Nuove pagine...enjoy!
I giorni scivolavano via lenti, senza troppi scossoni. Jess c’era, non c’era, stava con Julia…Lei e Alex continuavano a uscire insieme, anche se Rory non faceva che pensare a Jess. L’altra sera, dopo cinque lunghi giorni senza averlo neppure intravisto, si era messa alla finestra nella speranza di scorgerlo mentre tornava a casa. Infatti l’aveva visto…con Julia. Camminavano abbracciati. Vederli insieme la faceva star male. Si arrabbiava per questo. Non era giusto. Jess era felice con Julia, punto. Non pensava più a lei. Eppure aveva avuto l’impressione che, un attimo prima di entrare in casa, lui si girasse e guardasse verso la sua finestra. Naturalmente si era subito nascosta dietro la tenda, sentendosi un poco patetica. Aveva bisogno di fare chiarezza nei suoi sentimenti, e la prima cosa da fare era troncare con Alex. Le dispiaceva, ma si sentiva troppo confusa, non era pronta a impegnarsi con nessuno al momento. Gliel’avrebbe detto. Dopo la cerimonia. Non voleva rovinare una serata tanto gioiosa per tutti.
Una sera, mentre tornava a casa dopo il lavoro, vide Jess seduto sui gradini di casa sua. Sentì una stretta allo stomaco. La stava aspettando?
Lui la vide, si alzò : - Ciao.
- Ciao – rispose lei un po’imbarazzata. Non si ritrovavano così da soli da un bel po’ di tempo - Qualcosa non va? – aggiunse vedendo l’espressione tesa di Jess.
In realtà non era facile interpretare le sue emozioni, lui non le lasciava trasparire quasi mai. Rory però aveva imparato a riconoscere piccoli segnali: lo sguardo sfuggente, le labbra serrate, le mani ficcate nelle tasche dei pantaloni.
- Vorrei parlarti. Ti disturbo?
- Certo che no. Sali.
Era la prima volta che entrava nell’appartamento di Rory. Era esattamente come se l’era immaginato. Accogliente, allegro, zeppo di oggetti, vestiti, libri, distribuiti ovunque con finta casualità. Girasoli nel soggiorno, i suoi fiori preferiti. Jess si sedette su un divano rosso, lei andò a prendergli del caffè. Quando tornò lo trovò intento a leggere un suo articolo sul giornale del giorno.
- Dai, ti prego, non leggerlo adesso, mi metti in imbarazzo.
- Oggi non ho ancora avuto il tempo di leggerlo.
- Vuoi dire che leggi sempre i miei articoli?
- Certo.
- Dio. Non voglio sapere cosa ne pensi.
- D’accordo come vuoi – disse lui con un sorrisetto provocatorio, mettendo da parte il giornale.
- Bene – disse lei. Rimasero in silenzio per un po’. Poi non riuscì più a contenersi: – Del resto me lo diresti se non ti piacessero – disse con un po’ di ansia.
- Avevi detto che non volevi saperlo! – disse lui divertito.
- Ho cambiato idea.
- Va bene allora ti dirò…che sei brava, ma puoi fare di più.
- Di più? Come di più, in che senso?
- È solo una mia opinione naturalmente ma…credo che dovresti osare un po’ di più, rendere l’articolo più personale. A volte sei un po’ fredda.
- Accidenti se questa non è una critica...
- Non è niente che tu non sia capace di fare…ti sei offesa? – disse scrutandola.
- No, no.
- Ti sei offesa.
- Che dici…No. Fai bene a dirmelo. Non posso che imparare da te. I ruoli si sono invertiti. Non sei più tu ad aver bisogno di lezioni… - disse sorridendo a quel ricordo.
- Preferisco non ricordare quella serata… - fece lui distogliendo lo sguardo.
