De Libertate

arti marziali e sport da combattimento

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Liam_Jargo
view post Posted on 10/6/2007, 09:16




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Il Wing Tsun Kuen è uno stile di Kung Fu, nato grazie all’intuito femminile. Risale a circa 400 anni fa, e fu infatti fondato da una donna Ng Mui, che faceva parte dei cinque monaci scampati al rogo del monastero di Shaolin, operato dai Manchu. A proseguire l’opera di Mui fu un’altra donna, Yim Wing Chun, che lo insegnò a suo marito.
Colui che sviluppò lo stile fu però il Granmaestro Yip Man, che ebbe tra i suoi allievi anche un certo Li Jun Fan (Bruce Lee). Dopo una serie di problemi economici Yip Man cominciò ad insegnare Wing Chun per vivere. Yip Man, durante la sua "carriera di insegnante", attraversò diversi periodi che influenzarono il suo modo di trasmettere lo stile; ciò si nota facilmente esaminando le differenze che intercorrono tra i diversi stili di Wing Chun (una breve parentesi), Wing Chun Kuen è una trascrizione utilizzata per la prima volta da Bruce Lee per indicare gli ideogrammi. Altre trascrizioni sono Ving Chun, Wing Tchun, Ving Tsun e Wing Tsun; quest’ultimo però indica solo il sistema Leung Ting. Quando ormai Yip Man aveva chiuso la sua scuola, gli fu presentato un giovane, già esperto praticante di Wing Chun.


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Questo giovane si chiamava Leung Ting, e venne accettato da Yip Man come studente "a porte chiuse" (cioè studente privato). Il Granmaestro gli raffinò tutte le tecniche dalle basi, insegnandogli un Wing Chun morbido, che non necessitasse di forza fisica per essere messo in pratica, ma tremendamente efficace. Dopo la morte del Granmaestro, Leung Ting fondò la sua organizzazione di Kung Fu, e brevettò il suo sistema col nome Wing Tsun. Nel 1975 un esperto di arti marziali tedesco, Keith K. Kernspecht, invitò Leung Ting in Germania, divenendo suo allievo. In seguito a quest’incontro, Kernspecht fondò la EWTO (European WT Organization), aprendo lo stile all’occidente.



Caratteristiche

Caratterizzato da estrema efficacia, il Wing Tsun è un’arte estremamente semplice ma dove nulla è lasciato al caso, ed ogni movimento è mirato a fare il massimo danno col minimo sforzo


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altre informazioni sono disponibili su
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kiarina92
view post Posted on 10/6/2007, 21:48




Uao!! Una cosa ke viene (anke se in parte) riconosciuta ad 1 donna!!!
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 11/6/2007, 11:48




metodi tradizionali di combattimento dei guerrieri "Hwarang" sono stati tramandati ininterrottamente per 58 generazioni. Tali metodi sono stati creati nell’antico regno coreano del "Silla" circa 2000 anni fa, quando furono impiegati per ottenere la prima unificazione della penisola coreana. Le tecniche dei "Hwarang" sono state tramandate segretamente nel tempo (1392-1960) da maestro a discepolo e venivano studiate nelle montagne della Corea. Nel 1942, il monaco Suahm Sunsa (aka Suahm Dosa) inizio ad insegnare tali metodi a due fratelli: Dr. Joo Bang Lee e Joo Sang Lee. Questi ultimi erano gli unici studenti del monaco e dal loro Maestro appresero concetti, tecniche e caratteristiche di questo metodo di combattimento.

Nel 1960, il Dr. Joo Bang Lee rese pubblico questo metodo di combattimento fondando una nuova arte marziale denominata Hwa Rang Do®. I metodi di combattimento "Hwarang", che Suahm Dosa insegnava, venivano chiamati "Um Yang Kwon" che vuole intendere "combinazione di morbido e duro". Questo insieme di tecniche è regolato dai principi "Um" e "Yang" Essi combinano sia movimenti "duri" che "morbidi" in maniera da creare uno dei sistemi di combattimento più complesso e ricco di tecniche al mondo.

