- PARTE PRIMA -
- Affari -
Erano passati alcuni giorni dal rituale in cui ci avevano coinvolti Syrius e Ledydeda. Ancora mi si accapponava la pelle al pensiero. Che bisogno ci fosse di avere a che fare con draghi enormi, spostamenti temporali ed altre complicanze simili mi era sempre sfuggito. Ad un tratto addirittura mi ero sentito osservato in una maniera particolare. Una sensazione stranissima, lieve ma determinata. Kealos diceva che era normale quando qualcuno ti guarda nel profondo del cuore oppure ti veniva soppesata l’anima. Speravo che lui si intendesse un po di più di queste cose e tralasciai di commentare. Era andato tutto bene comunque. Syrius pareva meno afflitto del solito, anche se le espressioni elfiche sono piuttosto difficili da decifrare. Avevo sentito Ilvanni parlare di alcuni sogni ed avevo espresso la mia personale opinione in fatto di cene pesanti della sera prima. Non erano quelle tizie, gli oracoli mi pare, che facevano delle feste esagerate per poi giudicare il mondo in base al mal di testa della mattina dopo ? Lo dicevo sempre io che prima di colazione non bisogna rompere le scatole alla gente. Normale che quelle poi ti dicevano picche e paventavano disgrazie.
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In più di un senso– Pensai tra me.
Divertito dalla scena della discinta “signorina oracolo” con due occhi pesti e l’espressione di chi farà baldoria minimo minimo tra un paio di settimane passavo il tempo affilando un apio di stiletti nella sala comune dei Demoni. Ladydeda ed Althea avevano preso armi e bagagli per concedersi una giornata di caccia. Visto che tra i bagagli avevano armi per un esercito e si portavano dietro una tigre ed un lupo sospettavo che tornassero con le teste di alcune vecchie conoscenze. Vedendole partire non potevo fare a meno di sorridere. Doveva essere uan sensazione particolare sentirsi ringhiare contro Angel e Spettro mentre dal folto delal foresta spuntavano due cacciatrici con le frecce incoccate.Per rompere la noia decisi di fare un po di movimento pure io. Uscito dall’accampamento dei Demoni ero volato a Shattrath per poi entrare in uno dei comodissimi portali che gli Sha’tar tenevano aperti al centro della città. Imboccai quello in cui si sintravedeva la vista della mia vecchia Stormwind. Scansando la solita folla in transito nella sala comune dell’accademia dei maghi discesi le rampea spirale che contornavano al torre. Presi la strada che scendeva verso il confine del quertiere e sorpassato l’ingresso delle prigioni della città mi dirigevo alla volta della piazza della cattedrale. Era li che mi ero procurato la colazione concludendo un baratto con la sorridente signorina delle prime bancarelle. Giù nell’angolo che da sulla piazza si sistemava sempre un banco rifornito di dolci e piccole delizie. Per iniziare bene la giornata qualcosa di goloso e’ l’ideale. E non era stato difficile convincere una delle commesse che niente era delizioso come il suo sorriso. Lynna era davvero molto carina, sapeva di esserlo mentre lasciava arrossire le guance e si gongolava tra i miei complimenti. Sembrava che fosse quasi sua l’idea di darmi la colazione.
-Se non posso avere te, almeno qualcosa che mi ricordi il sapore buono che hai…-
-Se mia madre ti sente Shaft finisci candito come questi spicchi di mela. Prendi e sparisci. E non tornare prima di sera… -
Con fare disinvolto Lynna fece un piccolo pacchetto e nel porgerlo trattenne la mano.
-…togliamo il banco un’ora dopo l’uscita dell’ultima funzione. –
Concluse tutta d’un fiato abbassando sia la voce che gli occhi. Alzai i tacchi. Ma solo dopo averle strizzato l’occhio con fare complice. Alcuni passi e mi addentri nel mercato vero e proprio. Dal centro della folla mista di bancarelle e persone di ogni tipo la bianca scalinata del tempio di Stormwind si alzava maestosa ed accogliente. I costruttori si erano preoccupati di non intimorire troppo i fedeli con opere ostentate. La cattedrale manteneva un’aria di sacro misticismo, ma sembrava anche il giusto rifugio per tutti coloro che temevano di smarrire la retta via. Qualunque fosse poi quest’ultima. Seguendo con lo sguardo le modanature del frontespizio mi tornavano in mente le lezioni sul campo che ci impartiva il maestro D’ran. Una volta aveva portato alcuni di noi dentro la cattedrale e con la scusa di tenere una lezione a degli studenti particolarmente dotati si era fatto dare il permesso per avere libero accesso alla galleria superiore. Una volta rimasti soli tra gli affreschi e le nicchie scolpite D'ran prese ad esporre i suoi consigli. E quel giorno sembrava un predicatore tornato da tempi remoti.
-Ricordate bene Signori. Chiunque crede in qualcosa e’ disposto a credere anche in voi. Dovete solo indovinare quali sono le parole giuste per risvegliare questa fiducia. –
La voce pacata del vecchio elfo contrastava con gli occhi luminosi. Soprattutto quel giorno mentre ci aggiravamo tra le ombre della galleria superiore. Il sole che entrava dall’altra navata ci relegava in un chiaroscuro velato e fresco.
-Vedete la gente la sotto ? Corre ansiosa a procurarsi un alibi per continuare a godere dei piaceri della vita. Commercio assai remunerativo per i confessori di ogni tempo e fede. –
-Maestro volete metterci in guardia dalla fede ? –
-Tutt’altro signor Lurgarian. Tutt’altro. Cerco di presentarvi un sicuro punto di appoggio. –
Ci sporgemmo tutti per osservare la scena indicata da D’ran. In basso molta gente si affaccendava intorno ai confessionali. Altrettanti si distribuivano tra le serie di panche. Nelle prime file, quelle riservate alle personalità di corte ed ai nobili si potevano notare le fodere rosse dei cuscinetti per le preghiere. Sia mai che “lorsignori” sciupassero ricche vesti e nobili rotule sul marmo. Quello evidentemente andava bene per la popolazione che viveva di fatica e non di rendite di famiglia. Frati e sacerdoti muovevano in silenzio tra enormi coni di luce abbagliante. Le vetrate trasformavano in sfumate cascate multicolori ,a sconda del disegno dei mosaici, la luce del sole. Rimasi affascinato dai giochi di polvere che si intravedevano quando qualcuno passava sotto la luce muovendo l’aria. Finimmo la mattinata raccontando ad un confessore tutto quello che avevamo sulla coscienza. D’ran sosteneva che non c’è alibi migliore dell’odore d’incenso.
