[DEBRIEFING] Prototipi Clandestini

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Gundam Master

    Group
    Admin - GM
    Posts
    6,593
    Location
    Il profondo cielo dei miei sogni

    Status
    Anonymous Anonymous

    Ci sono fantasmi a volte, che torturano chi infesta i loro sepolcri.
    Ma quando é la Terra ad essere un enorme pietra tombale... chi sono i fantasmi da cui bisogna guardarsi?



    * Ore 4:15.
    Il Comandante sedeva comodamente sulla sedia della sala briefing tamburellando nervosamente con l'indice della mano destra sul tavolo circolare le cui sedie erano ancora vuote.
    Quei pensieri arrovellavano la sua mente, mentre attendeva che qualcuno -chissà chi- desse risposta a quel quesito di così vitale importanza.
    Ma in fondo ricordava...
    Proprio come qualche giorno prima...
    L'opinione pubblica li teneva sotto scacco ormai.
    Ricordava anche troppo nitidamente quei fantasmi.
    Ectoplasmi dal numero incalcolabile che continuavano ancora adesso -sotto forma di ricordo- a torturarlo.
    Era paranoia dunque? Paura?
    Non é mai bello ripercorrere i propri drammatici maledettissimi errori. E quell'errore gli pesava, come un macigno sulle spalle.
    Scosse la testa, mentre la sala era ora illuminata dalle pallide luci dei neon.
    Stava fasciandosi la testa prima ancora di essersela rotta...
    Ma diamine! Quelli avevano le testate nucleari adesso! Com'era potuto accadere tutto questo!?
    Divenne esponenzialmente più nervoso al risuonare di quelle domande nella sua testa.

    Si forzò alla calma, sospirando pesantemente, mentre alcune, piccole, gocce di sudore gli colarono lungo gli zigomi. *

    - Maggiore Katsuragi... -



    * la sua voce -quasi impersonale- suonava fredda ed atona attraverso la cornetta dell'interfono che ora era sollevata ed appoggiata al lato destro del suo giovane viso. *

    - La voglio in sala briefing. Immediatamente. -



    * Un secco "tlack" sancì la chiusura della telefonta. In stanza, oltre alla figura ancora seduta ed immobile del Comandante, un unica cosa sembrava al contempo inamovibile e vitale.
    La luce rossa dell'interfono d'emergenza che -lampeggiante- quasi scandiva il tempo che se ne andava.
    Un tempo che mano a mano, poco per volta, avrebbe portato l'olocausto nucleare sempre più vicino alla realtà. *

    ~



    * Lo sapeva, era cosciente di ciò che voleva comunicargli il suo superiore. Di cosa voleva discorrere, di cosa voleva... spiegazioni.
    Un ragazzo... era poco più che un ragazzo a soli 22 anni ed era già riuscito a farla sentire frustrata come solo Gendo e Fuyutsuki sapevano fare.
    La cornetta la teneva nella mano destra, mentre nei suoi alloggi si stava svestendo dopo che il trasporto aereo era rientrato dalla missione in Corea.
    Nuda, svestita non solo dei propri abiti ma anche delle proprie sicurezze, il Maggiore chiuse la cornetta pensando unicamente ad una persona...*

    §Shouji...§



    * Mise la testa letteralmente sotto al rubinetto dell'acqua nel ristretto bagno dei suoi appartamenti.
    Il freddo le ridiede il giusto temperamente per affrontare la questione senza incollerirsi e senza correre dal ragazzo spinta da uno spirito di protezione materno.
    Vestì morbidamente la propria uniforme dimenticandosi di vestire alla fine la fascia degli Irregulars al braccio sinistro.
    Ancora faceva difficoltà ad immaginarsi al di fuori delle strutture della Nerv, e con incuria recuperò il drappo di stoffa elastica e lo mise al suo posto sull'arto designato.
    Uscì dalla stanza.
    I suoi tacchi risuonavano come l'unico suono udibile nei lunghi corridoi della base, quando, in fondo ad un buio intestino, vide accesa la luce al di sopra della porta della sala briefing.
    Un inferno di pensieri la avvolse, riportandola a quei giorni...

    ***



    - Maggiore é sicura di quel che sta facendo? -

    La voce di Gendo Ikari era scura ad immutabile, quasi come se a perderci sarebbe stata solo la donna, andandosene.

    - Sissignore. Ho fatto domanda di trasferimento l'altro ieri. Ed ho firmato un contratto a lungo termine con gli Irregulars, Signore. -

    L'uomo, dall'alto della sua postazione di comando all'interno del Central Dogma ebbe solo pochi altri verbi da proferire ad uno dei suoi pedoni.

    - Può andare. -



    ***



    Allora era insicura ed indecisa, mentì all'uomo che l'aveva comandata per tanto tempo. E mentire ad un proprio superiore é un crimine di alto livello, per un militare del suo rango... Avrebbe mentito?
    Perchè avrebbe detto menzogne?
    Per proteggere lui?
    Sì, lo avrebbe fatto.
    Avrebbe mentito.

    La porta a soffietto si aprì, incassandosi perfettamente nella parete.
    Al di là della soglia il ragazzo la osservava con i suoi occhi penetranti e scrutatori.
    Erano segnati dalle evidenti occhiaie che ne consumavano l'età avanzandola di almeno 5 o 6 anni...
    Misato avanzò lentamente.
    No.
    Non avrebbe potuto nascondergli nulla.
    Non a quegli occhi. *

    SPOILER (click to view)
    [OffGDR]Un piccolo inframezzo ruolistico per impepare la situazione del Briefing.[OnGDR]
    Web
     
    Top
    .
  2. RW Staff
     
    .

    User deleted


    * Ore 4:25.
    La discussione tra il Maggiore Katsuragi ed il Comandante Vegea iniziava a farsi accesa. *

    - Le ho detto che non potevo farci niente! -


    * La donna sbattè con violenza le palme delle mani contro al tavolo della saletta con l'intento di imporsi su colui che giaceva ancora comodamente seduto. Cazzo, era pur sempre un ragazzino al suo confronto, la sua età doveva pur valere qualcosa, no? Contro la propria frustrazione? No, i suoi ventinove anni non facevano altro che aumentarla, fino a farle rodere le viscere attraverso quel senso di sconfitta che non fa altro che lasciarti l'amaro in bocca.
    Quello stesso amaro che Misato stava assaporando da così troppo tempo. *

    - Non potevamo in alcun modo abbassarci oltre la quota di sicurezza consentitaci! -


    * Questa volta i suoi occhi si strinsero tingendosi d'un lieve velo cristallino; non voleva dargliela quella fottuta soddisfazione, non a quel bamboccio, non l'avrebbe vista piangere dalla frustrazione. *

    - A me non importa. -


    * Disse gelidamente il suo superiore ancora ancorato al proprio seggio; deposto all'interno di una quiete inamovibile mentre la postura delle sue mani era identicamente disposta ad emulare il più criptico dei Gendo Ikari, tanto che a tutto quel gelo Misato sembrò trasalire. *

    - NON MI IMPORTA UN ACCIDENTE DELLA QUOTA DI SICUREZZA SE QUEI BASTARDI HANNO LE ARMI NUCLEARI! -


    * Si erse, sbattendo a sua volta le mani sul tavolo il cui ologramma planisferico vibrò per qualche istante sotto la sua furia. La sua espressione era una maschera di frustrazione, rabbia e dannatissima severità. Non avrebbe fatto sconti quella volta. A nessuno. *

    - Avreste dovuto distruggerlo quel vostro dannato trasporto aereo pur di impedire che Zeon e ZAFT prendessero possesso di quelle armi, dannazione!
    DANNAZIONE! -


    * Il tono con cui sferrò l'ennesimo pugno accompagnato dall'ultima brutale imprecazione non lasciò alla donna altra scelta se non quella di controbattere fermamente, ma qualcosa, una sorta di inquietudine interiore... glielo impedì.

    Poi qualcosa.
    Il cicalare dell'interfono delle trasmissioni di emergenza.
    La Linea Rossa delle comunicazioni prioritarie serbava sulla propria cornetta il segnalino acceso e lampeggiante.
    Ryu sussultò, come del resto anche il Maggiore Katsuragi.
    Che avessero già attaccato?
    Quanti erano morti?
    Quante vite aveva sacrificato Ryu questa volta?
    Quanti avrebbero visto gli Irregulars come un gruppo di incapaci carnefici?

    Il corpo del giovane ufficiale si lasciò andare sul proprio seggiolo. La comoda poltrona attutì la caduta mentre le sue mani ricadevano senza forze - sradicate di ogni convinzione - lungo i braccioli. Gli sguardi dei due commilitoni si intersecarono per qualche istante mentre entrambi i loro volti venivano solcati da lievi rivoli di sudore.
    Il Comandante alzò la cornetta e la appose all'orecchio destro.
    Un tempo interminabile sembrò trascorrere da quando l'interfono venne sollevato fino a quando non venne appoggiato contro la testa dell'ufficiale a capo degli Irregulars.
    Poi silenzio.
    Un silenzioso brusio ruppe quella quiete vetrosa che serpeggiava tra i due camerata.
    Sintomo quello che non c'era da aspettarsi nulla di buono. *

    - S-Si. Non ha di che preoccuparsi Sottosegretario Generale. Invieremo un nostro esponente immediatamente. -

    TLAck


    * Il secco suono della cornetta che sbatteva contro la plastica precedette il rilassarsi della figura di Ryu sulla propria poltrona mentre Misato - ancora esagitata per la sua momentanea ignoranza - prese posizione per sapere di più sulla situazione. *

    - Allora!? -


    * Lo sguardo del Comandante si sollevò su di lei severo ed ancora notevolmente irato. L'impazienza del Maggiore evidentemente non suscitava la sua simpatia. *

    - Riprenderemo il nostro discorso più tardi, Maggiore. -


    * Fece una pausa, poi a sua volta sollevò nuovamente una cornetta, ma questa volta quella grigiastra adibita alle comunicazioni interne. *

    - Fate venire qui il Sottotenente Tassadar, ditegli che é urgente. -


    * Nuovamente la cornetta venne abbassata mentre la curiosità di Misato venne brutalmente spezzata dalla gelida affermazione dell'uomo in nero. *

    - Una volta finito l'attuale Debriefing partiremo alla volta di una missione congiunta con quelli dell'ONU, andremo a caccia di quelle dannate testate. -



    Altrove:

    * Nel frattempo il gruppo composto da Shouji, Rufus, Stefano ed Asher si stava muovendo all'interno dei corridoi della base per giungere finalmente in Sala Briefing, cosa li avrebbe aspettati? Ripercorrere quei momenti sarebbe stato sicuramente un incubo per tutti quanti loro. *

    Game Master:
    La scena GDR di Landing viene spostata qui.
    Prima che però Shinji Kakaroth posti il proprio post di presentazione alla scena - che per lui é ancora situata nei corridoi della base - dovrà postare Gabriel Tassadar, il quale dovrà arrivare in stanza per poi introdursi ai presenti. Tenga conto - il buon Gabriel - che arrivato in prossimità della porta sentirà un forte vociare, un'intensa conversazione uomo-donna che tratterà sicuramente argomenti poco piacevoli, ma di cui lui - prima di valicare la soglia della Sala Briefing - non intenderà nulla.

    A voi le penne scrittori!




    Edited by RW Staff - 13/10/2009, 19:45
     
    Top
    .
  3. Gabriel Tassadar
     
    .

    User deleted


    In mondi di dolore, la sola risposta
    per alleviare il proprio cuore è
    combatterlo scaricandolo sugli altri.
    Così gli uomini diventano soli nella
    loro eterna battaglia per avvicinarsi
    agli altri e donar loro un po' di sofferenza.
    Una lotta per sopravvivere
    a discapito di coloro che ti amano.


    *Chiuse di scatto il libro che stringeva tra le mani, ma non fu solo il disgusto che quelle parole tinte di filosofica, quanto pessimistica, maestria a convincerlo, quanto il pronto intervento dell'interfono della sua stanza. Era una camera singola, nonostante il suo non fosse certo un grado militare molto elevato, eppure gli Irregulars non avevano avuto alcuna difficoltà nell'accettare la sua richiesta. Una misteriosa comprensione aleggiava nell'aria quando gli ufficiali l'avevano accolto al suo arruolamento, un misterioso senso di accomodamento.
    Probabilmente era solo una coincidenza, ma qualcosa non gli tornava.
    Se avesse avuto tempo, avrebbe indagato, ma ancora sentiva su di se il bruciore delle ultime ferite patite, ferite dell'anima, che non lo rendevano particolarmente desideroso di compagnia. Nonostante questo, il saggio che aveva malamente gettato sul letto era stato davvero il limite oltre il quale non aveva alcuna intenzione di spingersi.
    La tristezza è un sentimento condivisibile ma non sarebbe stato accettabile se fosse sfociato in vera depressione.
    Osservò l'orologio stupendosi del curioso orario per ricevere una chiamata, nonostante questo era felice che l'insonnia si era dimostrata utile per una volta.
    Afferrò la cornetta per rispondere, la voce arrochita dalla continua alternanza di sonno e veglia che tormentava la sua notte solitaria doveva apparire poco più lucida di quella d'un qualsiasi soldato svegliato nel pieno del sonno.
    Ordini semplici, persino troppo, e non v'era alcun dubbio che la situazione fosse apparsa d'improvvisa emergenza.
    Impiegò pochi istanti a vestire la sua divisa ed applicarvi la fascia da poco guadagnata, poi il sonoro schiocco dei suoi stivali divenne ritmo cadenzato per i corridoi d'una base assonnata.



