Problemi garanzia con Hp

MAIL INVIATE AD ALTRI ENTI/ASSOCIAZIONI, Testo delle mail inviate ad altri enti per trovare appoggio.

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kia44
view post Posted on 25/12/2007, 23:48




IN QUESTA SEZIONE TROVERETE LE LETTERE INVIATE A DIVERSI ENTI, ASSOCIAZIONI, PROGRAMMI TV E TESTATE.SCENDENDO CON IL MOUSE POTRETE TROVARE GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI

Edited by kia44 - 15/6/2008, 15:11
 
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kia44
view post Posted on 15/2/2008, 01:10




Ecco la mail inviata a Striscia la notizia:
CITAZIONE
Cara redazione di Striscia la notizia, siamo un gruppo di consumatori, più di 60, tutti possessori di portatili Hp Pavilion difettosi: a partire dal primo anno dall'acquisto si ha la comparsa nello schermo di linee verticali di diverso colore e spessore. Ma non è il difetto che vogliamo denunciare, ma innanzitutto il fatto che, pur essendo sotto la garanzia dei due anni, non veniamo riconosciuto il difetto da Hp, infatti, quando il venditore invia all'assistenza Hp il portatile guasto, Hp torna indietro il portatile con una perizia che definisce il difetto "normale usura".La legge non ci aiuta, poiché prevede che tocca a noi dimostrare con una perizia che si tratta di difetto di conformità.Le perizie sono care e in alcuni casi, nonostante queste, il giudice di pace ha ritenuto veritiera solo la perizia Hp!!!
Tra l'altro ad alcuni questo problema si è presentato dopo pochissimi mesi dallo scadere della garanzia.
Hp propone però la sostituzione del monitor alla modica cifra di 450 euro!!Chi ha fatto sostituire il monitor ha visto ricomparire sul nuovo monitor le stesse linee dopo pochi mesi e non ha visto neanche questa volta riconosciuto il difetto da Hp . Evidentemente non è il monitor ad essere difettoso, ma qualche altro componente che condiziona il funzionamento di tutto il portatile,che infatti presentano anche problemi al masterizzatore, al wireless, alla batteria, alla scheda video, etc.
In U.S.A. ci sono parecchi siti dedicati al problema delle "vertical lines" e della difettosità dei Pavilion in generale ( http://hpverticalline.com/ e http://www.hpnotebooksettlement.com/ )ed è in corso una causa collettiva in California, non solo sul mancato riconoscimento dei difetti da parte di Hp ,ma anche sulla "truffa" per la cifra chiesta per la riparazione!
Ecco il secondo problema: la nostra class action. Abbiamo scritto a tutte le associazioni più importanti e alcune FORSE ci aiuteranno, ma ci hanno fatto capire che non sarà una class action all’americana, ma ci saranno moltissime limitazioni. Insomma, è possibile che un marchio così importante possa trattare così i suoi clienti?Ed è possibile che la legge ci tuteli così poco? Chi vi scrive è la referente di questo gruppo, ho aperto un forum tre mesi fa per riunirci tutti, e mi hanno contattato più di 70 persone e ci sono state più d i 3000 visite ! Io sono convinta che siamo molti di più e grazie a voi potremo far sapere a tutta Italia non solo del problema, ma potremo essere d’esempio per molti casi simili ai nostri!!Questo è il forum dove siamo riuniti http://petizionecontrohp.forumfree.net/
Spero davvero ci aiuterete!!!Grazie!
Chiara Conti

 
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kia44
view post Posted on 26/2/2008, 23:23




La stessa mail inviata a "Striscia la notizia" l'ho inviata alla redazione di "Le iene" !!

Edited by kia44 - 29/2/2008, 15:31
 
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kia44
view post Posted on 15/6/2008, 13:49




AGGIORNAMENTO 15 GIUGNO 2008



Ho inviato la lettera postata qui sotto ai programmi tv e alle testate qui elencate:

COMINCIAMO BENE ESTATE;
IL GIORNALE ;
LA STAMPA;
LA REPUBBLICA;
IL MESSAGGERO;
CORRIERE DELLA SERA LA SICILIA ;
PANORAMA ;
L'ESPRESSO ;
LA VOCE ;
IL SOLE 24 ORE ;
TG1.
La lettera inoltre è già stata pubblicata sul blog del "Comitato del Castello di Arrone" http://blog.libero.it/castellodiarrone di utente del forum che lotta insieme a noi e che ringrazio di cuore per l'impegno!