Durante l'addestramento da parte di Suahm Dosa, i fratelli Lee non seguirono un programma basato su gradi e cinture ma semplicemente il Maestro trasmetteva loro la sua vasta conoscenza attraverso un’intensa pratica di svariate tecniche e solo quando comprese che essi avevano imparato diede loro il titolo di Maestro. Il Dr. Lee, diversi anni dopo, decise (con l’autorizzazione di Suahm Dosa) di trasmettere le tecniche apprese attraverso l’insegnamento pubblico, si rese allora necessario un sistema basato su gradi e cinture. Così nel 1960 il Dr. Lee suddivise le tecniche apprese da Suahm Dosa in un programma che, ad oggi, costituisce le basi del Hwa Rang Do®.

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MU-SOOL – TECNICHE MARZIALI

Il Hwa Rang Do® è un’arte che racchiude sia elementi marziali che tecniche di guarigione. Le tecniche di combattimento Hwarang Um Yang Kwon (musool = tecniche marziali), che Suahm Dosa insegnò ai fratelli Lee, sono state suddivise nel Hwa Rang Do® in quattro parti fondamentali:


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Nae Kong Coinvolge lo sviluppo, il controllo e la direzione della propria energia interna (Ki) attraverso metodi passivi (Um) ed attivi (Yang). Lo sviluppo del Ki viene insegnato attraverso speciali tecniche di respirazione e meditazione unitamente a specifici esercizi fisici. Il praticante impara a sviluppare, sfruttare ed applicare questa energia umana secondo la propria volontà cosciente. Inizialmente studiata al fine di ottenere un buon stato di salute e di poter sfruttare al massimo le proprie possibilità combattive, ad un livello più avanzato il potere del Ki può essere esteso da una persona ad un’altra, sia per guarire che per combattere. Esistono cinque tipi di Ki che possono essere sviluppati nella pratica del Hwa Rang Do®: Kyung Ki– "fare il corpo leggero" Jung Ki– "fare il corpo pesante" Chyel Ki– "fare il corpo duro come l’acciaio" Ma Ki– "fare il corpo di pietra" Shin Ki– "incrementare la concentrazione mentale e la consapevolezza".

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Wae Kong Si tratta della "parte esterna" del Nae Kong e prende forma da più di 4.000 tecniche codificate di combattimento offensive e difensive. In genere le Arti Marziali sono orientate su tecniche circolari e morbide oppure lineari e dure. Il Hwa Rang Do® combina entrambi tali tipologie a formare un sistema di combattimento adattabile e naturale. Il Wae Kong include infatti: tutte le forme di colpi con le mani, e di bloccaggi ("trapping" e "grabbing" così come tecniche di parata e deflessione dei colpi utilizzando mani, polsi, avambracci, gomiti, braccia e spalle); 365 tipi di calci; proiezioni e cadute da ogni posizione su ogni terreno; studio della struttura e delle funzioni anatomiche umane in relazione alle tecniche di combattimento (conoscenza dei punti deboli del corpo per colpire o controllare); rottura delle ossa e delle giunzioni; studio dei punti di pressione sfruttabili tramite le dita; lotta a terra e chiavi articolari; ed a più alto livello tecniche di combattimento contro più avversari. Le applicazioni di tali tecniche di combattimento sono insegnate in maniera controllata, al fine di minimizzare i possibili danni che ne potrebbero derivare. Il praticante, dall’allenamento costante di tali tecniche, ottiene una buona forma fisica e sviluppa il senso della difesa personale. Le tecniche del Hwa Rang Do®, per la loro numerosità e per il fatto che sono sia uno strumento di combattimento che una espressione artistica, richiedono una grande concentrazione nella pratica ed una notevole capacità di apprendimento. Tali caratteristiche possono essere comunque allenate e migliorate nel tempo da chiunque abbia la necessaria pazienza e perseveranza. Un fatto importante è che gli schemi di combattimento del Hwa Rang Do® sono stati studiati affinchè una persona "esile" possa fronteggiare un avversario di dimensioni maggiori e quindi tale Arte si adatta e può essere appresa, con modalità differenti, a tutte le età.

Moo Gi Kong Riguarda l’uso offensivo e difensivo di circa 108 armi tradizionali suddivise in 20 categorie di metodi. L’apprendimento di tali sistemi di combattimento armato consente al praticante di impiegare la maggioranza degli oggetti comuni come armi. L’uso delle armi tradizionali, inoltre, rafforza la struttura corporea e ne migliora le capacità di coordinazione motoria.