    Erano passati solo pochi mesi dalla sua ultima battaglia con le forze di ZAFT, non ne serbava un buon ricordo, specialmente per la valenza tremendamente politica che aveva assunto quel compito. Uccidere terroristi è come uccidere una persona disperata, non da alcuna soddisfazione ed avvelena l'animo. Ma non sarebbe stato davvero questo il problema, quanto la sensazione d'averlo fatto solo per accrescere il prestigio d'un governo che lo rappresentava solo poco di più del precedente. Praticamente un controsenso senza fine alcuna.*

    - Rifletti troppo. -

    *La sentenza d'una persona importante, la verità assoluta della sua esistenza. Julius l'aveva detto, proprio colui che aveva riflettuto troppo.
    E con la sua scomparsa le ore di permanenza rimanenti a Gabriel su PLANT erano divenute contate, esigue nel numero.
    Eppure una parte di lui sapeva perfettamente che quelle parole, apparentemente prive di fondamento, racchiudevano una precisione d'analisi invidiabile. *

    - Il nemico è solo un nemico, se lo uccidi proteggi chi devi, se lo risparmi metti a repentaglio la vita di qualcun'altro. -

    *Inevitabile colpo di grazia per il suo "modo di ragionare". Non ebbe tempo di trovare una risposta abbastanza logica a quell'illazione, Julius era morto con la sensazione d'avere ragione.
    Era morto per colpa della sensazione d'avere ragione.
    Di questo, Gabriel, non si era mai davvero perdonato.*



    *Il suono affrettato di quei movimenti era lo scandire rapido del tempo, mentre il soldato si muoveva con la freschezza di una persona pienamente riposata. Aveva sempre dormito troppo poco e nelle ore più improbabili, Venusia non aveva mai perso occasione di farglielo presente.
    Per una donna con le abitudini d'un ghiro doveva essere stato davvero difficile condividere il letto con un uomo come lui.
    Il pensiero gli strappò un sorriso prima che il vociare proveniente dalla sua destinazione lo riportasse celermente alla realtà. Non potè cogliere alcuna parola e, per indole, non avrebbe neanche voluto, ma non sarebbe stato educato entrare mentre discutevano ancora. Per questo si limitò a bussare educatamente ed attendere convocazione prima di varcare la soglia che l'avrebbe condotto, probabilmente, alla sua prima missione come membro degli Irregulars.
    L'interno non era differente dalle mille sale briefing che aveva già visitato, pertanto non prestò particolare attenzione all'ambiente, mentre i due occupanti attirarono immediatamente la sua curiosità. Non aveva difficoltà ad indovinare chi fossero, il comandante Vegea corrispondeva perfettamente alla descrizione che aveva udito e la sua giovinezza lo marcava come un tratto distintivo assolutamente ineguagliabile. Il Maggiore Misato Katsuragi era invece sulla bocca di gran parte dei membri della base per via delle sue curve, particolare che avrebbe opportunamente evitato di far notare alla signorina in questione, sufficientemente affascinante da colpire persino lui.
    Il saluto marziale seguì di poco il suo ingresso nella sala e, nel silenzio dei due spettatori, suonò ben più imponente di quel che avrebbe desiderato.*

    - Sottotenente Gabriel Tassadar a rapporto. -

    *Cominciò, rivolto al Capitano e al Maggiore. Cominciò senza terminare, in attesa che i suoi superiori gli dessero possibilità di rilassarsi. Inevitabilmente però, un sorriso comparve lentamente su quelle labbra chiere, risaltanti sulla pelle nivea.*

    image

    *Era il sorriso con cui cominciava ogni suo incontro, ed era lo stesso con cui terminava ogni suo abbraccio. Quello era il sorriso che poteva riassumere, in una sola espressione, tutta l'essenza del giovane Coordinator.*


    SPOILER (click to view)
    Spero di non aver scritto strafalcioni alla mia prima apparizione ^_^


     
    Top
    .
  4. Shinji Kakaroth
     
    .

    User deleted


    *La sensazione di disagio non era diminuita dopo essere scesi dalla jeep, entrando in un locale e poi in un paio di corridoi.
    Quasi fosse la passeggiata che conduce al patibolo.
    Era proprio quello che sembrava, la camminata di un gruppo di persone distrutte nel corpo e nell'anima che va ad accettare il risultato dei propri gesti.
    Dopo il dolore dell'anima ora anche quello del corpo cominciava ad affliggerlo, dei piccoli segni mandati dal braccio e la testa, una sensazione di fastidio, uno spillo che lo trafiggeva piano, un millimetro per volta.
    Forse gli antidolorifici stavano lentamente perdendo efficacia.
    Si sentiva così stanco, mentre si trascinava in fila sui piedi scalzi verso la sala dove sarebbe avvenuto il debriefing.

    image


    Nessuno di passaggio, nessuno ad osservare la loro penosa situazione, sconfitti e tornati con la coda tra le gambe, come cani bastonati.
    Era ancora in uno stato di semi-confusione sentimentale e non vedeva l'ora di buttarsi sul letto e riposare.
    Sperava che sarebbe tutto finito alla svelta, non gli importava come, voleva isolarsi e riposare fino a quando gli sarebbe stato concesso.
    Arrivati di fronte alla porta attesero che il Tenente bussasse alla porta per cominciare il debriefing.*
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Gundam Master

    Group
    Admin - GM
    Posts
    6,593
    Location
    Il profondo cielo dei miei sogni

    Status
    Anonymous Anonymous
    * Urla.
    Due animi in contraddizione, due persone che inevitabilmente cercavano di ferirsi l'un l'altra per far prevalere le reciproche ragioni. Quale ironia, che il libro da poco letto da Gabriel fosse in qualche modo profetico di tale situazione?
    Ironico, non v'era dubbio alcuno. *

    - LE HO DETTO CHE NON POTEVAMO FARCI NIENTE! -

    * La voce di una donna proruppe più forte, sfogando un'evidente mancanza di contegno, proprio quando il coordinator fu innanzi alla soglia della sala briefing.
    Probabilmente il frammento di una discussione fin troppo accesa in cui prima o poi - lo sentiva - sarebbe stato immischiato anch'egli.
    Poi una voce, dura, scura e notevolmente irata, proruppe a zittire i bollori di colei che aveva urlato pochi istanti prima. *

    - POTEVATE LANCIARVI! -

    * Vomitò. *

    - SCHIANTARVI CONTRO IL NEMICO AL SUOLO E DISTRUGGERE I PROTOTIPI! -

    * la discussione perseverava sempre sullo stesso argomento. Prototipi? Forse era quello il punto sul quale avrebbero dovuto discutere con il bel Sottotenente? *

    - Se aveste agito tempestivamente ora non dovremmo fronteggiare un possibile olocausto nucleare...
    Sa quante vittime potrebbero causare quei pazzi fanatici!? -

    * La porta si aprì, nessuno dei due parve accorgersi della sua presenza anche mentre Gabriel valicava la soglia agghindato con la propria red coat.
    L'uomo - o meglio il ragazzo - che gli stava di fronte incalzò la donna a tal punto che ella sviò lo sguardo altrove, frustrata per l'evidenza del pericolo incombente, ma sicuramente ancora barricata nelle proprie convinzioni.
    Poi... *

    CITAZIONE
    - Sottotenente Gabriel Tassadar a rapporto. -

    * La sua presentazione sortì l'effetto sperato, entrambi - sia il Maggiore Katsuragi che il Comandante Vegea - si voltarono nella sua direzione.
    Fu allora che Gabriel si rese conto dell'avveniristica fattura con la quale quella Sala Briefing era realizzata. Un quadrilatero bianco, le cui pareti erano lisce, probabilmente per permettere una rifrazione migliore della luce; al centro della stanza faceva capolino un grande tavolo circolare dai toni violacei, contornato da sedie lungo tutta la sua superficie, mentre su di essa - di fronte ad ogni seggio - v'era un monitor incastonato all'interno del materiale costituente il piano del mobile ed al centro della sua struttura - avente la sagoma di una semisfera dai toni verdastri - una protuberanza si protendeva verso l'alto, probabilmente una lavagna tattica tridimensionale.
    Innanzi a lui, a darle le spalle - offrendogli una vista sul fondoschiena a dir poco fantastica - vi era il famigerato Maggiore Misato Katsuragi, acquistato dagli Irregulars direttamente dalla famosissima Nerv, luogo misterioso se pur famoso nel mondo per le proprie macchine superavanzate e segretissime note come Evangelion. Era bellissima, i suoi capelli fluenti e violacei non tradivano affatto la sua età che si aggirava ormai sulla trentina; il suo fisico era snello ed asciutto, modellato all'interno di quel suo vestitino aderente dalla tonalità antracite, che ne vestiva le forme facendole risaltare ampiamente, sopratutto sul fondoschiena. Le gambe, splendidamente vestite da calze - probabilmente collant - erano dei fusi, scolpite nel marmo da quant'erano sode ed allenate, forse anche per merito dei tacchi che portava.
    Immancabile, la fascia che la contraddistingueva come membro attivo del corpo, posta sul braccio sinistro, al di sopra di una giacchetta di color rosso vivo che riportava sulle spalline i suoi gradi, per l'appunto quelli di Maggiore.
    Oltre alla bella donna, proprio al di là del tavolo che Gabriel si trovava dinnanzi, stava un uomo in nero, ritto in piedi ed avente le mani sul tavolo.
    Aveva un volto slavato e consumato, i suoi lineamenti giovani e freschi raffiguravano il giovane vent'enne che era, se non fosse stato per quei maledetti segni di insonnia che portava sul viso e per l'intensa arrabbiatura che lo invecchiavano di almeno cinque o sei anni buoni. I suoi capelli erano castani, molto scuri a calargli parzialmente sul viso, mentre il suo sguardo, duro ed assurdamente profondo, sembrava ardere di una brace nerastra, un colore forse reso ancor più scuro dalla luce al neon che illuminava la stanza.
    Il suo vestiario rivelava la sua precedente implicazione con ZAFT - o quantomeno così si poteva intendere all'apparenza - poiché una divisa ricalcante la sagoma di una black coat ne vestiva le forme celandole al Sottotenente, il quale poté unicamente intravedere un paio di spalle ampie e un petto dalla grande cassa toracica, tozzo, probabilmente allenato.
    Sul fronte, in bella mostra, appuntate sul pettorale sinistro, le mostrine di Capitano sormontate da quelle di Comandante della base.

    Gli occhi di entrambi i commilitoni si posarono istantaneamente su di lui per poi successivamente incrociarsi nuovamente tra di loro.
    L'ufficiale in comando sospirò.
    L'aria era davvero molto tesa. *

    - Benvenuto, Sottotenente Tassadar. -

    * La voce del Capitano era calda, ammaliante e suadente. Nonostante serbasse notevoli segni di stanchezza parve in quell'istante come quella di qualcuno che la sapeva lunga, una persona che portava su di sè un grande peso. *

    - Io sono il Comandante Ryu Vegea. -

    * Disse cercando di mantenere un tono affabile, ma ciò che uscì fuori fu più un sospiro che un insieme di convenevoli. *

    - E questo é il Maggiore Misato Katsuragi. -

    * Fece una pausa. *

    - Ufficiale Tattico adibito al coordinamento delle truppe nonché alla gestione delle unità Evangelion di istanza qui alla base. -

    * La donna lo squadrò con lo sguardo sottile, probabilmente ancora turbato dalla precedente conversazione. Poi anch'ella porse i suoi saluti con tono effettivamente provato dalla stanchezza. *

    - Piacere di conoscerla Sottotenente. -

    * Poi la palla tornò al Comandante, che non tardò a proseguire il proprio monologo. *

    - L'ho chiamata qui per un compito importante, ma prima vorrei che assistesse al Debriefing che sta per avere luogo. -

    * Il ragazzo vide la propria console lampeggiare per qualche istante per poi sgranare gli occhi leggermente sorpreso, poi li strinse, come se la situazione - mediante quel "qualcosa" che aveva visionato - si fosse fatta più seria. *

    - Mi dica qualcosa di lei Tassadar, qualcosa che non possono dirmi i fascicoli sul suo stato di servizio. -

    * Disse senza distogliere gli occhi dal proprio monitor l'ufficiale. *

    - Poi si metta alla mia destra, vorrei la sua assistenza durante questo Debriefing. -

    * Così terminò la sua spiegazione. Tranne per un ultimo fondamentale appunto. *

    - E mi raccomando... Analizzi con attenzione quanto sta per vedere. -

    * Il mistero su ciò che attendeva il giovane Gabriel si infittiva sempre più, mentre dall'altra parte della stanza, dietro al Sottotenente, qualcuno bussò alla porta... *



    Altrove:

    * Asher camminava spedito lungo i corridoi, nonostante il suo handicap motorio il suo incedere era severo ed imperturbabile, sicuramente il Debriefing sarebbe stato duro, molto duro per i suoi uomini, ma come poteva non biasimarli, alla fine la colpa ricadeva su di uno solo: lui stesso. Incapace di farsi rispettare gli avevano disobbedito, avevano fatto di testa loro ed ora? Il Sergente Desuyo ed il Sottotenente Dheidir erano uno morto e l'altro rapito dal nemico.
    Se non ci fosse stato quel Topless a salvarli sarebbero morti tutti.
    Julius, gli ritornò in mente quella figura, quel ragazzino prodigio che da solo aveva recuperato i suoi uomini uno dopo l'altro, semi-sconvolto per ciò che aveva visto.
    Scosse la testa prima di arrestarsi davanti alla porta della sala Briefing.

