Sul Thistlegorm, il relitto più famoso al mondodi Michele Della Mura Ore 7,40 a 31 miglia da Sharm El Sheikh: dopo più di tre ore di navigazione ho raggiunto il sito dove giace il relitto della nave da trasporto Thistlegorm.
Mentre preparo l'attrezzatura subacquea ed indosso la muta ripenso alla storia del suo affondamento: il “Cardo blu” era stato costruito per trasportare materiale bellico e rifornimenti per l'esercito inglese stanziato in Egitto.
Nel maggio del 1941 con un equipaggio di 39 uomini aveva lasciato il porto di Glasgow. Poiché i tedeschi controllavano il Mediterraneo, la rotta più sicura consisteva nel circumnavigare l'Africa per raggiungere il porto di Alessandria attraverso il canale di Suez.
Il Thistlegorm, stava ormai risalendo il Mar Rosso quando ricevette l'ordine di ancorarsi nello stretto di Gubal in attesa di poter attraversare il Canale di Suez.
Ma nella notte tra il 5 e il 6 ottobre due bombardieri tedeschi lo attaccarono con due bombe in corrispondenza del deposito delle munizioni.
Alle ore 1,30 del 6 ottobre 1941 un'esplosione violentissima spezzò la nave in due tronconi che colarono a picco in assetto di navigazione su un fondale piatto e sabbioso profondo 30 metri.
L'equipaggio e il capitano furono salvati da una nave che si trovava nelle vicinanze; nove uomini perirono nel naufragio.
Nel 1955 Jacques Cousteau scoprì il relitto, ma non ne rivelò la posizione e il Thistlegorm venne dimenticato per quasi quarant'anni. Fino al 1992 quando fu riscoperto da uno skipper israeliano diventando in breve tempo il relitto più visitato del Mar Rosso.
Mentre controllo il corretto funzionamento dei miei dispositivi subacquei, la guida salta in acqua per ormeggiare la barca con due cime disposte a prua e a poppa per mantenersi paralleli all'asse del relitto.
Nel corso degli anni numerose guide incompetenti o incoscienti hanno legato le cime a punti fragili (scalette, bighi di carico, corrimano) provocando gravi danni.
Finalmente tutto è pronto. Inizio l'immersione, la visibilità è scarsa e subito mi accorgo della presenza di una modesta corrente diretta dalla prua verso la poppa.
Discendendo lungo la cima a quindici metri di profondità intravedo la sagoma del relitto. É impressionante.
Noto l'ampio squarcio aperto dalle bombe tedesche in corrispondenza della stiva n°4 e i carri armati in buone condizioni che giacciono sul fondo rovesciati.
Molte munizioni, intatte, sono ancora visibili così come i due tronconi dell'asse dell'elica.
A circa 30 metri di distanza dallo scafo verso sud-ovest si trova la prima delle due locomotive che facevano parte del carico del Thistlegorm.
La seconda, invece, si trova in prossimità della stiva n°2 e si distingue dall'altra per il portellone anteriore della caldaia aperto.
Bella la mitragliatrice antiaerea da 40 mm posizionata a poppa, bellissima la salpa-ancore a prua. Mi affaccio dall'estremità anteriore del relitto e vedo di fronte a me un muro d'acqua colmo di piccoli tonni che nuotano intorno alla nave in cerca di prede.
Sì perché da quando è affondato, il Thistlegorm è diventato la dimora di moltissime forme di vita: murene, polpi, pesci pipistrello, pesci coccodrillo ed anemoni hanno colonizzato i resti dell'antico cargo a vapore.
Le emozioni più grandi, però, le regala la visita all'interno delle stive armato di torcia subacquea.
Gli spazi sono un po' angusti tra le lamiere: presto la preoccupazione per i passaggi stretti lascia spazio allo stupore quando il fascio della torcia illumina i numerosi camion, camionette e moto conservati nel relitto.
Purtroppo molti subacquei poco rispettosi non hanno saputo resistere alla tentazione e non hanno esitato nel tempo ad asportare dalla nave oggetti, parti di motociclette o perfino munizioni.
Il Thistlegorm non è solo una delle principali attrazioni turistiche dell'Egitto, ma soprattutto uno straordinario documento storico della Seconda Guerra Mondiale, la cui tutela e conservazione si impone oggi come una necessità da parte delle Autorità Egiziane.
mercoledì 11 giugno 2008Il ReporterEdited by falak - 8/10/2008, 00:25