Romanzo/cronaca di un delirio chiamato inseguimento.
Pescare in un acqua talmente chiara, da soffrire quasi di vertigini è bello e dannatamente difficile, solo lassù in "crukkonia" (leggi Weissensee) avevo visto acque tanto limpide, ma non c'erano pesci, c'erano solo crucchi nazional-socialisti a bere birra e a sguazzare con dei costumi orrendi.
Il problema dell'acqua limpida è che inizi a farti le paranoie tipo: colorazioni naturali, presentazioni naturali, esche poco intrusive, e dimentichi che razza di animale è il luccio, ovvero, il più bastardo in assoluto, e non c'è storia.
C'è stato un momento in cui avrei voluto mandare tutti affanpike perchè per il quinto lancio consecutivo , CINQUE (5), avevo avuto un inseguitore, e non era sempre lo stesso pesce, erano di taglie decisamente interessanti (uno aveva una macchia bianca vicino alla coda). Ho pescato per 6 ore senza proferir parola, non a caso, ma riflettendo su ciò che facevo, (avrò battuto le ciglia due volte) ho pescato iperconcentrato insomma, metodico, con calma e senza fretta, quasi paranoico, applicando tutti i consigli sentiti fino a quel momento. I pesci inseguivano nonostante tutto, un buon metro dietro l'artificiale, seguivano la salita dell'esca, seguivano la caduta, si giravano se lasciavi tutto li fermo sul fondo, e si voltavano svogliati non appena erano sulla "verticale" della barca, sembravano pagati per far girare le balle così bene, il tutto perfettamente visibile anche a 7 metri dalla barca.
Ho provato recuperi veloci, recuperi lenti, recuperi dritti, recuperi elaborati, esche di gomma, esche dure, combinazioni, palette, vibrazioni subdole, twitchate da far girare l'artificiale di 180 gradi, twitchate leggere, jerkate lente, jerkate veloci, colori accesi, colori naturali. Ho pescato erbai, ho lavorato le secche, l'acqua fonda (tanto), i gradini, le pietre, gli alberi, dove il vento increspava, dove c'erano le onde. Tre strike in tre luoghi a caso, tre pesci a caso.
L'animale.
me lo sentivo, è finalmente dietro al mio artificiale, cuore a mille, bocca secca. Concentrazione alle stelle, ci siamo solo io e lui adesso. E' uscito subito, dopo "soli 500" lanci a jerkbait ed altrettanti a crankbait nello stesso spot; è bastato un solo lancio con il bulldawg sherbert, e lui è materializzato la dietro, a fiutare la scia, con discrezione. E' lenta e svogliata la belva, se solo lo volesse, aprendo la bocca si "travaserebbe" 2 litri d'acqua attraverso le branchie, e anche il mio 'dawg; ma è l'animale più stronzo dell'universo in quell'istante, e naturalmente, non lo fa. Si ferma, quasi a prendermi in giro, sotto la barca, non si volta subito come tutti gli altri; io sto li, semi-paralitico, lo guardo dritto negli occhi, schiaccio meccanicamente senza il minimo movimento il pulsante di sblocco dell'abu, l'esca scende veloce verso il fondo, lui si gira dall'altra parte, con sufficienza, avrebbe potuto distruggerla con quella bocca; ma non lo fa; non c'è già più, è sparito. Mi allontano, perdo le braccia con tutto quello che ho, senza escludere niente; ma Lui non uscirà più, mi ha lasciato solo una chances, anzi, neanche quella.
Ricordo perfettamente quegli occhi gialli. Bellissimo. Vorrei avere la maschera e seguirlo per vedere dove va, e cosa fa, ma mi allontano, eccitato e con un risolino strano, di rassegnazione - a cuor leggero - con l'amaro in bocca.
Quello che potevo fare l'ho fatto, quelli che hanno morso, ci sono rimasti.
Lui non ha morso.
un saluto a tutti
fabio