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12 PERIODI DELLA LUNGA STORIA EGIZIANA
<blockquote>
CRITERIO
- La determinazione delle date presenta grandi difficoltà per la scarsità
di precisi punti di riferimento. Tuttavia essendo fra i primi gli egiziani
a concepire la scrittura, fin dal 3000 a.C. ( si pensi che i Greci cominciarono
a scrivere solo duemila anni dopo, nel 1000 a. C.) iniziamo ad avere delle
testimonianze scritte dirette degli avvenimenti, ma non complete. Significativi
sono gli annali della V dinastia (il frammento é nel Museo di Palermo), prezioso
come fonte le tre liste dei sovrani della XVIII e XIX dinastia (oggi
conservate ad Abido, al Louvre e al British M.), la più completa però é quella
riportata nel "Papiro dei Re" del Museo Egizio di Torino (Uno dei
più importanti del mondo. Una visita che un extraterrestre quando verrà sulla
Terra non mancherà di visitare, ma che molti terrestri non hanno ancora fatto)
che ci indica gli anni, i mesi e i giorni di regno di ogni sovrano fino
alla XIX dinastia. Poi, indirettamente, perchè solo citata da autori successivi,
spicca anche l'opera di Manetone vissuto nel III sec a.C.
E' suo il criterio di suddivisione della storia egiziana in trenta dinastie.
Abbastanza fedele come ricostruzione anche dopo i successivi ritrovamenti
archeologici dei reperti che però Manetone non ebbe mai la fortuna di visionare
perchè sepolti da decine di secoli e non ancora venuti alla luce quando lui
scriveva. Ma indubbiamente in circolazione esistevano molti documenti, forse
raccolti alla Biblioteca di Alessandria che venne completamente distrutta
e incendiata dai Romani quando misero piede in Egitto. Sappiamo che in questa
grande biblioteca vi erano conservati milioni di documenti di ogni epoca,
e a gestirla, nel corso di tre secoli, erano state chiamate le migliori menti
dell'epoca: storici, filosofi e matematici che avevano incaricato circa 1000
appositi scribi viaggiatori di ricopiare in ogni luogo del mondo conosciuto
opere dell'antichità. La stessa cosa aveva fatto Enmekar il principe sumero
a Ur nel 2500 a. C. che aveva a disposizione 500 scribi. E altrettanto
poi fecero gli Arabi a Baghdad nell'anno 800 d.C. dove raccolsero milioni
e milioni di testi; per nostra fortuna, altrimenti quasi tutte le testimonianze
della Cultura greca (e paradossalmente molta di quella latina) sarebbero andate
distrutte.
1°
PERIODO - ANTICO IMPERO EGIZIO o Protostoria. - 10.000 - 3500 a.C. - Nei remotissimi
tempi, l'Egitto era abitato da gente di razza negra (popolazione camitica),
cui si sovrapposero gli Egizi di stirpe mediterranea, influenzata da gruppi
di beduini nomadi con elementi semiti. Una migrazione che avvenne nel
quinto millennio a.C. forse dalle prime carovaniere che scoprirono le terre
del Nilo e vi si insediarono prima con piccoli villaggi, poi scoperto
il "tesoro" del limo alluvionale che rendeva annualmente fertili
i terreni, sorsero delle vere e proprie città inizialmente anche queste agricole
poi via via sempre più urbane. Questa fusione malgrado la diversità
di razza riuscirono a fondersi in una unità salda e costruttiva, forse scaturita
da due fattori importanti: i beduini portarono con se interessanti tecnologie
di coltivazioni e gli stessi trovarono utile avere a disposizione le braccia
dei camiti . Inizialmente gli insediamenti compaiono in due territori distinti
uno a Nord e uno a Sud, ed entrambi diedero origine a due regni con capitali
rispettivamente Buto e Hierakompolis.
