. Adesso la differenza che c’è tra noi è il sangue che ci scorre nelle vene, differenza non lieve e forse decisiva. Resti sempre un mortale, e come tale non avrai possibilità contro un Dio!”.

“E’ possibile…Alla fine, il Successore della Divina Scuola di Hokuto è solo un semplice uomo, la cui missione è salvaguardare ognuna delle persone che ama… Se dovrà morire per questo, l’accetterà…”

“Non ha paura di dare la vita nello scontro…” pensò Khan prima di mettersi in posizione d’attacco.

I due guerrieri si gettarono uno contro l’altro. Pugno contro pugno, mano contro mano, testa contro testa, poi preserò a colpirsi reciprocamente a velocità sorprendente.
Senza pensare a parare i colpi avversari, in breve, i due furono coperti di sangue ma nessuno intendeva fermarsi.
Infine, i due pugni destri impattarono sulla guancia sinistra dell’avversio. Il contraccolpo fu terribile e i due si scaraventarono in terra a distanza a distanza di diversi metri l’uno dall’altro. Ma si rimisero subito in piedi.

"Il nuovo mondo che io edificherò sarà dominato in maniera autoritaria, ma nessuno dovrà temere la mano invisibile di Dei crudeli! Io sarò l’unico Dio. Bada, tu che tenti di impedirne l'avvento: le risorse di Khan sono infinite!" Urlò il Primo Shura lanciandosi contro Ken.

Quest’ultimo però non siscompose e appena Khan gli fu vicino lo colpì in pieno viso scaraventandolo lontano.

Khan atterrò sul palmo destro della mano e con un capriola si rimise in piedi.

“Possibile che le mie tecniche non siano più efficaci? E’ questo il potere della Divina Scuola di Hokuto? Ho commesso un grave errore nel sottovalutarlo…” pensò tra se e se il Primo Guardiano.

Poi allargò le braccia, molto similmente a come fece Sauzer prima di utilizzare il Volo a Croce della Fenice, tutto il suo corpo venne ricoperto da una patina nera.

Ken capì che l’avversario stava assorbendo energia dall’ambiente circostante, quindi si preparò.

All’improvviso, Khan scattò in avanti, ritrovandosi a distanza ravvicinatissima e tentò di colpire il Maestro di Hokuto con un pugno scagliato caricando il braccio destro.
Pugno che Ken evitò facendolo passare tra la testa e la spalla destra e cui ne segui uno scagliato con il proprio braccio destro che colpì Khan in pieno petto all’altezza del cuore. Khan sputò sangue e venne scaraventato nuovamente in terra.

“E’ finita Khan…

Le labbra del Primo Shura mostrarono un ghigno. “Kenshiro, non stai dimenticando qualcosa?”.

“Cosa?”

“Nel grembo dell’Imperatrice cresce mio figlio. Anche se la vittoria che tanto insegui arrivasse, un domani, sarà lui a realizzare il mio sogno. Non toglieresti mai la vita a un innocente…”.

Ken si incupì, nella foga della battaglia aveva dimenticato questa piccola grande verità. Gli occhi del Maestro di Hokuto si alzarono verso la cima del Palazzo ove si trovava Louise.

Quest’ultima, osservò il campo di battaglia con un ultimo sorriso, poi urlò ”KHAN, FORSE KEN, NO, MA IO SI!!!!!! KENSHIRO, GRAZIE LO STESSO! PROTEGGI MIA SORELLA, LEI TI AMA! ADDIO!”. per poi gettarsi dalla cima del palazzo e, pochi secondi, dopo sbattere violentemente al suolo a pochi metri di distanza dai due combattenti.
L’Imperatrice del Cielo era morta e con lei il feto di Khan.

“Louise…” sibillò Ken ricolmo di infinita tristezza

“NOOOOOO!!!” Urlò il Primo Shura!!!!

Sull’elicottero, ove si trovavano Lynn, Bart, Ryu e Luce, ormai vicinissimi al luogo dello scontro, la prima ebbe un sussulto “LOUISEEEEEEE!”

Dopo l’urlo disperato, Khan crollò in ginocchio, il corpo fumante, l’aura che si muoveva in maniera agitata.
In affanno, Ken lo osservò, credendo che quella reazione fosse propedeutica a un nuovo attacco.

