| SABATO, 11 OTTOBRE 2008 Partiamo dal Terminal 1 di Milano Malpensa alle ore 16.30, con una bella mezz’oretta di ritardo. Il volo è tranquillo, anche se l’aereo non è dei migliori, un po’ sporchino e vecchio, ma alla fine quello che conta è che ci porta a destinazione sani e salvi. Arriviamo all’aeroporto del Cairo verso le 20.10 e troviamo ad aspettarci un operatore BDS (Turchese) che ci attende, il simpatico Mimmo e, con nostra grande sorpresa, scopriamo che è lì solo per noi, perché siamo gli unici ad aver scelto il programma da 10 giorni che comprende 3 giorni al cairo e 7 in crociera sul Nilo. In un baleno, ci ritroviamo con il visto attaccato al passaporto e siamo in fila per il controlli e alle 20.40 siamo già fuori dall’aeroporto ad attendere i bagagli, incredibile ma vero. Mimmo ci informa che dall’aeroporto al nostro albergo ci vuole circa mezz’ora di strada senza traffico, ma con il traffico di una città di 18 milioni di abitanti, il trasferimento in albergo durerà più di un’ora. Durante il tragitto, Mimmo ci fa un breve breafing informativo, ci comunica che il nostro albergo è il Movenpick Media City Cairo, nel quartiere 6 October, e considerato il migliore di tutto il Cairo, in effetti la catena Movenpick è conosciuta per il suo lusso ed eleganza e poi Mimmo ci informa che la nostra guida, Akef, è davvero in gamba e che in questi giorni saremo soli, con lui che sarà la nostra guida personale (che poi ritroveremo in crociera) e naturalmente l’autista. Appena saliamo in macchina mi prende il terrore psicologico dell’aria condizionata, ho letto infatti che ovunque hanno l’abitudine di tenere l’aria condizionata altissima, ed in generale, è questo che provoca la maggior parte dei problemi intestinali, così malgrado fuori ci siano non-so-quanti gradi, io mi schiero sul pulmino con la mia fidata felpa, devo dire che però Mimmo e l’autista, chiedono subito di informarli se l’aria condizionata per noi è troppo alta o di regolarla noi stessi e anche qui restiamo piacevolmente sorpresi. Possiamo dire che il trasferimento aeroporto/albergo diventa la nostra prima escursione egiziana, perché in un’ora di trasferimento, oltre a parlare con Mimmo, che si rivela anche un ottimo cicerone, ci fermiamo ad osservare la vita dei cairoti e le varie sfaccettature di questa immensa città. Tante sono le cose che ci colpiscono, prima di tutto, il loro modo di guidare, frenetico, disordinato, rumoroso, ma pure affascinante. Dal nostro piccolo pulmino riusciamo ad osservare bene cosa ci sta accanto e siamo incuriositi dall’usanza di adornare le auto con strani e particolari oggetti: chi tiene la scatola con i fazzolettini sul cruscotto, chi ha tutti i sedili ricoperti di cellophan, chi ha decorato finestrini con fiori finti e lucine colorate. Mimmo, ci vede incuriositi da tutte queste auto e ci spiega che il vero museo del Cairo, non è quello egizio, ma quello delle auto storiche che si trovano per le strade e capiamo che ha assolutamente ragione e ci dice anche che, al Cairo il codice della strada non esiste, perché ognuno si crea un suo codice personale, per esempio se devi svoltare a sinistra e ti trovi sulla corsia più a destra, non basta mettere la freccia e cercare di farsi un varco tra le auto in corsa, ma si usa buttare fuori il braccio dal finestrino e tagliare la strada: o fai così o non passi più. E’ bello osservare fuori dal finestrino com’è la vita al Cairo al sabato sera. Diverse immagini rimangono impresse nella mia mente: anziani che sostano seduti ad un tavolo posto sul ciglio della strada a fumare narghilè, ragazzi che si intrattengono in chiacchiere e un pastore seduto in un angolo buio con le sue pecore al pascolo… nel bel mezzo della città… questa immagine mi colpisce più delle altre e supera anche la vista dei tre ragazzi in motorino! Accantonati sui cigli delle strade ci sono anche grandi montagne di immondizia, ma non mi stupisco più di tanto, visto che se ne vede di peggio da noi in Italia. Oltre ai pullman, che viaggiano tutti con le porte aperte, vediamo molti pulmini piccoli e Mimmo ci spiega che i privati si sono inventati questo lavoro, acquistano un pulmino da dieci posti e