Akhenaton
Akhenaton: Nome assunto dal faraone egizio Amenofi IV (1372-1354 ca. a.C.), figlio di Amenofi III e sposo di Nefertiti. Sovrano della XVIII dinastia del Nuovo Regno, assunse il nome del dio Aton, cioè il dio Sole, con cui si identificò. Dopo aver imposto il culto di questa divinità, il faraone trasferì la capitale da Tebe ad Akhetaton (l’attuale Tell el-Amarna), che divenne il centro del nuovo culto, e combatté contro i potenti sacerdoti che cercavano di mantenere vivo il culto del dio Ammone.
LA MALATTIA DI AKHENATON(G.Cattaino, L.Vicario)
Il Faraone Akhenaton
Una delle figure piu' interessanti dell'antico Egitto e' certamente quella del faraone Amenhotep IV, meglio noto con il nome di Akhenaton.
Appartenente alla XVIII Dinastia, governo' approssimativamente dal 1378 al 1362 a.C.
Amenhotep IV, inizialmente co-reggente e poi successore del padre Amenhotep III, deve la sua fama quasi esclusivamente alla rivoluzionaria riforma religiosa da lui attuata e gestita.
La casta sacerdotale del dio Amon di Tebe era divenuta talmente potente da porre in secondo piano le altre divinita' e da condizionare pesantemente la gestione dello stato.
Una cauta politica di svincolo dall'eccessiva influenza del collegio sacerdotale tebano era stata iniziata gia' dal nonno di Amenhotep IV, Tuthmosis IV, e proseguita dal successore. In questo contesto si inseri' l'azione riformatrice di Amenhotep IV che, passando ad una lotta aperta contro i potenti sacerdoti di Amon, sostitui' alla miriade di divinita' che popolava la religione dei tempi l'Aton, il disco solare, che divenne l'unico vero Dio.
In onore ad esso il faraone muto' il proprio nome in Akhenaton e, presso l'odierna Tell el Amarna, costrui' la nuova capitale, Akhetaton. Alla nuova religione monoteistica Akhenaton dedico' tutte le proprie energie.
Gli ultimi anni di regno di Akhenaton furono caratterizzati da una violenta azione iconoclasta, che colpi' Amon, soprattutto, e tutti gli dei tradizionali, i cui nomi ed immagini vennero scalpellati da tutti i monumenti.
Poco dopo Akhenaton mori', all'eta' di circa 36 anni, senza eredi maschi, avendo avuto dalla sposa principale, Nefertiti, sei figlie.
Contemporanea a quella religiosa, si ebbe, ancora per ispirazione del sovrano, una rivoluzione artistica. Le arti figurative abbandonarono i canoni classici, pressoche' immutabili da secoli, che imponevano una rappresentazione idealizzata del faraone, sempre vigoroso e prestante, armonico nel corpo, regolare nei tratti del volto, costantemente atteggiato in un'espressione di serafica superiorita'.
Le immagini sopravvissute dell'arte amarniana si scostano nettamente dal protocollo artistico descritto e spiccano per il loro realismo, raffigurando lo stesso Akhenaton senza riguardi per il suo aspetto fisico, al punto che, giustamente, J. Pendlebury defini' le statue del "faraone eretico" come "...un meraviglioso studio patologico".
Se si tratti di espressionismo artistico o di riproduzione della realta' e' tuttora fonte di discussione. Ovviamente, il nostro studio patologico implica l'accettazione della chiave di lettura realistica.
Akhenaton ci mostra un volto allungato, con gote scarne e incavate, labbra prominenti, mandibola cadente con bocca semiaperta, palpebre abbassate. Il collo, estremamente magro e allungato, ricorda quello di un cigno.
Osservando il tronco, spiccano la ginecomastia, l'addome prominente, i fianchi larghi e cadenti, con figura ad anfora.
Una famosa statua, nota come "colosso asessuato" raffigura Akhenaton praticamente privo di genitali. Gli arti presentano una ipotrofia distale che e' particolarmente evidente a quelli inferiori, che hanno una conformazione a bottiglia rovesciata.
Non essendo stata ancora ritrovata la mummia di Akhenaton, quanto descritto rappresenta il materiale su cui ricostruire l'eventuale patologia del sovrano. La sindrome adiposo-genitale di Froelich e lo pseudoermafroditismo familiare incompleto sono le malattie che godono tuttora di notevole credito, benche' implichino una sterilita' che viene smentita dai dati storici (ricordiamo che Akhenaton ebbe sei figlie).
E' nostro parere che gli elementi fisici descritti possano essere armonicamente inseriti nella distrofia miotonica di Steinert.
La distrofia miotonica e' una malattia ereditaria, a trasmissione autosomica dominante, il cui gene responsabile si trova sul cromosoma 19, che si manifesta con una sintomatologia a carico del sistema muscolare scheletrico e con segni di interessamento sistemico.
I sintomi muscolari sono costituiti dal fenomeno miotonico e da progressive ipostenia e ipotrofia muscolari, con distribuzione caratteristica. I muscoli piu' colpiti sono i muscoli facciali, l'elevatore della palpebra superiore, i masticatori, gli sternocleidomastoidei ed i muscoli distali degli arti.