Shin Kong Si riferisce allo studio, sviluppo e controllo della mente umana al fine di migliorare le proprie capacità mentali raggiungendo il massimo potenziale. Le tecniche insegnate sono mirate ad incrementare il livello di consapevolezza, di concentrazione e la capacità di focalizzazione delle idee. Sono previsti, poi, livelli di studio del potenziale mentale ancora più alti i quali, però, risultano riservati.

IN-SOOL – TECNICHE DI GUARIGIONE

Un altro aspetto molto importante del Hwa Rang Do® è quello relativo alle tecniche di guarigione. Ogni praticante di Hwa Rang Do® ad alto livello deve apprendere le tecniche di guarigione come quelle marziali. Se si deve essere in grado di causare danni all’avversario, bisogna anche conoscere le tecniche per far guarire. Le tecniche di guarigione del Hwa Rang Do® sono suddivise in sei categorie: Ji Ap Sool– Agopressione; Chim Gu Sool - Agopuntura; Yak Bang Bop– Medicina basata sulle erbe; Jup Gol Sool– Intervento sulle ossa; Hwal bop– Tecniche speciali di intervento; Ki Ryuk Sool– Guarigione tramite il Ki. Attraverso lo studio degli aspetti marziali e delle tecniche di guarigione il praticante di Hwa Rang Do® acquisisce una grande conoscenza delle debolezze e dei punti di forza del corpo umano che gli permetteranno, tra le altre cose, di capire la fragilità della vita umana e di sviluppare il carattere.


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Bad Intentioned
view post Posted on 11/6/2007, 12:01




wing tsun rulezzz!
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 12/6/2007, 11:27




Il Nippon Kempo e' un arte marziale giapponese tradizionale.
E' nata ad opera del Maestro N. Sawayama nel 1932. Il Nippon Kempo prevede tecniche di particolare efficacia:
calci, pugni, proiezioni, lussazioni, leve articolari e
combattimento corpo a corpo sia in piedi che a terra. E' un arte marziale totale e sicura.
Viene praticata tramite l'ausilio di corazze le quali
permettono un combattimento reale e totale.
La sua grande completezza assicura a chi lo pratica la possibilità
di affrontare qualsiasi situazione avversa, potendo contare su una forte
sicurezza ed un notevole autocontrollo. E' un' arte non pericolosa che incorpora in se tutti i principali aspetti
e le tecniche relative alle arti marziali tradizionali.
I combattimenti di Nippon Kempo sono caratterizzati dall'uso di speciali
protezioni per il viso ed il busto, così da poter effettuare
colpi con forza e precisioni reali, senza causare danni e traumi. Vista la sua efficacia viene insegnata nell' esercito e nella polizia giapponese.

STORIA DEL NIPPON KEMPO

Ovunque vi sia storia dell’umanità vi è sempre anche una storia di combattimenti corpo a corpo.
La caccia, ovvero la lotta con animali pericolosi, si può considerare la prima, iniziale forma di tecnica militare.
Con riferimento ai fatti storici riportati con esattezza in occidente sono conservate in Egitto pitture murali, risalenti al 2500 a.C., in cui sono rappresentati guerrieri che si esercitano in combattimenti a mani nude o con bastoni.
Nell’antica Olimpia vi erano discipline come il pugilismo e la lotta libera, in cui si davano colpi con le mani nude e con i piedi, e una disciplina risultata dell’unione delle due, nota con il nome di panklation.


