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I colori dell'alba

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shaftoe
view post Posted on 11/11/2008, 19:39




- PARTE PRIMA -


- Affari -



Erano passati alcuni giorni dal rituale in cui ci avevano coinvolti Syrius e Ledydeda. Ancora mi si accapponava la pelle al pensiero. Che bisogno ci fosse di avere a che fare con draghi enormi, spostamenti temporali ed altre complicanze simili mi era sempre sfuggito. Ad un tratto addirittura mi ero sentito osservato in una maniera particolare. Una sensazione stranissima, lieve ma determinata. Kealos diceva che era normale quando qualcuno ti guarda nel profondo del cuore oppure ti veniva soppesata l’anima. Speravo che lui si intendesse un po di più di queste cose e tralasciai di commentare. Era andato tutto bene comunque. Syrius pareva meno afflitto del solito, anche se le espressioni elfiche sono piuttosto difficili da decifrare. Avevo sentito Ilvanni parlare di alcuni sogni ed avevo espresso la mia personale opinione in fatto di cene pesanti della sera prima. Non erano quelle tizie, gli oracoli mi pare, che facevano delle feste esagerate per poi giudicare il mondo in base al mal di testa della mattina dopo ? Lo dicevo sempre io che prima di colazione non bisogna rompere le scatole alla gente. Normale che quelle poi ti dicevano picche e paventavano disgrazie.
-In più di un senso– Pensai tra me.
Divertito dalla scena della discinta “signorina oracolo” con due occhi pesti e l’espressione di chi farà baldoria minimo minimo tra un paio di settimane passavo il tempo affilando un apio di stiletti nella sala comune dei Demoni. Ladydeda ed Althea avevano preso armi e bagagli per concedersi una giornata di caccia. Visto che tra i bagagli avevano armi per un esercito e si portavano dietro una tigre ed un lupo sospettavo che tornassero con le teste di alcune vecchie conoscenze. Vedendole partire non potevo fare a meno di sorridere. Doveva essere uan sensazione particolare sentirsi ringhiare contro Angel e Spettro mentre dal folto delal foresta spuntavano due cacciatrici con le frecce incoccate.Per rompere la noia decisi di fare un po di movimento pure io. Uscito dall’accampamento dei Demoni ero volato a Shattrath per poi entrare in uno dei comodissimi portali che gli Sha’tar tenevano aperti al centro della città. Imboccai quello in cui si sintravedeva la vista della mia vecchia Stormwind. Scansando la solita folla in transito nella sala comune dell’accademia dei maghi discesi le rampea spirale che contornavano al torre. Presi la strada che scendeva verso il confine del quertiere e sorpassato l’ingresso delle prigioni della città mi dirigevo alla volta della piazza della cattedrale. Era li che mi ero procurato la colazione concludendo un baratto con la sorridente signorina delle prime bancarelle. Giù nell’angolo che da sulla piazza si sistemava sempre un banco rifornito di dolci e piccole delizie. Per iniziare bene la giornata qualcosa di goloso e’ l’ideale. E non era stato difficile convincere una delle commesse che niente era delizioso come il suo sorriso. Lynna era davvero molto carina, sapeva di esserlo mentre lasciava arrossire le guance e si gongolava tra i miei complimenti. Sembrava che fosse quasi sua l’idea di darmi la colazione.
-Se non posso avere te, almeno qualcosa che mi ricordi il sapore buono che hai…-
-Se mia madre ti sente Shaft finisci candito come questi spicchi di mela. Prendi e sparisci. E non tornare prima di sera… -
Con fare disinvolto Lynna fece un piccolo pacchetto e nel porgerlo trattenne la mano.
-…togliamo il banco un’ora dopo l’uscita dell’ultima funzione. –
Concluse tutta d’un fiato abbassando sia la voce che gli occhi. Alzai i tacchi. Ma solo dopo averle strizzato l’occhio con fare complice. Alcuni passi e mi addentri nel mercato vero e proprio. Dal centro della folla mista di bancarelle e persone di ogni tipo la bianca scalinata del tempio di Stormwind si alzava maestosa ed accogliente. I costruttori si erano preoccupati di non intimorire troppo i fedeli con opere ostentate. La cattedrale manteneva un’aria di sacro misticismo, ma sembrava anche il giusto rifugio per tutti coloro che temevano di smarrire la retta via. Qualunque fosse poi quest’ultima. Seguendo con lo sguardo le modanature del frontespizio mi tornavano in mente le lezioni sul campo che ci impartiva il maestro D’ran. Una volta aveva portato alcuni di noi dentro la cattedrale e con la scusa di tenere una lezione a degli studenti particolarmente dotati si era fatto dare il permesso per avere libero accesso alla galleria superiore. Una volta rimasti soli tra gli affreschi e le nicchie scolpite D'ran prese ad esporre i suoi consigli. E quel giorno sembrava un predicatore tornato da tempi remoti.
-Ricordate bene Signori. Chiunque crede in qualcosa e’ disposto a credere anche in voi. Dovete solo indovinare quali sono le parole giuste per risvegliare questa fiducia. –
La voce pacata del vecchio elfo contrastava con gli occhi luminosi. Soprattutto quel giorno mentre ci aggiravamo tra le ombre della galleria superiore. Il sole che entrava dall’altra navata ci relegava in un chiaroscuro velato e fresco.
-Vedete la gente la sotto ? Corre ansiosa a procurarsi un alibi per continuare a godere dei piaceri della vita. Commercio assai remunerativo per i confessori di ogni tempo e fede. –
-Maestro volete metterci in guardia dalla fede ? –
-Tutt’altro signor Lurgarian. Tutt’altro. Cerco di presentarvi un sicuro punto di appoggio. –
Ci sporgemmo tutti per osservare la scena indicata da D’ran. In basso molta gente si affaccendava intorno ai confessionali. Altrettanti si distribuivano tra le serie di panche. Nelle prime file, quelle riservate alle personalità di corte ed ai nobili si potevano notare le fodere rosse dei cuscinetti per le preghiere. Sia mai che “lorsignori” sciupassero ricche vesti e nobili rotule sul marmo. Quello evidentemente andava bene per la popolazione che viveva di fatica e non di rendite di famiglia. Frati e sacerdoti muovevano in silenzio tra enormi coni di luce abbagliante. Le vetrate trasformavano in sfumate cascate multicolori ,a sconda del disegno dei mosaici, la luce del sole. Rimasi affascinato dai giochi di polvere che si intravedevano quando qualcuno passava sotto la luce muovendo l’aria. Finimmo la mattinata raccontando ad un confessore tutto quello che avevamo sulla coscienza. D’ran sosteneva che non c’è alibi migliore dell’odore d’incenso.
-Per tutto l’anno continuerete a frequentare il tempio Signori. Questo vi fornirà un’ottima base per un’onesta reputazione. E solo Elune sa quanto ne avrete bisogno. -
Con questo la lezione fu conclusa. Non so quanti di noi avessero capito che la confessione doveva servire ad affinare l’intelletto invece di purgare l’anima. Alcuni dei miei compagni erano abbastanza tonti da parlare davvero di fatti privati e D’ran avrebbe saputo quali dei suoi studenti aveva il vizio di non dire mezze verità quando conveniva. Ripensandoci adesso quell’anno molti studenti ebbero curiosi contrattempi. Peccato per loro. Si persero infatti un’altra lezione interessante del maestro. Quella sulle capacità che non sospettiamo d’avere ma possiamo sfruttare comunque. La riprova lampante che D’ran era nel giusto arrivò proprio sul momento. Anche se ero immerso nei ricordi dei miei giorni di apprendistato gli occhi individuarono subito alcuni volti tra la folla variegata che usciva dalla cattedrale. Forse era il modo di muoversi. Oppure altri mille piccoli particolari dovuti ad una lunga frequentazione. Fatto sta’ che alcuni Demoni della Luce erano la in mezzo. Allo stesso tempo confusi tra la massa e limpidi, inconfondibili alla mia vista. Ma non era tutto esatto. Quei Demoni adesso vestivano colori diversi. Nuovi simboli sul tabarro che indicava la loro appartenenza ad una delle gilde di Azeroth. Quelli erano Silver Dawn, non più Demoni. Almeno a questo scopo serviva parte del rituale messo in piedi ultimamente da Siryus e Ledydeda. A tracciare un limite tra passato e presente. Un confine che ancora bruciava come una cicatrice per alcuni e per altri era l’ennesima distinzione tra le conseguenze e le azioni delle persone. Comunque gli ex compagni d’arme procedevano spediti verso nord, dove il ponte sul canale va a finire nel quartiere dei nani. Ed io non potevo ignorare il pungolo sottile della curiosità. Sommo desiderio che spinge l’uomo, ma anche l’elfo ed il nano e si, insomma, tutti quanti a non farsi i fatti propri.
-La curiosità uccise il gatto Signor Shaftoe.–
-Mai miagolato in vita mia Maestro.–

Segnando un altro punto in mio favore nella lunga battaglia con lo spirito del vecchio maestro saccente presi a seguire il gruppo dei Silver Dawn. La folla del mercato premeva ed ondeggiava da ogni parte, questo avrebbe nascosto i miei spostamenti. Stare al passo del mio bersaglio era fin troppo facile in quel casino. Io ero libero di muovermi a paicere mentre il loro gruppo veniva rallentato ed ostacolato da perditempo e gente indaffarata di ogni risma. Mi dedicai a rinfrancare lo spirito esplorando il pacchetto che Lynna aveva preparato con tanto amore. Tutto sembra molto più allegro quando scopri che il regalo contiene proprio quello che ti aspetti. Al momento di uscire dalla piazza i fichi secchi canditi erano già in visita al mio stomaco. Il gruppo dei Silver Dawn dal canto suo si era rivelato più interessante del previsto. Adesso che erano soli sotto l’arcata che delimita il quartiere potevo vedere che accompagnavano qualcuno. Ma ora che non eravamo più al mercato la mia presenza non poteva più essere un caso. Se volevo studiare la situazione era il momento giusto per una buona dose di cautela. Con lentezza misurata presi ad avvicinarmi. In silenzio, sfruttando riflessi di sole ed ombre sul cammino. Solo con molta fortuna avrebbero potuto sentire i passi leggeri e felpati con cui mi muovevo nell’ombra. Fermo ad una distanza ragionevole squadrai l’uomo che era con loro. Si distingueva bene il suo vestito ricercato tra le armature tirate a lucido dei vecchi amici.
-Ultima moda di palazzo, varrebbe al pena visitare la casa del suo sarto.–
-Non pensi mai in piccolo Signor Shaftoe.–
-Meno scocciature, niente guardie al cancello e ottima clientela pagante. Ottimizzare il rischio, non “pensare in piccolo” Maestro. –

La in mezzo comunque Lord Guillin Arnerius faceva segno di seguire la sua cavalcatura. In un tripudio di bardature e criniere strigliate di fresco il gruppo partiva verso il brumoso quartiere dei nani. Ricordavo alcuni pettegolezzi su Lord Arnerius. In ambienti dove le parole non vengono spese a caso lo si chiamava “faccendiere”. Ma tutti concordavano con l’idea che questo titolo nascondesse altri appellativi. Uno dei quali poteva essere trafficante, contrabbandiere, ladro e profittatore, a seconda di chi giudicava. I Lord suoi pari dicevano “mercante” rimarcando con disprezzo la parola. Fatto sta che niente di quanto entrava o usciva da Stormwind sfuggiva alla vigilanza di Guillin e dei suoi immacolati servizi di trasporto merci. Tutti concordavano che solo un uomo scaltro poteva usare i benefici del suo titolo negli affari e restare a galla tra gli intrighi di corte. Lord Arnerius era a tutti gli effetti la “cassa” ufficiosa della famiglie nobili del regno. E forse, tramite alcuni fidati ministri anche della casa regnante. Di certo guadagnava di conseguenza per ogni servizio reso.
-Non mi pare navigassero in brutte acque i Silver Dawn, non tanto da chiedere prestiti. Magari sono in debito con Arnerius ? Oppure lavorano per lui adesso… -
Mentre ci riflettevo sopra il gruppo prese a costeggiare il canale e sparì alla mia vista. Riapparvero tutti dopo pochi istanti mentre attraversavano il ponte di pietra e poi via. Verso la strada dove i nani avevano aperto i centri di addestramento per minatori e forgiatori. Adesso potevo rilassarmi. Uscendo dalle ombre mi sistemai sulla scala di un vecchio attracco. Rilassando la schiena in una posizione comoda controllai che il sole mi scaldasse dalla testa ai piedi. Presi gli ultimi pezzetti canditi dal mio sacchetto e gettai ai pesci le briciole. Una cascata di zucchero finissimo venne presa dalla brezza del canale. La stessa che portava via la nebbia al mattino. Prima che i Nani concludessero i lavori al nuovo porto della città persisteva una nebbia a cui tutti erano abituati. Generazioni intere di ragazzini si erano nascosti in quelle bruma al mattino giocando a farsi agguati e combattere battaglie campali. Adesso invece il futuro era nel sole splendente. Gradito omaggio dell'opera Nanica e dell’ingegneria degli esuli di Gnomeregan.
-Comunque è piacevole scaldarsi al sole. Quindi poche storie. Piuttosto che ci facevano i Silver da…–
-Certo che se premiassero la pigrizia tu saresti tra i favoriti del regno. –
Non feci a tempo a concludere il pensiero che la voce di Lynna venne a tenermi compagnia.
-Oggi chiudiamo in fretta e furia sai ? –
-Fammi indovinare, non avete il permesso per il banco ? –
-Non dire cretinate… - Alzai la testa per dirle due paroline ma subito lasciai perdere.
Lynna stava tra il sole e me in quel momento. Parandomi la luce per dispetto. Forse non se ne rendeva conto ma potevo vedere i suoi contorni generosi che risaltavano nel candido calor bianco della luce solare. Ed alcuni punti trasparivano allegramente, tanto da distrarre un santo.
-… se mio padre si scordasse di rinnovare i permessi sarebbe un bel guaio. –
-ho intravisto tua madre prima, giù al banco, credo anche io che il pover’uomo passerebbe un sacco di guai. Robusti guai. –
Lynna venne a sedersi tra le mie braccia sorridendo.
-Ma quanto siete garbato stamani “Signor” Shaftoe… -
E per rimarcare il concetto si lascio cadere più che sedersi. Vedendomi a corto di fiato prese l’occasione per passarmi le braccia intorno al collo.
-… ma per vostra fortuna farò finta di non sentire. Come fanno certe astute nobildonne. –
-Milady siete generosa. Come posso servirvi ? –
-Portandomi a pranzo cavaliere. O pensate che le ragazze del mercato vivano di belle parole sdolcinate ? –
-Ma allora hai finito di lavorare per oggi ? –
-Purtroppo no. Stiamo spostando il banco te l’ho detto. Andiamo giù al nuovo porto. –
Per alcuni istanti una nuvola di passaggio trattenne il calore del sole autunnale. Adesso potevo distinguere il calore di Lynna, accoccolata contro di me. Sensazione superiore, nonostante gli sforzi del sole nella competizione. Presi a massaggiarle il collo con lentezza, scivolando tra la base della nuca ed il giro bordato del vestito.
-Come mai andate là ? Proprio oggi che c’è il mercato davanti alla cattedrale… –
-Il pomeriggio gli affari non sono mai un granché. Ed oggi al porto c’è la festa per il varo della nuova nave di Lord Arnerius. –
-Non mi dire... Anzi, aspetta…. Dimmi un po di più. –
-Ah! Le chiacchiere di mercato, gratuite e limpide come acqua di sorgente. Quale fortuna insperata Signor Shaftoe. O pensa sia merito del suo fascino ? –
Mentre la vecchia iena che indossava la maschera di D’ran si prendeva gioco di me accomodai la mia pettegola preferita in una posizione migliore. Adesso non mi pesava più su una gamba sola e potevo arrivare comodamente ad alcuni tipi di carezze più interessanti. Il sole intanto riprese a scaldare il nostro rifugio improvvisato. Sembrava di essere in un mondo a parte. Avevamo il canale sotto di noi con il suo scorrere lento e l’odore leggero di muschio. Oltre le nostre teste la strada rimandava i suoni di alcuni occasionali passanti. Carri del mercato cigolavano con le ruote di legno ferrato. Cavalli al piccolo trotto scalpicciavano svelti sul selciato di pietra. Mentre dal collo scendevo con le mani lungo la schiena di Lynna sentivo i muscoli contratti dalla fatica del lavoro, il tessuto morbido che copriva una pelle profumata di buono.
-Una festa al porto…- Dissi fra me e me.
-Pensa svelto. –
-Dimmi un po signorinella, ti piacerebbe vedere il varo ? Sai, partecipare al banchetto, ascoltare tutti i discorsi più intriganti tra gente di un certo tipo…-
Mi ero fatto più vicino per rendere più invitante la proposta. Adesso quasi le sfioravo il collo con le labbra. Nel lasciare cadere la frase nel vuoto la sentii rabbrividire leggermente. Forse per il massaggio, forse per il pensiero della festa.
-Forse entrambe le cose. - sperai dentro di me.
-Devo lavorare Shaft… -
-Ti può sostituire tua sorella. –
-Non ci faranno mai passare. Non penserai mica che facciano entrare chiunque ? –
-Io non sono “chiunque”. –
-Non ho vestiti migliori di questo…. Shaft…. Davvero non possiamo… -
La voce le si stava incrinando. In fondo era vero, non le avevo mai visto altro che quel vestitino indosso. Ed i giorni in cui non lavorava nemmeno li passava in città. Non sarebbe stata la condizione di Lynna a fermare la mia idea. E forse un piccolo gesto poteva portare grandi risultati.
-Quando ci vuole ci vuole. – Ammisi a me stesso mentre un piano andava formandosi.
-Con garbo signor shaftoe, mi raccomando, non… -
-Non sono stato addestrato ad Ogrimarr maestro, lo ricordo bene. –

