Mal d'Egitto

Aida, L'Antico Egitto al Teatro

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Cleopatra79
view post Posted on 10/12/2006, 22:58




Aida, un amore oltre la morte
Ecco come conoscere il racconto che appassiona da generazioni


Una favola, nata dalla fantasia a quattro mani del Khedive Ismail Pasha e dell’archeologo francese Auguste Mariette, è il soggetto originale al quale Verdi attinge per i 4 atti di Aida e Antonio Ghislanzoni per il libretto dell’opera. La storia d’amore tra il condottiero egizio Radames e la principessa etiope Aida tratta in schiavitù, ha un suo preciso riferimento storico: l’epoca aurea della XII Dinastia e del regno di Sesostri III, periodo d’espansione, conquiste, ricchezza e grandi battaglie. Tra queste trova posto anche l’invasione dell’Egitto organizzata dal re d’Etiopia Amonasro per liberare la figlia Aida. Ed è a questo punto che si apre l’ATTO I.

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Il cartellone all'esterno del Teatro alla Scala (Reuters)

ATTO I - Menfi, Ramfis, il sommo sacerdote, condivide con Radames i timori per l’imminente invasione. Il guerriero, spera di essere scelto dalla dea Iside come generale delle truppe egizie e si abbandona a un sogno di gloria, e d’amore per Aida (Se quel guerriero io fossi!... Celeste Aida) . Ma di Radames è innamorata anche la principessa Amneris figlia del Faraone. L’incontro improvviso tra le due rivali davanti all’amato scatena in Amneris gelosie (Quale insolita gioia nel tuo sguardo!) e vendette (Vieni, o diletta, appressati). Ramfis annuncia che Radames guiderà le truppe contro gli etiopi. Tutti esultano. Compresa Aida, che si rende conto di essere divisa tra la passione e l’amor di patria (Ritorna vincitor!) . L’atto si conclude nel tempio di Vulcano con l’investitura di Radames da parte dei sacerdoti (Possente
Fthà) .

ATTO II. Radames ha vinto e si appresta a entrare in Tebe. Amneris nelle sue stanze si prepara ad accoglierlo. Entra Aida. Divorata dalla gelosia la principessa egizia riesce con uno stratagemma a far confessare ad Aida l’amore per il guerriero. E la sfida (Fu la sorte dell’armi a’ tuoi funesta, povera Aida) . L’atto si conclude con la celebre scena del Trionfo (Gloria all’Egitto, ad Iside) , e l’annuncio delle nozze tra Amneris e Radames. Ma nel tripudio generale Aida piange la sua sorte e Amonasro medita vendetta.


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Roberto Alagna (Radames) e Ildiko Komlosi (Amneris)

ATTO III. Sulle rive del Nilo mentre Amneris nel tempio di Iside si prepara al talamo nuziale, Aida, rimasta in Egitto come ostaggio assieme al padre, rimpiange la patria (O patria mia) e attende Radames. Sopraggiunge Amonasro e la convince a far rivelare al condottiero la posizione dell’esercito che si appresta a schiacciare definitivamente gli etiopi (A te grave cagion m’adduce, Aida) . Radames durante l’incontro con l’amata (Pur ti riveggo, mia dolce Aida) cade nel tranello. Resosi conto di ciò che ha fatto, rifiuta di scappare con Aida e il padre (Tu!... Amonasro... Numi! che dissi?) e si rimette al tribunale dei sacerdoti.

ATTO IV. Aida e il padre sono fuggiti, Amneris, furente (L’aborrita rivale a me sfuggia) , attende Radames al processo. Il guerriero non nasconde il suo amore per Aida ed è deciso a farsi condannare nonostante Amneris si offra di salvarlo in cambio del suo amore (Già i sacerdoti adunansi) . Dichiarato colpevole, Radames, viene rinchiuso vivo nella cripta del Tempio di Vulcano. Rassegnato attende la morte (La fatal pietra sovra me si chiuse) . All’improvviso, però, gli appare Aida: è lì ad attenderlo nella tomba. Ha scelto di sacrificarsi (O terra, addio) pur di coronare la loro storia d’amore.

Gianluca Bauzano
06 dicembre 2006

Fonte: Corriere della Sera

Per vedere i video della realizzazione dell'opera, clicca qui

Per scaricare sul pc il libretto dell'Aida clicca qui
 
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Cleopatra79
view post Posted on 10/12/2006, 23:16




Aperta la Stagione d’Opera del Teatro alla Scala

Faraonico trionfo nel segno di “Aida”