-Per tutto l’anno continuerete a frequentare il tempio Signori. Questo vi fornirà un’ottima base per un’onesta reputazione. E solo Elune sa quanto ne avrete bisogno. -
Con questo la lezione fu conclusa. Non so quanti di noi avessero capito che la confessione doveva servire ad affinare l’intelletto invece di purgare l’anima. Alcuni dei miei compagni erano abbastanza tonti da parlare davvero di fatti privati e D’ran avrebbe saputo quali dei suoi studenti aveva il vizio di non dire mezze verità quando conveniva. Ripensandoci adesso quell’anno molti studenti ebbero curiosi contrattempi. Peccato per loro. Si persero infatti un’altra lezione interessante del maestro. Quella sulle capacità che non sospettiamo d’avere ma possiamo sfruttare comunque. La riprova lampante che D’ran era nel giusto arrivò proprio sul momento. Anche se ero immerso nei ricordi dei miei giorni di apprendistato gli occhi individuarono subito alcuni volti tra la folla variegata che usciva dalla cattedrale. Forse era il modo di muoversi. Oppure altri mille piccoli particolari dovuti ad una lunga frequentazione. Fatto sta’ che alcuni Demoni della Luce erano la in mezzo. Allo stesso tempo confusi tra la massa e limpidi, inconfondibili alla mia vista. Ma non era tutto esatto. Quei Demoni adesso vestivano colori diversi. Nuovi simboli sul tabarro che indicava la loro appartenenza ad una delle gilde di Azeroth. Quelli erano Silver Dawn, non più Demoni. Almeno a questo scopo serviva parte del rituale messo in piedi ultimamente da Siryus e Ledydeda. A tracciare un limite tra passato e presente. Un confine che ancora bruciava come una cicatrice per alcuni e per altri era l’ennesima distinzione tra le conseguenze e le azioni delle persone. Comunque gli ex compagni d’arme procedevano spediti verso nord, dove il ponte sul canale va a finire nel quartiere dei nani. Ed io non potevo ignorare il pungolo sottile della curiosità. Sommo desiderio che spinge l’uomo, ma anche l’elfo ed il nano e si, insomma, tutti quanti a non farsi i fatti propri.
-La curiosità uccise il gatto Signor Shaftoe.–
-Mai miagolato in vita mia Maestro.–Segnando un altro punto in mio favore nella lunga battaglia con lo spirito del vecchio maestro saccente presi a seguire il gruppo dei Silver Dawn. La folla del mercato premeva ed ondeggiava da ogni parte, questo avrebbe nascosto i miei spostamenti. Stare al passo del mio bersaglio era fin troppo facile in quel casino. Io ero libero di muovermi a paicere mentre il loro gruppo veniva rallentato ed ostacolato da perditempo e gente indaffarata di ogni risma. Mi dedicai a rinfrancare lo spirito esplorando il pacchetto che Lynna aveva preparato con tanto amore. Tutto sembra molto più allegro quando scopri che il regalo contiene proprio quello che ti aspetti. Al momento di uscire dalla piazza i fichi secchi canditi erano già in visita al mio stomaco. Il gruppo dei Silver Dawn dal canto suo si era rivelato più interessante del previsto. Adesso che erano soli sotto l’arcata che delimita il quartiere potevo vedere che accompagnavano qualcuno. Ma ora che non eravamo più al mercato la mia presenza non poteva più essere un caso. Se volevo studiare la situazione era il momento giusto per una buona dose di cautela. Con lentezza misurata presi ad avvicinarmi. In silenzio, sfruttando riflessi di sole ed ombre sul cammino. Solo con molta fortuna avrebbero potuto sentire i passi leggeri e felpati con cui mi muovevo nell’ombra. Fermo ad una distanza ragionevole squadrai l’uomo che era con loro. Si distingueva bene il suo vestito ricercato tra le armature tirate a lucido dei vecchi amici.
-Ultima moda di palazzo, varrebbe al pena visitare la casa del suo sarto.–
-Non pensi mai in piccolo Signor Shaftoe.–
-Meno scocciature, niente guardie al cancello e ottima clientela pagante. Ottimizzare il rischio, non “pensare in piccolo” Maestro. –La in mezzo comunque Lord Guillin Arnerius faceva segno di seguire la sua cavalcatura. In un tripudio di bardature e criniere strigliate di fresco il gruppo partiva verso il brumoso quartiere dei nani. Ricordavo alcuni pettegolezzi su Lord Arnerius. In ambienti dove le parole non vengono spese a caso lo si chiamava “faccendiere”. Ma tutti concordavano con l’idea che questo titolo nascondesse altri appellativi. Uno dei quali poteva essere trafficante, contrabbandiere, ladro e profittatore, a seconda di chi giudicava. I Lord suoi pari dicevano “mercante” rimarcando con disprezzo la parola. Fatto sta che niente di quanto entrava o usciva da Stormwind sfuggiva alla vigilanza di Guillin e dei suoi immacolati servizi di trasporto merci. Tutti concordavano che solo un uomo scaltro poteva usare i benefici del suo titolo negli affari e restare a galla tra gli intrighi di corte. Lord Arnerius era a tutti gli effetti la “cassa” ufficiosa della famiglie nobili del regno. E forse, tramite alcuni fidati ministri anche della casa regnante. Di certo guadagnava di conseguenza per ogni servizio reso.
-Non mi pare navigassero in brutte acque i Silver Dawn, non tanto da chiedere prestiti. Magari sono in debito con Arnerius ? Oppure lavorano per lui adesso… -Mentre ci riflettevo sopra il gruppo prese a costeggiare il canale e sparì alla mia vista. Riapparvero tutti dopo pochi istanti mentre attraversavano il ponte di pietra e poi via. Verso la strada dove i nani avevano aperto i centri di addestramento per minatori e forgiatori. Adesso potevo rilassarmi. Uscendo dalle ombre mi sistemai sulla scala di un vecchio attracco. Rilassando la schiena in una posizione comoda controllai che il sole mi scaldasse dalla testa ai piedi. Presi gli ultimi pezzetti canditi dal mio sacchetto e gettai ai pesci le briciole. Una cascata di zucchero finissimo venne presa dalla brezza del canale. La stessa che portava via la nebbia al mattino. Prima che i Nani concludessero i lavori al nuovo porto della città persisteva una nebbia a cui tutti erano abituati. Generazioni intere di ragazzini si erano nascosti in quelle bruma al mattino giocando a farsi agguati e combattere battaglie campali. Adesso invece il futuro era nel sole splendente. Gradito omaggio dell'opera Nanica e dell’ingegneria degli esuli di Gnomeregan.
-Comunque è piacevole scaldarsi al sole. Quindi poche storie. Piuttosto che ci facevano i Silver da…–-Certo che se premiassero la pigrizia tu saresti tra i favoriti del regno. –
Non feci a tempo a concludere il pensiero che la voce di Lynna venne a tenermi compagnia.
-Oggi chiudiamo in fretta e furia sai ? –
-Fammi indovinare, non avete il permesso per il banco ? –
-Non dire cretinate… - Alzai la testa per dirle due paroline ma subito lasciai perdere.
Lynna stava tra il sole e me in quel momento. Parandomi la luce per dispetto. Forse non se ne rendeva conto ma potevo vedere i suoi contorni generosi che risaltavano nel candido calor bianco della luce solare. Ed alcuni punti trasparivano allegramente, tanto da distrarre un santo.
