EGIZIANI - Breve cronologia- dal 10.000 a.C. - 2000

VITA - USI E COSTUMI - RELIGIONE -LETTERATURA

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  1. kiccasinai
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    I
    12 PERIODI DELLA LUNGA STORIA EGIZIANA


    <blockquote>

    CRITERIO
    - La determinazione delle date presenta grandi difficoltà per la scarsità
    di precisi punti di riferimento. Tuttavia essendo fra i primi gli egiziani
    a concepire la scrittura, fin dal 3000 a.C. ( si pensi che i Greci cominciarono
    a scrivere solo duemila anni dopo, nel 1000 a. C.) iniziamo ad avere delle
    testimonianze scritte dirette degli avvenimenti,  ma non complete. Significativi
    sono gli annali della V dinastia (il frammento é nel Museo di Palermo), prezioso
    come fonte le tre   liste dei sovrani della XVIII e XIX dinastia (oggi
    conservate ad Abido, al Louvre e al British M.), la più completa però é quella
    riportata nel "Papiro dei Re" del Museo Egizio di Torino (Uno dei
    più importanti del mondo. Una visita che un extraterrestre quando verrà sulla
    Terra non mancherà di visitare, ma che molti terrestri non hanno ancora fatto) 
    che ci indica  gli anni, i mesi e i giorni di regno di ogni sovrano fino
    alla XIX dinastia. Poi, indirettamente, perchè solo citata da autori successivi,
    spicca anche l'opera di Manetone vissuto nel III sec a.C.


     





    E' suo il criterio di suddivisione della storia egiziana in trenta dinastie. 
    Abbastanza fedele come ricostruzione anche dopo i successivi ritrovamenti
    archeologici dei reperti che però Manetone non ebbe mai la fortuna di visionare
    perchè sepolti da decine di secoli e non ancora venuti alla luce quando lui
    scriveva. Ma indubbiamente in circolazione esistevano molti documenti, forse
    raccolti alla Biblioteca di Alessandria che venne completamente distrutta
    e incendiata dai Romani quando misero piede in Egitto. Sappiamo che in questa
    grande biblioteca vi erano conservati milioni di documenti di ogni epoca, 
    e a gestirla, nel corso di tre secoli, erano state chiamate le migliori menti
    dell'epoca: storici, filosofi e matematici che avevano incaricato circa 1000
    appositi scribi viaggiatori di ricopiare in ogni luogo del mondo conosciuto
    opere dell'antichità. La stessa cosa aveva fatto Enmekar il principe sumero
    a Ur nel 2500   a. C. che aveva a disposizione 500 scribi. E altrettanto
    poi fecero gli Arabi a Baghdad nell'anno 800 d.C. dove raccolsero milioni
    e milioni di testi; per nostra fortuna, altrimenti quasi tutte le testimonianze
    della Cultura greca (e paradossalmente molta di quella latina) sarebbero andate
    distrutte.



    PERIODO - ANTICO IMPERO EGIZIO o Protostoria. - 10.000 - 3500 a.C. - Nei remotissimi
    tempi, l'Egitto era abitato da gente di razza negra (popolazione camitica),
    cui si sovrapposero gli Egizi di stirpe mediterranea, influenzata da gruppi
    di beduini nomadi con  elementi semiti. Una migrazione che avvenne nel
    quinto millennio a.C. forse dalle prime carovaniere che scoprirono le terre 
    del Nilo e vi si insediarono prima con piccoli villaggi,   poi scoperto
    il "tesoro" del limo alluvionale che rendeva annualmente fertili
    i terreni, sorsero delle vere e proprie città inizialmente anche queste agricole
    poi via via sempre più urbane.  Questa fusione malgrado la diversità
    di razza riuscirono a fondersi in una unità salda e costruttiva, forse scaturita
    da due fattori importanti: i beduini portarono con se interessanti tecnologie
    di coltivazioni e gli stessi trovarono utile avere a disposizione le braccia
    dei camiti . Inizialmente gli insediamenti compaiono in due territori distinti
    uno a Nord e uno a Sud, ed entrambi diedero origine a due regni con capitali
    rispettivamente Buto e Hierakompolis.