Un trionfo annunciato, un’ “Aida” che entra di diritto nella storia per la forza scenografica che l’ha contraddistinta.
Un’opera sfarzosa, ricca di ori, di colori e tonalità intense; una rappresentazione imponente e fedele dell’antico Egitto.
In poche parole una summa, un risultato perfetto dell’opera e del genio di Franco Zeffirelli. La mente è quindi corsa agli anni d’oro della Scala, a quelle immagini in bianco e nero e a quei bozzetti che fanno ancora oggi sognare.
Zeffirelli ha ideato uno spettacolo avvincente, unico, di grande impatto visivo. Una regia attenta al più piccolo particolare.
Non poteva non colpire il nitore e la purezza di movimento degli interpreti, dai solisti all’ultima comparsa. Prezioso alleato di Zeffirelli è stato Maurizio Millenotti, attraverso i costumi così reali, così solenni senza essere eccessivamente sfarzosi.
Uno spettacolo che ha letteralmente conquistato e rapito il pubblico presente in Teatro. Una Prima di gran spolvero con ospiti d’onore il Presidente del Consiglio Romano Prodi e il Cancelliere tedesco Angela Merkel, in abito nero con stola di velluto verde. A fare gli onori di casa il Sindaco Letizia Moratti in abito nero lungo con una preziosa scollatura.
Riccardo Chailly, visibilmente emozionato, ha dato il via alla serata eseguendo l’Inno italiano; nel preludio all’Opera non mancano degli echi wagneriani, specie nei registri gravi dei violoncelli e del contrabbasso.
Sin dalle prime battute le scene appaiono imponenti; lasciano senza fiato le ricostruzioni degli ambienti. Alagna-Radames supera con successo la prima prova, la celebre aria “Celeste Aida”. Partono quindi i “Bravo!” da parte del pubblico in sala.
Drammatico l’incontro-scontro tra le due donne che si contendono Radames: una passionale Ildiko Komlosi-Amneris, figlia del Faraone, e un’innamorata-ricambiata Violeta Urmana-Aida, schiava etiope.
La resa di Zeffirelli accentua ancora di più il pathos contenuto nell’opera, basti pensare al coro quando con voce possente e drammatica reclama “Guerra!” contro l’invasore.
Violeta Urmana interpreta magnificamente lo struggimento di Aida, combattuta tra l’amore per Radames e il padre Amonasro Re degli Etiopi, popolo invasore.
L’interno del Tempio - nel momento in cui vengono compiuti i riti propiziatori per la battaglia a venire - è dominato dalla preghiera-canto delle sacerdotesse e dal balletto, solenne - oseremmo definire mistico - di Luciana Savignano.
Ogni scena è curata nel minimo dettaglio, ogni ambiente è magia, anche quando esso diventa più raccolto. Si pensi alla stanza ove si trova Amneris avvolta dalle schiave e dove assiste alla danza tribale dei piccoli mori.
Lo scontro tra le due donne continua e Aida - con profetiche parole - dice: “questo amor che ti irrita nella tomba porterò”.
Presto giunge il trionfo; ecco il celebre canto del popolo: “Gloria all’Egitto e a Iside”. Anche un bambino conosce queste note, ma le emozioni che si provano a vedere la scena realizzata da Zeffirelli sono difficili da narrarsi.
E’ un tripudio, un crescendo di magnificenza, sottolineato dalla potenza degli ottoni nella celeberrima fanfara e dal sensuale, passionale ballo magnificamente e sontuosamente eseguito da Roberto Bolle e Myrna Kamara.
Al termine di questa prova gli applausi avvengono a scena aperta accompagnati da urla sempre più convinte di “Bravi!”
Con l’arrivo di Amonasro, Re degli Etiopi, ecco compiersi lo struggimento di Aida. A chi essere fedele? Al padre o all’uomo per cui prova immenso amore?
Incomincia qui la parabola negativa di Radames, il cui cuore reclama pietà per i prigionieri.
Il personaggio di Amonasro assume sempre più una doppiezza che lo fa assomigliare in alcuni momenti a Rigoletto, non a caso anche lui un baritono, ruolo egregiamente sostenuto da Carlo Guelfi.
Il finale del primo tempo e la ripresa sono contrassegnati dalle continue grida di “Bravo!”; ora la scena si fa più rarefatta e sullo sfondo si staglia la testa di Iside. E’ la notte che vede il pianto dolente di Aida che si strugge per la Patria che mai più vedrà e l’invito del padre alla figlia a tradire Radames.
Ecco quindi che l’eroe - per una parola di troppo - diventa il traditore; è quindi il canto disperato di Radames che con orgoglio ricorda: “Sacerdote io resto a te”.
E’ ormai la fine per Radames; Amneris si batte sconsolata per salvare il suo amore, ma ormai la sentenza è scritta. Morte.
E’ il pianto di Amneris sottolineato dai violoncelli; siamo al giudizio tremendo reso da un’orchestrazione che non ha eguali nel panorama verdiano.
La condanna è impressionante: sepolto vivo. Ed è sotto quella lastra che si compie il miracolo scenico della Scala che mostra un secondo piano.
E’ lì che si trova Radames con il suo dolore, quando all’improvviso scorge una figura. E’ Aida, che furtivamente si è posta in quel luogo di morte.
E’ la fine per entrambi, radunati nell’ultimo passaggio terreno da un amore che va ben oltre la ragione di Stato.
Un messaggio ancora attuale, un’intensità di accenti e passioni che tocca nel profondo del cuore.
Il giusto finale un tripudio per ogni interprete e quindici minuti di interminabili applausi.
Chailly ha donato un’interpretazione dell’Opera intensa, umana, attenta al dettaglio ma al contempo lontana da inutili eccessi.
Buona la prova di Alagna, mentre della Urmana possiamo dire che ha ben superato la sua prima “Aida”. Ildiko Komlosi è riuscita a ben rappresentare la complessità del personaggio di Amneris.
Anche quest’anno la Scala ha ripreso il suo tradizionale cammino.


