Jess e Rory

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settembrina07
view post Posted on 7/7/2008, 10:57




Ciao, non sono molto pratica di forum, ma avevo scritto questa breve fan fiction su
Jess e Rory, dopo la fine della serie, ed ero curiosa di sapere cosa ne pensavate.
Questa è la prima parte.


Rory picchiettava nervosamente la penna sul tavolo, fissando lo schermo bianco del suo computer.
La pagina era ancora immacolata, tranne che per l’intestazione: Intervista a Jess Mariano.
Non era riuscita a scrivere nemmeno una parola, ancora, neanche una breve nota biografica, niente…A proposito…avrebbe dovuto parlare anche di se stessa? Scacciò quel nuovo pensiero, molesto quasi quanto gli altri che le ronzavano nel cervello da un po’. Ma perché aveva accettato quell’incarico? Be’, perché rifiutarlo non sarebbe stato professionale… e lei era professionale. Il giornale dove lavorava non era il New York Times, d’accordo. Ma era contenta lo stesso. Dopo i due anni trascorsi in giro per gli Stati Uniti aveva accettato con gioia quel lavoro, contenta di potersi finalmente fermare stabilmente in una città. Il confronto con il mondo reale aveva ridimensionato le sue ambizioni. Non era stato un processo indolore, ma le aveva permesso di crescere, di vedere le cose in una prospettiva meno assolutista. E poi New York era piuttosto vicina a Stars Hollow, così poteva tornare a casa quasi tutti i fine settimana. E poi a New York…c’era Jess. In realtà non aveva mai preso in considerazione l’idea di chiamarlo, non ne aveva il coraggio. Dopo quello che era successo…Ancora arrossiva di vergogna, solo a pensarci…Come aveva potuto essere così sleale verso di lui? Usarlo come ripicca nei confronti di Logan…Un ragazzo che non ci aveva pensato due volte a scaricarla, appena qualche mese dopo, e che ormai era solo un ricordo sbiadito…E adesso c’era quell’intervista. Basta, doveva decidersi. La prima cosa da fare era prendere un appuntamento. Prese il telefono e compose un numero, mentre sentiva il cuore martellarle nel petto.
- Salve, qui è Rory Gilmore, del New York City Journal, vorrei parlare con Jess Mariano, per favore…


*****

La segretaria della casa editrice le aveva fissato un incontro per l’indomani mattina. Rory non aveva avuto bisogno di documentarsi molto: aveva sempre seguito la carriera di Jess sui giornali, come fosse diventato uno dei giovani scrittori più promettenti del paese e come avesse poi deciso di aprire una sua casa editrice. Era molto felice per lui, si meritava quel successo, dopo gli anni difficili dell’adolescenza. Era strano pensare che quel ragazzo ribelle e arrabbiato col mondo e il giovane artista che doveva incontrare oggi fossero la stessa persona.
Rory arrivò puntuale all’appuntamento. La segretaria all’ingresso le indicò una porta in fondo al corridoio. Rory sentiva l’ansia crescere ad ogni passo, ma cercava di mantenere la calma. Bussò. Una voce familiare le disse di entrare. Aprì la porta e si trovò davanti Jess, seduto a una scrivania dietro una montagna di libri e manoscritti. Pensò che non era cambiato affatto. Portava i capelli leggermente più corti, e aveva un aria più adulta, ma i suoi occhi, dolci e insieme impenetrabili, erano sempre gli stessi. Lui le sorrise e la paura svanì in un attimo.
- Rory, entra. Mi fa piacere vederti. È passato del tempo.
- Già. Anch’io sono contenta di vederti. E di scoprire che sei diventato un pezzo grosso!
- Be’, non è andata male neanche a te, mi sembra…Chi l’avrebbe mai detto che un giorno mi avresti intervistato…
- Sì, è una strana coincidenza.
- Del resto chi può conoscermi meglio di te… - le disse sollevando un sopracciglio.
- Forse è questo il motivo per cui mi hanno affidato l’intervista – scherzò, un poco imbarazzata - Vogliamo cominciare?
- Ti dispiace se facciamo l’intervista al bar qui accanto? Non ho ancora avuto il tempo di fare colazione e dopo magari facciamo quattro chiacchiere…
- D’accordo, come vuoi.
Lo seguì fuori dall’ufficio e insieme uscirono all’aperto. Sedettero a un tavolino accanto a una finestra, Rory ordinò un caffè, Jess cappuccino e ciambella. Parlarono fitto per una buona mezz’ora, della carriera di Jess, dei suoi libri, della casa editrice…Rory cercò accuratamente di evitare ogni domanda personale. Fu Jess a farglielo notare.
- Non mi chiedi niente della mia vita sentimentale? - chiese ironico.
- Be’…- esitò. – Non mi sembrava il caso di farti domande del genere. Sei sempre stato molto riservato.
- Per te potrei fare un’eccezione… - disse sullo stesso tono, tra il canzonatorio e il misterioso, guardandola fisso negli occhi. Rory arrossì. – Dai, scherzo.
- No, mi interessa invece – disse Rory decidendo di passare al contrattacco. Non voleva farsi intimidire. – Hai fatto molte conquiste da quando sei diventato famoso?
Lui rise. – No, non direi. Ho una ragazza fissa già da un po’. Si chiama Julia.
- Be’, è fantastico…Vi sposerete presto?? – disse Rory imitando il tono ironico di lui.
- No, no, macché, credo di essere allergico al matrimonio…Ma stiamo bene insieme – aggiunse facendosi serio. – E tu? Stai ancora con…
- Logan? No…Storia lunga e dolorosa. Non lo sento da più di due anni, è un capitolo definitivamente chiuso.
- Non posso dire che mi dispiaccia…Era un vero asino. Non capisco come facevi a stare con lui!
- Errori di gioventù…Se penso al tipo con cui stavo prima…quello sì che era un disastro! – fece con aria impertinente. Jess finse di offendersi e le tirò un tovagliolo in faccia, lei glielo restituì e scoppiarono entrambi a ridere. Un momento dopo uscivano dal bar chiacchierando spensierati, come se i brutti ricordi fossero stati cancellati di colpo.


 
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settembrina07
view post Posted on 7/7/2008, 16:29




