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Una zombie che discute di filosofia

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view post Posted on 28/3/2007, 01:41




Accade che una saga horror colta e di linguaggio raffinato abbia, nel giro di tre anni e di altrettanti libri, conquistato un pubblico appetibile come quello degli adolescenti. Accade che il primo romanzo della serie, Non mi uccidere, stia diventando... diventando un film, la cui sceneggiatura è firmata da Gianni Romoli (autore per Bava, Soavi, Ferzan Ozpetek fra gli altri). Accade, infine, che sotto le sembianze gotiche si dipani il più classico dei romanzi di formazione: e poco importa che a compiere il cammino da ragazza a donna sia, nei fatti, una zombie.

La storia della diciannovenne Mirta, che muore di overdose e spacca la sua lapide tremando di terrore, non reca la firma di una dark lady d´oltreoceano, ma quella della scrittrice italiana Chiara Palazzolo, nomination al Premio Strega 2003 per I bambini sono tornati. Non a caso, la vicenda (che va a concludersi in questi giorni nel terzo volume, Ti porterò nel sangue, Piemme, pagg. 448, euro 17,90), ha un´ambientazione nostrana, fra i boschi umbri e le gelaterie di Roma. Così come italianissima è la setta dei Benandanti, che, come raccontò Carlo Ginzburg, intorno alla fine del Cinquecento, difendeva i raccolti dalle anime dei morti. Nella saga, i Benandanti viaggiano chiusi in automobili nere, sono esperti di informatica e combattono senza tregua i Sopramorti. I quali non sono creature nostalgiche e letali come i vampiri, ma ritornanti divorati dalla fame e dalla rabbia.

 
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