- Davvero? Io invece la ricordo con affetto…fino all’incidente, ovviamente! Però…è stata anche la prima volta in cui mi sono resa conto che iniziavi a piacermi…
Si morse le labbra, temendo di aver detto troppo. Come le era venuto in mente di tirare fuori quella vecchia storia? Jess si accorse della sua confusione e finse di non aver sentito.
- Io invece mi sono sentito malissimo…Sai non credo di avertelo mai detto, ma…mi dispiace di averti fatto soffrire…ero un ragazzino, testardo e confuso, non ero ancora pronto per un rapporto serio…
- Non devi scusarti…ce l’ho avuta a morte con te per un sacco di tempo…Non era solo mia madre che tirava freccette alla tua foto! – disse ridendo – Ma… dopo ho capito che non potevo farci niente…avevo l’esperienza di una ragazzina di diciassette anni, la mia vita era stata sempre facile e felice, non potevo capire le reazioni di un ragazzo come te…che ne aveva già passate tante…e di certo non potevo aiutarti a risolvere i tuoi problemi. Comunque devo dire che hai fatto molto meglio da solo!
- Niente affatto. Se non avessi incontrato te probabilmente adesso farei il commesso in qualche centro commerciale lungo l’autostrada. Tu eri la sola a credere nelle mie capacità…ma dovevo imparare a farlo anch’io…e dovevo farlo da solo.
- Lo so. E, visto che siamo in vena di ringraziamenti…Credo che non mi sarei mai laureata se non fossi arrivato tu a farmi una bella lavata di capo. Sei arrivato davvero al momento giusto.
- Già, però… - abbassò la voce – sembra che la nostra storia non abbia mai trovato il suo di momento…
Lei esitò. Erano pericolosamente vicini. Il suo cuore accelerò i battiti, l’avrebbe baciata? Il momento era perfetto, erano soli…invece Jess si allontanò di colpo, come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa, e cambiò bruscamente argomento:
- Sai, ho chiamato Luke. Mi ha detto che verrà alla cerimonia. Con tua madre.
Rory fece fatica a riprendere il tono disinvolto di prima, ma si sforzò: - Lo so già. Ho sentito mia madre. Mi sembrava entusiasta. Anche lei è molto contenta per te.
- I miei invece non verranno – aggiunse lui cupo - Credo che non gliene importi niente. Come al solito. Hanno il lavoro, la bambina, il viaggio è costoso…Tutte scuse. Sai, pensavo che i miei rapporti con loro sarebbero migliorati ora che non sono più un problema. Ma è tutto inutile. Mio padre si fa vedere solo quando ha bisogno di soldi. È tutto quello che mi posso aspettare da lui.
- Jess mi dispiace. Ma tu hai già un padre, ed è Luke. Lui non ti deluderà mai - ora capiva quegli occhi tristi. – E tua madre…vedrai che all’ultimo minuto verrà.
- Vorrei crederti. Del resto dovrei smetterla di farmi illusioni. Sono cresciuto, no?
- Sì, sei cresciuto – gli sorrise. Lui le restituì il sorriso e per un attimo rimasero in silenzio a fissarsi. Poi lei abbassò lo sguardo, lui si alzò.
- Sarà meglio che vada. Vorrei lavorare un po’al libro nuovo stasera.
- Instancabile, eh?
- Già. Allora…ci vediamo.
- Sì, ci vediamo – Lei lo accompagnò alla porta e prima che lui si girasse per andarsene lo prese per mano e gli diede un bacio sulla guancia. Poi chiuse in fretta la porta. Jess rimase immobile per un momento, guardando quella porta chiusa, con una mano sulla guancia. Poi scosse la testa, sorrise e cominciò a scendere le scale. Non sapeva perché, ma si sentiva più leggero.