Il disagio di una nazione dietro un difetto di fabbricazione
di Chiara Conti

Possono dipendere da un difetto di fabbricazione ( di un comune bene d'acquisto) problemi economici e sociali di un'intera nazione?!
Purtroppo sembra di si. Tutto ha inizio dalla presenza di un difetto di fabbricazione su una serie di prodotti della stessa casa produttrice. Potrebbero essere lavatrici, lavastoviglie, in questo caso si tratta di computer portatili, ma non è importante, non è questa infatti la sede appropriata per enunciare gli aspetti tecnici della questione, poiché lo scopo di questa lettera non è accusare qualche marchio famoso o provare la difettosità di un prodotto, ma evidenziare cosa esiste dietro un caso all’apparenza banale nella sua quotidianità.
All’origine di tutto vi è un principio: preferire ad un prodotto a basso costo, con conseguente rischio di affidabilità limitata, uno più costoso, garantito dal Marchio sinonimo di qualità.
A questo bisogna aggiungere due genitori che hanno la fortuna di lavorare entrambi, seppur con contratti a termine. Questo li "costringe" a valutare maggiormente la necessità o meno di qualsiasi spesa. L'esperienza gli ha insegnato ad evitare i risparmi facili che nel tempo potrebbero richiedere spese impreviste. Davanti quindi alla richiesta della figlia di un portatile necessario per lo studio, si decide di affidarsi al principio.
Purtroppo è anche vero che non tutte le ciambelle riescono col buco, e proprio il prodotto da loro acquistato presenta dei difetti dopo poco più di un anno dall'acquisto. Avendo dalla loro parte la legge che prevede 26 mesi di garanzia data dal venditore su un qualsiasi bene acquistato per uso personale, che presenti entro 24 mesi un difetto di conformità (Decreto del 24/2002), ma anche il nome del Marchio, sinonimo sempre di qualità anche nel rapporto con il cliente, la famiglia si reca dal venditore il quale invia il prodotto all'assistenza della casa produttrice. Dopo due mesi di attesa ecco arrivato il portatile, ma con una sorpresa: la casa produttrice non considera difetto quel problema presentatosi sul bene, che sarebbe secondo questa solo una “normale usura” di un componente, quindi niente riparazione. Come scritto sopra, non è il caso di entrare in merito a questioni tecniche, non è qui che si deve soffermare la nostra attenzione, chi sarà interessato potrà consultare on-line tutti i documenti relativi al caso. Continuiamo a dare per buono questi fatti e a raccontare le vicende.
Riparare il difetto costerebbe troppo, quasi quanto l'acquisto del prodotto nuovo, per questo la famiglia tenterà di risolvere la situazione chiedendo appoggio ad una associazione consumatori e rifiutando la subdola offerta di un rappresentante di quel Marchio di poter riparare il prodotto sottobanco, pur di evitare pubblicità negativa al Marchio stesso. L’associazione consumatori appoggia subito la famiglia, ma con la stessa velocità si dimenticherà di loro, tra le scuse di impegni inderogabili. Sembra non ci siano più possibilità di vedere i propri diritti rivendicati.
A differenza di quello che si sente negli speciali tv sui figli italiani, abituati ad avere tutto dalla vita e incapaci di lottare per qualcosa, Chiara, la figlia alla quale avevano acquistato il portatile, non accetta la perdita di quei soldi immolati ad un principio non più valido o non valido forse solo per quel Marchio che dall'alto decide di aggirare le leggi degli stati. La ragazza deciderà quindi di servirsi di uno strumento simbolo della sua gioventù, tacciato a volte come veicolo di idee malsane, ma strumento a volte di grande unione: Internet. Grazie ad esso scoprirà di non essere la sola a possedere un portatile di quel Marchio con quel difetto, ma che tanti altri in Italia e nel mondo denunciano lo stesso problema.
Aprirà quindi un forum, per riunire i consumatori con il suo stesso problema. Nonostante sia poco visibile nella grande rete internet, il forum riesce ad unire più di cento persone sparse per tutta l'Italia in pochissimi mesi.