Non era però preparato a quel che accadde.
Khan non rimase immobile che per alcuni istanti solamente, ma, quando si mosse, fu subito chiaro che non erano gesti volontari. Il suo corpo sembrò attraversato da violente convulsioni e iniziò a contorcersi, il viso deformato in una maschera illeggibile.

Dopo alcuni secondi, una specie di filo di fumo emerse dalla sua bocca e dai suoi occhi, fluttuando qualche momento nell'aria e assumendo sembianze vagamente umane, prima di disperdersi nel vento.
Ben presto, altri lo seguirono, abbandonando le membra del Primo Guardiano.

Guardandole con attenzione, Ken riconobbe il volto di Rain. "Ma quelle sono... Le anime che hai rubato ai tuoi avversari".

Khan si rimise in piedi dinanzi a lui!!! “Maledetto Kenshiro! Per me, per la mia stirpe, per il destino che il fato mi aveva riservato è finita, ma non pensare che morirò da solo…. PIENEZZA DELLA VITA SHURA!!!” Urlò.
Incredibilmente, dall’ambiente circostante iniziaronò a dirigersi verso il suo corpo delle vere e proprie folate di energia nera.

I muscoli di Khan si gonfiarono a dismisura, le ferite subite dal “Richiamo dello spirito dei fratelli di Hokuto” e dal “Nirvana Spirituale del Dragone Celeste” si rimarginarono, la sua aura nera come la notte avvampò come mai prima di quel momento.
Kenshiro!! Con questa tecnica posso ottenere il potere assoluto, concentrando tutte le energia della vita in poco tempo. Utilizzandola, ho rinunciato per sempre al resto della mia vita! Ora sono come te, disposto a morire per quello in cui si crede! E ORA, AFFRONTAMI PURE KENSHIRO!”

Proprio in quel frangente, l’elicottero con a bordo Lynn, Bart, Luce e Ryu atterrò vicissimo al campo di battaglia.
I quattro discesero velocissimamente e si trovarono a meno di 20 metri dai due combattenti.

“Kennnnn!!!!” Urlò Bart nell’accingersi ad avvicinarsi, ma Lynn, Ryu, Luce lo fermarono.

Ken e Khan osservarono i nuovi arrivati.

“Ken! La Capitale è salva! Abbiamo sconfitto l’esercito di Khan! Adesso il nostro nemico è solo lui.”. Gridò Bart. Poi i quattro non poterono non osservare il corpo senza vita di Louise.Calde lacrime rigarono il volto di Lynn.

Il Primo Shura si accigliò “Dunque, i miei allievi hanno fallito. Non sono riusciti a eliminare dei bambocci come voi. A questo punto, il mio fallimento è completo.”. Sorrise sarcasticamente per poi prendere la parola “NO… mi resta ancora la mia vita. Kenshiro, battiamoci per l’ultima volta.”. Queste ultime parole furono accompagnate da una manifestazione di oscurità proveniente dalcorpo di Khan.
Prima che Ken potesse controbattere le sue argomentazioni, prima persino che potesse rendersi del tutto conto di cosa stesse accadendo, un’oscurità densa, quasi oleosa e imponente iniziò a inghiottire tutto l’ambiente circostante. Attraverso una serie di intricati movimenti con delle mani del nemico l’imponente massa oscura continuò a crescere.


"Mi dispiace per te, ma non ucciderai più. Né Lynn, né Ryu né nessun altro!" proclamò. Mostrando, analogamente all’avversario, una luce imponente, stavolta di colore bianco.

Khan se ne accorse, e trasalì. "Che cosa... stai facendo?!" urlò, per la prima volta prossimo al panico perché, in cuor suo, aveva già capito.

"La luce... che dissolve le tenebre!" gridò Ken, sollevando le braccia e facendo esplodere la sua aura.

"Non è possibile... anche con la Pienezza della Vita Shura, la nostra energia è in perfetto equilibrio.!" balbettò Khan.