- Mamma? Ciao sono Rory. Ascolta, avrei bisogno di un favore. Dovresti prestarmi un po’ di soldi, te li restituirò. Non preoccuparti, va tutto bene. Ti spiegherò tutto. Avrei anche bisogno del numero di telefono della madre e del padre di Jess…
Rory aveva provato perlomeno cinque vestiti prima di decidere cosa mettersi per il ricevimento. Alla fine aveva deciso per quello azzurro cielo, che era un po’ scollato, ma le metteva in risalto gli occhi. Si stava preparando con più cura del solito quella sera, e non per Alex. Si sentiva stranamente felice, euforica, come se qualcosa di meraviglioso dovesse succederle. Non aveva dimenticato Julia…ma non poteva fare a meno di pensare che Jess era venuto da lei quella sera, si era confidato con lei. Voleva pur dire qualcosa, no?
Quando lei e Alex entrarono nella sala della cerimonia, Jess e Julia erano già arrivati. Nel vederla, così elegante e carina, aggrappata al braccio di Jess, la sua sicurezza cominciò a vacillare. Ma quando Jess si girò e la vide, le sorrise in un modo talmente eloquente che lei si dimenticò di tutto: di Alex, di Julia, della gente che avevano intorno, e rimasero loro due soli, a fissarsi e lo sguardo di Jess voleva dire: Sei bellissima. A Julia non sfuggì quello sguardo.
Si avvicinarono, si salutarono: - Ehi, non ti avevo mai visto così elegante. Fa un certo effetto! – disse Rory ridendo.
- Negativo o positivo?
- Positivo direi…
- Bè, sai, ho scelto io il vestito per Jess… Le ragazze servono anche a questo no? – disse Julia mettendosi in mezzo.
- Certo…complimenti hai buon gusto – disse Rory punta sul vivo.
Vennero interrotti dall’arrivo di Luke e Lorelai, insieme alla madre e al padre di Jess. Fu una sorpresa per lui. Jess abbracciò sua madre e strinse la mano al padre. I loro rapporti erano sempre piuttosto formali, ma Rory sapeva che, dentro di sé, Jess era felice. Era una sorta di rivincita, per lui, vedere lì i suoi genitori. Quello era il suo giorno e doveva goderselo appieno.
La cerimonia iniziò, loro presero posto. Quando venne chiamato il nome di Jess Mariano, e lui salì sul palco, Rory sentì un groppo in gola. Jess prese il premio, ringraziò, fece un discorso piuttosto breve e conciso, come era nel suo stile, e lei si sentì piena d’orgoglio. Prima di scendere dal palco tra gli applausi, lui la cercò con lo sguardo e le dedicò quel momento. Rory si accorse che stava piangendo solo quando sua madre le porse il fazzoletto. Si sentì una stupida e sperò che nessun altro se ne fosse accorto. Vide Alex che si sbracciava ad applaudire, e fu sicura che non aveva fatto caso a lei. Ma Julia, seduta qualche fila più avanti, si voltava spesso a guardarla. Sospirò. Non era così che si era immaginata la serata. Ma del resto cosa poteva aspettarsi? Che Jess improvvisamente mollasse la sua ragazza e corresse da lei? Che dimenticasse tutte le volte in cui lei le aveva detto di no? Era solo una buona amica per lui e sarebbe rimasta tale.
Dopo la cerimonia, Jess fu placcato da fotografi, giornalisti, gente che voleva congratularsi. Lo vide parlottare anche con Luke e i suoi. Rory decise di starsene un po’ in disparte, di aspettare che la marea passasse. Alex, vedendola tutta sola, la raggiunse:
- Ehi, cos’è quel visetto triste?
- Alex, ho bisogno di parlarti – disse seria.
Si allontanarono dalla folla, cercando un angolino appartato, e Rory gli spiegò tutto.
- Mi dispiace – disse.
- Non preoccuparti. Del resto non ci eravamo fatti promesse o altro…E poi…mi sembra abbastanza evidente, no?
- Cosa?
- Che voi due vi piacete ancora. Che la vostra storia non è finita.
- Non credo che questo valga per Jess.
- Oh, sì, soprattutto per lui…fidati – disse con un sorriso amaro.
Sentirono la musica provenire dalla sala. La festa era cominciata.