-… se mio padre si scordasse di rinnovare i permessi sarebbe un bel guaio. –
-ho intravisto tua madre prima, giù al banco, credo anche io che il pover’uomo passerebbe un sacco di guai. Robusti guai. –
Lynna venne a sedersi tra le mie braccia sorridendo.
-Ma quanto siete garbato stamani “Signor” Shaftoe… -
E per rimarcare il concetto si lascio cadere più che sedersi. Vedendomi a corto di fiato prese l’occasione per passarmi le braccia intorno al collo.
-… ma per vostra fortuna farò finta di non sentire. Come fanno certe astute nobildonne. –
-Milady siete generosa. Come posso servirvi ? –
-Portandomi a pranzo cavaliere. O pensate che le ragazze del mercato vivano di belle parole sdolcinate ? –
-Ma allora hai finito di lavorare per oggi ? –
-Purtroppo no. Stiamo spostando il banco te l’ho detto. Andiamo giù al nuovo porto. –
Per alcuni istanti una nuvola di passaggio trattenne il calore del sole autunnale. Adesso potevo distinguere il calore di Lynna, accoccolata contro di me. Sensazione superiore, nonostante gli sforzi del sole nella competizione. Presi a massaggiarle il collo con lentezza, scivolando tra la base della nuca ed il giro bordato del vestito.
-Come mai andate là ? Proprio oggi che c’è il mercato davanti alla cattedrale… –
-Il pomeriggio gli affari non sono mai un granché. Ed oggi al porto c’è la festa per il varo della nuova nave di Lord Arnerius. –
-Non mi dire... Anzi, aspetta…. Dimmi un po di più. –
-Ah! Le chiacchiere di mercato, gratuite e limpide come acqua di sorgente. Quale fortuna insperata Signor Shaftoe. O pensa sia merito del suo fascino ? –Mentre la vecchia iena che indossava la maschera di D’ran si prendeva gioco di me accomodai la mia pettegola preferita in una posizione migliore. Adesso non mi pesava più su una gamba sola e potevo arrivare comodamente ad alcuni tipi di carezze più interessanti. Il sole intanto riprese a scaldare il nostro rifugio improvvisato. Sembrava di essere in un mondo a parte. Avevamo il canale sotto di noi con il suo scorrere lento e l’odore leggero di muschio. Oltre le nostre teste la strada rimandava i suoni di alcuni occasionali passanti. Carri del mercato cigolavano con le ruote di legno ferrato. Cavalli al piccolo trotto scalpicciavano svelti sul selciato di pietra. Mentre dal collo scendevo con le mani lungo la schiena di Lynna sentivo i muscoli contratti dalla fatica del lavoro, il tessuto morbido che copriva una pelle profumata di buono.
-Una festa al porto…- Dissi fra me e me.
-Pensa svelto. –-Dimmi un po signorinella, ti piacerebbe vedere il varo ? Sai, partecipare al banchetto, ascoltare tutti i discorsi più intriganti tra gente di un certo tipo…-
Mi ero fatto più vicino per rendere più invitante la proposta. Adesso quasi le sfioravo il collo con le labbra. Nel lasciare cadere la frase nel vuoto la sentii rabbrividire leggermente. Forse per il massaggio, forse per il pensiero della festa.
-Forse entrambe le cose. - sperai dentro di me.
-Devo lavorare Shaft… -
-Ti può sostituire tua sorella. –
-Non ci faranno mai passare. Non penserai mica che facciano entrare chiunque ? –
-Io non sono “chiunque”. –
-Non ho vestiti migliori di questo…. Shaft…. Davvero non possiamo… -
La voce le si stava incrinando. In fondo era vero, non le avevo mai visto altro che quel vestitino indosso. Ed i giorni in cui non lavorava nemmeno li passava in città. Non sarebbe stata la condizione di Lynna a fermare la mia idea. E forse un piccolo gesto poteva portare grandi risultati.
-Quando ci vuole ci vuole. – Ammisi a me stesso mentre un piano andava formandosi.
-Con garbo signor shaftoe, mi raccomando, non… -
-Non sono stato addestrato ad Ogrimarr maestro, lo ricordo bene. –Con un’unica mossa afferrai Lynna e mi misi in piedi sul piccolo pontile. Non che fosse difficile sollevarla, pesava come un gattino nonostante alcune generose misure. Non appena smise di tenersi stretta incrociai lo sguardo intristito e le dissi con la voce più divertita che potevo tirare fuori…
-Mi devono più di un favore lungo i canali. Passeremo un pomeriggio tra i pezzi grossi di Stormwind… - Strizzai l’occhio continuando a sorridere –… e lo faremo da loro pari. –
Non ascoltando le repliche confuse di Lynna la sistemai sopra il cavallo per poi salire dietro di lei. A passo d’uomo presi la direzione dei giardini elfici. Intanto che le indicavo i vari posti di un certo interesse mandavo a memoria alcuni particolari appunti per il mio piano. Dopo il ponte, risalendo verso sud la mezza curva del quartiere dei maghi andai a fermarmi davanti alla sartoria della famiglia Grilief. Nessuno che avesse uno straccio di titolo nobiliare poteva esimersi dal visitarla per un abito nuovo.
-Dicono in giro che qui dentro lavorano bene. Mettiamoli alla prova. –
Non ci furono altre proteste da parte di Lynna. D’altro canto non e’ facile parlare a bocca spalancata e ben presto sarebbe rimasta sopraffatta da una lunga serie di provini ed accostamenti di colore.
Anche per questo Lynna non notò minimamente lo scompiglio che fece il nostro ingresso nell’atelier Grilief. Effettivamente era da molto che mancavo da quel posto. Speravo che alcune vecchie questioni fossero passate in cavalleria ma evidentemente non era passata abbastanza acqua sotto i ponti.
-Pazienza, vedremo di sistemare il tutto. –-Che la luce sia con voi Signor shaftoe, bentornato nel nostro modesto laboratorio. –
-Che la luce illumini il tuo volto Taj, sei sempre splendida, a differenza del sottoscritto. –
Taj Grilief recitava con la cortesia e la perfezione di chi sa fare il suo mestiere. Quija fu più spontanea non appena mi vide entrare in uno dei camerini insieme a sua sorella. Mi corse incontro abbracciandomi. Per poi squadrarmi torva e chiedermi dove diavolo fossi sparito.
-Avevi detto qualche giorno Shaft. E sono passate almeno quattro lune.–
-La crociata nelle Outland procede in maniera discontinua Quija. Ma desso eccomi qui.-
-In compagnia vedo. Di cosa ha bisogno “Signor Shaftoe”-
Taj non perdeva tempo in chiacchiere. Qualcosa nel suo tono di voce mi suggeriva scarsa contentezza nel rivedermi. Non che avesse tutti i torti. Ero sparito dalla loro vita ed ora ricomparivo con Lynna al fianco.