Rory era alla sua scrivania, intenta a leggere il giornale appena uscito con la sua intervista. Era piuttosto soddisfatta del suo lavoro, nonostante i timori dei giorni precedenti. Stava appunto ripensando all’incontro con Jess, a come era stato facile recuperare la confidenza di un tempo, senza per questo tirare di nuovo in ballo vecchi sentimenti, quando Susan, una sua collega, la interruppe.
- Allora? Soddisfatta dell’intervista?
- Bè, non posso lamentarmi…
- Non sai quanto ti invidio, l’avrei voluto io quell’incarico! Adoro Jess Mariano! È talmente sexy! Non mi hai ancora raccontato niente dell’incontro!
- Susan, mi meraviglio di te! Non è un atteggiamento professionale, il tuo! – disse Rory ridendo.
- Su, togliti quell’aria da maestrina…Scommetto che piace anche a te…Anzi direi che è proprio il tuo tipo! Bello e dannato…
Rory arrossì. A volte la sua amica sembrava dotata di poteri paranormali. Dal momento che non riceveva risposta, Susan pensò di aver colpito nel segno.
- Ah, allora ho ragione! Ti piace! Avanti, raccontami, com’é? Su, non tenermi sulle spine. Ti dico solo che tutte, qui in redazione, avrebbero preso volentieri il tuo posto!
- E io glielo avrei volentieri ceduto!
- Che vuoi dire?
- Susan…io Jess lo conoscevo già! E anche molto bene…Uscivamo insieme al liceo…
- Cooosaa? Ma questo è lo scoop del secolo! Avresti dovuto parlarne, nella tua intervista. Sarebbe stata molto più succosa!
- Già, peccato che noi non lavoriamo per una rivista di gossip. Anzi ti prego di non dirlo in giro…Qualcuno potrebbe farsi idee sbagliate.
- E ce ne sarebbe motivo?
- Certo che no!
- Va bene, va bene…- acconsentì Susan, guardandola ironica – Però…se non ti interessa più, potresti almeno presentarmelo??
- Susan!
- Ok, ho capito, torno al lavoro! Povera me, mantenere un segreto del genere!
Susan uscì e Rory tirò un sospiro di sollievo. Si chiese se aveva fatto bene a confidarsi con la sua amica…Ma sì, tanto probabilmente non avrebbe più rivisto Jess, non ci sarebbe stato un seguito e Susan avrebbe presto dimenticato la faccenda. Mise da parte il giornale e si rimise al lavoro.
Aveva appena ritrovato la concentrazione che venne di nuovo interrotta.
- Rory, ti disturbo?
- No, prego direttore si accomodi.
- Non ti farò perdere molto tempo. Innanzitutto volevo farti i complimenti per l’intervista a Jess Mariano, era molto interessante.
- La ringrazio.
- Purtroppo devo anche dirti che dovresti rivedere l’ultimo pezzo che hai consegnato. Non è abbastanza approfondito. Credi di farcela per domani?
- Domani? Ma stavo già lavorando a un’altra cosa.
- Ci serve per domani, purtroppo. Se vuoi posso affidarlo a qualcun altro.
- No, certo che no. Posso occuparmi di entrambe le cose…
- Molto bene. Sai, è importante dare il massimo all’inizio…
- Lo so bene. Non si preoccupi direttore.
Accidenti, non ci voleva. Aveva un altro articolo da finire per domani e c’era ancora molto da fare. Si buttò nel lavoro a capofitto, ma non riuscì a finire. Alle otto spense tutto e decise di continuare a casa. Ultimamente lavorava troppo, pensò mentre afferrava computer e appunti e li infilava nella borsa. Non ricordava da quanto tempo non si concedeva una serata divertente o usciva con un ragazzo. Era a New York già da tre mesi, ma non aveva fatto molte conoscenze, a parte i colleghi. E poi doveva darsi da fare se voleva conquistarsi un posto al giornale. In fondo era l’ultima arrivata.
In genere prendeva l’autobus per tornare a casa, ma quella sera decise di fare una passeggiata, non faceva molto freddo. Il giornale non era poi così distante dal suo appartamento. Si fermò sul ciglio della strada per aspettare che scattasse il verde e attraversare, quando si accorse di essere nei paraggi della casa editrice di Jess. Quasi automaticamente le venne di guardare se ci fosse ancora qualcuno dentro. Era tutto spento. Del resto erano le otto passate, vide sull’orologio che lampeggiava sopra l’insegna di un negozio. Sospirò. La prospettiva di tornare a casa, cenare da sola e rimettersi a lavorare non era delle più allettanti. Sì, quella sera era proprio di cattivo umore. Era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse che il semaforo era già scattato. Si mise a correre sperando di farcela lo stesso, ma il cellulare le scivolò dalla tasca, rimbalzò sull’asfalto e la batteria venne sbalzata fuori.
Non poteva lasciarlo lì, c’era tutta la sua vita in quel cellulare! Si precipitò a recuperarne i pezzi, ma il segnale pedonale era già rosso da un pezzo. Mentre era china vide una macchina avvicinarsi in corsa verso di lei. Si fermerà. Si fermerà. Accidenti non si ferma! Non mi ha visto! pensò Rory paralizzata dal terrore, quando sentì come una folata di vento passarle accanto e poi qualcuno che la afferrava per il polso trascinandola via. Lei lasciò cadere il cellulare che andò in mille pezzi e, senza rendersene conto, si ritrovò dall’altra parte del marciapiede, tra le braccia di qualcuno che le stava parlando.
- Tutto bene? Ma sei impazzita, cosa credevi di fare?
Una voce familiare. Sollevò il viso e vide Jess che la guardava preoccupato.
- Allora? Sei già così stufa di New York da buttarti sotto le macchine? – le disse per smorzare un po’ la tensione.
- Jess! G-grazie, è c-che non mi ero accorta…ero distratta… – Si accorse che la stava ancora tenendo tra le braccia, arrossì violentemente e si scostò da lui.
- Non preoccuparti. L’importante è che stai bene – le disse sollevato.
- Sì, grazie. Ma il mio cellulare è andato.
- Mi dispiace di non essere riuscito a salvare pure quello! – le disse scherzando.
- Bè, non ti sei impegnato abbastanza - ribattè cercando di imitare il suo tono, senza riuscirci troppo bene. Doveva calmarsi, cercare di respirare regolarmente. Jess si accorse della sua agitazione e la guidò dolcemente verso una panchina per farla sedere.
- Non preoccuparti per me…sto bene. Piuttosto che ci fai da queste parti? Eri ancora al lavoro?
- In realtà ero andato via…ma poi sono tornato indietro per prendere una cosa che avevo dimenticato…per fortuna!
- Già, per fortuna!
- Andavi da quella parte? Perché anch’io devo fare la stessa strada. Posso accompagnarti.
- Ok, va bene.
Lui la prese per mano e si avviarono insieme verso casa. Camminarono in silenzio per un po’. Rory non poteva fare a meno di guardare la sua mano in quella di Jess, in preda a un tumulto di sentimenti strani e contrastanti. Lui invece sembrava perfettamente a suo agio. Forse aveva dimenticato che non erano più al liceo?
- Sai, stavo pensando… - disse a un certo punto – secondo la tradizione dei cavalieri medievali, se qualcuno ti salva la vita diventi automaticamente di sua proprietà, quindi in teoria da oggi in poi dovresti fare tutto quello che ti chiedo… – Si girò a guardarla con un sorrisetto obliquo e ironico.
- Certo Jess, sarei molto felice di essere la tua schiava se fossimo nel medioevo, ma purtroppo non è così. Dovrai accontentarti di un bel regalo, chessò, un pigiama nuovo?
- Bè, se proprio non puoi essere mia… - fece una pausa, il cuore di Rory accelerò i battiti, poi le sorrise – …mi accontenterò.
Di nuovo cadde un silenzio imbarazzato e Rory si chiedeva quanto mancasse per arrivare a casa, si sentiva confusa e stranamente intimidita. Eppure l’altro giorno avevano chiacchierato come due vecchi amici, senza pensieri, cosa le succedeva adesso? Forse era ancora un po’ scombussolata per via dell’incidente… sì, doveva essere così, non c’era nient’altro. Finalmente svoltarono nella strada dove abitava, e Rory vide il suo palazzo profilarsi in lontananza come un’ancora di salvezza.
- Bè io sono arrivata.
- Scherzi? Io abito nel palazzo di fronte!
Sembrava proprio che le sorprese non dovessero avere fine quella sera.
- Non posso crederci! E pensare che non ci siamo mai incontrati! – disse Rory stupita.
- Bè, questo è destino, Rory Gilmore…credo che ci vedremo molto spesso…
- Sarà un piacere.
- Buonanotte…e stai attenta quando attraversi la strada! – le diede un bacio frettoloso sulla guancia e se ne andò.
- Già…è proprio destino… - mormorò Rory mentre lo guardava sparire nel portone del palazzo di fronte.
 
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Erika172
view post Posted on 7/7/2008, 20:47




Oddio ma è bellissimo!!!!!!:D complimenti!!!!
 
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settembrina07
view post Posted on 8/7/2008, 10:21




Grazie mille! :) Oggi aggiungo qualche altra paginetta. ciao
 
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view post Posted on 8/7/2008, 12:05
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complimenti l'ho lettoieri sera sul tardi...sei bravissima!!!!!!!!!!!!!!!
mi sembrava di vederli sul serio...
dovevi scriverla tu la settima serie -.-
 
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settembrina07
view post Posted on 8/7/2008, 12:27




Ehi, grazie, quanti complimenti! ^_^ Comunque sarebbe davvero bello
poter scrivere una puntata finale come piace a noi e vederla realizzata!
Prima però dovrei trovare il numero di telefono di Milo Ventimiglia per proporgli
la cosa :lol:
Nel frattempo invio un'altra piccola parte di racconto...ciao ciao



