Mal d'Egitto

Al Azhar Park

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duracell732005
icon1  view post Posted on 24/6/2005, 19:56




Ciao a tutti.... se andate al Cairo vi consiglio di godervi un parco molto suggestivo.., con vista meravigliosa ....visitate la home page
 
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egyptely
view post Posted on 28/6/2005, 10:18




Davvero belle queste foto..mi hanno lasciata senza fiato!!!
Spero di avere presto occasione di farci una visitina!!!
Ely
 
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ARNAP
view post Posted on 26/12/2009, 19:26




Il Parco di Al Azhar





Foto aerea che mostra l’area del parco
e la sua relazione con la città del Cairo


Chi si reca al Cairo pensa subito al Museo Egizio, alle Piramidi di Giza, alla cittadella, alla vita caotica, al suk (mercato) di Khan al-Khalili o ai locali notturni in riva al Nilo, come il suggestivo «Sequoia». Pochi tra i turisti occidentali s’immaginano che nella città che conta 17 milioni di abitanti e uno tra i più bassi valori di superficie a verde per abitante sorga un meraviglioso e grandissimo giardino pubblico. Si tratta dell’Al-Azhar Park, realizzato tra il 1997 e il 2006 dall’«Aga Khan Trust for Culture». La realizzazione del grande parco, però, non è fine a se stessa ma rientra in un programma di interventi che ha, allo stesso tempo, funzioni sociali e culturali. Per capire perché è nato al Cairo questo grande parco, e quali valori aggiunti ha, è necessario illustrare brevemente le finalità dell’Aga Khan Trust for Culture e qual è il contesto in cui opera.


L’asse principale su cui si struttura il parco è dato da un percorso
che, in corrispondenza dell’ingresso principale, si caratterizza da una
pavimentazione contornata da palme reali (“royal palm trees”) e da
un canale d’acqua centale lungo il quale si succedono fontane di vario tipo


Gli scopi del Trust, fondato nel 1988, come scrive Sua Altezza l’Aga Khan nel breve saggio Sul ruolo della cultura nello sviluppo, sono di fare leva «sul potere modificatorio della cultura per sviluppare le condizioni socio-economiche prevalenti in molte comunità islamiche che spesso hanno un ricco patrimonio culturale ma che vivono in povertà». Nel 1992 fu dato avvio all’«Aga Khan Historic Cities Programme», AKHCP (Programma Aga Khan per le Città Storiche), che ha come obiettivo «il restauro di strutture storiche, il miglioramento degli spazi pubblici, il ripristino di aree urbane per avviare lo sviluppo sociale, economico e culturale all’interno delle comunità nelle quali i musulmani hanno una significativa presenza».


Posto sulla parte sommitale del parco, il fastoso edificio, che ricorda l’architettura
del periodo fatimida, ospita il bazaar e un ristorante. Da questo edificio parte l’asse
che attraversa il grande parco e si conclude nel lago naturaliforme, posto in direzione
della cittadella medievale del Cairo. Il progetto dell’edificio si deve agli architetti
Rami el-Dahan e Soheir Farid


L’area in cui sorge il parco Al-Azhar, la zona di Darb al-Ahmar, era una delle più infelici del Cairo in quanto ospitava, da circa 500 anni, una discarica a cielo aperto che si è progressivamente estesa sino all’intervento dell’Aga Khan Trust for Culture; l’area veniva indicata come «fisicamente e socialmente depressa». Il sito è una sorta di grande collina inserita in una posizione strategica del Cairo, perché da essa si possono osservare diversi punti topici della città: i minareti della moschea del sultano Assan, la cittadella fatta edificare da Salah al-Din (noto in Italia come il «feroce Saladino») e la mamelucca «Città della Morte», un inusitato cimitero abitato. Nelle giornate con aria limpida è pure possibile vedere il profilo delle Piramidi di Giza.