    La tradizione fa risalire la fondazione dell'Impero a Men (o Menes) 
    originario di This, che fondò Menfi, capitale. Dobbiamo a lui con quasi la
    certezza assoluta, la fusione dei due regni perchè in un reperto archeologico,
    Men compare  con una corona con la sua insegna che riporta entrambe 
    quelle dei due  precedenti regni.   Questo avvenne nel 2650 a.C.
    - Vennero poi 30 dinastie di re o Faraoni. (Furono quelli della IV dinastia
    a costruire le maggiori piramidi).



    PERIODO - MEDIO IMPERO o antico regno.  Dal 2650a.C. fino al 1785 a.C.
    Si suole fare iniziare questo periodo con la III dinastia con re Djoser, 
    che ebbe alle sue dipendenze ministro e architetto Imhotep:  l'ideatore
    e costruttore della piramide Saqqarah (a tronchi sovrapposti) di Dyoser -
    Inizia poi la IV dinastia che termina nel 2480 a.C.. in cui primeggia Snofru, 
    noto per le sue spedizioni in Nubia. Alcuni  suoi successori, Cheope,
    Chefren e Mikerinos ancora più noti  per aver lasciato le grandiosi piramidi
    di Gizah (quelle più famose, poco distanti da Il Cairo). Questo antico regno
    termina   con la IX dinastia, un  periodo oscuro con regni di tipo
    feudale, con gravi crisi nel potere centrale, e proprio per questo  si
    verificarono  invasioni dei re pastori o Hakshsu o Hyksos (1785 a.C.),
    cui appartengono le dinastie  fino alla XVII  ( 1580 a.C.); 
    si estese ( e fu un errore) principalmente solo all'Egitto Inferiore con capitale
    Tebe.



    Gli HYKSOS ( vedi )-  popolazione rozza (Hiq-Shasu
    - ovvero "re pastori") g

    infiltratasi da tempo sul territorio,   approfittarono della crisi per
    impadronirsi del potere. Riuscirono così in pochi anni   a modificare 
    la popolazione,  ma non abbastanza in un certo ambiente, quello 
    indigeno (soprattutto dell'Egitto superiore) che non sopportava questi "rozzi
    barbari", e che riuscì dopo una serie di piccoli scontri a  costituire
    una vera e  propria dinastia che iniziò a chiamarsi Dinastia Tebana e
    a riconquistare il potere prima sull'alto Egitto, poi divenuta potente, su
    tutto il resto del Paese. 



    PERIODO - NUOVO IMPERO. - 1580-1085-663  a.C. -  Con le dinastie
    tebane iniziarono  le guerre esterne, con le quali furono conquistate:
    l'Etiopia, la Libia, la Nubia fino alla quarta cateratta del Nilo. L'apogeo
    della potenza egizia iniziata da Amosis, proseguita da Tuthmosis I, fu raggiunto
    da Tuthmosis III conquistando  territori fino al Tigri e Eufrate, quindi
    la Siria e l'intera Palestina, con la famose deportazioni in Egitto fra cui
    il popolo Ebreo (dalla Terra di Canaan)

    Questo periodo inizialmente sereno fu turbato da due eventi: dal popolo degli
    ITTITI (vedi) e da una violenta crisi religiosa
    nel 1377 a.C. dal faraone Amenophis che promosse lo scisma religioso tra i
    seguaci di AMON e la sua fede nel dio Sole ATON, istaurando un sistema monoteistico.
    Il nuovo simbolo della nuova fede,  era naturalmente il disco solare
    da cui si dipartono all'intorno  lunghi raggi.

