De Libertate

scrivere un libro....

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BadIntentioned
view post Posted on 12/5/2004, 15:24




io ho sempre avuto questa strana voglia di scrivere un libro, solo che non sono mai riuscito a scrivere più di qualche pagina, perchè rileggendomi mi faccio schifo e quindi lascio perdere....
voi non avete mai provato a scrivere un libro o qualcosa del genere?
 
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Johnny Freak
view post Posted on 12/5/2004, 15:46




Si...ho provato un po' di tempo fa a mettere insieme i miei pensieri filosofici...poi un giorno ho pensato.."mah diamoci un'organizzazione" e mi sono scritto su un foglio tutti gli argomenti che mi venivano in mente che potevo affrontare...mi saranno venute fuori almeno un centinaio di parole...ho mollato praticamente..anche per un fatto di tempo da conciliare allo studio..ma amerei riuscire nello scrivere un libro del genere...che tipi di libri avresti voluto scrivere bad?
 
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BadIntentioned
view post Posted on 12/5/2004, 15:50




romanzi di qualche genre, ma prima o poi ci riuscirò!
 
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Rebbu
view post Posted on 12/5/2004, 16:15




sta roba risale al 9 settembre... e come tante altre volte... è rimasta incompleta...

credo di aver cominciato una decina di libri...

Premessa dell’Autore

Una vita, una vita tra tante, una vita come tante, piena di episodi, di momenti intensi, piena di gioie e di dolori, una vita che scorre sulla pelle di un ragazzo-uomo davanti allo sguardo indifferente delle altre vite che a lei si intrecciano, che a lei si affidano, che a lei chiedono spiegazioni. Scrivo questa premessa ancor prima di scrivere il libro che ho progettato, e non so se è giusto intraprendere questa linea. Non sono uno scrittore, non conosco le leggi che stanno alla base di un’opera letteraria, non ho studiato abbastanza italiano, latino, grammatica, eccetera eccetera, per poter avere la presunzione di scrivere qualcosa di almeno buono… ma ho voglia di raccontare questa storia, e lo farò. Ho voglia di farlo perché quando cammino in strada incontro lo sguardo di tante persone, e provo ad immaginare le loro vite, ognuna diversa dalle altre, piene di grandi problemi e di piccole gioie, sapendo che mai nessuno le racconterà seppur meravigliose esse siano. Tento allora di salvare almeno questa, che poi non è nemmeno una vita vera, che poi è soltanto il frutto della mia immaginazione mescolata a tanta esperienza personale. Mi si chiederà, qualora finissi il mio progetto, se si tratta di un’autobiografia. Chiarisco fin da subito che lo sarà in parte, come si dice nei film, sarà una vita liberamente tratta dalla mia, con aggiunta di episodi e la rimozione di altri, che voglio condividere solo con me stesso. Sarà il racconto delle emozioni che ogni situazione è in grado di dare, sarà la decifrazione di sentimenti incomprensibili. Scriverò in brevi capitoli, perché così amo fare, e perché solo così riesco a seguire un libro quando lo leggo. Sarà, questo libro, il tentativo di veder compiuto almeno per una volta un progetto grandioso della mia mente, piena di vita, e in continua lotta con una debole personalità, perennemente stanca della sua stessa misera esistenza. Una vita, una vita qualsiasi, ma importante ed eccezionale, come tutte le vite… da quella di un presidente di Stato a quella di uno spazzino comunale. Una vita che nel suo cammino incontra lo scorrere di tantissime altre vite, e che le racconta, le studia e le fa sue, assorbendo insegnamenti e, quando possibile, dispensandoli. Una vita che si trasforma, muta, si adatta alle situazioni, allo scorrere del tempo, si modella in base a ciò che la circonda pur rimanendo indipendente, schiava soltanto del destino. Una vita da raccontare, come tenterò di fare. La vita di Riccardo Matteini.