-Faccia tosta Signor Shaftoe, tocchi il giusto tasto. –D’ran la faceva sempre facile quando non toccava a lui. Presi per mano Lynna e feci un minimo di presentazioni. Tenersi sul vago spesso aiuta. In questo caso poi era veramente d’obbligo. Chiesi alle sorelline Grlief di rimettere a nuovo il guardaroba di Lady Janeri Dess-Thaquira. Rappresentate di una famiglia cadetta dei Thaquira ed al debutto in società per il varo di quel pomeriggio. Lynna parve indifferente al nome inventato di punto in bianco. Che lo facesse per il vestito o per la confusione del momento non era importante. Ad un gesto di Taj alcune commesse la presero in custodia per iniziare a servire quella nuova cliente.
-Se avete tutta questa fretta sarà bene iniziare subito Milady. Provvederemo a lei nel migliore dei modi, come nostra abitudine del resto. La prego di accomodarsi nel nostro camerino, mia sorella la saprà consigliare per la scelta del modello. –
Intanto facevo a mente due conti. L’oro non era il problema e con l’abito giusto Lynna non avrebbe sfigurato al varo. Dovevo solo trovare il modo per procurarmi gli inviti, sperare che lei reggesse la parte per il tempo necessario e raccogiere informazioni sui moviemnti dei Silver Dawn.
-Non impossibile. –Pensai mentre scrivevo un paio di lettere e le consegnavo ad uno dei garzoni di Taj.
Una manciata di spiccioli ed il ragazzo corse via. Conosceva gli indirizzi dei destinatari, l’avevo gia usato come postino in passato. Pochi minuti dopo passai nel camerino dell’atelier Grilief. Lynna e Quija sceglievano tra alcuni dei modelli che avevano superato una prima selezione. Dal corridio un andirivieni di commesse portava pezze di stoffa di ogni genere. Se tutto andava come previsto tra poche ore avrei avuto qualcosa di concreto in mano. Informazioni e forse dell’oro. Pareva che Lord Arnerius fosse fornito oltre ogni immaginazione di denaro.
-Beh, porterò una borsa adeguata per l’occorrenza. –
-Pensi in grande Signor Shaftoe –
-Un carro forse potrebbe servire maestro. –Pensai con ironia imamginando di guidare beato un carro trabbocante di monete d’oro.
-Sono sicuro che la fantasia non le manca, ci rifletta. –
-Che diavolo… -
-La nave Signor Shaftoe, si è mai chiesto quanto può valere una nave ? -- Chiaroscuro presagio -
-Rammentatemi, ve ne prego, a che ora si tiene il varo di questa “nave” signorina Grilief. –
Marcai il tono sulla parola nave quel tanto che basta, velando il disprezzo tipico delle menti nobili verso le cose troppo materiali. Ne venne qualcosa di accettabile.Quija, la sorella minore di Taj Grilief si lasciò sfuggire una risatina divertita.
-Squisito Shaft, forse un tantino decaduto come accento. Potresti passare per un cugino lontano di qualcuno di importante. –
Altre risate a cui stavolta si aggiunse la mia. Era sempre un piacere condividere la riservatezza dell’atelier delle sorelle Grilief. Famiglia di sarti da almeno sette generazioni avevano saputo costruire e mantenere una fama di cui oggi godevano a pieno titolo. Mica tutti riescono a inzeppare la corte di Stormwind con le mode che piu si addicono a svuotare un magazzino di stoffe invendibili. Di contro l’attività teneva al riparo da sguardi indiscreti. Nei laboratori sepolti al centro di un dedalo di vicoli si cucivano le tuniche che avevano reso celebre l’immagine di alcuni degli stregoni piu potenti di Azeroth. Ricordavo ancora il bagliore sinistro di alcuni capi mentre venivano infusi nelle trame i piu disparati trattamenti. Prima dell’apertura del portale oscuro avevo fatto spesso affari con i Grilief. Alcune consegne di materie prime, polveri soprattutto, ma anche essenze necromantiche. Tutta roba pericolosa che alcuni avrebbero fatto pagare cara alla famiglia di sarti. Io ero riuscito a fare un’offerta migiore ed a restare vivo per consegnare la merce. Appena entrato nell’atro dell’atelier Grilief avevo consegnato Lynna alle esperte mani di Taj. La richiesta era semplice e cristallina stavolta.
-Debutto in società… - Un veloce scambio di occhiate era bastato per capirsi.
-Deve risplendere ma solo di luce riflessa. Non vogliamo attenzioni particolari per il varo di oggi pomeriggio. In futuro vedremo di migliorare. Tempo ? –
-Non osare nemmeno mettermi fretta Shaft. –
Taj mise su un’espressione contrariata aggiungendo un veloce sventolio di mani. Come per scacciare fastidiosi moscerini. Poi si era avvicinata ad una Lynna imbalsamata dall’emozione. A vederla adesso sembrava pronta per una parata militare. Taj osservò senza parlare. Girava intorno ad una preda come una fiera e sembrava pregustare la sfida. Poi d’improvviso sorrise a Lynna e la prese per mano per poi tirarla a se. Le bacio le guance sorridendo e prima di consegnarla alla sorellina piu piccola le disse affabile…
-Faremo un paio di miracoli insime Lady Janeri. Per adesso rilassatevi. Sarete invidiata da tutte questo pomeriggio. –
-Dammi tre ore shaft. Una per vestire “Milady”, una per darle coraggio e l’ultima per tirare fuori i giusti modi di fare che le serviranno. –
Mi feci piu vicino per condividere il suo punto di vista sulla modella improvvisata. Lynna adesso sorrideva nervosa. Aveva gia intorno alcune commesse che la misuravano da ogni parte.
-Mia sorella si metterà a fare un paio dei suoi miracoli. Nel frattempo tu non sei persona gradita. Almeno non in questo camerino. –
L’ultima frase la disse in un sussurro sfiorandomi appena prima di passare oltre un pesante drappeggio. Lynna si trovava già lontana, persa in quel sogno di tessuti che le commesse di Taj mostravano ed aggiustavano. Le mandai un bacio ed aspettai di vederla sorridere prima di andare a scoprire come potevo essere utile altrove. La tenda in cui era sparita Taj immetteva in un lungo corridoio illuminato da globi fosforescenti. Per metà armadio e metà magazzino di stoffe. Le fiamme avrebbero sciupato merce ed atmosfera. Percorsi in fretta almeno cinquanta passi prima di riemergere alla luce soffusa di tre braceri. Il salotto privato delle sorelle Grilief era una stanza rotonda, arredata con gusti semplici e materie ricercate. Un esercizio di stile e buongusto che faceva da biglietto da visita piu di tante parole scritte. La disposizione delle stanze dell’atelier, con i suoi camerini, i magazzini e questi ambienti privati a seguire, suggeriva la profonda praticità della famiglia di sarti. Prima il dovere poi il piacere.