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Quest’ultima fu adottata verso il 700 a.C. come disciplina olimpica per i giovani ma, data la sua pericolosità (le regole permettevano tutto tranne dare morsi e colpire agli occhi), fu abolita dopo una sola edizione.
Anche il noto filosofo Platone si distinse come campione di pugilismo ad Olimpia. Lo stesso nome Platone e’ un soprannome che significa spalle ampie.
Per quel che riguarda l’oriente, all’interno della storia cinese, che copre più di 5000 anni, esiste ovviamente una storia di combattimenti corpo a corpo. Il dato più degno di nota e’ che arakan-ken, l’esercizio per fortificare lo spirito e la mente che Darma, il fondatore della setta Zen, faceva fare ai suoi discepoli del Tempio Shorin, si diffuse su tutto il territorio della Cina con il nome di Kempo cinese, assunse forme diverse secondo la regione e rinacque modificato in Giappone nel 1947 con il nome di Shorin Ji Kempo (Kempo del Tempio Shorin).
Darma era un monaco buddista che giunse in Cina dall’India perciò i principi del Kempo da lui diffuso erano già presenti in India in epoche anteriori.
In Giappone, fra il 300 e il 500 d.C., nei testi in cui si fa ancora riferimento al Giappone come «Il Paese degli Dei», si parla di un tipo di combattimento corpo a corpo definito Sumai che in giapponese antico significa «sferrare colpi con i piedi e con le mani». Il Sumai si svolgeva all’interno di uno spazio delimitato da quattro colonne fra loro unite da una corda, forma simile al ring del pugilato moderno.
Nel 700 sono aboliti calci e pugni da questo pericoloso combattimento corpo a corpo e nasce la versione odierna del Sumo. Gli ideogrammi tuttora utilizzati per il termine Sumo significano «colpire l’avversario».
Il 1868 e’ l’anno della Restaurazione Meiji: l’isolamento del paese (sakoku) si e’ ormai concluso così come giunge al termine l’epoca dei samurai e il Giappone comincia ad introdurre in maniera energica elementi delle culture occidentali. Cominciano ad emergere e a diffondersi movimenti che trasformano gli antichi combattimenti corpo a corpo giapponesi in discipline di educazione fisica o sportive.
Agli inizi del 1900 Jigoro Kano (1860-1938) introdusse lo Judo nel Kodokan e lo suddivise in dan, cosa che poi ispirò anche altre discipline analoghe.

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Nel 1922 Gichin Funakoshi giunse a Tokyo da Okinawa e diffuse il Karate.
In questa cornice Masaru Muneomi Sawayama (1906-1977), il padre del Nippon Kempo, osservò che dal Judo erano stati aboliti movimenti rischiosi come tsuki (pugni) e keri (calci) e che il karate si concentrava più sulle kata (forme) senza essere un vero e proprio combattimento.
Cominciò quindi a pensare a come ottenere un tipo di combattimento reale nel quale però non vi fossero pericoli. Il risultato della sua ricerca fu un tipo di combattimento corpo a corpo in cui la presenza di una protezione permetteva il mantenimento di tecniche (waza) come tsuki, keri, nage e gyaku.
Nel 1932 questo tipo di combattimento assunse il nome di Nippon Kempo.
Nella lunga storia dei combattimenti a mani nude l’introduzione di una protezione per il corpo rappresentò una vera e propria svolta.
Nel 1936 ad Osaka, si tenne il primo torneo di Nippon Kempo fra gli studenti dell’Università Kansai e quelli dell’Università Kuansei Gakuin.
Nel 1953 Ryonosuke Mori, discepolo di Sawayama, favorì la diffusione del Nippon Kempo nella zona di Tokyo e attualmente il Giappone vanta, soprattutto nelle tre città principali (Osaka, Tokyo, Nagoya), la presenza di circa 100 università, 50 scuole superiori e più di 100 centri in cui si pratica questa disciplina.
Accanto a queste, inoltre, il Corpo di Autodifesa (jieitai), il Corpo di Polizia e tanti altri, fanno parte delle circa 30.000 persone che attualmente praticano il Nippon Kempo.
Oltre al Giappone, per primo il Messico nel 1970, seguito da Italia, Francia, Inghilterra e Stati Uniti hanno assistito alla nascita di federazioni ufficiali.


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Le arti marziali orientali, fra cui anche il Nippon Kempo, utilizzano nei loro nomi gli ideogrammi «ho»oppure «do» che significano rispettivamente «legge, modo» e «via, strada».
Lo scopo finale nel processo di sviluppo della forza fisica e dell’approfondimento della tecnica è la nobilitazione della natura umana alla cui base vi sono la riconoscenza e il rispetto degli altri.