scorrazzano per la città facendo il lavoro dei mezzi pubblici. Proseguiamo, chiacchierando finché non arriviamo a via delle piramidi, dove ci sono tutti schierati l’uno in fila all’altro gli hotel delle catene più lussuose: Intercontinental, Sofitel, Meridien, ecc… e anche qui Mimmo ci spiega che gran parte dei negozi, ristoranti, farmacie prendono i nomi di ‘Pyramides’, ‘Cheope’, ‘Chefren’, ecc… sottolineando la scarsa fantasia. Mentre chiacchieriamo (purtroppo) di politica italiana ed egiziana, del Berlusca e di Mubarak, iniziamo ad intravedere le punte dorate, e illuminate solo dal chiarore della luna, delle magnifiche piramidi, nel bel mezzo della città e del traffico. Mimmo ci informa che è finito da pochi istanti lo spettacolo ‘luci e suoni alle piramidi’ e vediamo infatti nei dintorni un sacco di gente, e poi ci racconta con un pizzico di amarezza e delusione, di tutte le costruzioni abusive che negli ultimi anni hanno soffocato il deserto attorno alle piramidi e ne hanno rovinato il contesto. Cristian rimane un po’ deluso nel vedere questo spettacolo, mentre io avevo subito questa “delusione” 4 anni fa, quando feci un’escursione a Giza da Sharm, anche se devo dire che vedere le piramidi al chiaro di luna è uno spettacolo fantastico. Arriviamo davanti al nostro albergo e non riusciamo a credere ai nostri occhi per tanta bellezza e lusso. Entriamo nella hall e veniamo subito accolti da un coro di voci, suoni e musica proveniente da un gruppo di persone tirate a lucido e vestite a festa, che cantano a squarciagola, capiamo subito che si tratta di una festa importante e al centro della folla, riusciamo ad intravedere loro, i protagonisti: gli sposi, nei loro abiti splendenti e abbagliati dalle luci delle telecamere. Mentre Mimmo parla con la ragazza alla reception, io mi incanto ad osservare, questa fantastica festa: gli invitati gettano sugli sposi ‘coriandoli’ d’oro, trombe suonano un’allegra canzone e nell’hotel regna un clima di festa e allegria. Purtroppo dobbiamo abbandonare ‘lo spettacolo’ perché Mimmo ci accompagna al ristorante per la cena e ci mostra velocemente l’hotel, ci presenta anche un altro assistente, di cui purtroppo non ricordiamo il nome, che ci informa che non appena avremo finito di cenare potremo raggiungere la nostra stanza dove troveremo i bagagli e ci consegna la chiave; lo ringraziamo e ci tuffiamo nel buffet del ristorante. Dopo una decina di minuti ci raggiunge il secondo assistente che ci dice che c’è stato un disguido con la camera, sembra che la nostra stanza sia stata data via agli ospiti del matrimonio e perciò quando avremo finito di cenare dovremo raggiungerlo nella hall che ci consegnerà un'altra chiave. Verso le 10.20 ci accomodiamo in reception chiedendo informazioni alla ragazza che però ci dice di attendere che non appena la nostra camera sarà pronta ci avviserà. Nel frattempo arrivano anche Mimmo e l’altro ragazzo e si scusano, offrendoci una bevanda al bar, abbiamo appena finito di cenare e siamo a posto così, ma ci sforziamo di prendere un caffè. Passano i minuti, gli occhi si fanno un po’ pesanti e la stanchezza inizia a farsi sentire, restiamo seduti al bar a chiacchierare con Mimmo di calcio, è informatissimo e appassionato e Cristian trova un buon compagno di chiacchiere mentre io inizio a pensare che la sfortuna non ci ha abbandonato neanche per questo viaggio… Passa più di mezz’ora e Mimmo inizia a trottare su e giù per l’albergo per sollecitare chi di dovere, poi si ripresenta da noi scusandosi e offrendoci da parte della direzione dell’hotel una bottiglia di vino. Cristian non beve vino e a me non sembra il caso di bermi una bottiglia di vino da sola, perciò ringraziamo e chiediamo se è possibile avere acqua e così ci portano due bottiglie da 1 lt e mezzo di acqua. Ci stiamo praticamente addormentando sul divano del bar della hall, quando alle 11.50 ci viene consegnata la nostra stanza, la n. 105 della palazzina 22 (camera 22105). La stanza è bellissima e lussuosa, sicuramente troppo per i nostri standard abituali, comunque siamo molto soddisfatti e non possiamo altro che essere felici.
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