-
Oppure entrambi insieme. –
Ma questo lo suggeriva il divano damascato color rosso cupo che si trovava al centro della parete che avevo di fronte. Tra le due porte che permettevano di accedere alle stanze private di entrambe le sorelle potevano trovare posto almeno dieci persone. Comodamente sedute sulle due ali del divano e con abbondanza di generi di conforto. Tutto si fondeva nei toni caldi del rosso. Almeno fin quando la luce dei braceri digradava e perdeva tutto in una oscurità carica di promesse. Sapevo che alcune di queste non erano attraenti come Taj, soprattutto erano piu definitive per certi versi. Quando la maggiore delle sorelle Grilief riemerse dalle sue stanze imamginai che poteva essere il momento per rispolverare un po di cautela. Taj teneva in pugno una balestra ed avrei scommesso che aveva una mira ottima.
-Se esistesse il caso pioverebbero dadi dal cielo Shaft, non acqua. Ti risparmio la fatica di inventare una patetica bugia. Conosco il tuo piano e voglio sapere tutto, quando hai intenzione di farlo e come. –
-
Signor Shaftoe, a lei la scena… -
Con l’occhio della mente immaginai D’ran, alto e scattante, piegarsi fino a terra in un inchino d’effetto ed invitarmi a fare il cadavere ambulante. Di contro non avevo la minima idea di cosa volesse Taj. Puntai tutto sul silenzio. Se teneva una balestra in camera da letto magari era un po sotto pressione. Sono poche le persone che sanno mantenere il controllo in questi casi. Oddio, le probabilità di prendersi una freccia erano alla pari con quelle di sopravvivere, però non potevo rispondere sinceramente se non sapevo cosa dire.
-Non c’è tempo per i giochetti Shaft. Rispondi, non costringermi a mirare in un punto doloroso. Cosa ci fa Guillin Arnerius con un esercito personale ? –
-Suppongo una guerra personale… -
Taj aveva la guardia alta am non abbastanza. Certo che una balestra ti da sicurezza, ma se non hai addestramento è meglio scappare che minacciare la gente. Potevo disarmarla in almeno quattro modi diversi. In campo aperto potevo usare anche la freccia incoccata per colpire un eventuale avversario alle spalle. Invece in quel salotto dai toni accesi morivo solo dalla voglia di sapere qualcosa di piu di questa storia. Tanto piu che sembrava avermi letto nel pensiero.
-Ho visto Guillin alla cattedrale oggi. Girava con una scorta e si è diretto al quartiere dei nani. Se il varo è importante come dicono tutti mi pare strano che Arnerius lo prepari esaminando i magazzini polverosi che tiene laggiù. –
-L’abbiamo saputo solo da poco. Il bastardo ha fatto scavare dei passaggi dalle sue proprietà fino al bacino di carenaggio. Voleva lavorare in segreto e c’è riuscito. –
-Ascoltami Taj, tu stai dietro a questa storia ed hai a disposizione le fonti piu vicine a Lord Arnerius. Cosa ti fa credere che io ne sappia qualcosa in più ? non posso raccontarti la verità perché ti sembrerebbe talmente assurda che mi troverei infilzato in un baleno. –
-Tu prova a raccontare… -
Adesso Taj sembrava piu rilassata. La voce si ammorbidiva davanti alla promessa di informazioni. Forse potevo giocare sul suo bisogno di sfogare l’evidente tensione accumulata. O forse era la mia unica possibilità visto che giocavo una partita al buio. Continuavo infatti a non avere un quadro della situazione. Come mai una vecchia compagna di avventura come Taj mi trattava in questo modo ?
-
Beh, un paio di motivi li conosciamo vero Signor shaftoe ? –
Cosa stava succedendo al cantiere del porto ? doveva essere grave visto che si muoveva tanta gente ed in segreto. Taj non aveva appena usato un “abbiamo saputo” ? Chi erano gli altri ? Pensai alla comitiva che poche ore prima avevo visto uscire dalla cattedrale. Uno dei piu loschi trafficanti di Azeroth contornato dai Silver Dawn in armatura e sonaglini. Altro che affari. Avevo usato la parola “scorta” senza pensarci e forse avevo visto giusto.
-Metti giù la balestra Taj. –
-Ho sentito parlare di coccodrilli nei canali sai ? –
-Dico sul serio stupida. Se poi ti fai male come lo spiego a tua sorella ? –
-Non osare minacciarmi a casa mia ladro di polli. Io sono stupida ed armata, merito piu considerazione da uno nella tua condizione di bersaglio. –
-Vorrei essere bersaglio di attenzioni di altro genere. Ti ricordi vero Taj… –
-Ricordo anche che le mie non ti bastavano stronzo. Mi pare che l’altra fosse… aspetta… mia sorella, dico bene ? –
-Ancora con questa storia, dai Taj quanto è passato ormai. Mica vorrai infilzarmi dopo tutti questi anni, così a freddo. –
-Ti assicuro che se la sua freccia non ti prende uso la pistola che tengo nascosta dietro la schiena.-
-Non sai sparare bene sorellina, da qui invece io non posso mancarlo. –
-Nemmeno io Taj, Da qui non posso sbagliare. -
La voce dolce di Quija Grilief arrivava dalle mie spalle. Adesso avevo una canna di acciaio puntata alla nuca. Una sensazione che non era nuovissima devo ammettere. Solo che di solito arrivava dall’alto. Qui invece sentivo l’esile Quija premere la pistrola dal basso, dalla base della colonna vertebrale.
-
Si dice che le donne siano molto portate per le armi da tiro, molto pazienti ed attente. –
-
Grazie maestro, spero di farne tesoro di questa vostra saggezza “tempestiva”.-
Detestavo dare ragione a D’ran ma era vero. Queste due erano capaci di spararsi a vicenda pur di tentare di farmi fuori. Era il momento giusto per un diversivo d’emergenza. Alzai piano le mani e presi il sacchetto che Lynna mia aveva dato al mercato. Lo mostrai alle due sorelle con calma prima di parlare.
-Ok, questo è quello che ho scoperto in uno dei magazzini di Arnerius. –
Mi sforzai di continuare a respirare normalmente. Poi Quija abbassò la pistola per prendere il sacchetto e si portò alle spalle di sua sorella.
-Questo è vuoto shaft, che vuol dire ?-
-Sapevo che Arnerius macchinava in segreto. Diavolo, ormai chi è che non lo sa o non se l’aspetta ? Ho provato a cercare indizi nei magazzini piu nascosti della città ma ho trovato solo quello. –
Indicai con il mento la mano tesa di Quija ed ora anche Taj quardava il piccolo sacchetto bianco e vuoto. Per fortuna le tracce di zucchero potevano confondersi con tante altre cose e l’odore del caramello era svanito.
-Hai trovato un sacchetto vuoto ? E cercavi indizi per conto di chi ? –
-Sai chi era la scorta di Guillin oggi al mercato ? –
-Non vedo cosa potrebbe importarmi. –
-Aveva intorno i Silver Dawn Taj… -
Il suo volto si illuminò improvvisamente. Le due sorelle abbassarono le armi e con pochi gesti misero in sicurezza le armi. Feci finta di non notare la mancanza di rispetto e fiducia con cui le riposero alla larga dal sottoscritto. Mentre Taj correva via per il corridoio che riportava nell’atelier Quija mi fece segno di sedere accanto. Scelsi con cura la distanza tra noi due.