Al termine del giardino formale una scarpata porta a un piano inferiore:
la catena d’acqua è convogliata in modo tale da creare un piccola e sonora cascata


Durante i lavori di rimozione dei rifiuti, più di 1.300.000 mc, è ricomparsa la presenza di un tratto (1,5 km) del «muro Ayyubid», facente parte delle fortificazioni difensive della città, costruito tra il XII e il XIII secolo; sepolto sotto l’immondizia, è stato perfettamente recuperato grazie all’intervento di scavo e restauro. Il parco Al-Azhar è stato realizzato dopo un serie di lunghi lavori preparatori: oltre alla bonifica della discarica si sono avuti interventi idraulici, per assicurare un adeguato approvvigionamento idrico non solo alla vegetazione ma anche alla città. Sono state infatti realizzate tre grandi cisterne destinate a integrare l’approvvigionamento idrico del Cairo, e interventi agronomici per modificare il terreno, le cui caratteristiche fisico-chimiche originarie erano abbastanza estreme: in particolare la scarsa presenza di elementi minerali e, soprattutto, alti valori di calcare e salinità, con valori di pH compresi tra 7,2 e 8,5 hanno indotto a effettuare interventi migliorativi al terreno consistenti in irrigazione per allontanare i sali e apporto di sabbia, terreno agrario, gesso per abbassare il pH ed elementi nutritivi. Si è cercato di evitare di limitare la scelta vegetale alle specie tolleranti la siccità e l’alcalinità, al fine di ottenere, dal punto di vista paesaggistico, una maggiore varietà di piante presenti. Si sono poi effettuati diversi test di acclimatazione per verificare quali piante erano in grado di tollerare le condizioni pedoclimatiche del sito; a questo proposito un accordo con l’Università Americana al Cairo ha consentito di individuare e testare numerose piante, in buona parte caratterizzanti la flora dell’Egitto.


Un piccolo fiume artificiale, che si rifà alla tradizione europea del landscape garden,
attraversa il percorso del giardino formale e ne spezza la simmetria.
Le sponde sono caratterizzate da gruppi di Graminee


Il progetto generale dell’area è stato affidato allo studio Sasaki Associated di Boston, che ha preso come punto di riferimento le varie declinazioni del giardino islamico, sulle quali ha sovrapposto elementi del giardino paesaggistico occidentale. Il parco si struttura su un grande asse formale che dall’altura posta a nord, ove sono collocati un lussuoso ristorante («Hilltop Restaurant») in stile fatimida (dal 969 al 1171) e un bazaar, si indirizza verso sud per concludersi in un grande lago dal quale si traguarda otticamente la cittadella medievale. Una sapiente modellazione del terreno ha creato una serie di visuali prospettiche che consentono di osservare i principali siti della città antica; al tempo stesso, ha determinato una notevole articolazione degli spazi interni del parco, che si scoprono a mano a mano che si procede nella visita. Agli occhi di un occidentale la parte che maggiormente cattura l’attenzione è quella in cui il giardino islamico viene modernamente reinterpretato.



L’acqua, elemento essenziale, è presente sotto forma di un canale d’acqua che segna il percorso costellato di vasche e fontane, che a mano a mano discendono verso il grande lago, di forma irregolare. Sulla grande spianata posta sotto il ristorante si ha un giardino formale il cui disegno riproduce gli articolati disegni geometrici ispirati agli arredi delle moschee; un salto di quota crea una serie di cadute d’acqua il cui suono accompagna il visitatore. Sulla destra un’altura terrazzata costituisce uno dei punti belvedere da cui si osserva la parte meridionale del Cairo. Proseguendo per il percorso (asse) principale si giunge poi, sempre accompagnati da un rivolo d’acqua incanalata, a una zona ancora ad assetto regolare, caratterizzata da piccoli giardini a stanze che ospitano alcuni esemplari di palme e si aprono, rispettivamente, a destra e a sinistra del viale («Sunken Gardens»).