di Edoardo Caprino
Data: 08/12/2006
Fonte: http://www.voceditalia.it/index.asp
 
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Cleopatra79
view post Posted on 16/12/2006, 21:14




Giuseppe Verdi
Milano - Teatro alla Scala: Aida



Dopo ventuno anni l’Aida torna ad aprire la stagione scaligera senza sciogliere i dubbi e i timori che la messa in scena di quest’opera ha sempre portato con sé.
L’ambivalenza tra gigantismo faraonico ed intimismo psicologico nasce in fin dei conti dalla stessa origine: la commissione del Khedivé d’Egitto. Celebrativa per un verso si scontrava con il rinnovato indirizzo compositivo di Verdi, tutto teso ad esaltare invece una maturità drammatica meno “Bataclan” e più attenta alla delicatezza degli affetti profondi.
E se, per dirla con Mila, il rapido mutamento dei gusti, della cultura e del costume di oggi rende assai difficile tradurre la spettacolarità e il decorativismo dell’opera, per niente facile risulta anche conferire artistica attendibilità alla resa musicale.
Ma immaginate lo stupore del pubblico, e di chi deve descrivervi questa seconda recita, per un episodio che passerà agli annali della prestigiosa Scala come evento a dir poco scandaloso.
Il tenore Alagna alla fine della romanza “ Celeste Aida”, a seguito di qualche intemperante “buuu”, ha abbandonato il palcoscenico, mandando “ a quel paese” il loggione, che lo ha ripagato con un “vergogna” che ha il sapore di un anatema definitivo.
Dopo qualche attimo di disorientamento il sostituto Antonello Palombi, Radamès del secondo cast, vestito in jeans e camicia nera fino alla fine del primo atto, ha proseguito la recita tra il nervosismo dei colleghi e lo sconcerto del pubblico.
In sala si vociferava che Alagna, già adombrato per i commenti piuttosto critici del 7 dicembre, fosse assai nervoso ed incline ad abbandonare al minimo segno di contestazione.
Se questi sono i divi d’oggi… forse è meglio che cantino a Sanremo.
Il sovrintendente Lissner, ben opportunamente, annunciava prima del terzo atto il proprio rincrescimento per l’accaduto e porgeva i rituali ringraziamenti a Palombi.
Complicato a questo punto dar voce serena ai commenti, senza condizionamenti, di una serata per molti versi, suo malgrado, “storica”.
Con la regia e la scenografia di Zeffirelli e i lussuosi costumi di Millenotti l’occhio è sicuramente appagato; cosicché l’Egitto favoloso, tutto rilucente di ori, sfarzo e di virtuosistici e grandiosi movimenti di massa viene esaltato come si poteva ipotizzare.
Musicalmente invece questa Aida non passerà alla storia, ma il maestro Chailly tende comunque un coerente arco narrativo, dall’inizio alla fine, dove non si respira aria da fiabe per bimbi ma si tocca con mano l’umanità di giovani che amano e muoiono sfidando i numi e i potenti, il tutto gestito con inequivocabile correttezza .
Non lesina nella magniloquenza, nella enfatica esibizione di “volume”, nella pomposità esteriore e in tutti i “corposi” concertati da Grand Opèra, in linea con l’altrettanto faraonica messa in scena, relegando l’intimismo e il mistero in fugaci apparizioni qua e là non del tutto risolti.
Non si può negare una certa celebrazione di fondo della implicita teatralità dell’opera, con le cabalette che si dipanano, ad esempio, con ritmo febbricitante; le danze e i ballabili appaiono ben calibrati nella concertazione; sottolineato appropriatamente il contrasto tra il rituale esotico delle sacerdotesse e lo stile liturgico che accompagna i sacerdoti alla consacrazione, pure latita, purtroppo, un vero coinvolgimento emotivo.
Già nel preludio, il tema di Aida, con il suono pieno degli archi, disegna la figura di una donna dolente, senza alonature diafane e trasparenze prive di corpo.
L’andantino del “celeste Aida” ha il passo lento di un innamorato che preferisce al sogno estatico compitare i pregi dell’amata con pragmatismo quasi cinico.
Così come il tema di Amneris ha la pomposità e l’arroganza di una vera principessa, il cui successivo tema d’amore è sì dolce nel suo incedere ma sempre arricchito da una passionalità troppo consapevole del titolo regale.
Il tema della gelosia, per tutto il primo atto, manca di vermicolante nevroticità, sostituita da una più superficiale irrequietezza.
Il tema dei sacerdoti, all’inizio meno cupo e drammatico, ha invece i crismi del respiro inquieto e maligno.