Il giorno dopo Rory trovò Jess ad aspettarla sotto casa.
- Che ci fai qui?
- Pensavo che sarebbe stato gentile, come vicino di casa, portarti a fare colazione. Facciamo la strada insieme, ti va?
Da quel giorno presero l’abitudine di andare sempre al lavoro insieme. Si fermavano a fare colazione al solito bar, quello dove si erano visti la prima volta, poi le loro strade si dividevano. A volte Jess accompagnava Rory fino al giornale, nonostante le proteste di lei, e poi tornava indietro. Rory si sentiva felice, ma non sapeva bene perché. Diceva a se stessa che si trattava solo di una bella amicizia e basta. Del resto si vedevano solo di mattina, e mai nei fine settimana o altro. Si chiedeva come mai Jess non avesse mai accennato a presentarle la sua ragazza…se la loro amicizia fosse continuata, prima o poi sarebbe dovuto succedere, no? Anche se dentro di sé sperava di non doverla incontrare mai. Era un pensiero irrazionale, lo sapeva, lei e Jess erano solo amici, e le andava benissimo così.
Una mattina al bar vennero raggiunti dai soci di Jess, Alex e Matt. Furono sorpresi di vedere l’amico con una ragazza misteriosa e decisero di metterlo in mezzo.
- Ehi Jess, non ci presenti la tua amica?
Jess non sembrava affatto contento dell’intrusione, ma si sforzò di essere gentile: - Sì, certo. Lei è Rory Gilmore, del New York Daily Journal. Rory, questi sono Matt e Alex, i miei soci.
- Piacere – fece lei.
- Molto piacere – risposero i due ragazzi in coro, sedendosi al loro tavolo.
- Non mi pare di avervi invitato – disse Jess, semiserio.
- Dai, Jess, non mi pare giusto tenerti una ragazza così carina tutta per te. E poi tu sei già impegnato, o lo hai dimenticato? – fece Alex con l’intenzione di provocarlo.
- Sei spiritoso, Alex, come al solito.
- Rory, tu conosci Julia? – chiese Matt per rincarare la dose.
- No, non ho ancora avuto il piacere di conoscerla.
- Strano, Jess è il solito sbadato. Sai, con tutte le ragazze che gli ronzano attorno…
- È un vero rubacuori! – aggiunse Alex.
- Ragazzi, per favore! – Jess, sembrava divertirsi meno, adesso.
- Bè, non dovete preoccuparvi per me, ragazzi – disse Rory con impertinenza. – Io e Jess siamo già stati insieme, perciò non ho più bisogno di ronzargli intorno, ho superato quella fase. Ma voi due potreste almeno chiedergli se vi cede qualcuna delle sue ragazze, non credete? Visto che è già impegnato…
Jess la guardò e sorrise. Era sempre la stessa Rory, non aveva perso la spontaneità di un tempo. Alex e Matt invece si guardarono stupiti, poi scoppiarono a ridere.
- Complimenti, Rory, non capita spesso che questi due rimangano senza parole. Mi saresti molto utile anche in casa editrice… - disse Jess sarcastico.
- Jess ha ragione, direi che hai superato l’esame – fece Alex.
- Era un esame?
- Bé, non crederai che possiamo accettare nel nostro giro qualsiasi ochetta giri intorno a Jess!
- E da quando io farei parte del vostro giro?
- Da adesso. Anzi, visto che con Jess hai chiuso, credo che non gli dispiacerà se qualche volta ti invito a uscire – disse Alex.
Rory cercò automaticamente lo sguardo di Jess, ma lui guardava altrove, sembrava distratto. Subito si diede della sciocca per aver pensato di dovergli chiedere il permesso di accettare. Sorrise e rispose: - Certo, mi farebbe piacere.
- Fantastico. Allora...perchè non stasera stessa? Sei libera?
- Certo…va bene.
- Accidenti, sei stato più veloce, di me – fece Matt, con un aria tragicomica.
- Ehi, noi andiamo Jess, ti aspettiamo in redazione.
I ragazzi si alzarono, lasciando Rory e Jess, da soli.
- E così hai conosciuto Matt e Alex…
- Sono simpatici…
- Sì…a volte ci riescono – si interruppe. Poi come se ci avesse ripensato, aggiunse: - Allora…uscirai con Alex?
- Sì…non lo so…non dovrei?
- Certo…assolutamente…è un tipo a posto – Jess sembrava imbarazzato. – Adesso sarà meglio andare.
- Ok.
Uscirono dal bar, si salutarono e Rory proseguì verso il giornale. Aveva fatto bene ad accettare l’invito di Alex? Ma sì, era un mucchio di tempo che non usciva con un ragazzo. E poi Jess era impegnato, giusto? Credeva forse che avrebbe lasciato la sua ragazza per lei? Scacciò quel pensiero. Sarebbe uscita con Alex.


Quella sera Jess non tornò subito a casa. Voleva camminare un po’, aveva bisogno di riflettere.
La serata era fredda, si strinse la giacca addosso. Svoltò in una stradina secondaria, affiancata da due file di alberi, lontano dai rumori del traffico. Si sentiva meglio adesso. Ma non riusciva a smettere di pensare a lei. Gli dava fastidio l’idea che Rory uscisse con Alex. Non aveva senso, lo sapeva bene, lui non aveva più diritti su Rory. Allora perché si era ritrovato sotto casa sua, la mattina dopo l’incidente? Perché non ne aveva ancora parlato a Julia?
A forza di camminare era arrivato al porto. Si sedette su una panchina, contemplando il mare, e le luci delle navi attraccate ai moli. C’erano troppe questioni irrisolte tra lui e Rory. Tutta la loro storia era stata un ripetersi di equivoci , fraintendimenti, cose non dette e mai più risolte. Forse è per questo che non riusciva a staccarsi da lei, perché tutto sembrava ancora aperto, nessuno dei due aveva mai chiaramente pronunciato la parola “fine”. Non era un tipo che si ostinava a rimuginare sugli errori del passato, ma forse…Chiarire le cose, definire i ruoli…sarebbe servito a liberarsi definitivamente del pensiero di lei. Qualunque cosa provasse per Rory in quel momento, doveva essere troncata sul nascere. Non voleva più soffrire per lei. Ricominciare non aveva senso.
Si alzò dalla panchina e si incamminò verso casa. Ma non appena imboccò la sua strada, la vide. Lei e Alex. Cercò di ignorare la fitta di gelosia che gli stringeva il petto e rientrò in casa.



- Ciao Rory, come va?
La voce allegra di Susan distolse Rory dai suoi appunti. Sollevò la testa per salutare l’amica.
- Ciao Susan. Non mi lamento.
- Lo spero proprio. Ti ho visto arrivare in compagnia di tipo piuttosto interessante…
- Ah… credo che tu stia parlando di Alex. Usciamo insieme da qualche giorno. È un tipo simpatico.
- Uhm, non mi sembri entusiasta.
- è ancora troppo presto per fare previsioni.
- Sempre prudente, tu! Dove l’hai conosciuto?
- È un amico di Jess…Jess Mariano.
- Aaah, adesso lo chiami Jess…Siete di nuovo amici, eh? E magari provate ancora qualcosa l’uno per l’altra…Confessa! Magari è per questo che Alex ti lascia indifferente…è così?
- Uff, credo che tu abbia sbagliato lavoro, Susan, dovevi arruolarti in polizia. Negli interrogatori non ti batterebbe nessuno.
- È che tu sei sempre così abbottonata! Non ti sfugge mai un commento in più di quanto sarebbe ragionevole…Sei troppo saggia, Rory Gilmore, ma ogni tanto un bel colpo di testa non ti farebbe male.
- Ci penserò. Grazie per l’interessamento, ma ora devo proprio lavorare…
Si rimise al lavoro sui suoi appunti, considerando la discussione chiusa. Ma ormai il danno era fatto. Susan riusciva sempre a tirarle fuori i sentimenti più segreti. Che Jess provasse ancora qualcosa per lei? No, impossibile. Oltretutto negli ultimi giorni si erano visti pochissimo, sembrava che i loro orari non coincidessero più e la mattina al bar se la squagliava in tutta fretta lasciandola sola con Alex. Era da tanto che non parlavano più insieme da soli. Forse aveva ragione Susan. Doveva fare qualcosa. Decise di uscire prima e di passare in casa editrice. Per vedere Jess.