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Liam_Jargo
view post Posted on 13/6/2007, 10:52




S'ISTRUMPA


Una lotta rituale antichissima, come dimostrano chiaramente alcuni bronzetti nuragici ritrovati presso il Monte Aresu di Uta, esposti al Museo Archeologico di Cagliari, dove sono rappresentati due gherradores, lottatori, che cercano di sopraffarsi e atterrarsi con la sola forza delle braccia.

Infatti la posa dei corpi nei bronzetti richiama in modo singolare la posizione che assumono i pastori sardi impegnati in s’Istrumpa, nella lotta.

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S’Istrumpa era diffusa in tutta la Sardegna, con qualche differenza nel modo di effettuare la presa, ed era ed è una competizione assolutamente pacifica, dove non si può colpire in alcun modo l'avversario.
Le occasioni per cimentarsi in questo rituale pacifico e solidale di s’Istrumpa, erano le rare occasioni di incontro come la tosatura, la trebbiatura e le feste campestri; e a partire dal Novecento, un’altra occasione per dimostrare la propria abilità nella lotta, era la visita di leva, dove tanti giovani provenienti da paesi diversi s’incontravano e si sfidavano a vicenda.
L’eco di quei combattimenti durissimi, ma leali, sono rimasti nella memoria della gente, e in ogni paese si raccontano le gesta quasi leggendarie dei propri campioni.

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Per fare in modo che questa antica lotta non si perdesse nel tempo, alcuni appassionati di Ollollai (NU), hanno pensato di portare s’Istrumpa dalle campagne alle palestre, formando la Federazione de s’Istrumpa, che avvalendosi delle testimonianze degli anziani ha anche ricostruito un preciso regolamento dei combattimenti. Ed è così che s’Istrumpa è diventata un vero e proprio sport con numerosi appassionati ed atleti che lo praticano in tutta la sardegna.



Cronologia:

Dal primo torneo a livello locale svoltosi a Ollolai nel 1985, si arriva al primo campionato regionale nel 1989. Nel giro di pochi anni il torneo assume anche connotati nazionali. Nel 1994 si costituisce la Federazione de s’Istrumpa, ma è nel 1995 che avviene la svolta che nessuno avrebbe immaginato, con l’adesione alla Federazione Internazionale Lotte Celtiche (FILC) e la partecipazione ai Campionati internazionali in Bretagna (Francia). Nel 1997 c’è il riconoscimento ufficiale da parte del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e la partecipazione ai Campionati internazionali della FILC di Lèon (Spagna). In quell’occasione Marino Columbu conquistò la medaglia d’oro nella categoria 68 kg., Nel 2000 si svolge il 12° campionato nazionale con l’adesione degli atleti delle Societá affiliate di Oliena, Villagrande, Urzulei, Tertenia, Lanusei, Arzana. Nel 2003 Ollollai viene scelto come sede del Primo campionato Europeo de s'Istrumpa, dove la Sardegna conquistò la medaglia d’oro a squadre, con l’aiuto del pisano Stefano Di Puccio e il napoletano Carlo Scognamiglio, entrambi primi nelle rispettive categorie 100 e +100 kg. (le società sarde non avevano atleti per queste categorie), con il primo posto di Marco Columbu nella categoria 62 kg. e con gli ottimi piazzamenti degli altri atleti sardi; per finire nel 2005 col 16° campionato nazionale sempre ad Ollollai.





Regolamento di s’Istrumpa

Gli atleti sono divisi:
per età:

- Senior, Junior

per peso:

- Leggeri, Medio

- Leggeri, Medi, Medio

- Massimi, Massimi)

Classi e categorie di peso

Senior (18 – 50 anni) Junior (15 – 18 anni)

Sino a 62 kg Sino a 55 kg

62 – 68 kg 55 – 62 kg

68 – 74 kg 62 – 68 kg

74 - -81 kg 68 – 74 kg

oltre 81 kg oltre 74 kg




Durata del combattimento:

- La durata del combattimento è di tre riprese di tre minuti ciascuna con un minuto di intervallo.

Inizio e fine del combattimento:

- Il combattimento inizia e termina con il fischio dell’arbitro.