    Rufus era intontito, la scenetta messa su da Stefano nei confronti di Shouji non gli era andata giù per niente, diavolo era un ragazzino, ed anche se era per la maggior parte colpa sua se la missione era stata un fallimento non gli si poteva far così tanta pressione. Infondo aveva pur sempre tredici anni...
    Stefano non la pensava allo stesso modo, seguendo il suo compagno azzoppato e dotato di stampelle serbava uno sguardo severo ed imperscrutabile, volto unicamente ad un fattore: Devil.
    Chi mai era quel mostro? Che cosa voleva da loro? Perché infiltrarsi così - senza ragione alcuna - sul campo di battaglia?
    Shouji Ikari era nella sua lista delle cose da non portare nuovamente in missione, e questo lo avrebbe fatto presente nel suo rapporto.
    Shouji era in coda al gruppo, lasciato solo da tutti quanti, con ancora in mente quell'immagine: una ragazza dai capelli azzurri così uguale a Rei Ayanami e nel contempo così diversa.
    Cosa voleva? Che cosa diamine voleva lei da lui?

    Bussarono ad una porta e la quiescenza in cui Shouji era ricaduto venne distrutta facendolo riprendere tutto d'un tratto.
    Davanti a lui persone: i suoi compagni, un tizio che non conosceva, il Comandante della base e la signorina Misato.
    La signorina Misato!
    Figura essenziale, diretto collegamento con l'Eva, sua unica - momentanea - ancora di salvezza. *

    - Squadra India a rapporto Signore! -

    * Al segnale di Asher sia Stefano che Rufus si misero sugli attenti... *

    Game Master:La scena va avanti, Gabriel Entra nella stanza e viene a contatto con i due suoi superiori, la scena di quest'ultimo si svolge poco prima che arrivi Shouji in stanza quindi ochio ai tempi. Shinji deve postare entrando trovando Gabriel già alla destra di Ryu. Per il resto andiamo avanti e vediamo cosa esce fuori *__*

    Web
     
    Top
    .
  6. Gabriel Tassadar
     
    .

    User deleted


    *Lunghi istanti di silenzio erano seguiti a quella presentazione che era servita come lama per rompere una conversazione dai toni sin troppo accesi. Gabriel ingoiò il suo sorriso non appena i suoi due superiori gli si rivolsero per dargli l'attenzione necessaria. Qualcosa in entrambi lo colpì profondamente, non erano persone "comuni", aveva un sesto senso per questo genere di cose e gli occhi fulminanti del comandante lo colpirono quanto lo sguardo di malinconica consapevolezza del Maggiore.
    Un brivido percorse la spina dorsale del Coordinator, mentre il comandante iniziava a mostrargli le richieste pronte per lui, ma non erano certo le parole del superiore a colpirlo. Aveva la sensazione di avere di fronte due persone largamente fuori dal comune e, per un istante, la sovrapposizione con Julius e Venusia fu inevitabile.
    Durò solo un attimo, prima che la sua mente decidesse di prender nota di tutto ciò che gli era stato chiesto.*

    - Benvenuto, Sottotenente Tassadar.
    Io sono il Comandante Ryu Vegea.
    E questo é il Maggiore Misato Katsuragi.
    Ufficiale Tattico adibito al coordinamento delle truppe nonché alla gestione delle unità Evangelion di istanza qui alla base. -


    *Rivolse un'occhiata pregna di rispetto verso la donna che sino a quel momento gli aveva mostrato solamente una paradisiaca visione del suo fondo schiena. A quelle parole la sensazione di avere di fronte due individui fuori dal comune divenne una certezza. Dopotutto solo qualcuno di ancor più particolare del Maggiore Katsuragi poteva essere suo comandante.*

    - Piacere di conoscerla Sottotenente. -

    *Vibrarono nell'aria, quelle parole, giungendo a Gabriel come estenzioni di un brivido troppo particolare per essere ignorato. E pensare che non provava sensazioni del genere da così tanto tempo. Erano trascorsi numerosi campi di battaglia da allora.*

    - L'ho chiamata qui per un compito importante, ma prima vorrei che assistesse al Debriefing che sta per avere luogo.
    Mi dica qualcosa di lei Tassadar, qualcosa che non possono dirmi i fascicoli sul suo stato di servizio.
    Poi si metta alla mia destra, vorrei la sua assistenza durante questo Debriefing.
    E mi raccomando... Analizzi con attenzione quanto sta per vedere. -


    *Si inchinò per sottolineare come avesse ricevuto tutte le istruzioni. Sorrise ancora, era più forte di lui in qualche maniera, e non si trattenne più di tanto di fronte a quello che poteva essere considerato una sorta di "vizio". Un vizio ricco di carisma, ottimismo e, sopratutto, desiderio di cambiare un mondo troppo scuro per essere affrontato con tetri sentimenti nel cuore.*

    - Il piacere è mio Maggiore. -

    *Disse educatamente, prima di proseguire nel suo compito.*

    - Credo che i fascicoli riportino ogni informazione notabile sul mio conto, pertanto le dirò qualcosa di personale Comandante. -

    image

    *Era una voce sicura e calda, come il vento di primavera che porta con se i pollini di una nuova vita. Si vestiva di una dizione impeccabile ed elegante, seppur spoglia degli inutili fronzoli di una comunicazione scarna. Veniva rapidamente al punto e quello era un sussidio strategico volto a risparmiare tempo per una pianificazione più accurrata delle mosse da fare. Persino in una comunicazione ciò poteva essere utile.*

    - Mi piacciono le poesie, i testi filosofici e sulla strategia, infine ho una vera passione per la cioccolata, per Arthur Rimbaud e Paul Verlaine. Detesto i cibi fritti e gli olocausti nucleari. -

    *Le parole erano tutt'altro che scelte a caso, aveva percepito gli ultimi strascichi della conversazione affrontata dal Comandante e dal Maggiore, e la sua parte Coordinator non aveva resistito al desiderio di sottolineare come considerasse la questione un affare estremamente importante. Ma non aveva ancora finito, poichè probabilmente mancava la cosa più importante a quel piccolo riassunto. Il vero motivo per cui era negli Irregulars.*

    image

    - Sono qui tra gli Irregulars proprio per evitare che altre catastrofi come il "Chii no Valentine" accadano. -

    *Così si inchinò un'ultima volta prima di muoversi lentamente verso la destra del comandante, accomodandosi nella posizione d'attenzione che gli sarebbe stata necessaria per trarre quel che serviva dal debriefing. Occhi seri ed indagatori erano già comparsi sul culmine della sua postura eretta e composta. Le braccia erano incrociate dietro alla schiena, per aiutarlo a vestirlo della sicurezza che gli sarebbe stata necessaria. Qualcosa si agitava nel laghetto sempre immobile della sua anima. Avvisaglie che qualcosa di squamoso e velenoso fosse sul punto di emergere dalla superfice piatta dell'acqua.*

    - Il mio soprannome è "Il Serpente" proprio per le mie capacità strategiche, signore. -

    *Aggiunse infine, pronto ad accogliere il debriefing dentro di se come una parte del suo passato. E del suo futuro.*


     
    Top
    .
  7. Shinji Kakaroth
     
    .

    User deleted


    *Il rumore dei passi.
    Il lungo corridoio nella semi oscurità intervallata da lampade al neon quasi d'emergenza e poco efficaci.
    Sembrava la strada dei condannati a morte, nonostante fossero riusciti a sopravvivere a quel disastro, all'orrore che s'era scatenato in pochi secondi.
    L'inferno.
    I suoi piedi gelati dal contatto col pavimento lo stavano facendo rabbrividire e allo stesso tempo lo stavano lentamente facendo tornare in sè, assieme al dolore che provava il suo colpo.
    Piano, uno alla volta gli impulsi cominciavano a partire dalle zone periferiche, dalle gambe, dal braccio, dalla schiena e chissà da quale altro punto del suo corpo spezzato e martoriato, lentamente proseguendo fino al cervello, come un piccolo rigagnolo che pian piano diventa un torrente e poi un fiume e s'ingrossa man mano che il tempo passa.
    Probabilmente gli anti-dolorifici non erano stati abbastanza forti proprio perché non doveva dormire, ma dirigersi a fare il dannato rapporto sul disastro.

    L'agonia fino a quando avrebbe continuato a susseguirsi?
    Si fermarono, non ne ebbe una piena coscienza, ma non sentì più alcun rumore e con la testa bassa si fermò anche lui, fissando le caviglie di qualcuno, non sapeva chi fosse.
    Erano bianche e tese, i talloni lievemente callosi e consunti.
    Non stava pensando.
    La sua mente era un nubifragio di emozioni contrastanti, ansia, paura, stanchezza, rabbia, dolore, tristezza...
    Quando Asher bussò quasi sussultò sulle sue gambe per il rumore che provocò sulla porta, quasi un rumore metallico ed estraneo.

    Una volta entrati sollevò di poco lo sguardo e il suo occhio gli mostrò tre persone all'interno della stanza, un ragazzo dai capelli chiari e in divisa amaranto, il Comandante della base e la signorina Misato.
    Quando vide il suo volto, la sua espressione arrabbiata e familiare, stava quasi per scoppiare a piangere, ma qualcosa dentro di lui glielo impediva. Voleva scoppiare e lasciare che le emozioni trasudassero da lui, lasciandogli solo la calma della pace interiore, una volta libero da quel marasma di sensazioni, ma non ci riusciva.
    Le lacrime non venivano.*

    - Squadra India a rapporto Signore! -

    * Al segnale di Asher sia Stefano che Rufus si misero sugli attenti...
    Shinji provò a muoversi, ma sentì una fitta al braccio e restò impalato a fissare di fronte a sé il comandante Ryu, spostando il suo sguardo da lui a Misato, come a scongiurarla di qualcosa senza che riuscisse a quantificare a parole le sensazioni che voleva trasmetterle.
    Forse non riusciva a parlare, provò ad aprire la bocca, piano, senza farsi sentire. *

    - hhhhh -

    * Gli uscì soltanto un tono strozzato, talmente flebile da sembrare quasi un sibilo inudibile.
    Sperava che il debriefing sarebbe iniziato alla svelta e che sarebbe durato il meno possibile. *
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Gundam Master

    Group
    Admin - GM
    Posts
    6,593
    Location
    Il profondo cielo dei miei sogni

    Status
    Anonymous Anonymous
    * Il Sottufficiale si era presentato con grazia, ed attendendo il termine del discorso del Comandante ebbe la cortesia di rivolgersi prima alla donna ivi presente in sala.
    CITAZIONE
    - Il piacere è mio Maggiore. -

    Poi proseguì facendo capo al proprio superiore, il quale gli aveva posto una domanda assai personale, per rompere il ghiaccio eventualmente, o per... testarlo.
    Esemplificazione di un fare guardingo e osservatore, proprio di chi ha troppe gatte da pelare per volerne altre tra i piedi.
    Di sicuro un comportamento difensivista dovuto a qualche ragione in particolare.
    CITAZIONE
    - Credo che i fascicoli riportino ogni informazione notabile sul mio conto, pertanto le dirò qualcosa di personale Comandante.
    Mi piacciono le poesie, i testi filosofici e sulla strategia, infine ho una vera passione per la cioccolata, per Arthur Rimbaud e Paul Verlaine. Detesto i cibi fritti e gli olocausti nucleari.
    Sono qui tra gli Irregulars proprio per evitare che altre catastrofi come il "Chii no Valentine" accadano.
    Il mio soprannome è "Il Serpente" proprio per le mie capacità strategiche, signore. -

    Ryu strinse gli occhi.
    Le parole di Tassadar erano state sottili e... "velenose".
    Proprio come il morso del serpente che si vantava tanto di rappresentare.
    Molto bene.
    Era riuscito a sorprenderlo in meglio.
    E per dimostrargli il suo apprezzamento, citò una frase celebre di cui sicuramente sapeva qualcosa... *

    "Io dico che bisogna esser veggente, farsi veggente.
    Il Poeta si fa veggente attraverso una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi."