Rory esitava davanti all’ingresso, come la prima volta che era stata lì. Odiava che Jess la rendesse sempre così nervosa. E non ce n’era assolutamente motivo. Si decise, entrò e si imbattè subito in Alex.
- Rory, che sorpresa. Ti mancavo, dì la verità!
- Sì… certo… È così. – disse Rory imbarazzata Lui si chinò per baciarla, proprio nel momento esatto in cui Jess usciva dalla sua stanza. Il suo cuore perse un colpo e quasi spinse via Alex.
- C-ciao, Jess.
- Ciao – disse lui senza batter ciglio. Alle sue spalle si materializzò una ragazza. Bionda, carina, occhi vivaci.
- Rory, questa è Julia. Julia, ti presento Rory, una vecchia amica di Stars Hollow.
Rory restò immobile mentre Julia si faceva avanti per stringerle la mano. Di colpo si rese conto della sua maleducazione e si affrettò a porgerle la sua. Rossa di vergogna, lanciò un’occhiata veloce a Jess, che però aveva un’espressione impenetrabile. Era quanto mai contrariata. Non solo non sarebbe potuta tornare a casa insieme a Jess come aveva sperato, ma non era riuscita a parlare con lui nemmeno per un momento.
- Capiti a proposito Rory – disse Alex.
- Ah, sì? E perché? – rispose lei seccata. Non poteva pensare a un momento peggiore per presentarsi lì.
- Abbiamo appena ricevuto la notizia che il libro di Jess ha vinto il primo premio del New Yorker come miglior romanzo esordiente. È uno dei premi più importanti per un giovane scrittore.
Rory era senza parole. La sua personale delusione venne messa da parte per la felicità che gli dava quella notizia.
- Jess…è fantastico, sono così contenta per te! Del resto te lo sei meritato…
- Ti ringrazio – si limitò a dire Jess, ma i suoi occhi esprimevano una riconoscenza maggiore di quanto quelle parole non dicessero.
- Sabato prossimo ci sarà la cerimonia di premiazione, seguita da un ricevimento, vorrei che venissi anche tu – continuò Alex.
- Certo, con piacere.
- Oh, Alex, che vuoi che gli importi, è solo una barbosa cerimonia – disse Jess seccato.
- Una cerimonia dove dovrò essere presente anch’io e io, se permetti, porto chi voglio – rispose Alex.
- Alex ha ragione, perché dovrebbe venire da solo? E sono sicura che il ricevimento sarà interessante, soprattutto per una giornalista come te Rory – fece Julia. – Alex mi ha parlato di te, sembra entusiasta e anch’io vorrei conoscerti meglio. Potresti raccontarmi qualcosa di Jess ai tempi di Stars Hollow!
- Non so se gli converrebbe… - disse Rory guardando ironica Jess.
- Perfetto, vedo che iniziate già a coalizzarvi contro di me. Sarà meglio sparire. Vieni con me Alex, ho una cosa da dirti.
- Non importa tanto stavo andando via. Ci vediamo domani Alex. Ciao Jess, ciao Julia, piacere di averti conosciuto – e senza aggiungere altro Rory scappò via.
 
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Erika172
view post Posted on 8/7/2008, 14:21




uuuuuu ancoraaaaaa mamma mia mi sta piacendo così tanto,sei bravissima!!!anche la nostra Lor aveva scritto il "continuo" della settima serie,ma poi non ha scritot più niente...e a dir la verità anche tu Jj hai lasciato in sospeso il romanzo!!!tutti scrittori inconcludenti :P scherzo...dai a quando la prossima???ora?subito?adesso?
 
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ragazza gilmore
view post Posted on 8/7/2008, 16:57




:woot: :o: ma sei bravissima?!
ma che fai lavori, studi?!scrivere è un tuo hobby!?
complimenti davvero
 
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Erika172
view post Posted on 8/7/2008, 17:40




Voglio il seguitoooooooooooooo :D
 
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settembrina07
view post Posted on 8/7/2008, 18:32




Ciao a tutte,
innazitutto grazie per i complimenti, mi fate arrossire :shy.gif:
Per rispondere a Ragazza Gilmore, in realtà mi piace più leggere
che scrivere, ma quest'anno sono andata in fissa con le Gilmore Girls
(soprattutto la serie 2 e 3, come potrete capire...adoro Milo Ventimiglia!!! :wub: )
e mi sono scaricata tutte le puntate fino all'ultima serie , che però mi ha
lasciato un po' l'amaro in bocca...Speravo proprio che tornasse Jess!
E allora mi è venuta l'idea di questo racconto. Non è tanto lungo e comunque
l'ho quasi finito, devo solo sistemarlo un po'...Perciò ne metterò un po' ogni giorno. ciao ciao
Per erika: resisti fino a domani!! :)
 
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settembrina07
view post Posted on 9/7/2008, 10:10




Nuove pagine...enjoy! :)



I giorni scivolavano via lenti, senza troppi scossoni. Jess c’era, non c’era, stava con Julia…Lei e Alex continuavano a uscire insieme, anche se Rory non faceva che pensare a Jess. L’altra sera, dopo cinque lunghi giorni senza averlo neppure intravisto, si era messa alla finestra nella speranza di scorgerlo mentre tornava a casa. Infatti l’aveva visto…con Julia. Camminavano abbracciati. Vederli insieme la faceva star male. Si arrabbiava per questo. Non era giusto. Jess era felice con Julia, punto. Non pensava più a lei. Eppure aveva avuto l’impressione che, un attimo prima di entrare in casa, lui si girasse e guardasse verso la sua finestra. Naturalmente si era subito nascosta dietro la tenda, sentendosi un poco patetica. Aveva bisogno di fare chiarezza nei suoi sentimenti, e la prima cosa da fare era troncare con Alex. Le dispiaceva, ma si sentiva troppo confusa, non era pronta a impegnarsi con nessuno al momento. Gliel’avrebbe detto. Dopo la cerimonia. Non voleva rovinare una serata tanto gioiosa per tutti.
Una sera, mentre tornava a casa dopo il lavoro, vide Jess seduto sui gradini di casa sua. Sentì una stretta allo stomaco. La stava aspettando?
Lui la vide, si alzò : - Ciao.
- Ciao – rispose lei un po’imbarazzata. Non si ritrovavano così da soli da un bel po’ di tempo - Qualcosa non va? – aggiunse vedendo l’espressione tesa di Jess.
In realtà non era facile interpretare le sue emozioni, lui non le lasciava trasparire quasi mai. Rory però aveva imparato a riconoscere piccoli segnali: lo sguardo sfuggente, le labbra serrate, le mani ficcate nelle tasche dei pantaloni.
- Vorrei parlarti. Ti disturbo?
- Certo che no. Sali.
Era la prima volta che entrava nell’appartamento di Rory. Era esattamente come se l’era immaginato. Accogliente, allegro, zeppo di oggetti, vestiti, libri, distribuiti ovunque con finta casualità. Girasoli nel soggiorno, i suoi fiori preferiti. Jess si sedette su un divano rosso, lei andò a prendergli del caffè. Quando tornò lo trovò intento a leggere un suo articolo sul giornale del giorno.
- Dai, ti prego, non leggerlo adesso, mi metti in imbarazzo.
- Oggi non ho ancora avuto il tempo di leggerlo.
- Vuoi dire che leggi sempre i miei articoli?
- Certo.
- Dio. Non voglio sapere cosa ne pensi.
- D’accordo come vuoi – disse lui con un sorrisetto provocatorio, mettendo da parte il giornale.
- Bene – disse lei. Rimasero in silenzio per un po’. Poi non riuscì più a contenersi: – Del resto me lo diresti se non ti piacessero – disse con un po’ di ansia.
- Avevi detto che non volevi saperlo! – disse lui divertito.
- Ho cambiato idea.
- Va bene allora ti dirò…che sei brava, ma puoi fare di più.
- Di più? Come di più, in che senso?
- È solo una mia opinione naturalmente ma…credo che dovresti osare un po’ di più, rendere l’articolo più personale. A volte sei un po’ fredda.
- Accidenti se questa non è una critica...
- Non è niente che tu non sia capace di fare…ti sei offesa? – disse scrutandola.
- No, no.
- Ti sei offesa.
- Che dici…No. Fai bene a dirmelo. Non posso che imparare da te. I ruoli si sono invertiti. Non sei più tu ad aver bisogno di lezioni… - disse sorridendo a quel ricordo.
- Preferisco non ricordare quella serata… - fece lui distogliendo lo sguardo.
- Davvero? Io invece la ricordo con affetto…fino all’incidente, ovviamente! Però…è stata anche la prima volta in cui mi sono resa conto che iniziavi a piacermi…
Si morse le labbra, temendo di aver detto troppo. Come le era venuto in mente di tirare fuori quella vecchia storia? Jess si accorse della sua confusione e finse di non aver sentito.
- Io invece mi sono sentito malissimo…Sai non credo di avertelo mai detto, ma…mi dispiace di averti fatto soffrire…ero un ragazzino, testardo e confuso, non ero ancora pronto per un rapporto serio…
- Non devi scusarti…ce l’ho avuta a morte con te per un sacco di tempo…Non era solo mia madre che tirava freccette alla tua foto! – disse ridendo – Ma… dopo ho capito che non potevo farci niente…avevo l’esperienza di una ragazzina di diciassette anni, la mia vita era stata sempre facile e felice, non potevo capire le reazioni di un ragazzo come te…che ne aveva già passate tante…e di certo non potevo aiutarti a risolvere i tuoi problemi. Comunque devo dire che hai fatto molto meglio da solo!
- Niente affatto. Se non avessi incontrato te probabilmente adesso farei il commesso in qualche centro commerciale lungo l’autostrada. Tu eri la sola a credere nelle mie capacità…ma dovevo imparare a farlo anch’io…e dovevo farlo da solo.
- Lo so. E, visto che siamo in vena di ringraziamenti…Credo che non mi sarei mai laureata se non fossi arrivato tu a farmi una bella lavata di capo. Sei arrivato davvero al momento giusto.
- Già, però… - abbassò la voce – sembra che la nostra storia non abbia mai trovato il suo di momento…
Lei esitò. Erano pericolosamente vicini. Il suo cuore accelerò i battiti, l’avrebbe baciata? Il momento era perfetto, erano soli…invece Jess si allontanò di colpo, come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa, e cambiò bruscamente argomento:
- Sai, ho chiamato Luke. Mi ha detto che verrà alla cerimonia. Con tua madre.
Rory fece fatica a riprendere il tono disinvolto di prima, ma si sforzò: - Lo so già. Ho sentito mia madre. Mi sembrava entusiasta. Anche lei è molto contenta per te.
- I miei invece non verranno – aggiunse lui cupo - Credo che non gliene importi niente. Come al solito. Hanno il lavoro, la bambina, il viaggio è costoso…Tutte scuse. Sai, pensavo che i miei rapporti con loro sarebbero migliorati ora che non sono più un problema. Ma è tutto inutile. Mio padre si fa vedere solo quando ha bisogno di soldi. È tutto quello che mi posso aspettare da lui.
- Jess mi dispiace. Ma tu hai già un padre, ed è Luke. Lui non ti deluderà mai - ora capiva quegli occhi tristi. – E tua madre…vedrai che all’ultimo minuto verrà.
- Vorrei crederti. Del resto dovrei smetterla di farmi illusioni. Sono cresciuto, no?
- Sì, sei cresciuto – gli sorrise. Lui le restituì il sorriso e per un attimo rimasero in silenzio a fissarsi. Poi lei abbassò lo sguardo, lui si alzò.
- Sarà meglio che vada. Vorrei lavorare un po’al libro nuovo stasera.
- Instancabile, eh?
- Già. Allora…ci vediamo.
- Sì, ci vediamo – Lei lo accompagnò alla porta e prima che lui si girasse per andarsene lo prese per mano e gli diede un bacio sulla guancia. Poi chiuse in fretta la porta. Jess rimase immobile per un momento, guardando quella porta chiusa, con una mano sulla guancia. Poi scosse la testa, sorrise e cominciò a scendere le scale. Non sapeva perché, ma si sentiva più leggero.