La tradizione fa risalire la fondazione dell'Impero a Men (o Menes)
originario di This, che fondò Menfi, capitale. Dobbiamo a lui con quasi la
certezza assoluta, la fusione dei due regni perchè in un reperto archeologico,
Men compare con una corona con la sua insegna che riporta entrambe
quelle dei due precedenti regni. Questo avvenne nel 2650 a.C.
- Vennero poi 30 dinastie di re o Faraoni. (Furono quelli della IV dinastia
a costruire le maggiori piramidi).
2°
PERIODO - MEDIO IMPERO o antico regno. Dal 2650a.C. fino al 1785 a.C.
Si suole fare iniziare questo periodo con la III dinastia con re Djoser,
che ebbe alle sue dipendenze ministro e architetto Imhotep: l'ideatore
e costruttore della piramide Saqqarah (a tronchi sovrapposti) di Dyoser -
Inizia poi la IV dinastia che termina nel 2480 a.C.. in cui primeggia Snofru,
noto per le sue spedizioni in Nubia. Alcuni suoi successori, Cheope,
Chefren e Mikerinos ancora più noti per aver lasciato le grandiosi piramidi
di Gizah (quelle più famose, poco distanti da Il Cairo). Questo antico regno
termina con la IX dinastia, un periodo oscuro con regni di tipo
feudale, con gravi crisi nel potere centrale, e proprio per questo si
verificarono invasioni dei re pastori o Hakshsu o Hyksos (1785 a.C.),
cui appartengono le dinastie fino alla XVII ( 1580 a.C.);
si estese ( e fu un errore) principalmente solo all'Egitto Inferiore con capitale
Tebe.
Gli HYKSOS ( vedi )- popolazione rozza (Hiq-Shasu
- ovvero "re pastori") già
infiltratasi da tempo sul territorio, approfittarono della crisi per
impadronirsi del potere. Riuscirono così in pochi anni a modificare
la popolazione, ma non abbastanza in un certo ambiente, quello
indigeno (soprattutto dell'Egitto superiore) che non sopportava questi "rozzi
barbari", e che riuscì dopo una serie di piccoli scontri a costituire
una vera e propria dinastia che iniziò a chiamarsi Dinastia Tebana e
a riconquistare il potere prima sull'alto Egitto, poi divenuta potente, su
tutto il resto del Paese.
3°
PERIODO - NUOVO IMPERO. - 1580-1085-663 a.C. - Con le dinastie
tebane iniziarono le guerre esterne, con le quali furono conquistate:
l'Etiopia, la Libia, la Nubia fino alla quarta cateratta del Nilo. L'apogeo
della potenza egizia iniziata da Amosis, proseguita da Tuthmosis I, fu raggiunto
da Tuthmosis III conquistando territori fino al Tigri e Eufrate, quindi
la Siria e l'intera Palestina, con la famose deportazioni in Egitto fra cui
il popolo Ebreo (dalla Terra di Canaan)
Questo periodo inizialmente sereno fu turbato da due eventi: dal popolo degli
ITTITI (vedi) e da una violenta crisi religiosa
nel 1377 a.C. dal faraone Amenophis che promosse lo scisma religioso tra i
seguaci di AMON e la sua fede nel dio Sole ATON, istaurando un sistema monoteistico.
Il nuovo simbolo della nuova fede, era naturalmente il disco solare
da cui si dipartono all'intorno lunghi raggi.
Fu una grande novità: prima perchè la religione era unica e monoteistica,
poi il faraone non si considerò più - come i precedenti - lui stesso
un dio, ma solo un intermediario fra dio e l'umanità. (Due intuizioni che
furono mutuate sia dalla religione mosaica, e dopo quasi 2000 anni anche da
quella cristiana. Quest'ultima conservò e utilizzò lo stesso simbolo del disco
solare trasformato ( solo nel 580 dopo Cristo) in teca contenente l'ostia,
l'ostensorio della liturgia cristiana, che contrariamente a quello
che si pensa non prese il nome dall'ostia, ma l'incontrario fu chiamata
ostia, perchè 1377 anni prima di Cristo ostiare corrispondeva all'etimo
igizio mostrare. fare vedere; mostrare il disco solare ai fedeli;
la cristiana conservò anche l'abbassamento del capo, perchè nei primi riti
di Aton all'aperto, non era una proibizione guardare il sole, ma era
un accorgimento, perchè fissando il sole si rischia di perdere la vista.
