Internet, caccia all'uomo

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conmar
view post Posted on 22/8/2006, 10:43






L'allarme viene dai Paesi asiatici: si diffonde nel web il fenomeno delle scorribande punitive ai danni di ignari e incauti navigatori

La rete come nuova gogna mediatica: è quel che sta accadendo soprattutto nei Paesi asiatici, dalla Cina alla Corea. Migliaia di "netizies" cinesi si sono messi sulle tracce dell'incauta (e sadica) navigatrice che su un sito internet descriveva le torture alle quali sottoponeva gattini indifesi.

Con foto e particolari dell'identità della donna alla mano, i nuovi vigilantes della morale si dichiarano pronti a punire quanti si spingono a confessarsi sul web, nella convinzione di rimanere anonimi e quindi impuniti.

Anche nella Corea del Sud non mancano i casi di linciaggio scatenatisi online. Il nome di Kim Myong Jae, trentenne accusato di aver indotto all’aborto e poi al suicidio l'ex-fidanzata, è diventato oggetto d'un passaparola su blog e forum che l'ha reso uno dei termini più cercati sui motori di ricerca locali.

Da lì a render noti i suoi dati anagrafici, il passo è stato breve. Valanghe di insulti e minacce di morte via e-mail e tramite sms hanno raggiunto l'uomo, costretto ad abbandonare il lavoro e a trasferirsi altrove con la famiglia. Il che ha spinto Kim a cercare una rivalsa economica denunciando i quattro maggiori portali coreani, che a uo dire non hanno impedito in alcun modo il dilagare delle accuse nei suoi confronti.

La scorsa estate, una ragazza coreana ha fatto l'errore di non raccogliere gli escrementi del suo cane su un vagone della metropolitana. La foto che documentava la sua negligenza, scattata da un cellulare e pubblicata in rete, l'ha resa nota in tutto il Paese come la “dog-poop girl”. Anche in quel caso, una campagna telematica particolarmente impietosa ha costretto la ragazza a cambiare scuola e cercare un po’ di anonimato.

La polizia della Corea del Sud lancia da tempo l'allarme sul dialagare del fenomeno della "cyberviolenza": nel giro dell'ultimo anno sono più che raddoppiate le denunce di molestie sessuali, calunnie e uso di false identità per danneggiare terzi.

Quanto a caccia alle streghe online, non sono da meno gli Stati Uniti, dove è perfino incoraggiata dalla polizia la pratica di pubblicare in rete foto e nomi di presunti pedofili, oggetto di indagini ma non ancora giudicati colpevoli. (Libero News)
Notizia del 22 agosto 2006 - 09:00

 
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