- Mamma? Ciao sono Rory. Ascolta, avrei bisogno di un favore. Dovresti prestarmi un po’ di soldi, te li restituirò. Non preoccuparti, va tutto bene. Ti spiegherò tutto. Avrei anche bisogno del numero di telefono della madre e del padre di Jess…


Rory aveva provato perlomeno cinque vestiti prima di decidere cosa mettersi per il ricevimento. Alla fine aveva deciso per quello azzurro cielo, che era un po’ scollato, ma le metteva in risalto gli occhi. Si stava preparando con più cura del solito quella sera, e non per Alex. Si sentiva stranamente felice, euforica, come se qualcosa di meraviglioso dovesse succederle. Non aveva dimenticato Julia…ma non poteva fare a meno di pensare che Jess era venuto da lei quella sera, si era confidato con lei. Voleva pur dire qualcosa, no?
Quando lei e Alex entrarono nella sala della cerimonia, Jess e Julia erano già arrivati. Nel vederla, così elegante e carina, aggrappata al braccio di Jess, la sua sicurezza cominciò a vacillare. Ma quando Jess si girò e la vide, le sorrise in un modo talmente eloquente che lei si dimenticò di tutto: di Alex, di Julia, della gente che avevano intorno, e rimasero loro due soli, a fissarsi e lo sguardo di Jess voleva dire: Sei bellissima. A Julia non sfuggì quello sguardo.
Si avvicinarono, si salutarono: - Ehi, non ti avevo mai visto così elegante. Fa un certo effetto! – disse Rory ridendo.
- Negativo o positivo?
- Positivo direi…
- Bè, sai, ho scelto io il vestito per Jess… Le ragazze servono anche a questo no? – disse Julia mettendosi in mezzo.
- Certo…complimenti hai buon gusto – disse Rory punta sul vivo.
Vennero interrotti dall’arrivo di Luke e Lorelai, insieme alla madre e al padre di Jess. Fu una sorpresa per lui. Jess abbracciò sua madre e strinse la mano al padre. I loro rapporti erano sempre piuttosto formali, ma Rory sapeva che, dentro di sé, Jess era felice. Era una sorta di rivincita, per lui, vedere lì i suoi genitori. Quello era il suo giorno e doveva goderselo appieno.
La cerimonia iniziò, loro presero posto. Quando venne chiamato il nome di Jess Mariano, e lui salì sul palco, Rory sentì un groppo in gola. Jess prese il premio, ringraziò, fece un discorso piuttosto breve e conciso, come era nel suo stile, e lei si sentì piena d’orgoglio. Prima di scendere dal palco tra gli applausi, lui la cercò con lo sguardo e le dedicò quel momento. Rory si accorse che stava piangendo solo quando sua madre le porse il fazzoletto. Si sentì una stupida e sperò che nessun altro se ne fosse accorto. Vide Alex che si sbracciava ad applaudire, e fu sicura che non aveva fatto caso a lei. Ma Julia, seduta qualche fila più avanti, si voltava spesso a guardarla. Sospirò. Non era così che si era immaginata la serata. Ma del resto cosa poteva aspettarsi? Che Jess improvvisamente mollasse la sua ragazza e corresse da lei? Che dimenticasse tutte le volte in cui lei le aveva detto di no? Era solo una buona amica per lui e sarebbe rimasta tale.
Dopo la cerimonia, Jess fu placcato da fotografi, giornalisti, gente che voleva congratularsi. Lo vide parlottare anche con Luke e i suoi. Rory decise di starsene un po’ in disparte, di aspettare che la marea passasse. Alex, vedendola tutta sola, la raggiunse:
- Ehi, cos’è quel visetto triste?
- Alex, ho bisogno di parlarti – disse seria.
Si allontanarono dalla folla, cercando un angolino appartato, e Rory gli spiegò tutto.
- Mi dispiace – disse.
- Non preoccuparti. Del resto non ci eravamo fatti promesse o altro…E poi…mi sembra abbastanza evidente, no?
- Cosa?
- Che voi due vi piacete ancora. Che la vostra storia non è finita.
- Non credo che questo valga per Jess.
- Oh, sì, soprattutto per lui…fidati – disse con un sorriso amaro.
Sentirono la musica provenire dalla sala. La festa era cominciata.
- Spero comunque che non mi negherai l’ultimo ballo…-
- Certo che no – disse lei porgendogli la mano e avviandosi verso il centro della sala.
Rory vide che anche sua madre e Luke stavano ballando. Dopo li avrebbe raggiunti, non aveva ancora avuto modo di parlare con loro. Ad un tratto vide avvicinarsi Jess.
- Posso rubarti la tua dama per un attimo? – chiese ad Alex, tra il serio e il canzonatorio.
- Certamente…è tutta tua – rispose Alex senza sorridere, lanciando uno sguardo significativo a Rory.
- Ehi, credo che Alex sia realmente in pericolo con te. Non mi sembrava molto contento di lasciarti andare.
- Io e Alex abbiamo rotto.
- Davvero? E perché? – chiese sinceramente stupito.
- Sai…è difficile spiegare certe cose – rispose Rory evasiva.
- Capito… - disse e si interruppe. Ballarono in silenzio per un poco, entrambi imbarazzati, poi lui sembrò fare uno sforzo per parlare: - Ascolta…so quello che hai fatto per i miei. La compagna di mio padre se l’è lasciato sfuggire…Volevo dirti che…l’ho apprezzato molto. Ma naturalmente ti restituirò tutto.
Rory era arrossita fino alla radice dei capelli, sentendosi scoperta. – Ma no, Jess, non voglio. Era il mio regalo…Accidenti, pensavo di poter contare di più sulla discrezione dei tuoi…
- Rory…è stata una cosa splendida…davvero. Ma perché l’hai fatto? – chiese scrutandola.
- Io…non ho fatto davvero nulla di…
- Perché l’hai fatto? – la pressò Jess.
- Io…perché…volevo che oggi fossi felice – disse senza guardarlo negli occhi.
Rimasero in silenzio per un po’. Lei non riusciva ad alzare lo sguardo su di lui, ma sentiva i suoi occhi addosso, e ancora quella strana sensazione che provava ogni volta che Jess la guardava, come se una cascata di raggi di sole la illuminasse tutta e le desse calore. Lui le sollevò il mento con la mano, costringendola a guardarlo e lì il tempo si fermò. Avrebbe voluto baciarlo e sentiva che anche lui lo voleva. Ma proprio in quel momento spuntò fuori Julia:
- Scusatemi se vi interrompo, ma i fotografi vorrebbero scattare qualche foto di noi due insieme, Jess. Non è educato farli aspettare, no?
- Certo… - disse Jess leggermente imbarazzato – arrivo. Si scusò con Rory e si allontanò insieme a Julia verso un gruppetto di giornalisti e fotografi.
Rory rimase a guardare Julia e Jess che si mettevano in posa per le foto. Julia si avvicinò a Jess, lo abbracciò e, mentre i flash scattavano, lei, invece di guardare l’obiettivo, puntò i suoi occhi su Rory, come se volesse farle capire qual era il suo posto. Rory abbassò lo sguardo sul pavimento. Era ufficiale: era lei la sua ragazza, domani sarebbe persino uscita la foto sulle riviste. E nessuno più di lei poteva dar credito alla carta stampata. Si voltò di scatto e uscì dalla sala. Doveva andar via da lì.
Non voleva piangere, ma le lacrime venivano fuori da sole. Mentre cercava freneticamente la sua giacca, si imbattè in Lorelai.
- Tesoro, che succede?
- Niente mamma, niente d’importante.
- Deve esserlo se ti fa piangere così.
- No, è tutta colpa mia, sono una stupida, un’idiota, mi faccio sempre illusioni, come una bambina…
- Di cosa stai parlando, tesoro?
- Non mi va di parlarne adesso, ti dispiace mamma?
- D’accordo, come vuoi…
- Scusami, sono solo un po’ confusa…Potrei tornare a casa con te e Luke?
- Certo, ne sarò felice…qualche giorno a Stars Hollow ti farà bene.
Lorelai abbracciò la figlia e insieme si diressero verso l’uscita.
 