    * Senza che Gabriel potesse vederlo - poiché stava ora dietro la sua schiena - il suo Comandante stava stringendo gli occhi citando quei versi, adducendo ovviamente alla sua persona.
    Sarebbe stato in grado lui, Gabriel, di divenire quel tanto decantato poeta?
    Che con i suoi folli versi avrebbe potuto fare ciò per cui il suo ufficiale superiore lo aveva chiamato?
    Poi il ragazzo continuò.
    La sua voce calma ma scura, quasi severa. *

    - Un serpente dai denti piuttosto affilati...
    per essere un amante della cioccolata, Tassadar. -


    * Fece una pausa, per poi continuare con tono più chiaro e rinfrancante, sicuramente colmo di aspettative. *

    - Serpente eh? Sono sicuro che tale soprannome sarà meritato viste le sue sottili frecciate. Ma contrariamente a qualunque persona... io amo i serpenti.
    Noi Irregulars prendiamo ciò che la gente scarta, la spazzatura, e la facciamo tornare a brillare.
    E per quanto un serpente possa avvelenare i suoi stessi compagni con il proprio letale morso... -


    * Fece un'ulteriore pausa per dare più enfasi al proprio discorso *

    - ...noi abbiamo bisogno delle sue zanne.
    Spero di aver reso il concetto... Tassadar. -


    * Detto ciò qualcuno bussò alla porta.
    Erano loro.
    Misato trasalì in quell'istante...
    Shouji era lì...
    Ma si dette contegno, non doveva mostrarsi per la donna debole che era, doveva assolutamente fargli da appoggio, qualora lui avesse - come il fratello - voluto piangere.

    Un gruppo di persone entrò nella sala Briefing, tutti uno conciato peggio dell'altro.
    Soldati, chi più giovane, chi più vecchio. Erano quattro.
    Uno dai capelli rossi e dal viso celato da uno strano passamontagna beige, che ne lasciava fuoriuscire i rossi capelli - mossi e raccolti in una breve coda dietro la nuca-; uno con barba e pizzetto, vestito di vestaglia e pigiama; un altro dai capelli blu e dall'espressione giovane avente una stampella e vestente un pigiama; ed infine l'ultimo, un ragazzino di poco più di dieci anni. *

    - Squadra India a rapporto Signore! -


    * L'aria di Ryu cambiò improvvisamente.
    E per qualche strana ragione Gabriel poté avvertire il bracciolo della sedia tremare per qualche istante, prima che la voce del suo nuovo superiore prorompesse nell'aria.
    Inaspettatamente calma. *

    - Riposo. Soldati. -


    * Formale, e cheto. Così iniziò il proprio discorso il Comandante Vegea, i cui occhi non potevano essere visti dal neo-Sottotenente Irregulars, ma che potevano essere ben rimirati invece da quelli di uno Shouji non in grado di aprire bocca.
    Gelidi.
    Severi.
    Come quelli di suo padre.

    Poi proseguì, con tono leggermente più marcato, come a voler sottolineare l'importanza della situazione. *

    - Date inizio al vostro rapporto. Voglio... ogni dettaglio. -


    * Gli ordini non si discutono.
    Per tanto fu il primo della fila a fare il primo passo avanti: Stefano R. Rebessi.
    Era un uomo giovane, aveva lo sguardo truce ed un volto severo.
    Avanzò di un passo, intabarrato nella propria vestaglia scura, nel suo pigiama azzurro ed inforcante un paio di pantofole. *

    - Signore... Abbiamo visto l'inferno.
    La missione procedeva come dovuto, abbiamo messo fuori uso gli Yokon in partenza dalle banchine ed abbiamo neutralizzato numerosi prototipi. Ma una volta nella struttura abbiamo incontrato uno degli assi dell'esercito di Zeon. Ramba Ral signore. E siamo stati messi in seria difficoltà.
    Anche ZAFT ha collaborato con loro per mettere le mani sulle testate, Signore. Avevano i loro mezzi!
    E per di più c'é stato un massiccio lancio di truppe da parte di questi ultimi, proprio quando il leader di OZ, Treize Kushrenada in persona, ha fatto la sua comparsa sul campo...
    C'é stato un lungo periodo di calma, una calma finta, di quelle che si possono tagliare con il coltello e...
    Beh Il comandante supremo di OZ minacciava di fare fuoco sui prototipi rubati da Zeon e... -


    * Fece una pausa... non riusciva a giustificarsi... *

    - Signore... Abbiamo visto il Diavolo. -


    * Ryu, che per tutto il discorso era stato in silenzio ad ascoltare, aguzzò gli occhi sorpreso... poi la sua espressione tornò imperscrutabile. *

    - Un'unità non identificata é apparsa sul campo dal campo stesso! E' sbucata fuori propulsa da un innovativo sistema di emissione da uno degli Hangar della base di Hohung e... ha distrutto da sola tutte le unità sia di ZAFT che della federazione...
    Un mostro signore. Un vero mostro.
    Cazzo... ha ucciso il Sergente Desuyo, ha rapito Rick! E noi... Noi... -


    * La sua compostezza stava lasciando il posto alle lacrime, che calde gli si stavano affacciando sul viso frustrato dall'insuccesso... *

    - Voi... cosa? -


    * Inaspettatamente gelido il Comandante, che con voce calma ma pesante andò a rincarare la dose sulle spalle del suo uomo. *

    - Noi... Abbiamo fallito signore. -


    * Fu la volta del Sergente Rufus Yagami, il quale fuoriuscì dalle file mentre Stefano, mesto, vi rientrava. Era il ragazzo con la stampella ed i capelli blu. Aveva un'espressione concitata. *

    - Il Sottotenente Rebessi ha ragione! Confermo la sua versione dei fatti ed anzi... aggiungo che non sono stato d'aiuto... cioé mi sono fatto distruggere subito l'Impulse e poi... -


    * La voce di qualcuno lo sovrastò, una voce maschile e severa. *

    - Adesso basta Sergente! Abbiamo dato una già abbastanza pessima impressione di noi. -


    Era il Tenente Chronicle Asher, responsabile della missione alla base aeroportuale di Hohung.
    Era un uomo alto ed allenato, indossava una tuta della Federazione Terrestre di color azzurrino e... Sì, zoppicava. Aveva una stampella.
    I suoi capelli rossi si mossero nel breve passo che fece per fuoriuscire dalle file, serio in volto, mesto e sopratutto... colpevole. *

    - Signore. La squadra India riporta l'avvenuto fallimento della missione di recupero dei prototipi clandestini di istanza alla base di Hohung.
    Dopo l'esecuzione della prima fase della missione, dopo aver eliminato i sommergibili ed alcuni degli hangar nemici, abbiamo incontrato strenua resistenza da parte dei reduci di Zeon. Successivamente sono stati attivati del prototipi che sono stati prontamente neutralizzati dalla Buster Machine 61 della Fraternity, mentre la federazione ha dato man forte con alcune divisioni di mobile suits terrestri.
    Ma le truppe di ZAFT sono intervenute con un massiccio rinforzo costituito da truppe paracadutate, e hanno presidiato il convoglio con sopra alcuni prototipi che inevitabilmente, per ciò che successe dopo, sono stati trafugati.
    Persino il Leader di Oz, Kushrenada, ha dovuto piegarsi di fronte alla forza del nuovo nemico che fece la sua apparizione sul campo. -


    * Il Tenente riprese fiato. *

    - Era un'unità mai vista, propulsa da un innovativo sistema di emissione particellare, aveva armi remote ad uso atmosferico e sopratutto... il suo pilota, una donna, combatteva decantando versi poetici.
    Andava citando l'Odissea, Romeo e Giulietta, ed altri ancora... mai visto niente del genere.
    Una psicologia contorta e... -


    * Lo sguardo del ragazzo lo interruppe. Stava tremando. *

    - Mi scusi, sto divagando. poi... -


    * Stefano uscì dalle file gonfio di rabbia. Non ce la faceva davvero più. *

    - Quel ragazzino ha sparato dal suo dannato Evangelion e ha compromesso la missione! -


    * Gli occhi del Sottotenente erano iniettati di odio e frustrazione... tutta la calma che si era fino ad allora imposto non era servita a nulla se non a fargli accumulare stress da far esplodere in quel preciso, dannatissimo istante. *

    - Ha fatto rapire Rick! Se solo lui-... -

    - ADESSO BASTA! -



    * Urlò il Comandante sbattendo la mano destra a palmo aperto sulla lavagna tattica. *

    - Fatelo parlare. -



    * Al ché i suoi occhi si puntarono sul ragazzino che aveva dinnanzi.
    Drago e formica, titano e miserevole umano.
    Queste le proporzioni, e Shouji ne veniva oppresso.
    Misato quasi si scompose all'idea che il suo protetto potesse anche solo aprir bocca.
    Ma la sua posizione le imponeva il silenzio.
    Strinse i pugni, come al solito si era dimostrata una debole. *

    - Allora? -



    * Disse perentorio e gelido il Comandante. Un tono ben diverso da quello che gli aveva riserbato in ben altre circostanze.
    Amichevole, caldo...
    Ora era freddo, scostante ed impersonale. *

    - Raccontaci com'é andata. Voglio sapere tutto. -



    * Non poteva trarsi indietro, i riflettori erano puntati tutti su di lui.

    Tassadar d'altro canto poté ben osservare.
    Il fallimento di un'operazione, testate nucleari rubate... questo voleva dire... voleva dire...
    Sì.
    Significava che l'inizio di una tragedia di immani proporzioni era probabilmente alle porte. *

    per Gabriel Tassadar:

    Attonito.
    Come si può definire altrimenti lo stato in cui Gabriel versa nell'osservare il gruppo di persone appena entrato. Feriti, martoriati, stanchi e frustrati.
    Hanno perso la loro battaglia, ma - cosa ancor più importante - sembra che la colpa di questo loro fallimento risieda nel ragazzino a cui é stata appena data la parola.
    Cosa ci fa un ragazzino immischiato in una guerra?
    Gabriel non ha mai sentito molto parlare dei piloti di Evangelion... quindi non sa cosa aspettarsi da quest'individuo, sa per certo, però, che i ragazzini non dovrebbero farsi carico del fardello che una guerra comporta.
    Discorso diverso invece per Chronicle Asher, asso delle famigerate Yellow Jackets, corpo speciale di BESPA, l'esercito dell'Impero Zanskare, insediato su di un gruppo di colonie orbitanti attorno alla terra e su cui nessuno sa molto, oltre alle loro mire espansionistiche.
    Si diceva recentemente che aveva disertato o che era morto nell'Apocalisse di Tokyo, ma a quanto pare questo pilota estremamente abile é ora davanti ai suoi occhi.




    per Shouji Ikari:

    Pressione, pressione ed ancora pressione.
    Lo opprimono la presenza di tutte quelle persone. Solo la signorina Misato sembra guardarlo con sguardo confortante, mentre il resto delle persone paiono freddi oggetti privi di anima che sembrano avere aspettative su di lui.
    Vogliono sentirlo parlare, vogliono dargli una colpa non sua.
    Cosa fare?
    Deve dire qualcosa.
    E' un ordine.




    Game Master: Il Debriefing continua, ora siete tutti nella stessa stanza insieme, l'ordine di posting é sempre il medesimo.



    Edited by ryuvegea - 30/12/2009, 13:34
    Web
     
    Top
    .
  9. Gabriel Tassadar
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    "Io dico che bisogna esser veggente, farsi veggente.
    Il Poeta si fa veggente attraverso una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi."