Ma egli era pur sempre discendente del fondatore dell’Ordine Shura, di colui che aveva ricevuto il potere dagli Dei. Il guerriero scacciò via la paura e fece esplodere la sua energia spirituale, caricandola di ogni stilla di vita in suo possesso.

"Precipita Kenshiro nell’abisso oscuro creato con la mia vita e la mia anima!!".

“Risplendi! Luce della Vita!”

Il giorno e la notte si scontrarono, in uno spaventoso urtare di energia cui nessuno aveva mai visto eguali.
L'intera Kun-Lun tremò. Il cielo sopra di loro fu attraversato da una tempesta elettrica, scariche orizzontali che saettavano da un punto all’altro.

Per quella che sembrò un'eternità, le due aure continuarono a scontrarsi, in perfetto equilibrio, rilasciando fili di fumo e vapore dal punto di incontro. I due avversari erano tesi al massimo, totalmente concentrati.

La spinta iniziò a farsi insostenibile. Rivoli di sudore e sangue scorrevano copiosi sui corpi dei due, ma nessuno sforzo di volontà sembrava poter bastare a ribaltare la situazione.

"Maledizione... non c'è davvero niente... che posso fare?!" pensò Ken, sentendosi venir meno.

"No!" gridò una voce.

"No! No! No!" riecheggiarono altre, tutte attorno a lui. Voci che ben conosceva, voci che avevano la sua stessa passione di guerriero. Lo stesso ardente desiderio di proteggere.

Mani amiche lo sostennero, aiutandolo a restare in piedi, puntellandogli la schiena, o tirandolo per il pugno, impedendogli di cadere.

Sbalordito, spalancò gli occhi, e le riconobbe. Erano tantissime, una moltitudine! Raul, Caio e Diago, finalmente uniti, le guidavano, ma, accanto a loro vi erano anche Toky e Hyo, finalmente fianco a fianco, Rey e Shew, di nuovo insieme. Shin, Sauzer, Yuda, Ryuken, Ryuga, Fudo, Hey, Shuren, Yuza, Falco, Sorya, Shoky, il Pirata Rosso, Ron, Orc, Jukey, Barran e tanti altri si affollavano, facendogli da scudo con i propri corpi, senza tradire alcun dolore.

Con le lacrime agli occhi, Ken rivide Ruso e Virgil, ma non fu nulla rispetto a quando incrociò lo sguardo di Julia. Poi, suo nonno Kenshiro Kasumi sostenuto da altri guerrieri che non aveva mai visto, troppo numerosi per contarli tutti.

Ken non sapeva cosa dire. Era questo il vero potere del Nirvana Spirituale del Dragone Celeste. Un potere tanto più forte quanto profondi e importanti erano i legami che si erano creati in vita. Cercò le parole giuste, ma suo Nonno, Raul, Caio e Diago scossero la testa, limitandosi a poggiare le rispettive mani destre sui suoi pugni, ancora tesi in avanti.

Con uno sguardo sereno, tutti gli spiriti, perché di questo si trattava, si girarono all'unisono, uniti nel fronteggiare Khan.

I due avversari si guardarono un’ultima volta.

Ken avrebbe dovuto provare timore, rabbia, o frustrazione. Ma, al contrario, non poté trattenere un fremito di ammirazione. Spingendo lo sguardo, fissò il Primo Shura.

"Sei stato un degno avversario. Mai nessuno mi aveva spinto fino a questo punto. Ti ho affrontato con tutto quello che avevo: con ogni tecnica, ogni mossa, ogni strategia, e sei riuscito a respingerle tutte. E, nel combattere, mi siamo reso conto di non essere così diversi come credevamo. Quanti drammi potrebbero essere evitati, se solo ci si provasse a comprendere. Onore a te, Khan!"

Poi inspirò profondamente e scoccò un'occhiata ai suoi amici.

“Bart, sei cresciuto, sappi che non avendo mai avuto fratelli minori, ti ho sempre considerato come tale. Vivi felicemente e prenditi cura di Lynn.”.

“Ken….” Rispose Bart piangendo disperatamente.

“Ryu, sei stato quanto di più vicino ci possa essere a un figlio maschio. Guida la Divina Scuola di Hokuto come avrebbe fatto tuo padre, l’abilità che hai acquisito ti mette in condizione di farlo e prenditi cura di Luce”. Si rivolse Ken al nipote intuendo come tra idue ragazzi stesse nascendo qualcosa.

