Convegno CPE: "Libano, crocevia del Medio-Oriente", 24 gennaio a Trieste

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Antonio Grego
icon13  view post Posted on 21/1/2008, 14:49




Convegno CPE: "Libano, crocevia del Medio-Oriente"

Con il contributo dell'Università degli Studi di Trieste, l'associazione culturale Strade d'Europa (info: [email protected]) organizza il convegno 'Libano, crocevia del Medio-Oriente' giovedì 24 gennaio alle ore 18:00 presso l'Aula Bachelet al primo piano dell'ala sinistra dell'edificio principale del comprensorio centrale dell'Università di Trieste in Piazzale Europa, 1.

Introdotti da Marco Bagozzi, Presidente dell'associazione Strade d'Europa, interverranno Dagoberto Husayn Bellucci, collaboratore di 'Eurasia, Rivista di studi geopolitici' e corrispondente dal Libano, e Alì Mansour, collaboratore del periodico universitario 'Fuorionda': i relatori si soffermeranno sulle tensioni geopolitiche che si scontrano nel Paese dei Cedri e sui possibili scenari futuri della crisi istituzionale e politica che ha colpito Beirut. L'evento ha il patrocinio del Coordinamento Progetto Eurasia www.cpeurasia.org e rientra nel ciclo di Seminari 2007/2008 promossi da 'Eurasia. Rivista di studi geopolitici' www.eurasia-rivista.org
 
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Antonio Grego
view post Posted on 26/1/2008, 11:12




Trieste 24 gennaio, 2008:

LIBANO:Crocevia del Mediooriente

Resoconto della Conferenza



La storia del Libano, la recente guerra di Hezbollah contro Israele, l’attuale situazione, di forte contrasto, nel “paese dei cedri”: questi gli argomenti toccati nella conferenza “Libano Crocevia del Medioriente” organizzata dall’Associazione Culturale Strade d’Europa ([email protected]).

Davanti ad un folto pubblico, in particolare formato da studenti, di cui molti libanesi, la conferenza è iniziata con l’introduzione del Presidente dell’associazione organizzatrice, Marco Bagozzi, che ha spiegato brevemente, il perché di questa conferenza: il Libano rappresenta un esempio da seguire, per come ha saputo trovare un’unità di tutte le forze della Resistenza e dell’Opposizione, è rappresenta, assieme alla Serbia, una delle due “aree calde”, nel disegno di Nuovo Ordine Mondiale deciso dagli Stati Uniti.

E’ toccato quindi ad un ex-studente libanese dell’Ateneo Triestino, Ali Mansour, vice-presidente dell’Associazione Fuorionda, l’inquadramento storico della vicenda libanese, dall’indipendenza, al dramma palestinese, alla guerra Civile, alla guerra contro Israele. Mansour, musulmano sciita, sostenitore del Partito di Dio, Hezbollah, ha, inoltre, fatto testimonianza dei suoi ricordi e del suo passato in Libano, durante la guerra e durante i periodi difficili della sua città, Beiruth, la capitale. Particolarmente emozionante il ricordo dei bombardamenti, degli amici martiri, dei fratelli combattenti.

Mansour ha anche evidenziato, inoltre, come il movimento Hezbollah non può essere definito un movimento terrorista, come in occidente ci viene propagandato, ma un vero è proprio movimento di resistenza, un movimento di popolo.

Quindi è arrivato il momento del corrispondente da Beyruth per il giornale Rinascita, Dagoberto Husayn Bellucci, che ha parlato dell’ultima guerra (quella del luglio 2006), dell’aggressione sionista al Libano, motivata dal “casus belli” del sequestro di due militari israeliani in territorio libanese, e conclusasi con la decisa vittoria della Resistenza Libanese, guidata da Hezbollah, e dell’attuale situazione politica di stallo.

Dopo aver ricordato i tentativi dei servizi segreti israeliani di destabilizzare la politica libanese, con l’assassinio di Rafiq Hariri, di cui fu immediatamente accusata la Siria , Bellucci ha ricordato i tragici numeri della guerra di aggressione al Libano, le numerose violazioni di Israele, il massacro di Cana, i difficili momenti durante i bombardamenti. E allo stesso tempo l’eroica resistenza dei Libanesi, e, in particolare, dei miliziani del Partito di Dio, Hezbollah, che puo, e deve, rivendicare a tutti gli effetti una vittoria totale, contro il nemico sionista, una vittoria contro l’imperialismo.

La situazione dopo la guerra, la ricostruzione promessa dal governo Siniora, ma mai attuata, è garantita dalle associazioni volontaristiche e sociali di Hezbollah. Oggi nel sud del Libano il 60% delle abitazioni è stato ricostruito da Hezbollah.

La situazione politica attuale segna un continuo avanzamento dei consensi di Hezbollah e dei suoi alleati. L’Opposizione ha di fatto il consenso di quasi il 60% della popolazione libanese. Attorno ad Hezbollah, partito sciita di osservanza khomeinista, si sono raggruppate tutte le forze di opposizione siano esse maronite, sunnite, druse, laiche, atee.

Dall’altra parte, nel governo filooccidentale Siniora, crede ancora la parte minoritaria del popolo libanese, guidato da personaggi discutibili, i cosiddetti “democratici”, o almeno cosi vengono definiti dall’occidente, che li appoggia: dal criminale Samir Gagea, al discutibile Walid Jumblat, i rappresentanti dell’esecutivo sono caratterizzati da una gestione politica poco trasparente, viziata da corruzione e malaffare. Il tradimento del Popolo Libanese si compie anche su questo piano.

Gli interventi del pubblico hanno permesso di ampliare la discussione sulla questione palestinese, strettamente legata a quella libanese, sul ruolo dei servizi segreti israeliani e americani, sul ruolo dell’esercito libanese, che pur con i dovuti distinguo, compie un’opera organica con quella della resistenza e il ruolo del Generale Michael Aoun, figura di spicco del mondo militare libanese, maronita, eroe della guerra contro la Siria , su cui l’America poneva la sue speranza si “Rivoluzione colorata” (sullo schema ucraino, georgiano e serbo) oggi schierato, con grande senso di responsabilità di fronte alla Patria, a fianco di Hezbollah e dell’Opposizione.

La serata si è conclusa con l’invito del presidente dell’Associazione a tutti gli studenti libanesi e italiani, che hanno a cuore la lotta del Libano, a mantenere alta la voce della Resistenza, anche nei paesi stranieri, perché come ha concluso:«la lotta di Hezbollah, è la lotta dei Libanesi, in Libano e all’estero, è la lotta di tutti noi, è la lotta di chi vuole un mondo diverso».



Ass.Cult.Strade d’Europa
 
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