- Prima del fischio, al via dell’arbitro, i lottatori assumono la seguente posizione: in piedi, uno di fronte all’altro, la presa avviene portando un braccio sotto l’ascella e l’altro sopra l’omero – spalla dell’avversario, la guancia destra sfiora quella opposta, una mano impugna l’altro polso dietro la schiena dell’avversario in modo da stringerlo saldamente.

- Se i due lottatori non trovano intesa sul lato di appoggio per la presa si procede all’alternanza e quindi al sorteggio.

- La presa deve essere "A POLSO" o "SULLE DITA" e non è consentita altra forma di presa (alla cintura, ai pantaloni) né combattere lasciando la presa.

- E’ fatto divieto di colpire l’avversario con qualsiasi parte del corpo, pena la squalifica.

- E’ consentito fare ricorso a qualsiasi tecnica di gamba, trazione, spinta frontale o laterale, nonché sollevare da terra, ruotare e proiettare l’avversario al suolo; sono escluse le proiezioni all’indietro.

- La vittoria viene assegnata con tre atterramenti validi su cinque.

- L’atterramento è considerato valido quando uno dei contendenti viene messo col dorso a terra.

- L’atterramento è valido anche se viene effettuato in modo diverso, purché l’altro si trovi chiaramente al di sopra o anche in piedi rispetto all’avversario.

- Nell’istante in cui uno o entrambi i contendenti finiscono a terra il combattimento viene interrotto col fischio dell’arbitro. Il concorrente che non rispetta tale norma, continuando il combattimento a terra, viene ammonito.

- Qualora, alla fine della terza ripresa, non ci sia stato atterramento valido, l’arbitro, sentito il parere dei giudici, assegnerà la vittoria al concorrente che abbia espresso più combattività e al concorrente che non abbia subito richiami ufficiali.

- I concorrenti devono calzare scarpe ginniche.


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Liam_Jargo
view post Posted on 4/9/2007, 13:03




Il Vale Tudo o Free Fight è uno sport da combattimento estremo che permette ai praticanti di diverse discipline di confrontarsi con regolamenti minimi, una definizione sommaria di tale disciplina interstile è quella di combattimento libero che unisce il combattimento in piedi della Thai Boxe con la tecnica della lotta a terra del Brazilian Jiu Jitsu. La particolarità di tale disciplina è che prevede i colpi anche quando si è a terra nella fase di lotta.

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Il Vale Tudo (che in portoghese significa "Vale Tutto") si pratica in Brasile fin dagli inizi del '900 dove gli atleti provenienti da vari stili si affrontavano in questa forma di combattimento estremo con regolamenti limitati. I mitici combattimenti che si tenevano a Rio de Janeiro o San Paolo richiamavano migliaia di spettatori: sono leggendari i combattimenti di Helio Gracie al Maracanazinho che raccolsero fino a più di 30000 spettatori.

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La notorietà al grande pubblico si è avuto agli inizi degli anni '90 con la nascita dell'Ultimate Fighting Championship (U.F.C.), un torneo creato da Rorion Gracie (figlio del mitico Helio Gracie, icona del Brazilian Jiu Jitsu) e dominato nelle prime edizioni dal fratello Royce Gracie, uno dei miti di questo sport.

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Il Vale Tudo ormai raccoglie migliaia di spettatori in Brasile e negli USA, ma anche in Giappone (dove il torneo del Pride è ormai un'istituzione raccogliendo da 50000 a 60000 spettatori ogni volta). In Europa la diffusione è più lenta ma ogni anno nascono nuovi tornei che raccolgono sempre più appassionati.

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Il combattimento libero con regolamenti minimi è conosciuto, i più usuali sono:

FREE FIGHT
VALE TUDO
MIXED MARTIAL ARTS (MMA)
NO HOLD BARRED (NHB)

A seconda del torneo o della federazione esistono inoltre varie forme agonistiche di tale discipline con lievi differenze di regolamento tra una e l'altra:

VALE TUDO
PANCRACE
SHOOTO
SHOOT FIGHTING
SHOOT BOXING

Tra esse lievi differenze di regolamento relativamente alla durata degli incontri, alla presenza di categorie di peso (presenti in certi casi mentre in altri si scontrano atleti di pesi diversi), alle tecniche ammesse, alle protezioni da indossare.
Uno sport estremo criticato da molti per l'eccessiva violenza di alcuni tornei (in cui le regole inizialmente erano veramente minime e in cui spesso si combatteva a mani nude, senza guantini), il Vale Tudo risulta oggi, comunque molto meno pericoloso di altri sport, anche molto più famosi, e negli ultimi anni stà assumendo maggiore fama anche grazie all'adozione di regolamenti che proteggono maggiormente gli atleti!