Nei successivi riti trasferiti all'interno dei templi i sacerdoti di Aton
ricorsero a un disco d'oro con i raggi attorno, appunto l'ostensorio
("far vedere") elevato in alto ("elevazione")
ma l'abitudine di chinare il capo rimase, e fu poi successivamente insieme
all'oggetto, traslato anche nel rito cristiano.
(Un papa sconsolato dopo che erano passati già trecento anni dal bando costantineo
del culto solare, introdotto a Roma nel 274 (vedi) da Aureliano di ritorno
dall'Egitto, nel 580 scriveva "quando i romani entrano in San Pietro
rivolgono ancora lo sguardo e chinano la testa in segno di devozione verso
il Sole". Risolse il problema un monaco, al centro, invece del disco
in oro luccicante, mise una teca con dentro quello che prese in nome dal contenitore:
l'"ostia" e "conciliò"' e accontentò così
l'adorazione sia dei pagani che dei cristiani)
Impegnati
i sacerdoti (spaccatisi nelle due religioni) in questa grandiosa riforma,
dopo la scomparsa di Amenophis che mutò perfino il suo nome in Ekhnaton, i
seguaci di Amon riuscirono nuovamente ad imporsi considerando eretici gli
adoratori di Aton. Vinsero su ogni fronte compreso quello di far mutare al
figlio di Ekhnaton, TutankhAton, il nome in TutankhAmon, e furono inutili
i tentativi della madre Nefertiti. Nella contesa ci si mise in mezzo la "morte",
prematura del giovane faraone, cui seguì un periodo di grandi incertezze,
finchè Ramesse I, iniziò la XIX dinastia, che portò sul trono
il più famoso Ramesse II nel 1301; il faraone che ci ha lasciato
gli splendidi monumenti di Abu Simbel, ma é anche, lui grande guerriero, l'autore
di uno dei primi interventi militari nella storia dei popoli del Mediterraneo
orientale: il conflitto che risolse la "questione Ittita",
ma che anche sposando una Ittita, fu poi anche la causa di tante crisi interne
tra i nazionalisti intolleranti a questi matrimoni di stato. Crisi che
riportarono l'Egitto a mutamenti sociali, repressivi, di cattivo governo e
alle intolleranze verso gli stranieri, soprattutto gli ebrei che migrando
verso le terre del Nilo erano divenuti numerosi. Infatti sotto il regno di
Ramesse II e di suo figlio Meneptah I, gli Israeliti, sottoposti a persecuzioni
di ogni genere, accusati poi di un delitto, abbandonarono il paese con
il famoso "esodo dall'Egitto" per far ritorno alla Terra di Canaan
Il regno di questo e dei successivi faraoni, pur avendo sventato il
pericolo ittita, dal 1085 al 663 a. C., oltre che ad avere
una serie di crisi, scissioni interne e un dominio della classe
sacerdotale e feudale sempre più forte, si ritrovò uno Stato centrale con
un potere molto debole, incapace di coordinare, non avendo
più la forza organizzativa di far fronte ai numerosi attacchi esterni,
Alla ribalta, infatti, nel corso di questi 400 anni, si presentarono
nuovi popoli indoeuropei, tra cui i Sherden, gli Achei, i Tirreni, i Siculi
e i Lici, detti "popoli del mare". Con Ramesse III della XX dinastia,
si cercò di contrastarli, ma inutilmente, in Libia i "popoli del Mare"
costituirono la loro prima colonia. Seguirono poi le conquiste degli
eserciti Assiri nel 671, e infine Assurbanipal dopo alcuni anni, entrò
a Tebe, e l'intero Egitto fu vinto e sottomesso.