-Adesso si puo sapere che diavolo sta succedendo ? Che sono tutte queste minacce ed i segreti. Non siete finite in guai seri vogio sperare…-
-Niente che non sia estraneo a questi brutti tempi Shaft. –
Nella voce di Quija c’erano molte sfumature. Questo mi fece uno strano effetto. L’untima vota che le ero stato così vicino era ancora a galla tra i sogni di ogni ragazzina. Ed ora chi mi ritrovavo davanti ? Forse era uno dei nodi da sciogliere prima di poter intravedere qualcosa oltre la trama di questa giornata complessa.
-Di brutti tempi sento parlare da una vita Quija… -
Senza aggiungere altro presi un paio di bicchieri dal doppio fondo del tavolino. Una volta riempiti di un vino bianco che si annunciava gradevole gia al profumo li passai all’amica. Le vecchie abitudini di chi è stato in confidenza spesso restano nel tempo. Le mani di Quija presero a brillare delicatamente di azzurro. Solo un secondo o due ed il vino divenne fresco. Ci scambiammo un sorriso mentre i due bicchieri tintinnavano insieme. Stavolta mi accomodai accanto a lei, abbastanza da sfiorarla con la gamba.
-Te la senti di raccontare tutto ad un vecchio amico ? –
-Ti brillano i capelli alla luce del fuoco Shaft. –
La mano libera di Quija mi passò sulla tempia e poi dietro fino al collo. Era ancora fresca di magia glaciale.
-Inverni che passano e lasciano il segno. Ma non ho ancora intenzione di mettermi a riposo. –
-Inverno non è una parola che va pronunciata alla leggera.-
-Parlami senza enigmi Quija. Posso essere furbo ma non indovino. –
-Si riferisce alle nevi di Northrend. Al freddo che gli eserciti del Lich King portano nel cuore dei vivi. –
La voce profonda che sbucava dall’ombra mi fece prendere un colpo. L’adrenalina e l’addestramento presero il sopravvento e per un istante il mondo si fece piu definito, lento e particolareggiato. Fissai gli occhi luminosi che mi guardavano dal buio del corridoio. Molto lentamente una forma felina usciva dal buio. Non faceva rumore, non aveva odore. Un sesto senso mi ripeteva la parola magia in continuazione. Con la coda dell’occhio vidi la mano di Quija che si spostava e stringeva la mia.
-Non sono qui per spargere sangue, umano… -
La voce inanturale della bestia tremolava e cambiava di tono. Il suo muso prese forme diverse, insieme al manto ed alle dimensioni. L’aria che aveva intorno pareva entrare ed uscire dal campo di una lente d’ingrandimento. E stava crescendo. Alcuni istanti dopo un enorme bovino bipede mi fissava con gli occhi grandi e scuri.
-Sei di fronte al Druido anziano Turu-Klam della consulta delle dodici tribù. Ascolta le sue parole Shaftoe. –
Taj apparve subito dopo la trasformazione. Sembrava una bambina in confronto all’alto Taureen.
-Posso chiamarlo TK oppure serve tutto il titolo ogni volta ? –
-Non fare l’idiota Shaft. Abbiamo ancora frecce e pallottole se ti interessava di più il discorso di prima. –
-Se era qui in pace come afferma perché diavolo arriva alle spalle della gente Taj ? Se tutti i tuoi ospiti fanno a questo modo ben pochi escono vivi da questo salotto immagino. –
Mi ero alzato per sicurezza ed ora valutavo Turu-Klam con rapide occhiate. Tralasciando che me l’ero fatta sotto per quell’entrata in scena adesso mi sentivo punto sul vivo. Ero stato poco attento e in altre occasioni poteva costare tutto quello che avevo, la pelle per esempio. Senza contare il fatto che D’ran avrebbe riso come un matto ai tempi dell’addestramento. Avrebbe riso e poi si sarebbe immaginato una punizione di quelle con i fiocchi. Turu-Klam invece restava immobile. Non so se era docile di carattere o la sua massa gli impedisse movimenti in eccesso. Era alto piu di due metri, senza contare le lunghe corna ricurve. Pareva non avesse bisogno d’armatura, sotto i ciuffi di peluria la pelle doveva essere come cuoio, per l’appunto.
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Forse meglio Signor shaftoe, impressionante vero ? –
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Hummm… -
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Allora forse non dipende da lui, è lei troppo impressionabile. –
Punto vecchia carogna, un punto per te. Forse era una osservazione prevenuta ma mi pareva che Turu-Klam ruminasse leggermente nell’attesa. Taj stava sorridendo beffarda, quindi potevo dedurre di non avere una faccia rilassata. La mano di Quija ancora teneva la mia. Agli occhi del druido dovevo sembrare un bimbo portato a spasso dalla sorellina maledizione.
-Umano siediti per favore, parleremo tutti assieme ed i dubbi in comune potrebbero trovare risposta. –
-Shaft siediti tranquillo ed ascolta una volta tanto nella tua vita. –
-Se qualcuno ci vede con questo, beh… con questo Taureen possiamo dire addio alla festa Taj. Condanna per tradimento e cospirazione ai danni della pace del regno. Se la corte si vuole divertire ci scaricano legati sulla costa di Kalimdor e stanno a guardare come ci accolgono. Altrimenti è solo la forca, rapido e veloce, indolore, almeno per loro. –
-Questo non ti ha mai trattenuto dal saltare a piedi uniti dentro ad un casino Shaft. –
Suggerì Quija alle mie spalle e tirandomi giu con la mano.
-Ho dato disposizioni, nessuno ci disturberà se smetti di alzare la voce. E pensa che anche la tua nuova “conquista” è qui con noi. Vuoi che passi dal mercato di Stormwind al mercato di schiavi di Ogrimarr ? –
Taj aveva ragione su entrambe le cose. Lynna non doveva finire nei guai. Però in questa situazione non potevo farla franca se venivo scoperto. Inoltre ora che lo spavento lasciava il posto ad un giudizio piu lucido poteva venirne fuori anche qualcosa di buono. Avevo rischiato di piu in passato.
