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kiccasinai.
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ecco un'altra bella favola...bimbi belli
L'astuzia e il potere delle donne
C'era una volta un orfanello che viveva con una sorella sposata. Un giorno, nonostante fosse ancora poco più che adolescente, le disse di volersi sposare. La sorella non era affatto d'accordo, perché, e suo dire, era troppo giovane e non abbastanza maturo per il matrimonio.
Il ragazzo insisteva e questa fu costretta a fornirgli un esempio molto istruttivo per mostrargli quanto le donne possono essere potenti e spietate. Gli ordinò di andare al mercato e di comperare un pesce. Quando il ragazzo ritornò con il pesce, lei lo nascose sotto le vesti e insieme si recarono nei campi dove il marito stava arando per portargli il pranzo di mezzogiorno. Mentre il marito mangiava la moglie disse: "Stanotte ho fatto un sogno, sognavo che avremmo fatto una bella festa", poi di nascosto mise il pesce in un solco. Finito il pranzo, l'uomo riprese il suo lavoro mentre lei e il fratello si incamminavano verso casa. "Venite qui" gridò, guardate che cosa ho trovato, Dio ci aiuti, ho trovato un pesce nel solco. Vai a casa prepara tutto, invita i vicini, faremo una bella festa". "D'accordo" disse la moglie. Andò a casa, cucinò il pesce, se lo mangiò con il fratello e nascose le lische. Quando il marito tornò a casa con gli invitati, chiamò la moglie e le chiese se aveva preparato tutto. La moglie si finse stupita e disse: " Hai forse comprato cibo e bevande? Con che cosa volevi festeggiare?". Ma non, ti avevo dato quel pesce che ho trovato nel solco mentre stavo arando?", gridò il marito. La donna si rivolse ai vicini: "Vi prego aiutatemi quest'uomo è impazzito, avete mai sentito che si trovino pesci nei campi?". I vicini le diedero ragione e legarono il marito. "Gettatelo in cantina" disse la donna "in modo che non mi possa far del male". I vicini eseguirono e se andarono.
Quella sera la donna prese la macina di pietra e si sedette sopra la botola della cantina a macinare fagioli. L rumore che faceva sembrava il rombo di un tuono. Con la fiaccola passava di tanto in tanto davanti alle fessure, di modo che il marito credesse che fossero i lampi. Infine versò molta acqua sopra l'apertura ed egli dovette rifugiarsi in un angolo per non bagnarsi. La mattina ritornano i vicini per chiedere all'uomo come stava "Grazie a Dio", disse, "Sto bene, anche se cercano di farmi passare per matto. Ma, dettemi come sono ridotti i campi con tutta quella pioggia? Deve aver rovinato tutto!" Allora quelli gli dissero: "Che Dio possa rinsavirti, pover'uomo!".
Ormai tutti credevano che fosse davvero pazzo e lo fecero uscire dalla cantina solo dopo due settimane. Il giovane rifletté a lungo su quello che aveva fatto la sorella e decise che non si sarebbe mai sposato. * Illustrazioni di François Quelvée.
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Come l'avaro guari dall'avarizia
C'era una volta un uomo talmente avaro che dava da mangiare alla moglie solo minestra annacquata e couscous scondito. Se arrivavano degli ospiti, non si faceva trovare in casa e si nascondeva per non dover offrire loro il pane e il miele secondo le regole dell'ospitalità.
Un giorno giunsero a casa i due fratelli della moglie per sapere come stava. Lei si lamentò e raccontò alcuni episodi sull'avarizia del marito. I fratelli si adirarono e si misero d'accordo con lei per dare una lezione a quell'avaraccio. Quindi si recarono al mercato, comprarono una polverina che faceva dormire e invitarono il marito a pranzo. L'uomo mangiò a quattro palmenti anche perché il pranzo gli era stato offerto e secondo lui il cibo offerto aveva più sapore, i fratelli invece stettero a guardare e poi lo accompagnarono a casa.
A casa l'uomo si addormentò profondamente a causa delle gran quantità di sonnifero che aveva ingerito insieme al cibo. Di notte, i due fratelli lo avvolsero in un bianco lenzuolo che cucirono lasciando solo una piccola apertura all'estremità del capo e lo portarono al cimitero. Qui, tolsero il coperchio ad una tomba vuota e vi misero dentro l'uomo come se fosse stato un cadavere. Poco alla volta, a causa del freddo a della posizione scomoda l'uomo cominciò a svegliarsi. Intanto i due fratelli si erano travestiti, uno infilandosi in una pelle di renna e l'altro in quella di una pantera. Con un bastone presero anche a far piovere una gragnola di colpi sul malcapitato che risvegliatosi completamente, si rese conto di essere in un cimitero, dentro una tomba e pensò che le due figure animalesche altri non erano che Munkir e Nakir, i due angeli inquisitori. Allora cominciò a gemere e a chiedere pietà e i due uomini travestiti iniziarono il loro serrato interrogatorio: " Quando hai dato ai poveri quello che ti era possibile?" Quando hai comprato a tua moglie un vestito nuovo? Quando le hai offerto un pasto decente?" Le domande furono molte e la risposta sempre la stessa: " Non l'ho fatto ". L'uomo incalzato dalle domande, scoppiò in lacrime e quelli lo pestarono più forte di prima finché non perse nuovamente i sensi. A quel punto lo riportarono a casa e dissero alle sorella: "Non ti preoccupare, lascialo dormire, domattina vedrai che sarà guarito dall'avarizia.
Il giorno dopo non appena l'uomo torno in sé, andò al mercato e fece una bella spesa comprando tutto quello che occorre per mandare avanti la casa. A tutti i mendicanti che incontrò diede una ricca elemosina. Comprò un bell'abito per la moglie e quando tornò a casa le diede tutte quelle buone cose da cucinare.
La moglie fu felice della trasformazione e non dovette più lamentarsi, perché l'uomo finché visse si comportò in modo generoso.
* Illustrazioni di François Quelvée..