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| Su Filmfilm.it una giornalista ha scritto un articolo interessante CITAZIONE Rifacciamoci la bocca... con Nip/Tuck
Dai frenetici corridoi del Pronto Soccorso di ER – Medici in prima linea alla lussuosa e sofisticata sala operatoria di Nip/Tuck: ecco l’evoluzione del medical drama, che si adegua alla società moderna e alle tendenze culturali del momento.
Suonava addirittura strano che nel vasto mondo delle serie televisive di stampo medico non ve ne fosse stata ancora una incentrata sulla madre delle chirurgie, quella estetica. E, infatti, è arrivato puntuale (nel 2003) Nip/Tuck, telefilm che sin dal plot di base evidenzia l’impellenza di raccontare la società di oggi, tutta “botox&silicone”. Ancor più dei due personaggi principali (il dott. Sean McNamara/Dylan Walsh e il dott. Christian Troy/Julian McMahon), protagonista assoluta della serie è l’immagine, nel senso più vuoto e superficiale del concetto: in ogni episodio (che ha per titolo il nome e il cognome del paziente di turno) è infatti sviscerato in tutte le sue forme il senso dell’estetica, unica variabile che sembra fare la differenza nella vita di ciascuno di noi, dall’aspirante modella alla casalinga disperata -che pure va tanto di moda.
La spiccata vanità dei personaggi (i due dottori in primis), il gusto paradossale di alcune storie, la ricerca smaniosa della perfezione e del cambiamento in “meglio” sono senza dubbio lo zoccolo duro della serie, che qui in Italia è giunta alla quarta stagione, senza accennare a concludersi. Ma Nip/Tuck si distingue dai suoi “telefilm fratelli”, e in realtà dalla stragrande maggioranza delle serie tv, per le sue caratteristiche (tecniche e artistiche) squisitamente cinematografiche. La creazione di Ryan Murphy è anticonvenzionale nel linguaggio dei personaggi, che usano spesso parolacce (di solito bandite dalle tv series); è spudorata nei temi trattati (pedofilia, droga, adozione, tradimento e transessualità, tanto per citare qualcosa delle prime due stagioni) e nelle esplicite e costanti scene di nudo e di sesso; è suggestiva e affascinante nello stile (ma quanto è cool far operare due chirurghi al ritmo di una musica suadente???); è incredibilmente splatter ma al tempo stesso patinata; è multi-genere, perché spazia dal dramma alla commedia sentimentale e persino al thriller.
Insomma, Nip/Tuck gronda sex appeal ed è probabilmente per questo che riscuote così tanto successo, anche qui in Italia. In fondo, tratta argomenti da noi ancora in parte (ipocritamente) tabù. E ci ricorda la triste realtà di oggi: per "sopravvivere" è fondamentale l’"immagine", e non solo nel mondo dello spettacolo; sarebbe inutile negare che la ricerca dell’elisir di eterna giovinezza e la corsa al botulino abbiano contaminato un po’ tutti anche nel nostro Bel Paese. Solo che "qui", a differenza di "lì", non si ha ancora il coraggio di ammetterlo!
Laura Spina
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