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| E' stata graziata Gillian Gibbons, la maestra britannica arrestata in Sudan per aver permesso ai suoi allievi di chiamare "Maometto" un orsacchiotto di peluche. L'insegnante era stata condannata da un tribunale di Khartum a 15 giorni di carcere e alla deportazione per aver insultato l'Islam. Il provvedimento di grazia nei confronti della docente di Liverpool è stato deciso dal presidente Omar al Bashir.
I due membri musulmani della Camera dei Lord che da alcuni giorni si trovano a Khartoum nel tentativo di ottenere la liberazione dell'insegnante britannica, hanno incontrato il presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir. I due pari del regno ufficialmente non erano inviati del governo ma la loro azione era apparsa evidentemente approvata da Londra. Domenica avevano deciso di rinviare il loro rientro in Gran Bretagna avendo intanto fatto "progressi" nella loro missione. Gillian Gibbons "è stata graziata in seguito alla mediazione della baronessa Sayeeda Warsi e di Lord Nazir Ahmed e sarà liberata entro un'ora" ha indicato Mahjoub Fadl Badri, portavoce del presidente al Bashir.
Brown: "felice e sollevato"
Il primo ministro britannico Gordon Brown si è detto "felice e sollevato" dopo avere appreso la notizia della grazia accordata dal presidente sudanese Omar al Bashir a Gillian Gibbons. "Il buon senso ha prevalso - ha detto Brown - Gillian Gibbons una volta liberata sarà presa in consegna dalla nostra ambasciata a Khartoum, dopo questa prova che per lei dev'essere stata difficile". Il premier ha inoltre ringraziato i due membri della Camera dei Lord che hanno effettuato la mediazione.
La vicenda
Gillian Gibbons, 54 anni, era stata condannata giovedì scorso a 15 giorni di carcere e poi all'espulsione dal paese per aver consentito ai suoi scolaretti fra i 6 e i 7 anni di chiamare "Maometto" un orso di peluche. "Mohammed", il nome del profeta, è anche uno dei più comuni nel mondo islamico. L'insegnate originaria di Liverpool era stata arrestata il 25 novembre e messa in carcere a Khartoum poi processata per direttissima. Manifestazioni nella capitale del paese islamico avevano chiesto per lei la pena di morte mentre la vicenda ha scatenato contro Khartoum un'ondata di riprovazione internazionale.
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