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kiarina92
view post Posted on 4/9/2007, 13:07




ma cm mai questa cosa delle arti marziali??
 
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ViolaInside
view post Posted on 4/9/2007, 13:37




mah nn lo so
 
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Bad Intentioned
view post Posted on 6/9/2007, 20:06




perchè io e tim siamo dei combattenti votati al massacro...
 
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kiarina92
view post Posted on 6/9/2007, 20:18




ahahahahahahah...
ok la prox barzelletta qual' è??
 
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ViolaInside
view post Posted on 6/9/2007, 20:52




io sn brutto
 
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Bad Intentioned
view post Posted on 7/9/2007, 08:14




CITAZIONE (kiarina92 @ 6/9/2007, 21:18)
ahahahahahahah...
ok la prox barzelletta qual' è??

io ti ho detto la verità chiara...


io e tim da soli potremmo distruggere un esercito...

anche se questo esercito fosse composto da scimmie volanti combattenti...

con le api in bocca...

che quando urlano sputano api....

noi le distruggeremmo...

le scimmie...

e anche le api!
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 7/9/2007, 11:19





La Kick Boxing è una moderna disciplina che muove i suoi primi passi in America
Intorno agli anni infatti '70 il panorama delle attività marziali americano è molto ricco, tra queste il cosìdetto "Point Karate": nuova disciplina marziale che concepiva il contatto diretto con il corpo, ma ogni qualvolta il colpo veniva portato a bersaglio l'incontro veniva fermato e assegnato il punto; il tutto attraverso il supporto di particolari protezioni, le "safe t", progettate dal coerano Jhoon Rhee. Questa stessa disciplina verrà chiama in Europa "Semi Contact".

Già nel 1973 circa famosi campioni di Karate quali Bill Wallace, Jeff Smith, Howard Jackson, Joe Lewis, praticano quello che più tardi verrà definito "Full Contact Karate" utilizzando le protezioni create da Jhoon Rhee, che mise a punto anche le prime regole del Full Contact.

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Il vero exploit della Kick Boxing arriva il 14 settembre 1974, data memorabile in cui viene disputato nella Cow Arena di Los Angeles il primo torneo di Full Contact. Nel 1976 gli stessi organizzatori di Los Angeles fondano la WORLD ASSOCIATION OF ALL-STYLE KARATE ORGANIZATION (WAKO). Due anni dopo, a Berlino, si svolgono i primi campionati ufficiali del mondo di Kick Boxing.
In realtà gli americani hanno modificato e rilanciato una disciplina dalle origini Giapponesi.
Si suole infatti ricondurre la nascita di questa disciplina al 1960, quando alcuni atleti giapponesi di Karate subirono una terribile sconfitta da una squadra thailandese di Muay Thai. Fu così che i nipponici crearono la Japanese Kick Boxing, disciplina che utilizza il metodo di combattimento della Thai Boxe, eliminando però le tecniche fondamentali: gomitate, ginocchiate al volto, clinch, blocchi e colpi alla parte posteriore del corpo.

La disciplina fu regolarmente introdotta in Italia nel 1975 circa con il nome di Full Contact Karate, meglio noto come Karate Contact, per distinguerlo da quello tradizionale dove, teoricamente, non dovrebbe avvenire alcun contatto. In tutta Europa la Federazioni ufficiali di Karate insorsero contro la neodisciplina in quanto dissacrante e differente dalla tradizionale ARTE MARZIALE del Karate.

Così la W.A.K.O. (divenuta poi World Association of Kick Boxing Organization), nata dall'unione di tutte le organizzazioni che si occupavano della nuova disciplina, decise unanimemente di cambiare nome. Fu adottato così agli inizi degli anni '80 il termine inglese KICK BOXING che letteralmente significa CALCIARE BOXANDO.
Oggi la Kick Boxing è uno sport ben accolto da tanti atleti e moltissime le federazioni che la promuovono.

