Ingrid, con i figli sei anni dopo "Ho resistito per riabbracciarli", Bentornata Ingrid

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conmar
view post Posted on 3/7/2008, 16:54




Melanie e Lorenzo riabbracciano la madre sulla scaletta dell'aereo atterrato
a Bogotà intorno alle 8 del mattino. E fanno un appello comune: "Ora pace e libertà"

Ingrid, con i figli sei anni dopo "Ho resistito per riabbracciarli"
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Da sinistra: Melanie, Ingrid Betancourt, Lorenzo, la mamma Yolanda Pulecio
ROMA - Per sopravvivere sei anni nella giungla delle Farc devi aver imparato a dissimulare molto e quasi tutto, gioia e dolore, speranze e delusioni. Lei ha detto di essere rimasta viva "per poter riabbracciare i suoi figli". E oggi, quando succede, sei anni e sei mesi dopo, non deve stupire se Ingrid Betancourt li stringe e li abbraccia su una scaletta dell'aereo davanti alle telecamere e poi con loro tiene una specie di comizio umanitario e politico sul futuro della Colombia, delle Farc e degli ostaggi circa 400 ancora prigionieri.

Tornare, dopo sei anni, è difficile, quasi impossibile specie se ti davano quasi morta e tutto il mondo ti ha visto esangue, un fantasma di te da qualche parte nella giugnla. E' un canovaccio che ognuno interpreta come può e come deve. Ingrid Betancourt, o chi per lei, ha deciso che nel suo ritorno doveva essere tutto molto pubblico. Fin dal primo momento. D'altra parte, il suo è stato il sequestro più pubblico di cui si abbia memoria.

Così alle otto del mattino ora locale l'areo in arrivo da Parigi apre il portellone, Ingrid e sua madre Victoria salgono le scalette e lì, sullo soglia dell'aereo, avviene l'incontro. La prima a fiondarsi al collo della mamma è Melanie, 22 anni, ne aveva sedici quando la madre scomparve nella giungla colombiana, negli ultimi due anni i suoi sono stati gli appelli più forti e commoventi. Un secondo dopo scattano le braccia di Lorenzo, 19 anni, a cui era dedicato forse il passaggio più struggente della lettera fatta recapitare a dicembre scorso. Le telecamere rinviano le lacrime di gioia di Melanie e il viso rosso di Lorenzo. Pochi secondi, neppure un minuto, poi la famiglia riunita - ci sono anche la sorella Astrid, i suoi figli piccoli, e l'ex marito fabrice Delloye - entra nell'aereo per qualche attimo di intimità.

Una manciata di minuti ed eccoli di nuovo fuori, giù per la scaletta mano nelle mano e infine davanti al microfono. "Ringrazio Dio per questo momento, sono rimasta per poterli riabbracciare. Sono cresciuti, sono belli, Melanie è ormai una donna, Lorenzo è così alto. L'ultima volta che li ho visti li potevo ancora quasi prendere in braccio, ora sono cambiate molte cose...Quante volte ho desiderato di uscire dalla giungla solo per vivere questo momento". E ancora, stringendo loro le mani, con fierezza: "Sono cresciuti da soli senza la mia presenza, hanno trovato le risorse per lottare". Figli suoi, vorrebbe dire. Un giornalista chiede quali sono state le prima parole che si sono detti. Rsiponde la mamma:"Penso di aver pianto, ho detto loro che erano belli, che erano grandi. Ah sì, ricordo cosa ho detto: ora dovete sopportarmi".

Ma una pista di aeroporto può non essere luogo per i sentimenti personali. Così l'ex ostaggio comincia subito a parlare di Colombia, di Farc e di ostaggi. "Siamo colombiani e siamo fieri di esserlo e adesso il nostro obiettivo deve essere la liberazione degli ostaggi e un percorso di pace". Con la guerriglia ma contro i trafficanti di coca, in nome della Colombia e delle popolazioni che vivono nella giugnla e nelle montagne. Una nuova fase, quindi, nella storia della Colombia partendo dal dato di fatto che i guerriglieri non sono più invincibili e sono ridotti allo stremo.

Anche Melanie e Lorenzo parlano di ostaggi. "Penso alle famiglie dei prigionieri che continuano a soffrire", ha detto Melanie, mentre Lorenzo ha dichiarato che "la nostra lotta proseguirà finchè tutti saranno liberi". Quella della passione politica sembra un virus che attecchisce facilmente in casa Betancourt.

Melanie ha ricordato anche che la famiglia era contraria ad una operazione militare per la liberazione degli ostaggi. "Eravamo contrari - ha detto - perché significava fuoco e sangue. Ma quella che ha permesso di liberare mia madre è stata più un'operazione di intelligence che non militare".

(3 luglio 2008)
 
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