Con un’unica mossa afferrai Lynna e mi misi in piedi sul piccolo pontile. Non che fosse difficile sollevarla, pesava come un gattino nonostante alcune generose misure. Non appena smise di tenersi stretta incrociai lo sguardo intristito e le dissi con la voce più divertita che potevo tirare fuori…
-Mi devono più di un favore lungo i canali. Passeremo un pomeriggio tra i pezzi grossi di Stormwind… - Strizzai l’occhio continuando a sorridere –… e lo faremo da loro pari. –
Non ascoltando le repliche confuse di Lynna la sistemai sopra il cavallo per poi salire dietro di lei. A passo d’uomo presi la direzione dei giardini elfici. Intanto che le indicavo i vari posti di un certo interesse mandavo a memoria alcuni particolari appunti per il mio piano. Dopo il ponte, risalendo verso sud la mezza curva del quartiere dei maghi andai a fermarmi davanti alla sartoria della famiglia Grilief. Nessuno che avesse uno straccio di titolo nobiliare poteva esimersi dal visitarla per un abito nuovo.
-Dicono in giro che qui dentro lavorano bene. Mettiamoli alla prova. –
Non ci furono altre proteste da parte di Lynna. D’altro canto non e’ facile parlare a bocca spalancata e ben presto sarebbe rimasta sopraffatta da una lunga serie di provini ed accostamenti di colore.
Anche per questo Lynna non notò minimamente lo scompiglio che fece il nostro ingresso nell’atelier Grilief. Effettivamente era da molto che mancavo da quel posto. Speravo che alcune vecchie questioni fossero passate in cavalleria ma evidentemente non era passata abbastanza acqua sotto i ponti.
-Pazienza, vedremo di sistemare il tutto. –
-Che la luce sia con voi Signor shaftoe, bentornato nel nostro modesto laboratorio. –
-Che la luce illumini il tuo volto Taj, sei sempre splendida, a differenza del sottoscritto. –
Taj Grilief recitava con la cortesia e la perfezione di chi sa fare il suo mestiere. Quija fu più spontanea non appena mi vide entrare in uno dei camerini insieme a sua sorella. Mi corse incontro abbracciandomi. Per poi squadrarmi torva e chiedermi dove diavolo fossi sparito.
-Avevi detto qualche giorno Shaft. E sono passate almeno quattro lune.–
-La crociata nelle Outland procede in maniera discontinua Quija. Ma desso eccomi qui.-
-In compagnia vedo. Di cosa ha bisogno “Signor Shaftoe”-
Taj non perdeva tempo in chiacchiere. Qualcosa nel suo tono di voce mi suggeriva scarsa contentezza nel rivedermi. Non che avesse tutti i torti. Ero sparito dalla loro vita ed ora ricomparivo con Lynna al fianco.
-Faccia tosta Signor Shaftoe, tocchi il giusto tasto. –
D’ran la faceva sempre facile quando non toccava a lui. Presi per mano Lynna e feci un minimo di presentazioni. Tenersi sul vago spesso aiuta. In questo caso poi era veramente d’obbligo. Chiesi alle sorelline Grlief di rimettere a nuovo il guardaroba di Lady Janeri Dess-Thaquira. Rappresentate di una famiglia cadetta dei Thaquira ed al debutto in società per il varo di quel pomeriggio. Lynna parve indifferente al nome inventato di punto in bianco. Che lo facesse per il vestito o per la confusione del momento non era importante. Ad un gesto di Taj alcune commesse la presero in custodia per iniziare a servire quella nuova cliente.
-Se avete tutta questa fretta sarà bene iniziare subito Milady. Provvederemo a lei nel migliore dei modi, come nostra abitudine del resto. La prego di accomodarsi nel nostro camerino, mia sorella la saprà consigliare per la scelta del modello. –
Intanto facevo a mente due conti. L’oro non era il problema e con l’abito giusto Lynna non avrebbe sfigurato al varo. Dovevo solo trovare il modo per procurarmi gli inviti, sperare che lei reggesse la parte per il tempo necessario e raccogiere informazioni sui moviemnti dei Silver Dawn.
-Non impossibile. –
Pensai mentre scrivevo un paio di lettere e le consegnavo ad uno dei garzoni di Taj.
Una manciata di spiccioli ed il ragazzo corse via. Conosceva gli indirizzi dei destinatari, l’avevo gia usato come postino in passato. Pochi minuti dopo passai nel camerino dell’atelier Grilief. Lynna e Quija sceglievano tra alcuni dei modelli che avevano superato una prima selezione. Dal corridio un andirivieni di commesse portava pezze di stoffa di ogni genere. Se tutto andava come previsto tra poche ore avrei avuto qualcosa di concreto in mano. Informazioni e forse dell’oro. Pareva che Lord Arnerius fosse fornito oltre ogni immaginazione di denaro.
-Beh, porterò una borsa adeguata per l’occorrenza. –
-Pensi in grande Signor Shaftoe –
-Un carro forse potrebbe servire maestro. –

Pensai con ironia imamginando di guidare beato un carro trabbocante di monete d’oro.
-Sono sicuro che la fantasia non le manca, ci rifletta. –
-Che diavolo… -
-La nave Signor Shaftoe, si è mai chiesto quanto può valere una nave ? -