Kick Boxing è uno SPORT DA COMBATTIMENTO (dunque non un arte marziale) e come tale è una disciplina che vede degli sviluppi agonistici o comunque sportivi.

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Consta principalente di tre specialità sportive : Semi, Light e Full Contact.

Il SEMI CONTACT è una sorta di Karate a punti. Gli atleti indossano divisa completa (pantaloni lunghi) protezioni alle mani e ai piedi; l'aerea di gara è il quadrato (di 6x6 mt o 8x8 mt), l'incontro è giudicato da tre arbitri: uno centrale e due laterali. Si combatte sulla distanza di una ripresa di due minuti; vince l'atleta che al termine di questo tempo totalizza più punti.
Si ottiene punto toccando in modo controllato il volto o il tronco dell'avversario, utilizzando tecniche di pugno e di calcio scagliate con velocità e potenza. Ogniqualvolta uno dei concorrenti va a segno, l'arbitro centrale ferma l'incontro dando lo stop e assegnando la tecnica valida. Pertanto occorrono doti di esplosività e di tempismo.
Il LIGHT CONTACT rappresenta lo stadio intermedio tra il Semi e il Full Contact. E' un combattimento continuato dal tutto simile a quello che si pratica in palestra. Gli atleti si scambiano liberamente i colpi per 2 riprese di 2 minuti (con intervallo di un minuto tra una ripresa e l'altra) su un quadrato o sul ring. Vincerà l'atleta che, a detta dei tre giudici, due dei quali siedono a bordo ring, avrà messo a segno più tecniche, tutte però in maniera controllata, ossia è vietato affondare i colpi e mettere K.O. l'avversario.
Il FULL CONTACT è certamente l'aspetto sportivo più "pericoloso" della Kick Boxing. E' praticato da una elite di atleti particolarmente dotati sul piano fisico e psichico. In questa specialità gli atleti si scambiano liberamente i colpi su di un ring del tutto simile a quello in uso nel pugilato, misurandosi sulla distanza di 3, 5, 7, 9 o 11 riprese, a seconda della serie degli atleti e dei due titoli in palio.
Come nel pugilato si può vincere per K.O., K.O.T., intervento medico, abbandono o a punti. Il giudizio è stilato a da tre giudici, due dei quali siedono a bordo ring. Le riprese sono di 2 minuti ciascuna. Si osserva un minuto di recupero tra una ripresa e l'altra.

Solo più tardi verrà introdotta la Low Kick.

La LOW KICK deriva dal Full Contact, riporta le stesse regole ma ne differisce dall'uso di calci alla parte interna ed esterna delle cosce (proprio come per la Thai Boxe). Fonda le sue radici nella Japanese Kick Boxing e anche in questo caso è possibile vincere per K.O. o K.O.T. .

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La Kick Boxing inoltre prevede anche l'utilizzo di gradi che attestano la preprarazione dell'atleta, ovvero le cinture come nel Karate: da bianca a nera e successivi DAN
Altre forme più contemporanee sono la SHOOT BOXE o il KICK JITSU, altre varianti del Full in cui è possibile utilizzare proiezioni, e FORME MUSICALI come la CARDIO KICK BOXING in cui si associano a un'attività aerobica, le tecniche della Kick Boxing; il tutto a tempo di musica! Simpatico espediente, questo, per avvicinare i meno temerari e soprattutto le donne, senza rischi o traumi, a questo sport (non vi è infatti alcun contatto fisico con avversari, ma evidentemente ha poco a che vedere con la Kick Boxing vera e propria).
La Kick Boxing è una disciplina molto completa. Viene praticata altresì come sana educazione fisica e come difesa personale. E' rivolta a tutti, uomini e donne, di tutte le età. Ciascuno a seconda delle proprie possibilità psico-fisiche, può certamente trovare la finalità della pratica della Kick Boxing che più si adatti alle proprio caratteristiche ed esigenza


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ViolaInside
view post Posted on 7/9/2007, 11:50




ecco la Kick Boxing mi garberebbe farla
 
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