E sempre la tracotanza di Amneris trova terreno fertile anche nell’accompagnamento, meno sensuale del dovuto e più sbalzato da un tangibile desiderio fisico, con cui la principessa egizia risponde agli inviti maliziosi delle proprie schiave.
Il duetto seguente tra Amneris e Aida è survoltato dall’ipertrofismo vocale e dalla perfidia della prima che domina sull’agitazione e la disperazione dell’altra.
Ma la ripresa di “Numi pietà” si acquieta in un efficace morendo pieno di vibrazioni.
La notte stellata sulle rive del Nilo ha tutto l’afoso umidore di una notte tropicale, carica anche di una tensione presaga dell’imminente tragedia.
La vorticosa scala cromatica che disegna il “ Del Nilo i cupi vortici” esalta il dubbio e il tumulto interiore di Aida oltre che la furiosa corrente del fiume.
L’oboe dolcissimo, nella sua lancinante desolazione , intarsia le reminiscenze amate e ormai perdute e si contrappone all’ansia dell’attesa, mentre le balbettanti sincopi degli archi, che
descrivono perfettamente lo sconforto della protagonista, si stagliano su un qui assai cupo motivo dei sacerdoti.
Per nulla significativo risulta purtroppo il duetto Aida-Amonasro anche per l’assoluta inadeguatezza di Guelfi e l’evidente sforzo della Urmana.
Il seguente duetto Aida-Radames ha invece la vibratilità necessaria che esalta il sincero trasporto amoroso dei due, anche se privo di un estatico vaneggiamento.
Il tema della gelosia, con cui principia il quarto atto, descrive finalmente una Amneris che si spoglia della maschera assai ingombrante del semi-dio per indossare i panni di una donna agitata, combattuta dal dubbio bruciante che nulla ormai possa più sull’inesorabilità del giudizio estremo.
L’anatema risulta così ricco di naturale e doloroso furore.
Ed infine un’orchestra trasparente e lieve, come quando si descrivono due esseri ormai privi di corporeità, suggella una Aida di luci ed ombre.
Questa sera, se al titolo di sempre si fosse sostituito quello di Amneris per nulla avremmo offeso il Maestro Verdi.
Sì perché, senza scomodare gli aurei confronti con il passato, Ildiko Komlosi è apparsa senza dubbio una buonissima Amneris. L’emissione sontuosa, lievemente “pompata” nei gravi ma torrenziale nei centri, e dagli acuti timbratissimi ha configurato una principessa credibile che ha fatto valere più di un carattere proprio del personaggio.
Non ha fatto sfoggio, forse, di particolare cura nel fraseggio, mancando sinceramente in sensualità e in dissimulazioni maliziose, ma la sua protervia ben esibita e la trasformazione nel finale in una donna “sola” ed affranta il dovuto, si ascolti al proposito “ E in poter di costoro io stessa lo gettai” o la furia con cui lancia il suo La acuto nell’anatema contro i sacerdoti o ancora il suo requiescat tutto intriso di vibrante disperazione, ha marcato nell’arco delle serata questa performance come non tutti gli altri protagonisti hanno saputo evidenziare.
Violeta Urmana canta Aida con lirismo e, quando richiesto, con delicatezza; sa legare ed accentare con gusto, pure la parte è al limite per le sue corde.
Gli acuti risultando tutti un po’ “sottili” di corpo e come emessi con una tal quale paura, vedi la salita al Do acuto raggiunto con una presa di fiato non proprio opportuna.
L’interprete sembra ancora incerta nel fraseggio, preferendo una generica agitazione nei duetti con Amneris, una eccessiva soggezione con il padre e una poco convinta esibizione di gelosia nel duetto con Radamès al terzo atto, dove il nervosismo deve aver condizionato parecchio certe sue emissioni, trasformandole in asprezze piuttosto evidenti.
Tuttavia si ricordano anche buoni momenti: l’accorata malinconia del “ A Radamès… a lui ch’amo pur tanto” nella romanza del primo atto; i toni sommessi con cui termina il “ Numi, pietà del mio soffrir” in un morendo carico dello sconforto di chi sa di pregare invano; un discreto “ O cieli azzurri” e il finale dolcissimo con i Sibm presi con esibita naturalezza.
Per descrivere il Radamès di Alagna viene spontaneo ricordare la favola della “ rana e del bue” di Fedro.
Quella del guerriero egizio è parte decisamente troppo “larga” per lui.