La capitolazione totale dunque avvenne tra il 663 e il 638 quando nonostante
la dominazione assira, Psammetico I, uno dei 12 principi (a tanti
erano arrivati ormai i contendenti nel Paese), riuscì a prevalere e ad unire
di nuovo l'Egitto dando vita alla XXVI dinastia (l'ultima) ma solo per un
brevissimo periodo: un secolo. L'ultimo re di questa dinastia fu Psammetico
III e Psammetite, che a Pelusio fu sbaragliato da Cambise, re di Persia (525
a.C). Durante quest'ultimo periodo, capitale d'Egitto fu Sais. Sotto i Persiani,
gli egizi tenteranno più volte la riscossa , soprattutto con la 28a
e la 30a dinastia, ma inutilmente; erano destinati a scomparire.
4°
PERIODO - ETA' ALESSANDRINA. - Allorchè i Persiani furono vinti da Alessandro,
tutti i loro domini passarono a questo re, il quale entrò pure in Egitto,
dove nella parte occidentale del Delta, iniziò (332 a.C.) la costruzione di
una città, a cui diede il suo nome Alessandria. Morto Alessandro, Tolomeo
Lago, fondò in Egitto una sua dinastia tramandando ai suoi discendenti il
trono . Tra i suoi successori, detti Lagidi, (o dei Tolomei) si distinsero
Tolomeo I, Sotero e Tolomeo III Evergete, sotto i quali la civiltà ellenica
si estese molto in Egitto in ogni sua espressione sociale e culturale.
Alessandria divenne una delle più grandi città del mondo conosciuto non solo
in grandezza e meraviglie, ma famosissimo come centro di civiltà e di
insegnamento. Celebre la sua biblioteca, e ancora più celebri quelli
che vi studiarono o ne ebbero la direzione: i grandi matematici e filosofi
greci.... e anche romani fino al 395 d. C. nonostante l'incendio dei soldati
di Cesare nel 48 a.C.
5°
PERIODO - L'EGITTO SOTTO I ROMANI. - Nel 31 a.C. l'Egitto dalle mani dei Tolomei
passò ai Romani per opera di Augusto, diventò provincia romana, personalmente
amministrata dall'imperatore. Prima ancora della caduta dell'Impero Romano,
alla morte di Teodosio (395.d.C.), l'Egitto ormai sotto l'influenza del cristianesimo
- fondamentalmente bizantino - entrò a far
parte dell'Impero d'Oriente fino al 640.
6°
PERIODO - L'EGITTO SOTTO GLI ARABI. - Nel 640 d. C., gli Arabi si rovesciarono
dall'Asia nella valle del Nilo e conquistarono la regione. Dal 640 al 1250
fu tenuto dai Califfi arabi, scegliendo come capitale dell'Egitto il Cairo
- (Curiosità- la città fu fondata da un arabo nato in Sicilia).
Gli Arabi governarono fino all'arrivo dei Mammelucchi.
7°
PERIODO - L'EGITTO DEI SULTANI MAMMELUCCHI. - I Mammelucchi, subentrati
agli Arabi nel dominio del paese, vi dominarono dal 1250 al al 1517. La stirpe
dei Mammelucchi era una antica milizia originariamente composta da
schiavi arruolati nel Caucaso e nella Circassia. Si eleggevano da sè il commandante.
Per bravura militare o per l'incapacità degli arabi in declino,
riuscirono a impossessarsi dell'Egitto. Dopo tre secoli di dominio,
benchè poi sottomessi dai TURCHI, continuarono ad esercitarvi un predominio
di fatto per altri 3 secoli, fino al 1798 quando Napoleone li sconfisse alla
battaglia delle Piramidi. Furono poi del tutto sterminati dal Califfo Mehemet-Ali
nel 1811.