- Chiaroscuro presagio -



-Rammentatemi, ve ne prego, a che ora si tiene il varo di questa “nave” signorina Grilief. –
Marcai il tono sulla parola nave quel tanto che basta, velando il disprezzo tipico delle menti nobili verso le cose troppo materiali. Ne venne qualcosa di accettabile.Quija, la sorella minore di Taj Grilief si lasciò sfuggire una risatina divertita.
-Squisito Shaft, forse un tantino decaduto come accento. Potresti passare per un cugino lontano di qualcuno di importante. –
Altre risate a cui stavolta si aggiunse la mia. Era sempre un piacere condividere la riservatezza dell’atelier delle sorelle Grilief. Famiglia di sarti da almeno sette generazioni avevano saputo costruire e mantenere una fama di cui oggi godevano a pieno titolo. Mica tutti riescono a inzeppare la corte di Stormwind con le mode che piu si addicono a svuotare un magazzino di stoffe invendibili. Di contro l’attività teneva al riparo da sguardi indiscreti. Nei laboratori sepolti al centro di un dedalo di vicoli si cucivano le tuniche che avevano reso celebre l’immagine di alcuni degli stregoni piu potenti di Azeroth. Ricordavo ancora il bagliore sinistro di alcuni capi mentre venivano infusi nelle trame i piu disparati trattamenti. Prima dell’apertura del portale oscuro avevo fatto spesso affari con i Grilief. Alcune consegne di materie prime, polveri soprattutto, ma anche essenze necromantiche. Tutta roba pericolosa che alcuni avrebbero fatto pagare cara alla famiglia di sarti. Io ero riuscito a fare un’offerta migiore ed a restare vivo per consegnare la merce. Appena entrato nell’atro dell’atelier Grilief avevo consegnato Lynna alle esperte mani di Taj. La richiesta era semplice e cristallina stavolta.
-Debutto in società… - Un veloce scambio di occhiate era bastato per capirsi.
-Deve risplendere ma solo di luce riflessa. Non vogliamo attenzioni particolari per il varo di oggi pomeriggio. In futuro vedremo di migliorare. Tempo ? –
-Non osare nemmeno mettermi fretta Shaft. –
Taj mise su un’espressione contrariata aggiungendo un veloce sventolio di mani. Come per scacciare fastidiosi moscerini. Poi si era avvicinata ad una Lynna imbalsamata dall’emozione. A vederla adesso sembrava pronta per una parata militare. Taj osservò senza parlare. Girava intorno ad una preda come una fiera e sembrava pregustare la sfida. Poi d’improvviso sorrise a Lynna e la prese per mano per poi tirarla a se. Le bacio le guance sorridendo e prima di consegnarla alla sorellina piu piccola le disse affabile…
-Faremo un paio di miracoli insime Lady Janeri. Per adesso rilassatevi. Sarete invidiata da tutte questo pomeriggio. –
-Dammi tre ore shaft. Una per vestire “Milady”, una per darle coraggio e l’ultima per tirare fuori i giusti modi di fare che le serviranno. –
Mi feci piu vicino per condividere il suo punto di vista sulla modella improvvisata. Lynna adesso sorrideva nervosa. Aveva gia intorno alcune commesse che la misuravano da ogni parte.
-Mia sorella si metterà a fare un paio dei suoi miracoli. Nel frattempo tu non sei persona gradita. Almeno non in questo camerino. –
L’ultima frase la disse in un sussurro sfiorandomi appena prima di passare oltre un pesante drappeggio. Lynna si trovava già lontana, persa in quel sogno di tessuti che le commesse di Taj mostravano ed aggiustavano. Le mandai un bacio ed aspettai di vederla sorridere prima di andare a scoprire come potevo essere utile altrove. La tenda in cui era sparita Taj immetteva in un lungo corridoio illuminato da globi fosforescenti. Per metà armadio e metà magazzino di stoffe. Le fiamme avrebbero sciupato merce ed atmosfera. Percorsi in fretta almeno cinquanta passi prima di riemergere alla luce soffusa di tre braceri. Il salotto privato delle sorelle Grilief era una stanza rotonda, arredata con gusti semplici e materie ricercate. Un esercizio di stile e buongusto che faceva da biglietto da visita piu di tante parole scritte. La disposizione delle stanze dell’atelier, con i suoi camerini, i magazzini e questi ambienti privati a seguire, suggeriva la profonda praticità della famiglia di sarti. Prima il dovere poi il piacere.
-Oppure entrambi insieme.
Ma questo lo suggeriva il divano damascato color rosso cupo che si trovava al centro della parete che avevo di fronte. Tra le due porte che permettevano di accedere alle stanze private di entrambe le sorelle potevano trovare posto almeno dieci persone. Comodamente sedute sulle due ali del divano e con abbondanza di generi di conforto. Tutto si fondeva nei toni caldi del rosso. Almeno fin quando la luce dei braceri digradava e perdeva tutto in una oscurità carica di promesse. Sapevo che alcune di queste non erano attraenti come Taj, soprattutto erano piu definitive per certi versi. Quando la maggiore delle sorelle Grilief riemerse dalle sue stanze imamginai che poteva essere il momento per rispolverare un po di cautela. Taj teneva in pugno una balestra ed avrei scommesso che aveva una mira ottima.
-Se esistesse il caso pioverebbero dadi dal cielo Shaft, non acqua. Ti risparmio la fatica di inventare una patetica bugia. Conosco il tuo piano e voglio sapere tutto, quando hai intenzione di farlo e come. –
-Signor Shaftoe, a lei la scena… -
Con l’occhio della mente immaginai D’ran, alto e scattante, piegarsi fino a terra in un inchino d’effetto ed invitarmi a fare il cadavere ambulante. Di contro non avevo la minima idea di cosa volesse Taj. Puntai tutto sul silenzio. Se teneva una balestra in camera da letto magari era un po sotto pressione. Sono poche le persone che sanno mantenere il controllo in questi casi. Oddio, le probabilità di prendersi una freccia erano alla pari con quelle di sopravvivere, però non potevo rispondere sinceramente se non sapevo cosa dire.
-Non c’è tempo per i giochetti Shaft. Rispondi, non costringermi a mirare in un punto doloroso. Cosa ci fa Guillin Arnerius con un esercito personale ? –
-Suppongo una guerra personale… -
Taj aveva la guardia alta am non abbastanza. Certo che una balestra ti da sicurezza, ma se non hai addestramento è meglio scappare che minacciare la gente. Potevo disarmarla in almeno quattro modi diversi. In campo aperto potevo usare anche la freccia incoccata per colpire un eventuale avversario alle spalle. Invece in quel salotto dai toni accesi morivo solo dalla voglia di sapere qualcosa di piu di questa storia. Tanto piu che sembrava avermi letto nel pensiero.
-Ho visto Guillin alla cattedrale oggi. Girava con una scorta e si è diretto al quartiere dei nani. Se il varo è importante come dicono tutti mi pare strano che Arnerius lo prepari esaminando i magazzini polverosi che tiene laggiù. –
-L’abbiamo saputo solo da poco. Il bastardo ha fatto scavare dei passaggi dalle sue proprietà fino al bacino di carenaggio. Voleva lavorare in segreto e c’è riuscito. –
-Ascoltami Taj, tu stai dietro a questa storia ed hai a disposizione le fonti piu vicine a Lord Arnerius. Cosa ti fa credere che io ne sappia qualcosa in più ? non posso raccontarti la verità perché ti sembrerebbe talmente assurda che mi troverei infilzato in un baleno. –
-Tu prova a raccontare… -
Adesso Taj sembrava piu rilassata. La voce si ammorbidiva davanti alla promessa di informazioni. Forse potevo giocare sul suo bisogno di sfogare l’evidente tensione accumulata. O forse era la mia unica possibilità visto che giocavo una partita al buio. Continuavo infatti a non avere un quadro della situazione. Come mai una vecchia compagna di avventura come Taj mi trattava in questo modo ?
-Beh, un paio di motivi li conosciamo vero Signor shaftoe ?
Cosa stava succedendo al cantiere del porto ? doveva essere grave visto che si muoveva tanta gente ed in segreto. Taj non aveva appena usato un “abbiamo saputo” ? Chi erano gli altri ? Pensai alla comitiva che poche ore prima avevo visto uscire dalla cattedrale. Uno dei piu loschi trafficanti di Azeroth contornato dai Silver Dawn in armatura e sonaglini. Altro che affari. Avevo usato la parola “scorta” senza pensarci e forse avevo visto giusto.
-Metti giù la balestra Taj. –
-Ho sentito parlare di coccodrilli nei canali sai ? –
-Dico sul serio stupida. Se poi ti fai male come lo spiego a tua sorella ? –
-Non osare minacciarmi a casa mia ladro di polli. Io sono stupida ed armata, merito piu considerazione da uno nella tua condizione di bersaglio. –
-Vorrei essere bersaglio di attenzioni di altro genere. Ti ricordi vero Taj… –
-Ricordo anche che le mie non ti bastavano stronzo. Mi pare che l’altra fosse… aspetta… mia sorella, dico bene ? –
-Ancora con questa storia, dai Taj quanto è passato ormai. Mica vorrai infilzarmi dopo tutti questi anni, così a freddo. –
-Ti assicuro che se la sua freccia non ti prende uso la pistola che tengo nascosta dietro la schiena.-
-Non sai sparare bene sorellina, da qui invece io non posso mancarlo. –
-Nemmeno io Taj, Da qui non posso sbagliare. -
La voce dolce di Quija Grilief arrivava dalle mie spalle. Adesso avevo una canna di acciaio puntata alla nuca. Una sensazione che non era nuovissima devo ammettere. Solo che di solito arrivava dall’alto. Qui invece sentivo l’esile Quija premere la pistrola dal basso, dalla base della colonna vertebrale.
-Si dice che le donne siano molto portate per le armi da tiro, molto pazienti ed attente.
-Grazie maestro, spero di farne tesoro di questa vostra saggezza “tempestiva”.-
Detestavo dare ragione a D’ran ma era vero. Queste due erano capaci di spararsi a vicenda pur di tentare di farmi fuori. Era il momento giusto per un diversivo d’emergenza. Alzai piano le mani e presi il sacchetto che Lynna mia aveva dato al mercato. Lo mostrai alle due sorelle con calma prima di parlare.
-Ok, questo è quello che ho scoperto in uno dei magazzini di Arnerius. –
Mi sforzai di continuare a respirare normalmente. Poi Quija abbassò la pistola per prendere il sacchetto e si portò alle spalle di sua sorella.
-Questo è vuoto shaft, che vuol dire ?-
-Sapevo che Arnerius macchinava in segreto. Diavolo, ormai chi è che non lo sa o non se l’aspetta ? Ho provato a cercare indizi nei magazzini piu nascosti della città ma ho trovato solo quello. –
Indicai con il mento la mano tesa di Quija ed ora anche Taj quardava il piccolo sacchetto bianco e vuoto. Per fortuna le tracce di zucchero potevano confondersi con tante altre cose e l’odore del caramello era svanito.
-Hai trovato un sacchetto vuoto ? E cercavi indizi per conto di chi ? –
-Sai chi era la scorta di Guillin oggi al mercato ? –
-Non vedo cosa potrebbe importarmi. –
-Aveva intorno i Silver Dawn Taj… -
Il suo volto si illuminò improvvisamente. Le due sorelle abbassarono le armi e con pochi gesti misero in sicurezza le armi. Feci finta di non notare la mancanza di rispetto e fiducia con cui le riposero alla larga dal sottoscritto. Mentre Taj correva via per il corridoio che riportava nell’atelier Quija mi fece segno di sedere accanto. Scelsi con cura la distanza tra noi due.
-Adesso si puo sapere che diavolo sta succedendo ? Che sono tutte queste minacce ed i segreti. Non siete finite in guai seri vogio sperare…-
-Niente che non sia estraneo a questi brutti tempi Shaft. –
Nella voce di Quija c’erano molte sfumature. Questo mi fece uno strano effetto. L’untima vota che le ero stato così vicino era ancora a galla tra i sogni di ogni ragazzina. Ed ora chi mi ritrovavo davanti ? Forse era uno dei nodi da sciogliere prima di poter intravedere qualcosa oltre la trama di questa giornata complessa.
-Di brutti tempi sento parlare da una vita Quija… -
Senza aggiungere altro presi un paio di bicchieri dal doppio fondo del tavolino. Una volta riempiti di un vino bianco che si annunciava gradevole gia al profumo li passai all’amica. Le vecchie abitudini di chi è stato in confidenza spesso restano nel tempo. Le mani di Quija presero a brillare delicatamente di azzurro. Solo un secondo o due ed il vino divenne fresco. Ci scambiammo un sorriso mentre i due bicchieri tintinnavano insieme. Stavolta mi accomodai accanto a lei, abbastanza da sfiorarla con la gamba.
-Te la senti di raccontare tutto ad un vecchio amico ? –
-Ti brillano i capelli alla luce del fuoco Shaft. –
La mano libera di Quija mi passò sulla tempia e poi dietro fino al collo. Era ancora fresca di magia glaciale.
-Inverni che passano e lasciano il segno. Ma non ho ancora intenzione di mettermi a riposo. –
-Inverno non è una parola che va pronunciata alla leggera.-
-Parlami senza enigmi Quija. Posso essere furbo ma non indovino. –
-Si riferisce alle nevi di Northrend. Al freddo che gli eserciti del Lich King portano nel cuore dei vivi. –
La voce profonda che sbucava dall’ombra mi fece prendere un colpo. L’adrenalina e l’addestramento presero il sopravvento e per un istante il mondo si fece piu definito, lento e particolareggiato. Fissai gli occhi luminosi che mi guardavano dal buio del corridoio. Molto lentamente una forma felina usciva dal buio. Non faceva rumore, non aveva odore. Un sesto senso mi ripeteva la parola magia in continuazione. Con la coda dell’occhio vidi la mano di Quija che si spostava e stringeva la mia.
-Non sono qui per spargere sangue, umano… -
La voce inanturale della bestia tremolava e cambiava di tono. Il suo muso prese forme diverse, insieme al manto ed alle dimensioni. L’aria che aveva intorno pareva entrare ed uscire dal campo di una lente d’ingrandimento. E stava crescendo. Alcuni istanti dopo un enorme bovino bipede mi fissava con gli occhi grandi e scuri.
-Sei di fronte al Druido anziano Turu-Klam della consulta delle dodici tribù. Ascolta le sue parole Shaftoe. –
Taj apparve subito dopo la trasformazione. Sembrava una bambina in confronto all’alto Taureen.
-Posso chiamarlo TK oppure serve tutto il titolo ogni volta ? –
-Non fare l’idiota Shaft. Abbiamo ancora frecce e pallottole se ti interessava di più il discorso di prima. –
-Se era qui in pace come afferma perché diavolo arriva alle spalle della gente Taj ? Se tutti i tuoi ospiti fanno a questo modo ben pochi escono vivi da questo salotto immagino. –
Mi ero alzato per sicurezza ed ora valutavo Turu-Klam con rapide occhiate. Tralasciando che me l’ero fatta sotto per quell’entrata in scena adesso mi sentivo punto sul vivo. Ero stato poco attento e in altre occasioni poteva costare tutto quello che avevo, la pelle per esempio. Senza contare il fatto che D’ran avrebbe riso come un matto ai tempi dell’addestramento. Avrebbe riso e poi si sarebbe immaginato una punizione di quelle con i fiocchi. Turu-Klam invece restava immobile. Non so se era docile di carattere o la sua massa gli impedisse movimenti in eccesso. Era alto piu di due metri, senza contare le lunghe corna ricurve. Pareva non avesse bisogno d’armatura, sotto i ciuffi di peluria la pelle doveva essere come cuoio, per l’appunto.
-Forse meglio Signor shaftoe, impressionante vero ?
-Hummm… -
-Allora forse non dipende da lui, è lei troppo impressionabile.
Punto vecchia carogna, un punto per te. Forse era una osservazione prevenuta ma mi pareva che Turu-Klam ruminasse leggermente nell’attesa. Taj stava sorridendo beffarda, quindi potevo dedurre di non avere una faccia rilassata. La mano di Quija ancora teneva la mia. Agli occhi del druido dovevo sembrare un bimbo portato a spasso dalla sorellina maledizione.
-Umano siediti per favore, parleremo tutti assieme ed i dubbi in comune potrebbero trovare risposta. –
-Shaft siediti tranquillo ed ascolta una volta tanto nella tua vita. –
-Se qualcuno ci vede con questo, beh… con questo Taureen possiamo dire addio alla festa Taj. Condanna per tradimento e cospirazione ai danni della pace del regno. Se la corte si vuole divertire ci scaricano legati sulla costa di Kalimdor e stanno a guardare come ci accolgono. Altrimenti è solo la forca, rapido e veloce, indolore, almeno per loro. –
-Questo non ti ha mai trattenuto dal saltare a piedi uniti dentro ad un casino Shaft. –
Suggerì Quija alle mie spalle e tirandomi giu con la mano.
-Ho dato disposizioni, nessuno ci disturberà se smetti di alzare la voce. E pensa che anche la tua nuova “conquista” è qui con noi. Vuoi che passi dal mercato di Stormwind al mercato di schiavi di Ogrimarr ? –
Taj aveva ragione su entrambe le cose. Lynna non doveva finire nei guai. Però in questa situazione non potevo farla franca se venivo scoperto. Inoltre ora che lo spavento lasciava il posto ad un giudizio piu lucido poteva venirne fuori anche qualcosa di buono. Avevo rischiato di piu in passato.
-Solo che sapeva quale era il guadagno Signor Shaftoe.
-Vediamo di scoprirlo maestro, se nascondono qualcosa deve essere di un certo valore.
Mentre mi accomodavo accanto a Quija sul divano Taj prendeva posto di fronte a noi. Turu-Klam Sedette al centro, inginocchiato per terra su una stuoia che aveva steso un istante prima. Dispose sul tavolo quattro ciotole di legno intarsiato. Nonostante il materiale fosse dei piu poveri il motivo del disegno era una vera opera d’arte. Piu che vedere le forme si intuiva la presenza di alcuni Taureen che correvano sulle pianure erbose. Immaginai le distese delle Barrens, una serie di piste polverose ed infiniti orizzonti piatti. Forse le scene si riferivano ad antenati della tribù del druido. Scossi la testa per caccaire quei pensieri. Turu-Klam mi osservava. Se gli Elfi nascondevano bene le emozioni il muso del Taureen era indecifrabile. Tutta al scena sembrava fuori luogo. Al centro del mondo civilizzato, a due passi dal castello di Stormwind e dall’elite dei soldati della Guardia Reale mi trovavo in un salotto che aveva accolto i pettegolezzi di generazioni di parassiti di corte e nobili di tutti i ranghi e sfumature. Stavo seduto in compagnia di un druido dell’orda, osservavo le sue tazze e fantasticavo sui disegni tribali mentre una ragazza ignara di ogni cosa giocava, poche stanze piu in là, a fare la nobildonna. Aggiungiamo la minaccia latente di una freccia piantata nel cuore da due delle donne più belle ed intriganti che avessi mai avuto la fortuna di conoscere. Tutto questo perché volevo scoprire cosa combinavano i Silver Dawn in combutta con Lord Guillin Arnerius.
-Eccellente sintesi signor Shaftoe. Inutile ma eccellente .-
-Non inutile, sto cercando un filo comune. Cerco di capire che succede.
-Appunto, non mi pare che ci stia riuscendo… quindi inutile -
Turu-Klam versò nelle tazze una bevanda presa da una borraccia di cuoio. Mi venne in mente la scena surreale. Un artigiano di Tunder Bluff che prendeva la pelle conciata del nonno e ci faceva una serie di comode bisacce pezzate. Passai la mano sul mio corpetto di cuoio leggero. Non nego che lo scricchiolare familiare delle giunture dell’armatura mi mise in imbarazzo. Un orco era chiaramente un nemico, bastava vederlo da lontano. I rinnegati di Undercity parevano pescati dall’incubo ricorrente di un ragazzo con troppa fantasia o dalle storie della nonna. Quello che avevo davanti era un animale, un grosso animale con una storia di famiglia ed un clan di suoi simili che tramandava leggende ai posteri. Pittoresco ed inquietante, come le figure sulle tazze. Taj prese la sua coppa e la tenne davanti a se a braccia tese. Quija e Turu-Klam fecero altrettanto. Prima di imitarli frugai con lo sguardo nella mia coppa. Pareva ci fosse solo acqua. Acqua dall’odore leggermente muschiato, per quanto anche quella poteva sembrare una battuta di pessimo gusto davanti al druido bovino. Appena fummo in posizione Turu-Klam recitò alcune parole ed il liquido prese a girare veloce, seguendo il senso delle figure intarsiate. Poi un bagliore diffuso, un piccolo lampo visto con la coda dell’occhio e nulla di piu. Bevemmo tutti fino in fondo. Ormai che senso aveva rifiutarsi. Non era certo un veleno quello che dovevo temere se volevano farmi fuori. Almeno lo speravo.
-Adesso siamo legati al silenzio. Nulla di quanto detto sarà rivelato. Gli spiriti non permetteranno che la promessa venga infranta. –
-Non lo permetteranno – disse Quija e Taj le fece eco.
-No ? – Aggiunsi io con una punta di dubbio sincero.
Il druido si lasciò sfuggire una specie di sospiro. O meglio, un suono profondo di mantice che in proporzione poteva essere un sospiro. Le due sorelle Grilief parevano volermi uccidere con lo sguardo. Cioè, anche con lo sguardo oltre che con frecc e pallottole. Era l’ora di fare una domanda seria. Prendere il the era carino ma senza dolcetti diventava un po esasperante alla lunga.
-Druido, adesso che gli spiriti sono in comodo e noi siamo seduti potrei sapere come mai vi interesate tanto al varo di oggi pomeriggio ? Dopo tutte queste domande merito una risposta non credi ? –
-Sai cosa succede nel mondo ragazzo ? –
-Intendi in generale oppure hai in mente un posto preciso ? –
Ancora un sospiro del Taureen. Taj prese la parola spazientita.
-Shaft, se continui ad offendere il nostro ospite…-
-Non sono offeso amica Taj. Questo ragazzo è solo confuso. Lasciami raccontare umano Shaftoe. Apprenderai forse più di quanto ti occorre su ciò che il futuro ci riserva. –
-Lasciami indovinare, guerra e carestia. Oppure pestilenza e drammi personali, l’equilibrio della natura in pericolo. No, un’invasione di coccodrilli su per gli scarichi fognari dei canali… -
-Sono pronto Turu-Klam, dimmi pure e facciamola finita. –
-Avrai sentito parlare dei lontani territori del Northrend. –
-Accennavi poco fa alle voci che girano sul LichKing. –
-Ebbene non sono voci umano. Tutto quello che hai sentito è vero. –
Improvvisamente mi sentii molto stanco. La lunga crociata oltre il portale oscuro era stata un’avventura difficile. Insieme ai Demoni della Luce avevamo dato un bel colpo all’avanzata delle forze di Illidan. Ma restava tanto da fare, forse troppo anche unendo le forze dei regni di Azeroth. Le peggiori ferite però le avevamo riportate in due occasioni ben precise. A vederle in prospettiva le cose avevano cadenze troppo particolari per non essere notate. Appena iniziata l’esplorazione delle Outland alcuni dei Demoni si erano lasciati andare a dissapori e maldicenze. Nel momento del bisogno alcuni di noi si erano tirati da parte. Trascinati via dallo schiudersi di problemi a lungo taciuti. Ma le circostanze avevano reso necessaria la scelta e chi non era disposto a venire a compromessi non aveva altra via che abbandonare la battaglia. Oppure combatterla nelle fila di altre gilde. Adesso tutto si ripeteva. L’orizzonte portava altre nubi di tempesta ed altri di noi prendevano una strada che li avrebbe portati lontano. Stavolta era stato peggio, sia mai che al mondo si vada a migliorare. Adesso gli ex Demoni si erano riuniti prima, di comune accordo, per distaccarsi in gruppo. Avevano sparso tra le nostre fila il dubbio e fatto promesse agli indecisi. Poi erano partiti ed ora mostravano fieri i colori di una nuova alba. Silver Dawn, la loro alba argentata. Una rinascita che sembrava, almeno nel nome, un modo di lavare via qualcosa e quel qualcosa era il loro passato tra i Demoni della Luce.
-Tipico e prevedibile, come l’animo umano Signor Shaftoe.
-Tipico e prevedibile come i vostri commenti maestro. E voi siete morto anche per questo, eravate diventato vecchio e prevedibile.. -
Nemmeno zittire lo spirito di D’ran mi dava sollievo in questa corrente di pensieri. Pareva accorgersene anche Turu-Klam che scosse la grande testa agitando le corna e facendo tintinnare i monili che portava.
-Chiedo scusa Turu-Klam. Ad alcune cose non sempre siamo preparati. Continuate vi prego e se potete accordatemi la possibilità di riaprare alla mia scortesia di poco fa. –
Il mio cambio d’umore pareva aver avuto un profondo impatto anche sulle sorelle Grilief. Non vidi il solito lampo di ironia negli occhi di Taj. Sua sorella bevve altro liquido dalla sua coppa in silenzio.
-E sia, Shaftoe molte delle potenze di questo mondo si stanno preparando da tempo. Anche se gli eventi futuri sono imprevedibili molti sogni e troppi segni visibili ci hanno tenuti in allerta –
-Intendete i clan e le tribù della vostra razza Turu-Klam ? –
-Intendo ogni essere di questo mondo Umano. Ma alcuni possono più di altri. Ed altri sono pronti a sfruttare il momento a loro vantaggio. Anche se questo vuol dire condannare i propri simili. Anche se questo fosse un crimine contro la vita stessa. -
La tristezza rese gli occhi del druido ancora piu lucidi. Le grandi mani di quell’essere parevano monumenti inerti, abbattuti dal peso di troppi secoli. Adesso che le teneva conserte in grembo sembrava piu una statua dedicata alla pietà che un minaccioso nemico dell’Alleanza.
Mentre valutavo con occhio diverso il druido fu Quija a prendere la parola.
-L’SI:7 ci ha chiesto di lavorare per loro Shaft. Te lo dico con franchezza, tanto il rituale di Turu-Klam non lascerà che il segreto venga tradito. Abbiamo spiato e riferito per mesi i movimenti di Lord Arnerius. Sia direttamente che tramite i pettegolezzi sul suo conto. Ma ancora non siamo riuscite a dare un aiuto valido alla causa. E da quanto abbiamo capito nemmeno altri tipi di indagine hanno portato piu avanti. Il varo che si farà oggi al porto è la riprova di quanto sia stato inutile ogni sforzo. –
-Quija, che diavolo metteranno in acqua tra poco ? Per quale motivo avete tutte queste paure. Sai chi sono davvero quelli per cui lavorate ? L’SI:7 non lascia tracce quando chiude un’operazione. A magior ragione se è importante come dite. Fallire potrebbe portare alla cancellazione della famiglia Grilief. Ho visto casate nobili spazzate via anche dalle carte polverose degli archivi storici. –
-Come andiamo per il sottile signor Shaftoe. L’SI:7 ha fatto di peggio e con molta perizia. E lei con noi, strano che non ricordi. Oppure non vuole dirlo alle sue dolci e stupidamente coraggiose ex compagne di giochi. -
Avevo alzato troppo la voce. Le sorelle Grilief stavano per cedere. Taj fremeva di rabbia, da un momento all’altro avrebbe tirato fuori una serie di improperi su di me, sulla mia morale e sul diritto che avevo di dire a loro cosa fare. Quija sarebbe scoppiata in lacrime un secondo dopo. Davo quasi per scontato di aver combinato un casino con la mia ultima uscita quando dalle tazze di Turu-Klam prese a divampare una fiamma viola. La sorpresa ci mise tutti sul chi vive. Tutti intenti a valutare la prossima mossa di Turu-Klam che adesso aveva tre paia di occhi puntati addosso.
-Umano Shaftoe… Anche se conosci bene i modi della tua gente. Così come ogni altra persona in questa stanza conosce i rischi che affronta. La consulta dei druidi non permetterà che venga fatto del male a queste donne coraggiose. Tuttavia la grave incognita che ci troviamo a contrastare deve essere affrontanta su campi di battaglia molto diversi da quelli a cui siamo abituati. Ci sono maestri di ogni tipo di guerra Shaftoe, e tu lo sai bene. Oppure imamgino troppo sul tuo conto ? –
Furono istanti, ma Turu-Klam riuscì lo stesso a trasmettermi qualcosa con il suo sguardo. Attraverso quegli occhi così diversi, così alieni, vidi brillare il familiare lampo di chi sa perfettaemtne con chi ha a che fare. E non si fa scrupolo ad usare mezzi o persone per i suoi fini. Ma io non avevo piu voglia di giocare. Il tempo passava, Lynna doveva essere quasi pronta ed io avevo un sacco d’oro da quadagnare. Che tutti gli intrighi di palazzo se ne partissero per campeggiare all’inferno.
-Druido, siamo minacciati tutti, ma non si sa da cosa. Ne in quale modo. Sospettate di Lord Arnerius e potrei dirvi che è troppo facile sospettare di uno come lui. Parlate del Lich King come se fosse uno spauracchio per i bambini disobbedienti. E dopo tutto questo ancora girate intorno al vostro piano. E’ l’ultima vota che ve lo domando, che succede ? Se no avrò risposta sensata penso di alzarmi e sparire da questo convivio. E non sarò delicato se cercate di fermarmi. –
-E che cavolo. -
Possibile che a questo mondo debba essere sempre tutto di importanza capitale. Ma mai un problema semplice. Una cosa rilassante. Prima i conflitti con l’Orda, poi la minaccia di Lady Katrana al trono di Stormwind. Le schiere di servitori di quella bolla di gas che era Ragnaros. Invece di prenderci una vacanza eravamo stati reclutati in massa, chi piu chi meno, nella guerra per fermare l’invasione delle Outland. Se le leggende su Northrend erano vere allora vedevo già i Demoni partire a spron battuto. Magari prima, Syrius e Deda avrebbero portato un’avanguardia nei nuovi territori. Ma dopo sarebbe suonata l’aduntata e via per nuove avventure. Manco a dirlo io avrei preferito un periodo di relax. Mi ero fatto una mezza idea su Lynna ed un’isoletta sospesa nel cielo di Nagrand. Un viaggio di piacere per entrambi. Il sole e la brezza, l’intimità. Fu il brontolio di Turu-Klam a riportarmi nel salotto delle Grilief. Tra i toni morbidi del rosso, i tessuti delicati ed il peso degli intrighi condotti da dilettanti. Cosa che li rendeva pericolosi oltre ogni limite del buonsenso.
-Umano non avrai a spargere sangue oggi. Almeno non in questo luogo. Appena sorella Taj mi ha avvertito della tua visita mi sono reso conto di quanto siano attenti gli spiriti alla nostra missione. Proprio nel momento del bisogno sei stato guidato qui da noi. Ho il sospetto che tu sia la chiave per risolvere i nostri dubbi. Sempre se accetti di darci il tuo aiuto. –
-No, uno stramaledetto accidente, io voglio solo tirare su una sacchettata di monete e pagarmi la vacanza vitello deforme.
-Da parte mia Signor Shaftoe posso solo darle il consiglio di cavalcare fuori da Stormwid più velocemente di sempre. –
Ho sempre avuto un debole per guai, ecco il mio problema.
-Di che si tratta ? –
Lo dissi sospirando stancamente. Per poi sprofondare nel morbido divano mentre mi sorbivo la lista di sfortunate coincidenze e particolari che facevano di me la “persona adatta” per questo gruppo di disperati e la loro missione.


Scusate gli errori, ho riguardato mille volte ma reimpaginare tutto per il forum non è stato facile ne veloce. Prossimamente le altre puntate...

Ma solo se siete curiosi di sapere quali sono i colori dell'alba :D


Edited by shaftoe - 19/11/2008, 06:36
 
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view post Posted on 11/11/2008, 20:10
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L'ONNIVORO

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rispondo una sola volta sul'argomento e prego chiunque abbia delle rimostranze su quello ke dico di dirmelo tranquillamente e senza problemi.

nn sono + officer, ma credo ke se ai GM va bene posso tenere la gestione della sezione racconti lo stesso, visto ke è un lavoro "collaterale" alla gilda e nn ne influenza in nessun modo la vita.

o almeno nn dovrebbe.

lodo il racconto Shaft e mi piace come scrivi e come interpreti il personaggio, ma kiederei a te e a tutti di evitare di inserire in qualsiasi caso gente esterna alla gilda, soprattutto (viste le ultime discussioni) chiedo a tutti di evitare di usare i silver dawn per crearci intorno racconti o storie ke alla fine si rivelano... denigranti (parola forte, nn vedo questo nel racconto, ma nn sò ke altro termine usare per esprimermi... perdonate il mio vocabolario a volte limitato).

abbiamo gia avuto abbastanza discussioni e alcuni ne hanno subito anke delle conseguenze, evitiamo di ripetere la cosa in futuro.

kiedo solo un keto vivere reciproco, continuare a rimuginare sulle cose porta solo ad inasprire situazioni gia di loro delicate.

Come sempre mia ssumo tutte le responsabilità per quello ke ho scritto.

Grazie

 
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-Kealos-
view post Posted on 11/11/2008, 21:20




Se volete inserire altri personaggi e/o gilde e farli partecipare attivamente ad un racconto, mettevi d'accordo sul filo conduttore.

Basta spam non GDR cmq :P
 
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shaftoe
view post Posted on 11/11/2008, 21:26




Ancora non hai letto nulla :risata:
 
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Lady Althaea
view post Posted on 11/11/2008, 23:25




Shaft hai uno stile che è veramente bello, mi piace moltissimo! Complimenti davvero!
 
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Lady Deda
view post Posted on 11/11/2008, 23:26




Io i complimenti te l'ho già fatti...scrivi benissimo, complimenti :)
 
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Syrius
view post Posted on 12/11/2008, 01:12




Quoto Petra, sei molto bravo :ok:
 
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shaftoe
view post Posted on 12/11/2008, 06:27




CITAZIONE
lodo il racconto Shaft e mi piace come scrivi e come interpreti il personaggio

CITAZIONE
Shaft hai uno stile che è veramente bello, mi piace moltissimo! Complimenti davvero!