Anche questa volta lo stato è dalla sua parte: la finanziaria 2008 approva un emendamento: sarà possibile sostenere una causa risarcitoria collettiva, diversa dalla class action americana, ma permetterà di portare avanti una causa tutti insieme appoggiati da un’associazione consumatori. Mancano solo due cose: gli avvocati e qualche sito o programma tv che possa fargli pubblicità, in modo da far salire il numero di partecipanti alla causa. Chiara e gli altri cento partecipanti contattano tutte le associazioni consumatori e i programmi tv, ma…..nessuno li appoggia.
Che delusione: tutte queste associazioni che invitano i cittadini a farsi sentire, sono proprio loro, adesso, a voltargli le spalle. Proprio da qui partono le riflessioni su quel che sta dietro questa storia. Tornando indietro con il racconto infatti torna subito alla mente l’idea dell’italiano medio, del lavoratore precario e di tutti quei discorsi dei politici che elogiano questo nuovo stile di vita, in quanto stimola il cittadino a lavorare con maggiore impegno. Ripensando a quel padre, per il quale è necessario avere denaro da parte ( non avendo un impiego sicuro per tutta la vita ) spendere mille o duemila euro per un computer portatile è una spesa importante, che può sicuramente essere affrontata, ma solo nel momento in cui quella cifra ha un valore reale. Ma se dopo un anno si è costretti a ricomprare il prodotto, la spesa sarà insostenibile per un lavoratore che non ha una certezza economica. Allora si può dire SI al lavoro precario, ma solo nel momento in cui quello che circonda il lavoratore è a misura del suo stile di vita. E allora viene in mente un’altra cosa: lo stato con le sue leggi effettivamente tutela il cittadino: esiste infatti quella legge sopraccitata che garantisce un bene di acquisto per due anni, ma il problema sta in chi deve farle rispettare queste leggi, in chi deve fare da tramite tra il cittadino e lo stato. Le tanto blasonate associazioni consumatori dove sono? La famiglia di cui abbiamo parlato infatti, convinta inizialmente di esser appoggiata da una associazione consumatori forte, ha scoperto di essere invece in mano ad avvocati inesperti che avevano interpretato male la legge, lasciando che i termini utili per fare causa al venditore scadessero.
Eppure lo stato va nuovamente incontro al cittadino con l’approvazione del decreto sulla causa risarcitoria collettiva ( entrerà in vigore a giugno 2008) , ma anche in questo caso, chi doveva aiutare queste cento persone dove sta??
Allora il precariato non è solo nel lavoro, ma anche nella quotidianità. Questa storia insegna infatti che è meno rischioso spendere il meno possibile in un prodotto, se tanto offre le stesse garanzie di uno costoso. Ecco allora il problema della merce contraffatta, della merce taroccata, che destabilizza il commercio italiano. Ma se un giorno, la nostra famiglia, stanca di tutte queste lotte, di tutto il tempo perso con gli avvocati, dovendo far i conti con il portafoglio, scegliesse quel prodotto non italiano, poco costoso, forse non originale…chi gli punterebbe il dito contro?
E se potesse tornare indietro nel tempo, pensate rifiuterebbe nuovamente di farsi riparare sottobanco il portatile da quel rappresentate del Marchio, pur essendo una scelta vile? Non lo sapremo mai, ma di sicuro l’italiano non si scandalizzi se l’Italia è il paese dei favoritismi e degli aiuti sottobanco. Non si scandalizzi se Chiara è stata chiamata “fessa” per aver continuato a lottare per far rispettare i propri diritti. Ecco cosa si nasconde dietro un difetto di fabbricazione non riconosciuto: il disagio di una nazione incapace di dare strumenti al cittadino per poter vivere tranquillamente la legalità. E il difetto di fabbricazione è l’esempio più stupido: è quell’imprevisto quotidiano, che sembra passare inosservato, ma è dalle piccole cose che si deve cominciare a lottare per sentirsi tutelati davanti agli eventi gravi.
Ovviamente avrete capito che Chiara sono io, una ingenua e disillusa studentessa ventenne, stanca di vedere la propria generazione additata come la generazione dipendente dal telefonino, dall’alcol o dalla droga, perché parte della nostra generazione, nonostante non faccia notizia, dipende anche da quella sostanza…come si chiama..ah si “Legalità” !

Se qualcuno volesse approfondire la questione nei suoi aspetti tecnici, può visitare il forum http://petizionecontrohp.forumfree.net/ o scrivermi all’indirizzo [email protected]

Edited by kia44 - 15/6/2008, 15:13
 
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