“KENNNNN! Non ti deluderò! TE LO PROMETTO!” Urlò il giovane figlio di Raul

“Lynn, dopo Julia, non credevo che avrei conosciuto di nuovo il caldo soffio dell’amore. Hai riscaldato il mio cuore, per te, adesso c’è Bart.”.

“Ken, dentro di me cresce tuo figlio…Devi vivere, per me e per lui!.”. A questa rivelazione Ken sorrise mentre gli altri tre rimasero di stucco.

“Luce… perdonami se non ho passato con te il tempo che avrei voluto. In te rivedo tua madre. Le porterò i tuoi saluti e le dirò che sei stata la cosa più bella che mi sia capitata.”.

“Papaaaaaaaaà non andare via…”

Qualcosa nelle parole a loro quattro rivolte, un senso di finalità, li fece rabbrividire.

"Che cosa vuoi... fare?" Chiesero i quattro

"Fare proprio come Khan. Estinguere l'ultima luce in mia possesso, la mia stessa vita, per dar fondo a tutta l'immensa luce delle anime dei miei amici.”. Non importa cosa succederà, qualunque sia il mio destino, lo accetto con gioia, perché lascio tutto nelle mani di voi quattro! Addio.”.

Dando fondo a tutte le loro energie residue Ken e Khan si scontrarono un’ultima volta.
All'impatto dei loro pugni, un misto di luce e tenebre avvolse tutta la zona, costringendo i quattro ragazzi a distogliere lo sguardo per un secondo.

Quando tornarono a guardare, la luce era scomparsa e di Ken e Khan non vi era più alcuna traccia.

Alla fine, solo silenzio.
 
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view post Posted on 20/11/2020, 17:27     +1   -1

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EPILOGO

Davanti agli occhi sconvolti di Lynn, Bart, Ryu e Luce non vi era più nulla.
Di Ken e Khan nessuna traccia.

Ryu crollò in ginocchio, singhiozzando apertamente. "Ken…! Avresti dovuto trovare un altro modo! E invece ci hai lasciato... come faremo senza di te?" si disperò.

Lynn cadde tra le braccia di Bart, piangendo disperata.

Anche Re Nero sembrò disperarsi. Piegate le zampe anteriori in avanti, si accascio a terra.

Luce, invece, congiungendo le mani osservò l’orsa maggiore che brillava come non mai nel cielo e sorrise. “Tornerà. Quando avremo di nuovo bisogno di lui tornerà.”.

Raccolto il cadavere di Louise, i quattro, insieme al fedele Re Nero, tornarono alla Capitale. Urla di giubilio e pianti di felicità da parte dei sopravvisuti costituirono la naturale reazione alla vittoria della guerra.

Certo, le perdite erano state tante, Ruso, Virgil, Luke, Milo, quasi tutti i soldati dell’Impero, i vecchi compagni di Bart, l’Imperatrcie e soprattutto Kenshiro, ma si sa, dopo un grande diluvio, sorge sempre una nuova alba.

Esattamente un mese dopo la vittoria della guerra, Lynn, dopo aver provveduto al funerale della sorella, riunì i superstiti in un lungo consiglio.

Lynn divenne Imperatrice dell’umanita. Chiunque la conoscesse sapeva che, al di la del diritto di sangue, era la persona più adatta poiché, seppur tormentata dal dolore per la scomparsa del suo amato Kenshiro, restava una donna forte ma
“E’ tempo di cambiare” disse la novella Sovrana.

Ryu, l’ultimo discendente maschio della Principale Famiglia di Hokuto, divenne Maestro della Divina Arte nel nome di suo padre, il Grande Raul, dei suoi zii, Toky, Caio, Diago e, soprattutto, Kenshiro. Grande fu la commozione di sua madre Reina.

Veler, l’ultimo esponente della Scuola Imperiale di Gento, in attesa della crescita del piccolo Aquila, figlio di Falco, guidò personalmente una spedizione alla città edificata da Yorio per recuperare il Manuale dello Shuratan originale che venne ritrovato e sigillato all’interno delle segrete della città Imperiale, affinchè nessuno potesse più servirsene per scopi melavagi.