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Solo che sapeva quale era il guadagno Signor Shaftoe. –
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Vediamo di scoprirlo maestro, se nascondono qualcosa deve essere di un certo valore. –
Mentre mi accomodavo accanto a Quija sul divano Taj prendeva posto di fronte a noi. Turu-Klam Sedette al centro, inginocchiato per terra su una stuoia che aveva steso un istante prima. Dispose sul tavolo quattro ciotole di legno intarsiato. Nonostante il materiale fosse dei piu poveri il motivo del disegno era una vera opera d’arte. Piu che vedere le forme si intuiva la presenza di alcuni Taureen che correvano sulle pianure erbose. Immaginai le distese delle Barrens, una serie di piste polverose ed infiniti orizzonti piatti. Forse le scene si riferivano ad antenati della tribù del druido. Scossi la testa per caccaire quei pensieri. Turu-Klam mi osservava. Se gli Elfi nascondevano bene le emozioni il muso del Taureen era indecifrabile. Tutta al scena sembrava fuori luogo. Al centro del mondo civilizzato, a due passi dal castello di Stormwind e dall’elite dei soldati della Guardia Reale mi trovavo in un salotto che aveva accolto i pettegolezzi di generazioni di parassiti di corte e nobili di tutti i ranghi e sfumature. Stavo seduto in compagnia di un druido dell’orda, osservavo le sue tazze e fantasticavo sui disegni tribali mentre una ragazza ignara di ogni cosa giocava, poche stanze piu in là, a fare la nobildonna. Aggiungiamo la minaccia latente di una freccia piantata nel cuore da due delle donne più belle ed intriganti che avessi mai avuto la fortuna di conoscere. Tutto questo perché volevo scoprire cosa combinavano i Silver Dawn in combutta con Lord Guillin Arnerius.
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Eccellente sintesi signor Shaftoe. Inutile ma eccellente .-
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Non inutile, sto cercando un filo comune. Cerco di capire che succede. –
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Appunto, non mi pare che ci stia riuscendo… quindi inutile -
Turu-Klam versò nelle tazze una bevanda presa da una borraccia di cuoio. Mi venne in mente la scena surreale. Un artigiano di Tunder Bluff che prendeva la pelle conciata del nonno e ci faceva una serie di comode bisacce pezzate. Passai la mano sul mio corpetto di cuoio leggero. Non nego che lo scricchiolare familiare delle giunture dell’armatura mi mise in imbarazzo. Un orco era chiaramente un nemico, bastava vederlo da lontano. I rinnegati di Undercity parevano pescati dall’incubo ricorrente di un ragazzo con troppa fantasia o dalle storie della nonna. Quello che avevo davanti era un animale, un grosso animale con una storia di famiglia ed un clan di suoi simili che tramandava leggende ai posteri. Pittoresco ed inquietante, come le figure sulle tazze. Taj prese la sua coppa e la tenne davanti a se a braccia tese. Quija e Turu-Klam fecero altrettanto. Prima di imitarli frugai con lo sguardo nella mia coppa. Pareva ci fosse solo acqua. Acqua dall’odore leggermente muschiato, per quanto anche quella poteva sembrare una battuta di pessimo gusto davanti al druido bovino. Appena fummo in posizione Turu-Klam recitò alcune parole ed il liquido prese a girare veloce, seguendo il senso delle figure intarsiate. Poi un bagliore diffuso, un piccolo lampo visto con la coda dell’occhio e nulla di piu. Bevemmo tutti fino in fondo. Ormai che senso aveva rifiutarsi. Non era certo un veleno quello che dovevo temere se volevano farmi fuori. Almeno lo speravo.
-Adesso siamo legati al silenzio. Nulla di quanto detto sarà rivelato. Gli spiriti non permetteranno che la promessa venga infranta. –
-Non lo permetteranno – disse Quija e Taj le fece eco.
-No ? – Aggiunsi io con una punta di dubbio sincero.
Il druido si lasciò sfuggire una specie di sospiro. O meglio, un suono profondo di mantice che in proporzione poteva essere un sospiro. Le due sorelle Grilief parevano volermi uccidere con lo sguardo. Cioè, anche con lo sguardo oltre che con frecc e pallottole. Era l’ora di fare una domanda seria. Prendere il the era carino ma senza dolcetti diventava un po esasperante alla lunga.
-Druido, adesso che gli spiriti sono in comodo e noi siamo seduti potrei sapere come mai vi interesate tanto al varo di oggi pomeriggio ? Dopo tutte queste domande merito una risposta non credi ? –
-Sai cosa succede nel mondo ragazzo ? –
-Intendi in generale oppure hai in mente un posto preciso ? –
Ancora un sospiro del Taureen. Taj prese la parola spazientita.
-Shaft, se continui ad offendere il nostro ospite…-
-Non sono offeso amica Taj. Questo ragazzo è solo confuso. Lasciami raccontare umano Shaftoe. Apprenderai forse più di quanto ti occorre su ciò che il futuro ci riserva. –
-
Lasciami indovinare, guerra e carestia. Oppure pestilenza e drammi personali, l’equilibrio della natura in pericolo. No, un’invasione di coccodrilli su per gli scarichi fognari dei canali… -
-Sono pronto Turu-Klam, dimmi pure e facciamola finita. –
-Avrai sentito parlare dei lontani territori del Northrend. –
-Accennavi poco fa alle voci che girano sul LichKing. –
-Ebbene non sono voci umano. Tutto quello che hai sentito è vero. –
Improvvisamente mi sentii molto stanco. La lunga crociata oltre il portale oscuro era stata un’avventura difficile. Insieme ai Demoni della Luce avevamo dato un bel colpo all’avanzata delle forze di Illidan. Ma restava tanto da fare, forse troppo anche unendo le forze dei regni di Azeroth. Le peggiori ferite però le avevamo riportate in due occasioni ben precise. A vederle in prospettiva le cose avevano cadenze troppo particolari per non essere notate. Appena iniziata l’esplorazione delle Outland alcuni dei Demoni si erano lasciati andare a dissapori e maldicenze. Nel momento del bisogno alcuni di noi si erano tirati da parte. Trascinati via dallo schiudersi di problemi a lungo taciuti. Ma le circostanze avevano reso necessaria la scelta e chi non era disposto a venire a compromessi non aveva altra via che abbandonare la battaglia. Oppure combatterla nelle fila di altre gilde. Adesso tutto si ripeteva. L’orizzonte portava altre nubi di tempesta ed altri di noi prendevano una strada che li avrebbe portati lontano. Stavolta era stato peggio, sia mai che al mondo si vada a migliorare. Adesso gli ex Demoni si erano riuniti prima, di comune accordo, per distaccarsi in gruppo. Avevano sparso tra le nostre fila il dubbio e fatto promesse agli indecisi. Poi erano partiti ed ora mostravano fieri i colori di una nuova alba. Silver Dawn, la loro alba argentata. Una rinascita che sembrava, almeno nel nome, un modo di lavare via qualcosa e quel qualcosa era il loro passato tra i Demoni della Luce.
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Tipico e prevedibile, come l’animo umano Signor Shaftoe. –
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Tipico e prevedibile come i vostri commenti maestro. E voi siete morto anche per questo, eravate diventato vecchio e prevedibile.. -
Nemmeno zittire lo spirito di D’ran mi dava sollievo in questa corrente di pensieri. Pareva accorgersene anche Turu-Klam che scosse la grande testa agitando le corna e facendo tintinnare i monili che portava.
-Chiedo scusa Turu-Klam. Ad alcune cose non sempre siamo preparati. Continuate vi prego e se potete accordatemi la possibilità di riaprare alla mia scortesia di poco fa. –
Il mio cambio d’umore pareva aver avuto un profondo impatto anche sulle sorelle Grilief. Non vidi il solito lampo di ironia negli occhi di Taj. Sua sorella bevve altro liquido dalla sua coppa in silenzio.