    Fu una grande novità: prima perchè la religione era unica e monoteistica,
    poi il faraone non si considerò più - come i precedenti -  lui stesso
    un dio, ma solo un intermediario fra dio e l'umanità. (Due intuizioni che
    furono mutuate sia dalla religione mosaica, e dopo quasi 2000 anni anche da
    quella cristiana. Quest'ultima conservò e utilizzò lo stesso simbolo del disco
    solare trasformato ( solo nel 580 dopo Cristo) in teca contenente l'ostia,
    l'ostensorio della liturgia cristiana, che contrariamente a quello
    che si  pensa non prese il nome dall'ostia, ma l'incontrario fu chiamata
    ostia, perchè 1377 anni prima di Cristo ostiare corrispondeva all'etimo
    igizio mostrare. fare vedere;  mostrare il disco solare ai fedeli;
    la cristiana conservò anche l'abbassamento del capo, perchè nei primi riti
    di Aton all'aperto,  non era una proibizione guardare il sole, ma era
    un accorgimento,   perchè fissando il sole si rischia di perdere la vista.
    Nei successivi riti trasferiti all'interno dei templi i sacerdoti di Aton
    ricorsero  a un disco d'oro con i raggi attorno, appunto l'ostensorio
    ("far vedere") elevato in alto ("elevazione")
    ma l'abitudine di chinare il capo rimase,  e fu poi successivamente insieme
    all'oggetto, traslato anche nel rito cristiano.

    (Un papa sconsolato dopo che erano passati già trecento anni dal bando costantineo
    del culto solare, introdotto a Roma nel 274 (vedi)  da Aureliano di ritorno
    dall'Egitto, nel 580 scriveva "quando i romani entrano in San Pietro
    rivolgono ancora lo sguardo e chinano la testa in segno di devozione verso
    il Sole". Risolse il problema un monaco, al centro, invece del disco
    in oro luccicante, mise una teca con dentro quello che prese in nome dal contenitore:
    l'"ostia" e "conciliò"' e accontentò così 
    l'adorazione sia dei pagani che dei cristiani)


    Impegnati
    i  sacerdoti (spaccatisi nelle due religioni) in questa grandiosa riforma,
    dopo la scomparsa di Amenophis che mutò perfino il suo nome in Ekhnaton, i
    seguaci di Amon riuscirono nuovamente ad imporsi considerando eretici gli
    adoratori di Aton. Vinsero su ogni fronte compreso quello di far mutare al
    figlio di Ekhnaton, TutankhAton, il nome in TutankhAmon, e furono inutili
    i tentativi della madre Nefertiti. Nella contesa ci si mise in mezzo la "morte",
    prematura del giovane faraone, cui seguì un periodo di grandi incertezze, 
    finchè   Ramesse I,  iniziò la XIX dinastia, che portò sul trono
    il più famoso Ramesse II nel 1301;  il faraone  che ci ha lasciato
    gli splendidi monumenti di Abu Simbel, ma é anche, lui grande guerriero, l'autore
    di uno dei primi interventi militari nella storia dei popoli del Mediterraneo
    orientale: il conflitto che risolse  la "questione Ittita",
    ma che anche sposando una Ittita, fu poi anche la causa di tante crisi interne
    tra i nazionalisti intolleranti a questi matrimoni di stato.  Crisi che
    riportarono l'Egitto a mutamenti sociali, repressivi, di cattivo governo e
    alle intolleranze verso gli stranieri,  soprattutto gli ebrei che migrando
    verso le terre del Nilo erano divenuti numerosi. Infatti sotto il regno di
    Ramesse II e di suo figlio Meneptah I, gli Israeliti, sottoposti a persecuzioni
    di ogni genere, accusati poi di un delitto, abbandonarono il paese con 
    il famoso "esodo dall'Egitto" per far ritorno alla Terra di Canaan

    Il regno  di questo e dei successivi faraoni, pur avendo sventato il
    pericolo ittita,   dal  1085  al 663 a. C., oltre che ad avere
    una serie di crisi,   scissioni interne  e un dominio della classe
    sacerdotale e feudale sempre più forte, si ritrovò uno Stato centrale con
    un  potere molto debole,  incapace di coordinare,  non avendo
    più la forza organizzativa di  far fronte ai numerosi attacchi esterni,


    Alla ribalta, infatti,  nel corso di questi 400 anni, si presentarono
    nuovi popoli indoeuropei, tra cui i Sherden, gli Achei, i Tirreni, i Siculi
    e i Lici, detti "popoli del mare". Con Ramesse III della XX dinastia,
    si cercò di contrastarli, ma inutilmente, in Libia i "popoli del Mare"
    costituirono la loro prima colonia. Seguirono poi  le conquiste degli
    eserciti Assiri nel 671, e infine   Assurbanipal dopo alcuni anni, entrò
    a Tebe,  e l'intero Egitto fu vinto e sottomesso.