CITAZIONE
Io i complimenti te l'ho già fatti...scrivi benissimo, complimenti :)

CITAZIONE
Quoto Petra, sei molto bravo :ok:

Le persone che ho citato sono le responsabili del mio recente aumento di peso maledizione.
Sapete che l'ego e l'autostima gonfiando producono massa. Smettetela, poi mi torna fuori il mal di schiena se stuzzico l'ernia :lol:

Comunque grazie a tutti voi che avete la pazienza di leggermi :wub:
 
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Syrius
view post Posted on 12/11/2008, 09:30




CITAZIONE
Comunque grazie a tutti voi che avete la pazienza di leggermi

e di scovare piccoli errori di battitura hihihihi :P
 
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side83
view post Posted on 17/11/2008, 23:45




..io non ho la pazienza..ci riprovo domani :P
 
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shaftoe
view post Posted on 19/11/2008, 06:37




Up - secondo capitolo inserito, buon divertimento :lol:
 
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Lady Deda
view post Posted on 19/11/2008, 12:35




Sono sempre + curioso di leggere il seguito :)

PS: Angel ringrazia ;)
 
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shaftoe
view post Posted on 25/11/2008, 06:28




Nuovi orizzonti



A vederla adesso pareva che Lynna avesse cavalcasse da quando era venuta al mondo. Tralasciando i doppi sensi di questa considerazione restava il fatto che se la stava cavando molto bene. All’uscita dell’atelier Grilief un garzone si era presentato con una cavalla pezzata addobbata di tutto punto per l’occasione. Lucida di striglia e mansueta. Forse presa a noleggio dal ranch di Eastvalle. Per fortuna anche il mio vecchio compagno di viaggio era stato trattato con cura. La bardatura da battaglia scintillava lucida mentre i finimenti parevano passati ad olio ed ingrassati a dovere. Al passo non si sentiva altro suono oltre agli zoccoli ferrati di fresco che sbattevano sul lastricato. Per un attimo mi era sembrato che la bestiaccia mi guardasse con fare irritato. Quasi a farmi sentire in colpa delle mie scarse cure per chi mi portava in giro fedelmente da anni. Avevo indossato uno dei completi che tenevo in banca a prendere polvere. Anche questo lavato di fresco da Quija e rimesso in forma per l’evento. Portavo un nuovo mantello con finiture in filo argentato. Moda dell’anno scorso ma intonata con il completo chiaro.
- Mi sento nudo senza qualcosa di scuro – Avevo obbiettato sulle prime.
- Fai la tua maledetta figura Shaft. Soprattutto quando fai silenzio. –
- Bada Taj che sono sempre in tempo a tornarmene a casa. -
Quija sentì il bisogno di fami scorgere il calcio della pistola. Mi parve anche di sentire un sordo ruggito provenire dal vicolo in ombra, poco più giù, oltre l’ingresso dell’Atelier. Ma visto che ero il solo a farci caso lasciai perdere l’imprudenza di Turu-Klam. Eravamo rimasti d’accordo su un punto ben preciso. Il druido avrebbe preso le sue cose e si sarebbe rintanato a Moonglade. Non era bene che si aggirasse per la città. Troppo alta la probabilità di vederlo portare in catene al castello e di li alle prigioni. Dopo una breve visita dal boia per sincerarsi che dicesse la verità naturalmente. Magari usando qualcosa di rovente per convincerlo. Alla fine il Taureen aveva acconsentito. Avrebbe ripercorso i suoi passi ma solo dopo aver incontrato un paio di compagni di studi. Non feci altre domande, per adesso mi bastava saperlo lontano da me.
- Fratello Shaftoe, ricorda sempre che gli spiriti vegliano su di te. –
- Chi ti dice che sono tuo fratello TK… Fai in modo che gli spiriti non rompano le scatole mentre lavoro. E se hanno delle dita da incrociare che lo facciano. –
- Hummmm – Ancora quel brontolio indecifrabile.
- Umano, io sono paziente ma ricorda che una di queste notti potresti scoprire quanto sono freddi gli artigli degli spiriti quando ti sfiorano la gola. Accadrà presto se continui a farti beffe di loro. –
- Se succede gli farò presente che sono tuo fratello TK. Sia mai che me ne vada all’inferno da solo druido. –
- Ritiene saggio inimicarsi anche il soprannaturale Signor Shaftoe ?-
- Ritiene saggio far sapere che sono fratello di una mucca parlante maestro ? –
- Buona fortuna Signor Shaftoe, soprattutto per le ore notturne. –
- Fortuna per voi che non avete da temere di crepare ancora D’ran. Adesso se non vi dispiace… Si va in scena. –

Le sorelle Grilief salutavano compite la partenza di due clienti generosi. Per destare meno sospetti lasciai nelle loro mani un paio di sacchetti d’oro. Me ne ero fatti ricamare due al volo. Ormai che mi trovavo a pagare che almeno fosse una scena di un certo pregio. Ma il vero spettacolo era Lynna, o meglio Lady Janeri Dess-Thaquira. Cugina di secondo grado di Lord Manlio Thaquira, caduto nei giorni di assedio della fortezza di Hellfire. Figlia di Nizeri Dess, signore di uno dei primi territori liberati dall’avanzata degli insetti giù in quel buco polveroso che era Shilithus. Figlia di Lady Bensaria Thaquira, cugina appunto del famoso Manlio ed assente dalle cronache mondane di corte a causa delle “fortunate conquiste territoriali” del marito. Il bello di questa sfilza di titoli eccellenti era il fatto che, guarda caso, nessuno dei nominati poteva essere in città oppure venir contattato in fretta e furia per un controllo. Ora, parlando seriamente, non credevo di arrivare ad un controllo formale. Saremmo durati cinque minuti al massimo prima di dover fare a pezzi eventuali testimoni del nostro imbarazzo. Tutto questo serviva solo per farci passare indenni la selezione degli invitati al varo. Una volta dentro Lynna doveva aggirarsi solo in mia compagnia o con ragazze della sua età a cui l’avrei presentata. Pensavo di scansare come la peste i gruppetti di veri nobili e nomi in vista della città. Cosa peraltro facile visto che nessuno di quei maledetti ipocriti avrebbe avvicinato una come lei a meno di dieci metri. Le esigenze di rango divenivano barriere molto reali durante certe serate. Stavolta la cosa giocava in nostro favore.
- Andrà tutto bene Milady Janeri. Emozionata ? –
- Non con te al mio fianco Shaft. –
Il sorriso accattivante di Lynna parve risplendere come la lama di un pugnale leggendario, pericoloso ma bellissimo. Feci finta di non considerare l’ironia della sua frase. Mi piaceva pensare per il meglio in certi momenti. Ignorai anche lo sguardo torvo delle sorelline Grilief. Quello scambio di battute non era stato un esempio di galanteria, almeno non nei loro confronti. Se avessero potuto incenerirmi all’istante i miei resti sarebbero stati trasportati via dalla prima folata di vento. Era il momento giusto per i saluti. Non volevo peggiorare oltre la situazione.
- Grazie della vostra opera madama Taj, e del vostro gusto raffinato signorina Quija. Che la luce sia con voi. –
Senza aspettare risposte imbarazzanti detti un colpetto di sperone. Seguito da Janeri imboccai la discesa che portava ad est. Passammo veloci sul canale e dopo pochi minuti entrammo nella piazza centrale di Stormwind. C’era un discreto movimento. I negozi del corso erano aperti e facevano concorrenza alle botteghe del vecchio quartiere. Più specializzate ma in posizione meno privilegiata. Intorno alla fontana stazionavano gruppetti di perditempo. Due guardie piantonavano l’ingresso della banca e squadravano silenziose chi entrava, soprattutto quelli che portavano borse voluminose oppure oggetti inconsueti. Di fronte alla locanda stazionava un padiglione di tessuto leggero e ricamato in modo esotico. Alcuni reclutatori provenienti da Exodar cercavano combattenti per garantire all’Allenaza il controllo delle torri di Eye of the Storm. Fermai il cavallo all’ombra del grande albero al centro della piazza. Con cortesia ed un tono di voce da perfetta guida locale girai intorno al cavallo di Lady Janeri e le detti un benvenuto formale in città. La informai di essere stato mandato a tenerle compagnia e che sarei stato io a provvedere ad ogni suo bisogno. Tutto andava bene. Alcuni passanti osservavano la scena curiosi. Vidi un paio di ragazzetti sporchi ed ossuti correre in direzione del vecchio quartiere. C’erano ragnatele invisibili che si dipanavano per tutta Stormwind,a desso avrebbero presero a vibrare. Tra i fili invisibili era caduta una nuova preda e presto molti dei ragni in attesa avrebbero saputo del nostro arrivo. Alcune di queste manovre mi erano abbastanza note. In passato me ne ero gia servito ed alcune volte avevo rischiato di rimanere intrappolato a mia volta. Erano la linfa scura che nutriva gli ambienti atipici della città. Il fiume principale dei guadagni e di tutte le avventure del regno. Ed ancora più a fondo, dove l’avidità e la sete di potere avevano paura di guardare si poteva trovare il mare d’inchiostro in cui l’SI:7 affogava le sue operazioni. Ma quella danza nell’ombra per adesso poteva aspettare. Seguendo il mio piano scortai Lady Janeri per tutta la città, mostrandole quei luoghi che, si supponeva, ancora non avesse visitato. Passeggiando per i giardini elfici osservavo Lynna nelle sue nuove vesti. Le ore passate nell’atelier Grilief avevano messo in luce ogni possibile sfaccettatura della sua bellezza. Adesso un’alternanza di tessuto bianco e color crema seguiva il corpo della ragazza del mercato. Esaltava o nascondeva quanto valeva la pena di mostrare o di far immaginare. Alcune finiture rosse interrompevano sapientemente il taglio del corpetto per ammiccare alcuni particolari. Niente scadeva nel volgare, ma il tutto impreziosiva il fisico tornito di Lynna. Quasi come tatuaggi su una seconda pelle alcuni fili dorati e d’argento si rincorrevano curva dopo curva. Intrecciando cuciture come edera rampicante. Tutto questo si ripeteva nelle finiture della cavalcatura di Milady. E l’insieme era brillante come una stella prima dell’alba. I guardiani dei giardini si profusero in inchini al nostro passaggio. La sceneggiata iniziava a dare i suoi frutti. Su mia richiesta spiegarono gentilmente a Lynna le proprietà delle acque che custodivano al centro del quartiere. Benedissero la sua fronte nel nome di Elune e ci fecero dono di alcune piccole fiale d’acqua benedetta. Una di queste era legata ad una catenella di verde thorium finemente intrecciato. Alla luce della sera il pendente cristallino avrebbe lasciato risplendere l’acqua che conteneva. Immaginai il sorriso di Lynna che coronava quella luce tenue durante il banchetto che sarebbe seguito al varo. L’effetto di per se sarebbe stato notevole.
- Quanto lavoro buttato Signor Shaftoe, anni spesi a raccomandare la prudenza ed ora vi troverete al centro di un fuoco incrociato di sguardi. –
- Maestro non eravate voi a dire che sotto gli occhi di tutti si trova il migliore dei nascondigli… -
- Scommetterei sui vostri avversari se fosse mia abitudine gingillarmi in queste attività. –

Tralasciando un incoraggiante D’ran contai i battiti delle campane della cattedrale. Finiva il primo pomeriggio ed era il momento di fare il nostro ingresso al nuovo porto di Stormwind. Cavalcammo al centro della strada. Dove la gente comune lasciava sfilare gruppi di cavalieri e dame al passo. Naturalmente i veri nobili sarebbero arrivati piu tardi. Per adesso si distinguevano alcuni rappresentanti delle gilde piu in vista, notabili dell’amministrazione locale ed un immancabile viavai di figure di contorno. Ancelle e messaggeri giravano indaffarati, scudieri tenevano le briglie ai loro cavalieri e ne portavano i colori disegnati in petto o su gonfaloni agitati dalla brezza che saliva mare. Io avevo tralasciato di vestire i colori dei Demoni della Luce. Se avessi incontrato Ladydeda avrei passato un brutto quarto d’ora ed avrei dovuto spiegare troppe cose imbarazzanti. Per fortuna in questo momento si trovava chissà dove a caccia. O almeno speravo fosse così. D'altronde non era questo l’unico particolare lasciato in mano alla fortuna quel pomeriggio. Altri Demoni erano in città, questo lo sapevo di sicuro. Avevo intravisto Khasefer che parlava davanti alla sala degli eroi un’oretta prima. Discuteva sull’ultima incursione nella valle di Alterac con alcuni sconosciuti. Succedeva di frequente che nelle sale dei Demoni lui e Braumeister facessero il punto sulle nuove tattiche di entrambi gli schieramenti nell’eterno andirivieni di scaramucce con l’Orda. Entrando in banca avevo visto Celtius che faceva l’inventario di qualcosa nei bauli depositati dalla gilda. Alla fine si trattava comunque di coincidenze. Visto che i Silver Dawn erano legati a Lord Arnerius a doppio filo dubitavo seriamente che ai Demoni fosse pervenuto un qualche tipo di invito ufficiale per il varo. E poi da tempo il nostro campo base era piazzato nelle Outland. Appena sorpassato l’ingresso alle zone del varo sarei stato al sicuro. Restavano i Silver Dawn ma non aspettandosi di vedermi li era piuttosto difficile incorrere in incontri fortuiti. Contando il fatto che ero vestito in maniera abbastanza anonima. A tirarmi fuori da tutti questi pensieri intervenne Lynna. Con voce piena d’entusiasmo e di meraviglia per la piccola parata a cui prendevamo parte.
- Non essere scontroso Shaft, non vedi quanta gente ci saluta ? –
- Scusatemi Lady Janeri, pensavo ad alcuni vecchi amici. –
- Ne incontreremo alcuni ? –
- Non se abbiamo fortuna Milady. –
- Ci mancherebbe altro maledizione. –
- Allora rilassatevi Shaft e date soddisfazione alla brava gente di Stormwind. –
Lynna ridacchiava soddisfatta della sua battuta. La guardai mentre tendeva la mano e salutava alcuni gruppi di persone in festa. Sorrideva felice come se quella gente l’amasse davvero ed augurasse a Lady Dess-Thaquira tutto il bene possibile. Fin quando il gioco restava semplice Lynna sarebbe stata la compagna ideale per quell’avventura. E tutto doveva andare bene altrimenti sarebbe successo un gran casino. Tirarsene fuori sarebbe stata la vera impresa. Ad un evento come quello un solo movimento sospetto poteva far degenerare la situazione e non eravamo certo in una posizione stabile. Intanto lo scorrere lento degli invitati ci accompagnava fuori dai bastioni di Stormwind. Feci cenno a Lady Janeri di seguirmi verso il limite della piccola piazza.
- Non vedremo più il porto in questo modo Milady, osservate. –
Janeri fece avvicinare il cavallo al bordo ed ebbe un brivido. Vidi le mani sbiancare stringendo le briglie ed i piedi puntare sulle staffe. Tuttavia Lynna non si tirò indietro. Forse per la troppa meraviglia davanti ad uno spettacolo che avrebbe stupito un veterano di guerra. Il nuovo porto di Stormwind stava sotto di noi, almeno duecento metri sotto. Stavamo al culmine di una serie di terrazzamenti fortificati che scendevano fino al mare. La prima parte della discesa, passava per delle rampe attraverso varie postazioni di difesa. Guardie armate ed ufficiali in uniforme da parata presidiavano i cannoni che pattugliavano il mare. Ogni contrafforte delle mura era realizzato in pietra. Blocchi enormi scavati in maniera da essere incastrati dal peso di quanto sostenevano. Le squadre di Ironforge avevano preparato le pietre e posato in opera tutto quanto con maestria. Le mura avrebbero retto sia un assalto diretto sia il più lento e costante attacco degli elementi, secolo dopo secolo. Le grandi statue a forma di leone si potevano scorgere dal mare. Fieri guardiani di marmo bianco, emblema ed ammonimento per i visitatori con intenzioni poco dignitose.
- Come potete vedere Milady siamo perfettamente al sicuro. Dubito che la città possa mai venir presa dal mare. –
- E’ un’opera incredibile Shaft. Bellissimo, senti il profumo che viene del mare ? –
- Ho sentito dire che ci sono sistemi di convogliamento delle brezze e dei venti. Pare che gli esuli di Gnomeregan abbiano ideato un metodo per sfruttare ogni tipo di vento. Un aiuto per le navi in manovra. Non so come sia possibile senza usare la magia ma pare che ci siano riusciti. –
- In città non si vede piu la nebbia al mattino. Ma pensavo fosse una delle tante voci sciocche che le persone mettono in giro prima di vederlo con i miei occhi. –
Continuammo per alcuni minuti a conversare del più e del meno. Intorno a noi altri gruppi di invitati procedeva verso la spianata vera e propria del porto e avanti ancora, verso le banchine a nord dove doveva avvenire il varo. La nave che faceva la spola tra Auberdine e Stormwind era approdata da poco al molo sud. Quello dedicato alle linee permanenti di collegamenti tra i territori dell’Alleanza. Altri invitati e gente comune scendeva dalla nave per sbrigare affari o semplicemente venire al mercato della città. Una delegazione di elfi sopra le loro tigri si diresse verso la guarnigione dei soldati per notificare il loro arrivo e poi proseguire per chissà dove. Lynna ed io iniziammo a scendere dalle rampe. Terrazza dopo terrazza, aggirando i leoni di pietra ed imboccando comode discese, arrivammo tra la folla multicolore che animava le banchine. Oggi il personale del porto era in minoranza assoluta. Il costante lavoro di carico e scarico dei bastimenti era rallentato all’inverosimile a causa dei festeggiamenti per il varo. Alcuni marinai imprecavano, più per la folla che per i pesi trasportati. In vista dei cordoni di sicurezza organizzati da Lord Arnerius portai una mano ai documenti che tenevo in tasca. Poche ore prima avevo mandato uno dei ragazzi di bottega di Taj a sbrigare una commissione. Al centro del vecchio quartiere conoscevo un paio di professionisti che realizzavano copie perfette di molti scritti. Lo facevano per preservare la conoscenza e la cultura ovviamente. Copiavano per le biblioteche di mezza Azeroth documenti e libri che altrimenti sarebbero andati perduti. Usurati dall’uomo, dai topi o dall’umidità delle biblioteche. Anche l’archivio reale si serviva di questi professionisti. D’altra parte quando gli affari ristagnavano si poteva contare su entrate alternative facendo un mestiere di questo tipo. C’erano sempre permessi da rinnovare, visti da concedere e tutta una serie di carte che sarebbe costato troppo aggiornare per vie ufficiali. In fondo non si poteva sovraccaricare l’apparato burocratico della città per mille piccole inezie. Stavolta però la mie richiesta era stata esaudita molto meglio di quanto speravo. Quija aveva spedito un tubetto sigillato ad un indirizzo che non avevo mai letto prima. Quando fu recapitata la risposta immaginai che l’SI:7 si fosse preso la briga di curare le nostre credenziali. Quija aveva tirato fuori tutta una serie di carte di imbarco e pergamene di ritiro merci. Sembrava che Lady Janeri Dess-Thaquira viaggiasse con consistente bagaglio ed avesse bisogno di prenotare stanze per se e per il suo seguito. Probabilmente tutti gli indirizzi riportati facevano capo ad una serie di persone compiacenti.
- Più probabile che siano in debito con noi Signor Shaftoe. Niente rende più fedeli alla causa della paura di un esattore dell’SI:7. –
D’ran aveva ragione, lui era stato uno degli esattori migliori in gioventù. Tutti prima o poi lavoravano per l’SI:7. Magari senza scoprirlo mai. Oppure scoprendolo quando era troppo tardi per salvare la pelle. Dipendeva dal tipo di operazione in corso. Ma al momento avevo in tasca quanto di meglio ci fosse sul mercato in fatto di falsi su pergamena e questo bastava. Allentai la briglia e precedetti di pochi passi Lady Janeri verso l’ingresso dei cantieri navali. Quando venne il nostro turno passai gli inviti agli uomini di Arnerius senza nemmeno scendere da cavallo. Questi scorsero alcune liste di nomi scuotendo la testa. Li vidi controllare più e più volte. Alla fine uno dei tre mi venne vicino con fare contrito.
- Sono spiacente nobile Signore ma sembra che nessuno ci abbia avvertiti del vostro arrivo. –
- Questo è un problema ? –
- Ecco… si , insomma. I vostri inviti è tutto a posto ovviamente ma… -
- Cosa ci trattiene dunque se tutto è a posto. Pensate che Lady Dess-Thaquira abbia attraversato il mare per imbucarsi alla festicciola del vostro Signore ? -
Cominciavo a sentire la tensione che cresceva nei servi di Arnerius. Se non cedevano entro pochi secondi sarebbero entrate in gioco le guardie. Ci sarebbero state domande e altri controlli. O entravamo subito oppure dovevamo prendere la via del ritorno e sparire, molto in fretta. Fu proprio mentre il valletto stava per riaprire bocca che una delle ragnatele invisibili prese a vibrare. Un fischio lo fece girare e scusandosi con me tornò al tavolo con i suoi colleghi per scrutare altre carte. Lo vidi fare i complimenti ad un ragazzino e passargli un paio di monete di rame. Poi con un sorriso raggiante fu ancora sotto il mio cavallo.
- Perdonate la scortesia dell’attesa Signore. Tutto è in regola. Avevamo solo lasciato indietro alcune carte. Sapete sono giornate agitate… -
- Che succede Shaftoe ? Staremo ancora molto qua fuori ? –
- Non penso Milady, quest’uomo ci stava giusto porgendo il benvenuto di Lord Guillin. –
Il valletto fece un inchino e girò i tacchi. Probabilmente lieto di non aver dovuto sostenere una discussione con gli invitati del suo Lord. Una volta lasciati i cavalli ai garzoni delle stalle presi Lynna sottobraccio ed iniziammo la scalata verso il bacino di carenaggio.
- Sei stata molto brava all’entrata. –
- Ho solo giocato un po, come vedo fare sempre alle dame che vengono alla cattedrale. –
- Ti ho detto che risplendi come un raggio di sole Janeri ? –
- Lo dici anche alle ragazze del mercato Shaft o solo alle dame di corte ? Forse dovrei essere gelosa… –
- Milady voi mi confondete, non darete troppo peso a qualche stupida storiella sul mio conto ? Sapete bene che sono solo servo vostro. –
- Mio fin quando siete con me. Ho sentito alcune frasi… ed ho visto certi sguardi all’atelier delle sorelle Grilief. –
- Beccato, ma che mi aspettavo in fondo ? –
- Forse so cosa “credete” di aver visto, fatto stà che adesso invece di restare là sono qui con voi. O vorreste essere altrove e sapermi lontano ? –
Non era importante che si chiamasse Lynna o Lady Janeri e “qualche titolo aggiunto”. Il suo sorriso era quello di una ragazza soddisfatta. E tanto bastava.
- Pericolo scampato Signor Shaftoe. Da chi avrà mai imparato mi domando. –
- Alcune cose non si imparano maestro, sono piccoli doni. –
- Anche mettersi nei guai suppongo… -

