| bardunfula |
| | E andiamo avanti... quarta e quinta "puntata"
Se il buongiorno si vede dal mattino……
“Si può sapere cosa diavolo sta succedendo!” sbottò la sconosciuta. Luka era troppo basito per rispondere, Haleh e Malik non avevano l’autorità per rispondere, tantomeno Neela, che nemmeno si azzardava ad aprir bocca. “Allora a chi devo chiedere per avere un minimo di ragguaglio!” disse lei di nuovo, non dando alcun segno di aver riconosciuto Luka. “Femmina quindici anni, sopravvissuta ad un tamponamento piuttosto serio.- iniziò Luka- Al suo arrivo presentava forte contusione da cintura e dolori diffusi alle gambe. Abbiamo somministrato un bolo di salina per una leggera ipotensione; ho ordinato emocromo, elettroliti, prove crociate, rx cranio, colonna e arti inferiori, eco e tac addominale. L’eco non ha evidenziato nulla e le lastre…..” Luka si interruppe per qualche istante aumentando la collera della collega “Le lastre hanno evidenziato una frattura del femore, con fuoriuscita della testa dell’osso dalla sua sede e frattura del bacino, vero dottore?” riprese la bella sconosciuta. Luka non disse nulla, ma abbassò il capo per un istante. “Mi chiedo come diavolo si faccia a non vedere una cosa del genere in una lastra!” sbottò lei di nuovo. “Dottoressa, la lastra hanno dimenticato di darcela in radiologia” intervenne Neela. Il chirurgo la guardò e la fulminò. Senza aggiungere nient’altro si avvicinò alla paziente, ne esaminò la cartella e poi guardò Malik. “Per favore telo sterile, vediamo almeno di ridurre i margini di questa frattura. Se è stabile, dottore io la porterei finalmente a fare la Tac e poi in Chirurgia, dove cercheremo di porre rimedio a questo pasticcio. La piccola ha familiari?” chiese lei guardando Luka. “I suoi genitori sono morti nell’incidente. Stiamo cercando di rintracciare il resto della famiglia” rispose Luka. “Ecco, sarà meglio…..” rispose lei, mentre assieme a Malik cercava di sistemare il bacino della ragazza. Una volta sistemato il telo, senza nemmeno aspettare Luka, tolse i freni al lettino e si avviò verso l’uscita. “Lei è il dottor Kovac vero?” chiese la donna proprio un attimo prima di andare via. Luka annuì e si fece avanti per stringerle la mano e sapere finalmente il suo nome. “Qui non siamo in Africa, dottor Kovac: un po’ più di collaborazione fra i reparti non guasterebbe. Se non altro per rispetto al paziente. Io comunque sono Camilla Canelles; al prossimo trauma immagino” aggiunse lei sorridendo, stringendo la mano a Luka e guardandolo dritto negli occhi.
Di bene in meglio.
“Allora dottorino occhibelli, sei tornato dall’Africa vedo!! Ti sei portato dietro qualche sciamano per curare tutte le zoppie e le storture di questo nostro mondo? O diavolo ho detto zoppie e storture in un ospedale in cui lavora Kerry Weaver…” disse ridendo Romano. Luka lo guardò ed alzò gli occhi al cielo: non gli erano certo mancate le battute sarcastiche di Missile Romano. “E so che hai conosciuto la mia protetta” disse con sussiego. Luka a quella bugia non potè proprio stare zitto. “Quella che ti ha sostituito vorrai dire… e per quanto ne so io lo fa anche molto bene… ma certo non ci vuole molto” disse sarcastico. Missile avvampò, afferrò un nutrito numero di cartelle e le buttò praticamente addosso a Luka. “Sono sicuro che in mezzo a queste c’è qualche caso adatto a te: ascessi, cisti, infezioni non meglio localizzate e chi più ne ha più ne metta!!” rise Romano. Luka afferrò le cartelle senza fiatare e si diresse dai suoi pazienti. Pochissimi istanti dopo Camilla scese da Chirurgia in Pronto Soccorso e si avviò al banco accettazione. Jerry le sorrise e le fece posto accanto a sé “Come mai ai piani bassi?” le chiese ridendo. “Sembra incredibile, ma sono di guardia qui” rise lei “E poi ho pensato che dopo che completerò il mio primo anno in Chirurgia farò tirocinio qui; le abilitazioni non sono mai troppe e servono, quasi tutte” aggiunse lei facendo l’occhiolino a Jerry. “Mmmmm, di solito voi chirurghi non volete mai stare qui!” obiettò “Vero, infatti il mio programma è conoscere meglio il nemico, per poterne avere meno paura!”disse lei ridendo e dando una pacca sulla spalla di Jerry. Camilla si allontanò da lì e si diresse verso il salottino per un caffè. Quando ritornò incrociò Luka e di nuovo una lunga, lunghissima occhiata fra i due. Luka si accorse di non capire davvero che cosa quegli occhi comunicassero: freddezza? No non era fredda, lo aveva visto in sala Emergenza una settimana prima quanto si era scaldata. Arroganza? Forse un pochino, ma Luka ammetteva di essersi sbagliato moltissimo sul caso di Hope e che forse aveva preso sottogamba una situazione che, pur stabile, si era resa critica velocemente. Ovvio che un chirurgo con un minimo di sale in zucca e di orgoglio professionale non gliela facesse passare liscia. E poi che altro c’era in quegli occhi? Passione? Sincerità? Orgoglio? Per la prima volta Luka si rese conto di essere disarmato nei confronti di una donna, di non sapere letteralmente che fare e questo non solo non