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Erika172
view post Posted on 9/7/2008, 11:46




Uhuhuhuh :sarcasticclap.gif: bellissimo!!!!!!ma si uffa...mo posso aspettare fino a domani per il seguito???che pizza!!!
 
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settembrina07
view post Posted on 9/7/2008, 16:07




Oggi avevo più tempo... :)



Rory era a Stars Hollow già da tre giorni, e si era già riabituata al ritmo lento e pacifico del paesino. Andava a fare colazione da Luke, faceva la spesa da Taylor, scambiava quattro chiacchiere con Miss Patty o Kirk, andava a trovare Lane. L’ amica era quella che le mancava di più a New York. Si chiamavano spesso, ma non era più la stessa cosa. Così, in quei pochi giorni di vacanza che si era concessa, passava a trovarla spessissimo. E insieme discutevano di una sola cosa: Jess.
- Allora, ha chiamato? – chiese Lane come faceva ogni giorno.
- No, neppure uno squillo – disse Rory delusa. Dalla sera del ricevimento non aveva più recuperato del tutto il suo buonumore. Anzi, ogni giorno che passava senza avere notizie di Jess non faceva che peggiorare la situazione.
- Io quel ragazzo proprio non lo capisco…Come fa a non rendersi conto che tu sei la cosa migliore che gli sia capitata…
- Non è così semplice Lane…c’è un’altra ragazza. Stanno insieme da un bel po’ di tempo, non è una cosa che si può troncare da un giorno all’altro – disse, più per convincere se stessa che altro.
- Allora perché non lo chiami tu?
- Non voglio forzare le cose. È lui che deve prendere una decisione. Io la mia l’ho già presa.
- Allora…sei davvero innamorata di lui?
- Credo di sì…sai…per nessuno ho mai provato dei sentimenti così forti…quando l’ho rincontrato…è stato come se il tempo non fosse mai trascorso…
- Però all’inizio avevi preferito Logan…ricordi?
- Quella era una situazione completamente diversa…Dovevo laurearmi, trovare un lavoro, avevo un sacco di cose per la testa…non sarei mai riuscita a trovare la forza per buttarmi in una storia con Jess…Logan rappresentava la sicurezza, ed era quello che mi serviva in quel momento. Non è che non mi sentissi attratta da Jess…anzi…se ripenso a quel bacio…wow. Ma avevo paura.
- Come adesso…Non fartelo sfuggire di nuovo Rory…
Rory non rispose, ma più tardi nella sua vecchia cameretta di Stars Hollow, ripensò alle parole di Lane. Aveva paura? Forse sì. In fondo, non aveva fatto che scappare fino ad ora. Forse…forse lui aspettava una sua mossa…magari era confuso anche lui, come lei. Non faceva che oscillare tra delusioni e speranze, era davvero estenuante. Ma come poteva dimenticare quel momento al ballo…era sicura che, se non fosse arrivata Julia, si sarebbero baciati. Ma poi l’insicurezza rispuntava sempre fuori. Basta, decise che domani stesso sarebbe tornata a New York. Per affrontare Jess.


Era stato difficile chiudere con Julia. Ma non se la sentiva più di mentire a se stesso. E a lei. Comunque fosse andata tra lui e Rory, non poteva ignorare quello che aveva provato la sera del ricevimento. Era Rory, non c’era altro da dire. Sperava che stavolta, dopo tanto rincorrersi, sarebbero riusciti a stare insieme sul serio. Ogni sera spiava le finestre dell’appartamento di Rory, aspettando il suo ritorno. Ogni sera resisteva all’impulso di chiamarla. Non voleva forzare le cose, rischiare di fare lo stesso errore di quando si era presentato al campus, quella sera, obbligandola a fare una scelta impossibile. Ma aspettare era difficile…



Rory arrivò a casa trafelata. Aveva fatto una corsa dalla stazione dell’autobus, non vedeva l’ora di correre da Jess, spiegargli tutto. Entrò in casa, buttò il borsone per terra e si ficcò in bagno per rinfrescarsi un po’. Si cambiò dieci volte, si legò i capelli, li slegò, alla fine decise di tenerli sciolti. Afferrò una borsa, la giacca, aprì la porta e si trovò davanti…Logan. Rimase senza parole.
- Ehi, Scheggia…non mi fai entrare?



Seduti sul divanetto con una tazza di tè in mano, Logan e Rory erano entrambi piuttosto imbarazzati. Rory si sentiva incredibilmente a disagio, quella visita improvvisa l’aveva scombussolata. Parlavano del più e del meno, del lavoro, dei progetti, girando sempre intorno alla domanda principale: Perché era tornato?
- Perché sei tornato? – riuscì infine a mormorare Rory.
- Perché mi mancavi – disse lui serio.
- Figuriamoci! Non credo proprio che tu abbia resistito da solo per questi due anni.
- Che vuol dire? Adesso sono tornato da te. Sempre che tu mi voglia ancora… - la scrutò per cercare di intuire i suoi pensieri. – Stai con qualcuno?
- Sì…no…non lo so…Logan è complicato per me. è passato tanto tempo, ho cercato di dimenticarti, e adesso sei qui e vuoi una risposta, ma io non posso dartela…
- Non ti chiedo di decidere subito…lo capisco. Però…potremmo cominciare a uscire di nuovo insieme…adesso vivo anch’io qui a New York. Non c’è più il problema della distanza…
- Non so se è quello che voglio…Ho bisogno di tempo…
Non riuscì neanche a terminare la frase che Logan la baciò. Lei ricambiò il bacio all’inizio, poi lo respinse. No, doveva andarsene da lì, schiarirsi le idee o non ne sarebbe più venuta a capo.
Qualcuno suonò alla porta. Rory fu felice di quell’interruzione. Ma quando aprì cambiò subito idea. Era Jess.
- Ciao…
- Jess…
- Posso entrare?
Logan si fece avanti.
- Ah, guarda chi si vede… - disse con un sorriso amaro. E poi rivolto a Rory: - Allora stai con lui…
- Io…
Jess guardò Logan, poi Rory, sempre più confusa. Sorrise come per dire “Me l’aspettavo”, poi si voltò e se ne andò. Dopo un attimo d’incertezza Rory gli corse dietro.
- Jess! Jess, fermati ti prego.
Lo seguì in strada, continuando a chiamarlo. Poi di colpo lui si girò.
- Jess…è venuto oggi all’improvviso…non sapevo neanche che fosse a NY…
- Non hai nessun bisogno di giustificarti…in fondo noi non stiamo insieme…ma se dovessi servirti per ingelosirlo, in futuro, sono sempre disponibile.
- Adesso sei ingiusto, non credere che io sia contenta della situazione…
- Uscirai con lui?
- Cosa?
- Mi hai sentito, uscirai con lui?
- Io… non lo so, è successo tutto così in fretta…Ho bisogno di tempo per pensarci…
- Certo, del resto è sempre stato il tuo tipo… ricco, biondo, con una bella macchina, il sogno di ogni ragazza…
- Ma non il mio, lo sai bene!
- No…non lo so più…Pensavo di conoscerti, ma mi sbagliavo…
- Io invece ti conosco benissimo – disse lei piccata. – E forse è per quello che non mi fido più di te!
Le parole le sfuggirono di bocca prima che potesse capire cosa stava dicendo. Era tutto lì allora. Lane, Susan…avevano ragione loro, aveva paura. Non lo aveva mai dimenticato, ma non aveva dimenticato nemmeno quanto aveva sofferto per lui. Jess non disse una parola. Le voltò le spalle e se ne andò senza salutarla.
 