    La capitolazione totale dunque avvenne tra il 663 e il 638 quando nonostante
    la dominazione assira,  Psammetico I, uno dei 12 principi  (a tanti
    erano arrivati ormai i contendenti nel Paese), riuscì a prevalere e ad unire
    di nuovo l'Egitto dando vita alla XXVI dinastia (l'ultima) ma solo per un
    brevissimo periodo: un secolo. L'ultimo re di questa dinastia fu Psammetico
    III e Psammetite, che a Pelusio fu sbaragliato da Cambise, re di Persia (525
    a.C). Durante quest'ultimo periodo, capitale d'Egitto fu Sais. Sotto i Persiani,
    gli egizi  tenteranno più volte la riscossa , soprattutto con la 28a
    e la 30a dinastia, ma  inutilmente; erano destinati a scomparire.



    PERIODO - ETA' ALESSANDRINA. - Allorchè i Persiani furono vinti da Alessandro,
    tutti i loro domini passarono a questo re, il quale entrò pure in Egitto,
    dove nella parte occidentale del Delta, iniziò (332 a.C.) la costruzione di
    una città, a cui diede il suo nome Alessandria. Morto Alessandro, Tolomeo
    Lago, fondò in Egitto una sua dinastia tramandando ai suoi discendenti il
    trono . Tra i suoi successori, detti Lagidi, (o dei Tolomei) si distinsero
    Tolomeo I, Sotero e Tolomeo III Evergete, sotto i quali la civiltà ellenica
    si estese molto in Egitto  in ogni sua espressione sociale e culturale.
    Alessandria divenne una delle più grandi città del mondo conosciuto non solo
    in grandezza e meraviglie,  ma famosissimo come centro di civiltà e di
    insegnamento. Celebre la sua biblioteca,  e ancora più celebri quelli
    che vi studiarono o ne ebbero la direzione: i grandi matematici e filosofi
    greci.... e anche romani fino al 395 d. C. nonostante l'incendio dei soldati
    di Cesare nel 48 a.C.



    PERIODO - L'EGITTO SOTTO I ROMANI. - Nel 31 a.C. l'Egitto dalle mani dei Tolomei
    passò ai Romani per opera di Augusto, diventò provincia romana,  personalmente
    amministrata dall'imperatore. Prima ancora della caduta dell'Impero Romano,
    alla morte di Teodosio (395.d.C.), l'Egitto ormai sotto l'influenza del cristianesimo
    - fondamentalmente    bizantino -   entrò a far 
    parte dell'Impero d'Oriente fino al 640.



    PERIODO - L'EGITTO SOTTO GLI   ARABI. - Nel 640 d. C., gli Arabi si rovesciarono
    dall'Asia nella valle del Nilo e conquistarono la regione. Dal 640 al 1250
    fu tenuto dai Califfi arabi, scegliendo come capitale dell'Egitto il Cairo
    - (Curiosità-  la città fu fondata da un arabo nato in Sicilia).


    Gli Arabi governarono fino all'arrivo dei Mammelucchi.



    PERIODO - L'EGITTO DEI SULTANI MAMMELUCCHI. -  I Mammelucchi, subentrati
    agli Arabi nel dominio del paese, vi dominarono dal 1250 al al 1517. La stirpe
    dei Mammelucchi era una antica milizia   originariamente composta da
    schiavi arruolati nel Caucaso e nella Circassia. Si eleggevano da sè il commandante.
    Per  bravura militare o per l'incapacità degli arabi in declino, 
    riuscirono a impossessarsi dell'Egitto.  Dopo tre secoli di dominio, 
    benchè poi sottomessi dai TURCHI, continuarono ad esercitarvi un predominio
    di fatto per altri 3 secoli, fino al 1798 quando Napoleone li sconfisse alla
    battaglia delle Piramidi. Furono poi del tutto sterminati dal Califfo Mehemet-Ali
    nel 1811.