A Seian, uno degli ultimissimi esperti della Sacra Scuola di Nanto venne affidato il compito di ricostituire la Sacra Scuola, controparte della Divina Scuola di Hokuto.

“Ci aspetta una generazione di ballerini aggraziati e non di guerrieri”. Disse spiritosamente Ryu, promettendosi di addestrare, anch’egli, una generazione di adepti di Hokuto, grazie alle pergamente della Sacra Gemma di Hokuto lascaitegli in eredità da Ruso.
In realtà ebbe molto meno tempo del previsto, si ritrovò sempre più vicino a Luce, nel frattempo nominata Ultimo Guerriero di Nanto, verso cui aveva provato ammirazione – e forse anche qualcosa in più – sin dal primo momento in cui l'aveva vista.
All'inizio, non diede voce ai suoi sentimenti, spinto in parte dal rimorso per la morte di Kenshiro, che, per primo, aveva intuito cosa si stesse agitando nel cuore del nipote adottivo. Poi però, deciso a non avere rimpianti, trovò il coraggio di dichiararsi.

Inizialmente, Luce, con il cuore ancora spezzato per la scomparsa del padre, respinse educatamente la sua proposta, temendo che il giovane successore di Hokuto rappresentasse solo un’immagine riflessa del proprio genitore.
Tuttavia, con il passare del tempo, si accorse che non era solo un'ombra, ma anche un ragazzo nobile e generoso. Passeggiando con lui una sera, finalmente accettò la sua corte. I due si baciarono sotto il cielo stellato, laddove, svettavano brillanti come non mai le sette stelle dell’orsa. Hokuto e Nanto, si erano finalmente riunite.

Bart, ormai messo da parte qualsiasi sentimento di amore nei confronti di Lynn, resosi conto di provare per lei solo un affetto fraterno, venne nominato Vice-Capo di Stato Maggiore, dietro a Ryhaku, sempre più anziano, per poi,un giorno, prenderne il posto.

Esattamente nove mesi dopo il giorno della vittoria su Khan, Lynn diede alla luce il suo primogenito, concepito in quella notte d'amore, appena prima della partenza di Ken.
Il bambino venne chiamato Kenshiro e rappresentava la fotocopia da piccolo del Salvatore del Mondo.

Circa due anni dopo la vittoria, Luce, nel frattempo sposatasi con Ryu, partorì una coppia di gemelli, un maschio e una femmina. I due bimbi vennero chiamati rispettivamente Raul e Julia.

I piccoli Kenshiro, Raul e Julia crebbero, stante la minima differenza di età, assieme.
Gli impegni dei genitori lasciarono loro poco tempo per occuparsi dei figli, tuttavia gli stessi furono accuditi con grande affetto da Aily, Reina, Mamiya e, stante l’inizio dell’addestramento alle vie della Scuola Imperiale di Gento per il piccolo Aquila, figlio di Falco, da parte di Veler, Myu.

A seguito di un lungo consiglio, Ryu decise che il piccolo Kenshiro sarebbe stato addestrato per divenire Maestro della Divina Arte, al piccolo Raul sarebbero stati insegnati i segreti della Sacra Gemma di Hokuto, mentre, la piccola Julia, sarebbe, un giorno, divenuta il vertice delle 108 discipline della Sacra Scuola di Nanto, prendendo il posto della madre, Luce.

Per tutte le genti del mondo, riunite nell’Impero multietnico e multiculturale guidato da Lynn, iniziò un periodo roseo, come non era stato fin da prima della guerra nucleare.

Anche la natura sembrò reagire positivamente alla sconfitta delle tenebre.
La flora, rigogliosamente, iniziò a ricoprire completamente gli aridi deserti conseguenza della guerra nuclerae.
Dappertutto, i corsi d’acqua si ricostituirono, consentendo l’approvvigionamento del bene primario a tutte le genti del mondo.

Nonostante tutto, nel cuore di Lynn, Bart, Ryu, Reina e Mamiya il ricordo di Ken era più vivo che mai e questo, spesso, causava in loro grande tristezza.