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Erika172
view post Posted on 9/7/2008, 21:30




:sarcasticclap.gif: bellissimo....anche se Logan mi sta proprio antipatico quindi preferirei sparisse -_- :lol.gif:
 
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settembrina07
view post Posted on 10/7/2008, 11:03




Rory quella notte non riuscì a dormire. Non faceva che rimuginare su quello che era appena successo, girandosi e rigirandosi nel letto. Così si alzò e decise di andare a fare quattro passi. Magari si sarebbe calmata, pensò. Era una notte chiara e fredda. La luna brillava limpida in quel cielo blu di velluto. Ma i consigli non piovono dal cielo, pensò col naso all’insù. Camminò a lungo, senza meta, pensando a Logan e Jess, mettendoli a confronto. Con Logan erano stati insieme tanto tempo…in fondo stava quasi per sposarlo! Chissà, forse l’avrebbe anche fatto se avessero lavorato entrambi nella stessa città… Solo che…Adesso sentiva che non c’era più niente da aggiungere alla loro storia. Logan non aveva segreti per lei, sapeva cosa aspettarsi da lui, cosa poteva darle e cosa no. Con Jess invece non aveva mai avuto una vera possibilità. La loro storia era rimasta tronca, senza un finale chiaro…erano dei ragazzini in fondo. E poi Jess era sempre stato un mistero…anche adesso. Era questo che l’attraeva di più in lui. Logan era la sicurezza. Ma Jess era la passione. Rabbrividì e si strinse la giacca addosso. Si era alzato un vento tagliente. Avrebbe fatto meglio a rientrare.


E l’indomani Rory si svegliò con un terribile raffreddore. Saltare il lavoro neanche a parlarne, aveva un mucchio di cose da fare. Si preparò senza troppa convinzione e uscì.
Arrivata al lavoro venne raggiunta da una Susan più frizzante del solito. Doveva comunicarle una grossa novità.
- Indovina? Sto uscendo con un ragazzo – le disse raggiante.
- Fantastico, sono contenta per te – tagliò corto Rory. Non si sentiva molto in vena di confidenze.
- Bè? Non mi chiedi niente? – la pungolò l’amica. Rory capì che Susan aveva voglia di parlare. Decise di darle corda altrimenti non se ne sarebbe più liberata.
- Hai ragione, scusa. Allora, lo conosco?
- Credo proprio di sì…
- Qualcuno del giornale?
- Ma no! Dai vabè, te lo dico…è Alex!
- Alex? – fece Rory sorpresa.
- Sì, bè…non ti dispiace, spero. So che non ti interessava più… - fece Susan con un po’ di esitazione.
- Ma sì, certo, non preoccuparti…Ero solo sorpresa…Ma dove vi siete conosciuti?
- Alla presentazione di un libro. Lui si ricordava di me…sai, a volte ci siamo incrociati quando veniva a prenderti al giornale…Così abbiamo iniziato a parlare, di te più che altro…E ricordo che lui mi disse che tra voi non aveva funzionato…perché eri interessata a qualcun altro… - e accompagnò le ultime parole con un espressione molto significativa. Rory avvampò e tacque. L’amica non si scoraggiò.
- Comunque, stasera usciremo insieme, siamo già al terzo appuntamento! All’inizio temevo che mi usasse solo per dimenticarti…ma ora sono davvero convinta di piacergli. Tu che ne pensi?
- Non so…certo, Alex è una persona fantastica, non ti prenderebbe mai in giro. Credo che vi troverete bene insieme…Anzi ne sono sicura!
Susan , sembrò soddisfatta. Salutò l’amica e se ne andò, lasciando Rory sola con i propri pensieri. Era così evidente che le piaceva Jess? Ma allora perché non riusciva a decidersi? Era diventato tutto così complicato da quando era tornato Logan. Gli aveva promesso che sarebbero usciti quella sera, ma non si sentiva affatto bene. L’avrebbe chiamato per rimandare. In passato gli avrebbe chiesto di venire a casa a farle compagnia…ma non aveva più la confidenza di un tempo…e voleva andarci coi piedi di piombo, tanto più che la situazione era così confusa.
Dopo una stancante giornata di lavoro, Rory chiuse il computer e uscì, chiedendosi come avrebbe fatto ad arrivare fino a casa. All’ingresso incontrò Alex e Susan.
- Ehi Rory – la salutò Alex.
- Ciao…Susan mi ha raccontato tutto…sono molto felice per voi…
- Grazie. È un po’ che non ti vediamo in casa editrice. Va tutto bene? – disse lanciandole uno sguardo indagatore.
- S-sì, certo. Perché non dovrebbe?
- Bè, dopo che Jess e Julia si sono lasciati, credevo…
- Cosa? Si sono lasciati? – esclamò Rory sbalordita.
- Non lo sapevi? Strano…eppure pensavo…No, scusa, questi non sono affari miei – concluse vedendo Rory sempre più confusa.
- No. Non ne sapevo nulla – rispose lei, come se parlasse a se stessa.
- Comunque… stasera dovrebbe raggiungerci anche lui con altri amici. Perché non vieni pure tu? – le disse per riparare alla gaffe.
- No, grazie non mi sento molto bene. Credo di avere il raffreddore. Ma voi divertitevi, mi raccomando. A domani.
Salutò in fretta i due amici e se ne andò, voleva stare da sola. L’aveva lasciata…forse per lei? Non osava sperarlo. Anche perché altrimenti gliel’avrebbe detto, no? Invece l’aveva tenuto nascosto… probabilmente perché non voleva che lei si facesse illusioni…Certo, che stupida. Doveva smettere di pensarci. Eppure…perché si era arrabbiato tanto quando aveva visto Logan? Non ci capiva più niente. Era sempre stato così tra loro, sempre tutto difficile, misterioso…Jess non le parlava quasi mai dei suoi sentimenti, e in questo non era cambiato. Si sentiva stanca. Non vedeva l’ora di arrivare a casa e ficcarsi a letto. Prese un autobus al volo e dopo dieci minuti era nel suo appartamento. Lasciò cadere tutto per terra, borsa, cappotto, sciarpa, si spogliò in fretta e si infilò a letto. Avrebbe dovuto prendere almeno un’aspirina, ma chissà dov’erano, cercarle era troppo faticoso. Pazienza, gli sarebbe passata comunque. In quel momento sentì suonare alla porta. Chi poteva essere? Non aspettava nessuno. Forse qualche vicino rompiscatole. Per niente al mondo si sarebbe alzata ad aprire. Il campanello era diventato insistente adesso. Chissà…forse il palazzo andava a fuoco e qualcuno cercava disperatamente di avvertirla? Quel pensiero le diede la forza di alzarsi, si buttò una coperta sulle spalle e andò ad aprire.
- Jess!
- Ciao…Alex mi ha detto che non stavi bene…
- Alex è un chiacchierone.
- Mi fai entrare?
- Ma sì…certo… - solo in quel momento Rory realizzò che era in pigiama e che doveva avere un aspetto orribile. Si avvolse la coperta intorno alla vita e tornò a letto quasi di corsa. Jess la seguì.
- Allora…come stai?
- Benone…è solo uno stupido raffreddore…
Lui si sedette sul letto e le poggiò una mano sulla fronte. Rory si sentiva scottare, e non per la febbre.
- Non avresti dovuto andartene in giro con quel freddo ieri sera – le disse.
Rory arrossì. Non pensava di essere spiata! Cercò una giustificazione plausibile, ma non la trovò. Il ricordo di come si erano lasciati la sera prima non l’aiutava certo a trovare le parole giuste da dire. Riuscì soltanto a balbettare:
- Jess…mi dispiace per ieri.
- Non importa. – rispose lui e cambiò in fretta discorso - Hai preso qualcosa? Hai mangiato?
- Né l’uno e né l’altro. Le aspirine ce l’ho…da qualche parte…in bagno oppure…in cucina…
- Ho capito. Rilassati, ci penso io – Le sistemò le coperte, si alzò e sparì nell’altra stanza.
Nonostante il mal di testa e la febbre Rory si sentiva felice. Quella sera aveva Jess tutto per sé.