Lord Arnerius non aveva risparmiato nell’organizzare il suo evento mondano. La zona intorno al bacino di carenaggio era addobbata come un enorme sala per ricevimenti. A nord, verso le mura della città erano sistemate le cucine ed alcune tende da campo. La brezza portava l’odore del cibo in cottura. La fragranza del pane la faceva da padrona ma si distinguevano carni arrostite e bolliti di vario tipo. Di dolci nemmeno l’ombra. Probabilmente sarebbero stati il premio per chi attendeva la fine della serata. Una seconda fila di padiglioni coperti separava le cucine dalla zona in cui si svolgeva la festa. Erano aperti sui lati per formare un riparo unico e continuo. Proteggevano un grande arco di tavoli che circondava le cucine. Questa fortificazione vera e propria era curata da uno sciame di servitori indaffarati. Armati di vassoio e caraffa, taglieri, pile di piatti vuoti all’andata e sporchi al ritorno. Tutti si preoccupavano di mantenere rifornito un enorme buffet. Impresa ardua visti gli assalti che ogni gruppo di ospiti portava con spietata determinazione. Indicai a Janeri un valletto che si avvicinava al tavolo con una zuppiera carica di salsiccette e pane caldo croccante. Le feci spostare lo sguardo sul movimento coordinato di alcune coppie di affamati che seguivano famelici la preda. Janeri rise di cuore davanti allo spettacolo. La fame colmava a meraviglia tante distanze prese dalla nobiltà nei confronti del popolino. Proseguendo verso il mare si affievoliva la musica neutra che accompagnava le digestioni ed i discorsi dei commensali. Il piccolo gruppo di suonatori era contrastato da un’altra banda ben più numerosa ed accanita. Se ne stavano raggruppati a lato di una pedana lucidata grande come una piazza di paese. La sopra danzavano, a seconda del ritmo del momento, coppie di ospiti o gruppi numerosi, tutti intenti in complicate manovre di scambi e passaggi a tempo. Sui tre lati lasciati liberi dai suonatori stazionava una piccola calca di pubblico. C’erano quelli che tenevano il tempo ed incitavano i ballerini, i più discutevano appena oltre il limite della musica. Contenti di poter fare due parole e bere un bicchiere senza essere ascoltati per sbaglio da chi non aveva a che spartire con i loro affari. Insieme a Janeri passeggiavo sotto una selva di nastri colorati che, partendo dalle tende del buffet e poggiando su pali dalla punta luminosa, finivano per avvolgere anche il molo. L’effetto era quello di un enorme pergolato carico di fiori e frutti. Ma era tutto di carta colorata e stoffa. Mosso dalla brezza del mare.
- Shaft, hai visto ? Che meraviglia, vorrei che fosse qui mia sorella. A casa non ci crederebbero mai. –
- Milady solo il meglio per noi, vi avevo parlato di una serata da non dimenticare. Adesso sapete che mantengo le mie promesse. –
Sarebbe stato il momento giusto per un po di tenerezza. Faticai non poco a resistere alla tentazione di avvicinarla a me. Questi slanci avrebbero fatto crollare all’istante la nostra copertura. Restava il fatto che Lynna era desiderabile oltre ogni dire. Invece lasciai scorrere lo sguardo sulle varie zone della festa. Le distrazioni non mancavano. Presi al volo due calici di vino chiaro da un valletto che passava tra gli invitati e ne porsi uno a Janeri.
- Ad una serata da sogno mia Signora.-
- Ad un sogno di serata Shaftoe. –
Toccai il suo bicchiere con il mio mentre guardavo i suoi occhi che scintillavano di rimando nella luce particolare del tramonto. Nonostante fosse pomeriggio inoltrato infatti la luce si manteneva costante grazie ad un elaborato sistema di specchiere di bronzo installate e manovrate sul bastione superiore. Tutto questo ad una cinquantina di metri sopra le nostre teste. Gli invitati erano alcune centinaia e da almeno un’ora mangiavano e bevevano discorrendo intorno all’enorme zona vuota che doveva ospitare la nave. Non ero certo un’esperto armatore ma non capivo dove potesse essere la nave e come Arnerius ed i suoi ingegneri pensavano di metterla nel bacino. Camminammo ancora lungo uno dei pontili laterali. Scherzando sui presenti, parlando di alcuni strani copricapi che spuntavano sopra la piccola marea ondeggiante di teste. Mano a mano che la sera scendeva gli specchi ruotavano e mantenevano costante l’illuminazione. Fin quando il sole faceva capolino avremmo avuto luce naturale. Scendeva la sera ma aumentava il rango degli invitati come fece notare Jaeneri. I presenti adesso erano personalità di primo spicco in città ed altrove. Ci aggiravamo alla larga, per non essere indiscreti ed abbastanza vicini da notare i vestiti delle dame o l’armatura da parata di questo o quel cavaliere. Tra gli invitati si parlava delle terre di Outland, delle ultime sortite degli elfi del sangue a Netherstorm. Alcuni tornavano da una visita all relitto di Exodar. La scintillante città che il popolo Draenei stava rimettendo in sesto dopo il disastroso incidente. Restammo a sentire alcuni mastri nani che descrivevano la portata delle correnti marine fuori dal porto e di come i loro progetti intendevano sfruttarle per far manovrare meglio le navi dell’Alleanza. Intanto la serata procedeva e il morale dei presenti risentiva della tensione accumulata. L’attesa per il varo era palpabile e nemmeno il vino poteva sedare la curiosità. Non un dettaglio trapelava dal gruppo di carpentieri che supervisionava il bacino e gli ultimi preparativi. E di certo non mancava chi tentasse di scoprire qualcosa. Io stavo all’erta per scorgere eventuali pericoli. Per il momento nulla di nulla. Nel bene e nel male le ore passavano in tutta tranquillità. Almeno fin quando una voce squillante ci colse di sorpresa nei pressi della pista da ballo.
- Milady Dess-Thaquira, ma quale inaspettato piacere mia cara. –
Sia Lynna che io ci girammo verso la voce come un paio di cardini oliati di fresco. Davanti a noi avevamo una donna rotonda e dall’aspetto cordiale. Era piu bassa di Janeri di almeno dieci centimetri e le sorrideva con fare disonvolto ed un po complice. Senza lasciarci il tempo di replicare ecco che la sconosciuta attaccava garrula una fiumana di parole.
- Benedetta ragazza, ma non venire a raccontarmi che non ti ricordi più di me. Guarda come ti sei fatta bella Janeri. Sono sicura che tuo padre sarà orgoglioso della sua rosa del deserto. E vedo che ci tiene anche alla vostra incolumità... –
Sentendomi chiamato in causa feci un piccolo inchino all’impicciona di turno. Questa riprese imperterrita raccontando a Lynna una storiella abbastanza credibile su di me. Ma che non era mai successa. Ci vollero alcuni instanti ancora prima che tra le parole del suo discorso potessi riconoscere alcuni dei vecchi codici dell’SI:7.
- L’età che avanza Signor Shaftoe è uno dei nemici che non possiamo sconfiggere. -
Ottimo, adesso anche la saggezza popolare. D’ran stava raschiando il fondo. Però la sua voce pacata aiutava a rispolverare vecchie abitudini che ora tornavano comode.
- Mia cara sapete che si racconta da decenni questa storia sui coccodrilli che spunterebebro dai canali cittadini ? In tutta onestà non gli darei tanto peso.-
- Nessun coccodrillo. Il cantiere non nasconde nulla, già controllato.-
- Se aveste visto la sala del trono durante la notte. Tra il silenzio e gli ambienti rischiarati a malapena c’è di che sentirsi inquiete. –
- Nessuna traccia di Arnerius,per il momento... –
Continuammo così per almeno due giri di danza. Mentre i ballerini finivano il terzo avevo appreso che la nostra rompiscatole non era l’unica agente infiltrata. Avevamo copertura in ogni zona della festa. In cucina, tra i servitori e perfino su alle manovre degli specchi. Oltre a questo Allenia, la nostra finta conoscenza, ci aveva raccontato altre cose interessanti. Ma stavolta senza codici segreti. Aveva mostrato a Lynna tutte le più influenti personalità che riusciva ad avere a tiro. Uno svago per Lady Dess-Thaquira ed un modo per segnalare a me il tipo di persone interessate a questo varo. L’organizzazione dell’SI:7 era sempre impeccabile. Peccato che funzionava solo su larga scala. E stavolta toccasse proprio a me fare il lavoro di precisione.
- Ma adesso devo lasciarvi mia cara. Sono certa che ci rivedremo stasera. Quando Lord Arnerius mostrerà a tutti la sua nuova nave. Ha promesso che avremo potuto visitarla sapete ? Farò in modo che voi due possiate salire insieme a me. Queste occasioni mondane sono uno strazio senza una buona compagnia. A dopo dunque, e mi raccomando, divertitevi. –
- Cercheremo di impegnarci mia cara Allenia.-
Disse Lynna stringendole entrambe le mani con affetto. Sulle prime era rimasta spaesata ma poi si era lasciata guidare dall’ipnotico ritmo ciarliero di Allenia.
- Non mi sembra che questo vostro accompagnatore sia molto attento ai vostri desideri. Shaftoe, prego, offrite il braccio alla vostra dama e fatela ballare un poco. –
Guardai Allenia esasperato. Non eravamo li per divertirci, stavamo indagando su…
- Al diavolo. – Alzai la mano tendendo il palmo a lady Janeri che spalancò gli occhi e si fece tutta rossa in viso.
- Andate mia buona amica, ho inteso da piu parti che il signor Shaftoe è un discreto ballerino.-
- Avete inteso allora delle maldicenze sul mio conto Allenia. –
- Non si dicono sempre e solo quelle a corte Shaft ? –
- Si fa fregare anche dalle donne adesso Signor Shaftoe ? –
- Ogni volta che posso maestro. –
Punto per me. Sorrisi a Janeri, al ricordo di D’ran, alla brezza fresca che ci accompagnava verso il bordo della pista da ballo. Un gruppetto di archi prese a suonare un ritmo molto popolare nelle ultime stagioni. Gli invitati del resto erano abbastanza brilli ed allegri per tralasciare molte delle convenzioni sociali. Almeno sulla pista levigata che Arnerius aveva messo li a bella posta. I primi passi furono una tragedia. Lynna cercava di muoversi a tempo mentre io speravo che seguisse i miei passi per impararne la sequenza. Comunque lei non aveva il mio addestramento ed io non avevo la sua grazia. Eravamo pari e dopo mezzo giro di pista decidemmo con uno sguardo di tralasciare i dettagli. Quando il ritmo si fece più veloce tutte le coppie si separarono. Ballvamo tutti assieme, Alternando passaggi e giravolte con chi avevamo vicino, prima a destra, poi giravolta per abbracciare ancora a sinistra e girare nuovamente. Tamburi sommessi scandivano un ritmo e noi in pista battevamo scarpe e stivali seguendo i colpi più acuti, facendo da contrappunto ai colpi grevi del grosso timpano al centro del gruppo di suonatori. Poi ancora in coppia per il minuendo finale e l’applauso per tutti i partecipanti. Janeri rideva contenta. Adesso la collana che portava risplendeva lievemente aggiungendo una grazia diafana alla scollatura ed al collo bianco. Alcune pieghe disordinate del vestito dimostravano quanto si stava divertendo. Scordarsi di rassettare quell’abito nuovo era un gesto che valeva piu di mille parole. Avrei mentito dicendo che mi ero dato tanto da fare solo per lavoro. La serata era stata splendida. Lynna sembrava una ninfa delle leggende. Io sentivo scorrere l’adrenalina per il gioco sovrapposto delle situazioni. Arnerius e la sua nave, l’incognita dei Silver Dawn. Gli intrighi dell’SI:7 ed il piacere di avere accanto una persona felice.
- Sembra di essere tornati indietro di dieci anni vero Signor Shaftoe ? Ricorda le feste in accademia dopo la chiusura di una partita ? Il brivido del momento in cui tutto poteva essere gloria o disastro ? Ricorda da cosa è scappato Signor Shaftoe. –
- Ricordo… maestro. –
- E adesso le manca vero ? –
- Si… -
- Forse è il momento di abbandonare allora. Questa che porta avanti non è la sua crociata. Dopo tutti questi anni nemmeno i suoi compagni Demoni sanno qualcosa di più su di lei. La tollerano. Nulla di più. Lei non sarà mai accettato da chi non vive nell’ombra.–
- Si ricorda maestro il nostro ultimo incontro ? –
- Che cosa… -
- Ti ricordi D’ran quando ho tagliato la tua gola e poi sono rimasto a guardarti mentre la luce che avevi negli occhi si affievoliva ? –
- Si Sahft, me lo ricordo bene. –
- Quello era il momento per abbandonare. Quella la vita che non era la mia elfo. Una vita che aveva sapore solo quando ero in missione. Che prendeva il doppio di quanto regalava e forse ancora di più. La vita che ho tolto a te per riprendere la mia… -
- Ingrato bastardo. Sei vivo solo perché ancora fai parte di quelle trame che credi di aver evitato. –
- Può essere maestro. –
- No, Signor Shaftoe, non “può essere”, “è” così…-

Il primo dei botti fu tanto forte da svegliare un drago che russa. Io me ne accorsi appena. Ancora scosso dalle parole di D’ran feci solo in tempo a notare l’espressione spaurita di Lady Janeri. Poi tutti quelli che avevamo intorno si girarono verso il rumore. Ancora un botto e poi un lampo di luce. Adesso almeno cinquecento persone immobili stavano guardando verso il palco che torreggiava al centro delle due banchine, proprio all’inizio del bacino di carenaggio. Immerso in una colonna di luce abbagliante Lord Guillin Arnerius si annunciava a tutti noi in piedi sul palco. Scrutava la folla che lo osservava stupita ed attenta. Pareva un essere ultraterreno giunto tra le genti di Stormwind per annunciare chissà quale lieto evento. Mentre la luce andava a sparire i vestiti di Lord Arnerius restavano scintillanti in volute dorate. Le finiture scintillavano e giocavano con i colori scuri del tessuto. Anche il pettorale dell’armatura da parata sembrava bordato in oro. L’acciaio invece presentava disegni satinati e ricorsivi. Con consumata esperienza Guillin Arnerius lasciò passare alcuni secondi prima di muoversi verso la parte frontale del palco. Osservai i volti di chi avevo intorno. Paervano tutti rapiti dall’apparizione del loro ospite. Tutti avevano bevuto e mangiato, c’era stato il tempo per chiedere ed ascoltare le risposte. Gli affari erano stati trattati da chi aveva qualcosa da scambiare e tutti avevano incontrato la persona adatta al loro scopo. Di questo viveva la città, la corte Reale e su questo si basava la fortuna di Lord Guillin Arnerius. Gli affari. Questa era la serata in cui ci avrebbe dimostrato di essere il cuore pulsante dell’economia di Stormwind, oppure sarebbe caduto, spazzato via dai suoi sogni di gloria come tanti altri prima di lui.
- Se scommettessi punterei su di lui. –
- Se scommettessi punterei contro di lei Signor Shaftoe. E’ quest’uomo il suo obbiettivo ? Auguri di cuore… -