    *Erano parole che conosceva benissimo, erano alcuni dei versi che preferiva, figli della penna del visionario genio di Arthur Rimbaud, frasi alle quali si era sempre ispirato nella stesura delle sue tattiche e delle sue strategie.
    Erano un poco il senso della sua vita, fatta di forti emozioni vissute con trasporto e dolore. Una vita di deprivazione e riflessione sui propri limiti.
    Doveva ancora trovare un limite che non fosse stato in grado di superare abbandonandosi alla "sregolatezza di tutti i senti".*

    - Lettera del Veggente. La mia personale filosofia di vita. -

    *Precisò, nel tentativo di render chiaro al suo superiore cosa si sarebbe dovuto attendere da lui. Quale genere di pensiero e, sopratutto, quale tipo di azione. Ma il Comandante sapeva perfettamente cosa quelle parole volessero dire.*

    CITAZIONE
    - Un serpente dai denti piuttosto affilati...
    per essere un amante della cioccolata, Tassadar.
    Serpente eh? Sono sicuro che tale soprannome sarà meritato viste le sue sottili frecciate. Ma contrariamente a qualunque persona... io amo i serpenti.
    Noi Irregulars prendiamo ciò che la gente scarta, la spazzatura, e la facciamo tornare a brillare.
    E per quanto un serpente possa avvelenare i suoi stessi compagni con il proprio letale morso...
    ...noi abbiamo bisogno delle sue zanne.
    Spero di aver reso il concetto... Tassadar. -

    *Non mosse la sua espressione, ma fu sicuramente uno sforzo inatteso, poichè le asserzioni del Comandante furono precise e pungenti, degne d'altrettanto appuntite zanne. Avrebbe sorriso, se la circostanza glielo avesse permesso, ma fu costretto ad accontentarsi di uno sguardo di intesa col Comandante, prima di poter dare la sua ultima risposta.*

    - Non dubitate al riguardo, signore. -

    *Non ci sarebbe stato altro da dire, tutto era riassumibile a quel semplice concetto, ed era di assoluto conforto il fatto che, colui che avrebbe dovuto meglio dislocarlo sul campo, avesse già compreso così tanto di lui. Sintonia, naturale armonia.
    Soffocò però questi pensieri che l'avrebbero solamente distratto in un momento cruciale, il de-briefing vero e proprio stava per cominciare.
    Quattro persone entrarno nella stanza, ridotte in maniera penosa e alquanto agitate da quel che poteva dedurre. Il primo a parlare iniziò con un tono professionale e formale ma, quando giunse a parlare del presunto "diavolo", perse quasi totalmente il controllo.
    Gabriel assunse un'espresione, se possibile, più dura di quella con la quale aveva accolto i dettagli della missione, la sua naturale empatia era sicuramente uno svantaggio in una situazione simile.
    Un prototipo, con un nuovo sistema sconosciuto a disposizione di un nemico dall'affiliazione e dagli intenti sconosciuti, decisamente una bella gatta da pelare. Non serve molto per cambiare totalmente le prestazioni di un Mobile Suit, gli bastò pensare all'impatto che ebbero il Freedom e il Justice quando vennero impiegati nella precedente guerra tra la Terra e Plant. Inoltre si era anche parlato di rapimento di uno dei soldati, addio segreti della base. Rabbrividì ma si limitò a rabbuiarsi, non era ancora tempo di parlare.*



    *Ciò che aggiunsero i due seguenti soldati non fece altro che aumentare la confusione, personalmente riteneva inammissibile il modo di rapportarsi degli stessi nei confronti del loro Comandante, ma era evidente quanto fossero sotto pressione a causa del fallimento e della bruciante sconfitta subita.
    Trovò una certa difficoltà nel trattenere un sorriso quando, parlando sempre del Diavolo, dissero che era solita fare citazioni lettararie durante la pugna, che razza di avversario avevano di fronte?
    Non dubitava che sarebbe stata un contendente interessante da avere di fronte, ma tralasciò tali considerazioni per dopo.
    La discussione procedette, dando un quadro più preciso dell'accaduto, ma non durò molto... La confusione prese nuovamente il sopravvento quando le accuse vennero portate sull'unico ad essere rimasto in silenzio sino a quel momento.
    Era solo un bambino, tutt'altra razza rispetto a Chronicle Asher, pilota dalla levatura sufficiente a farlo esser noto persino a lui che veniva da così lontano.
    Solo un ragazzino messo a pilotare un'arma per uccidere, qui si sfiorava davvero il ridicolo.
    Il Comandante, finalmente, fece valere la sua autorità per lasciare la parola all'indiziato, per quanto Gabriel comprendesse quanto poco potesse essere utile farlo: il pilota dell'Evangelion era palesemente sotto shock. Il Maggiore Katsuragi trattenne con difficoltà la tensione, denotandola con uno sfregamento nervoso, ed involontariamente sensuale, delle cosce. Sicuramente un particolare da tenere presente, era evidente che la donna avesse una qualche forma di relazione non professionale col ragazzo.
    Era solo un particolare, ma notare i particolari era il suo lavoro.
    Si volse, a quel punto, ad osservare il povero ragazzo, quasi mosso a compassione al punto da intervenire a sua protezione.
    Ma non lo fece, non ancora, voleva sapere se, sotto l'aspetto di una persona distrutta, si nascondesse ancora l'anima di un guerriero utile alla causa.
    Attese, in silenzio, mentre la sua mente calcolatrice raccoglieva particolari su tutti gli attori nella stanza.*




    SPOILER (click to view)
    Scusate l'immenso ritardo, studio incombente
     
    Top
    .
  10. Shinji Kakaroth
     
    .

    User deleted


    *Testa bassa, spalle a chine, l'occhio che fissava incurante la scrivania del Comandante Ryu, lo sguardo perso nel vuoto.
    Stavano facendo rapporto. Stavano parlando del disastro.
    Ognuno stava facendo rapporto, dicendo la sua, ma non si curavano di lui e raccontavano fatti di cui lui era all'oscuro. Non aveva proprio il tempo di stare ad ascoltare.
    Fra breve sarebbe venuto il suo turno, e cosa avrebbe detto a quel punto? Di come il suo gesto incauto era quasi costato la vita di tutti?
    Stava riflettendo su quel che avrebbe detto e cominciò a mugugnare qualcosa a bassa voce, tossendo.
    Sì, almeno la voce gli stava tornando.
    La salivazione era aumentata e continuava a umettarsi le labbra e ingoiare la saliva in eccesso. Giù per la gola, gli stava davvero tornando la voce.
    Poi ad un certo punto venne additato.*

    CITAZIONE
    - Quel ragazzino ha sparato dal suo dannato Evangelion e ha compromesso la missione! Ha fatto rapire Rick! Se solo lui-... -
    - ADESSO BASTA! -

    *Venne risvegliato di soprassalto da quella reazione e dall'essere tirato giustamente in causa e accusato ingiustamente.
    Che colpa ne aveva? Sarebbero potuti morire tutti se non avessero fatto nulla, persino l'ostaggio.
    In quel momento ne era conscio e quella era l'unica idea che gli era saltata in mente per salvare tutti.
    Sparare.
    Tirare il grilletto.

    Ora sarebbe toccato a lui.
    Ed ora sarebbe stato pesato, sarebbe stato misurato e sarebbe stato trovato mancante?
    Aveva paura, ma l'ansia continuava a scemare, mentre il dolore saliva e l'unica cosa che desiderava era di gettarsi su un letto e dormire per due giorni. Forse il dolore dopo due giorni, sarebbe stato attenuato e il suo corpo guarito.*

    CITAZIONE
    - Allora? -

    * Disse perentorio e gelido il Comandante. Un tono ben diverso da quello che gli aveva riserbato in ben altre circostanze.
    Amichevole, caldo...
    Ora era freddo, scostante ed impersonale. *

    - Raccontaci com'é andata. Voglio sapere tutto. -

    *Il tono del comandante l'aveva colpito.
    Nelle precedenti occasioni in cui aveva avuto modo di parlare con lui, gli era sembrato un uomo tranquillo e rassicurante.
    Ora di quell'uomo calmo e pacato non c'era traccia.
    Quell'uomo era il Comandante, non una persona, ma una figura amministrativa che aveva delle responsabilità, un grado sopra altri gradi. Non poteva mostrare gentilezza in guerra, come non ci si poteva mostrare debole e indecisi di fronte ai propri compagni e ai propri nemici.*

    § I nemici... chi li crea i nemici?
    Sono loro stessi che si fanno tale o sono forse gli uomini a crearsene per avere uno scopo?
    Cosa devo fare?
    Ditemelo, vi prego!
    Dimmi, cosa devo fare, fratello?§

    *Il pensiero di suo fratello lo fece calmare un po'. Cercò di raccogliere tutto il coraggio che gi era rimasto, trovando quei pochi pezzi in mezzo allo scompigliato puzzle delle emozioni che stava provando. Due o tre soli pezzi su diecimila, era tutto quello che era riuscito a trovare.
    Prese un ampio respiro che gli fece dolere le costole. Chiuse l'occhio e poi lo riaprì.
    Alzò lo sguardo, fissandolo nell'occhio destro il freddo Comandante.
    Risolutezza era quello che avrebbe visto quell'uomo, aveva già dimostrato di essere fragile e saventato, ora aveva intenzione solo di mostrargli la sua decisione.
    La stessa decisione che forse aveva distrutto tutti loro.*

    - Comandante, ho raggiunto la Squadra India come da ordini impartitimi e ho fornito copertura durante l'attacco di Zeon, abbattendo un'aeronave nemica in volo. -

    *Come diavolo si chiamava quel grosso e tozzo pezzo di latta volante che aveva abbattuto? Non se lo ricordava, non importava. Non doveva fermarsi, doveva proseguire o temeva che il coraggio che aveva tanto faticosamente messo assieme, si sarebbe potuto prosciugare da un momento all'altro.*

    - In seguito mi sono unito alla Squadra India per un breve briefing conoscitivo, fino a quando non è arrivato quel suit volante di nuova generazione. -

    *Ingoiò la saliva.
    Qualche goccia di sudore gli scese lungo la schiena, mentre ripensava all'accaduto.*

    - Era dannatamente veloce, ha abbattuto in un attimo diversi mezzi e ha rapito un nostro compagno. -

    *Non aveva ben capito se fosse un loro compagno, un disertore o che altro, ma per il momento era meglio semplificare tutto, senza scendere troppo in particolari di cui non era al corrente.*

    - Eravamo in una situazione critica, il mezzo aveva dimostrato ostilità nei nostri confronti.
    Ho visto quello che sembrava la sua fonte di propulsione e ho pensato che colpendolo precisamente sarebbe sceso a terra in avaria, diventando più vulnerabile agli attacchi. In tal modo avremmo potuto salvare il nostro compagno e catturare il mezzo. -

    *Aveva appena esposto in pochi minuti quello che nella sua testa era durato appena un baleno, un rapido guizzo tra un gruppo di neuroni.
    Ricordava una tesi secondo cui il pensiero umano viaggiasse alla velocità della luce.*

    - Ho mosso l'Evangelion per raggiungere un buon punto di tiro, alle spalle del suit ostile. Ho premuto il grilletto conscio che l'incolumità dell'ostaggio non era assicurata, ma ho preferito dare priorità alla salvezza del resto dei miei compagni. Il mezzo ha schivato il mio attacco e...-

    *Continuava a ricordare quel guizzo, le scie rosse che erano partite dal mezzo portando con sé morte e distruzione tra i mezzi alleati.*

    - ...siamo stati sconfitti. -

    * Non c'era altro modo di concludere il discorso.
    Già, quella era proprio la fine.
    Si sentiva meglio, sollevato, come se si fosse appena confessato e avesse tolto un peso dalla sua anima.
    Il corpo soffriva, ma la sua anima era in pace.
    Chiuse ancora gli occhi inspirando lentamente e si preparò al verdetto.*

    Edited by Shinji Kakaroth - 23/3/2010, 15:43
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Gundam Master

    Group
    Admin - GM
    Posts
    6,593
    Location
    Il profondo cielo dei miei sogni

    Status
    Anonymous Anonymous

    CITAZIONE
    - ...siamo stati sconfitti. -

    * Le orecchie di Ryu si protesero in un gesto quasi sussultorio al sentire quel pallido tentativo di confessione.
    Sembrava un bambino che aveva rubato un dolce dalla dispensa della mamma ed ora, tentava di giustificarsi.
    Ma di chi era la colpa?

    Asher intervenne prima che il capitano potesse dire nulla. *

    - Signore. La responsabilità dell'accaduto é completamente mia. Se avessi saputo tenere più compatta la squadra, se avessi saputo dare ordini migliori, ora Zeon e ZAFT non avrebbero il nucleare. -



    * Il comandante lo soppesò gradualmente, irto e sostenuto sulla sua stampella.
    Successivamente spostò il proprio sguardo sullo schermo che aveva dinnanzi, per poi, con fare vagamente indurito - forse dalle affermazioni di Shouji, forse da quelle di Chronicle - pigiò alcuni pulsanti, mostrando alcune immagini mediante il proiettore olografico in centro tavolo. *

    - E queste cosa sono? -

    * Disse acido, mentre le immagini di Asher che urlava "Mettete Rick all'interno del Gaia!" passavano in loop grazie ad una registrazione reperita proprio dalle telecamere del Gaia Gundam. *

    - "Mettete Rick all'interno del Gaia".... Cosa sono questi! -

    * Menò un forte pugno sul tavolo. *

    - ORDINI! -

    * Si alzò in piedi. Irato e fuori di se, per poi tornare a sedere dopo averli guardati carico di frustrazione.*

    - E voi non li avete eseguiti. -

    * Chiuse gli occhi facendo una pausa, che fu bruscamente interrotta da Stefano, il quale cercò di giustificare la squadra da quell'azione dissennata. *

    - Signore, noi abbiamo ricevuto l'ordine di scramble immediato e quindi abbiamo pensato che fosse necessario decollare immediatamente. Però... -

    * Fece una pausa. *

    - Se solo io fossi stato più accorto-.... -

    - Se solo TUTTI fossero stati più accorti Rebessi! TUTTI! -

    * Ryu lo interruppe calcando la parola "tutti" in modo da fare intendere che non era solo il compito di un singolo, ma della squadra quello di prendersi cura di un proprio compagno. *

    - Avete disobbedito ad un ordine pensando unicamente a salvarvi la pelle! Siete disgustosi! E per di più avete legato un vostro compagno innocente! Rebessi lei doveva sapere che le intenzioni di Dheidir erano innocue, perché ha chiuso la sua mente? Eh!? E' anche a causa di questo che lui ora é scomparso...
    Ed ora!? Dheidir dov'é!?