Anche se il commento si limita solo al “Celeste Aida” è palese il tentativo di gonfiare i centri, col ché le note di passaggio si ingolfano – già i Fa e i Sol suonano opachi - e gli acuti appaiono voluminosi, aperti e poco squillanti, vedi il Sibm finale, questa sera non ripreso all’ottava bassa.
L’interprete è poi comunque deludente. Il “ Se quel guerrier io fossi” e l’allegro vivo con entusiasmo di “ un esercito di prodi…” hanno un tono dimesso che in nulla l’apparentano ad un condottiero, così come per niente sognante appare tutta la romanza.
Dato il giusto peso al coraggio di Antonello Palombi, gettato nella mischia così all’improvviso, non si può negare che il timbro fibroso e sgraziato, una emissione ingolata gli consentono solo di cantare tutto forte, senza fraseggio né legato.
Monotono e monocromo risulta così tutto il terzo atto, mentre migliore appare nel quarto anche se gli acuti sono parecchio sbiancati.
Se i Radamès deludono l’Amonasro di Guelfi è senza voto, tanto la sua voce non è da baritono verdiano, né tanto meno da re degli etiopi.
Timbro troppo chiaro e già da qualche tempo inaridito. Nasale nell’emissione è affetto anche da pronunciato vibrato, che è la risultante di un palese ed improbo sforzo per ricercare un volume, ahi lui, assente.
Se sfoggia un sufficiente legato in “ Ma tu, Re, tu signore possente” non altrettanto appropriato riesce l’allegro del selvaggio e potente sfogo contro Aida, che finisce per giunta in una plateale declamazione nella maledizione.
Il Ramfis di Giuseppe Giuseppini non ha neppure lui un volume significativo, ma un discreto controllo del fiato gli consente di essere corretto vocalmente, anche se fibroso negli acuti; l’interprete però ha più del pacioso precettore che l’autorevolezza del terribile inquisitore e capo dei sacerdoti.
Sufficiente il Re di Marco Spotti e in difficoltà nelle colorature la sacerdotessa di Sae Kyung Rim
Il messaggero di Antonello Ceron appare senza dubbio un guerriero affaticato dalla battaglia.
Da elogiare le coreografie essenziali di Vassiliev, ma quella degli schiavetti mori era sinceramente grottesca, e ovviamente bravissimi gli interpreti principali: Luciana Savignano, Myrna Kamara e Roberto Bolle.
Applauditi meritatamente e a lungo a scena aperta.
Strepitoso il coro diretto da Bruno Casoni ed un encomio va a tutta l’orchestra con particolare sottolineatura alla espressività della sezione dei fiati.
Tornando allo spettacolo, viene da considerare che in definitiva l’Egitto hollywoodiano alla Cecil B. De Mille o alla Joseph Mankiewicz, che ha trasformato il palcoscenico in un set cinematografico, ha stornato disgraziatamente l’attenzione dall’Aida di Verdi.
Una miriade di sottili bacchette dorate sospese davanti alla scena ad impreziosire il già esagerato scintillio; pitture e geroglifici copiati dagli originali del tempio di Karnak a dare parvenza di verosimiglianza assolutamente inutile; una scenografia rutilante e kitsch, dove faceva bella mostra di sé persino il bue-Api, ricca di tutto il più sorprendente trovarobato non altera minimamente l’impressione che desta nell’appassionato melomane: un conto è la messa in scena, da stropicciamento d’occhi, un conto è la regia che latita in maniera disarmante.
Un andirivieni continuo, un affastellamento di persone ed oggetti, infatti, a stordire più che a chiarire evidenzia una verità incontrovertibile: mancanza di idee su come far muovere credibilmente i protagonisti, che vagolano senza posa e costrutto teatrale.
Disarmante poi vedere i due innamorati perennemente lontani l’uno dall’altra come perfetti estranei.
Persino nel finale si distoglie lo spettatore dall’ascolto di quell’autentico prodigio d’orchestrazione che è la morte di Aida e Radamès, quella sì un momento di sincera emozione.
Amneris affranta dovrebbe rimanere, secondo didascalia, “sola” sulla tomba dell’amato, ma anche qui quattro dei-Horus svolazzanti, già piombati giù dal cielo durante la consacrazione, e una flessuosa Savignano, incolpevole sia chiaro, finiscono per togliere quel poco di “religiosità” rimasta.
Il pubblico applaude convinto; evidentemente ha ragione Zeffirelli.