Poi sparì di nuovo. Rory non cercava più di capirlo. Insomma, perché era gentile con lei se poi non si faceva più vedere? Era stato lì con lei tutta la sera, l’aveva coccolata e poi…più niente. Era diventato più sfuggente che mai. L’altro giorno lo aveva incrociato mentre usciva di casa, ma a parte chiederle se si sentiva meglio non le aveva detto altro ed era scappato via come se avesse fretta di liberarsi di lei. Era stufa, stufa! E in tutto ciò la corte di Logan si faceva sempre più pressante. Non voleva credere che Jess si stesse facendo da parte per Logan. Non era proprio il tipo, non lo era mai stato: se voleva una cosa se la prendeva. Rory non sapeva più cosa pensare, ma si disse che aspettare Jess per sempre non aveva senso. Ricominciò a frequentarsi con Logan. Lui era in splendida forma, sembrava il ragazzo scanzonato che aveva conosciuto all’università. La portava nei migliori ristoranti, le regalava fiori e cioccolatini, sembrava deciso a riconquistarla. Si erano baciati già la prima sera. Lei aveva ricambiato, anche se non ritrovava il brivido di un tempo. Eppure, giorno dopo giorno sentiva ricrescere in lei l’affetto che aveva provato in passato, stava quasi cominciando a crederci.
Il giornale quella settimana organizzava un ricevimento per festeggiare il centenario della fondazione. Era un’occasione importante, ci sarebbero state le personalità più in vista della città. Rory chiese a Logan di accompagnarla. Non poteva non andarci, anche se temeva di incontrare Jess. Soprattutto le seccava che dovesse vederla con Logan. Ma non poteva andare alla festa da sola. Così decise che avrebbe cercato di stargli alla larga, evitando tutte le occasioni di restare sola con lui. Era talmente agitata, pensando a come evitare Jess che non la sfiorò nemmeno il pensiero che potesse non esserci. Incontrò invece Susan in compagnia di Alex, che le confermarono che Jess non c’era.
- Sai meglio di me – disse Alex – quanto Jess detesti le occasioni mondane. Ha detto che sarebbe rimasto a casa a finire di scrivere il romanzo. Ha detto che aveva bisogno di riflettere sul finale, o qualcosa del genere.
Avrebbe dovuto sentirsi sollevata, nell’apprendere che Jess non era venuto. Invece fu quasi una delusione per Rory. Per tutta la serata non riuscì a scacciare il suo malumore, tanto che lo stesso Logan se ne accorse.
- Che ti succede? Non hai detto una sola parola.
- Non ho niente, solo che detesto questo genere di cose…tutta questa gente che si dà tanta importanza, questi finti intellettuali che credono di avere una risposta a tutto…e magari non hanno letto neanche Oliver Twist. Non li sopporto.
- Sì, ma…
- È assurdo, tutti dovrebbero leggere Oliver Twist, è un classico, no? Tu l’hai letto?
- Non so dove vuoi arrivare, ma capisco benissimo quando sei di cattivo umore. Dai, andiamo via – disse guidandola verso l’uscita, mentre lei sembrava ostinarsi a continuare sullo stesso tono, come se l’educazione alla lettura fosse l’unica cosa che importasse al mondo.
- Non l’hai letto. Non l’hai letto neanche tu e sei stato a Yale. Dio, non posso credere che tu non l’abbia letto. Moby Dick l’hai letto? E Il giovane Holden?
- Rory, che ti prende? Vuoi farmi il terzo grado? Sai benissimo che non sono mai stato un letterato.
- Certo, scusa. Sono solo un po’ nervosa.
- So io cosa ti ci vuole per rilassarti… - sorrise, e la baciò.
Rory si sentì stranamente a disagio, ma decise di non farci caso. Tornarono a casa e Logan le chiese di farlo salire. Lei ebbe un attimo di esitazione, poi acconsentì. Si sentiva così stupida…era Logan! Erano stati insieme altre volte.
Entrarono nell’appartamento, lui cominciò a baciarla con passione. Poi le sue mani corsero sul corpo di lei, avide, strappandole quasi i vestiti di dosso. Mentre lui la spingeva verso il letto urtarono la libreria, facendo scivolare un paio di libri. Rory si girò a raccoglierli…Oliver Twist. Buonanotte Dodge. Istintivamente si girò verso la finestra. La luce a casa di Jess era accesa. Ma cosa stava facendo? Come diavolo aveva potuto mentire a se stessa con tanta ostinazione?
- Non posso…
- Come?
- Non posso…mi dispiace.
Cadde un silenzio pieno di tensione. Dopo alcuni, terribili momenti, fu Logan a parlare.
- E così…lo ami ancora, eh?
- Di cosa parli?
- Sai…ho cercato di non badarci…mi dicevo che avrei potuto riconquistarti, che era questione di tempo…Ma non ti ho mai sentito davvero vicina. Eri sempre da qualche altra parte…sapevo dove…ma non volevo crederci.
- Logan…
- In fondo…credo che tu non abbia mai smesso di amarlo. Neanche quando stavi con me. Altrimenti mi avresti sposato – aggiunse amaro.
- Questo non è vero Logan e lo sai. Io ti ho amato veramente.
- Sì…forse - cominciava a rivestirsi.
Rory si sentiva terribilmente in colpa, ma non riusciva a fermarlo. Forse dentro di sé si rendeva conto che aveva ragione. Forse tutto era finalmente chiaro. Guardò Logan scivolare fuori dalla sua vita come in un sogno. Le dispiaceva, ma non poteva fare altro. Come in un sogno uscì di casa, scese le scale e si trovò sul marciapiede. Quasi senza volerlo attraversò la strada e finì sotto il portone di lui. Suonò. Nessuna risposta. Si allontanò per guardare la finestra. Spenta. Forse era già andato a dormire, pensò. Le veniva quasi da piangere per la delusione. Non sapeva perché, ma improvvisamente aveva una voglia terribile di vedere Jess, subito, adesso. Sconsolata si sedette sugli scalini e…lo vide. Dall’altra parte della strada, sotto casa sua. Non sapeva perché o come era finito lì, capiva solo che anche lui era venuto a cercarla. Questo bastava. Si guardarono per un lungo attimo, immobili, come se si stessero studiando. Poi lei si alzò, lui si mosse. Senza smettere di guardarsi si vennero incontro, di corsa, per poi fermarsi al centro della strada, incuranti della gente che passava, della macchine, dei motorini, di tutto.
- Hai deciso il finale del tuo libro? – chiese lei.
- Non lo so. Dipende.
- Da cosa?
- Da quello che succederà adesso.
La guardò, come sei anni prima, e lei capì che nulla era mai finito tra di loro, e si sentì di nuovo piovere addosso quella cascata di raggi di sole e un attimo dopo erano stretti abbracciati e Jess la stava baciando come solo lui sapeva fare. Si baciarono a lungo, poi Jess pensò fosse opportuno scansarsi dalla strada, la prese per mano e la condusse verso casa sua, senza dire una parola. Lei lo seguì, senza una parola. Entrarono in casa e ripresero a baciarsi, senza più smettere adesso, poi lui la spinse verso il letto e lei pensò, non può essere vero, sono qui, con Jess, stiamo per fare l’amore per la prima volta, come se fossimo ancora a Stars Hollow, ed è meraviglioso.
Mentre lui le accarezzava delicatamente la pelle e la ricopriva di baci, lei aveva la sensazione di essere tornata indietro al giorno in cui Jess era tornato a Stars Hollow e le aveva detto di amarla, quell’unica volta, e tutto adesso ricominciava da lì, da dove il filo si era spezzato, anzi forse non si era mai spezzato.
- Jess… - gli disse tra un bacio e l’altro.
- Sì?
- Dimmelo un’altra volta.
Lui rimase un poco in silenzio, poi sussurrò:
- Ti amo.
- Ti amo anch’io.
E il filo era ricongiunto.

 
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