8°PERIODO
- L'EGITTO IN MANO AI TURCHI - I Turchi, popolo di razza mongolide dopo
essere scesi dal Turkestan, iniziando da Bagdad, conquistarono tutti i califfati
arabi. Othman nel 13° secolo diede origine al popolo che prese
il suo nome OTTOMANI. Questi poi invasero i paesi vicini.
Iniziarono in Europa dal Cossovo nel 1354 contro i Serbi dominando sui Balcani
dalla Serbia alla Macedonia (Iugoslavia). Successivamente misero
fine all'impero bizantino conquistando prima Costantinopoli nel 1453 poi l'intero
territorio interno tra il Mar Nero e la Siria, che prese da quel momento il
loro nome: Turchia.
Portandosi poi a Sud, conquistarono tutti i territori mediterranei
fino al confine libico, quindi l'intero Egitto. Subentrarono così al
potere dei Mammelucchi che rimasero comunque il Egitto politicamente i dominatori
anche dopo la breve dominazione Napoleonica, apportando nel Paese una
grande trasformazione con la loro dinastia chiamata dei
PASCIA', un insieme di caste nobili turche, mammelucche e musulmane. Nota
come la Gran Porta.
9°
PERIODO - L'EGITTO FRANCESE - Una breve parentesi nella storia egiziana. Nel
1798, i Francesi sotto il comando di Napoleone, sbarcarono nell'Egitto e se
ne impadronirono; ma non lo tennero che per poco. Infatti, l'esercito francese,
partito Napoleone, dopo due soli anni, dovette ritornare in Francia, lasciando
il paese nella totale anarchia; in quella appunto accennata sopra (e sotto)
dei PASCIA'. Dal 1800 al 1806 le vecchie e nuove caste diedero inizio a scontri
e intrighi con un susseguirsi di reciproci assassinii e sterminii, per la
lotta al potere. Fin quando la Gran Porta scelse l'uomo giusto per governare.
10°
PERIODO - L'EGITTO DEI PASCIA'. - La scelta fu felice. Dall'anno 1806
al 1849 si impose l'autorevolezza di Mehemet-Ali che rialzò alquanto le sorti
dell'Egitto governando per quasi mezzo secolo. Morto lui suo successore fu
l'omonimo figlio e, dopo, questo, sempre con l'assenso della Gran Porta, il
nipote Abbas-pascià. Questa fu una scelta sbagliata. Arrogante, crudele, con
grande maniacale fede musulmana, sconfinò dai sui compiti politici e si intrigò
di cose religiose offrendo motivo alla Gran Porta di intervenire e intromettersi
nelle faccende di Stato proprio in un periodo molto difficile. Infatti, gli
inglesi miravano ad allargare i propri domini coloniali, e per farlo, in una
delle tante frequenti viscerali contese interne di alcune regioni,
appoggiavano una delle parti in lite per poi a conflitto concluso (sempre
vincente con gli ingenti mezzi militari) insediarsi nei territori in rivolta.
In
questo caso, la Turchia, infatti, istigata dagli inglesi, partecipò alle lotte
che sconvolgevano il paese e ne ricavò danari e uomini per la sua guerra che
allora combatteva contro la Russia. Abbas Pascià venne ucciso e gli successe
Said pascià con simpatie per l'Occidente (era vissuto in Francia) che cercò
di europeizzare l'Egitto introducendovi la civiltà del vecchio continente.