Ugo Malasoma
Fonte: http://www.operaclick.com/index.php


image Roberto Alagna

image immagine di scena

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image Ildiko Komlosi

image Violeta Urmana e Ildiko Komlosi

image balletto

image Roberto Alagna e Violeta Urmana

image Antonello Palombi, sostituto di Roberto Alagna



 
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_Isis_
view post Posted on 18/12/2006, 00:46




Quanto avrei voluto esserci! Spero almeno una volta di riuscire a vedere l'Aida dal vivo... con questa scenografia poi dev'essere stata da brivido...

Comunque nel mio recente viaggio in Egitto, ho visto che rappresentano l'Aida all'aperto a Giza vicino alle Piramidi! Sarebbe bellissimo vederla anche li, con quello scenario...
 
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falak
view post Posted on 31/7/2007, 18:56




L'aida Come Non L'avete Mai Vista, A Treviso

Il 2 agosto al Chiostro di S. Caterina si esibisce il Gomalan Brass Quintet


Per la rassegna "Musei d'Estate", ospitata nello splendido scenario del cinquecentesco chiostro di Santa Caterina si esibisce il Gomalan Brass Quintet presentando un’originalissima e ridottissima (55 minuti!) versione di Aida di Giuseppe Verdi per quintetto di ottoni.
Il progetto, o meglio, la scommessa di questo ensemble è riuscire a mettere in piedi un’opera privandola di tutto l’apparato di cui di norma necessita. E anche grazie a Paolo Mattei per la regia, a Francesca Ceci per i costumi e a Marco Pierobon per gli arrangiamenti, il progetto è divenuto realtà e la scommessa è stata vinta.
Cinque musicisti che, indossati gli abiti di scena, suonano, cantano, interpretano, recitano, ballano l’opera, trasformandosi in Aida, Radames, Amneris, nel Faraone d’Egitto, in un rapidissimo susseguirsi di arie, musica, prosa e balletti. E non per ridicolizzare un grande capolavoro, ma per renderlo fruibile e comprensibile a tutti quelli che non lo conoscono (bambini compresi) o per farlo godere ancora di più (sotto un’altra luce) a chi lo conosce perfettamente.
Il gruppo ha arrangiato per quintetto di ottoni 14 famosissimi estratti dall’opera: il preludio, la marcia trionfale, tutti i ballabili, le arie e i duetti. I brani sono collegati tra loro da dialoghi (in forma ironica) fra i vari personaggi (Aida schiava etiope in Egitto, Radames guerriero egizio innamorato di Aida, il Faraone, Amonasro padre di Aida, il guerriero etiope e Amneris la figlia del Faraone innamorata di Radames) che spiegano velocemente ma chiaramente i contenuti delle arie eseguite e la trame dell’opera. E’ stata poi aggiunta anche la parte “teatrale”con regia, costumi, trucchi di scena, movimenti e luci che rendono funzionale questa strana alchimia.

Il GOMALAN BRASS QUINTET è uno dei quintetti di fiati più importanti nel panorama musicale europeo. I componenti del gruppo sono tutti strumentisti di primissimo ordine e grazie alle loro qualità possono permettersi libertà interpretative che sfociano nel gioco, nell'ironia, nell'irriverenza, sempre e comunque nel segno del buon gusto.
I loro concerti, oltre ad offrire esecuzioni tecnicamente impeccabili, sono dei veri e propri show che coinvolgono inevitabilmente il pubblico in un effervescente happening sonoro.

Ingresso: 5 euro.

CHIOSTRO DI S. CATERINA
Treviso, piazzetta Botter.
Dalle 21.
Tel: 0422544864,0423950150.
[email protected]


Tuesday, 31/07/2007
Fonte:2night.it
 
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falak
view post Posted on 18/12/2007, 23:08






A Rimini Il 2008 Parte Con L'aida


L'1 e il 3 gennaio il colossal della lirica

Il matinèe del primo gennaio (ore 17.00) con replica giovedì 3 alle (ore 20.30) si veste dei colori e dello sfarzo di un’opera grandiosa per suggestione musicale e potenza d’ambientazione, considerata il Kolossal della lirica, che ha come sfondo l’Egitto dei faraoni. Sul palco dell’Auditorium Rimini, saranno impegnati oltre 250 artisti, fra solisti, coristi, orchestrali e comparse per dare voce alla prima assoluta del celebre dramma in quattro atti. Rimini anche quest’anno entra a far parte di una coproduzione che vede impegnati cinque teatri italiani - Rovigo, Rimini, Novara, Livorno, Savona - uniti per un grande spettacolo. Il Coro Lirico Amintore Galli, preparato e diretto dal M° Matteo Salvemini, insieme agli artisti di caratura internazionale del cast, sarà il Coro di Aida per tutta la durata della Tournee italiana. Come ogni anno, l’Opera persegue un fine sociale, il ricavato netto verrà devoluto all’Istituto Oncologico Romagnolo per contribuire alla sua importante attività nei campi della ricerca, della prevenzione, della cura e dell’assistenza domiciliare. PLATEA SETTORE: A EURO 50,00 / B EURO 40,00 / C EURO 30,00 – TRIBUNE SETTORE: D EURO 20,00

Auditorium di Rimini
Via della Fiera
Rimini
Prevendite: punto vendita c.so d’Augusto, 132 Rimini
PER INFO: 0541 709971 cell. 328 1922593 - fax 0541 437373

Tuesday, 18/12/2007


2night.it

 
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falak
view post Posted on 15/5/2008, 20:15




