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La solitudine dei numeri primi

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**Frances**
view post Posted on 15/12/2008, 20:11




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Autore Paolo Giordano

1ª ed. originale 2008

Genere Romanzo

Sottogenere romanzo di formazione

Trama


Alice ha sette anni e odia la scuola di sci, ma suo padre la obbliga ad andarci. È una mattina di nebbia fitta, lei ha freddo e il latte della colazione le pesa sullo stomaco. In cima alla seggiovia si separa dai compagni e, nascosta nella nebbia, se la fa addosso. Per la vergogna decide di scendere a valle da sola, ma finisce fuori pista, spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canalone innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno. Mattia è un ragazzino intelligente con una gemella ritardata, Michela. La presenza costante della sorella umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei. Per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia decide di lasciare Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei. Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e di Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze, così profondamente segnate, si incroceranno e i due protagonisti si scopriranno strettamente uniti eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano primi gemelli: due numeri primi separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Questo romanzo è la storia dolorosa e commovente di Alice e di Mattia, e dei personaggi che li affiancano nel loro percorso. Paolo Giordano tocca con sguardo lucido e profondo, con una scrittura di sorprendente fermezza e maturità, una materia che brucia per le sue implicazioni emotive. E regala ai lettori un romanzo capace di scuotere per come alterna momenti di durezza e di spietata tensione a scene più rarefatte e di trattenuta emozione, piene di sconsolata tenerezza e di tenace speranza.

Sto leggendo questo libro e lo trovo a dir poco splendido. Qualcuno l'ha mai letto?
 
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tiresia5
view post Posted on 15/5/2009, 18:07




Sì e non ritengo che sia un libro riuscito.
La vittoria del nostro più prestigioso premio letterario credo sia dovuta alla grande capacità della Mondadori di farne un caso: autore giovane quasi per davvero in un paese in cui la maturità sembra arrivi a 50 anni, dal mestiere alquanto oscuro e quindi fascinoso, sempre per un paese in cui tutto ciò che riguarda numeri, sperimentazioni, teoremi, etc etc è a dir poco alchimia, un romanzo che parla di ragazzi “estremi”., di dolori adolescenziali, di “male di vivere”.
Complimenti alla Mondadori, premio meritato per l’editore. Mi ricorda un po’ ciò che riuscì alla Feltrinelli diversi anni fa con la Di Lascia.
Ma il libro....secondo me non ha neppure il respiro di un romanzo, non c’è abbastanza carne sul fuoco, punta a catturare due psicologie “malate”, le spalma su una 20na di anni, tirando il tutto il più possibile.
La storia è anche banale, niente di nuovo sotto il sole, ma fa acqua da tutte le parti: come possa un medico non capire che la propria moglie abbia dei disturbi alimentari fino a che la cosa non gli prema per davvero causa voglia di fare un figlio già è incredibile, ma qui siamo di fronte ad una anoressica che non ha neppure il ciclo, e lui non se ne accorge! Come si possa pensare che la famiglia di lei praticamente mai abbia fatto una osservazione sul suo regime alimentare, magari solo per forzarla, poi è per lo meno strano, a meno che non sia un indizio del freddo che governa la famigliola stessa, del disinteresse reciproco che ha portato anche all’incidente, e in questo ultimo caso oibò è una boiata. Non vorrei poi sottolineare la banalità del rapporto fra adolescenti, fra i maschi l’amicizia, l’interesse, la frequentazione assidua anche avvolta dal mutismo dei rapporti saldi e indecifrabili si porta dietro un amore represso (amicizie maschili no mai, se stanno troppo appiccicati allora sono gay, se non tutti e due uno di sicuro), alle ragazze invece tutto e permesso, stanno insieme, vogliono frequentarsi, si rimane affascinate dalla loro bellezza perfetta, ci si fa marchiare a fuoco in nome di lei, ma quella è solo “amicizia”, voglia di integrazione etc etc, vuoi mettere? E’ il pregiudizio più trito che ha dannato molti ragazzi e graziato molte ragazze nell’adolescenza.
In questi venti anni poi, cosa è successo intorno? Il mondo non c’è, un vuoto descrittivo, un vuoto narrativo che è riempito dalla citazione di due o tre canzoni a scandire gli anni che passano, punto.

E fin qui, pace, ma il problema grosso è la lingua, una prosa piatta piatta, senza un’impennata, stretta in schemi linguistici che ritornano in maniera fastidiosa, non so quante volte lui o lei "scrollano le spalle", irritante, ma anche da un continuo susseguirsi di “...era come...”, esempi, metafore, etc come se l’autore seguisse il compitino della maestra. Una prosa leggera per i primi due capitoli, poi l’asfissia ti prende, il narrato ti imprigiona e ti stanca, arriva la noia, appunto doveva essere un racconto, non un romanzo
 
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tiresia5
view post Posted on 4/1/2010, 14:39




Il regista è Saverio Costanzo, accidenti mi tocca andare a vedere il film
 
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2 replies since 15/12/2008, 20:11   49 views
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