Agli 'Oscar europei' domina Gomorra: cinque premi

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LadySunset
view post Posted on 8/12/2008, 10:12




Agli 'Oscar europei' domina Gomorra: cinque premi


di PASQUALE COLIZZI da unita.it

Per adesso è Oscar europeo. Gomorra di Matteo Garrone domina gli Efa, gli European Film Awards, conquistando i premi più prestigiosi:
miglior film europeo, miglior regia, miglior sceneggiatura (Maurizio Braucci, Ugo Chiti, il neo-regista di "Pranzo di Ferragosto" Gianni Di Gregorio, Matteo Garrone, Massimo Gaudioso e Roberto Saviano, l'autore di questo best-seller sulla camorra), miglior fotografia di Marco Onorato e miglior attore, Toni Servillo. Quest'anno è lui Il Divo, per dirla con il titolo del film di Paolo Sorrentino (che era pòure in corsa), nel quale sempre l'attore napoletano è protagonista.

Come a Cannes il derby italiano ha favorito Gomorra (sulla Croisette si aggiudicò il Grand Prix, al film di Sorrentino il Premio della Giuria), che si trascina dietro un significato più largo e condiviso: basti pensare al recente invito di Saviano dall'Accademia dei Nobel a Oslo, le polemiche e la solidarietà sulle minacce ricevute, il valore simbolico di un film che indaga nella zona oscura di una regione (e di un Paese) e la inquietante confusione di realtà e fiction, con alcuni dei personaggi minori della pellicola finiti poco tempo fa nelle maglie della giustizia perché affiliati di un clan. Insomma per l'immaginifico e stilizzato Il Divo, la concomitanza è stata poco fortunata: questa stagione è monopolizzata dai Casalesi e dall'emergenza criminale. Ma di Giulio Andreotti, siamo sicuri, sentiremo ancora parlare a lungo.

Comunque la serata al Forum di Copenaghen è un ottimo auspicio per la notte degli Oscar il 22 febbraio, quando in un angolino del palmares dedicato al cinema americano si affaccerà la cinquina dei film stranieri. Garrone potrebbe riportare in Italia l'Oscar per la miglior pellicola non americana a 10 anni da La vita è bella di Roberto Benigni. Anche per il fool toscano la strada verso l'Oscar aveva avuto una tappa importante agli Efa, dove nel '98 aveva conquistato i 5 premi più importanti.

"Dedico la vittoria alle persone che a Napoli stanno come in guerra, cercando di sopravvivere come in una giungla" ha detto Garrone, con un lungo ringraziamento che sfata la sua ritrosia a parlare. "La cosa che più colpisce quando sei in quei luoghi è che tante persone che vivono lì sono quasi inconsapevoli, non hanno reale coscienza della loro condizione. Sono in una zona grigia dove si confonde legale e illegale e fin quando non si lavorerà abbastanza su istruzione e disoccupazione ad esempio, la camorra continuerà a vivere all'interno di quella realtà. Tanti premi così non me li aspettavo di certo, ma li ritengo una conferma che il film riesce a comunicare emozioni forti anche a chi non è italiano". E ha concluso: "Questo film, come il libro, non può cambiare le cose nei territori in mano alla camorra perchè le cose si cambiano attraverso il lavoro dei politici. Noi abbiamo dato strumenti al pubblico per capire certe dinamiche, il successo del film e del libro ci dimostra che il messaggio è arrivato. Ma non oltre questo compete a noi".

Alla cerimonia di premiazione c'erano i regnanti danesi Frederik e Mary, il commissario europeo Viviane Reding e i nomi del cinema continentale, quello "d'autore" (una strana categoria) che dall'European Film Academy presieduta da Wim Wenders si attende sempre delle segnalazioni. È stato proprio il regista tedesco, insieme all'indimenticato Ingmar Bergman scomparso l'anno scorso, a fomentare la nascita degli Efa nell'88 come contraltare europeo agli Oscar.

Altro orgoglio italiano della serata Toni Servillo, che arrivava dalla vicina San Pietroburgo dove debutta a teatro con la trilogia della Villeggiatura di Goldoni. L'attore napoletano, arrivato tardi al cinema ma poi cresciuto con un'escalation formidabile (soprattutto per merito di Paolo Sorrentino che lo ha diretto in tre film), ha dichiarato che "non è stato difficile interpretare entrambi i ruoli di questi film" riferendosi anche a Il Divo: "Da una parte è un caso che io li abbia fatti insieme, dall'altra no perchè con Garrone e Sorrentino condivido un profilo culturale, un orizzonte artistico che ha determinato le mie scelte. Mi fa molto piacere che questi film tornino a occuparsi della complessità del reale, con un linguaggio molto personale".

Gli altri premi
Un po' di gloria è andata anche all'inglese Kristin Scott Thomas, miglior attrice in "Il y a longtemps que je t'aime" del francese Philippe Claudel. Standing ovation per il premio alla carriera di Judy Danch, la signora del cinema britannico.

Premiato poi il Movimento Dogma 95, che proprio qui in Danimarca era nato negli anni Novanta con le sue dieci regole del "voto di castità" per purificare la Settima arte dalla cancrena degli affetti speciali e delle sovrastrutture. A capo del gruppo Lars von Trier, grande mente e inventore più che di un genere, di un'etichetta per esportare più facilmente i film del minuscolo circuito di casa. Insieme a lui Soren Kragh- Jacobsen, Kristian Levring, Thomas Vinterberg e Kristian Levring. Quest'ultimo ha ritirato il riconoscimento a nome di tutti. Ha scherzato Wenders sul noto terrore di von Trier per gli incendi e i viaggi dicendo che proprio per questo gli avevano organizzato la cerimonia vicino casa. Ma il regista di Dancer in the Dark e Le onde del destino non si è fatto vedere.
07 Dic 2008
 
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