Sul palco intanto Guillin aveva preso posizione. Poggiava entrambe le mani su due gemme rosse sangue che al contatto con la sua persona presero a brillare. Tremolando di rimando alcune serie di drappi e festoni si illuminarono. Sempre piu marcati e decisi nell’oscurità della sera. Gli specchi avevano ormai esaurito ogni funzione raccogliendo gli ultimi bagliori del tramonto a guidandoli sulla figura di Lord Guillin. Solo le luci degli addobbi guidavano lo sguardo verso la fine di una lunga pedana che iniziava nel vuoto e finiva sul palco accanto ad Arnerius.
- E’ con gioia e deferenza che mi permetto di annunciare a tutti voi, miei nobili e graditi ospiti, l’arrivo di sua Maestà Eccellentissima, Re Varian Wrynn. Possa al luce preservarlo e benedire in eterno il nostro sovrano. –
Le pietre magiche dovevano aver amplificato la voce di Guillin. Questa infatti risuonava tra i bastioni del porto lasciando uno strascico d’eco, scandita e potente al tempo stesso. Non saprei dire cosa avesse colpito in maggior modo i presenti. Se l’arrivo del Re in persona oppure il portale che si materializzò all’imbocco della passerella. Dal turbine di energia arcana alcune figure emersero per prime. Un plotone di guardie reali prese posizione prima di lasciare il passo a Re Varian. Non era passato moto tempo dal suo ritorno a Stormwind. Questa era forse la prima occasione per molti di osservarlo di persona. Sua maestà aveva uno sguardo impenetrabile. Nonostante fosse vestito in maniera adeguata alla sua posizione non nascondeva di essere fatto per ben altre occasioni ed abbigliamenti. Janeri era in stato catatonico. Le sfiorai il braccio per sincerarmi che ricominciasse a respirare. Con un filo di voce riuscì ad articolare una frase sola.
- Que… quello è davvero il Re ? Shaft, non ci credo, il Re in persona ? –
- Milady, quello è veramente Varian Wrynn, Signore di Stormwind, Genrale supremo degli eserciti degli uomini e pari tra i rappresentante nell’antica Alleanza delle razze. –
Furono secondi di stallo. Poi tutta la folla si abbassò in un inchino silenzioso e paurosamente carico di tensione. Vedevo cavalieri poggiare a terra il ginocchio forse per la prima volta in vita loro. Reduci da ogni tipo di battaglia o assedio tenere bassa la testa davanti all’uomo che decideva la sorte di ogni cosa sotto il cielo dei domini della razza umana. Non c’era donna che non avesse lanciato uno sguardo al sovrano, anche a costo di sembrare impudente. Imprimendo nella mente il volto fiero, scrutando l’andatura decisa del loro sovrano che si avvicinava a Lord Arnerius. Quest’ultimo cedette il posto al Re che senza degnare di uno sguardo le pietre protese le mani verso la sua gente e disse.
- Uomini e donne di Stormwind, sorelle e fratelli di ogni razza e provenienza, benvenuti. In questa serata di festa accogliete tra voi mio figlio Anduin, primo attendente del regno, futura guida per le genti libere della nostra razza ed unico erede al trono. –
Non visto il ragazzino aveva attraversato il portale a sua volta. Accompagnato dall’arcivescovo Benedictus ed ora libero di stare a fianco del padre. Con un gesto reso scomodo dal pesante mantello ricamato Re Varian strinse le gambe del bimbo e lo alzò senza sforzo fino a farlo sedere sulla sua spalla. Fu il gesto spontaneo di un padre per suo figlio che sciolse l’applauso della folla. Niente di pilotato, nessuno prese per primo l’iniziativa. Dopo tanti anni di assenza e la paura per la stabilità del regno, minata da Lady Katrana Prestor, il ritorno di Re Varian rasserenava gli animi della popolazione. Faceva presagire una nuova era di sicurezza e prosperità, nonostante le brutte notizie che giravano sul fantomatico Lich King. Adesso invece gli uomini dell’Alleanza ritrovavano la loro guida. Una persona decisa che reggesse il potere e scegliesse nel giusto. Era per quell’uomo che le grida si alzavano al porto di Stormwind, per lui e per tutto quello che rappresentava. Per tutta la fatica fatta dagli uomini per restare a galla fino a quel momento nelle correnti turbolente degli ultimi anni. Il piccolo Anduin salutava quell’ovazione agitando la mano. Sorridendo euforico al calore della gente che lo chiamava a gran voce. Mentre osservavo la scena e gridavo i nomi di Re Varian e del figlioletto mi sentii stringere forte da farmi mancare il fiato. Janeri, emozionatissima, nascondeva le lacrime abbracciandomi. Le scostai delicatamente il viso. Le sfaccettature del pendente elfico coloravano di azzurro le lacrime calde di quella ragazza semplice che era sempre stata Lynna. Janeri questa sera, Lady Dess-Thaquira per gioco e con soddisfazione tra la gente in vista di Stormwind. Ancora ballerina e conversatrice tra i nobilotti della città. Lynna rendeva meravigliosamente intimo, con quell’abbraccio, il nostro piccolo spazio tra la folla festante che acclamava il ritorno del sovrano tanto atteso.
- Se questa donna ha tanti ruoli voi chi siete signor Shaftoe ? –
- Il più imprudente degli sciocchi maestro... –

Baciai Lynna con desiderio. Fregandomene di chi poteva osservare, malignare e magari tra poche ore tradirmi per vedermi trascinato sulla forca. Scordandomi di tutto quello che ci aveva trascinati li quella sera. Adesso volevo solo il sapore salato e dolce delle labbra di Lynna. Mentre le lacrime continuavano a scenderle dagli occhi chiari ed il cuore batteva tanto da togliere il respiro ad ogni nuovo crescendo della folla acclamante. Ed ancora le grida osannanti della gente di Stormwind non diminuivano. Re Varian mise a terra l’erede al trono. Sua Santità Lady Laurena prese con se il giovane Anduin avviandosi verso uno sfarzoso palco preparato per le autorità. Varian fece tacere la folla alzando le mani. Il mantello scostandosi fece prendere luce all’armatura del Re. Ci furono riflessi d’argento ed oro quando le luminarie elfiche si scontrarono con i campi magici che proteggevano la sua persona. Scintille arcane provenivano da alcune serie di gemme incastonate nei bracciali e negli schinieri. Varian Wrynn restava comunque un uomo d’azione. Ogni persona cha avesse combattuto nella crociata contro le Legioni Infuocate poteva riconoscere che il Re non si adornava di gingilli. La sua era l’armatura di un guerriero pronto ad andare in battaglia. Non una sciocca riproduzione da parata come quella di Lord Arnerius. Tuttavia quest’ultimo sembrava non essere disturbato da eventuali confronti. Stava alle spalle del Re, reggendosi al corrimano del palco, immerso in riflessioni che mi sfuggivano.
- Sta solo prendendo appunti Signor Shaftoe. Tra non molto Guillin Arnerius chiederà prestiti e favori da ognuno dei presenti a seconda delle loro possibilità. E tutto in base a quanto adesso li vede rimpinzati del suo banchetto ed ubriachi di soddisfazione per il ritorno del Re. –
D’ran aveva ragione. Ma adesso non avevo tempo per riflettere sull’economia del regno. Tra i presenti stava scendendo il silenzio che il Re chiedeva dal palco con gesti calmi. Lasciai l’abbraccio di Janeri per tempo. Lei si dedicava a sistemare con gesti veloci alcune pieghe, adesso veramente di troppo, prese dal suo vestito. Io sciolsi i muscoli delle spalle per non rimanere li ad aspettare immobile. Senza un filo di magia o meccanismo che rendesse più forte il suono della voce le parole del Re risuonarono forti ancora una volta. Imponendosi su tutto il porto più dell’annuncio stringato di Lord Arnerius.
- Siete tutti reduci di tempi difficili amici. Quanti di noi non rivediamo tra i volti dei presenti ? Caduti durante l’ultima crociata o prima ancora, quando forze ostili laceravano il regno dal suo interno. Quanti invece vediamo per la prima volta. Giovani eroi pronti ad entrare in leggende che nemmeno le loro madri sognavano cullandoli. –
Nelle parole scelte da Re intravedevo la stanchezza di chi è stato sveglio a lungo prima di decidere come risolvere un dilemma. Potevo solo sperare che qualunque fosse il problema ci portasse notizia di una soluzione. Oppure una speranza di soluzione, nel peggiore dei casi.
- Sono tornato tra voi alla vigilia di tempi difficili. Non ha senso cercare di nasconderlo. Sono tornato credendo di potermi dedicare alla ricostruzione del nostro regno. Volevo porre le basi per un’era di pace e veder crescere i frutti del nostro lavoro negli anni. Vedere Elwynn rifiorire ed affrettare il recupero dei territori devastati dalle macchinazioni di Ragnaros. Sanare le corruzioni portate da Onixya e dalle sue sacrileghe forze magiche. Controllato dai valorosi uomini di stanza a Nethergarde Keep, il portale oscuro sarebbe rimasto sotto controllo per impedire l’invasione ed altri valorosi avrebbero aiutato gli Sha’tar nelle terre di Outland…-
Nessuno osava muovere un muscolo tra i presenti. Non c’erano stati bisbigli durante le pause fatte dal Re. Nemmeno chi aveva combattuto per le cause di cui parlava Vrynn si era scambiato uno sguardo d’intesa. Sua maestà veniva a riaprire ferite che il tempo aveva chiuso male, come un guaritore maldestro è costretto a fare quando il potere non scorre più nelle sue mani e deve usare strumenti meno raffinati. Il porto sembrava un luogo senza tempo, dove la luce sfarzosa di poco prima veniva spenta dal freddo dei ricordi di guerre passate. Adesso restava ben poco delle acclamazioni a cui avevamo appena partecipato. Cupa cenere senza braci che covano.
- Pensate fratelli, questa pace che vi descrivo avrebbe permesso alla nostra gente di ritrovare la serenità. Avrei potuto dedicarmi a crescere Anduin ed insegnargli il rispetto per le opere del suo popolo. Il piacere di governare un paese in cui la giustizia non è parola da spendere alla leggera. Un mondo dove si nasce per essere liberi e niente si può arrogare il diritto di spazzare via i nostri desideri. Ascoltate le voci che giungono dal mare fratelli. Sentite il freddo che scende dalle terre perdute di Northrend… –
Nemmeno la magia avrebbe materializzato i venti freddi del nord meglio delle parole di Vrynn. Ma anche questa volta non ci furono commenti. La folla sembrava impietrita, indecisa se credere o meno al Re ed alle sue parole.
- Il nostro Re sembra avere un dono interessante. Parla con sincerità ed il popolo ne resta intrappolato. –
- Mi pare che parli a braccio, anche nella retorica non risulta banale… anzi… -
- Potrebbe essere il suo diversivo migliore Signor Shaftoe tutti penseranno solo al Re questa sera. –
- Vedrò di sfruttarlo Maestro, non ho voglia di fallire questa missione. –
- Adesso sarebbe la sua “missione” questa farsa ? –
- Forse, almeno per qualche tempo… -
- Ascoltiamo ancora Signor Shaftoe. –

- Oltre le tempeste artiche ed il maelstrom dei mari centrali una minaccia si è svegliata da tempo. Il Lich King mobilita eserciti per marciare sulle terre libere di Azeroth. Orde di creature rianimate sciamano verso le coste e prima o poi prenderanno il mare per raggiungerci. Ma per fortuna alcuni leali servitori della corona hanno saputo prevedere tutto questo. Concediamo dunque al nostro ospite, Lord Guillin Arnerius, il privilegio di mostrarci la sua risposta concreta per fare fronte all’avanzata nemica. –
Non appena Vrynn fece spazio ad Arnerius i presenti respirarono nuovamente. Il discorso del Re pareva un macigno lanciato diretto al cuore di ogni persona. Senza giri di parole aveva puntato il dito verso la cruda verità. Eravamo davanti ad una nuova guerra, senza alcun dubbio.
- Mio Sire, le vostre parole sono state generose nei miei confronti. Le speranze del regno non saranno disattese. Ho progettato e costruito un mezzo con cui contrastare l’avanzata delle truppe del Lich king. La situazione d’emergenza richiedeva una segretezza assoluta. Alcuni hanno considerato il mio modo di fare con sospetto… -
- Ma dai, sarà mica per il “particolare” nome che ti sei fatto nei peggiori ambienti Guillin ? -
- …tuttavia stasera sarà facile fugare ogni dubbio. Riempite il bacino mastro Kinnili.-
A seguito dell’ordine di Arnerius una squadra di manovali prese a lavorare agli argani della chiusa. Il capo carpentiere Kinnili vigilava sulla portata delle acque in ingresso. Pronto ad interrompere tutto manovrando una grande leva che avrebbe serrato le chiuse prima di un cedimento improvviso. Era stato teso un provvidenziale sbarramento sulle banchine. Fu una fortuna altrimenti molti dignitari di Stormwind sarebbero finiti in acqua. Spinti da una folla che ora si spingeva e tirava da ogni parte pur di conquistare un posto intorno al bacino di carenaggio. Trovai un varco tra due correnti di persone e lo infilai spingendo con garbo e decisione Lady Janeri. Mentre tutti si preoccupavano del varo io cercavo con lo sguardo Allenia. Se dovevo muovermi velocemente non avrei avuto il tempo di informare Lynna. Volevo lasciarla con qualcuno di fiducia.
- Anche se forse avere fiducia nell’SI:7 non è il massimo della vita. –
Al momento avevo solo quello sotto mano. Mi sarei dovuto accontentare. In fondo alcune ore prima volevo solo passare la serata svagandomi e facendo colpo su Lynna. Magari scoprendo qualcosa di cui sparlare, o guadagnare, sul conto dei Silver Dawn. Gli spiriti di Turu-Klam invece avevano fatto in modo che finissi nei casini in maniera esemplare. Sempre che non basti la stupidità umana a spiegare la mia situazione. Mentre guardavo verso la fine della banchina qualcosa mi sfrecciò davanti agli occhi. Seguendo la traiettoria vidi Allenia che prendeva la mira per un secondo colpo. Tenendo Lynna per mano feci segno all’altra dama di aspettare, mentre mi muovevo per raggiungerla. In fondo dovevo fare la strada inversa e tutti mi lasciavano passare facilmente sperando di guadagnare posizioni verso l’acqua e verso una visuale piu ampia del bacino.
- Dignitoso sistema di comunicazione Allenia, sassate ? –
- A mali estremi Shaft, ogni Dama può divenire molto pratica, no lo sapevate ? –
- Preferivo scoprirlo in altro modo…-
- Erano sassolini molto piccoli, mai avrei rischiato di colpire Milady Janeri. –
- Anche per questo “io” non mi sentivo al sicuro Allenia. Comunque sembra che tra voi due ci sia molto in comune. Forse dovreste frequentarvi più assiduamente. –
Allenia capì al volo. Mentre l’acqua si assestava al livello ottimale ci scambiammo un paio di frasi in codice per definire un piano di massima. Appena ne avessi avuto la possibilità mi sarei defilato lasciando Lynna insime a lei. Se possibile sarei tornato prima che la serata finisse. Altrimenti ognuno per se. Non era molto cavalleresco ma anche Lynna sapeva dell’impegno che avevo preso con Taj e sua sorella.
-Speriamo che abbia intuito la motivazione giusta almeno. –
Ma non potevo certo spiegarle i retroscena della nostra missione. Non senza metterla in pericolo in modo irreparabile. In questo modo invece poteva essere lasciata andare. Magari dopo aver bevuto qualche intruglio per farle dimenticare le ultime ore. L’SI:7 poteva prendersela con me, se cercava capri espiatori, e magari avremmo chiuso alcune vecchie storie in sospeso. Comunque al momento Lady Janeri discorreva con Allenia mentre il bacino era pronto per il varo. Le acque erano ancora agitate da mulinelli e correnti di riflusso ma tra qualche istante si sarebbero calmate. Non molti tra i presenti avevano considerato un fatto curioso. Da quando ero arrivato cercavo di immaginare come potesse essere sposta una nave. Visto che erano costruite in secca era ovvio che non toccavano terra. Altrimenti sarebbe stato necessario rinforzare il fianco di appoggio per sostenere il peso degli uomini al lavoro e della struttura stessa del vascello. Fatta in quel modo una nave avrebbe galleggiato in maniera assurdamente sbilanciata. L’unica soluzione era costruire un’impalcatura su cui far crescere la costruzione. Un’impalcatura mobile che una volta in acqua sarebbe stata rimossa o fatta a pezzi. Era un’idea accettabile, se non fosse stato per un particolare non da poco. Non esistevano accessi al bacino oltre alle chiuse che davano in mare aperto. Forse Lord Arnerius ed i suoi carpentieri avevano già spedito la nave oltre il promontorio ed avrebbero manovrato facendola approdare in porto. Non molto scenografico ma almeno non avrebbero corso il rischio di veder affondare subito la loro creazione.
- Sarebbe imbarazzante davanti al Re. Ed avrebbe condannato a morte i suoi affari. –
Guardai verso il palco incuriosito. Arnerius stava davanti al podio da cui aveva parlato la prima volta. Riprese la posizione ed ancora una volta le gemme rosse furono attivate.
- Con sommo piacere ed orgoglio ecco a voi l’ammiraglia della nuova flotta di Stormwind. Futuro vanto della marina reale. Vostra maestà, signori della corte, nobili dame e cavalieri…-
- Meno chiacchiere Arnerius.-
- Pazienza signor Shaftoe, ed attenzione. –

Lord Guillin Arnerius scandì ogni sillaba di quella frase come se fosse la piu dolce delle delizie terrene. La voce ferma veniva rimandata dalla magia delle gemme oltre i limiti del porto. Sopra le teste di centinaia di persone incuriosite oltre ogni limite. Il nobile faccendiere di corte scopriva le carte come un giocatore consumato. Facendo gustare all’avversario il momento in cui ancora poteva esistere vittoria. Poi sciolse ogni indugio e concluse con un semplice annuncio.
- Vi presento l’Alba d’Argento. –
 
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shaftoe
view post Posted on 29/11/2008, 09:17