Eppure, qualcuno era convinto che prima o poi sarebbe tornato.




10 anni dopo la sconfitta di Khan




Da un po’ di tempo, si spargevano voci su un nuovo signore della guerra, esperto di una tecnica micidiale, che stava conquistando tutte le Province dell’Impero.

Bart, a colloquio con l’Imperatrice, chiese una legione di soldati Imperiali per andare a indagare.

“Non credo sarà necessario Bart.”. Escalmò Veler.

“Perché mai?” Rispose Bart.

“Sono ai nostri cancelli.”. Di rimando il Generale di Gento

Immediatamente, Veler, Aquila, Seian, Ryu, Bart e Reina si posizionarono sulla cinta più esterna delle mura perimetrali osservando il grande esercito del nemico. Ryu prese la parola, “Chi siete?”.

L’uomo posto al comando dell’esercito gli si rivolse “Aahahahahhaah, il mio nome è Jamal, moccioso. Arrendetevi e inginocchiatevi! Ora sono io l’Imperatore!”.

“Sono Ryu, 65° successore della Divina Scuola di Hokuto e loro sono Seian, Sacro Pugno di Nanto, Veler e Aquila rispettivamente Generali d’Argento e d’Oro della Scuola Imperiale di Gento, ti conviene prendere i tuoi uomini e tornare da dove sei venuto!”. Disse il figlio di Raul.

“Ahhahahahaha, di fronte alla mia tecnica di Arhat Deva, le vostre scuole sono solo giochi da bambini!!!!”. Rispose il nuovo nemico.

“Non credo proprio.” Esclamò Ryu subito circondato dalla sua aura color rosso.

Immeditamente, anche Veler, Aquila e Seian mostrarono la loro energia spirituale, rispettivamente di colore argentato, dorato e ciano.

Quando lo scoppio di un nuovo scontro era ormai imminente, Luce salì sulla cinta muraria. Guardandola sorpresi, si accorsero che fiumi di lacrime le stavano bagnando il viso.

"Non è necessario che voi combattiate...", disse, guardando verso la pianura ove era posizionato l’esercito nemico.

Nello spazio sito tra le mura esterne e le truppe avversarie si distingueva una figura incappucciata che si dirigeva lentamente verso il leader dell’esercito nemico.

“Deve essere un pazzo! Fatelo a pezzi, soldati!!!” Ordinò il capo dell’esercito nemico

Una decina di soldati si scagliò contro l’uomo incappucciato. Non durarono che un secondo.
L’uomo passò dritto tra di loro, terminando la camminata alle loro spalle. I soldati rimasero come paralizzati, poi, i loro corpi iniziarono a gonfiarsi fino a esplodere.

“Non è possibile…” bisbigliò Bart con le lacrime agli occhi.

Jamal rimase sorpeso e poi esclamò “Ora vedrai la tecnica di Arhat Deva! Bufera di vento omicida!!!”. Urlò mentre turbinava le proprie braccia per generare un potentissimo spostamento d’aria che fece a brandelli il mantello e il cappuccio dell’avversario.

Rimasto con ilvolto scoperto, l’uomo venne immediatamente riconosciuto.
Anche se erano passati 10 anni, quel volto era impresso a fuoco nella mente di tutti coloro che, in quel momento, si trovavano a difesa della Capitale.
Calde lacrime rigarono i loro volti.

Jamal rimase interdetto “Il mio colpo migliore…Non ti ha spostato di un centimetro…” Chi sei tu????”.

L’uomo arrivato a pochi passi dall’avversario, lo colpì nella parte sinistra della fronte con l’indice destro, poi, si voltò, incamminandosi verso la Capitale.

“E che credi di avere fatto?????” Gli urlò Jamal!

L’uomo si voltò di nuovo e lo guardò un ultima volta “TU SEI GIA’ MORTO!”.

Poco dopo, il corpo di Jamal esplose dall’interno.


You wa shock Ai de sora ga ochitekuru
You wa shock Ore no mune ni ochitekuru
Atsui kokoro kusari de tsunaidemo ima wa muda da yo
Jama suru yatsu wa yubisaki hitotsu de down sa



FINE
 
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