La torre della bella Marsilia

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conmar
view post Posted on 11/6/2008, 21:29




Questa è una leggenda che si narrava attorno ai caminetti ed ai fuochi ( falò) dei butteri tanti anni fa, nelle lunghe sere invernali.
La leggenda di Margherita Marsili, di Nanni Marsili, un signore di maremma dell'epoca dei Presidi, sotto il governo spagnolo.
Una leggenda che ha però un fondo di verità. Effettivamente il sultano Solimano II, ebbe una moglie dai capelli rossi, una ragazzina tutta pepe ( si direbbe oggi ) di nome Roxelana, forse appunto per il colore dei capelli... ma leggete la sua storia...

CITAZIONE
fonte:Leggende di Maremma
Morsa dai venti, arroventata dal sole della grande estate maremmana, corrosa dalle intemperie, la torre della bella Marsilia, sui monti dell'Uccellina, resiste indomita e fiera come l'anima della giovinetta che vi crebbe e della quale ha preso il nome. Chi, in Maremma, non conosce o non ha sentito nominare la Torre della bella Marsilia?
Nel 1500 questo superstite rude era uno dei castelli più belli della Maremma, con il mastio, le due torri, gli spalti merlati, e in esso viveva la ricca e potente famiglia dei Marsili. Attorno, la fitta macchia mediterranea, giù a picco le aspre scogliere, e il mare con le sue collere selvagge e i suoi teneri mormorii.
In questo ambiente, a contatto con la natura, crebbe Margherita, la figlia giovinetta di Nanni Marsili, dalla fulva chioma e dagli occhi viola, ardita, coraggiosa e bella.

E di coraggio ce ne voleva a quei tempi, per vivere nella infelice terra di Maremma aperta a tutti gli sbocchi, preda di tutte le cupidigie. E non sempre dei coraggiosi era la vittoria.
Una notte del 1511 (il mese imprecisato) il libeccio urlava con tanta furia e il mare ruggiva con tanta ferocia che al castello si allentò la guardia degli uomini affidandola all'infuriare degli elementi; chi poteva avventurarsi, sia per mare che per terra, sui monti dell'Uccellina in una tale notte d'inferno?
Ed ecco invece una masnada di corsari arrampicarsi silenziosi e felini su per le scogliere, guidati dal crudele Ariodeno Barbarossa. Erano sbarcati inosservati, forse per la foschia, nell'insenatura di Cala di Forno ed ora si avvicinavano con gioia feroce al castello immerso nel sonno e guarnito di pochi difensori, sicuri della vittoria.
E a un tratto, con l'urlo selvaggio del vento, ecco le urla non meno selvagge degli assalitori, ecco le prime invocazioni, i primi comandi. Ma colti di sorpresa, i difensori si difendono male; scavalcato il ponte levatoio i ladroni sono ormai dentro il castello e la carneficina comincia implacabile e spietata.
L'alba livida rischiarò uno dei più orribili spettacoli. Unica scampata al massacro Margherita, la giovinetta dagli occhi viola. E non certo per pietà: così giovane e bella rappresentava l'oggetto più prezioso del bottino e bisognava non farle male se la si voleva vendere a Solimano II. Asportato tutto quello che si poteva portar via, distrutto tutto quello che si poteva distruggere, i pirati legarono e imbavagliarono la fanciulla impietrita dall'orrore, trasportandola insieme con altre cose, giù alle sambuche in attesa. Margherita, coraggiosa e fiera non implorò misericordia; si ribellò come una furia, rifiutò il cibo, giurò a se stessa che avrebbe ripagato male per male.
Quando i pirati la deposero davanti al sultano questi la guardò con ammirazione e stupore proprio come si guarda un monile prezioso: quei riccioli dai riflessi di fiamma e l'imperio di quegli occhi viola lo soggiogarono.
Per quanto giovane e ignara (aveva appena sedici anni) Margherita intuì subito il potere di quel suo fascino e ne approfittò senza scrupoli, portando sgomento e disperazione nell'harem. Il sultano la elesse, prima, sua favorita, poi moglie legittima; sottomesso a lei giovinetta, come un fanciullo.
Ma la prima moglie e le ex favorite lottavano e complottavano per conservare il trono ai loro figli e questo disturbava Margherita la quale molto graziosamente, ottenne di far piazza pulita delle madri e dei figli. Abbagliato dal fulgore di quella chioma rossa, Solimano concedeva...concedeva... E Margherita fu la vera padrona dispotica, crudele, decisa a rivalersi di quello che avevano fatto a lei.
E così i sultani, Murad III e Maometto IV, succeduti a Selim II, furono i figli di Margherita Marsili detta la Rossa la quale si spense, ormai paga e ben vendicata, nel 1566 a Costantinopoli.
Pare che, nonostante il suo coraggio le fosse mancato quello di rivedere la sua terra, il suo castello devastato dove più nessuno dei suoi viveva. E chi sa se nei momenti in cui l'odio, l'ambizione, l'orgoglio tacevano, avrà mai pensato a quella sua torre alta sul mare, ai suoi boschi, alla sua gente.
La torre sulla quale pesa tanta storia e tanta leggenda svetta ancora sui monti dell'Uccellina. E quando il sole al tramonto trae riflessi cuprei dalle aspre scogliere, pare che una gran chioma fiammante fluttui al vento, fasci e lambisca le vecchie pietre della torre mentre giù sotto, le onde placate si fan viola come gli occhi di quella antica fanciulla maremmana.

 
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