Se quell'Agosti io fossi...E l' "Aida" va in scena

Una sfida ambiziosa quella di mettere in scena l'opera monumentale di Giuseppe Verdi, soprattutto su un palcoscenico che non ha di certo le dimensioni della scena dell'Arena di Verona. Giacomo Agosti, appassionato di opera lirica e dotato di tanto estro e di conoscenza in materia, vince la sua scommessa portando in scena al Teatro Caboto la sua Aida, una lettura nuova e moderna dell'opera verdiana, intonsa dal punto di vista della trama. «Ho conservato la drammaturgia drammatica verdiana, l'intreccio delle vicende dei personaggi sono identiche, eroi, guerrieri, schiavi che si muovono attorno alla grande storia d'amore e di passione della protagonista, lacerata tra l'amore per l'uomo libero Radames e per quello del suo popolo e della sua famiglia».
Il coronamento più prezioso degno di una stagione intervallata da momenti di grande classicità e di immensa poesia; nei panni del regista Agosti, insegnante di pratica dello spettacolo all'Accademia di Brera, dopo il successo con la Traviata, la Bohème, la messinscena dei Pagliacci e ancora di Lucia di Lammermoor, chiude la sua stagione lirica al fianco dell'Associazione «Il Nuovo Mondo» con l'allestimento dell’Aida di Giuseppe Verdi, capace di commuovere nella sua essenzialità espressiva. Come Giuseppe Verdi per la stesura di Aida aveva collaborato intensamente con il suo musicista, così anche Agosti con Emanuele De Filippis ha intrapreso un lavoro di sintonia firmando a quattro mani la drammaturgia e condividendo la direzione dello spettacolo. «È chiaro che sono dovuto intervenire alleggerendo l'opera: ho tolto il coro, come d'abitudine e le parti danzate lo ho ritenute superflue per la comprensione del lavoro. Sicuramente sono stato educato dalle scelte registiche di Franco Zeffirelli: quando venne al Teatro Piccolo non mi persi la sua Aida. Ma al di là di ciò, sono stato coadiuvato anche dai miei studi di storia della musica che ho seguito all'istituto verdiano; ho avuto l'occasione di avvicinarmi al grande compositore che non ebbe solo la responsabilità di musicista, ma ebbe i suoi trionfi anche nelle vesti del regista».
Olivera Mercurio che si alterna sulla scena con Donatella Giansanti nei panni della bella Aida, Antonio Signorello (Radames) e Amneris, interpretata da Ines Olabarria Smith e da Elena Serra, sono solo alcuni dei nomi dei cantanti che daranno vita a un'opera sempre suggestiva, pur nella sua semplicità. «Per l'allestimento siamo stati supportati dai tecnici dell'Accademia di Brera, fautori di un grande lavoro che lascerà lo spettatore stupito. Non potendo portare gli elefanti sulla scena, ci siamo avvalsi di tecniche particolari che contribuiranno alla sorpresa. Ho svolto un lavoro che lascia molto spazio alla fantasia della platea che dovrà diventare protagonista dello spettacolo. Senza dubbio sono state create tutte le atmosfere del passato con squarci suggestivi sull'Egitto antico».
L'intima e levigata finezza di sottolineature psicologiche che caratterizzò l'opera di Verdi, è stata rispettata da Agosti che non ha puntato la sua regia sull'attore, lavorando sulla duttilità dei personaggi.


Aida

Teatro Caboto - Milano
Fino al 18 maggio
Info: 02-70605035

11 Maggio 2008

IlGiornale
 
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falak
view post Posted on 13/6/2008, 22:45




Torna l'Aida all'Opera Giocosa

SAVONA - Nel cartellone 2008 del teatro “Opera Giocosa” un grande ritorno: L’Aida di Giuseppe Verdi

Il 27 e 28 giugno alle 21.15, andrà in scena, nello storico Complesso Monumentale del Priamàr, l’Aida di Giuseppe Verdi, una delle opere liriche più famose di tutti i tempi.
Commissionata a Verdi dal viceré d'Egitto Ismail Pascià per celebrare l'inaugurazione del nuovo Teatro d'Opera e il nuovissimo Canale di Suez, Aida, su libretto di Antonio Ghislanzoni, andò in scena per la prima volta il 24 dicembre del 1871.
Questa Aida si preannuncia del tutto diversa ed introduce, nella regia di Ivan Stefanutti, elementi fantastici alla ricerca di un nuovo, più moderno ed attuale, concetto di “esotico”.
Scrive Stefanutti: “Oggi il mondo esotico ha cambiato sede. Non è più in oriente, nella Cina da favola o nell’antico Egitto. Oggi si trova nello spazio, dove le civiltà possono avere connotazioni paragonabili a quelle della terra, ma con la possibilità di essere estremizzate, chiarendone gli aspetti senza dover incappare in limiti posti dalla precisione storica.”
Aida sarà impersonata, alternativamente, da Katia Pellegrino e da Chiara Angella, giovani artiste, ma già applaudite protagoniste di opere verdiane dello scorso anno.
La direzione d’orchestra è affidata al maestro Giovanni Di Stefano.
Ivan Stefanutti, che cura anche le scene e i costumi, sarà coadiuvato alla regia da Claudio Ronda, il quale è autore anche delle coreografie eseguite dalla Compagnia Fabula Saltica.
Suona l’Orchestra Filarmonia Veneta “G.F.Malipiero”, con il Coro Lirico Città di Rimini “Amintore Galli” diretto da Matteo Salvemini.
L’opera, che si distingue per la coloritura melodica e per la sottile delineazione dei personaggi, è una delle composizioni più importanti della maturità di Verdi.