    8°PERIODO
    - L'EGITTO IN MANO AI TURCHI - I Turchi, popolo di razza mongolide  dopo
    essere scesi dal Turkestan, iniziando da Bagdad, conquistarono tutti i califfati
    arabi.  Othman nel 13° secolo  diede origine al popolo che prese
    il suo nome OTTOMANI. Questi poi   invasero  i paesi vicini. 
    Iniziarono in Europa dal Cossovo nel 1354 contro i Serbi dominando sui Balcani
    dalla Serbia  alla Macedonia (Iugoslavia). Successivamente  misero
    fine all'impero bizantino conquistando prima Costantinopoli nel 1453 poi l'intero
    territorio interno tra il Mar Nero e la Siria, che prese da quel momento il
    loro nome: Turchia.

    Portandosi poi a  Sud, conquistarono tutti i territori  mediterranei
    fino al confine libico,  quindi l'intero Egitto. Subentrarono così al
    potere dei Mammelucchi che rimasero comunque il Egitto politicamente i dominatori
    anche dopo la breve dominazione Napoleonica, apportando  nel Paese una
    grande   trasformazione con    la loro dinastia chiamata dei
    PASCIA', un insieme di caste nobili turche, mammelucche e musulmane. Nota
    come la Gran Porta.



    PERIODO - L'EGITTO FRANCESE - Una breve parentesi nella storia egiziana. Nel
    1798, i Francesi sotto il comando di Napoleone, sbarcarono nell'Egitto e se
    ne impadronirono; ma non lo tennero che per poco. Infatti, l'esercito francese,
    partito Napoleone, dopo due soli anni, dovette ritornare in Francia, lasciando
    il paese nella totale anarchia; in quella appunto accennata sopra (e sotto)
    dei PASCIA'. Dal 1800 al 1806 le vecchie e nuove caste diedero inizio a scontri
    e intrighi con un susseguirsi di reciproci assassinii e sterminii, per la
    lotta al potere. Fin quando la Gran Porta scelse l'uomo giusto per governare.


    10°
    PERIODO - L'EGITTO DEI PASCIA'. -  La scelta fu felice. Dall'anno 1806
    al 1849 si impose l'autorevolezza di Mehemet-Ali che rialzò alquanto le sorti
    dell'Egitto governando per quasi mezzo secolo. Morto lui suo successore fu
    l'omonimo figlio e, dopo, questo, sempre con l'assenso della Gran Porta, il
    nipote Abbas-pascià. Questa fu una scelta sbagliata. Arrogante, crudele, con
    grande maniacale fede musulmana, sconfinò dai sui compiti politici e si intrigò
    di cose religiose offrendo  motivo alla Gran Porta di intervenire e intromettersi
    nelle faccende di Stato proprio in un periodo molto difficile. Infatti, gli
    inglesi miravano ad allargare i propri domini coloniali, e per farlo, in una
    delle tante  frequenti viscerali contese  interne di alcune regioni,
    appoggiavano una delle parti in lite per poi   a conflitto concluso (sempre
    vincente con gli ingenti mezzi militari) insediarsi nei territori in rivolta.