- Spero comunque che non mi negherai l’ultimo ballo…-
- Certo che no – disse lei porgendogli la mano e avviandosi verso il centro della sala.
Rory vide che anche sua madre e Luke stavano ballando. Dopo li avrebbe raggiunti, non aveva ancora avuto modo di parlare con loro. Ad un tratto vide avvicinarsi Jess.
- Posso rubarti la tua dama per un attimo? – chiese ad Alex, tra il serio e il canzonatorio.
- Certamente…è tutta tua – rispose Alex senza sorridere, lanciando uno sguardo significativo a Rory.
- Ehi, credo che Alex sia realmente in pericolo con te. Non mi sembrava molto contento di lasciarti andare.
- Io e Alex abbiamo rotto.
- Davvero? E perché? – chiese sinceramente stupito.
- Sai…è difficile spiegare certe cose – rispose Rory evasiva.
- Capito… - disse e si interruppe. Ballarono in silenzio per un poco, entrambi imbarazzati, poi lui sembrò fare uno sforzo per parlare: - Ascolta…so quello che hai fatto per i miei. La compagna di mio padre se l’è lasciato sfuggire…Volevo dirti che…l’ho apprezzato molto. Ma naturalmente ti restituirò tutto.
Rory era arrossita fino alla radice dei capelli, sentendosi scoperta. – Ma no, Jess, non voglio. Era il mio regalo…Accidenti, pensavo di poter contare di più sulla discrezione dei tuoi…
- Rory…è stata una cosa splendida…davvero. Ma perché l’hai fatto? – chiese scrutandola.
- Io…non ho fatto davvero nulla di…
- Perché l’hai fatto? – la pressò Jess.
- Io…perché…volevo che oggi fossi felice – disse senza guardarlo negli occhi.
Rimasero in silenzio per un po’. Lei non riusciva ad alzare lo sguardo su di lui, ma sentiva i suoi occhi addosso, e ancora quella strana sensazione che provava ogni volta che Jess la guardava, come se una cascata di raggi di sole la illuminasse tutta e le desse calore. Lui le sollevò il mento con la mano, costringendola a guardarlo e lì il tempo si fermò. Avrebbe voluto baciarlo e sentiva che anche lui lo voleva. Ma proprio in quel momento spuntò fuori Julia:
- Scusatemi se vi interrompo, ma i fotografi vorrebbero scattare qualche foto di noi due insieme, Jess. Non è educato farli aspettare, no?
- Certo… - disse Jess leggermente imbarazzato – arrivo. Si scusò con Rory e si allontanò insieme a Julia verso un gruppetto di giornalisti e fotografi.
Rory rimase a guardare Julia e Jess che si mettevano in posa per le foto. Julia si avvicinò a Jess, lo abbracciò e, mentre i flash scattavano, lei, invece di guardare l’obiettivo, puntò i suoi occhi su Rory, come se volesse farle capire qual era il suo posto. Rory abbassò lo sguardo sul pavimento. Era ufficiale: era lei la sua ragazza, domani sarebbe persino uscita la foto sulle riviste. E nessuno più di lei poteva dar credito alla carta stampata. Si voltò di scatto e uscì dalla sala. Doveva andar via da lì.
Non voleva piangere, ma le lacrime venivano fuori da sole. Mentre cercava freneticamente la sua giacca, si imbattè in Lorelai.
- Tesoro, che succede?
- Niente mamma, niente d’importante.
- Deve esserlo se ti fa piangere così.
- No, è tutta colpa mia, sono una stupida, un’idiota, mi faccio sempre illusioni, come una bambina…
- Di cosa stai parlando, tesoro?
- Non mi va di parlarne adesso, ti dispiace mamma?
- D’accordo, come vuoi…
- Scusami, sono solo un po’ confusa…Potrei tornare a casa con te e Luke?
- Certo, ne sarò felice…qualche giorno a Stars Hollow ti farà bene.
Lorelai abbracciò la figlia e insieme si diressero verso l’uscita.