Ricordiamo che sotto di lui fu iniziato il taglio dell'istmo di Suez (con
i soldi messi a disposizione dai Rhoitchild inglesi). - Morto Said nel 1863,
gli successe il principe Ismail pascià, anche lui educato in Francia , quindi
propugnatore della civiltà europea. Nonostante questo, dopo aver inaugurato
Suez nel 1879, Gran Bretagna, Francia e Italia (per i grandi interessi
che ormai si erano venuti a creare con l'istmo) ottennero dal Sultano di Costantinopoli
la sua deposizione. Fu eletto Thewfik un uomo di comodo che pur nominato kedivè
(una specie di re governatore) si trovò di fronte a una triste realtà: l'Egitto
era incivilito alla superficie, si era ingrandito come territorio, ma politicamente
ed economicamente era un paese vassallo di potenze straniere, dal Sultano
svenduto solo per ricavarne interessi personali. Come al solito,
accadrà spesso, e accadrà ancora: disfarsi di progetti di civiltà (istruzione,
tecnologie, sviluppo economico) e poi servirsi del materiale umano per organizzare
lo "Stato" delle formiche ubbidienti, ignoranti, incapaci
di ribellarsi, fa sempre comodo. Se poi si trova lungo il cammino anche
dei complici forti, il gioco riesce meglio, perfino tragico se gli alleati
possiedono armi che inducono con le intimazioni -
a piegare la testa. Per avere questi sostegni i pretesti per intervenire come
sappiamo sono più d'uno; l'abituale é quello di aiutare un popolo di
minoranza o di scontenti (che esiste in ogni paese), ma il motivo vero
è quello di mirare all'abbondanza di ricchezze che il paese ha, e dove
gli interessi economici sono molto alti, unilaterali, oppure concordati
con governanti burattini che guidano una popolazione mortificata,
dei soggetti oppressi trasformati in disciplinati servi.
11°
PERIODO - L'EGITTO INGLESE. - Nel 1881, voluta e tramata con stratagemmi,
scoppiò una insurrezione militare comandata da Arabi pascià. Nell'anno
seguente, nel 1882, gli incidenti di Alessandria offrirono un ottimo pretesto
di intervento della Gran Bretagna, che corse subito in aiuto di una minoranza,
bombardò la città ed occupò militarmente il Cairo, poi tutto il resto dell'Egitto.
A dominare politicamente, economicamente e militarmente fu messo Lord
Cromer, anche se con qualche incidente. Infatti, i nazionalisti egiziani
si organizzarono con un capo religioso musulmano, il Madhi (presero appunto
il nome maddhisti), assediarono Chartum nel 1895 e dopo quattro
anni di guerriglia riuscirono a cacciare gli anglo-"egiziani"
nel 1898. Gli inglesi reagirono, neutralizzarono il Canale di Suez,
e allargarono la loro influenza sul territorio e su tutte le attività
economiche insediandovi Lord Kitchener che vi rimase fino al 1914 quando la
Gran Bretagna accrebbe ancora di più il suo dominio proclamando il protettorato
sull'intero Egitto, deponendo il kedivè messo dal Sultano di Costantinopoli
e ne nominò uno di propria fiducia, intitolandolo Sultano indipendente.
Cominciò cosi il rigido dominio britannico, ma cominciarono pure dopo
pochi anni, nel 1919, le gravi sommosse dei nazionalisti per ottenere
la totale indipendenza dell'Egitto.
12°
PERIODO - L'EGITTO INDIPENDENTE - Per soffocare le insurrezioni nazionaliste
gli inglesi il 16 marzo 1922 concessero un nuovo Statuto: si riconosceva l'indipendenza
ma con un regime di cooperazione non proprio molto trasparente. Non
era sufficiente per calmare le agitazioni, che continuarono fino al dramma:
l'assassinio di Sir Lee Stack il capo delle truppe britanniche in Egitto.
La reazione inglese fu violenta e vendicativa. Chiese con un ultimatum mezzo
milione di sterline di danni e la minaccia di chiudere tutte le paratie delle
acque irrigative nel Sudan; che voleva dire separare fisicamente il Paese
, che era poi quello a più alta densità di nazionalisti egiziani. Pur
essendo un governo fantoccio, in Parlamento c'era un rappresentante nazionalista:
Zanglul, che alla minaccia sul Sudan, si dimise indignato , rendendo così
il partito indipendentista ancora più forte e organizzato.