    In
    questo caso, la Turchia, infatti, istigata dagli inglesi, partecipò alle lotte
    che sconvolgevano il paese e ne ricavò danari e uomini per la sua guerra che
    allora combatteva contro la Russia. Abbas Pascià venne ucciso e gli successe
    Said pascià con simpatie per l'Occidente (era vissuto in Francia) che cercò
    di europeizzare l'Egitto introducendovi la civiltà del vecchio continente.
    Ricordiamo che sotto di lui fu iniziato il taglio dell'istmo di Suez (con
    i soldi messi a disposizione dai Rhoitchild inglesi). - Morto Said nel 1863,
    gli successe il principe Ismail pascià, anche lui educato in Francia , quindi
    propugnatore della civiltà europea. Nonostante questo, dopo aver inaugurato 
    Suez nel 1879, Gran Bretagna, Francia e Italia (per i grandi interessi
    che ormai si erano venuti a creare con l'istmo) ottennero dal Sultano di Costantinopoli
    la sua deposizione. Fu eletto Thewfik un uomo di comodo che pur nominato kedivè
    (una specie di re governatore) si trovò di fronte a una triste realtà: l'Egitto
    era incivilito alla superficie, si era ingrandito come territorio, ma politicamente
    ed economicamente era un paese vassallo di potenze straniere, dal Sultano
    svenduto  solo per ricavarne interessi personali. Come al solito, 
    accadrà spesso, e accadrà ancora:  disfarsi di progetti di civiltà (istruzione,
    tecnologie, sviluppo economico) e poi servirsi del materiale umano per organizzare
    lo "Stato" delle formiche ubbidienti,  ignoranti, incapaci
    di ribellarsi, fa sempre  comodo. Se poi si trova lungo il cammino anche
    dei complici forti, il gioco riesce meglio,  perfino tragico se gli alleati 
    possiedono  armi che inducono con le  intimazioni  -  
    a piegare la testa. Per avere questi sostegni i pretesti per intervenire come
    sappiamo sono più d'uno; l'abituale  é quello di aiutare un popolo di
    minoranza o di scontenti (che esiste in ogni paese),  ma il motivo vero
    è quello di mirare  all'abbondanza di ricchezze che il paese ha, e dove
    gli interessi economici sono molto alti, unilaterali, oppure concordati
    con governanti burattini che guidano una  popolazione  mortificata,
    dei soggetti oppressi trasformati  in disciplinati servi.


    11°
    PERIODO - L'EGITTO INGLESE. - Nel 1881, voluta e tramata con stratagemmi,
    scoppiò una insurrezione militare comandata da Arabi  pascià. Nell'anno
    seguente, nel 1882, gli incidenti di Alessandria offrirono un ottimo pretesto
    di intervento della Gran Bretagna, che corse subito in aiuto di una minoranza,
    bombardò la città ed occupò militarmente il Cairo, poi tutto il resto dell'Egitto.
    A dominare  politicamente, economicamente e militarmente fu messo Lord
    Cromer, anche se con qualche incidente.  Infatti, i nazionalisti egiziani
    si organizzarono con un capo religioso musulmano, il Madhi (presero appunto
    il nome maddhisti), assediarono Chartum  nel 1895  e dopo quattro
    anni di guerriglia riuscirono a cacciare gli  anglo-"egiziani"
    nel 1898. Gli inglesi reagirono,   neutralizzarono il Canale di Suez,
    e allargarono la loro influenza  sul territorio e su tutte le attività
    economiche insediandovi Lord Kitchener che vi rimase fino al 1914 quando la
    Gran Bretagna  accrebbe ancora di più il suo dominio proclamando il protettorato
    sull'intero Egitto, deponendo il kedivè messo dal Sultano di Costantinopoli
    e ne nominò uno di propria fiducia, intitolandolo Sultano indipendente. 
    Cominciò cosi il  rigido dominio britannico, ma cominciarono pure dopo
    pochi anni, nel 1919, le gravi  sommosse dei nazionalisti per ottenere
    la totale indipendenza dell'Egitto.


    12°
    PERIODO - L'EGITTO INDIPENDENTE - Per soffocare le insurrezioni nazionaliste
    gli inglesi il 16 marzo 1922 concessero un nuovo Statuto: si riconosceva l'indipendenza
    ma con un regime di cooperazione non proprio molto  trasparente. Non
    era sufficiente per calmare le agitazioni, che continuarono fino al dramma:
    l'assassinio di Sir Lee Stack il capo delle truppe britanniche in Egitto.
    La reazione inglese fu violenta e vendicativa. Chiese con un ultimatum mezzo
    milione di sterline di danni e la minaccia di chiudere tutte le paratie delle
    acque irrigative nel Sudan; che voleva dire separare fisicamente il Paese
    , che era poi quello a più alta densità di nazionalisti egiziani.  Pur
    essendo un governo fantoccio, in Parlamento c'era un rappresentante nazionalista:
    Zanglul, che alla minaccia sul Sudan, si dimise indignato , rendendo così
    il partito indipendentista ancora più forte e organizzato.