gli dava noia, ma lo spingeva a cercare di saperne di più su lei, a volerla conoscere, a volere entrare nella sua vita. Poi la lunga occhiata finì, Camilla passò oltre e Luka si rese conto di avere un paziente cui badare… bè, per la verità i pazienti erano dodici, quattro se li era presi lui, otto glieli aveva gentilmente dati in eredità Romano. “Maschio quarant’anni, ha iniziato a vomitare sangue ad un convegno di uomini d’affari, pressione 120 su 78, polso 94. E’ un po’ agitato, dice di essere in cura per un’ulcera presso il Mercy; stamattina però i dolori sono aumentati, ha vomitato ed eccoci qui” disse Morales spingendo la propria barella oltre le porte automatiche. Luka gli si fece incontro. “Buongiorno sono il dottor Kovac, come si chiama signore?” chiese gentilmente. “Richard Anderson. Vi prego, avvisate mia moglie……” chiese l’uomo preoccupato. “Al mio tre, gentilmente…1, 2… 3. Signor Anderson ora valuteremo le sue condizioni, nel frattempo chiamiamo sua moglie. Cerchi di stare calmo e mi dica come è andata” disse Luka iniziando ad auscultare e visitare il paziente. “Stamattina mi sono svegliato presto, per questo convegno; sono due giorni che mangio porcherie e non sano e in modo regolare come invece dovrei fare. Stanotte non ho quasi chiuso occhio per i dolori, ma mi sono detto: tanto oggi finisce questo stramaledetto convegno, quindi posso resistere ancora diciotto ore no?” disse lui cercando conforto. “Vedesse in che condizioni sono io dopo un doppio turno!!” disse Morris che nel frattempo era entrato. “Zitto Morris!- ordinò Luka- Signor Anderson le ho ordinato analisi del sangue, una rx del torace ma temo servirà anche una gastroscopia; dobbiamo vedere l’origine del suo sanguinamento e quanto sia serio” “Ma ora non sanguino più!” protestò Richard “Senta dottore, una gastroscopia non è come fare un pranzo delizioso, solo l’idea mi fa stare male. Non si potrebbe fare in altro modo?” “No, mi dispiace.- disse Luka- Questo è l’unico modo per renderci conto delle sue condizioni…”. Il paziente sospirò e poi si sistemò meglio sulla barella. “Dato che devo stare qui a lungo, almeno mi metto comodo” disse sorridendo. Morris sorrise e appena arrivò l’apparecchiatura per la gastro, guardò Luka “Dottore, mi permette? Vorrei farla io” chiese, o piuttosto implorò. Luka annuì e il signor Anderson si irrigidì leggermente. “Non si preoccupi, signore, ho una mano di velluto, per tutti i tipi di esplorazioni!” disse Morris orgoglioso, gonfiando il petto. “Ah, buono a sapersi…” disse sospirando il paziente, impallidendo un pochino. Luka guardò il borsista e gli si avvicinò. “Ti sembra il caso? A volte mi chiedo se il tuo cervello sia a corrente alternata!!” ruggì a voce bassa. Morris ebbe almeno il buon gusto di abbassare lo sguardo. Poi prese il camice protettivo, fece sistemare a Chuny il monitor e prese la sonda, attendendo che al paziente fosse somministrato il calmante. “Che abbiamo?” chiese Camilla entrando in sala “Posso rendermi utile?”. Luka la guardò scettico, mentre Morris aveva già deciso di essere suo schiavo ed ovviamente di partire con lei ovunque lei avesse comandato, chiesto o sognato. “E’ una semplice ulcera, dottoressa; dubito che la troverebbe interessante” rispose Luka asciutto e un po’ sulla difensiva. Camilla non si lasciò minimamente smontare “Mmmmm, marchiamo il territorio vedo… Come vuole dottor Kovac” disse lei asciutta e allontanandosi di qualche passo, stando tuttavia di fronte a Luka e guardandolo dritto negli occhi. Morris che era più attento alla figura di Camilla, che alla bocca del paziente non si accorse che la sonda si era avvicinata alla bocca del paziente e che questo stava avendo conati di vomito. “Dottor Morris il suo paziente!” gli disse lei, proprio mentre Richard cominciò a vomitare sangue nero. Morris mollò letteralmente la sonda, lasciandola cadere in terra e si allontanò dal paziente. Luka intervenì prontamente, togliendo dalla bocca di Richard il boccaglio e lasciando che Chuny mettesse sotto la bocca del pover’uomo un catino. Camilla si era già attaccata al telefono, ordinando una sala operatoria e almeno quattro sacche di sangue. “Ora credo sia un paziente chirurgico…” disse, mentre Malik portava la lastra di Richard. Luka la guardò e fece una smorfia. “Dannazione, ha una perforazione gastrica! In sala operatoria, presto!” disse togliendo i freni al lettino. Camilla andò dall’altra parte del lettino e per quanto le spiaceva fare un appunto ad un collega doveva proprio chiederglielo. “Dottor Kovac, ha riserve di qualche tipo a guardare le lastre dei suoi pazienti?”. Luka non rispose, si limitò a guardarla negli occhi, poi lei si allontanò. Di nuovo quello sguardo indecifrabile, profondo, che gli provocava le vertigini.
“Non è più tempo ohimé, ch'egli ad un tratto del cor padron s'è fatto! A gambe, a salvo chi si può salvare, all'andare, all'andare.”*
* Claudio Monteverdi- Madrigali guerrieri et amorosi- Non è più tempo.
Edited by bardunfula - 3/4/2007, 18:04
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