INFO:

OPERA GIOCOSA TEL. 019/821490

BIGLIETTERIA PRESSO IL TEATRO CHIABRERA – SAVONA

10/06/2008 - 11.54

Ponentenotizie
 
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falak
view post Posted on 4/7/2008, 13:17




Aida Alle Terme Di Caracalla

Dal 10 al 24 luglio

Torna un classico dell’opra in uno dei suoi luoghi del’elezione: l’Aida alle Terme di Caracalla. L’immortale opera di Verdi ruota attorno al personaggio di Aida, una principessa etiope, è catturata e condotta in schiavitù in Egitto. Radamés, un comandante militare, è combattuto nella scelta tra il suo amore per Aida e la sua fedeltà al Faraone. A complicare ulteriormente le cose, Radamés è amato da Amneris, la figlia del Faraone, ma non ricambia il sentimento della principessa. L’Aida è stata rappresentata alle Terme di Caracalla dal 1938 e da allora è l’appuntamento più atteso dell’estate romana.

TERME DI CARACALLA

Via delle Terme di Caracalla
Ore 20.30
Da € 28
Info: 0648160255

Thursday, 03/07/2008

2night
 
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falak
view post Posted on 25/3/2010, 18:40




Opera, la magia dell'Aida avvolgerà il Palacredito di Romagna

L'allestimento colossale con decine di attori e comparse e cantanti d'eccezione, organizzato dall’impresa di Zurigo Lb-Klassik, è in programma il 30 aprile e il 1° maggio

Forlì, 25 marzo 2010 - Non una ma due Aida e ancora alti sacerdoti, guerrieri, popolo dell’Egitto, ballerine con serpenti boa vivi e un gruppo di schiavi etiopi, interpretati da forlivesi che saliranno sul palco del Palacredito di Romagna di via Punta di Ferro il 30 aprile e il 1° maggio alle 21 in occasione dei due colossali spettacoli di opera lirica, organizzati dall’impresa di Zurigo Lb-Klassik.

La storia è quella dell’opera verdiana per eccellenza: da una parte la schiava etiope Aida, figlia del re dell’Etiopia Amonasro, dall’altra il condottiero egizio Radames, amato dalla donna e dalla figlia del faraone Amneris. L’amore di Aida per Radames però è contrastato dai sensi di colpa nei confronti di suo padre Amonasro e del suo Paese. La storia è a una svolta quando il condottiero egizio confida ad Aida, in un incontro lungo le rive del Nilo, i piani di guerra dell’Egitto nei confronti dell’Etiopia, ben consapevole di tradire con queste informazioni il suo Paese ed il faraone, che l’ha nominato primo condottiero dell’Egitto.

Ad impreziosire le trame della vicenda saranno i cantanti lirici di livello internazionale chiamati ad interpretare i personaggi dell’opera verdiana, dai soprani Stefania Spaggiari e Silvia Balistreri (nel ruolo di Aida), un curriculum sterminato tra opere portate sul palco dei maggiori teatri del Paese e del mondo al mezzosoprano spagnolo Ines Olabarria nel ruolo di Amneris, dai tenori drammatici Alberto Angeleri e Stefano Lacolla nel ruolo di Radames al baritono fiorentino Andrea Rola (Amonasro).

Naturalmente non vanno dimenticate le scenografie maestose che troneggeranno alle spalle dei cantanti, realizzate apposta per l’evento con una piramide di 12 metri, un tempio e obelischi egizi. I costumi e le decorazioni sono stati prodotti e lavorati a mano in Egitto, come i collari di perle e pietre dure, i vari ornamenti ed i costumi sfarzosi.

I biglietti per le due rappresentazioni sono in vendita su www.vivaticket.it e presso i seguenti punti vendita: a Forlì ricevitoria-chiosco Leoni, corso della Repubblica 2bis, tel. 0543 29085; Muffa abbigliamento, via Carlo Cignani 22, tel. 0543 36171 e presso Romagna Concerti, via Campo di Marte 54B, tel. 0543 60738 (solo il pomeriggio dalle 15 alle 18 dal lunedi’ al venerdi’); a Cesena centro commerciale Lungosavio, via Jemolo 110, Tel. 0547 610441; a Ravenna agenzia La Classense, via S. Ferruzzi 9, Tel. 0544 33347 e all’ipercoop ESP presso Libreria Coop, via Marco Bussato 120 - Tel. 0544 408230 w Lugo presso le Librerie Coop, centro commerciale Globo, via Foro Boario, 30. Pensionati over 65 e studenti 10% di sconto su tutti i biglietti, soci CRAL 15 % di sconto su tutti i biglietti.

da Ilrestodelcarlino
 
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9 replies since 10/12/2006, 22:58   2622 views
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