    Nel 1925 gli inglesi per mantenere l'ordine pubblico inviarono Lord Allenby
    come Alto Commissario,  ma il partito nazionalista concentrando un numero
    enorme di egiziani indipendentisti cambiò tattica, scegliendo non la lotta
    brutale,   ma il riformismo parlamentare, fino a portare  il 10
    giugno del 1926 lo stesso Zanglul a vincere le elezioni ed entrare nella Camera
    come Presidente con accanto  un fidato vice presidente e un primo ministro. 
    - Purtroppo morì poco dopo. Ripresero le agitazioni con molte provocazioni
    degli imperialisti; ma si calcò troppo la mano con la repressione, scoppiarono
    così altri incidenti, rivolte contro la polizia tutta britannica causando
    morti e feriti in diverse città; ricomparvero le unità navali davanti alla
    costa pronte a bombardare, scoppiò la  disobbedienza civile,  infine
    si chiuse il Parlamento e gli inglesi repinsero ogni incontro di trattative,
    di cooperazione e di pace sociale. Per quattro anni non vissero però nemmeno
    gli inglesi  tranquilli, ma sempre in stato di guerra, con la paralisi
    economica in ogni settore del Paese ormai in   ginocchio.

    Un disgelo nel 1930, quando Re Fuad promulgò una nuova Costituzione, che con
    alterne vicende fu  abolita e riammessa più volte fino ad arrivare 
    al 26 agosto del 1936 quando fu firmato un soddisfacente Trattato con gli
    inglesi,  e subito dopo   l'8 marzo  del 1937, l'Egitto si
    appellò, chiese e ottenne di entrare a far parte della Società delle Nazioni
    per garantirsi da ogni successiva ingerenza degli inglesi sulle scelte del
    regolare governo espresso democraticamente a larga maggioranza. Il  successivo
    29 luglio reggente (ma ancora una volta appoggiato dagli inglesi) fu nominato
    Re Faruk, con i dissidi sempre latenti all'interno dei nazionalisti pur convivendo
    con un responsabile equilibrio.


    Il
    16 aprile del 1938, a Roma,  l'Italia, l'Egitto e la Gran Bretagna firmarono
      un trattato di buon vicinato. Compreso un patto di neutralità dell'Egitto
    in caso di guerra fra Stati europei. Putroppo con le emergenze dovute
    all'apertura delle ostilità alla Gran Bretagna nel 1940 da parte di Hitler,
    poi la successiva dichiarazione di guerra  agli inglesi  da parte
    Italiana (per l'Egitto la G.B. era e rimaneva un'alleata dell'Italia) imbarazzarono
    e complicarono le relazioni diplomatiche con i due paesi, oltre la Germania, 
    pur confermando l'Egitto la sua neutralità nel conflitto.

    Tuttavia l'Egitto   nel 1943  venne a trovarsi  con la più
    importante e strategica e decisiva cerniera dell'intero conflitto mondiale: 
    da una parte gli anglo americani dall'altra le forze dell'Asse. In caso di
    vittoria degli italo-tedeschi, non conquistando,  ma solo approfittando 
    della neutralità, cioé di  attraversare l'Egitto, significava mettere
    la decisiva ipoteca sulla vittoria finale. Per buona sorte degli anglo-americani,
    a 100 chilometri dal confine, ad El Alemein,  fu combattuta la battaglia
    decisiva tra Rommel e Montgomery, bloccando quest'ultimo il sogno di conquista
    del tedesco con una disfatta, e a  Mussolini   "assolutamente 
    ottimista
    "  - già ad Alessandria con il cavallo bianco - non
    riuscì a ripetere il "discorso davanti alle Piramidi" di
    Napoleone.

    Del resto gli era andata male anche al Corso, e pure lui era finito nella
    polvere a causa  degli 

    inglesi.


    image


    Edited by kiccasinai - 10/3/2008, 13:02
     
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