    IN MANO AL NEMICO, ECCO DOVE! -

    * Un altro pugno sulla lavagna tattica, il cui ologramma vibrò per qualche istante. Ma poi un momento dopo Asher proruppe per richiedere attenzione.*

    - Riguardo a Dheidir, perché lei non sembra sorpreso della mutazione da lui subita guardando le registrazioni Signore!? Perché mi ha tenuto nascosto un dettaglio simile? Se solo lo avesse menzionato nel rapporto contenuto all'interno dei documenti Io non avrei agito tanto sconsideratamente... -


    * Il comandante lo osservò con occhi sottili. La documentazione su Dheidir era stata censurata per motivi che il tenente non poteva immaginare e quindi non avrebbe potuto elargirgli le informazioni che richiedeva, ma avrebbe comunque risposto al suo quesito, anche se in forma differente da quella da lui auspicata. *

    - La documentazione riguardo al Sottotenente Dheidir é protetta dal segreto militare. Non avrebbe in alcun modo pregiudicato la missione lo status fisico del soggetto, che, in qualunque modo, doveva rimanere stabile... effettivamente nemmeno io sono a conoscenza di cosa sia successo a Rick, ma quel che é certo é che non doveva avvenire una mutazione del genere in pieno campo di battaglia. Lo pensavo un ragazzo più giudizioso. -


    * Successivamente riprese a parlare rivolto ai propri commilitoni, ma senza stemperare la tensione che pochi attimi prima aveva coinvolto tutti sulla questione dell'aver abbandonato Rick in balia del nemico e del fuoco avversario. *

    - La colpa maggiore dell'aver perso il sottotenente Dheidir sicuramente é del tenente Asher, che era responsabile per voi, ma voi dovevate essere coesi ed uniti in modo da decidere all'istante chi avrebbe messo al sicuro uno dei vostri compagni. -

    * Lo sguardo di Ryu, che fece per fulminare ognuno dei presenti, si posò infine su Shouji. *

    - Sergente Ikari, mi guardi. -

    * La voce dura, inflessibile, doveva fare la parte del cattivo quella volta, e non gli andava per nulla a genio, sopratutto con quel ragazzino. *

    - Lei ha operato una valutazione affrettata della situazione, ha messo a rischio la vita di un suo compagno, non ha mantenuto uno stand-by operativo congruo alla situazione. Per tali inadempienze, lei e gli altri suoi compagni sarete messi in cella di rigore fino a nuovo ordine. -

    * Ryu chiuse gli occhi e si rilassò sulla sedia, nel mentre gli altri componenti della squadra India - tranne Asher - sbiancarono.
    Sarebbero andati in cella per scontare la loro pena, ma Rick? Chi lo avrebbe salvato? Rufus intervenne.*

    - Ma Rick? Chi va a salvarlo? -

    * Ryu lo guardò di sbieco, prima di inveire contro la sua figura divenuta apertamente un bersaglio. *

    - E il Sergente Desuyo? Cazzo quel ragazzo é morto!
    Se dobbiamo piangere i nostri dispersi abbiate un pò di coerenza e piangete anche i nostri caduti! -


    * Ryu ebbe gli occhi illuminati da un lieve lucore, Stefano poté avvertire provenire da lui una forte sensazione di dolore, ma vista la sua condizione confusa non poté permettersi di percepire altro...
    Poi il comandante - il cui sguardo era ricaduto momentaneamente nello sconforto - risollevò i propri occhi, per poi pronunciarsi nuovamente. *

    - Riguardo a Dheidir... non sappiamo ancora dove si trovi il mezzo di cui parlano le registrazioni. E, mi duole dirlo... ora non é lui ora la nostra priorità. -

    * Il comandante strinse i pugni, conscio del fatto che quel gesto gli sarebbe costato la fiducia dei suoi uomini. *

    - La nostra priorità ora sono le testate nucleari. E per questo... -

    * Pigiò ancora una volta qualche pulsante sulla console. *

    - ...Voglio porre all'attenzione di tutti voi che nelle prossime ventiquattro ore potrebbero esserci ulteriori sviluppi. Terremo pronti i mezzi recuperati dalla missione per un vostro tempestivo utilizzo, nel frattempo... ponderate bene sul vostro operato e rifletteteci su. E' tutto. -

    * Misato rimase atterrita, ed istintivamente prese parole in difesa di Shouji agitandosi quasi fosse stata sua madre. *

    - Ma comandante! E' solo un bambino! Non può metterlo in prigione, ha fatto uno sbaglio, ma me ne assumo io la responsabilità, la nostra quota operativa era troppo elevata e quindi noi-... -

    - SILENZIO! -

    * Ryu la uccise all'istante. Non avrebbero ottenuto nulla a trattarli con la bambagia, se quell'errore non fosse pesato sulle sue spalle Shouji non avrebbe capito niente di ciò che aveva fatto. *

    - Non ho detto che le condono i suoi errori, Maggiore. Ora però lei mi serve per altro. -

    * Poi, all'interno della stanza, mentre ancora tutti erano nel più completo sgomento, giunsero dei soldati armati , evidentemente per scortare la Squadra India - tutta - verso il settore detentivo.
    Presero Asher che - fatto il saluto - si lasciò prendere per un braccio - lui aveva capito, anche se ricolmo di sensi di colpa.
    Rufus e Stefano parvero il primo sorpreso ed attonito ed il secondo profondamente deluso, quasi sprezzante.
    Restava Shouji che venne avvicinato da una delle guardie, un uomo vestito di nero, con un grosso mitragliatore a tracolla ed un basco color antracite che gli copriva - leggermente inclinato - la testa.
    I suoi occhiali neri ne coprivano l'espressione anonima, cosa che rese ancor più dura ed inflessibile la sua figura nel suo avvicinarsi al ragazzino. *

    - In quanto a lei, Tassadar... -

    * Disse Ryu senza voltarsi dal proprio scranno. *

    - Spero che lei abbia intuito di cosa possa trattare il compito per cui l'ho fatta convocare qui a quest'ora del mattino. -

    * Poi il silenzio, e l'amarezza di una missione completamente fallita. *



    per Gabriel Tassadar:

    Non solo hanno fallito, ma hanno anche abbandonato un loro compagno di squadra alla merce del nemico. Un vero e proprio disastro di missione. Chronicle, per quanto abile, non ha potuto fare nulla contro l'inettitudine dei propri uomini, ed ora, ne paga le conseguenze.
    Adesso Gabriel inizia ad intravedere uno spiraglio di ciò che lo aspetta, che ci sia qualche testata di mezzo?




    per Shouji Ikari:

    Ciò che gli sembrava difficile a spiegarsi divenne impossibile da giustificare nel momento stesso in cui il comandante ha condannato sia lui che i suoi compagni ad una sanzione detentiva.
    Non era mai stato in prigione, un luogo buio al di fuori dell'Eva, un luogo dove sarebbe stato solo assieme a persone sconosciute, senza né il viso né la voce del Maggiore Katsuragi.






    Game Master:Ultimo giro di post per Shouji che continuerà la propria giocata inaugurando la sezione dedicata alle prigioni.

    Per Gabriel invece, inizia la vera e propria giocata, che tratterà di ciò che dovrà effettivamente fare.
    A voi le penne scrittori!

    EDIT: scusate l'immenso ritardo, ma ho dovuto sistemare il post perché c'erano diverse questioni non contemplate che necessitavano di essere spiegate o di essere semplicemente rese note. chiedo ancora scusa agli interessati.


    Web
     
    Top
    .
  12. Gabriel Tassadar
     
    .

    User deleted


    *Quel che gli era stato narrato era niente altro che il prototipo di un disastro: un sergente morto e il suo mezzo distrutto, un secondo Mobile Suit ridotto ad un rottame, un sottotenente catturato, l'obbiettivo della missione perduto e delle testate nucleari in mano a dei potenziali squilibrati.
    Davvero una situazione terribile.
    Ma era per questo che lui era li, era proprio per evitare che certi disastri si ripetessero e altre persone dovessero soffrire.
    Dovessero morire.
    Aveva assistito allo spettacolo del Comandante infuriato con interesse ed attenzione, aveva adesso una vaga idea della persona dalla quale avrebbe ricevuto ordini da li in poi: carismatico, passionale, forse un po' troppo irascibile.
    Sarebbe stato impossibile biasimarlo però, il bollettino di quella missione sembrava quello d'una squadra di mercenari di terz'ordine piuttosto che quello di una forza d'elite.
    Non erano tanto la perdita di due mezzi e la morte di un soldato ad aggravare tanto il suo giudizio, dopotutto in battaglia i sacrifici sono, tristemente, comuni.
    Quel che rendeva la situazione drammatica, dal punto di vista emotivo e psicologico, era la cattura di uno dei membri della squadra a causa della negligenza degli altri.
    Desolante, a dir poco.
    I soldati vennero portati, uno dopo l'altro, nella cella di rigore, lasciando per ultimo proprio il ragazzo al quale veniva attribuita gran parte della colpa della missione. Invero, lui condivideva il punto di vista del Comandante: dare la colpa solamente ad uno di loro era sicuramente da vigliacchi e vederlo fare da un soldato ben più adulto di quello spaurito bambino era ancor più inquietante.
    Si soffermò ad osservare le reazioni della donna, il Maggiore Katsuragi, che si era proposta con atteggiamenti profondamente protettivi verso il Sergente, se tale titolo si poteva dare ad un ragazzo in piena pubertà, Ikari.
    Era sempre più evidente il forte legame instaurato tra di loro.
    L'espressione si strinse in qualcosa di più malinconico di fronte a quella disperata, quanto inutile, difesa. Infranta senza alcuna pietà da un Comandante che voleva sembrare un maestro di vita oltre che un ufficiale.
    Un padre severo?
    Lasciò le sue elucubrazioni psicodinamiche ad un tempo da destinarsi, sentiva che il prossimo a venir chiamato in causa sarebbe stato proprio lui. E poteva benissimo immaginare quale fosse il suo compito li.
    Non importavano i dispersi, non interessavano i mezzi distrutti, tutto quel che contava era il Nucleare.
    Quella tremenda arma scoperta così indietro nel tempo, ma che ancora oggi gettava la sua ombra cupa sulla terra e su tutte le colonie.
    Così avvenne.*

    CITAZIONE
    - In quanto a lei, Tassadar... Spero che lei abbia intuito di cosa possa trattare il compito per cui l'ho fatta convocare qui a quest'ora del mattino. -

    *Incisivo, tagliente, persino aggressivo in qualche maniera.
    Un vero Comandante in una situazione d'emergenza.
    Nessuna espressione concesse al suo volto, in quel momento era il Serpente e non Gabriel, perciò non avrebbe permesso alle emozioni di distoglierlo dal suo obbiettivo. Solo così avrebbe portato a termine una missione così delicata. Sentiva di ammirare già la forza, l'assoluta determinazione del suo nuovo superiore, e se poteva fidarsi di lui...
    ...Nulla l'avrebbe fermato.
    Analizzò mentalmente la situazione, senza spostarsi da dov'era. Si permise solamente un'occhiata di comprensione per la donna che, in qualche maniera, sembrava aver difficoltà a nascondere le sue emozioni.
    Ancora un istante di silenzio, occhi chiusi a riflettere.*



    *Poi, finalmente, decise che era tempo di parlare. Avrebbe voluto confortare il Maggiore, facendole capire come, nonostante la paura, non fosse possibile risparmiare al Sergente Ikari la cella. Dopotutto gli altri soldati si sarebbero potuti lamentare di questa preferenza e lui si sarebbe sentito solamente un bambino viziato. Ma non poteva, non ancora. C'era un'altra cosa da fare, prima di questo.*

    - Abbiamo idea di dove siano state portate le testate, Comandante? -

    *Andava dritto al punto, non era uno da sprecare tempo. Anche perchè ciò che l'attendeva aveva la massima priorità: un olocausto nucleare era da scongiurare ad ogni costo.*

    - E, se possibile, avrei anche bisogno di sapere su quali e quanti soldati posso contare per questa missione. -

    *In verità si aspettava un vero e proprio briefing per il suo primo incarico, ma iniziare a tastare il terreno avrebbe concesso di guadagnare tempo in ambito strategico. Sapere dove si deve colpire e le forze che si hanno a disposizione era necessario per iniziare a studiare una strategia. Inoltre avrebbe dovuto leggere le schede tecniche di ciascuno dei mezzi dei suoi sottoposti e, se possibile, dare uno sguardo ai dossier su quest'ultimi. Alzò lo sguardo a quel punto, per incrociare nuovamente quello del Maggiore, quasi a dirle che, presto, avrebbe avuto alcune parole da spendere anche con lei. Ma il fatto che lei fosse stata trattenuta suggeriva che sarebbe stata preposta anche a questo nuovo incarico e quindi, quelle parole, avrebbero dovuto aspettare.*

    - Per le restanti informazioni credo di poter attendere il Briefing signore. Anzi, perdonate la mia impazienza rispetto a ciò che vi ho appena chiesto. -

    *Ma, per un serpente, uccidere una preda ben più grande di lui è una questione di astuzia e pianificazione, di ragionamento e attesa. Un solo colpo per trasmettere il veleno, poi l'immobilità sino alla fine per il suo bersaglio. Solo allora il rettile poteva gioire della sua vittoria.*
     
    Top
    .
  13. Shinji Kakaroth
     
    .