Nel 1925 gli inglesi per mantenere l'ordine pubblico inviarono Lord Allenby
come Alto Commissario, ma il partito nazionalista concentrando un numero
enorme di egiziani indipendentisti cambiò tattica, scegliendo non la lotta
brutale, ma il riformismo parlamentare, fino a portare il 10
giugno del 1926 lo stesso Zanglul a vincere le elezioni ed entrare nella Camera
come Presidente con accanto un fidato vice presidente e un primo ministro.
- Purtroppo morì poco dopo. Ripresero le agitazioni con molte provocazioni
degli imperialisti; ma si calcò troppo la mano con la repressione, scoppiarono
così altri incidenti, rivolte contro la polizia tutta britannica causando
morti e feriti in diverse città; ricomparvero le unità navali davanti alla
costa pronte a bombardare, scoppiò la disobbedienza civile, infine
si chiuse il Parlamento e gli inglesi repinsero ogni incontro di trattative,
di cooperazione e di pace sociale. Per quattro anni non vissero però nemmeno
gli inglesi tranquilli, ma sempre in stato di guerra, con la paralisi
economica in ogni settore del Paese ormai in ginocchio.
Un disgelo nel 1930, quando Re Fuad promulgò una nuova Costituzione, che con
alterne vicende fu abolita e riammessa più volte fino ad arrivare
al 26 agosto del 1936 quando fu firmato un soddisfacente Trattato con gli
inglesi, e subito dopo l'8 marzo del 1937, l'Egitto si
appellò, chiese e ottenne di entrare a far parte della Società delle Nazioni
per garantirsi da ogni successiva ingerenza degli inglesi sulle scelte del
regolare governo espresso democraticamente a larga maggioranza. Il successivo
29 luglio reggente (ma ancora una volta appoggiato dagli inglesi) fu nominato
Re Faruk, con i dissidi sempre latenti all'interno dei nazionalisti pur convivendo
con un responsabile equilibrio.
Il
16 aprile del 1938, a Roma, l'Italia, l'Egitto e la Gran Bretagna firmarono
un trattato di buon vicinato. Compreso un patto di neutralità dell'Egitto
in caso di guerra fra Stati europei. Putroppo con le emergenze dovute
all'apertura delle ostilità alla Gran Bretagna nel 1940 da parte di Hitler,
poi la successiva dichiarazione di guerra agli inglesi da parte
Italiana (per l'Egitto la G.B. era e rimaneva un'alleata dell'Italia) imbarazzarono
e complicarono le relazioni diplomatiche con i due paesi, oltre la Germania,
pur confermando l'Egitto la sua neutralità nel conflitto.
Tuttavia l'Egitto nel 1943 venne a trovarsi con la più
importante e strategica e decisiva cerniera dell'intero conflitto mondiale:
da una parte gli anglo americani dall'altra le forze dell'Asse. In caso di
vittoria degli italo-tedeschi, non conquistando, ma solo approfittando
della neutralità, cioé di attraversare l'Egitto, significava mettere
la decisiva ipoteca sulla vittoria finale. Per buona sorte degli anglo-americani,
a 100 chilometri dal confine, ad El Alemein, fu combattuta la battaglia
decisiva tra Rommel e Montgomery, bloccando quest'ultimo il sogno di conquista
del tedesco con una disfatta, e a Mussolini "assolutamente
ottimista" - già ad Alessandria con il cavallo bianco - non
riuscì a ripetere il "discorso davanti alle Piramidi" di
Napoleone.
Del resto gli era andata male anche al Corso, e pure lui era finito nella
polvere a causa degli
inglesi.
Edited by kiccasinai - 10/3/2008, 13:02.