-E sia, Shaftoe molte delle potenze di questo mondo si stanno preparando da tempo. Anche se gli eventi futuri sono imprevedibili molti sogni e troppi segni visibili ci hanno tenuti in allerta –
-Intendete i clan e le tribù della vostra razza Turu-Klam ? –
-Intendo ogni essere di questo mondo Umano. Ma alcuni possono più di altri. Ed altri sono pronti a sfruttare il momento a loro vantaggio. Anche se questo vuol dire condannare i propri simili. Anche se questo fosse un crimine contro la vita stessa. -
La tristezza rese gli occhi del druido ancora piu lucidi. Le grandi mani di quell’essere parevano monumenti inerti, abbattuti dal peso di troppi secoli. Adesso che le teneva conserte in grembo sembrava piu una statua dedicata alla pietà che un minaccioso nemico dell’Alleanza.
Mentre valutavo con occhio diverso il druido fu Quija a prendere la parola.
-L’SI:7 ci ha chiesto di lavorare per loro Shaft. Te lo dico con franchezza, tanto il rituale di Turu-Klam non lascerà che il segreto venga tradito. Abbiamo spiato e riferito per mesi i movimenti di Lord Arnerius. Sia direttamente che tramite i pettegolezzi sul suo conto. Ma ancora non siamo riuscite a dare un aiuto valido alla causa. E da quanto abbiamo capito nemmeno altri tipi di indagine hanno portato piu avanti. Il varo che si farà oggi al porto è la riprova di quanto sia stato inutile ogni sforzo. –
-Quija, che diavolo metteranno in acqua tra poco ? Per quale motivo avete tutte queste paure. Sai chi sono davvero quelli per cui lavorate ? L’SI:7 non lascia tracce quando chiude un’operazione. A magior ragione se è importante come dite. Fallire potrebbe portare alla cancellazione della famiglia Grilief. Ho visto casate nobili spazzate via anche dalle carte polverose degli archivi storici. –
-
Come andiamo per il sottile signor Shaftoe. L’SI:7 ha fatto di peggio e con molta perizia. E lei con noi, strano che non ricordi. Oppure non vuole dirlo alle sue dolci e stupidamente coraggiose ex compagne di giochi. -
Avevo alzato troppo la voce. Le sorelle Grilief stavano per cedere. Taj fremeva di rabbia, da un momento all’altro avrebbe tirato fuori una serie di improperi su di me, sulla mia morale e sul diritto che avevo di dire a loro cosa fare. Quija sarebbe scoppiata in lacrime un secondo dopo. Davo quasi per scontato di aver combinato un casino con la mia ultima uscita quando dalle tazze di Turu-Klam prese a divampare una fiamma viola. La sorpresa ci mise tutti sul chi vive. Tutti intenti a valutare la prossima mossa di Turu-Klam che adesso aveva tre paia di occhi puntati addosso.
-Umano Shaftoe… Anche se conosci bene i modi della tua gente. Così come ogni altra persona in questa stanza conosce i rischi che affronta. La consulta dei druidi non permetterà che venga fatto del male a queste donne coraggiose. Tuttavia la grave incognita che ci troviamo a contrastare deve essere affrontanta su campi di battaglia molto diversi da quelli a cui siamo abituati. Ci sono maestri di ogni tipo di guerra Shaftoe, e tu lo sai bene. Oppure imamgino troppo sul tuo conto ? –
Furono istanti, ma Turu-Klam riuscì lo stesso a trasmettermi qualcosa con il suo sguardo. Attraverso quegli occhi così diversi, così alieni, vidi brillare il familiare lampo di chi sa perfettaemtne con chi ha a che fare. E non si fa scrupolo ad usare mezzi o persone per i suoi fini. Ma io non avevo piu voglia di giocare. Il tempo passava, Lynna doveva essere quasi pronta ed io avevo un sacco d’oro da quadagnare. Che tutti gli intrighi di palazzo se ne partissero per campeggiare all’inferno.
-Druido, siamo minacciati tutti, ma non si sa da cosa. Ne in quale modo. Sospettate di Lord Arnerius e potrei dirvi che è troppo facile sospettare di uno come lui. Parlate del Lich King come se fosse uno spauracchio per i bambini disobbedienti. E dopo tutto questo ancora girate intorno al vostro piano. E’ l’ultima vota che ve lo domando, che succede ? Se no avrò risposta sensata penso di alzarmi e sparire da questo convivio. E non sarò delicato se cercate di fermarmi. –
-
E che cavolo. -
Possibile che a questo mondo debba essere sempre tutto di importanza capitale. Ma mai un problema semplice. Una cosa rilassante. Prima i conflitti con l’Orda, poi la minaccia di Lady Katrana al trono di Stormwind. Le schiere di servitori di quella bolla di gas che era Ragnaros. Invece di prenderci una vacanza eravamo stati reclutati in massa, chi piu chi meno, nella guerra per fermare l’invasione delle Outland. Se le leggende su Northrend erano vere allora vedevo già i Demoni partire a spron battuto. Magari prima, Syrius e Deda avrebbero portato un’avanguardia nei nuovi territori. Ma dopo sarebbe suonata l’aduntata e via per nuove avventure. Manco a dirlo io avrei preferito un periodo di relax. Mi ero fatto una mezza idea su Lynna ed un’isoletta sospesa nel cielo di Nagrand. Un viaggio di piacere per entrambi. Il sole e la brezza, l’intimità. Fu il brontolio di Turu-Klam a riportarmi nel salotto delle Grilief. Tra i toni morbidi del rosso, i tessuti delicati ed il peso degli intrighi condotti da dilettanti. Cosa che li rendeva pericolosi oltre ogni limite del buonsenso.
-Umano non avrai a spargere sangue oggi. Almeno non in questo luogo. Appena sorella Taj mi ha avvertito della tua visita mi sono reso conto di quanto siano attenti gli spiriti alla nostra missione. Proprio nel momento del bisogno sei stato guidato qui da noi. Ho il sospetto che tu sia la chiave per risolvere i nostri dubbi. Sempre se accetti di darci il tuo aiuto. –
-
No, uno stramaledetto accidente, io voglio solo tirare su una sacchettata di monete e pagarmi la vacanza vitello deforme. –
-
Da parte mia Signor Shaftoe posso solo darle il consiglio di cavalcare fuori da Stormwid più velocemente di sempre. –
Ho sempre avuto un debole per guai, ecco il mio problema.
-Di che si tratta ? –
Lo dissi sospirando stancamente. Per poi sprofondare nel morbido divano mentre mi sorbivo la lista di sfortunate coincidenze e particolari che facevano di me la “persona adatta” per questo gruppo di disperati e la loro missione.
Scusate gli errori, ho riguardato mille volte ma reimpaginare tutto per il forum non è stato facile ne veloce. Prossimamente le altre puntate...
Ma solo se siete curiosi di sapere quali sono i colori dell'alba Edited by shaftoe - 19/11/2008, 06:36