– Scelte -



Da quanto era attivo il porto di Stormwind ? Nemmeno un mese prima le squadre di nani avevano dato l’ultimo tocco alla loro opera. Non c’era stata nessuna inaugurazione ufficiale. Tutto era avvenuto in sordina. Quasi per magia gli abitanti della città si erano ritrovati nuove strade e spazi vitali da organizzare. Dove prima non esisteva nulla adesso la brava gente di Stormwind aveva un’accesso a vie privilegiate per condurre affari e spostare merci. Senza contare la possibilità di viaggiare comodamente verso i domini elfici di Kalimdor. Ma anche quella novità era stata accettata senza dare particolare peso al cambiamento. Tutti i giorni arrivavano al molo sud traghetti regolari per Auberdine ed era normale incontrare le più disparate razze di viaggiatori. Quella sera invece il porto di Stormwind reclamava la sua parte nella storia. Era teatro per una di quelle svolte che vengono ricordate e mantenute vive per le generazioni future. Il ritorno sul trono di Re Varian Wrynn, già di per se un’avvenimento, aveva fatto da catalizzatore per altri eventi. Non ultimo l’annuncio di una nuova pericolosa guerra che si preparava per le forze dell’Alleanza. Nelle terre di Northrend il Lich King mobilitava il suo esercito. Sotto i vessilli di condottieri rianimati dai poteri necromantici, enormi e fuori dalla portata di ogni immaginazione, marciavano legioni di creature maledette. Presto queste si sarebbero dirette sulla costa per dilagare verso il resto di Azeroth. Sotto le mura di Stormwind quella sera si accendeva anche una scintilla di speranza. Lord Guillin Arnerius presentava il mezzo che poteva dare il giusto vantaggio iniziale all’invasione preventiva annunciata dal Re. Io mi trovavo in mezzo alla folla in attesa, in piedi lungo il bordo del bacino di carenaggio. Tenevo per mano Lady Janeri Dess-Thaquira, pomposo nome fittizio creato ad arte dai servizi segreti dell’SI:7 per Lynna. La figlia di un povero venditore ambulante di dolci. Accompagnare al varo una semisconosciuta nobildonna del regno era parso un piano geniale anche a me. Solo che lo avrei fatto per gioco e per curiosità, oltre che per far passare a Lynna una serata che non avrebbe dimenticato facilmente. La faccenda si era complicata nell’atelier delle sorelle Grilief. Come un laccio nascosto prende in trappola un animale alcune situazioni erano precipitate. Altre invece avevano preso una piega insolita.
- Insolito sarebbe stato un suo mancato coinvolgimento in questo bailame Signor Shaftoe. –
Mi faceva notare con sarcasmo lo spirito di D’ran, vecchio maestro assassino dell’SI:7, che avevo la fortuna di avere sempre tra i piedi nonostante la sua dipartita per il mondo dei più. Il suo commento mi pareva ingiusto.
- In fondo Taj e Quija non erano nei casini per colpa mia Maestro. –
- Ed allora che siamo venuti qui a fare ? –
- Beh, mica potevo lasciarle in mano agli esattori dell’SI:7. Se non portano qualche risultato concreto saranno classificate come rischio potenziale. E quindi eliminate senza perdere tempo. Alla faccia dei rituali di Turu-Klam. –
- Ed allora ? Succede a tante persone Signor Shaftoe. –
- Le sorelline Grilief non sono proprio ragazze qualunque Maestro. –
- Infatti, lei si presenta nel loro atelier accompagnato da una terza donna e la lasciano in vita. Ragazze fuori dal comune devo ammettere… -

Punto per lui. Avevo perso il conto negli anni. Ma in questo campo c'era sempre la sensazione che D’ran avesse avuto ragione più spesso di me. Parecchie volte più di me.
- Se anche fossi sparito era tropo tardi. Il rituale di Turu-Klam non mi permette di andare a raccontare niente di questa storia. Non posso manovrare nell’ombra Maestro. Mi tocca ballare per risolvere la situazione. Se poi vi ricordate c’è anche una parte positiva in tutto questo. –
- Ahhh… già. Se restate in vita, se scoprite qualcosa, se questa scoperta ha un valore, se tornate a casa e chi vi sta a cuore sopravvive…-
- Continuate maestro…-
- Vi resta la remota possibilità di guadagnarci qualche soldo. –
- Mi pare ingiusta come proporzione. –
- Sono ore che ve lo ripeto Signor Shaftoe, ben svegliato, tutta questa storia non mi pare giusta. –
- Non intendevo questo maledizione. Potrei avere la possibilità di saldare il conto con l’SI:7, fare in modo che Quija e sua sorella si tirino fuori dai guai. Potrei scoprire cosa combina Arnerius e la sua nuova guardia speciale a base di Silver Dawn rivestiti a festa e tornare a casa con tanti soldi. Abbastanza da poterci comprare le attenzioni particolari di una Regina elfica… Maestro. –
- Preghi che Elune sia distratta Signor Shaftoe. Non sarebbe contenta di sentire i suoi commenti sulla serietà delle sue figlie predilette. E lei mi pare sia già sulla lista nera di altre entità soprannaturali. –
- Mi pare, infatti, di averne una in particolare che mi tedia molto spesso…-

Prendi e porta a casa elfo della malora. Pareggio. Al momento avevo un paio di cose in sospeso prima di poter crepare in pace. Ed intendevo portarle a termine, a prescindere dalle velate minacce di Turu-Klam e dei suoi spiriti. Sul molo del bacino di carenaggio Allenia stava ancora al fianco di Janeri. La folla di invitati al varo spingeva, ondeggiava ed in generale distribuiva pestoni poco nobili sulle calzature di cavalieri e dame. Nessuno se ne lamentava però. Tutti gli sguardi erano rapiti dallo spettacolo offerto da Arnerius e dalla sua teatrale messa in scena. Il nobile faccendiere aveva appena finito di parlare. Con fare soddisfatto e pomposa retorica eccolo appollaiato sul palco a presentarci la sua “Alba d’argento”. Sulle prime la folla di curiosi rimase perplessa. Il bacino vuoto rumoreggiava di gorghi d’acqua e riflussi, niente di più. L’illuminazione della foresta luminescente di nastri incantati si rifletteva nell’acqua scura e rimandava bagliori splendenti tra le onde inquiete. Passarono alcuni secondi. In molti iniziavano a guardare il palco, poi il bacino, alternativamente e con un filo di apprensione. Poi successe qualcosa. Le prime file di persone, quelle affacciate direttamente sul bordo, iniziarono ad indicare l’acqua mormorando. Poi tutti si accorsero delle rune che scintillavano tutto intorno, appena sopra il pelo dell’acqua. Incisioni invisibili presero vita e colore. Rosse come la brace, poi ardenti, infine splendenti ed impossibili da fissare direttamente. La brezza leggera che veniva dal mare divenne vento. Pareva che il centro del bacino richiamasse a se tutta l’aria, increspasse l’acqua, per mescolare poi i due elementi in un profondo addensamento di nubi oscure e vorticanti. Tra i presenti ci fu più di un mormorio. Molti tra di loro non avevano mai visto scene del genere. Altri invece le conoscevano bene e questo li inquietava ancora di più. Quando iniziarono le prime grida Janeri si fece più vicina. Le passai un braccio sulle spalle e tra i fischi del vento cercai di rassicurarla.
- Milady non abbiate paura. Ho già visto scene come questa. Tra poco tutto tornerà…-
Il viso spaventato di Janeri mi fece desistere dal continuare. Pretendevo troppo dalla semplice Lynna, glielo leggevo negli occhi. Le presi la testa con delicatezza e lei nascose il viso contro di me. Allenia pareva divertita. Scosse la testa lasciando intendere che nessuno ci avrebbe fatto caso lì intorno ed aveva ragione. Sentivo distintamente alcune urla isteriche. Guardai verso ogni angolo del bacino. Proprio dove la gente aveva lanciato l’allarme, spaventata all’apparizione di quattro figure incappucciate. Se prima avevo mentito a Janeri per rassicurarla adesso avevo la certezza di quanto stava succedendo. La nuvola scura invase il bacino per poi addensarsi in un roteante contorno ovale. Al centro si poteva vedere un insondabile pozzo di oscurità. Scintille di energia sprizzavano dal portale che gli stregoni stavano aprendo attraverso dimensioni sconosciute. Gli invitati al varo iniziarono a retrocedere. Per quanto possibile tutti si fecero indietro. Le figure incappucciate tesero le braccia al cielo alzando il volume ed il ritmo delle invocazioni. Il vento strapazzava i loro vestiti e scuoteva i cappucci mentre il portale si alzava lentamente dalle acque e raggiungeva in altezza il palco delle autorità. Ci furono altri lampi, piccole scintille raggiunsero la folla dei presenti scatenando fughe precipitose e ritirate indecorose. Per un momento una luce illuminò il volto di una delle quattro figure. Avrei riconosciuto il volto di Hareis tra mille. Distolsi lo sguardo dalla strega. Non volevo che si accorgesse della mia presenza sentendosi gli occhi puntati addosso. Per un attimo immaginai di non essere il solo a fissarla, ma pazienza, meglio agire che reagire. Immaginai al volo chi potevano essere gli altri incappucciati. Silver Dawn, ancora loro. Spostai lo sguardo verso il palco. Ignorando le facce confuse, le espressioni di meraviglia e stupore che la folla proponeva in abbondanza. Accanto a Guillin adesso stava una seconda figura, una donna che non avevo notato prima sul palco. Ad un mio sguardo interrogativo Allenia rispose con poche parole confuse dal vento.
- Lady Myrna Arnerius. –
Dunque si trattava di sua moglie. Non avevo mai visto Lady Arnerius prima di allora. Era il tipo di donna che lo sguardo non lasciava andare volentieri.
- Magari non in mezzo ad un’evocazione necromantica Signor Shaftoe. –
- Magari non abbracciato ad un’altra donna Maestro. –

Il rituale era al culmine. Myrna e Guillin Arnerius protesero la mano dentro al bordo del portale nero, in profondità. Alcuni istanti dopo una colonna nera si levava al centro del bacino di carenaggio ed iniziava a sfumare, a perdere consistenza. Le frange più alte sorpassavano gli addobbi luminosi sfilacciandoli ed inglobandone i pezzi nel ritmo vorticoso della nube di contorno. Pareva che uno sciame di creaturine fatate fosse intrappolato dall’energia instabile dell’evocazione. Lynna faceva capolino dal mio mantello. La tenevo ancora stretta ma adesso sentivo che il cuore le batteva regolare. L’istinto di conservazione aveva ceduto davanti all’evento inconsueto lasciando campo alla curiosità. Anche il vento cedeva e si smorzava. La nebbia nera virava nei toni del grigio per poi sparire lentamente. Davanti ad una folla attonita l’alba d’argento sorgeva dall’oscurità con la sua mole enorme ed inquietante. Per prima cosa apparvero i contorni scintillanti della grande polena d’acciaio. La testa di un’aquila ricopriva l’intera prua del vascello. O meglio, era la prua vera e propria. Il becco che superava di almeno dieci metri la linea di galleggiamento puntava dritto verso il mare e gli occhi dell’animale squadravano le persone ammassate sui due pontili del molo. Allo stesso tempo la poppa si presentava squadrata ed innaturale. Un troncone di colonna abbattuta ed adagiata sull’acqua. Sopra questo il cassero appariva snello al confronto, nonostante presentasse due file sovrapposte di oblò. Nei secondi successivi il portale perse consistenza del tutto, mentre la nave restava solida e del tutto materiale. Poggiata sull’acqua che sciabordava impazzita raggiungendo un livello più alto nel bacino, scostandosi per fare posto e sostenere il nuovo peso. Tutta la struttura gemette per qualche istante, mentre il fasciame dissipava il peso dell’acciaio e si accomodava nuovamente nel mondo reale.
- Che spettacolo… -
- Notevole, ed inquietante Allenia. –
- Stramaledetto Arnerius, anche stavolta c’è riuscito, ha lasciato tutti senza fiato. –
Allenia aveva ragione. Dopo lo sgomento iniziale alcuni tra la folla parevano riprendersi e si sentirono i primi applausi. Poi altri ed altri ancora. Uno scroscio di mani accompagnava i primi minuti in acqua dell’alba d’argento.
- Nave formidabile. –
- Ci potete scommettere Maestro, non la immaginavo così grande. E nemmeno così aggressiva alla vista. –
- Non sembra avere vele Signor Shaftoe. –
- Ci penseremo a suo tempo Maestro, adesso vediamo di salirci sopra. Per il resto vedremo. –

Sul palco d’onore tutta la corte stava in piedi. Anche Re Varian aveva lasciato il suo posto per avvicinarsi a Lord Arnerius. Adesso tutti guardavano la nave, anche da quell’altezza l’alba d’argento doveva essere uno spettacolo interessante. Dalla mia posizione potevo distinguere a malapena i dettagli. Vedevo solo il movimento dell’equipaggio. Un buon numero di marinai si stava disponendo sopra coperta. Si preparavano a calare due passerelle dalla fiancata. Immaginai che la stessa scena si ripetesse sull’altra murata. Per gli alti dignitari fu approntato un passaggio sospeso che dal palco d’onore entrava direttamente alla base del cassero a poppa. Magari avrebbero iniziato il giro dagli alloggi del Capitano e degli ufficiali. L’alba d’argento doveva richiedere molto personale per le manovre. Era una nave che sorpassava le misure dei comuni vascelli della marina Reale con estrema facilità. Anzi, si poteva parlare di almeno tre volte tanto.
- Allenia, quando potremo salire ? –
- Ci sono state alcune complicazioni Shaft. –
- E me lo dici solo ora ? –
- Di che tipo ? –
- Tra poco inizierà la crociera di inaugurazione dell’alba. Un veloce giro fuori dal porto e poi tutti liberi di fare baldoria sul molo. Lady Janeri ed io saremo chiamate tra poco meno di mezz’ora per salire a bordo..
- Ed io ? –
- Tu non sei indispensabile, di quale scorta potrebbe avere bisogno Milady dentro una nave piena di Silver Dawn? –
Allenia non stava scherzando. Disse la battuta a denti stretti, con un nervosismo che non le avevo ancora visto in volto.
- Vedrò di arrangiarmi. Sai dirmi chi sono i Silver Dawn a bordo ?-
- Secondo te chi comanda una nave chiamata “Alba d’Argento” ?-
Non poteva essere altrimenti. E c’era lui figuriamoci gli altri.
- Shaft, che facciamo adesso ? –
- Milady, per il bene di tutti e tre dobbiamo continuare il nostro gioco. Se uno degli invitati non sale a bordo ci saranno controlli e ricerche. Non sarebbe bene attirare l’attenzione. –
- Ho paura di non farcela. Non so. Shaft ti rendi conto che la sopra ci sarà il Re. Voglio dire… si insomma… -
- Non vi lascerò un solo istante Janeri, io sarò a bordo insieme a voi, rammentate ? –
Allenia veniva in mio soccorso ma senza grandi risultati. Lynna vestiva i panni di Lady Janeri ma non era certo una veterana degli eventi mondani di corte. Per quanto il suo travestimento la proteggesse non avrebbe mai superato un attento esame, forse nemmeno una conversazione banale. Lynna era spaventata. Per lei l’eccitazione del varo era sfumata. Si sentiva in trappola e non aveva tutti i torti.
- Janeri, guardami… Può sembrare difficile ma ti conosco, so che puoi farlo. Forse anche meglio di quanto farebbero alcune mie conoscenze. –
- Potrei finire nei guai Shaft. Che farebbero ad una come me se venisse fuori che non sono Lady Dess-Thaquira? Mi prenderebbero per una spia, non sono nemmeno di famiglia nobile… -
- Non avranno sospetti se segui Allenia. Lei si è già trovata in questa situazione. –
- Ascoltalo Janeri, ha ragione lui, sono già stata ad altre feste come questa. –
- E tu Shaft ? Se almeno venissi con noi… Mi porti fin qui e dopo... Cosa farai mentre io rischio la vita, eri tu che dovevi salire a bordo… -
- Le ricorda qualcosa questo viso Signor Shaftoe? Questa situazione ? –
Presi Janeri sottobraccio e ci incamminammo verso la fine del pontile. La ressa degli invitati era defluita verso la zona centrale del ricevimento. Tutti cercavano la strada migliore per salire a bordo oppure avrebbero affogato la delusione con i generi di conforto che dalle cucine affluivano copiosi. Quando restammo soli davanti alle acque scure del porto feci sedere janeri. Mi sistemai lì accanto a lei. Eravamo rischiarati solo da pochi stracci luminosi che ondeggiavano pigri nella brezza della sera. Poveri resti di quella foresta di giochi di luce sotto cui danzavamo poco prima insieme a tutti gli altri invitati al varo. Janeri fissava la luce del faro. Teneva le mani strette, poggiate tra la stoffa color crema della gonna. Il pendente elfico risplendeva ancora e faceva brillare l’accenno di lacrime che stavano per essere versate.
- Hai visto quanto era bella la stoffa azzurra che Quija voleva usare per i guanti ? Sai le sorelle Grilief hanno ereditato dal padre una bottega avviata. Ma l’hanno saputa trasformare in qualcosa di eccezionale. –
Lynna ascoltava. Da una parte la paura dell’ignoto, dall’altra una rabbia profonda contro di me e tutta la situazione in cui l’avevo trascinata. Un equilibrio che andava mantenuto oppure avrei perso ancora prima di iniziare a giocare. Per spostare in basso il suo baricentro bastava caricarla di qualche responsabilità. Non era difficile quella sera trovare argomenti di questo tipo.
- Le ho conosciute qualche anno fa. Mentre dismettevano i panni delle sarte e diventavano il punto di riferimento per la moda cittadina. Se tu stasera non sali sull’alba d’argento tutto questo verrà spazzato via. –
- Dovrei dare la mia vita per quella delle tue amichette Shaft ? –
- Dovresti rischiare e cavartela per proteggere la vita degli altri. –
- Sono una commessa di mercato, non l’eroina di un canto epico. Ho paura, ho voglia di andare a casa e dimenticare tutto. Tornare Lynna ed affrontare le urla di mia madre per essere andata in giro invece di tornare al mercato a lavorare oggi pomeriggio. –
- Taj e Quija saranno portate via dall’SI:7 entro due giorni se non trovo indizi sui piani di Arnerius. –
- Ed io invece resterò viva per vedere ancora un’estate. Terrò con me questo vestito in loro memoria… –
- Inizierà, presto una guerra Lynna, potrebbe non esserci un’altra estate se la perdiamo. –
- E tu, da prode quale sei, cerchi di fermare i piani di chi sta dando una mano al nostro Re. Forse dovrei denunciarti adesso Shaft. Forse sei una delle spie del Lich King, tu e le sorelline Grilief a cui tieni tanto. -
Il faro del porto scandiva il tempo con rotazioni veloci. Oltre l’oscurità della sera l’ultimo trasporto di linea da Auberdine attendeva solo di scorgere quella luce per farsi guidare al sicuro. Lynna invece restava arroccata in se stessa, non mi lasciava spazio per insinuare un dubbio nei suoi ragionamenti. Tra poco Allenia sarebbe tornata per portarla a bordo.
- Cambiamo tattica… -
Presi una manciata di tempo che non avevo e la buttai al vento. Invece di cercare un modo per convincere Lynna rimasi in silenzio, ascoltando le onde che si frangevano all’imboccatura del bacino di carenaggio. Dal porto arrivavano le note della festa che continuava. Faceva uno strano effetto immaginare il vento che spingeva o bloccava quella musica a seconda della direzione in cui soffiava. Sulla nave invece si stavano accendendo tutte le luci possibili. Dovevano esserci molti servitori e marinai a bordo. Le zone della nave si accendevano in un colpo solo a quanto potevo notare. Altro tempo scorreva, bruciavo ogni secondo una possibilità di successo e la barattavo con niente in assoluto.
- Non ho uno straccio di piano. Il tempo stringe e rischio la vita degli altri per i miei scopi. –
Quanto era facile tornare alle vecchie abitudini. Sorrisi al pensiero dei gesti ripetitivi che ogni mestiere fa compiere. Giorno dopo giorno diventano parte della vita degli artigiani, dei professionisti in ogni campo. Anche i marinai dell’alba d’argento ripetevano le solite manovre. La sopra o su altre navi. Le guardie stavano in allerta all’ingresso del porto, qui oppure ovunque nel mondo. Davanti a decine di coppie di ballerini anche il suonatore ripeteva la stessa melodia che aveva intonato ieri, ed il giorno prima ancora.
- Perché sei passato al mercato stamani Shaft ? –
- Volelvo rivederti. –
- Perché ? –
- Quando hai saputo che non dovevi lavorare per pranzo come mai hai cercato proprio me Lynna ? –
- Me lo chiedo anche io Signor Shaftoe… -
- Tu non hai il diritto di farmi correre questi rischi. Avresti dovuto scavartela da solo la fossa. Invece mi porti qua promettendo chissà cosa, per poi lasciarmi nei guai. –
- Posso ancora farti uscire da qui se vuoi. Prenderemo i cavalli e saliremo le rampe del porto fino all’arcata che immette in città. Poi via, ovunque tu voglia andare. Posso anche riportarti a casa Lynna. Dirai a tua madre che sei stata poco bene, o qualunque altra scusa. Tra qualche giorno ci sarà un nuovo mercato… -
- Sono una carogna, ma ho bisogno di te ragazzina. –
Allenia si stava avvicinando a grandi passi lungo il pontile. Si fermò poco lontano squadrandoci con ansia. Rimasi immobile seguendo con gli occhi la scia di luce del faro. Lynna lasciò andare un sospiro prima di alzarsi ed incamminarsi verso Allenia. Senza dire una parola prese il braccio dell’agente dell’SI:7 e sparì tra le ombre ed i gruppi di invitati.
- Fatti forza Lynna, buona fortuna… -
- Forse alla sua amica può bastare la fortuna Signor Shaftoe. Noi come risolviamo la faccenda ? –