    User deleted


    *Il comandante li stava denudando.
    Stava lentamente sciorinando tutte le loro imperfezioni, i loro errori e le loro insubordinazioni, lasciando solo al suo passaggio null'altro se non terra bruciata.
    Avevano fallito, erano stati battuti e come cani erano tornati a casa uggiolanti, con la coda tra le gambe a leccarsi le ferite.

    Shouji sapeva di aver sbagliato, sapeva di aver commesso degli errori, ma ormai non poteva farci più niente. Non poteva far tornare indietro il tempo, per tornare a quel momento e prendere una decisione diversa. Quello non era un gioco, dove se sbagli, ti basta ricaricare al primo save point a cui ti eri fermato.
    Quella era la vita. La vita sua e dei suoi compagni.
    Vite spezzate e vite contorte dalla guerra.
    Abbassò lo sguardo, mentre il comandante continuava a redarguirli irato.*

    CITAZIONE
    - Sergente Ikari, mi guardi. -
    * La voce dura, inflessibile, doveva fare la parte del cattivo quella volta, e non gli andava per nulla a genio, sopratutto con quel ragazzino. *

    - Lei ha operato una valutazione affrettata della situazione, ha messo a rischio la vita di un suo compagno, non ha mantenuto uno stand-by operativo congruo alla situazione. Per tali inadempienze, lei e gli altri suoi compagni sarete messi in cella di rigore fino a nuovo ordine. -

    *Non disse niente. Non c'era null'altro che avrebbe potuto dire.
    Nessuna parola che avrebbe potuto scusare il suo comportamento, il suo fallimento.
    La situazione era grave, delle testate nucleari rubate in mano a pazzi che strillavano brani di letteratura da un Mobile Suit, dai nemici.
    Shouji era atterrito dalla situazione, ma in fondo al suo animo si sentiva meglio, gli sembrava che quel senso opprimente di poco prima fosse passato, come una vera liberazione, un esorcismo.
    Alzò ancora una volta lo sguardo su Misato-san, il suo occhio blu-azzurro incontrò lo sguardo disperato della donna, che avrebbe voluto aiutarlo, tirarlo fuori dai guai con tutte le sue forze.
    Ma Shouji sapeva che si era meritato quella punizione, aveva peccato e ora avrebbe dovuto scontare i suoi peccati nel purgatorio terreno.
    Sapere di venir punito gli dava quasi un senso di tranquillità, come se quella pena fisica, la detenzione in cella di rigore, l'avesse in parte assolto dalla sua colpa. Come se scontando quel castigo, potessero perdonarlo.
    Intanto il dolore fisico si stava acuendo, un minuto dopo l'altro, ma era ancora sopportabile.*

    CITAZIONE
    * Misato rimase atterrita, ed istintivamente prese parole in difesa di Shouji agitandosi quasi fosse stata sua madre. *

    - Ma comandante! E' solo un bambino! Non può metterlo in prigione, ha fatto uno sbaglio, ma me ne assumo io la responsabilità, la nostra quota operativa era troppo elevata e quindi noi-... -

    - SILENZIO! -

    *Shouji provò pena e gratitudine nei confronti di Misato, che stava cercando di tenere le sue parti, nonostante fosse palesemente indifendibile.
    Era stato lui a causare la sconfitta della sua squadra, era stato il suo errore a portare la sventura su di loro.
    Scosse la testa, lacrimando un po'*

    CITAZIONE
    *Restava Shouji che venne avvicinato da una delle guardie, un uomo vestito di nero, con un grosso mitragliatore a tracolla ed un basco color antracite che gli copriva - leggermente inclinato - la testa.
    I suoi occhiali neri ne coprivano l'espressione anonima, cosa che rese ancor più dura ed inflessibile la sua figura nel suo avvicinarsi al ragazzino. *

    *Prima di uscire dalla stanza, il ragazzo alzò ancora una volta l'occhio sano a intercettare lo sguardo di Misato-san e mosse le labbra senza però proferir parola o fare un fiato.
    Poi si voltò verso l'uscita e lasciò che la guardia lo scortasse verso la zona penitenziaria.
    Sperava non ci volesse molto.
    Era stanco, e cominciava a sentire il riaffiorarsi dei dolori della battaglia in tutto il corpo.
    L'effetto dei farmaci stava scemando rapidamente.
    Sperava di fare alla svelta, per arrivare alla sua cella con le sue gambe.

    Una volta usciti, Misato cercò d'interpretare quello che il ragazzo le aveva sillabato in silenzio.
    Quattro sillabe soltanto.*

    §DA... I... JO... BU... Va tutto bene!§ *pensò Misato, provando un profondo rimorso per non aver potuto aiutare il ragazzino più di quanto non avesse fatto.*

    SPOILER (click to view)
    [OT]Ok sono pronto a postare alle prigioni! XD
    Ryu, il topic nuovo lo apro io o lo apri te?
    Avvertimi mi raccomando! ^_-[/OT]


    Edited by Shinji Kakaroth - 22/4/2010, 12:15
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Gundam Master

    Group
    Admin - GM
    Posts
    6,593
    Location
    Il profondo cielo dei miei sogni

    Status
    Anonymous Anonymous
    * Gli uomini in nero li stavano portando via uno dopo l'altro.
    Anche Shouji venne preso...
    ...quel ragazzino colpevole di aver fatto fallire la missione.
    Coraggioso, oltre ogni dire, accettante la punizione inferta.
    Ryu lo guardava orgoglioso, ma senza far trapelare la nota d'approvazione nel suo comunicare forza d'animo - sicuramente sofferta - al maggiore Katsuragi, che sembrava - a dire il vero - stare peggio di lui.
    Ma prima che tutti fossero usciti, li stoppò ancora con durezza, un'ultima volta. *

    - Ah, dimenticavo -


    * La prospettiva di un ulteriore ammonimento non andava giù proprio a nessuno e a dire il vero sia Stefano che Rufus fecero per svoltare lo sguardo altrove, per non incontrare quello del loro superiore che risultava in quel frangente sempre duro come il marmo.
    Poi, l'ardua sentenza. *

    - Vi comunico ufficialmente che da questo momento in poi, per ragioni dovute al vostro comportamento in missione, gli alloggi singoli per i membri Irregulars di grado inferiore a sottotenente saranno accorpati -


    * Tutti sgranarono gli occhi. *

    - Da ora in avanti i sottotenenti che presteranno servizio avranno l'opzione di scegliere se andare in accorpamento oppure se venire smistati in delle singole. Voi, non avrete quest'opportunità. Una volta che avrete scontato la vostra sanzione sarete smistati in coppia con un altro vostro compagno. Saprete al momento opportuno di chi si tratterà -


    * Silenzio.
    I membri della squadra India erano allibiti.
    Non era mai stato necessario un provvedimento simile.
    Non era mai successo che gli Irregulars si dimenticassero di un loro compagno.
    Ryu non era mai stato così duro con loro. *

    - E' tutto -


    * Il comandante pigiò alcuni pulsanti andando a far perdere il proprio sguardo sullo schermo olografico, mentre la porta si chiudeva dietro ai membri della squadra che se ne uscirono mesti, con una bella punizione ed una sconfitta nel sacco.

    CITAZIONE
    Per Shinji prosegue qui

    Quando furono usciti, tutto tacque per qualche istante.
    Poi finalmente furono le parole di Tassadar ad animare la stanza. *

    CITAZIONE
    - Abbiamo idea di dove siano state portate le testate, Comandante?
    E, se possibile, avrei anche bisogno di sapere su quali e quanti soldati posso contare per questa missione.
    Per le restanti informazioni credo di poter attendere il Briefing signore. Anzi, perdonate la mia impazienza rispetto a ciò che vi ho appena chiesto. -

    * Ryu rispose stancamente, quasi come se dopo che i suoi uomini erano usciti si fosse sentito più sollevato. *

    - Le testate probabilmente stanno viaggiando da qualche parte in giro per la Cambogia -


    * Disse il comandante mettendosi le mani davanti al viso per massaggiarsi la fronte, il confronto con la squadra era stato più duro del previsto. *

    - I dettagli sugli elementi che le verranno affidati verranno trasferiti direttamente sul suo datapod una volta che sarà in volo verso la zona delle operazioni -


    * Il ragazzo si rivolse poi a Misato. *

    - Perdoni la scortesia maggiore, ma non potevo permettere che Shouji fosse un privilegiato rispetto agli altri. Capisco la sua posizione, ma lei deve capire la mia. E sopratutto la nostra-


    * Dicendolo disegnò un ampio cerchio sul tavolo utilizzando gli indici di ambedue le mani, partendo dall'alto per poi richiuderlo ricongiungendoli infine verso il basso. *

    - Vorrei che seguisse il sottotenente Tassadar in questa missione. Quantomeno inizialmente. -


    * La donna, visibilmente in apprensione per il suo pupillo, era avvilita e sfibrata, probabilmente era anche dovuto al fatto che da quando era rientrata aveva solo fatto una doccia e si era distesa solamente qualche minuto sul letto.
    Rispose come se nulla fosse stato, sfoderando al contrario di ogni aspettativa, tutta la sua rinomata professionalità. *

    - Sissignore! -


    * Ryu si concesse un breve cenno di approvazione col capo ed uno stanco... *

    - Molto bene... -


    * Poi rivolse il proprio sguardo a Gabriel. *

    - Ottimo autocontrollo Tassadar, mi sorprende che non abbia aperto bocca sul fatto che i suoi ex-commilitoni abbiano partecipato all'operazione di contrabbando del nucleare -


    * Frecciata.
    Era sorprendente come il comandante fosse ancora in grado di sondare il terreno. Cosa ne pensava Gabriel della situazione? Era questa la domanda sottintesa che Ryu intendeva porgli, Gabriel in quel momento era il serpente e Ryu il suo incantatore.
    Voleva essere sicuro che il suo cobra personale si muovesse spira dopo spira secondo i suoi piani, senza avere ulteriori - brutte - sorprese.
    Poi pigiò un pulsante e sullo schermo olografico comparve una cartina tridimensionale. *



    - Bene signori, può avere inizio il briefing dell'operazione:
    "Nuclear Mice" -


    * La cartina mostrava chiaramente la mappatura del mondo secondo i vecchi confini territoriali delle aree geografiche.
    Una freccia rossa stava ad indicare la probabile rotta del convoglio gestito da Ramba Ral. Essa partiva dalla Corea del sud e giungeva - attraversando la Repubblica Asiatica - in pieno territorio di ORB.
    In Cambogia. *

    - Con tutta probabilità la Repubblica Asiatica sta appoggiando lo smercio del nucleare in funzione di chissà quale favore che Zeon sta facendo loro. Come potete vedere hanno presumibilmente attraversato la Cina per giungere in Cambogia dove si dice che un vecchio trasporto Zanzibar li stia attendendo -


    * Ryu mostrò sullo schermo delle diapositive in modalità multi-finestra di alcune impronte di Zaku ritrovate lungo il probabile percorso del loro convoglio, accompagnate da impronte di ruote. *


    - Come potete vedere da queste immagini gli zeoniani sono presumibilmente già in Cambogia. Dobbiamo muoverci alla svelta o altrimenti ce le soffieranno da sotto il naso prima che noi potremo fare qualcosa. -


    * Il comandante fece una breve pausa di riflessione, poi riprese osservando Tassadar per parlargli meglio di ciò che lo avrebbe atteso. *

