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arti marziali e sport da combattimento

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Liam_Jargo
view post Posted on 12/6/2007, 11:27 by: Liam_Jargo




Il Nippon Kempo e' un arte marziale giapponese tradizionale.
E' nata ad opera del Maestro N. Sawayama nel 1932. Il Nippon Kempo prevede tecniche di particolare efficacia:
calci, pugni, proiezioni, lussazioni, leve articolari e
combattimento corpo a corpo sia in piedi che a terra. E' un arte marziale totale e sicura.
Viene praticata tramite l'ausilio di corazze le quali
permettono un combattimento reale e totale.
La sua grande completezza assicura a chi lo pratica la possibilità
di affrontare qualsiasi situazione avversa, potendo contare su una forte
sicurezza ed un notevole autocontrollo. E' un' arte non pericolosa che incorpora in se tutti i principali aspetti
e le tecniche relative alle arti marziali tradizionali.
I combattimenti di Nippon Kempo sono caratterizzati dall'uso di speciali
protezioni per il viso ed il busto, così da poter effettuare
colpi con forza e precisioni reali, senza causare danni e traumi. Vista la sua efficacia viene insegnata nell' esercito e nella polizia giapponese.

STORIA DEL NIPPON KEMPO

Ovunque vi sia storia dell’umanità vi è sempre anche una storia di combattimenti corpo a corpo.
La caccia, ovvero la lotta con animali pericolosi, si può considerare la prima, iniziale forma di tecnica militare.
Con riferimento ai fatti storici riportati con esattezza in occidente sono conservate in Egitto pitture murali, risalenti al 2500 a.C., in cui sono rappresentati guerrieri che si esercitano in combattimenti a mani nude o con bastoni.
Nell’antica Olimpia vi erano discipline come il pugilismo e la lotta libera, in cui si davano colpi con le mani nude e con i piedi, e una disciplina risultata dell’unione delle due, nota con il nome di panklation.


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Quest’ultima fu adottata verso il 700 a.C. come disciplina olimpica per i giovani ma, data la sua pericolosità (le regole permettevano tutto tranne dare morsi e colpire agli occhi), fu abolita dopo una sola edizione.
Anche il noto filosofo Platone si distinse come campione di pugilismo ad Olimpia. Lo stesso nome Platone e’ un soprannome che significa spalle ampie.
Per quel che riguarda l’oriente, all’interno della storia cinese, che copre più di 5000 anni, esiste ovviamente una storia di combattimenti corpo a corpo. Il dato più degno di nota e’ che arakan-ken, l’esercizio per fortificare lo spirito e la mente che Darma, il fondatore della setta Zen, faceva fare ai suoi discepoli del Tempio Shorin, si diffuse su tutto il territorio della Cina con il nome di Kempo cinese, assunse forme diverse secondo la regione e rinacque modificato in Giappone nel 1947 con il nome di Shorin Ji Kempo (Kempo del Tempio Shorin).
Darma era un monaco buddista che giunse in Cina dall’India perciò i principi del Kempo da lui diffuso erano già presenti in India in epoche anteriori.
In Giappone, fra il 300 e il 500 d.C., nei testi in cui si fa ancora riferimento al Giappone come «Il Paese degli Dei», si parla di un tipo di combattimento corpo a corpo definito Sumai che in giapponese antico significa «sferrare colpi con i piedi e con le mani». Il Sumai si svolgeva all’interno di uno spazio delimitato da quattro colonne fra loro unite da una corda, forma simile al ring del pugilato moderno.
Nel 700 sono aboliti calci e pugni da questo pericoloso combattimento corpo a corpo e nasce la versione odierna del Sumo. Gli ideogrammi tuttora utilizzati per il termine Sumo significano «colpire l’avversario».
Il 1868 e’ l’anno della Restaurazione Meiji: l’isolamento del paese (sakoku) si e’ ormai concluso così come giunge al termine l’epoca dei samurai e il Giappone comincia ad introdurre in maniera energica elementi delle culture occidentali. Cominciano ad emergere e a diffondersi movimenti che trasformano gli antichi combattimenti corpo a corpo giapponesi in discipline di educazione fisica o sportive.
Agli inizi del 1900 Jigoro Kano (1860-1938) introdusse lo Judo nel Kodokan e lo suddivise in dan, cosa che poi ispirò anche altre discipline analoghe.

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Nel 1922 Gichin Funakoshi giunse a Tokyo da Okinawa e diffuse il Karate.
In questa cornice Masaru Muneomi Sawayama (1906-1977), il padre del Nippon Kempo, osservò che dal Judo erano stati aboliti movimenti rischiosi come tsuki (pugni) e keri (calci) e che il karate si concentrava più sulle kata (forme) senza essere un vero e proprio combattimento.
Cominciò quindi a pensare a come ottenere un tipo di combattimento reale nel quale però non vi fossero pericoli. Il risultato della sua ricerca fu un tipo di combattimento corpo a corpo in cui la presenza di una protezione permetteva il mantenimento di tecniche (waza) come tsuki, keri, nage e gyaku.
Nel 1932 questo tipo di combattimento assunse il nome di Nippon Kempo.
Nella lunga storia dei combattimenti a mani nude l’introduzione di una protezione per il corpo rappresentò una vera e propria svolta.
Nel 1936 ad Osaka, si tenne il primo torneo di Nippon Kempo fra gli studenti dell’Università Kansai e quelli dell’Università Kuansei Gakuin.
Nel 1953 Ryonosuke Mori, discepolo di Sawayama, favorì la diffusione del Nippon Kempo nella zona di Tokyo e attualmente il Giappone vanta, soprattutto nelle tre città principali (Osaka, Tokyo, Nagoya), la presenza di circa 100 università, 50 scuole superiori e più di 100 centri in cui si pratica questa disciplina.
Accanto a queste, inoltre, il Corpo di Autodifesa (jieitai), il Corpo di Polizia e tanti altri, fanno parte delle circa 30.000 persone che attualmente praticano il Nippon Kempo.
Oltre al Giappone, per primo il Messico nel 1970, seguito da Italia, Francia, Inghilterra e Stati Uniti hanno assistito alla nascita di federazioni ufficiali.


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Le arti marziali orientali, fra cui anche il Nippon Kempo, utilizzano nei loro nomi gli ideogrammi «ho»oppure «do» che significano rispettivamente «legge, modo» e «via, strada».
Lo scopo finale nel processo di sviluppo della forza fisica e dell’approfondimento della tecnica è la nobilitazione della natura umana alla cui base vi sono la riconoscenza e il rispetto degli altri.

fonte


 
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