Salire sull’alba d’argento non sarebbe stato facile. Se avessi trovato un marinaio che si aggirava da solo potevo prendere il suo posto. Scossi la testa pensieroso. Se nemmeno l’SI:7 aveva raggiunto la nave non ci sarei mai riuscito con un trucco da quattro soldi. Mentre tornavo nella zona illuminata del pontile osservai la nave con attenzione. Ora che ogni cosa a bordo risplendeva mi potevo fare un’idea di eventuali punti deboli. C’erano due pontili mobili di imbarco per ogni fiancata della nave. Ad ogni accesso c’erano due mariani di guardia, sia a terra che a bordo. A poppa non sembrava esserci nessuno di guardia. Ma per entrare da li dovevo salire sul palco da cui Arnerius e Re Varian avevano tenuto i loro discorsi. Anche quella sembrava un’impresa disperata. Tanto più che gli invitati si assiepavano nei dintorni per osservare la nave da vicino. Chi non poteva salire finiva per creare capannelli sparsi un po ovunque. Se avessi provato ad arrampicarmi lungo una murata sarei stato additato da centinaia di impiccioni.
- Ci vorrebbe un’idea, magari un’idea geniale vero signor Shaftoe ?-
- Al momento ne sono sprovvisto maestro. –
- Immaginavo. Io al suo posto sarei gia entrato. –
- Facile dirlo quando non sta a lei darsi da fare. –
- Si è scordato di essere tra amici signor Sahftoe ? Se si conosce il padrone di casa basta bussare alla porta per essere accolti. –
- Amici, ma che diavolo … -

Mi bloccai di colpo all’idea di attuare il folle piano di D’ran. Abbastanza folle da riuscire. O addirittura tanto folle da essere geniale. Vedevo scorrere ogni particolare mentre mi affrettavo a raggiungere la base del palco d’onore. Passai facilmente tra i gruppi sempre più fitti di curiosi. In pochi attimi raggiunsi l’affollato spazio tra i padiglioni delle cucine e le tende della servitù. Sopra la mia testa si alzava a piombo la mole imponente delle mura di Stormwind. Scivolai tra le ombre fino ad aggirare la statua di un leone. La creatura alta almeno tre metri fissava con gli occhi di marmo l’oscuro mare calmo. Nessuno dei presenti si accorse del mio passaggio. Adesso giravo intorno ai padiglioni in cerca di un volto in particolare. Se riuscivo a trovare alcuni dei miei vecchi compagni avrei fatto la mia mossa a sorpresa. Non tutti i Silver Dawn avevano chiuso i loro rapporti con noi Demoni. Amicizie di un certo tipo sopravvivono, magari flebili, ma sopravvivono anche a questi eventi. Potevo sfruttare a mio favore alcuni debiti d’onore e fare in modo di salire a bordo per incontrare Gamling o Galack. Immaginavo di trovarli negli alloggi degli ufficiali sopra l’alba d’argento. Una volta passata al sicurezza avrei avuto l’occasione di dare un’occhiata. Forse di manovrare in tanti modi.
- E di rischiare la vita in mille fantasiosi modi Signor Shaftoe. –
- Idea vostra maestro, vi ricordo che anche voi rischiate l’oblio. –

L’idea di D’ran era di quelle disperate. Non avendo il tempo di trovarne una migliore continuai ad aggirarmi tra le tende di servizio ed il palco in cerca del primo Silver Dawn di passaggio. Mano a mano che scorrevano i minuti diventavo sempre meno schizzinoso. Fu la voce di una donna ad attirarmi ancora più in profondità nel dedalo di magazzini e scomparti che servivano a rifornire gli invitati di ogni comodità.
- Non ho intenzione di prestarmi a questi sordidi giochetti, sia chiaro. –
- Vi prego nobile nata, io non discuto i vostri principi, vi chiedo solo di poter eseguire ciò che mi è stato ordinato di fare. –
- Fosse per me i vostri ordini sarebbero ben diversi. -
Nell’angusto spazio fra due tende Whitedragon stava dando in escandescenze contro una donna sconosciuta. L’elfa aveva indosso l’armatura da battaglia. Gli occhi le scintillavano d’ira e risplendevano luminosi sotto la celata dell’elmo.
- Milady Arnerius in persona mi ha ordinato di fornirle un valletto di bell’aspetto e dai modi adeguati. Io offro il miglior servizio in questo campo. I miei ragazzi sono addestrati e selezionati per questo tipo di bisogni. –
- Ancora un’allusione da parte vostra e vi troverete a gestire i vostri affari dall’oltretomba megera. –
- Non essere impulsiva White… -
Pochi passi alla mia destra una corrente d’aria accompagnò una terza voce. Samahel se ne stava appoggiato al palo che reggeva la tenda da campo.
- Samahel, se ne hai voglia resta calmo tu. Io me ne vado sulla nave. Se Myrna vuole il suo valletto che se lo venga a prendere da sola. –
- Dovresti avere più a cuore alcune necessità femminili White. –
- Infatti prendo le mie cose e vado altrove. Esattamente dove desidero. –
Samahel fece un cenno alla donna sconosciuta. Le porse un sacchetto di monete che questa fece sparire velocemente.
- Lasciate pure questo posto pieno di risentimento. Avete il vostro compenso ed al momento giusto qualcuno si prenderà cura del gentile dono che avete portato per Lady Myrna. –
- Grazie nobile signore. Dite, se non vi dispiace, a Milady che saremo sempre pronte ad ogni sua richiesta. Che la luce vi protegga.-
- Vi lascio la luce e tutte le vostre benedizioni donna. Milady sarà avvisata, ora sparite. –
Una volta tanto la fortuna girava dalla mia parte. Non mi ero accorto di Samahel. Questo poteva essere fatale visto che anche lui era stato addestrato dall’SI:7. Forse in un confronto diretto potevo vincere. Ma se mi avesse preso di sorpresa insieme a Whitedragon sarei stato fatto a pezzetti e buttato in mare per fare da cena ai pesci. Adesso invece ero vivo ed avevo un biglietto di ingresso per l’alba d’argento. L’elfo imparti un paio di ordini secchi e subito un valletto prese la direzione della banchina. Tra poco lo sconosciuto nella tenda sarebbe stato portato al fianco di Lady Arnerius. Supponendo che fosse lei la guida per gli ospiti in visita alla nave dovevo agire in fretta. Mi sarei sostituito al poveretto inconsapevole e poi una volta a bordo…
- Una volta a bordo verrebbe preso a pedate dai Silver Dawn Signor Shaftoe. –
- Alternative ? –
- Quanti assassini hanno i Silver Dawn ? –
- Uno l’abbiamo davanti, Galaxy non è più con loro da quanto ho saputo. –
- Quindi se prendiamo questo e lo portiamo da Gamling legato come un salame… -
- Maestro siete un genio. –
- Beh, ammetto che avete ragione Signor…-
- No, Gamling può andare a farsi benedire in cattedrale. Ma mi avete fatto venire in mente un’idea geniale. –
- Sono abituato a fare miracoli Signor Shaftoe. –

Senza dare peso all’ultima ironia di D’ran valutai la distanza che mi separava dal bersaglio. Adesso bastavano cinque passi per arrivargli alle spalle. Ma presto si sarebbe mosso. Scelsi la tattica fine invece che affidarmi alla pura forza. Dalla cintura tirai fuori uno stiletto da lancio. Presi la mira con cura ed il colpo andò a segno. Shamael guardò con noncuranza la lama che si era piantata a cinque centimetri dal suo volto. Come mi aspettavo aveva sentito arrivare il colpo scansandolo con agilità. L’istante seguente si rese conto di un regalo imprevisto e poi crollò a terra subito dopo. Il secondo stiletto che avevo lanciato era imbevuto di un veleno ad azione rapida. Mentre Shamael scansava il primo colpo la seconda lama centrava il bersaglio e recapitava un messaggio per il sistema nervoso dell’elfo.
- A nanna Samahel. –
Adesso non era il momento di gingillarsi. Corsi a prendere l’elfo e lo trascinai fin sotto le mura. C’erano alcune casse aperte dove ero passato poco prima. Dopo aver legato il mio compagno di un tempo chiusi la cassa con cura. Velocemente misi via il mantello ed indossai un tabarro da valletto. Ce n’erano in abbondanza nelle tende li intorno, tutti con i colori di casa Arnerius ed un ricamo argentato che commemorava l’occasione del varo. Adesso potevo entrare in scena con disinvoltura. Nella tenda dove avevo assistito al diverbio tra Whitedragon e la sconosciuta incontrai un ragazzo ben vestito. Dall’aspetto potevo farmi un’idea più precisa di quali servigi si aspettava Lady Myrna. Avevo davanti un giovane dai lineamenti decisi. La pelle scura, le movenze aggraziate. Non avrebbe sfigurato mentre la padrona mostrava agli invitati i locali dell’alba d’argento. In un secondo tempo magari ci sarebbero stati momenti più intimi. Qualcosa mi diceva che non ero troppo malizioso nei confronti di Milady.
- Il tuo nome ? –
- Galem signore. –
- Tra poco sarai assegnato alle tue mansioni Galem. Prima dovresti seguirmi velocemente. C’è bisogno di un uomo forte come te. –
Non ci furono proteste da parte sua. Prendemmo la cassa con Samahel e tornammo alla tenda in poco meno di due minuti. Ad attenderci c’era un marinaio che storse il naso vedendoci arrivare. Non gli lasciai il tempo di riflettere.
- Questo che vedi è Galem. Il valletto personale di sua grazia Lady Arnerius. Spero non ti dispiaccia se mi aiuta a portare a bordo la cassa mentre tu avverti del suo arrivo. –
- L’elfa mi aveva detto di portarlo a bordo subito…-
- Allora aspetterò qui. Tornerai a darmi una mano subito dopo. Almeno i rinfreschi per gli invitati saranno a bordo prima della partenza.-
Potevo vedere la piccola battaglia che si combatteva nel suo cervello. Se rispettava il protocollo alla lettera lo aspettava un secondo viaggio per caricarsi del peso che gli indicavo. Altrimenti avrebbe fatto meno fatica e raggiunto il suo scopo comodamente. Pochi secondi dopo salivo a bordo dell’alba d’argento superando le due coppie di guardia alla passerella. Uno dei Silver Dawn legato dentro una cassa e scortato dall’equipaggio stesso. Oltre ad un viavai di marinai intenti a sistemare la nave per la partenza non si vedevano facce conosciute. Sistemammo la cassa in un angolo. Proprio accanto al vano di carico di una delle stive.
- Accompagna Galem da sua grazia per favore. Intanto vedo come sistemare questa roba. –
- Quanto può durare Signor Shaftoe ? –
- Tra poco non saremo più qui. –

- E per favore Galem abbiate cura di consegnare questo messaggio a Lady Arnerius. –
- Come desiderate… -
Con un tuffo al cuore vidi il marinaio indugiare. Forse fu la naturalezza dei miei ordini a prevalere sui suoi dubbi. Poi insieme a Galem presero la scala che portava sottocoperta scomparendo alla mia vista. Sacrificai uno degli stiletti per bloccare una pergamena sul lato meno visibile della cassa e con il cappuccio calato presi l’altra scala che scendeva nelle viscere dell’Alba d’Argento.


Altrove, in quel momento, si stava svolgendo un’incontro particolare. Il maestro assassino Niri Tlendorian stava in piedi nelle stanze dell’SI:7 ed ascoltava un ragazzino. Questi non superava i dodici anni, se ne stava dritto immobile mentre recitava una serie di informazioni e notizie. Niri mandava a memoria le parole del giovane novizio. Nel frattempo osservava le misere condizioni di quella piccola pedina. A vederlo adesso sembrava un gatto selvatico. Magro e con lo sguardo famelico, vestito di stracci nonostante l’approssimarsi dell’inverno. Da quando era entrato nella stanza calda puntava lo sguardo ora al camino acceso ora ai resti della cena lasciata in sospeso.
- Non ci sono altre notizie Maestro. Appena ho visto che il Maestro Shaftoe spariva sotto coperta sono corso da voi. Proprio come mi avete ordinato. –
Niri si riscosse dai suoi pensieri. Era tanto che non sentiva chiamare Shaftoe con il suo grado dell’SI:7, tuttavia adesso aveva molte altre cose a cui badare. Sistemandosi sulla sedia Tlendorian prese dal tagliere due fette di pane scuro. L’arrosto era ancora caldo ed il pane assorbì al volo l’olio aromatico che gocciolava dai pezzetti di carne. Prima di congedare il ragazzo Niri gli passò il panino, nella speranza che non si strozzasse mangiandolo in un paio di bocconi soltanto.
- Hai fatto un buon lavoro ragazzo. Sei già stato assegnato ad un gruppo, il quinto mi pare… –
La testolina fece un cenno affermativo. Intanto il panino di Niri spariva ad una velocità consistente.
- Adesso voglio che tu scenda al porto nuovamente. Fai il giro delle postazioni difensive e manda a memoria i resoconti dei nostri agenti. Poi fai rapporto al tuo capogruppo. Puoi andare. –
- Agli ordini Maestro –
Niri immaginò la frase piu che sentirla. Il ragazzo stava attaccando un terzo morso di pane proprio mentre veniva congedato. Comunque scattò svelto verso la porta chiudendola con cura prima di uscire.
- Avete sentito Turu-Klam ? Shaftoe è andato oltre le mie previsioni ma ancora non è detto che riesca nel tentativo. –
- Ho sentito dire che spesso ha stupito la vostra organizzazione Maestro Tlendorian. E vi ricordo che gli spiriti l’hanno mandato da noi proprio nel momento del bisogno. –
La voce profonda del Druido si fece più vicina. Da una porta nascosta nella parete il grosso Taureen entrò nella stanza a fatica. Uno spazio progettato per i sotterfugi umani mal si adattava alla sua mole bovina.
- Non posso fare affidamento sulla vostra fede Turu-Klam. Voi non immaginate nemmeno quali rischi stiamo correndo. Shaftoe non è un nostro agente. Potrebbe complicare le cose in maniera esponenziale. –
- Tuttavia, anche per questo è la persona adatta. Se venisse scoperto è abbastanza coinvolto a livello personale per non destare sospetti. In pochi lo collegherebbero ad un mandante qualsiasi. A maggiore ragione dovreste avere fede Maestro Tlendorian. Se gli spiriti sono con noi il mio rituale impedirebbe a Shaftoe di parlare a sproposito qualora fosse interrogato. –
- Usate il condizionale in maniera pericolosa Druido. Spero per il bene di tutti noi che sia per modestia. –
Turu-Klam non rispose. Si limitò ad emettere un sordo brontolino che poteva essere ogni tipo di commento. Niri si limitò a finire gli ultimi bocconi della sua cena. Era un peccato lasciar freddare la carne di manzo che il cuoco aveva insaporito così bene. Al porto si stava giocando una partita importante. L’ultima di un ciclo iniziato l’anno precedente ma che aveva visto ben pochi successi. L’imminente partenza dei contingenti per Northrend costringeva tutti a spostare lontano forze ed attenzione. L’SI:7 non poteva permettersi di lasciare campo a Lord Arnerius. D’altra parte anche la confraternita dei Druidi di Moonglade era messa male. Tlendorian non sapeva molto sui loro scopi, però immaginava che la posta in gioco fosse alta. Turu-Klam si era presentato all’SI:7 mesi prima attraverso alcuni canali usati abitualmente dagli elfi del Cenarion per chiedere un aiuto concreto. Metteva a disposizione ingenti fondi per coprire i costi operativi ed aveva mostrato lettere e trascrizioni di riunioni tenute dai potenti clan degli orchi di Ogrimarr. Troppi pezzi importanti della scacchiera di Azeroth si disponevano in campo perché l’SI:7 non entrasse a far parte del gioco.
- Nemmeno loro vogliono che Arnerius prenda il controllo della Marina Reale. –
Questo pensiero dava l’idea di quanto fosse importante l’ultima mossa che potevano fare questa notte. Il destino avverso aveva messo tutto nelle mani di Shaftoe. Niri sperava che lo spirito del Maestro D’ran riuscisse a far prevalere l’interesse dell’SI:7 ma sapeva bene chi era Shaft e cosa ci si poteva aspettare. Riscuotendosi da tanti oscuri presagi Tlendorian fissò l’arrosto di manzo nel suo piatto. Poi spostando lo sguardo incontrò gli occhi enormi di Turu-Klam che lo fissavano, scuri ed insondabili. Niri Tlendorian, maestro assassino dell’SI:7, si sentì a disagio per la prima volta dopo molti anni. Fu anche per questo che parlò al Druido con fare arrogante prima di desistere dal finire la sua cena.
- Sono potenti i vostri spiriti Turu-klam ?-
- Nella misura in cui il nostro operato rientra nei loro piani Maestro Tlendorian. Essi vegliano ogni momento sulle nostre azioni. –
- Allora pregateli Druido, invece di stare li a rimuginare, perché ho il sospetto che ne avremo un gran bisogno. –
- Avete in mente qualcosa di preciso Maestro Tlendorian ? –
- Adoro la pulizia, lo sapevate druido ? –
 
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view post Posted on 15/4/2014, 18:39




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14 replies since 11/11/2008, 19:38   682 views
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