I due giardini ribassati, detti "Sunken Gardens", e alcune fontane lungo il percorso principale

Il percorso, infine raggiunge il «Palm Court Cafè» e il ristorante del lago, che si affaccia sul grande bacino d’acqua artificiale. Dal grande lago si osserva il complesso della cittadella medievale voluta da Salah el-Din, una vista di grande suggestione che mette in relazione il parco con le moschee della cittadella stessa, chiaro rimando al Corano e ai giardini islamici quali anticipazioni terrene della piacevolezza del paradiso. Sono presenti, inoltre, all’interno del parco, un’area per il gioco dei bambini, un vivaio che ha la funzione di reintegrare le piante che si seccano o le fioriture di stagione e un frutteto («The Park Orchard»), nel quale gli alberi sono disposti con un sesto regolare. Il parco, che si estende su una superficie di 30 ettari, è costato circa 30 milioni di dollari ed è servito non solo per riqualificare urbanisticamente un’importante zona del Cairo, ma ha anche rappresentato una risorsa per la popolazione di Darb al-Ahmar. Infatti congiuntamente alla realizzazione del parco, che impiega prevalentemente manodopera locale, l’Aga Khan Trust for Culture ha promosso l’artigianato (in particolare calzature, mobili e oggetti turistici) e la formazione professionale, e la ristrutturazione di alcune delle abitazioni presenti, poi restituite ai proprietari. Il parco, a ingresso libero per gli orfani e per i vecchi, nel 2006 è stato visitato da 1.073.000 persone, di cui l’82% costituito da egiziani. Una meta assolutamente imperdibile per chi è appassionato di giardini, capace di suscitare forti suggestioni e straordinari colpi d’occhio.



Una suggestiva prospettiva che crea l'illusione che la Cittadella medievale del Cairo
faccia da contorno al lago del parco Al-Azhar



Il grande lago irregolare posto al termine dell'asse principale del parco.
Sullo sfondo i minareti delle moschee della Cittadella




 
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ARNAP
view post Posted on 28/3/2010, 00:06




Finalmente, dopo tanto che lo volevo, sono riuscita a visitare il Parco di Al Azhar.
Che dire: mi è piaciuto moltissimo, davvero imperdibile.
L'ho trovato molto ben curato, una vera oasi verde per questa immensa, incementata e inquinata metropoli.
Purtroppo non era in programma, quindi non avevo con me la macchina fotografica, ma già dalle foto che avevo messo qua sopra nella descrizione si può capire la bellezza del luogo.
Siamo arrivati con l'adhan del Maghrib, ossia la chiamata alla preghiera del tramonto: non abbiamo fatto a tempo a visitare il Parco con la luce del giorno, ma devo dire che sia all'imbrunire che con il buio assume un certo fascino.
Vedere dall'alto una parte del Cairo è un panorama mozzafiato, come in lontananza la maestosità della Moschea di Saladino sulla Cittadella.
Ci sono fontane a forma di stella, canali d'acqua che scorrono lungo il lento discendere di questa collina, ho visto una piccola cascata di rocce illuminata e giochi d'acqua nel laghetto.
Ci sono moltissime specie di fiori e piante, un vero giardino botanico; su ognuna c'è un cartello con il nome in latino; cespugli di menta e rosmarino dal profumo inebriante in molti punti.
Al centro, dove c'è l'entrata, ieri (venerdì) il Parco era animato da musicisti e cantanti non artisti che, a turno, si avvicendavano.
Purtroppo a causa del buio non ho visto se è di facile accesso il bar-ristorante che si trova sulla sommità verso nord, perchè abbiamo fatto una piccola scalinata per salire.
In ogni caso la strada girava intorno, quindi probabilmente c'è un accesso anche da dietro.
Il bar-ristorante che sta in basso verso sud, sopra il laghetto, non mi è parso di difficile accesso.
Ma direi che l'intero parco è a misura d'uomo, durante la passeggiata verso sud il terreno è in discesa, oltre ai grandi e larghi scalini (di quelli che si vedono sulle nostre montagne) c'è una dolce discesa continua.
Ho visto moltissime famiglie con passeggini, giovani e bambini giocare sui prati.


Prezzi:

Ingresso nel parco con l'auto privata 5 LE


Ingresso nel parco per persona 7 LE


Parte retro del biglietto, con le regole di comportamento da osservare all'interno del parco
 
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Minea 313
view post Posted on 30/3/2010, 18:53




:brava: Complimenti ARNAP per il resoconto e anche per la scheda corredata di foto di questo stupendo parco!

Bellissimo luogo, e fantastiche foto! :GRAZIE:
 
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4 replies since 24/6/2005, 19:56   747 views
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