La famiglia Matteini

La famiglia Matteini prima del concepimento di Riccardo poteva già considerarsi completa e felice. C’era la figura del padre, Remo, la figura della madre, Maria, e la figura del figlio, o meglio della figlia, Teresa. Addirittura c’erano ancora tutti e 4 i nonni, caso strano e fortunato. Ma evidentemente Maria non era ancora soddisfatta della dose di lamenti e di capricci che Teresa puntualmente le forniva, perché giunta quest’ultima all’età di quasi 2 anni, chiese al marito un altro figlio, e lo ottenne. L’equilibrio si spezzava e nove mesi dopo quella notte di passione la famiglia improvvisamente si allargò, per fare spazio a quel bambino, così sano all’apparenza, che venne chiamato Riccardo. I due coniugi si volevano un gran bene, ma Maria era troppo distratta dal suo ruolo di madre, che ricopriva peraltro così bene, per ricordarsi che aveva anche un ruolo di moglie da ricoprire, cosicchè lentamente la coppia si sfaldò intorno alle due creature. Erano una coppia strana Remo e Maria, e spesso ci si è chiesti in che modo abbiano potuto prima fidanzarsi e poi sposarsi. Remo, 4 anni più vecchio, aveva passato la sua giovinezza a fare il ragazzaccio, con poca voglia di studiare e tanta voglia di divertirsi. Se forse poco conosceva il valore della disciplina conosceva però il valore dell’amicizia, e infatti mai si faceva mancare qualcuno attorno con cui poter giocare a pallone, fare gli scemi in motorino, e via dicendo. Frequentava l’oratorio del suo paese, Tonfano, ed era famoso per la sua bravura con le ragazze. Spigliato e affascinante, le cambiava spesso e non si faceva mai mancare niente. Fino a quando non conobbe Maria. Maria era il contrario di Remo, l’educazione stessa era diversa. Figlia di una donna attenta alle apparenze era costretta a studiare, sorridere, suonare il piano, vestirsi bene, fare sempre bella figura nell’albergo dove viveva e dove lavorava suo padre. Conosceva quindi la disciplina, ma le mancavano le amiche che non riusciva a frequentare. Usciva solamente accompagnata da qualche ragazza più grande di lei, di cui i genitori si potevano fidare, e l’amore lo viveva come un peccato. Amava in segreto ragazzi di scuola, ma non riusciva a tessere relazioni. Fino a quando a 15 anni non conobbe Remo, già maggiorenne. L’amore sbocciò da una scommessa, si trovarono all’oratorio, Remo la vide e disse ad un suo amico… scommettiamo che quella ragazzina tra poco è mia… e così fu. Si sposarono anni dopo, e altri anni dopo nacque Teresa, e altri anni dopo si separano, e altri anni dopo tornarono insieme, ma non perché si amavano di nuovo… ma questo ve lo racconterò dopo. Col passare del tempo diventarono evidenti le differenze trascurate che i due amanti avevano, differenze che stavano pure nel carattere, rumoroso nell’uomo, silenzioso nella donna. Rumoroso perché a Remo piaceva urlare e arrabbiarsi per ogni singola cazzata, far pesare la sua disapprovazione, sfogare la sua virilità, imporre il suo credo. Silenzioso perché a Maria piaceva invece fare piccoli appunti a bassa voce, riprendere ogni imperfezione, senza mai alzare il tono nemmeno nel momento in cui fosse arrabbiata. E il confronto così non avveniva, perché il cerchio lo impediva. Il cerchio che partiva dal nervoso appunto di Maria, che impermaliva Remo il quale quindi urlava, Maria allora taceva, assorbiva, e qualora Remo fosse calmo, ricominciava a dispensare la sua antipatia. Nei due però non sussistevano soltanto questi difetti, Remo ad esempio era un abile parlatore e riusciva bene nel suo lavoro di commerciante, era sveglio e intelligente e pronto a sbrigarsela in ogni situazione dove magari, la donna si sarebbe persa. Allo stesso modo però Maria era organizzatrice, era ordinata, puntuale, attenta, e riusciva a tenere la famiglia fuori dallo sbando che altrimenti Remo le avrebbe dato. I due nelle loro diversità potevano quindi compensarsi e riuscire a convivere, se Remo non avesse commesso quell’errore e se Teresa non fosse cresciuta con addosso quella dose di acidità e quel carattere presuntuoso e pericolosamente lunatico. Riccardo nel frattempo imparava a muoversi nel mondo, apparentemente protetto da una tipica famiglia normale, senza problemi di soldi, di malattie, di disgrazie alle quali purtroppo non tutti i bambini sono sottratti.
 
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giubi
view post Posted on 12/5/2004, 17:51




io iniziai a scriverne uno quando avevo 6 anni arrivai a metà e ho lasciato perdere...
mni fa sfogo più scrivere racconti..
 
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BadIntentioned
view post Posted on 12/5/2004, 19:12




wow, a 6 anni, e di che parlava?
 
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Johnny Freak
view post Posted on 12/5/2004, 21:09




..?
 
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giubi
view post Posted on 13/5/2004, 17:09




dei frati che da urbino si trasferivano a pietrasanta e poi ad uno li vennero le estigmati...
 
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BadIntentioned
view post Posted on 13/5/2004, 17:21




le stigmate, non le estigmati......


cazzo a sei anni stavi scrivendo un libro su questo?apperò!

e ce l'hai sempre il manoscritto?
 
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giubi
view post Posted on 14/5/2004, 13:07




grazie..
si ce l'ho su computer e su cartaceo, l'ho riletto un pò di tempo fa e mi sono sbudellato dalle risate

Edited by giubi - 14/5/2004, 14:08
 
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Johnny Freak
view post Posted on 14/5/2004, 13:52




ehehehehe...
 
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giubi
view post Posted on 14/5/2004, 17:24




csa ridi???
 
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Johnny Freak
view post Posted on 14/5/2004, 18:25




Mi sono immaginato te in forma bimbetto nano che scrivi quelle cose..ha ha ha ha ha ha ha...rido per simpatia eh, nn per offesa...ha ha ha ha
 
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giubi
view post Posted on 14/5/2004, 21:08




gioventù sprecata
 
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BadIntentioned
view post Posted on 14/5/2004, 23:05




allora postalo, voglio assolutamente leggerlo!
 
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17 replies since 12/5/2004, 15:24   216 views
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