I sintomi sistemici comprendono cataratta, calvizie precoce, cardiopatia, malformazioni craniche, scoliosi, anomalie endocrine e segni di interessamento dei sistema nervoso centrale. In ambito endocrino, frequente e' l'ipogonadismo, talora associato a ginecomastia, con sterilita' secondaria tardiva che, nelle fasi iniziali della malattia, rende possibile la procreazione.
A carico del sistema nervoso, oltre a un ridotto livello intellettivo, si possono osservare apatia, riduzione dell'iniziativa, ostilita', deterioramento nei rapporti sociali, comportamenti psicopatici.
La malattia si manifesta prevalentemente intorno ai 20 anni di eta', ma e' possibile l'esordio nell'infanzia o nell'adolescenza.
L'eta' media di morte e' intorno ai 40-45 anni di eta'.
Il volto di un paziente colpito da distrofia miotonica e' singolarmente somigliante a quello di Akhenaton, quale possiamo osservare, ad esempio, nella statua colossale di arenaria proveniente dal tempio dell'Aton a Karnak e conservata al Museo Egizio del Cairo.
Si notano la ptosi palpebrale e l'assottigliamento della meta' inferiore della faccia, che, nella distrofia miotonica, e' dovuto all'atrofia dei muscoli masseteri.
L'aspetto del collo, conseguente ad atrofia degli sternocleidomastoidei, viene descritto come "collo di cigno" nei manuali neurologici, usando la stessa espressione che l'archeologo C. Aldred aveva usato descrivendo il faraone eretico.
Questo aspetto e' ben visibile sul rilievo di calcare proveniente da Tell el Amarna, che mostra Akhenaton, seguito da Nefertiti, tnentre fa offerte ad Aton.
Tale rilievo offre anche una chiara immagine della possibile atrofia distale degli arti, molto evidente a carico di quelli inferiori. La ginecomastia, la poverta' dei genitali esterni e la conformazione femminile del tronco sono ben apprezzabili soprattutto nel "colosso asessuato".
Il colosso "asessuato"
Dato che i rilievi dei primi tempi del regno di Akhenaton lo mostrano nel puro stile ortodosso, e' possibile che allora egli non esibisse in modo evidente i segni esteriori della malattia.
Infine, la possibilita' di anomalie del comportamento e' compatibile con dati storici, che documentano la furia iconoclasta che caratterizzo' gli ultimi anni del regno di Akhenaton.
Dati ulteriori a supporto di quanto esposto potrebbero emergere dallo studio, non ancora completato, dell'albero genealogico della XVIII Dinastia.
NOTE: Giacomo Cattaino e' neurologo all'Ospedale di Cordenons (PN), Laura Vicario e' neuropsichiatra infantile all'Ospedale di Udine.
(Tratto da Geocities)
STORIA/ MISTERO AKHENATON: IL FARAONE ERA UN "MUTANTE"?Lo sostiene uno specialista di storia della medicinaBaltimora, 2 mag. (Apcom) - Gli archeologi sono sempre rimasti stupiti dalle raffigurazioni esistenti di Akhenaton, il grande faraone della diciottesima dinastia, che introdusse in Egitto una forma di monoteismo alla metà del 1300 avanti Cristo. Akhenaton infatti viene costantemente rappresentato in bassorilievi e statue con un fisico dalle caratteristiche marcatamente femminili, oltre che con un cranio stranamente allungato. Al punto che c'è chi ha avanzato l'ipotesi che in realtà fosse una donna, circostanza tuttavia smentita dal fatto che gli vengono attribuite almeno sei figlie.
Il dottor Irwin Braverman, che insegna storia della medicina presso la Yale University, ha sviluppato una sua teoria sull'aspetto del faraone, presentandola nel corso del convegno annuale che la University of Maryland dedica alle malattie e ai motivi della morte di personaggi storici.
Secondo Braverman, il faraone era un vero e proprio "mutante", ovvero vittima di una mutazione genetica che ne alterava le funzioni ormonali, aumentando la presenza nel suo corpo di ormoni femminili. Da questo deriverebbe, spiega lo studioso "l'aspetto androgino del faraone, che aveva un fisico marcatamente femminile, con bacino largo e seno, e tuttavia era di sesso maschile e generò figli". Sua moglie era la splendida regina Nefertiti.
Secondo l'egittologo e archeologo Donald B. Redford, la teoria di Braverman è interessante, anche se gli studiosi sono in genere concordi nell'affermare che Akhenaton fosse affetto dalla "sindrome di Marfan", una malattia che incide sull'aspetto fisico determinando lineamenti allungati. Altre ipotesi prendono in esame la "sindrome di Klinefelter" e altre patologie del genere.
Molti dubbi verrebbero chiariti se gli egittologi riuscissero a individuare senza incertezze la mummia di Akhenaton e il governo egiziano desse l'autorizzazione a condurre indagini sul Dna. Braveman spera che la sua teoria posso contribuire a moltiplicare le ricerche al riguardo.
02 mag. 2008Alice Notizie