    - Coloro che la accompagneranno in missione, sottotenente, la attenderanno all'interno del trasporto Garuda dentro al quale saranno trasportati lei ed il suo Phantom*. Sappia però che il territorio nemico é alquanto pericoloso. Nonostante sia territorio di ORB - e quindi nostro alleato - non abbiamo una copertura aerea da parte degli Emirati Uniti** che, se pur ci garantiscono un punto di rifornimento presso Sankôr, non possono favorirci nella missione, che avverrà sotto il diretto supporto delle Nazioni Unite -


    * La cartina mostrava evidenziata da un cerchio rosso la città di Sankôr, che avrebbe funto da probabile punto di rifornimento alla squadra capeggiata dal serpente degli Irregulars.
    Ryu successivamente incrociò le braccia e si distese per qualche momento, dopodiché parlò per l'ultima volta, mentre le immagini delle varie locazioni geografiche - mostrate sotto forma di cartine olografiche - gravitavano senza peso come fossero state proiettate all'interno di uno specchio d'acqua. *

    - Avete domande? -


    * Voce stanca, ma decisa.
    Sguardo sottile ed incorniciato da un'alito di determinazione.
    Quella missione non doveva assolutamente fallire. *


    Game Master:(*) Con l'abbreviativo "Phantom" si intende lo Zaku Phantom in dotazione al sottotenente Tassadar.
    (**) Con il termine "Emirati Uniti" invece si intende ovviamente il territorio di ORB, altrimenti denominato "Emirati Uniti di ORB"

    Per il resto ti lascio un post di libera ponderazione/interpretazione, anche per interagire con il maggiore Katsuragi se lo desideri.
    Per il resto a te la penna, visto e considerato che da adesso incomincia il tuo esame bello ^__-

    Riguardo a ShinjiKakaroth vorrei ricordargli che non si pilotano gli NPC in uso dal GM, perché non é previsto dalle regole del PbF. Voglio quindi ricordargli che non lo dovrà più fare in futuro. Successivamente posso dirgli di aggiornare il suo storyboard con ciò che é appena successo, dopodiché gli comunicherò io quando potrà accedere alla giocata in prigione di prossima apertura.

    Scusate il ritardo.

    AVVISO IMPORTANTE:
    Il provvedimento di accorpare i personaggi di grado inferiore a sottotenente in modo obbligatorio diviene ufficiale e di natura amministrativa all'interno del forum.
    Pertanto, tutti coloro che posseggono ad oggi una camera singola e saranno di grado inferiore a sottotenente verranno smistati in accorpamento con un altro loro compagno.
    Ciò verrà esplicato più chiaramente in un avviso ufficiale di prossima uscita.
    Inoltre, verrà anche resa ufficiale la nuova taggatura del forum, per cui tutti i topic aperti dopo la chiusura di questo debriefing dovranno attenersi alle nuove regole sui tag da utilizzarsi all'interno della piattaforma di gioco.





    Edited by - Temari - - 14/1/2011, 21:31
    Web
     
    Top
    .
  15. Gabriel Tassadar
     
    .

    User deleted


    *La situazione era critica.
    Era evidente che, per il Comandante, scegliere delle misure così dure nei confronti dei suoi uomini era stato incredibilmente difficile. Li osservava, affranti e stupiti, con quegli occhi che sembravano impenetrabili e privi di rimorso.
    Eppure, le parole che ebbe pronunciato poco dopo, rivelarono la difficoltà con cui aveva dovuto accettare quelle scelte che era stato lui a proporre.
    Lo capiva perfettamente: quando ancora serviva ZAFT, aveva avuto degli uomini ai suoi ordini e si era sentito presto nei panni d'un genitore con i propri figli.
    Una sensazione tremendamente sgradevole quando, accidentalmente, uno, o più, di loro incontrava una triste fine, per poi essere rimandato a casa avvolto in una bandiera.
    Ed una di esse, in particolare, gli era rimasta davvero impressa.*

    ***

    *Era un giorno sereno, quando poterono finalmente restituire alla terra le spoglie del soldato Julius Ardus, caduto su Yakin Due. Il cielo era terso e la luce del sole artificiale riscaldava tutto quel che baciava, senza risparmiare nulla.
    Neanche la bandiera che copriva il candore della bara in cui era riposto il soldato, insieme alle mostrine e alle medaglie al valore.
    Nulla che gli sarebbe servito nel suo nuovo viaggio, ma era quella l'usanza militare per chi si sacrificava per proteggere l'andamento della missione.
    Tra i militari presenti, due, fermi proprio a lato della bara, sembravano avere la mente altrove. Perduta nello spazio infinito che l'atmosfera artificiale copriva alla vista, con occhi lanciati nell'elucubrazione assoluta del senso di quelle parole che risuonavano come il requiem per quel soldato.
    Erano verbi inutili, nessuno avrebbe restituito loro ciò che avevano perso.
    Lui non piangeva, lei singhiozzava in silenzio, sperando di mantenere quanto più contegno possibile a favore del suo status di soldato.
    Totalmente futile, proprio come quelle parole.*

    - E quindi lo salutiamo, infine. Sergente Julius Ardus, caro amico e persona di inestimabile valore. Ora lasciamo la parola a colui che meglio lo conosceva: il sergente Tassadar, suo più grande amico. -

    *La funzione procedeva, per coloro che avevano attenzione per essa, laddove altri non pensavano ad altro se non alla perdita di un soldato, di un compagno o, forse, di un amico. I funerali dei soldati erano soliti somigliare maggiormente a cerimonie militari in piena regola, molto più autoriferite che realmente legate ad una qualche fede religiosa e spesso apparivano tremendamente freddi o impersonali.
    Un po' come il viso che usava come maschera quel giorno.
    Si mosse, rapido e preciso come sempre, persino gelido nella sua sembianza d'assoluta inespressività.
    Occhi color nocciola eppur algidi come il ghiaccio.*

    - Cosa potrei volervi dire di Julius... -

    *Avrebbe potuto raccontare delle infinite serate passate in tre di fronte ad un bicchiere. Poteva narrare dei momenti di intimità e di affetto nelle stanze degli addestrandi. Poteva rievocare le divertenti ore passate a ragionare sul "nulla" e a proferire opinioni opinabili sul perchè delle cose.
    Ma non disse nulla di tutto questo.*

    - ...Era un uomo di forti valori morali, era una persona dal cuore immenso... -

    *Quante cose stava dicendo. Quante parole senza senso infilate l'una dietro l'altra. Erano sicuramente vere, ma non erano le più vere che avrebbe potuto comunicare.
    Pertanto erano semplicemente false.*

    - Ed ora... Lo saluto anche io. Amico mio, fai buon viaggio. -

    *Solo allora ebbe il coraggio di abbassare gli occhi su Venusia, che era rimasta dove lui l'aveva lasciata, di fronte alla tomba.
    Attonita.
    Divorata dal senso di colpa per non aver potuto salvare il suo amico e l'amico della persona che amava.
    Solo qualcosa, in lei, era cambiato.
    Gli occhi, inumiditi da lacrime senza speranza, non erano più rivolti verso la bara e la bandiera, ora essi osservavano lo splendore di quel cielo artificiale che era sempre stato l'unico che avevano imparato ad amare.
    Finto, come le parole del suo innamorato su quel palcoscenico.*



    ***

    - Ottimo autocontrollo Tassadar, mi sorprende che non abbia aperto bocca sul fatto che i suoi ex-commilitoni abbiano partecipato all'operazione di contrabbando del nucleare -

    *Le parole di provocazione del suo superiore lo riportarono immediatamente con l'attenzione sulla missione. Doveva essere stanco per la bizzarra ora della convocazione, altrimenti non si sarebbe mai perso in certe elucubrazioni.
    Inutili elucubrazioni.*

    - Ho lasciato ZAFT per dei motivi specifici, come lei sa. Non mi aspettavo niente di meglio da chi vive nell'ombra della vendetta. -

    *Crudele, impietoso, gelido.
    Era il morso del serpente, quello a cui basta colpirti una volta sola, per vederti agonizzare lentamente di fronte ai suoi occhi dalla pupilla sottile e verticale.
    E ZAFT si stava tramutando nel genere di predatore che era meglio mordere prima che lui trovasse le risorse per poterti minacciare.
    Vi era solo un rimorso, solo un dubbio: Uno Zaku colorato di un blu chiaro, simile al fulmine, ed una pilota...
    Scacciò i pensieri con fermezza, con tutte le forze a disposizione di PLANT, le probabilità di un incontro tanto nefasto sarebbero state infinitesimali.
    Si trovo a pensarsi felice di avere il supporto del Maggiore Katsuragi, in quel momento, forse anche per convincersi a cambiare filone di pensieri. Magari l'avrebbe aiutato a non pensare al passato, seppur solamente come fantasmatica presenza surrogata di qualcun con cui non poteva più parlare. In verità era incuriosito da quella donna e sperava di capire qualcosa di più di lei, gli sembrava una persona straordinariamente sensibile per esser parte d'un corpo militare.
    Proprio come lui.
    Non aggiunse altro, attendendo che il Comandasse mostrasse tutte le informazioni che aveva a disposizione.*

    - Bene signori, può avere inizio il briefing dell'operazione:
    "Nuclear Mouses". Con tutta probabilità la Repubblica Asiatica sta appoggiando lo smercio del nucleare in funzione di chissà quale favore che Zeon sta facendo loro. Come potete vedere hanno presumibilmente attraversato la Cina per giungere in Cambogia dove si dice che un vecchio trasporto Zanzibar li stia attendendo. Come potete vedere da queste immagini gli zeoniani sono presumibilmente già in Cambogia. Dobbiamo muoverci alla svelta o altrimenti ce le soffieranno da sotto il naso prima che noi potremo fare qualcosa. Coloro che la accompagneranno in missione, sottotenente, la attenderanno all'interno del trasporto Garuda dentro al quale saranno trasportati lei ed il suo Phantom*. Sappia però che il territorio nemico é alquanto pericoloso. Nonostante sia territorio di ORB - e quindi nostro alleato - non abbiamo una copertura aerea da parte degli Emirati Uniti** che, se pur ci garantiscono un punto di rifornimento presso Sankôr, non possono favorirci nella missione, che avverrà sotto il diretto supporto delle Nazioni Unite. -


    *Non c'era molto da dire, stavano cercando di rendersi difficili da individuare sfruttando i trasporti di terra e volevano caricare il loro importante bagaglio sul primo cargo disposto a portarli il più lontano possibie dalle grinfie delle Nazioni Unite e degli Irregulars.
    Ma c'erano alcune cose che non tornavano in quella situazione: sembrava tutto troppo semplice. Era come se volessero farsi scovare in qualche maniera.
    Non sapeva se era solo la sua sensazione, oppure una forma paranoica dovuta all'ansia da prestazione e legata alla sua prima prova negli Irregulars. Ma, la prudenza, pareva esser la qualità maggiormente mancata alla squadra che era stata appena congedata.
    Non avrebbe fatto lo stesso errore.*

    - Avete domande? -

    *E l'occasione di indagare gli era stata appena servita sotto il naso.*



    - Solo tre signore. -

    *Osservò le immagini con attenzione, prima di porre quelle domande che erano vitali per comprendere, esattamente, a cosa stavano andando incontro.*

    - Sappiamo quale sia la loro meta... In maniera più specifica? -

    *Non attese risposta, il tempo scarseggiava ed era meglio permettere al Comandante di replicare rapidamente a tutte e tre i quesiti.*

    - Poi, siamo certi che non si tratti solamente di un esca messa appositamente per prepararci una trappola? -

    *Questa era sicuramente la probabilità che lo impensieriva maggiormente. Non immaginava che genere di servizio di spionaggio avessero a disposizione gli Irregulars, nel caso le informazioni fossero state autentiche.
    Impressionante, sicuramente.*

    - Infine... Perchè ORB non partecipa alla missione?

    *Conosceva abbastanza bene gli Emirati Uniti per sapere che, quel genere di traffici, non erano sicuramente ben visti all'interno dei loro territori. Eppure, non erano in grado di far altro se non offrir loro un punto di rifornimento.
    Decisamente poco. *

    - E' tutto. -

    Concluse, rimettendosi al giudizio del Comandante e attendendo le sue risposte, insieme alle sue disposizioni.
    Quel che importava era che facessero in fretta, ordigni di quel genere dovevano essere immediatamente messi al sicuro.
    Lontano da mani che potessero causare nuove tragedie che avrebbero potuto avvolgere chissà quanti altri soldati innocenti in bandiere, legate ben strette, affinchè sembrassero intere.


    SPOILER (click to view)
    Piccolo edit richiesto dallo staff.


    Edited by Gabriel Tassadar - 24/5/2010, 21:36
     
    Top
    .
17 replies since 21/5/2009, 15:11   1162 views
  Share  
.